Game 42: Charlotte Hornets @ Philadelphia 76ers 109-98

Intro

Aprendo un’enciclopedia di filosofia (e non solo perché comprende tante altre voci come epistemologia, psicologia, antropologia culturale, logica formale, sociologia, ecc.) mi sono imbattuto semi-volontariamente in Karen Horney (volevo semplicemente vedere se ci fosse una voce Hornets, magari legata a qualche strana patologia).

Scherzi a parte, Karen Danielsen (Horney fu il cognome acquisito dal marito) è stata un’interessante psicoanalista tedesca (origini norvegesi e olandesi) trasferitasi negli Stati Uniti dove ha fondato l’American Institute of Psychoanalysis.

La Horney si stacca dal ‘maestro’ nel campo Freud rifiutando le teorie sull’importanza preminente dei fattori sessuali e la formulazione freudiana dell’apparo psichico.

E’ molto interessante come lei, immigrata negli States nel 1932, poco prima della salita al potere di Hitler, indichi nei fattori socioculturali la strutturazione progressiva della personalità ponendo di fondo l’”angoscia di base” il fondamento della sua analisi definendo questa come: “il sentimento che il bambino ha di essere isolato e impotente in un mondo potenzialmente ostile”.

E gli Hornets al Wells Fargo Center affronteranno in un ambiente ostile la squadra più difficile da affrontare negli ultimi anni, dati alla mano, per questo, anche se qualche protagonista di partite passate non c’è più la psicologia dei Calabroni dovrà essere improntata alla fiducia per aver possibilità di vittoria e fermare una squadra che arriva da sette vittorie consecutive.

La classifica a Est prima della partita con Charlotte a provare l’avvicinamento a Cleveland per entrare nel novero delle migliori 6 che non disputeranno i play-in.

Andamento della partita

Dopo gli errori al tiro di Rozier e Harris i Calabroni inauguravano il tabellone con la tripla di Hayward a 11:15, canestro seguito dal floater lungo linea di Maxey.

Il fallo subito da Embiid a 10:37 faceva sì che i 76ers scavalcassero prima di subire il contro-sorpasso di Rozier che con un’esitazione in palleggio riprendeva velocità per superare Curry e batterlo nei pressi del ferro.

Il secondo vantaggio di Phila arrivava da una tripla di Harris che riceveva sull’azione successiva (dopo aver catturato un rimbalzo su un transizione con tripla di Curry a vuoto a girare sul ferro) una manata di Hayward: ½ e 5-8.

L’euro di Ball con chiusura di sinistra e l’open 3 frontale di Bridges valevano il 10-8 ma il passo di valzer di Embiid (raddoppiato) con and one era buono per il 10-11.

Floater di Bridges per il nuovo vantaggio di Charlotte tiro influenzato da Plumlee a vuoto da parte di Maxey che permetteva sull’altro fronte a ball di segnare e allungare con il pull-up del 14-11.

Ball anticipava un passaggio impreciso (per raddoppio) verso Embiid e in transizione Hayward chiudeva sul bound pass di Bridges.

16-11 a 7:09, Philadelphia in time-out.

Fallo offensivo (spallata) di Embiid su Rozier e finta con avanzamento e jumper dalla sinistra di Hayward perfetto per il+7,un vantaggio che Embiid rimontava con una tripla e un canestro dalla baseline sinistra con alzata oltre Plumlee (18-16).

Hayward ripeteva la finta per liberarsi del difensore in ritardo sulla chiusura, l’avanzamento e il perfetto jumper solo cotone dalla destra quindi Embiid in sottomano, Ball in lunetta a 4:03 e la tripla di Green portavano la partita sul minimo scarto con ancora un punto da difender per Charlotte: 22-21.Da una palla persa da Embiid (in palleggio sbattendo su Miles) arrivava la transizione chiusa con qualche difficoltà da Charlotte con palla trasmessa sotto canestro da Ball (toccata) a Hayward che rinunciava al tiro per passare a Rozier a rimorchio, bravo a chiudere in maniera sicura.

Korkmaz centrava un 2/2 in lunetta, P.J. mancava un appoggio ma si correggeva velocemente e Hayward sulla prima linea intercettava un passaggio consentendo a McDaniels il fast break con schiacciata indisturbata per il 28-23.

Il vantaggio di Charlotte saliva a sei punti dopo la bomba di Hayward (31-25) ma Green partiva splittando due FT (in bonus) poi stoppava Ball e segnava a un minuto esatto dalla prima sirena una tripla seguito da Maxey che con la bomba scavalcava Charlotte (31-32) quindi la tripla di Hayward (6/6 dal campo) e la seconda si Maxey fissavano sul 34-35 il primo quarto.

Tanti errori in avvio di secondo quarto con P.J. abile nel recuperare numerosi rimbalzi sotto le plance ma inabile a segnar da tre ma tuttavia Bridges arrivava all’ultimo a stoppare Green (rimaneva a terra dopo aver messo male il piede) ed era Rozier su un fast break ad appoggiare a 9:18 il vantaggio fallendo l’and one.

La tripla di Harris era soggetta ai capricci del ferro e rimbalzava fuori così dalla destra Martin mulinava le braccia saltando Niang e Korkmaz per un two and one realizzato a 8:29.

Altro buon jumper (frontale questa volta) di Martin con rimbalzo particolare della sfera accolta nel canestro per il 41-37 prima della granata di Niang dalla sinistra (41-40).

Rozier con l’arresto e tiro in corsa faceva scivolare il difensore oltre per appoggiare al vetro e dopo il buon due di Maxey era ancora Martin a portare propulsione offensiva: tripla fallita dall’angolo destro ma intervento sul tiratore pachidermico di Drummond dopo il rilascio della palla e tre liberi affondati per il 46-42 a 4:56.

Rivers, preoccupato, a 4:56 mandava dentro Embiid subito marcato da Plumlee al pronto rientro ma era Harris in second chance a segnare due punti per Phila che falliva un tecnico per 3 sec. violation con Embiid poco più tardi.

Il pareggio di Embiid a 4.42 però sembrava preludere a un finale di primo tempo difficile, invece Rozier di sinistra inaugurava un buon parziale seguito dalla schiacciata di Plumlee in fast break prima dell’incidente di percorso (Curry in corsa per il 50-48) che non arrestava gli ospiti che segnavano con Miles in traffico e con Hayward bravo prima a influenzare l’errore al tiro di Maxey e a ricevere in transizione per chiudere.

A 2:11 Embiid falliva altri due FT e Bridges da posizione quasi frontale alzava la parabola per una frecciata da 57-48 che unita alla palla persa da Embiid (passaggio per sé stesso dietro la schiena) valeva il +11 quindi Hayward chiudeva il suo primo incredibile tempo balistico con la tripla (9/9 dal campo) del 62-48.

Embiid si ricordava di essere lui con un fade-away su una gamba improbabile che finiva dentro (62-50) ma Charlotte chiudeva con l’appoggio di Bridges a contatto con il centro per il 64-50 che vedeva i Calabroni avvantaggiarsi dal 19-8 nei passaggi e bravi a correre nei fast break con un 4-1 nelle rubate e un 5-8 complessivo nei TO.

55,3% al tiro contro il 45,0% di Phila.

P.J. Washington in uscita. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

La partenza nel secondo tempo dei locali consisteva con un fallo offensivo di Embiid (terzo personale) su Hayward che mancava il primo tiro in attacco (turnaround marcato) ma serviva una dime per Plumlee abile a schiacciare.

Gordon era dimenticato in area e il lob che lo pescava aumentava il divario sul +18 prima di vedere l’ex Celtics rubare un altro pallone e chiudere in transizione per il 70-50, un +20 molto buono a 10:08.

Rivers correva ai ripari vedendo la sua squadra distratta e con un linguaggio del corpo discutibile.

I canestri di Harris e Curry (da fuori quello del secondo) tagliavano il divario cominciando una rimonta che toccava il -10 a 6:52 quando a Embiid era concesso canestro con and one per il 72-62.

Gli Hornets attaccavano in maniera episodica e occasionale così a 6:30 incassavano anche la preoccupante tripla di Seth che faceva 72-65.

Borrego andava in time-out, un po’ tardivo ma utile a riordinare l’attacco.

Martin stoppava un passaggio in uscita da Niang andando con perfetto passaggio tagliato a servire Ball in corsa abile ad appoggiare un altro fast break con fallo dello stesso Niang in rincorsa disperata.

Il baseline mid range dalla sinistra di Hayward a 4.30 dava a Charlotte un +12 (77-65) prima del pull-up di Curry e del 2/2 di Embiid a 3:52 che in lunetta riduceva lo scarto a 8 punti: 77-69.

Niang commetteva il quinto fallo andando in pressione su Hayward e Rozier ripartiva per Charlotte in pull-up seguito da Plumlee che al volo, morbido, incasellava l’alzata di Ball.

Gli Hornets continuavano a produrre in attacco con il sincopato floater di LaMelo e su una mischia nell’area di Charlotte usciva sparato Rozier che di sinistra chiudeva un uno contro uno in maniera impeccabile per l’85-69 a 2:20.

Nel finale i colpi di Philadelphia rimontavano qualche punto anche se Drummond in lunetta commetteva uno 0/2 che lasciava attardata la squadra di Rivers di 9 punti: 85-76.

Ball sul parquet inusualmente a inizio quarto per cercare di mantenere il vantaggio ma era Korkmaz a infilare la tripla che veniva restituita da Martin dalla sinistra dopo un buon rimbalzo offensivo di McDaniels.

Ball con un soft floater veniva aiutato dai ferri quindi si passava da due liberi di Korkmaz al floater rallentato di McDaniels prima che Drummond realizzasse in schiacciata riportando a 9 punti il gap a 8:32.

Dentro Embiid insieme a Drummond, doppia torre per Rivers che osservava Embiid stoppare Miles abile però a riprendere e a sfoderare una poderosa schiacciata a una mano oltre Drummond che commetteva anche fallo (glissato dalla terna) e tuttavia vedeva ancora Drummond mancare a 6:50 due liberi lasciando inalterato il 94-83.

La quintessenza della difesa di Charlotte si materializzava quando Maxey mancava la tripla contro Rozier e Martin catturando il rimbalzo mostrava come gli Hornets non fossero disposti a ceder la partita.

Harris però segnava 5 punti consecutivi compreso un catch n’shoot dalla diagonale sinistra facendo rientrare a 8 punti (96-88) i suo a 5:06.

Time-out e tripla di Rozier in caduta dalla sua mattonella (diagonale sinistra) oltre Curry.

Fallo di Hayward su Embiid e 2/2 a 4:31 per il 99-90 ma con il tempo ad accorciarsi e il rientro di Ball gli Hornets utilizzavano i giusti ingredienti per portare a casa la partita.

P.J. a 3:51 contendeva una palla a due a Embiid (il tocco sul palleggio costringeva il centro a giocarsela) vinta quindi la tripla di Bridges dall’angolo e il passaggio di Ball per Miles che da sotto faceva 104-92 davano garanzie sull’esito finale.

Poco importava se Embiid schiacciava facilmente, mentre qualcuno abbandonava il Wells Fargo Center a 1:31 cadeva anche la tripla di Rozier come punto esclamativo sul match.

Il 109-98 andava aldilà di ogni ottimistica previsione consegnando a Charlotte un’altra importantissima vittoria.

Hayward in schiacciata. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

Analisi

Perdonate la poca noblesse oblige ma questa volta a Philadelphia ‘cade un bagascio in mare’.

Finalmente un Embiid, sì tutelato ma entro certi limiti, parametri, non può incidere sul risultato finale (31 punti, 6 rimbalzi e 7 TO) contro il gioco corale degli Hornets (29-18 negli assist) che con la loro divisa porta fortuna strappano una W fantasmagorica contro la loro nemesi.

I 76ers battevano ormai gli Hornets da 16 partite di fila ma la squadra di Doc Rivers ha patito molto l’aggressività dei Calabroni in difesa che questa volta sono stati capaci di completare i palloni recuperati con tante abili transizioni (25-14 nei fast break).

Non era facile fermare Embiid che al contrario di Giannis sa prendersi più spesso posizioni classiche sotto canestro quindi la doppia barriera in partenza studiata contro il greco non avrebbe funzionato contro il camerunese comunque imbrigliato dall’inizio dalla difesa di Charlotte che l’ha costretto a due falli con fischi del pubblico per un offensivo, netto.

Quel pizzico – oltre una difesa intensa e rapida che commette i falli tattici da fare finalmente – in più l’ha dato Gordon Hayward (9/9 nel primo tempo) abile insieme a Martin e ai compagni a produrre un 18-4 di parziale negli ultimi 4:46 di seconda frazione, prima dell’intervallo.

Un vantaggio che poi ha toccato i 20 punti in avvio ripresa per scemare sino al +7 ma che gli Hornets sono riusciti a gestire con la difesa (spesso a zona in alcuni momenti chiave e fisica) e riprendendosi dopo qualche attacco velleitario a inizio secondo tempo.

Per Phila dietro a Embiid sono arrivati 17 punti da Harris, 14 da Korkmaz, 10 a testa da Curry e Maxey (osservati speciali) con un 17-30 nel confronto tra bench ma anche perché Borrego, perso Oubre Jr., sta mettendo in rotazione solamente 8 giocatori con un minutaggio non altissimo.

Alla fine il 51,7% al tiro contro il 46,6%, il 10-16 nei TO e il 56-34 nel pitturato hanno influenzato e indirizzato il match nonostante il 7/8 di Charlotte a confronto con il 18/28 in lunetta degli avversari che hanno pregiudicato la loro partita sulla più facile delle cose.

LaMelo Ball: 7

13 pt. (5/16), 7 rimbalzi, 8 assist, 1 rubata, 1 (solo) TO. Galleggia quasi imprendibile quando vuole come quel suo floater che rimbalza delicato sui ferri prima di scendere in retina o il runner con alzata dal ritmo sincopato anch’esso inghiottito dalle maglie della net di Phila. Non sempre le conclusioni offerte sono ben selezionate, specialmente quelle da fuori a volte troppo deep che non lo aiutano, infatti, da tre punti segna uno 0/8 in serata. Quando però decide di giocare per i compagni si vede offendo 8 assist con il lob per Plumlee e quello per Miles tanto facili sono stati fatti sembrare (serve precisione però) parsi però tanto geniali quanto efficaci. Bene a rimbalzo, in entrata e nella gestione della spicchiata con un solo TO. “Win after win after win” come dice Ball, cerchiamo di accedere ai PO direttamente, infortuni permettendo (out Bouknight, Carey Jr. e Oubre Jr. per Covid-19).

Terry Rozier: 7,5

22 pt. (10/18), 4 rimbalzi, 4 assist, 2 rubate. Gioca 40:46 e parte con uno 0/4 da tre ma la tripla su Curry nell’ultimo periodo è fondamentale. 2/6 da 3 pt. alla fine ma ricopre in maniera variegata il suo ruolo da SG intervallando in tanti vincenti pull-up, fughe in transizione chiuse da solo o a rimorchio, alzate dal pitturato, insomma, il solito repertorio offensivo ben seguito da un’attenta difesa con close-out che incidono anche quando flotta come su Maxey da tre (errore) nell’ultimo quarto.

Gordon Hayward: 9

30 pt. (13/16), 4 rimbalzi, 7 assist, 3 rubate. Beh… strepitoso primo tempo con un 9/9 che sostiene l’attacco di Charlotte ma ha mani abili davanti ai passatori avversari ed è lì che recupera un paio di palloni per transizioni poi divenute semplici, buono anche lo sfondamento preso da Embii a inizio ripresa materializzandosi davanti al semicerchio. Un buon passaggio in transizione per Rozier cedendo il tondo arancio al compagno meglio piazzato appena dietro di lui e personalità. Una di quelle serate nelle quali decide di emergere vedendo che serve ed è in forma anche con un livido sotto l’occhio. 4/4 da oltre l’arco, serata magica sbagliando pochissimo in 36:29.

Miles Bridges: 7,5

21 pt. (9/20), 8 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata, 2 stoppate. Buona prestazione di Miles anche se in attacco molte volte Embiid lo costringe a tornare indietro o a provare tiri difficili. Uno lo mette a fine primo tempo con il contatto sul centro camerunese che nel secondo tempo lo stoppa ma finisce a terra così Miles riprende sparando una mina psichedelica su Drummond che non lo ferma nemmeno con il fallo netto (dimenticato dalla terna). Mette energia come quando in attacco slalomeggia semplice nel traffico per depositare. Nel finale, dopo aver già segnato due triple (era a 2/8), dall’angolo aggiusta la mira e manda a bersaglio quella che scaccia tutte le paure definitivamente.

Mason Plumlee: 6,5

6 pt. (3/5), 4 rimbalzi, 3 assist, 5 PF in 26:21. Inizia influenzando ben tre tiri e non solo di Embiid poi lascia il parquet come il solito per P.J. Washington. Anche lui arriva alla fine con 5 falli, l’ultimo su palla vagante in attacco con le sue vibranti lamentele. Onesta partita in difesa mentre in attacco lo trovate come presenza fissa alla mensa sotto canestro quando Ball e compagni lo invitano a partecipare al banchetto. Non forza (solo un gancio tirato male in orizzontale in uno vs uno) ma si guarda intorno perdendo zero palloni e questo è importante.

Cody Martin: 7

11 pt. (3/3), 3 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata, 1 TO, -4 in +/-. Se deve cedere a Harris per via dei cm due o tre volte compensa con altre difese attente scambiandosi la posizione con Rozier o compagni sui blocchi portati dagli avversari. Compensa bene in difesa quando sul parquet magari non ci sono proprio tutti i migliori. Mani veloci, decisivo nel break di secondo quarto mostrando anche concentrazione sulla tripla da sinistra. Bella l’entrata dalla sinistra saltando Korkmaz e Niang con battuta al vetro e and one e jumper fronatale (pull-up) aiutato da ferro e vetro oltre Harris. I 24:43 lo aiutano a trovare il ritmo partita.

P.J. Washington: 6,5

2 pt. (1/6), 8 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata, 1 stoppata in 19:19. Qualche buona difesa ma il problema con Embiid (meno con Drummond) l’ha e deve ricorrere a 5 falli, almeno secondo la terna, su uno non sono proprio d’accordo ma pazienza… tuttavia è lui che non accorda gli strumenti per il tiro da tre punti finendo con uno 0/4 da fuori e un unico canestro in autocorrezione nel secondo quarto quando sembra non essercene per nessuno sotto le plance ma, sbaglia appunto tutto da tre e si fa passare un passaggio basso e lento in mezzo alle gambe quando si era appostato per un open dal corner destro. Partita di sacrificio, bene a rimbalzo e bravo a strappare una palla a Embiid nel finale costringendolo a una palla a due che vince anche (finita nelle mani di Ball).

Jalen McDaniels: 6

4 pt. (2/5), 4 rimbalzi, 1 assist. Un bel canestro in entrata rallentata e un rimbalzo con passaggio sull’esterno sinistro (Martin) per una tripla aperta. In 16:52 cattura un discreto numero di rimbalzi ma nel complesso la squadra con lui fatica un pochino a rimanere unita incassando qualche punto in più benché la prestazione sia sufficiente.

Coach James Borrego: 7,5

Colpaccio in Pennsylvania, a Philadelphia finalmente. Espugna il parquet del collega Doc Rivers costretto a inventarsi la doppia torre nell’ultimo quarto ma la sua difesa, aumentata d’intensità (aspetto fondamentale), funziona costantemente senza interruzioni di corrente. L’unico black-out offensivo a inizio ripresa forse consiste nel suo unico errore di serata, chiamare un time-out troppo tardi ma sempre utile. Con la fortuna di avere Hayward in serata sì, non patiamo in un finale dove gli attacchi sono gestiti meglio da Ball e Rozier e Bridges a supporto sfoderano una tripla a testa per chiudere il discorso. Vittoria che consolida una posizione in classifica che dopo le tre vittorie insperate contro MIL e PHI protende verso l’alto se rimarremo concentrati anche contro Orlando nella prossima uscita casalinga cercando di recuperare energie ma questa squadra è giovane e può farlo.

Versione Phila.
Versione commento Charlotte.
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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.