Game 37: Charlotte Hornets Vs Brooklyn Nets 106-123

Mark Williams, la nuova scoperta nel settore lunghi Hornets, segna due punti nel primo tempo con un movimento sorprendente ed esteticamente fantastico.

In una sfida sulla carta impossibile per gli Hornets non tardavano sul parquet ad arrivare i problemi in avvio.

I Nets si dimostravano una squadra mediamente più esperta della media con i colpi giusti per poter allungare il campo e mettere in crisi la fragile difesa degli Hornets soprattutto dalle parti del pitturato.

Nel primo quarto Charlotte partiva subito inseguendo ma qualche colpo di Charlotte, in particolare di Plumlee, teneva gli Hornets agganciati al match sino quasi a fine quarto quando l’ingresso delle panchine portava più benefici agli ospiti in grado di allungare sino al 22-32 finale di frazione.

Nel secondo periodo cominciava a farsi vedere il ricambio di Plumlee, Mark Williams (la sensazione del momento che ha scalzato Richards attualmente come C back-up) il quale a 11:22 agganciava al volo girando velocemente sull’avversario e depositando in appoggio con movimento unico e fluido per il 24-32 (10 tiri tutti a segno consecutivamente per lui nelle ultime uscite sino a quel momento).

Nonostante la discreta prova di Mark ed il rientro convincente di Plumlee che a 5:30 infilava il two and one del 38-43, gli Hornets non tenevano più il passo complice il glaciale 2/18 da oltre l’arco (leggermente meglio i Nets con 3/14) che contribuiva ad un basso 36,2% complessivo dal campo contro il 59,5 avversario che aveva picchi del 79% da due punti…

A inizio terzo quarto c’erano tutti i prodromi per una fine anticipata del match; 3 punti di O’Neale e rimbalzo offensivo di Claxton che a 11:06 convertiva in due punti l’azione offensiva dei Nets per il 49-66.

Clifford andava in time-out, incassava anche il -17 ma Ball si riprendeva dallo scialbo primo tempo servendo con drive and kick P.J. Washington per la tripla e alzando a 8:50 per l’alley-oop di Plumlee oltre a infilare tre triple, l’ultima a 7:33 per il 65-71 prolungando la vita ad una partita comunque segnata, infatti, Brooklyn riallungava immediatamente finendo forte il quarto complice un fade-away off balance di Durant e una tripla di Curry che contribuivano al 79-97, accumulo parziale del finale di terzo quarto.

Ultimo quarto inutile se non per ritoccare qualche cifra (tripla di Ball a 10:25 per l’82-97) poi più nulla per Charlotte che incassava due triple di O’Neale (in mezzo l’errore da due passi o due piedi di Plumlee) e scivolava a -21 (91-112) a 6:10 dal termine.

Finiva con le deep bench sul parquet e sul 106-123 l’ultima di un anno disgraziato per gli Hornets tenendo fede all’orario d’oltreoceano perché qui già arrivava la prima delusione dell’anno ma aspettiamo la prossima per tentare di vincere la prima ufficiale del 2023.

A livello di singoli Hornets traditi proprio dal veterano Hayward, un po’ sulle tracce di Durant ma non abbastanza per giustificare la sua prestazione scarna, anche Thor particolarmente negativo ed anonimo.

Plumlee (doppia doppia con 22 punti e 10 rimbalzi), Ball (23 punti e 11 assist) e soci, anche i migliori in attacco, hanno problemi di tenuta e rotazioni, a poco è servito il 90,5 (19/21 anomalo perché Charlotte tira peggio in genere) dalla lunetta contro il 73,7% avversario.

28 punti di Irving, 23 di Durant, il solito duo di BKN per sostenere un attacco che ha fatto la differenza, mentre Charlotte ha dovuto fare a meno di Oubre Jr. per problemi alle dita della mano sx accentuati da una caduta nell’ultima partita, i Nets sono andati in doppia cifra anche con altri 4 uomini: Claxton e O’Neale entrambi con 14 punti, Watanabe con 11 e T.J. Warren con 10, da menzionare lo stesso Claxton che ha aggiunto ben 6 stoppate (tutte quelle dei Nets) contro le sole due di Charlotte.

14-2 nei rimbalzi offensivi e un 50-47 complessivo pro-Hornets sotto le plance, 28-26 a livello di assist non sono bastati, gli Hornets pagano i colpi inferti dai top player avversari

Nonostante tutto, nonostante sappiamo arriveranno ancora delusioni e si dovrà lottare per il futuro, buon anno, augurandosi che gli Hornets salgano di livello nel 2023 e regalino qualche gioia in più a sorpresa rispetto alle poche recenti.

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.