Game 39 – Charlotte Hornets @ Denver Nuggets 104-129

Intro

Sfida ad alta quota altimetrica e di classifica per Charlotte a Denver.

Se Charlotte si attesta su un instabile quinta posizione a Est (in attesa di misurarsi con le corazzate dell’Ovest sui loro parquet), Denver occupa la medesima posizione a Ovest ma con un record migliore e vivendo da anni in pianta stabile una propria primavera.

L’oro di Charlotte affronta le Pepite e la stella Ball cercherà di sfruttare l’alta quota di Denver dove l’aria si fa rarefatta e il tempo scorre più velocemente, l’ideale per il gioco di Ball.

Già, perché il tempo più in alto scorre più velocemente.

Dall’altra parte la massa gravitazionale di Jokic cercherà di attrarre a sé i veloci corpuscoli di Charlotte e irretirli con i suoi passaggi.

La sfida potrebbe sembrare improba ma Charlotte ha battuto Phoenix in Arizona e nonostante i Nuggets partano naturalmente super favoriti, ci prova senza timori riverenziali (ma dovrà essere attenta in difesa) “non avendo nulla da perdere”.

Analisi

Dopo quasi due quarti di buona tenuta di fronte a una squadra che potrebbe tornare anche in finale di conference, Charlotte accusa un piccolo colpo a fine primo tempo quando dal -5 si passa al -12.

A inizio ripresa il ritmo dei Nuggets dettato da Jokic e dai movimenti degli esterni è eccessivo per la velocità difensiva degli Hornets che vanno in tilt cedendo di schianto nonostante un paio di colpi di Rozier.

Gioco di passaggi e triple, si passa al +20 Nuggets e si giunge a inizio ultimo quarto sul 70-100.

Di per sé la sconfitta non è preoccupante, cercheremo di trovare una serata migliore in attacco e magari di minor vena degli avversari nelle prossime trasferte.

Di buono concorre il fattore esterno: Washington, Indiana e Chicago cedono in casa, Boston, Miami e Toronto perdono fuori casa e così le avversarie nella Conference subiscono anch’esse, tutte una battuta d’arresto.

Non è bello guardare in casa altrui ma giacché è successo, prendiamo per buono questo fattore cercando di tornare prima possibile alla W.

Denver chiudeva con la tripla doppia di Jokic (12 pt., 10 assist, 10 rimbalzi) con il miglior marcatore in Porter Jr. (28 pt.) seguito da Barton con 23 e Murray con 19 per arrivare a PJ Dozier con 13 pt..

Da notare anche i 13 rimbalzi di Porter Jr. e i 10 assist dell’argentino Campazzo che dopo un inizio difficile ha preso ritmo.

Per quel che riguarda le statistiche generali affido all’immagine qui sotto il riassunto sebbene si possa far notare come siano mancate le second chance a Charlotte colpita, come detto, dal gioco di passaggi che riassume il basket e ha portato alte percentuali a Denver.

La partita

I quintetti:

1° quarto:

Partenza attenta su ambo i fronti tanto che dopo l’assist schiacciato di Ball per l’appoggio in allungo di P.J il tiro da tre da ambo le parti non funzionava (ben contrastato).

Denver pareggiava con Porter Jr., Zeller in entrata realizzava il 4-2 ma Murray appoggiando oltre Rozier continuava a portare colpi da sotto.

Gli Hornets ripassavano avanti con l’infilata centrale di Ball in veloce corsa imbeccato da un passaggio orizzontale di Rozier metteva dentro e da una palla rubata nasceva la schiacciata in transizione di Hayward per l’8-4 a 8:35.

Dopo il time-out Jokic in semigancio realizzava ma la risposta immediata arrivava da Rozier con tre punti prima e a 11:26 con un’entrata a ricciolo chiusa in pull-up appena dentro l’area per il perfetto tiro del 13-6.

Rozier era anche l’autore dei due liberi che a 7:09 (transizione) aumentavano il divario sul +9.

Troppa grazia e i Nuggets trovando il bandolo offensivo della matassa eludevano la difesa di Charlotte arrivando sul 15-12 con un bel passaggio per Jokic che in schiacciata realizzava il -3.

Rozier interrompeva il parziale con una bomba dalla diagonale sinistra a 5:46 (18-12) ma Millsap in avvicinamento aveva la meglio su Bridges.

Hayward, dopo alcune triple mancate, finalmente dall’angolo destro trovava il canestro pesante per il +7 (21-14) ma il parziale di 0-9 dei padroni di casa cambiava l’inerzia della partita.

Gli Hornets continuavano a sbagliare in attacco perdendo anche palloni, su una transizione Dozier era mandato in lunetta ma il giocatore dei Nuggets non portava a casa punti così Bridges in entrata realizzava il pareggio.

Campazzo dal corner sinistro metteva dentro il 23-25 ma, ben servito da Monk, ancora Miles realizzava i due punti che chiudevano il quarto sul 25-26.

Bridges in schiacciata. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

2° quarto:

Due canestri di Green allontanavano la squadra del Colorado a inizio quarto, Graham dall’angolo destro rispondeva da tre punti ma dal 28-30, un parziale di 2-9 composto da tre triple di Denver (Dozier, Murray, Dozier e da un’entrata con dunk bimane di Ball) portavano la situazione sul 30-39 con i locali provando a spezzare le gambe ai teal che resistevano con la tripla di Ball dall’angolo sinistro servito ottimamente da un passaggio veloce di Hayward che si liberava sulla linea di fondo della sfera sul raddoppio.

Rozier a 6:58 ,metteva un altro colpo dentro dal lato con un catch n’ shoot per il 36-39 tuttavia Denver provava a ristrappare con due canestri ravvicinati di Porter Jr. prima che Ball in cambio mano sull’appoggio trovasse il fallo e due FT (a segno) per il 38-43 a 5:28.

Era ancora Porter Jr. a mandar dentro la tripla del -9 (38-47) prima che Ball recuperasse in entrata un altro fallo (trattenuta di Jokic).

Il canestro di sinistra era buono, il libero addizionale no (40-47) ma l’allungo successivo di Rozier che in entrata di sinistra valeva il -5 era seguito da un euro step 2 and one, “pareggiato” successivamente dalla tripla di Graham (45-50).

Peccato gli Hornets si perdessero negli ultimi minuti: un passaggio di Rozier per P.J. usciva in rimessa laterale destra (Terry si aspettava l’avanzamento del compagno mentre P.J. avrebbe voluto la palla per la tripla ma la linea di passaggio risultava piuttosto occupata), Jokic forniva l’assist per Porter Jr., P.J. in ara mancava l’alzata e Murray sul gioco di passaggi trovava lo spazio per colpir da 3 mandando Charlotte sul -10.

Air-ball 3 di Hayward, rimbalzo offensivo con correzione incorporata di Jokic su errore di Millsap e -12 che resisteva fino all’intervallo anche grazie a un passaggio corto schiacciato di Graham verso Rozier che il nostro numero 3 non riusciva a recuperare.

3° quarto:

Nonostante il ristoro fisico, quello mentale non c’era: subito il colpo a fine quarto, usciva velocemente di scena Charlotte che su una second chance era colpita da Barton, Ball non calibrava bene da tre sulla second chance per gli imenotteri così Jokic, scavalcando Zeller, passava a Millsap che sul mismatch con Ball metteva dentro.

Canestro di Zeller ma sfondamento dato dalla terna mentre sull’altro fronte il fing and roll orizzontale del Joker, partito da sinistra, era limpido. Barton si mangiava un contropiede non tenendo palla, Porter Jr. sull’ennesima transizione però schiacciava in alley-oop, l’unico (quasi) a opporre una resistenza era Rozier che in data del suo compleanno non voleva spegnere le candeline della speranza.

Floater a 9:42 poi Denver si portava sul +19 a 7:59 quindi era ancora Rozier ad accorciare di due prima che i Nuggets toccassero il +20 poi ritoccato a 18 da Zeller con una schiacciata sulla quale non era rilevata una spinta.

Dettaglio fastidioso ma quisquilia visto il dilagare della squadra allenata da M. Malone che saliva vertiginosamente con l’assist volante (touch pass) verticale di Jokic per Millsap e la bomba di Murray dalla diagonale (54-77).

Ancora Murray per il 56-80, era ora sul 59-83 (altra tripla, questa volta made by Porter Jr.) di dare uno sguardo sugli altri campi per vedere che stava succedendo visto il risultato ormai scontato della gara in Colorado…

Il quarto era chiuso sul 67-95 con un 8-12 di parziale.

4° quarto:

Ultimo quarto completamente garbage con il solo Ball tra i titolari sul parquet.

Monk in entrata mostrava un buon appoggio senza parabola ma Dozier da tre realizzava il perfetto -30 (70-100) a 10:59.

Partita stra-chiusa, panchina profonda in campo a mangiare qualche punto prima che i Nuggets ne riprendessero un po’ con l’ingesso in campo di Bol che stupiva con l’open 3 prima di mostrare uno spin su Caleb Martin che chiedeva un Crodino al bar perché sul lungo avversario spariva…

Denver mostrava le ultime buone cose in un finale troppo frazionato dai falli e si chiudeva sul 104-129.

LaMelo Ball: 5,5

14 pt. (5/11), 1 rimbalzo, 2 assist, 1 rubata, -12 in +/-. 2 TO. 4 PF in 22:28. L’unico titolare ad affacciarsi nell’ultimo quarto è in serata di vena realizzativa quando la partita conta ma cala vertiginosamente il numero di assist, pareggiato dai TO. Difesa di non primissimo livello, almeno in attacco, a parte la pessima percentuale da tre (1/5, bomba in catch n’shoot dal corner sx) porta un po’ di incursioni, una chiusa in maniera spettacolare con un quasi impercettibile (inizialmente) cambio direzione e schiacciata al ferro dopo aver passato Campazzo e battuto l’aiuto davanti all’anello.

Terry Rozier: 6,5

21 pt. (7/13), 5 rimbalzi, 4 assist, 2 rubate, -20 in +/-. 2 TO. Dispiace perché compiva gli anni e ce l’ha messa tutta, nonostante un 3/9 da oltre l’arco che gli abbassa l’alta media, qualche passaggio a vuoto difensivo e un paio di incomprensioni in attacco su passaggi, per passare un felice compleanno. Pressione sull’attaccante che nel primo tempo ha funzionato meglio (sfortunato nel secondo tempo quando non riesce a perfezionare un intercetto con palla che esce dalla laterale), realizzazioni per cercar di tenere a galla Charlotte a la squadra si disunisce e allora esce di scena.

Gordon Hayward: 5

7 pt. (3/7), 4 rimbalzi, 6 assist, -14 in +/-. 2 TO. Due palle perse, 2/6 al tiro, 1/5 da tre nel primo tempo quando non connette da oltre l’arco. Insistente. Avremmo avuto bisogno dei suoi punti ma non è in serata ed esagera con il range trovando al contrario una buona visione come uomo assist come sul servizio cambio lato e lungo linea per Ball sul raddoppio portatogli velocemente. Qualche rimbalzo e assist ma da rivedere anche qualche sua difesa. Non nella sua serata e vena migliore e out viene inquadrato a fine partita pensieroso. Non è il caso, avrà occasione per riscattarsi, come ha detto lui in un’intervista, non è tempo per fermarsi, domani ci attende un’altra (difficile) partita.

P.J. Washington: 5

8 pt. (3/6), 6 rimbalzi, 1 stoppata, -16 in +/-. 2 TO. Fatica anche lui a un certo punto benché in 24:04 qualche rimbalzo lo catturi ma sono ben 3 gli offensivi. Una stoppata ma manca completamente il suo passing game e manca un paio di tocchi che avrebbero dovuto finire nel cesto oltre a collezionare un paio di palle perse. Pazienza, anche per lui vale il: “Alla prossima”.

Cody Zeller: 5,5

6 pt. (3/8), 3 rimbalzi, 2 assist, 2 rubate, -11 in +/-. 1 TO in 17:56. La sua onesta partita a non basta. Un paio di steal ma anche lui si perde in difesa mentre in attacco trova un paio di canestri per opporre le ultime resistenze insieme a Rozier. Una buona dunk (manca il fallo poiché spinto), poco rispettato dalla terna fa quel che può per le sue doti.

Miles Bridges: 5

6 pt. (3/6), 2 rimbalzi, 3 assist, -18 in +/-. Troppi tocchi errati in entrata sull’uno contro uno, solita schiacciata pirotecnica su gentile concessione di Monk, arriva comunque al 50,0% al tiro su punti di rottura e partecipa all’attacco ma non mi piace in difesa. Green lo batte per via dei cm sulla bsl dx alzando la parabola ma non è quello, è complessivamente il movimento che non rende aldilà dello sforzo.

Jalen McDaniels: 5,5

5 pt. (2/5) 8:21, +1 in +/-. Difesa scarsa, mette dentro due pt. in entrata senza opposizione e una delle tre triple tentate poi basta.

Devonte’ Graham: 5

8 pt. (3/6), 1 rubata, -14 in +/-. 3 TO in 17:11. Primo tempo chiuso sui 6 punti con un 2/4 dal campo (una stoppata presa sulla sirena del primo) e un paio di palle perse, un peccato davvero. Aggiunge una persa e un canestro nel secondo tempo ma zero assist in tutto il match e benché breve, non può essere questo solamente il suo gioco. La nuova versione di Graham dalla panchina dee essere più brillante per movimentare il gioco di passaggi, tiratori (anche se mediamente più scarsi ne abbiamo).

Caleb Martin: 6

8 pt. (2/6), 2 rimbalzi, 1 assist, 3 rubate, +4 in +/-. 1 TO. 3 PF in 10:48. Spazio nell’ultimo quarto per l’attaccante Caleb il quale sfoggia un discreto tiro libero (¾ e una propensione per la steal contro l’addormentata panca avversaria. Di contro al tiro si nota come manchi di precisione dalla lunga distanza, lasci andare Bol con uno spin sino a canestro e perda una palla. Nel marasma finale un 6 è giusto.

Bismack Biyombo: 4,5

0 pt. (0/0), 1 rimbalzo, 1 assist, -17 in +/- in 16:19. Un solo rimbalzo in 10:05 nel primo tempo dove lo si vede spesso alto per contrastare tatticamente Denver. Nel secondo tempo mostra come la sua scarsa pressione e propensione alla steal avvantaggi i Nuggets. Su Jokic è come un palo in mezzo alla vigna senza far da traliccio. Inutile anche nei numeri, mai un’iniziativa, lo si nota solo per il vivace color rossastro delle sue “shoes”.

Malik Monk: 5,5

16 pt. (4/9), 3 rimbalzi, 2 assist, 2 rubate, -5 in +/-. 2 TO. In versione “gimme the ball bro”, cerca di far da solo nel garbage time avendo più esperienza, qualità offensive e leadership dei compagni in campo. Se non arriva il canestro arriva il fallo in genere e i punti salgono ma anche lui a partita vera stenta, specialmente nel primo tempo quando rientra frettolosamente (poco meno di 10 minuti) Rozier in cambio.

Cody Martin: 5

4 pt. (1/3), 4 rimbalzi, 4 assist, -8 in +/-. 2 TO. Due assist, un TO e un tiro semplice da sotto mancato in un primo tempo dove la sua difesa è meno performante ed è questo l’aspetto essenziale. Nel garbage migliora chiudendo in layup su passaggio del fratello dopo aver tentato in precedenza d’imbeccarlo con una drive and kick ma Caleb fallendo da tre non l’ha fatto salire a 5 assist. Prova essenzialmente che gli fa fare un passo indietro anche se poi continua a giocare, subendo però anche qualcosina nel garbage.

Nick Richards: 5,5

1pt. (0/0), 1 rimbalzo, +2 in +/- in 5:20. Un rimbalzo difensivo sul quale viene spinto fuori dal campo che lo manda in lunetta grazie al bonus. ½. Per il resto passa troppo largo dall’attaccante a volte. Bol segna una tripla con lui a metà strada ma anche in altre circostanze non è irreprensibile.

Vernon Carey Jr.: 5,5

0pt. (0/0), 1 rimbalzo, +3 in +/-. In 7:08 decide di prendere come maestro Biz, non una grande scelta. Anonimo, cattura un rimbalzo e nulla più. Monk gli toglie possibilità offensive che comunque sarebbero tutte da verificare ma in difesa qualcosa di meglio si poteva fare.

Coach James Borrego: 5

Mettere Biyombo su Jokic è come mettere uno spaventapasseri in mezzo a un campo quando l’origine del furto è umana. Non porta pressione, i suo passaggi raggiungono il terminale in movimento o fanno partire l’azione. Dopo quasi due buoni due quarti veniamo fatti a fette velocemente mostrando la solita problematica sui close-out. Charlotte cede di schianto in vista della trasferta in back to back a Los Angeles. Presa la girandola non è il caso di deprimersi ma di scuotersi, questo deve trasmettere per domani rinfrancando la squadra.

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.