Game 44: Charlotte Hornets Vs Boston Celtics 106-122

Cody Martin: 8 punti, 5 rimbalzi e 4 PF in 20:58.

Partita dal doppio volto allo Spectrum Center ma nulla di nuovo sotto questi vecchi ponti con gli Hornets a giungere alla quarta sconfitta consecutiva rimanendo sul fondale della Eastern Conference con 11 W e 33 L (Detroit è a 12-34).

Gli Hornets provavano a sorprendere i propri fan giocando un ottimo e preciso basket in attacco nel primo tempo.

Buone scelte di tiro con azioni meno prevedibili del solito a sfruttare il talento di Ball con canestri e passaggi che davano la terza dimensione a Charlotte, quella dell’attacco al ferro.

I punti in area erano decisamente a vantaggio dei Calabroni nel primo tempo che arrivavano anche a tirare oltre il 66,0% scendendo all’intervallo sempre a buone percentuali, dopo esser stati avanti anche di 16 però la squadra incassava qualche punto di troppo ritrovandosi a gestire soltanto 4 punti di differenza: 66-62.

Il trend continuava nel secondo tempo dove Tatum (con percentuali basse nel primo tempo),e Brogdon in particolare si accendevano; parziale di 19-33 a fine quarto e partita completamente stravolta con Charlotte a non trovare più il bandolo della matassa offensiva (primi 6 punti della ripresa da Plumlee, ovviamente tutti ravvicinati).

La difesa di Boston impediva spesso tiri facili e la shot selection degli Hornets a volte era semplicemente prendere un vantaggio cercando di muover palla e non perderla così l’offense di Charlotte che nelle ultime 4 uscite segnava poco più di 120 punti a match abbassava le pretese e faceva scivolare la squadra verso un’altra preventivabile sconfitta.

Nonostante un paio di buone infilate di Martin (splendida quella con spin ad aggirare il difensore con alzata sullo shot blocker), un paio di iniziative di Ball e una tripla di Rozier con passo laterale con la carogna di Al Horford sul groppone, gli imenotteri in viola non riuscivano più a rientrare in partita, Boston aveva i colpi per tenere e aumentare il divario che alla fine sarà di 16 punti: 106-122, anche oltre ciò che si è visto sul parquet ma le 19 triple sganciate da Boston sono state fattore chiave con gli Hornets che dal perimetro non riescono spesso a controllare gli avversari favoriti talvolta da qualche rimbalzo offensivo che non sarebbe dovuto uscire dall’area nelle mani ospiti.

Nonostante il 60-48 in area, Boston si avvantaggiava con un 21-36 negli assist, 2-8 nelle rubate per un 5-17 nei fast break point e il clamoroso abbassamento delle percentuali da tre punti Hornets al 29,6% finale sono stati fattori che hanno determinato pesantemente la W ospite.

Nota a margine per Ball che ha talento, sì, migliora anche i compagni in attacco a volte ma in difesa è molto leggero e facilmente spostabile anche da Pritchard e mentre Rozier può avere problemi in cm ma si è visto lottare e far mancare qualche tiro (vedi a Smart nel primo tempo), LaMelo deve cercare di tenere di più il contatto e trovare tempismo.

I 19.608 spettatori assistevano anche ai 30 punti di Brogdon (11/17), i 16 di Horford e i 13 di Smart più 12 assist per Boston mentre in casa Hornets i 31 punti e 9 assist di Ball, i 21 di Rozier, i 14 di P.J. Washington e i 9 punti più 16 rimbalzi di Plumlee (-21 per lui come per Rozier in +/-) non bastavano nuovamente.

Game recap

L’idea che molti tifosi si erano fatti era di vedere quanto tempo i Calabroni potessero resistere allo strapotere (sulla carta) di Boston ma dopo il tiro da fuori da tre mancato da Tatum la partita prendeva una piega inaspettata con le squadre che non sbagliavano un colpo; iniziava McDaniels a 11:18 con un reverse layup dopo aver percorso la baseline dalla destra, i Celtics scavalcavano con una tripla di White, McDaniels rispondeva da oltre l’arco ma ancora White chiudeva da tre in un sandwich la bomba di McDaniels: 5-6.

Subentravano altri protagonisti e nel saliscendi emozionale le squadre si superavano con le triple di P.J. Washington, M. Smart e Rozier prima della schiacciata in corsa di White (di lì a poco lascerà il campo dopo lo scontro con un compagno di squadra) per l’11 pari.

Fade-away di McDaniels e nuova tripla di Smart a 8:19 (13-14), Ball sbagliava un tiro ma metteva due liberi tra due azioni nelle quali R. Williams arrivava all’alley-oop facendo intuire che Boston potesse iniziare a scappare (15-18) ma non era così: Ball provvedeva al pari con un two and one e mandava in buca Plumlee battendo a terra un passaggio ficcante tre due difensori: 20-18.

Dopo aver subito 3 FT da Tatum la squadra di Clifford si riportava avanti con un buon attacco di Rozier e una tripla di P.J. Washington riuscendo a guadagnare un vantaggio di 5 punti dopo un tecnico fischiato a Tatum e un canestro di Rozier (34-29) prima che Brogdon con due pt. chiudesse il quarto sul 34-31.

Out Rozier, in Ball, le rotazioni misto bench di Clifford funzionavano a inizio secondo quarto, un parziale da 8-0 sino a 9:43 (chiuso da Richards) e a 9:30 Brogdon in entrata rompeva la magia con un two and one ma Charlotte sparava ancora un paio di colpi da fuori con .J. Washington e Ball per il 48-34.

A 6:25 su una transizione McDaniels schiacciava in corsa recapitando il 56-42 con la mano non impegnata dietro la testa.

Time-out di Boston e Hornets che rimanevano ampiamente avanti anche grazie a un 2/3 di Thor che a 3:52 in lunetta sfruttava un close-out scorretto di R. Williams per infilare il 62-47.

Si accendeva però Tatum che segnava in corsa e metteva dentro una tripla, Brogdon a 6 secondi e tre decimi pescava in serendipità una tripla e Boston chiudeva in charge a -4 (66-62).

L’intervallo non portava consigli o sostanza al team di Clifford che dopo aver giocato un buon primo tempo grazie agli assist di Ball e alle scelte di tiro che hanno coinvolto sia le azioni da tre punti che gli attacchi a canestro con ottimo mix, si affidavano a Plumlee in area per resistere: suoi i primi 6 punti Hornets della ripresa ma Boston cominciava ad alzare le percentuali da fuori e Tatum segnava il 72-70 mentre Al Horford arrivava al sorpasso comodo (72-73) a 7:24.

La squadra di Clifford accusava il colpo rimanendo in scia con Ball sino a 6:12 (74-75) prima di cercare di inventarsi il recupero da tripla.

P.J. Washington e Terry Rozier ne piazzavano una a testa per l’80-83 ma nel finale di quarto un parziale da 8-0 (Tatum tripla, G. Williams, altra tripla e Tatum da due) lanciavano i Celtics sul +10 (:32.5, 83-93).

Richards e Brogdon ritoccavano il punteggio sull’85-95 ma i giochi erano fatti con il parziale di terzo quarto eloquente: 19-33.

Attacco Hornets frenato e niente emozioni per sapere chi sarà la squadra vincente del match anche se Martin e Ball suscitavano piccole gioie con alcune buone giocate piacevoli per estetica ed armonia chiuse in and one.

Boston allungava affermandosi facilmente grazie ad un roster completo e al risveglio di Tatum (33 punti finali) nel secondo tempo.

 

 

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.