Game 4 – Charlotte Hornets @ Dallas Mavericks 118-99

Intro

Per un pugno di dollari è un film molto famoso del 1964, diretto da Sergio Leone con la straordinaria interpretazione di Clint Eastwood.

Le vicende del misterioso pistolero senza nome (chiamato a volte “Joe” come nickname) si snodano a San Miguel, un paesino al confine tra Messico e States quando Clint arriva in paese e inizia a tramare, filare, intersecare rapporti ambigui con le due fazioni in lotta.

Il film si ispira a Yojimbo (La Sfida del Samurai) di Akira Kurosawa e anche se la trama di base è differente, è evidente come le doti del samurai di Yojimbo e quelle del pistolero vendicatore di Leone siano messe in risalto e diventino forza cruciale nel momento topico di entrambi i film.

La sfida tra Hornets e Mavs potrebbe essere decisa alla distanza dai tiratori che si muoveranno sul perimetro da oltre l’arco, blocchi come la lastra che protesse Joe dalle pallottole, imboscate laterali e pistole fumanti senza che si faccia male nessuno.

D’altra parte siamo in Texas.

Hornets e Mavericks vedranno la sfida tra Terry Rozier e Luka Doncic, pronti a darsi battaglia.

Con il sottofondo musicale fischiato, celeberrima colonna del film.

Analisi

I Calabroni pungono.

Tutti i Calabroni.

La forza per una volta è diretta nella giusta direzione: non è solo il singolo, il solista dio talento a dare il vantaggio ma il gioco di squadra, movimento e velocità in attacco, sacrificio in difesa, solidità e andare in close-out anche sul +25…

Notare gli assist prima della partita.

La squadra di pazzi si scopre non è solo dipendente da Hayward,

Hayward nello shootaround.

il quale chiude il primo tempo con un 1/11 al tiro, smette di essere “egoista” e fornisce agli avversari passaggi cercando di giocare in difesa mentre la panchina si esalta asfaltando quella avversaria capeggiata da uno scintillante LaMelo Ball.

Charlotte non sembra essere più quella squadra Telepass in difesa che stendeva il tappeto rosso agli avversari e dopo aver preso le misure a Kleber, contrasta quasi tutti i tiri…

In una partita spigolosa Dallas finisce con 16 PF di squadra a referto, gli Hornets con 28… Hayward, Biyombo e P.J. da soli ne mettono insieme la metà, se consideriamo Rozier e Ball arriviamo a tre quarti…

50-39 a rimbalzo, 30-24 negli assist ma soprattutto percentuali alte grazia al gioco: 51,2% (raramente saliamo oltre il 50,0%) contro il 39,1% avversario (28,6% da tre) con un Doncic testardo nel tirare da fuori anche se non gli entra e i compagni seguono la sua scia.

Gli Hornets tirano con il 44,1% da fuori e l’81,0% contro il 57,6% ai liberi.

A poco servono a Mavs le statistiche equilibrate sulle seconde possibilità, second chance e fast break, niente da fare anche sul 23-14 (6-10 le rubate) nei TO pro texani poiché la squadra di Carlisle va fuori ritmo e partita nel terzo quarto.

Charlotte concede un rientro dal -31 nel garbage time ma gli Hornets avevano già deciso la sfida attraverso l’imposizione del loro gioco e della loro difesa.

Per i Mavs: 18 pt. di Hardaway Jr., 16 di Brunson, 12 di Doncic (4/10 FG) e di Kleber (fermatosi alle prime 4 bombe esplose su altrettanti tentativi con un 4/5 FG finale tutto da oltre l’arco.

60-51 i punti prodotti dalle due panchine (a recuperare quella dei Mavs nel garbage time) ma con quella di Charlotte che ha reso di più in quasi tutto.

La partita

I quintetti:

1° quarto:

La sfera arancio varcava la metà campo degli Hornets per effetto della palla conquistata da Biz ma per gli arbitri il nostro centro commetteva fallo.

Palla in mano ai Mavs che andavano in lunetta per fallo di Hayward ma, nonostante le buone percentuali generali, i verdi mancavano i due FT con Powell.

Palla persa dagli Hornets, mancato di Rozier mentre in transizione sul fronte opposto Richardson mancava un facile layup ma in second chance Finney-Smith aveva facilmente la meglio da sotto sul piccolo Graham per i primi due punti della partita.

Era sempre Dallas a portare a casa punti fino ad arrivare sullo 0-6 con due FT di Doncic, punti intervallati da una schiacciata di Biz su assist di P.J. in penetrazione.

Il fing and roll di Powell però consigliava a 8:54 un time-out.

La squadra di Borrego ne beneficiava grazie a un banker contrastato di P.J. e rimontava sul -1 con il passaggio cambio lato in corsa di Hayward per P.J. che dall’angolo opposto (sx) metteva dentro il 7-8 prima che Cody Martin in transizione portasse avanti i Calabroni (9-8).

Un fallo dello stesso Martin a 6:51 mandava in lunetta Doncic a splittare e pareggiare ma il nostro numero 11 si rifaceva in reverse layup.

La nemesi del primo quarto per gli Hornets si chiamava Kleber, micidiale da fuori; ecco la sua prima tripla per il (10-12), Richardson in alley-oop dava una mano ma era velocissimo e preciso Hayward nell’andare dall’altra parte a metter dentro due pt. in fade-away per non perdere il contatto.

Dopo alcune triple sbagliate da parte dei due team era Miles a colpire dalla destra da lunga distanza (16-14) così Carlisle andava in time-out a 4:56.

Kleber esplodeva la seconda bomba mentre sul fronte offensivo LaMelo era attivo smanacciando un pallone dopo un tiro non andato a segno da parte di un compagno: la palla per Bridgs che convertiva in due FT dal nostro numero 0 per il 18-17 a 4:18.

Kleber, alone again, infilava tre punti ma Ball, impressionante a rimbalzo offensivo, subiva anche fallo a 3:56 per il 2/2 che equilibrava il match sul 20-20.

La partita stava prendendo velocità. Cauley-Stein da sotto, un’altra tripla di Bridges (ai 24 sec.), di nuovo Cauley-Stein, P.J. ai liberi a 2:36 (2/2), appoggio in transizione di Hardaway Jr. e tecnico a James Johnson che in panca consentiva agli Hornets di battere un libero e pareggiare a quota 26.

Bridges e Kleber con una tripla a testa alzavano il punteggio a quota 29 poi era Martin ad andare dentro con una finta e un fing and roll.

Kleber mancava la sua prima tripla di serata, LaMelo no: lo stile è rivedibile ma l’efficacia era altissima e consentiva a Charlotte di raggiungere il +5.

Nel finale LaMelo si esaltava: palla rubata, rimbalzo d’attacco, tiro laterale in caduta contro due giocatore e canestro sulla sirena che consentiva agli Hornets di andare al primo riposo sul 36-29

Biyombo è un flash per Hardaway Jr. e Powell.

2° quarto:

Palla in mano ai Calabroni che segnavano anche i primi due punti con uno step-back separation di Graham mentre dall’altra parte le iniziative di Dallas per recuperare erano affidata a Hardaway Jr. che segnava prima da tre poi prendendo velocità sgusciava facilmente oltre McDaniels per recuperare anche il libero addizionale.

38-36 a 10:22 ma a 10:05 Biz trovava intelligentemente sulla baseline del lato debole un McDaniels che in corsa appoggiava oltre Cauley-Stein chiudendo con il libero aggiuntivo.

James Johnson in second chance non valeva la dunk (Ball pass) di Biz che posterizzava Cauley-Stein portando a casa un gioco da tre punti (9:11).

Floater vincente di Brunson ma quando il suo nome era ancora presente su tutte le scritte elettroniche del palazzetto arrivava la bomba di McDaniels per il 47-40.

Ancora il veterano James Johnson per Dallas ma a 6:47 l’intraprendenza di Ball era premiata con due FT (a segno) mentre sul fronte opposto Doncic, sempre dalla linea della carità, splittava a 6:29 (49-45).

Una spinta alla palla e alla partita la dava Ball che lanciando un missile realizzava il +7 per i nostri; Dallas teneva ma Rozier finalmente metteva punti dopo un crossover da second chance e ne aggiungeva due lanciandosi a canestro per il +9 (58-49) a 5:00 all’intervallo.

Un reverse layup di Caleb Martin valeva quota 60 (37-23 i punti dalle panchine) mentre Melo da tre realizzava il +14.

Uno swooping hook di Bridges e un fallo Flagrant 1 di Finney-Smith (trattenuta sul piede di Biz in ripartenza) davano il +15 a Charlotte (66-51) che tuttavia vedeva perdere offensivamente due palloni da Bridges e sbagliare due liberi da Caleb Martin, così Dallas recuperava fino al canestro finale di Rozier da media distanza ma i punti di vantaggio scendevano a 11.

3° quarto:

Le squadre riemergevano dal tunnel ma Dallas sembrava non esserlo: i Calabroni si scrollavano di dosso i punti rosicchiati dai Texani segnando con P.J. Washington e colpendo una seconda volta con una tripla aperta in transizione (non intercettato il passaggio) di Rozier a 11:18 che portava il divario sul +16 (73-57).

Dallas perdeva la testa e sulla stessa azione provava tre tiri assurdi con l’ultimo di Doncic da casa sua e secondi sul cronometro da spendere.

Dall’altra parte la rollata di Biz era fermata con una trattenuta da Powell, aggiunto un punto era Rozier ad andare oltre al lungo appoggiando alto al vetro e si riaffacciava al match anche Devonte’ – dopo uno scambio con Rozier – era facile per lui colpire da tre per un 14-0 run che ci trascinava sull’82-57.

Dallas continuava a sbagliare: ¼ di Cauley-Stein, errore da tre piedi di Richardson e andava bene che non fosse fischiata un’interferenza al ferro per due punti regalati.

McDaniels faceva registrare il +30 (90-60).

Provava a suonare la carica per i locali Hardaway Jr. con 5 punti consecutivi ma McDaniels ne aggiungeva due e Bridges a 3:26 ne aggiungeva tre a”annullando” il recupero del piccolo in maglia verde.

Devonte’ imitava il compagno e Charlotte saliva sul +31 (98-67).

Un po’ confusionari i ragazzi di Borrego nell’ultima parte e si chiudeva sul 98-69.

Lo sloveno non sfonda in termini di prestazione ma su P.J. lo fa letteralmente…

4° quarto:

La percezione era di affacciarsi a dodici inutili minuti e così era.

Charlotte diveniva meno brillante aspettando di veder spirare il cronometro e i Mavs con orgoglio provavano a rendere il passivo – di una sconfitta imprevista – meno pesante.

Burke da tre e Johnson che falliva il libero del two and one accorciavano di cinque unità ma Hayward piazzava il tiro facendoci raggiungere quota 100.

Johnson era uno dei più attivi in divisa verde e contribuiva al -23 ma un casual jumper di Ball a 7:17 rintuzzava gli sforzi dell’home team per il 106-81.

Hayward segnava da due e da tre punti (5:34) portando il vantaggio sul +28 (111-83) quindi arrivava una fiammata Mavs che con Brunson da tre a 4:27 correvano con uno 0-8 di parziale (111-91).

La partita era in ghiaccio, non così la testa di James Johnson, un veterano agghindato come “l’allegra parte psicopatica della H-Jugend” con quel discutibile cespuglio biondo portato sopra una fascetta bianca che evidentemente non gli facevano connettere tutti i neuroni: spinta gratuita a Cody Martin fermo su un lato sinistro ad aspettare eventualmente la palla, reazione del nostro “piccolo”, rissa sedata a fatica con Caleb accorso in aiuto del fratello.

Frasi a distanza tra i protagonisti, solo ammenda (tecnico) per Caleb da Mauer, espulsione per J. Johnson e Cody Martin.

Nel finale Carey Jr. stoppava Marjanovic e rilanciando per Rozier regalava l’ultima emozione di serata grazie alla running dunk di Scary Terry.

118-99, vittoria molto convincente e solida per Charlotte che James Johnson non rovinava.

Devonte’ Graham: 6,5

9 pt. (3/8), 5 assist, 2 rubate. TO + 20 in +/-. Il suo ruolo rispetto lo scorso anno sta cambiando; a livello di passatore è più marginale con tanti altri giocatori in grado di portar palla ottimamente ma smista comunque assist e recupera due palloni a fronte di una sola palla persa. Infila due triple (spreca meno rispetto a precedenti uscite) e rimane utile per la squadra anche se più in ombra, il +20 in plus/minus non è del tutto casuale.

Terry Rozier: 7

18 pt. (8/17), 5 rimbalzi, 3 assist, 1 stoppata. Quando un uomo con il fucile ne incontra uno con la pistola, l’uomo con la pistola non è Terry (nonostante il poster in alto). Terry lascia giocare spesso i compagni nel primo tempo chiudendo con due folate tardive ma vincenti il secondo quarto. Si esalta nel terzo a livello offensivo chiudendo con la ciliegina della running dunk nell’ultimo periodo mentre spesso sull’altro lato produce uno sforzo difensivo interessante. Qualcuno l’avrebbe ceduto a me sarebbe (dichiaratamente) dispiaciuto. Se qualcuno dovesse perdere il posto in quintetto scommetto non sarebbe lui.

Gordon Hayward: 6,5

11 pt. (4/16), 7 rimbalzi, 3 assist, 1 rubata. Uno, due, tre… undici… Gordon sente la mano calda e arriva fino a undici tiri nel primo tempo but is a little bit short. Solo uno dei tiri si infila nel cesto, così, capito che non era l serata dalla mano calda smette di giocare al tiro al bersaglio e si dedica alla difesa e a servire i compagni in ogni maniera possibile. Fa piacere sapere di non essere stato l’unico a notare i suoi movimenti senza palla che migliorano il gioco della squadra anche creando impercettibili spazi grazie a tanta energia. Una serata nella quale la squadra non è dipendente da lui nel senso dello score ma nonostante il 4/16 al tiro, ritoccato con preziosi punti nel finale per tener lontano i Mavs, è un fattore.

P.J. Washington: 7

11 pt. (4/6), 2 rimbalzi, 3 assist. +23 in +/-. Gioca solo 17:35, forse non è in perfette condizioni fisiche oltre al fatto di essere stato frenato dal numero di falli. Si rende utile in difesa e in attacco dove sbaglia poco, inoltre ricopre il suo ruolo di centro secondario da small ball piuttosto bene in serata, vedere il plus/minus.

Bismack Biyombo: 6,5

9 pt. (3/6), 6 rimbalzi, 4 assist, 1 stoppata. Altro elemento che tatticamente, nonostante una serata che in termini numerici dice poco tra comunque buoni punti di rottura e qualche rimbalzo, equilibra la squadra maggiormente rispetto a Zeller. Cody è meno atletico, più lento negli scatti paradossalmente. Biz non è un fenomeno ma sta riuscendo di più a dialogare con la squadra e a dargli profondità occupando posizioni corrette. Certo… dategli un pallone dietro la schiena come Ball prova a fare qualche volta ma basta anche un passaggio normale e sarà un po’ sorpreso tuttavia non disdegna di lanciarsi a canestro con fiondate prepotenti come la bimane che affonda in serata veleggiando il suo “corpaccione”.

Miles Bridges: 8

9 pt. (6/9), 5 assist, 2 stoppate. +20 in +/-. Miles si sta aggiungendo velocemente al centro come secondo stopper difensivo degli Hornets. Arrivano stoppate e perfette posizioni prese. La sua energia contribuisce a compattare la difesa o a chiudere qualche buco. Altruista in serata, smista 5 assist ma è pronto a colpire con efficacia se richiesto, vedere il 4/6 da oltre l’arco. Molti hanno notato altri giocatori, Ball o alcuni titolari ma lui si aggiunge come fattore determinante dalla panchina e sta trovando mano. Se continua così sarà un problema per gli avversari. Nota negativa: troppi TO ma facilmente eliminabili con un po’ di attenzione in più.

LaMelo Ball: 9

22 pt. (7/10 con 4/5 da 3 pt.), 8 rimbalzi, 5 assist, 1 rubata, 1 stoppata. Le sue statistiche di serata da rookie non si vedevano mettere insieme da quando arrivò Kemba Walker nel 2012… Basterebbe questo per raccontare l serata di un giocatore che, non è un mistero, per via del padre e di qualche “licenza poetica” di troppo sotto forma di assist, non mi aggradava molto, tuttavia bisogna sempre essere onesti intellettualmente e riconoscere che, nonostante una forma di tiro piuttosto particolare e inestetica, il ragazzo bersaglia i Mavericks da ogni posizione (solo un tiro lo vede andare corto per via di quel particolare meccanismo di carico e rilascio a spinta e resosene conto, prova a inseguire la sfera) tira come uno dei migliori cecchini NBA ma non solo… LaMelo è sul pezzo ovunque: in attacco e in difesa cattura rimbalzi riuscendo a infilare un pallone nella retina in caduta sulla sirena o è bravo a tener viva la sfera smanacciando per i compagni, inoltre fornisce assist e non è quel giocatore di fioretto che molti pensavano. Va sulla palla e va sull’uomo cercando di rubare palloni, in difesa, nonostante nell’uno contro uno sia passabile, preso nell’insieme, con l’aiuto dei compagni, da fastidio. Una spina nel fianco dei Mavs in serata, scintilla dando un contributo nell’innescare la follia dei ragazzi di Cuban.

Cody Martin: 6,5

4 pt. (2/2), 1 rubata. Espulsione a parte che rivela personalità (prendere il pacchetto completo) poiché la spinta di Johnson è stata piuttosto gratuita anche se di frustrazione, Cody mette dentro due palloni in ottima maniera non sprecando nulla. Perde un pallone ma tiene nei suoi 7:36 in campo.

Jalen McDaniels: 7

10 pt. (4/5), 1 rimbalzo. 4 TO, -9 in +/-. Partenza sciagurata concedendo mollemente un two and one ma sull’azione successiva è lui, arrivando sulla linea di fondo del lato debole, a procurarsene uno sverniciando Cauley-Stein. Ottimo nell’andare a canestro, perde troppi palloni, oscilla in orizzontale (in un’azione scambio con Rozier) sulla linea del tiro da tre e allargatosi colpisce senza esitazione sulla restituzione del compagno avendo un po’ di spazio.

Caleb Martin: 7

4 pt. (2/3), 4 rimbalzi, 4 assist, 1 rubata. Evita di poco l’espulsione andando a difendere il fratello nel finale ma fa di più del brother. E’ vero che il suo tempo è raddoppiato rispetto a quello di Cody ma trova mille modi per rendersi utile sul parquet, basti vedere il tabellino.

Vernon Carey Jr.: s.v.

0 pt. (0/2), 1 rimbalzo, 1 assist, 1 stoppata. Sbaglia un paio di tiri, poi partecipa all’azione nella parte del garbage time esaltandosi in stoppata. Dovremmo vederlo con un minutaggio più consistente (gioca 3:40 nella notte) in situazioni di gioco differenti per quanto riguarda il risultato.

James Borrego: 7,5

Il coach trova finalmente un gioco di squadra che ha degli ingranaggi funzionanti. Tutta la squadra si rende protagonista in attacco grazie ai passaggi e al poco egoismo inoltre James afferma la sua idea di small ball con un gioco più intenso e veloce come dovrebbe essere per attaccare e coprire ottimamente gli spazi in difesa. Minori rotazioni, più stabilità.

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.