Game 42 – Charlotte Hornets @ San Antonio Spurs 100-97

Intro

Lo sport e la vita sono imprevedibili nonché due elementi inscindibili nel quale il primo è la matriosca del secondo.

La storia di Shizo Kanakuri, maratoneta giapponese che nel 1912 realizza il miglior tempo mondiale dell’anno sui 40 km e 200 mt. In 2 ore, 32 minuti e 45 secondi è tra le più impensabili.

Il Sol Levante manda due atleti giapponesi alle olimpiadi di Stoccolma con l’università di Tokyo a raccogliere soldi per poterli far partecipare e alla colletta partecipa anche il fondatore del judo, Jigoro Kano.

All’epoca è un’avventura: traghetto, transiberiana e dopo 18 giorni eccolo in Svezia.

Il 14 luglio 1912 a Stoccolma ci sono ben 32 gradi, un caldo torrido è fatale a Francisco Lázaro che non conoscendo la storia di Icaro si cosparge di cera per non ustionarsi ma non traspirando cade vittima di uno squilibrio elettrolitico e di disidratazione.

Shizo corre fino a prendere la testa insieme al sudafricano McArthur a metà tragitto ma scompare al trentesimo km.

Di lui si perdono le tracce, è il primo disperso in gara alle olimpiadi.

Le leggende si sprecano tanto che pare che il suo fantasma di tanto in tanto corra per le vie della città.

Riappare meno competitivo nel 1920 ma in Sverige è ancora disperso e la leggenda popolare aumenta.

Un giornalista svedese nel 1962 riscopre la vicenda, trova a Tamana il vecchio Shinzo e si fa raccontare tutto.

Kanakuri corse per 30 km senza bere ma arrivando al collasso così quando a Sollentuna vide una festicciola nella quale si beveva succo di frutta si avvicinò morto di sete.

Il padrone di casa gli offrì da bere e lo invitò a sedersi così Kanakuri si addormentò risvegliandosi la sera a gara terminata.

Ripartito per il Giappone senza dire nulla a nessuno a causa della vergogna provata (bisogna pensare che in quel Giappone il senso dell’onore è diametralmente opposto a quello che si respira oggi in tante nazioni) sentendo tradita la fiducia in lui riposta, si scopre nel 1967 che il suo nome compare tra i filantropi che aiutano gli atleti svedesi per le prossime olimpiadi in Messico.

In Svezia per questo motivo lo invitano, sensibili al suo gesto nobile.

A 76 anni raggiunge la Svezia dove gli raccontano quanto sia divenuto famoso e gli chiedono di finire la maratona.

Kanakuri riparte dalla villetta dove incontra il figlio del gentile e fatale padrone di casa e raggiunge il traguardo in 54 anni, 8 mesi, 6 giorni, 5 ore, 32 minuti, 20 secondi e 3 decimi.

Come dire… anche senza Ball (auguri a lui) in qualche maniera andremo avanti ugualmente e se Shinzo detiene un record, i Calabroni proveranno a sovvertire il pronostico per il raggiungimento PO anche se dovessero incassare a San Antonio l’ennesimo colpo.

Analisi

Sull’orlo del K.O., dopo 3 sconfitta consecutive e la perdita di Ball a San Antonio andava in scena un match per capire come sarà il proseguo della stagione e di che pasta sono fatti questi Hornets.

Charlotte soffre, lotta e vince con il gruppo grazie alla difesa e all’esaltazione dei suoi veterani che rimangono glaciali nel momento che conta.

Non sfugge nemmeno una squadra con un coach navigato come Pop alla regola del crunch time Hornets.

Gli Hornets, dopo una prima parte di primo quarto incerto prendono il comando chiudendo sul +10 il primo tempo giocato in maniera favolosa ma a inizio ultimo squarto ecco la classica sbandata con la panchina a concedere 5 punti a White (bravissimo lui) e il sorpasso è servito (74-76) tuttavia nel finale una tripla del clutch Rozier e un libero di Biyombo riportano la partita dalla nostra parte con un +6 mangiato in due azioni con il pari da two and one di DeRozan, professional scorer, abile a mettere un floater alto oltre Biz e P.J. dopo esser rimbalzato sul secondo.

A portare il vantaggio decisivo è Rozier che a 1:26 infilava la tripla che conduceva allo stillicidio dei liberi finali ma sia Rozier che Hayward erano glaciali nel mantenere il +3 e sull’ultima azione gli Spurs avrebbero la palla del pareggio con Mills grazie a un perfetto blocco sul quale P.J. in uscita si schiantava ma la tripla dalla distanza era imprecisa e la fuga di Rozier dopo il rimbalzo non era intercettata da nessuno così l’alley-oop fuori tempo massimo di Bridges esaltava il carattere di una squadra che lancia un messaggio: “Siamo ancora vivi!” nonostante tutto.

Rimbalzi, assist e pitturato sono fattori vincenti degli Hornets che nonostante subiscano qualche punto diretto in più dall’area compensano con i liberi su alcuni falli subiti dalle parti del canestro.

Le statistiche complete qui sotto:

DeRozan chiuderà con 28 punti, White con 21 mentre gli altri due Spurs in doppia cifra arrivano dalla panchina: Mills e Gay con 10 pt..

La partita

I quintetti:

1° quarto:

Dopo la palla a due che San Antonio portava dalla propria parte in qualche maniera arrivava subito dall’angolo destro l’avviso di White abile a colpire da tre.

Biz mancava un jump hook e White dall’altro angolo tirava ancora da fuori ma chiuso meglio da Graham mancava il tiro così una finta di Biz serviva al centro di Charlotte per liberarsi dell’uomo e schiacciare il 2-3.

L’alzata in pullup di Murray dal post basso destro valeva il 2-5 ma Hayward era bravo a schermar palla su passaggio verticale di P.J. e a realizzare eludendo Murray.

Da una drive and kick per gli Hornets arrivava anche il +1 con la violenta schiacciata appesa di P.J. in corsa a 9:01 e a 8:34 il piccolo jump hook di Biz mandava il tabellone sull’8-5.

Gli Spurs rispondevano tornando in vantaggio con 4 punti e resistevano con due stoppate su Hayward e Rozier ma dalla rimessa dal fondo Graham trovava la lettura corretta per Biz abile a sorprendere DeRozan con una finta e a schiacciare il +1.

Dopo un air-ball di White da tre, a 6.45 arrivava il time-out dopo il quale gli Speroni rimettevano la testa avanti con White dal pitturato.

A 6:09 Graham a ricciolo riceveva e sparava da tre per il 13-11 quindi sulla tripla contrastata di Rozier a Mills nasceva il nuovo vantaggio per i locali.

Time-out di Borrego e a 4:52 in lunetta per un tocco falloso di Poeltl su P.J. era stoppato dal challenge di Pop che vinceva la dubbia situazione ma dall’errore in attacco dei texani nasceva il giro palla che portava Hayward a colpire da tre dalla sinistra.

DeRozan pareggiava in fade-away ma un close-out falloso di Walker su Rozier costava un 2/3 agli Spurs che vedevano ancora Rozier scippare una palla a Gay (fallo da clear path) e battere in lunetta altri due FT per l’allungo sul 20-16.

Dopo un ½ di Eubanks a 3:05 gli Hornets esaltavano il loro sforzo difensivo segnando dal palleggio con Monk una tripla a 2:48 e andando in alley-oop con Hayward per il 25-17 a 2:23, se poi anche Monk intercettava una palla diretta in angolo guidando la transizione sulla quale “Scary” Terry colpiva per il 28-17 voleva dire che gli Hornets mentalmente c’erano.

Gli Spurs replicavano con 4 pt. ma Graham da tre punti riusciva a chiudere il quarto sul +10 per Charlotte (31-21).

Hayward in mezzo alla difesa degli Spurs. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

2° quarto:

Charlotte, priva dell’esperienza di Hayward e Rozier e penalizzata da qualche decisione si faceva preoccupantemente rimontare a inizio secondo quarto: Gay dalla baseline pestava una scarpa a Biz realizzando un two and one a (:54 (33-29), Mills da tre portava sul -1 i neri di casa ma finalmente, dopo un 1/10 al tiro, Cody Martin metteva un open oceanico dalla sinistra grazie alla drive e al varco trovato in salto da Monk per pescarlo.

Murray in entrata appoggiava oltre Biz con esitazione ma un tap-in di Biz su un errore di Cody Martin valeva il 38-34.

Tripla frontale di P.J. a 5:32 e bound pass di P.J. che disegnava la retta per incrociare il movimento in back-door sulla linea di fondo di Hayward che continuava fino al ferro senza resistenza per la jam.

Dopo un errore di DeRozan da tre punti Charlotte apriva il campo rischiosamente ma su una palla 50% e 50% ecco che Rozier recuperava sviluppando il gioco sulla destra dove dall’angolo Graham bombardava a 3:26 per il47-37 ritrovando il +10 di primo quarto.

Tap-in di Poeltl, due lunghissimo di P.J. frontale, DeRozan al vetro e Hayward in jumper da due dalla destra alzavano il punteggio (51-41) prima che Poeltl mettesse a referto la quarta personale stoppata (su Rozier questa volta) ma Hayward dal mid-range realizzava anche il +12.

SAS tornava sul -8 e commettendo un fallo a :16.2 faceva rimanere a Charlotte 14 secondi sul cronometro senza mandarla in lunetta.

Hayward attaccava il pitturato passando palla a P.J. che resisteva a Poeltl e Johnson schiacciando il nuovo +10 che resisteva per merito di un indemoniato P.J. che ricordando Scott Burrell contro Orlando andava alto a stoppare K. Johnson oltre il fondo lasciando il nulla (un centesimo) per l’ultimo tiro ai ragazzi di POP.

Il favoloso primo tempo degli Hornets si chiudeva sul 55-45.

3° quarto:

Ci si aspettava qualche mossa tattica da coach Pop per riportare in partita i suoi ragazzi e in effetti, nonostante i Calabroni raggiungessero il massimo vantaggio (+13 a 11:07) con due FT di Biyombo a segno per una botta di DeRozan sull’avambraccio del congolese, gli Speroni infilavano due bombe con White e K. Johnson allungando con due punti di DeRozan sino al 57-53.

Hayward d’esperienza rispondeva dalla lunetta (terzo fallo di DeRozan) poi Biz fermava in stoppata il centro austriaco avversario e l’entrata di Rozier segnava a 8:18 l’ulteriore allungo dei Calabroni grazie al two and one che conduceva la squadra di Borrego su un tranquillo 62-53.

Per la seconda volta a P.J. erano chiamati passi e un suo paio di errori, unitamente a quelli dei compagni portavano Charlotte al tiro dal campo sull’1/10…

Piano piano San Antonio rimontava inevitabilmente sino alla tripla di gay a 4:04 per il 62-60 ma per fortuna Hayward con una tripla interrompeva lo 0-7 di parziale pescando il secondo canestro dal campo per i Calabroni del quarto mettendo 5 pt. tra le due squadre (65-60).DeRozan da due, Hayward ai liberi (2/2), Mills da tre, Hayward dall’angolo destro da tre punti su altro assist di Monk e DeRozan da due alzavano il punteggio sul 70-67 quindi P.J. stoppava DeRozan e Monk dalla sinistra infilava il cutting layup del nuovo +5.

Il +5 resisteva grazie ala stoppata di Bridges su DeRozan ma ci voleva l’ennesimo challenge vincente di Borrego per riportare giustizia sul bump di DeRozan sul corpo di Bridges al quale era stato assegnato un fallo in un primo momento.

Hayward andava elegantemente al tiro in salto svitando con eleganza il movimento in salto ma DeRozan con un piccolo arcobaleno chiudeva il quarto sul 74-69.

Cody Martin flexa a terra dopo aver subito un fallo che lo porterà a un two and one nel finale. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

4° quarto:

Il quintetto non ottimale degli Hornets concedeva a K. Johnson due punti al vetro, una transizione che Gay falliva ma Charlotte cercando di uscire velocemente per avere un vantaggio gettava via palla e così White si esaltava con una tripla fulminante e un reverse layup che portavano avanti la squadra di casa a 10:37 (74-76) prima che Borrego corresse ai ripari chiamando un time-out per cercare di riassestare la squadra e non uscir dalla partita

Il pareggio lo trovava Miles con uno spin e una thunder dunk alla quale seguivano un assurdo canestro di Monk a contatto con Mills e un gancio di Gay per ritrovare l’equilibrio.

Equilibro che dopo aver subito fallo trovava anche P.J. al quale era dato contro un tecnico per una gomitata involontaria sul movimento in continuazione.

1/1 di Mills, quasi infallibile dalla lunetta ma una steal di Cody Martin su Gay portava Rozier a 7:55 nel nero pitturato a riottenere il vantaggio.

Gay mancava una tripla e dopo l’errore di Monk in difesa Malik subiva una sbracciata di Murray.

Fallo in attacco che rivisto dopo le lamentele dei giocatori in teal non portava a ulteriori sanzioni tuttavia Monk continuava a rimanere protagonista realizzando in appoggio l’82-79.

Murray da tre pareggiava ma Rozier con un palleggio dietro la schiena per distanziarsi sull’aggressione di White trovava lo spazio per mettere il +2.

Sfondamento di Gay su Cody Martin e da due FT di Rozier nasceva l’86-82 (fallo alle spalle di DeRozan) ma la punta di diamante degli Speroni si faceva perdonare girando alla sua maniera con due classici tiri dal suo range ritrovando il pari.

L’emozionante finale proponeva una steal di Hayward a Poeltl sulla transizione mentre sulla veloce controtransizione Cody Martin appoggiava a destra subendo fallo da White.

Two and one per il +3 (89-86) seguito da un ½ di DeRozan dalla lunetta quindi a 3:27 riecco riapparire Rozier che da tre catapultava la tripla del 92-87 prima che Biz, trattenuto a rimbalzo da DeRozan splittasse i liberi ritoccando il punteggio sul +6.

Con out Poeltl, presumibilmente per una questione di liberi toccava a White dimezzare lo svantaggio con la granata e a DeRozan pareggiare con lo step-back rimbalzante su Rozier, il suo mezzo floater valeva tre punti (two and one) giacché nemmeno Biz in raddoppio riusciva a fermare quella palla lanciata in verticale.

Gli Hornets si affidavano alla pazza idea di Rozier che da solo, sentendosi nel suo ambiente naturale (il crunch time) faceva un passo dietro l’arco scoccando la freccia mortale al curaro per il 96-93.

Una palla persa da Hayward portava a :22.4 in lunetta gli Spurs che riducevano sul -1 quindi Rozier in lunetta a :18.4 non aveva paura riconvertendo il +3 (98-95).

DeRozan scappava sulla baseline a Martin schiacciando il -1 e a :08.3 Hayward subiva fallo rimanendo anch’esso caldamente gelido.

2/2, 100-97.

Rimessa Spurs dopo il time-out, gioco perfetto con P.J. a stamparsi sul blocco, tripla di Mills da qualche passo troppo indietro e ferro che salvava meritatamente gli Hornets dall’OT, la fuga di Rozier dopo il rimbalzo completava l’opera con i Calabroni a strappare una importante vittoria in Texas.

Devonte’ Graham: 6,5

9 pt. (3/6), 3 rimbalzi, 4 assist, 1 stoppata, -9 in +/-. 2 TO. Strana rotazione per lui che gioca 28:44 prendendosi come il solito tutti i suoi tiri da oltre l’arco finendo con il 50,0%. Mediamente non azzarda il passaggio rimanendo piuttosto ordinato se intuisce un possibile anticipo avversario. Quattro assist e una stoppata ma in alcuni momenti la sua difesa è poco resistente, forse anche per questo Cody martin trova più spazio.

Terry Rozier: 8

24 pt. (6/17), 3 rimbalzi, 6 assist, 2 rubate, 1 stoppata, +16 in +/-. Come Kanakuri scompare dopo un buon avvio nel quale fa partire la fuga di Charlotte con una rubata e qualche punto. Frustrante a un certo punto vederlo tirare senza segnare ma a 8:18 del terzo quarto – in penetrazione – trova un two and one poi batte White dal palleggio dietro la schiena, non è mai banale anche quando va in lunetta (9/10) se poi mette una prima tripla e si prende la responsabilità di tirar su la seconda dal palleggio a 1:26 dalla fine segnando il vantaggio decisivo, il resto passa in secondo piano. Da segnalare però la buona partita difensiva nonostante un paio di triple prese in faccia ma Rozier è sempre più “Scary clutch”, trascinatore da crunch time.

Gordon Hayward: 8

27 pt. (9/19), 7 rimbalzi, 6 assist, 1 rubata, +13 in +/-. 3 TO. Primo tempo d’esperienza solido fatto di passaggi ottimali per mettere in condizione i compagni di realizzare e conclusioni personali a segno. Prende qualche stoppata per lentezza nel coordinare il tiro in sicurezza ma la sua prima parte è positiva. Bel back-door con schiacciata dalla baseline destra. Come auspicabile sale in cattedra anche nel secondo tempo benché sia sfortunato su un paio di tiri giocando alla sua maniera (un in & out dopo essersi schermato con Biz). ¾ da fuori, il passaggio per Rozier ai liberi nell’ultimo quarto. Sbavatura la palla che si fa togliere da White nel finale ma poi sul fallo di K. Johnson è glaciale realizzando due liberi decisivi per mettere in condizione di poter tirare solo da fuori.

P.J. Washington: 7

10 pt. (4/14), 13 rimbalzi, 5 assist, 1 rubata, 2 stoppate, +5 in +/-. 5 TO. Primo tempo con triple e schiacciate fino ad arrivare alla meravigliosa stoppata alla vigilia dell’intervallo su K. Johnson. Un primo tempo dove sciorina anche qualche assist che pare possa portarlo in tripla doppia. Dopo il meraviglioso primo tempo si perde con un paio di passi chiamati dalla terna in attacco e alcuni tentativi a vuoto nel pitturato. Si rifà con una stoppata su DeRozan e un rimbalzone difensivo nel finale. Peccato per i troppi TO e un calo nel secondo tempo ma è stata una buona prova e quando si è smarrito un po’ al tiro da fuori (1/6) i compagni hanno dato una mano a risolvere con i punti.

Bismack Biyombo: 7

11pt. (4/5), 6 rimbalzi, 1 assist, 1 stoppata, +1 in +/-. 2 TO. Finalmente si guadagna la sua pagnotta in maniera decisa. Non mancano le azioni nelle quali viene battuto al tiro ma va a contrastare e sebbene non afferri innumerevoli rimbalzi facendosi tagliare fuori da Poeltl dietro di lui nel secondo tempo, in altre azioni recupera liberi preziosi finendo con un ¾ dalla lunetta anche se tira con poca parabola. Garantisce una tenuta più solida in difesa senza centri bulli che vogliano andare a spiegargliela.

Miles Bridges: 6,5

2 pt. (1/2), 4 rimbalzi, 1 assist, 1 stoppata, -1 in +/-. 3 PF. Lascia il peso dell’offesa ai compagni giocando una partita di sacrificio intelligente e aggressiva il giusto in difesa cercando di intervenire intelligentemente in base al tipo di azione che si sviluppa. Bella stoppata su DeRozan al quale Borrego rende giustizia con il challenge e altra azione nel finale nella quale mantiene la posizione sullo spin del top scorer avversario capendo che ormai è fuori equilibrio. Importante per chiudere i varchi difensivi.

Malik Monk: 6,5

11 pt. (5/15), 1 rimbalzo, 3 assist, 1 rubata, +1 in +/-. 1 TO. Alterna tiri errati che avrebbero potuto entrare facilmente (vedi il tiro corto dal pitturato nell’ultimo quarto) a canestri a contatto con l’avversario fuori equilibrio. Un paio di ottime entrate tra i vari tentativi di penetrazione ma le migliori cose le fa in passaggio con un paio di drive and kick che liberano Cody Martin e Hayward per due triple pesanti. Ottimo anche il passaggio intercettato in angolo nel primo quarto avvantaggiandosi della posizione a zona.

Cody Martin: 7

6 pt. (2/3), 3 rimbalzi, 1 assist, 1 stoppata, -11 in +/-. 1 PF. Entra tardi rispetto ad altre partite ma gioca gran parte del secondo quarto risultando abbastanza utile in difesa (salvo uno svarione su una tripla concessa) ma ha il merito sul risicato +1 di far ripartire Charlotte. Nel secondo tempo, dopo essere stato coinvolto nel sorpasso a inizio ultimo quarto riesce a subire uno sfondamento da Rudy Gay e ad appoggiare un two and one. Preferito con una rotazione lunga fino ad arrivare quasi ai finali di secondo e ultimo quarto, nonostante il plus/minus e i problemi in cm piazza una buona difesa. In ripresa.

Coach James Borrego: 8

Il piano partita è chiaro sin da subito, gettarsi in area e colpire San Antonio, non importa se nel primo tempo la squadra di Pop ci blocca per ben 9 volte, gli Hornets conducono sul +10. Recede sul numero di giocatori impiegati tornando a 8. Quando le maglie si fanno più serrate i Calabroni ottengono liberi e sbagliano qualche tiro dal pitturato ma alla fine ci pensa Rozier. Buoni i tempi dei time-out chiamati, bene anche il challenge per Bridges. Per la prima volta nell’anno vedo una difesa coriacea che si stringe intorno all’area ma sa anche espandersi e lievitare velocemente anche sull’arco per contrastare i tiri. Ottimo lavoro in risposta alla perdita di Ball. La voglia di dimostrare dei ragazzi deve solo esser pungolata di tanto in tanto.

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.