Game 37: Charlotte Hornets @ Cleveland Cavaliers 109-106

Intro

Kunta Kinte, schiavo africano, principale personaggio del libro e poi della miniserie televisiva pare che non sia realmente esistito, è un romanzo di Alex Haley, il quale sostiene di aver raccolto molte documentazioni.

Radici racconta che Kunta Kinte era un mandingo catturato in Gambia e trascinato in America ad Annapolis e lì venduto a un ricco terriero della Virginia.

Per rompere il cerchio delle catene Kunta Kinte tenta quattro volte la fuga ma viene sempre ripreso e l’ultima volta subisce per punizione l’amputazione di un piede ma da una tragedia nasce un’altra possibilità.

Si sposa e da luce a una nuova vita, una figlia che imparerà come compagna di giochi a leggere e scrivere (cosa vietata a uno schiavo) e questo fatto sarà la sua rovina visto che falsificando un documento per uno schiavo sarà venduta a un perverso proprietario in North Carolina.

La storia corre poi per altre generazioni e facendo il solito parallelismo diciamo che show must go on, pur in qualche maniera.

David Stern ci ha lasciato ieri per emorragia cerebrale.

L’ex commissioner fece molte cose, tra i meriti principali quelli di aver risollevato una Lega in crisi con problemi d’immagine (droga) e anche una finale in differita, aver ampliato l’offerta dei team in NBA con l’espansione a fine anni ’80 e metà ’90 di 6 team tra cui gli Hornets e poi anche i Bobcats nei 2000’s, tetto salariale ma anche memorabili serrate e ripartenze (vedi 1998/99) con l’aumento vertiginoso degli stipendi dagli anni ’80 a oggi.

Di certo è stato fortunato vista la nidiata di giocatori talentuosi entrati a metà anni ’80 quando prese il mandato come commissario.

Uno su tutti è stato proprio l’attuale proprietario degli Hornets, MJ che per lui ha speso parole al miele in questi giorni ricordando anche la sua importanza per lo sviluppo del fenomeno NBA.

La storia si intreccia stranamente perché tra le negatività vi è il permesso per abbandonare Charlotte nel 2002 e portar la squadra a NOLA anche se oggi, per vie traverse la NBA ha ritrovato degli Hornets, anche se molto meno di successo di quelli da playoffs dei 90’s.

Anche qui però le cose si fanno per soldi e spesso l’ipocrisia accompagna a braccetto il denaro, lo sport che dovrebbe esser altro non ne può far a meno a codesti livelli, va da sé che in parte si mistifichi il suo spirito e se Haley scrisse un romanzo con riferimenti da altri libri, anche qui, nonostante il successo clamoroso e a livello globale che si deve riconoscere in parte alla gestione di Stern, una parte è realtà virtuale…

A volte sembra di osservare uno spettacolo finto e gli Hornets sembrano sempre sul baratro con le sconfitte che scuciono l’autostrada e rischiano di inghiottire questo flebile (almeno per ora) progetto 2.0.

Il bello della NBA, almeno lo spero/iamo, è che fino a prova contraria, nonostante i fischi pro superstar e alcune partite arbitrate malamente, sul parquet è ancora partita vera e allora come auspicio sportivo per i fan Hornets per iniziare bene il 2020 ci auguriamo che Graham e soci possano spezzare le catene delle sei sconfitte consecutive, iniziate proprio a Cleveland il 18 dicembre.

Charlotte non ha regalato una gioia ai propri fan durante le feste, l’ultima W risale, infatti, al 17 dicembre contro Sacramento e sarebbe il momento di tornare a vincere.

Analisi

Charlotte sbaglia tre partenze su quattro quarti ma non esce di scena nell’ultimo periodo, nemmeno quando a 5:50 dall’ultima sirena, sul m-10, sembrerebbe finita.

Graham, procurandosi 5 liberi (tutti realizzati) spingeva sul 93-100 i teal che trovavano la tripla di un ispirato Rozier e il canestro di P.J., bravo a riconoscere il mismatch con il piccolo.

98-100 e pari di Rozier a 3.16 che in crossover, grazie all’aiuto di Biz in blocco, saltava un paio di birilli e depositava il pari.

Nel finale succedeva di tutto e, dopo qualche occasione mancata e le triple di Sexton e Rozier a bersaglio, Graham decideva di andare per il deep 3 frontale con il tabellone a segnare il 106-103.

Graham allungava dalla lunetta, Osman a 4 secondi dalla fine da fuori realizzava il -2 e sulla rimessa Bacon buttava via palla (c’è un virus a Charlotte evidentemente sulle gestioni di questo tipo di possessi, specialmente nei finali) ma forse Borrego sentendola chiamava prima del misfatto il time-out.

Il coach dei Cavs John Beilein protestava reiteratamente senza eccedere nei modi, seppure a torto (sconfessato da una buona inquadratura dall’angolo opposto alla panchina degli Hornets), de facto Rozier finiva in lunetta per fallo di Sexton e dopo ave mancato il primo libero segnava il secondo.

Cleveland senza time-out organizzava un buon attacco ma la deep 3 di Sexton era ombreggiata da Biyombo finendo sul secondo ferro.

Charlotte si salvava rompendo finalmente una pesante striscia di 6 L.

Charlotte è stata indubbiamente aiutata da una serata magica di Rozier da 30 punti e dal redivivo Pancetta Bacon con 15 mentre Graham dopo un primo tempo in sordina con 0 pt. e 4 assist, ha chiuso con 16 pt. e 11 assist.

Globalmente Cleveland ha vinto di poco a rimbalzo (39-42), negli assist (25-26), nelle rubate (5-6) e nelle stoppate (0-3) ma al tiro a parte il 44,6% contro il 50,6% a favore della squadra dell’Ohio, ha patito da tre punti il 39,5% di Charlotte contro il proprio 37,1% e maggiormente il 20/24 (83,3%) dalla lunetta degli Hornets contro il proprio 11/14 (78,6%).

A rimbalzo offensivo quando gli Hornets hanno smesso di subire nel finale, hanno finito per prevalere 10-7 mentre i TO sono stati favorevoli a Charlotte con un 11-14.

La partita

Starting five

Hornets alle scelte di Borrego con il solito starting five composto da: Rozier, Graham, Bridges, P.J. Washington e Biyombo.

Cavaliers che rispondevano con: Garland (14 pt. + 8 assist), Sexton (21 pt.), Osman (17 pt.), Love (18 pt. + 8 rimb.) e Thompson (6 pt. + 11 rimb.).

Dalla panchina per Cleveland Henson con 10 pt. sarà il miglior scorer, a seguire Kevin Porter Jr. con 9 e Dante Exum con 7.

1° quarto:

Partenza disastrosa per Charlotte che nonostante guadagnasse la palla a due era fermata da Thompson in stoppata sul gancio del congolese.

Love subiva il contatto sul movimento per il tiro (P.J.) e mandava avanti i Cavs a 11:28 con due liberi.

Lo 0-5 (Sexton dall’angolo sinistro) arrivava dopo due tiri a testa facili falliti da sotto di Rozier e Biyombo, tutti sulla stessa azione…

Biz riusciva a interromper l’incantesimo a 9:41 con il gancio sull’arresto in corsa da inserimento.

I Cavaliers però continuavano a guadagnar terreno con la tripla di Osman a 9:00 e il layup su Bridges, a 8:15 P.J. sul passaggio schiacciato in diagonale chiudeva in corsa a canestro con la jam ma altri due punti di Osman a 7:57 convincevano al time-out Borrego sul 4-12 per riordinare le idee in difesa.

A 7:42 un short change, un cambio lato tra P.J. e Rozier serviva all’ex Celtics per appoggiare ma sull’altro fronte ma Garland da tre faceva segnare un distacco di 9 punti.

Rozier da sinistra centrava il bersaglio grosso mentre Thompson rispondeva con il tocco in correzione dopo il rimbalzo offensivo per il 9-17.

P.J. da sotto forzava ma andava a segno, Rozier mancava l’alley-oop sin dalla presa e Love a 6:02 ci ricacciava ai bordi del gap da doppia cifra (11-20) prima che a 5:46 P.J. su invito di Graham un po’ troppo avanzato fosse costretto a prender la via verticale per appoggiare il -7.

Sexton fermato nettamente con il fallo in transizione splittava poi entrava Zeller che con un tap-out dava una seconda chance offensiva (mancata da Monk, l’altro cambio), tuttavia il centro di Charlotte iniziava subito a ingranare procurandosi due FT a 4:31 poi a 4:02 una sua incursione con repentino cambio direzione era chiusa in schiacciata, Bacon aiutava con l’appoggio sul quale Porter Jr. commetteva goaltending per arrivare sul 19-24.

Battuta d’arresto sulla tripla di Sexton (frontale) ma la penetrazione di Graham attirava due difensori, scarico sulla sinistra e schiacciata in corsa unstoppable dell’ispirato Zeller.

A 2:24 Bacon agguantava il pari con la tripla e sempre da fuori l’arco a 1:47, dall’angolo sinistro, Monk segnava i tre per il primo vantaggio di serata Hornets (24-21) anche se la gioia durava poco perché sempre dal corner sinistro a 1:33 Garland pareggiava.

Cody, dopo il rimbalzo, da sotto con il cambio mano, (destra oltre il ferro a destra) piazzava il nuovo vantaggio, Henson nel breve con un no look per Porter Jr. procurava i l nuovo pareggio ma l’equilibrio si rompeva ancora a :37.6 quando Cody si procurava a contatto con Henson due FT.

Infilati, i Calabroni chiudevano il primo quarto sul 31-29.

Bacon è tornato sul parquet a giocare un buon basket e ha fatto meglio in difesa di molti compagni. Qui contro Osman. Foto tratta dalla pagina ufficiale degli Charlotte Hornets.

2° quarto:

Non funzionava la small-ball messa in campo da Borrego nel secondo in un inizio apocalittico: Henson, appoggio dopo il rimbalzo offensivo, Exum da 3 (10:34) su un’azione venuta un po’ a caso, Porter in coast to coast tra P.J. e Marvin per uno 0-7 di parziale interrotto da Bacon a 9:23 con due liberi.

Gli Hornets però continuavano a subire e a non segnare dal campo: 9:17 2/2 di Exum dalla linea, Garland a 8:51 da ben oltre l’arco da tre punti, Garland aggiungeva un FT e l’hook di Henson superava P.J., Rozier era stoppato da Porter Jr. ma finalmente su una transizione era lo stesso Scary a chiuderla (6:37) con l’appoggio vincente e uno di quei falli un po’ regalati in partita (questa volta a favore di Charlotte dopo una serie pesante di fischi contro con gli arbitri un po’ ondeggianti).

Scambio a due sulla destra, partenza a ricciolo di P.J. che andava dentro a chiudere implacabilmente con una slam dunk, Rozier imitava il compagno andando dentro per l’appoggio frontale protetto dalla colonna destra Zeller, granitico nell’occasione nel pitturato.

41-44 ma i Cavalieri si allontanavano nuovamente con due FT per Love e a 4:21 Osman centrava la tripla con un 9/17 complessivo da fuori per il team dell’Ohio…

Gli Hornets erano imprecisi anche conquistando qualche FT nel finale per stare al passo ma Zeller splittava, P.J. metteva la tripla, Bacon in lunetta slittava, Graham mancava ancora la bomba, fortuna che Rozier provvedeva da fuori a :44.4 con un’altra tripla (49-57) e si arrivava all’intervallo accorciando di un altro punto dopo due punti di Garland in penetrazione concessa da Graham sulla baseline destra senza che l’aiuto riuscisse a fermarlo.

Zeller chiudeva con lo scarico per la tripla aperta di Williams dal corner destro e il 52-59 che a poco più di una manciata di secondi dalla fine portava negli spogliatoi i team sul 52-59.

3° quarto:

Primo possesso e canestro subito per i Cavs ancora una volta (Sexton in allungo), Bridges replicava a 1:18 per mazzata di Osman sotto il ferro (54-61) quindi un passaggio tagliato sotto per il facile appoggio di Love cominciava a preoccupare… andava bene che Rozier in area off balance mettesse il pull-up e che Thompson in attacco commettesse fallo.

Bridges prendeva fiducia dopo un brutto primo tempo e appoggiava in fing and roll mentre a Thompson era annullata una schiacciata arrivata dopo i 24 (probabile comunque un fallo su di lui appena prima).

Dopo un hook di Biyombo (comodo in area) un’entrata di Garland portata a massima velocità con il cambio mano in salto e l’appoggio al vetro in allontanamento valeva il 60-67 ma Charlotte non si perdeva con Graham finalmente a pescare i suoi primi tre punti a 8:30.

Rozier a 7:58 usufruiva di spazio riuscendo a calare la seconda tripla consecutiva per Charlotte ormai a ridosso degli avversari (66-67).

Charlotte mancava il sorpasso e Sexton da tre su P.J. allungava.

Biz con l’aggancio in corsa sul filtrante di Graham agganciava e metteva in mezzo a due difensori con ottima finitura.

Love con un lungo due segnava il 68-72 e Borrego ricorreva alla pausa.

A 5:50 Bridges dalla destra entrava deciso fino alla 2 hand dunk ma Osman sull’altro fronte con la penetrazione diagonale batteva proprio Miles portandosi sul 6/6 dal campo.

Altra slam dunk per Charlotte, questa volta era Biz a inarcarsi schiacciando in faccia a Thompson e a 4:42 un risveglio di Graham con la seconda tripla personale consentiva ai Calabroni l’aggancio sul 75 pari.

Bacon a 4:05 tentava l’entrata, non segnava ma proseguendo tapinava sé stesso per il 77-75.

Love di sinistro ritrovava il pari e gli Hornets perdevano vantaggio e parità a 3:24 con il floater di Dellavedova ma Bacon con l’aiuto del primo ferro recuperava l’equilibrio a quota 79.

Thompson non affondava l’alley-oop e a Zeller sulla finta da sotto su una spinta di Thompson e un’aggressione a ginocchio armato di un piccolo non erano assegnati due FT.

Ci pensava Marvin dall’angolo sinistro a riparare alla cosa segnando da tre a 2:34, seguiva però lo scatto separazione di Sexton che sfuggendo a Graham si catapultava per la grintosa dunk su Zeller.

Love da sotto recuperando la palla vagante spingeva avanti i rossi pompeiani e dopo due rimbalzi offensivi per i Cavs, Nance Jr. dal mid range, non contrastato, pompava l’82-85.

Terry Rozier, 30 punti in serata. Cleveland lo stimola. Foto tratta dalla pagina ufficiale degli Charlotte Hornets.

4° quarto:

Porter Jr. con due punti apriva a cavallo dei due quarti con due punti estendendo lo 0-8 run, Bacon di tripla realizzava l’85-87 ma gli Hornets steccando ancora una volta l’avvio concedevano a Cleveland vantaggi preoccupanti.

La pressione di Cleveland e l’inefficacia difensiva di Charlotte portava Love e compagni sull’88-96 quando Henson in gancio batteva P.J (10 pt. per il lungo) quindi arrivava anche una steal con dunk in fuga da transizione di Exum.

-10 fino a 5:50 quando Henson abboccando sulla finta di Graham saltava fuori dal suo cilindro e il nostro play, non cavallerescamente ma furbescamente si buttava addosso al difensore per il tiro.

Tre FT perché questo contatto in teoria, a quelle velocità lo fischiano sempre e -7.

Bacon non segnava ma la sua penetrazione con scarico rapido portava al riavvicinamento di Charlotte grazie alla tripla top of the key di Rozier (96-100).

Mismatch lungo piccolo dalle parti del post alto e ingresso in area con canestro del -2 per P.J., pari a 3:16 con Rozier in crossover a slalomeggiare stretto oltre il blocco di Biz lasciando lì un paio di difensori compreso Love.

Sexton da sinistra mandava in tilt Charlotte con la bomba ma Rozier a 2:12 sembrava l’eroico Robin Hood con la sua freccia a bersaglio dall’angolo.

103 pari, tentativi falliti dai due team, un paio di possessi mal gestiti da un Rozier hot, troppo hot… poi a palla ceduta a Graham che prendeva tempo e spazio per un deep 3 frontale che accarezzava il cotone a :23.0 dalla fine per il 106-103 a spareggiare la gara.

Sexton da due era chiuso nel traffico e il rimbalzo di Biz era subito tramutato in fallo ma non in liberi non essendo gli Hornets in Bonus.

Fallo successivo su Graham che faceva 2/2 a :09.7.

Osman a :04.0 dal termine non mollava scagliando la granata da tre punti per il -2.

Charlotte buttava via la rimessa con Bacon ma Borrego salvava capra e cavoli anticipando lo sciagurato passaggio di Dwayne.

Fallo su Rozier e solo il secondo libero andava a segno per il 109-106 mentre sulla pretenziosa preghiera da tre di Sexton (Cavs senza time-out) la palla si spegneva sul ferro e a prevalere questa volta era Charlotte anche se chiudere una partita in tranquillità al Buzz team è chieder troppo ma la gioia ripaga la sofferenza fino all’ultimo istante.

Le pagelle

Terry Rozier: 8,5

30 pt., 6 rimbalzi, 3 assist, 1 rubata. 11/22 FG (6/12 3 FG). 2 TO, -3. A parte un paio di forzature nel finale quando perde un pallone cercando il crossover a ogni costo (sul fallo di Graham sulla transizione la terna propende per la rimessa) e trattenendo troppo la sfera, c’è da dargli il merito di fare scelte più equilibrate dopo il solito scapestrato inizio. Rimette in piedi numeri segnando tiri importanti da fuori come quello del 103 pari e va a prender rimbalzi, toccare, rubare palloni anche con meno cm degli avversari che lo attorniano. Gioca con cuore e con qualità, alla fine viene premiato. Ci lascia il brivido finale quando sotto pressione sbaglia il primo libro per chiuder la partita ma va bene così…

Devonte’ Graham: 8

16 pt., 1 rimbalzo, 11 assist, 1 rubata. 3/8 dal campo, 37 da tre punti. 7/7 FT, 4 TO, +17 in +/-. Contribuisce nel secondo tempo alla vittoria. Chiudeva i primi 24 minuti con 0 pt. e 4 assist scatenandosi con un paio di triple per il pari nel terzo quarto e con quella spareggio dall’anticamera a :23.0 secondi dal termine. Guida anche la rimonta dal -10 segnando 5 liberi. Diventa clutch sostanzialmente e gli Hornets escono vittoriosi anche grazie a lui che in serata come prima opzione cerca i compagni, poi pensa a sé stesso vedendo se trova spazio e ritmo per i tre punti in versione Steph Curry sparando da dove c’è spazio anche se oltre l’arco di molto.

Miles Bridges: 5

6 pt., 5 rimbalzi, 1 assist. -8 in plus/minus. 2/10 dal campo con 0/5 da tre. Regolarmente battuto da Osman in entrata o sulla tripla, Miles sembra riprendersi per caso quando il turco commette fallo su di lui e nel terzo quarto va a segnare un altro paio di volte con il fing and roll e una decisa dunk, purtroppo scompare nell’ultimo quarto quando si muove bene in attacco sul parquet raccogliendo negli angoli gli scarichi dei compagni ma va a fallire tutte le occasioni concesse. L’uomo sbagliato nel posto giusto. Fa bene Borrego a toglierlo.

P.J. Washington: 6

14 pt., 6 rimbalzi, 5 assist. 6/14 dal campo. Gli avversari ne abusano in difesa dove, se gli Hornets non finiscono nemmeno con una stoppata è anche perché la sua inesperienza lo porta a contrastare inefficacemente o con il fallo (vedi quello commesso subito in avvio su Love) le giocate avversarie. Henson lo battezza più volte e la vecchia volpe Love ne approfitta, poi nel finale riesce a dar sicurezza a rimbalzo e a dar fastidio a un paio di incursioni dei piccoli oltre a realizzare in mismatch il canestro del -2. Nel primo tempo mette dentro in entrata su un assist troppo avanzato di Graham e c’è da menzionare anche la successiva bella dunk a una mano.

Bismack Biyombo: 7

8 pt., 6 rimbalzi in 23:35. 4/7 dal campo. Dopo la respinta di Thompson sul gancetto e due errori consecutivi da sotto non sbaglia più segnando punti di rottura con sicurezza. Una bella dunk su Thompson e ganci differenti, Biz però da il meglio nel finale quando fa commettere a Love passi andando in marcatura su di lui finalmente e dando il suo contributo allo stop difensivo compreso il volume che fa davanti al difficile tiro di Sexton nel finale. Manca la sua stoppata ma in serata è positivo. Blocco per Rozier fermissimo e magistrale, poi il play lo slalomeggia come un paletto degno del miglior Alberto Tomba.

Malik Monk: 5

3 pt., 2 rimbalzi in 16:00 minuti. 1/6 dal campo con un ¼ da fuori. Centrato il bersaglio dall’angolo (dove i mt. sono meno per arrivare a canestro) sbaglia tutto comprese le entrate. Ha una ricaduta e viene riportato nel reparto malati cronici in panchina a guardar la partita e in serata è meglio così o avremmo perso con il suo sparar a vuoto.

Cody Zeller: 6,5

11 pt., 7 rimbalzi, 2 assist. Ottima prima parte con convinte incursioni e ricerca di falli. Finisce subito in doppia cifra ma poi a canestro si perde come nel resto salvo saltuarie giocate come un blocco granitico per un’entrata di Rozier nel secondo tempo.

Marvin Williams: 6,5

6 pt., 2 rimbalzi, 1 assist, 2 rubate. 2/3, tutto da tre punti. -7 in plus/minus. Esce dal campo per un trauma nasale e sembrerebbe in simbiosi con la sconfitta degli Hornets visto che tutto sommato, dal punto di vista offensivo sta rendendo bene in serata sugli scarichi per dar linfa a un attacco a tratti spento. La squadra reagisce anche senza di lui ma comunque mette in campo una discreta prova anche con due recuperi.

Dwayne Bacon: 7

15 pt., 4 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata. 5/9 dal campo (¾ da tre), ¾ FT. Nessun TO. Rileva nel finale Bridges, anche visto il suo buon primo tempo chiuso a 8 punti. Importante anche nel finale quando il team fluisce meglio con lui e spreca meno. Una sua tripla a inizio ultimo quarto ci riportava a -2 poi lasciava spazio ai compagni. Se serve, occasionalmente ha visione per dare palla sullo scarico esterno ma è in entrata e da tre che da il suo meglio in serata. Bello il suo passaggio per il 96-100 di Rozier e sta per combinar la frittata quando nel finale passa un pallone a Graham troppo rapidamente e in maniera imprecisa ma il coach lo salva con il time-out. Bentornato disponibile dirà il pizzicagnolo coach Borrego a “Er Pancetta”.

Coach James Borrego: 7

Azzecca l’uscita di Miles, la marcatura nel finale di Biz su Love e salava il team dalla beffa a 4:00 secondi dalla fine con un provvidenziale time-out divenendo parte attiva anche se non gioca. Deve inventarsi qualcosa dalle parti del ferro sui piccoli e sugli scarichi perché siamo senza protezione troppo spesso, la squadra però cerca di aiutarsi e stringendo le maglie nel finale porta a casa la W. Discreto attacco in serata anche se poi le conclusioni aperte non sempre vanno a segno.

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.