Game 44 – Charlotte Hornets Vs Miami Heat 110-105

Intro

Se non avete visto la serie Losers su Netflix non preoccupatevi, non è necessaria per scoprire la storia di un’atleta che potrebbe incarnare quanto a volte il merito non paghi.

Nella serata dedicata all’Empower Woman e del compleanno di una mia super amica sportiva non potevo non raccontare la storia di Surya Bonaly nasce da una coppia di genitori provenienti da Reunion (la madre) e dalla Costa D’Avorio il 15 dicembre 1973.

Viene adottata da una coppia di Nizza con la nuova madre adottiva che la introduce al pattinaggio nonostante questo sport sia stato pensato sul modello di “Principesse (bianche) del Ghiaccio”…

La Bonaly è di colore e trova resistenze al fatto di essere allenata da tecnici competenti che probabilmente credono che in esibizione a parità di bravura possa essere penalizzata in uno sport dove il giudizio altrui conta, anche perché Surya non ha le physique du rôle per interpretare la principessa slanciata e sorridente.

Surya è solo 156 cm ma è una “bomba” dal fisico esplosivo, muscolare, sorride meno di altre atlete ma ha un talento e un’esplosività invidiata anche dagli uomini.

Ad Albertville nel 1992, alle olimpiadi di casa in allenamento stupisce i presenti con un backflip, un salto mortale all’indietro.

Nel pattinaggio, però, può avere un punteggio solo il salto che atterra su un piede solo e gli unici tre atleti che erano riusciti a eseguirlo erano tutti uomini che erano tornati sul ghiaccio con due piedi.

Surya, forte della sua esperienza da ginnasta (due polsi rotti) ci riesce atterrando su una lama sola ma i giudici la avvertono che potrebbe essere squalificata per questo tipo di salto.

La Bonaly non si arrende e in gara sfoggia un toe-loop, un salto in aria con diversi giri.

Le migliori riescono a farne tre, lei tenta per i quattro dopo aver litigato con il suo allenatore e aver ignorato la coreografia studiata ma atterra una frazione di secondo prima di completare il poker di volteggi e arriva quinta alla fine.

La Bonaly però non si conforma alle regole ma quando capisce che non ha possibilità di vincere tenta di adeguarsi allo stile richiesto per assomigliare alle altre atlete.

Ai mondiali del 1994 per la giuria finisce alla pari con Yuka Sato, atleta di casa e nello spareggio l’atleta nipponica vince 5-4.

La Bonaly, che ritiene di esser stata defraudata, non sale sul podio sfilandosi la medaglia dal collo e a parte i fischi che piovono dal pubblico finisce per peggiorare la sua situazione internazionale ed essere boicottata silenziosamente.

Seconda ancora ai mondiali del 1995 si rompe il tendine d’Achille nel 1996.

Ormai nessuno le da credito ma lei rientra e proprio in Giappone, alle olimpiadi di Nagano nel 1998 cerca di giocarsi le ultime chance.

Nella prima manche è penalizzatissima nonostante una prova super, il che la costringe a forzare nella seconda prova.

Mentre prova un salto triplo sulla musica delle Quattro Stagioni di Vivaldi cade dando addio a ogni speranza di medaglia.

A questo punto scatta qualcosa nella testa dell’atleta che non vuole lasciare la sua figura da pattinatrice nell’anonimato, giudicata da perdente e ribelle.

La Bonaly accelera sciogliendo il ghiaccio tracciando in aria uno strepitoso e spettacolare backflip nonostante sia vietato.

Atterra su un pattino solamente in maniera perfetta.

Il pubblico giapponese in delirio, conscio si aver visto un gesto eccezionale, quasi non ci crede e comincia a lanciarle “hana” (fiori) così lei ignora la giuria che la penalizzerà ancora una volta e saluta prima il pubblico che i giudici rischiando la squalifica.

Surya ha fatto da apripista a un pattinaggio innovativo e più spettacolare, compresa una trottola per andare a prendere la caviglia libera e finire nella classica posizione Biellmann ma soprattutto ha consegnato due massime indelebili che la squadra di Borrego dovrebbe conoscere aldilà del risultato finale.

“Per me era sufficiente sfidare me stessa, lottare con me stessa, non battere quella ragazza o quell’altra” e ai suoi pattinatori oggi dice: “Cercate di essere felici quando pattinate. Se avete fatto del vostro meglio, allora avete fatto bene.”

Gli Hornets sanno bene che sulla carta non sono la squadra più forte ma l’infortunio di Ball è parso compattare il gruppo nelle prime due uscite così la determinazione dei Calabroni si fonde con lo spirito di chi è come la Bonaly.

Pungere sul parquet e i pregiudizi per stupire farebbe felici i tifosi ma l’importante è che a squadra continui a dare tutto in campo per non avere rimpianti.

Analisi

In una partita importantissima per vincere la serie contro gli Heat e rimanere in quarta posizione a Est Charlotte comincia fortissimo in difesa e in attacco dove il giro palla fa vedere i sorci verdi agli Heat sul perimetro.

Charlotte è aiutata dalla nemesi degli Heat, Malik Monk, il quale nel primo tempo pare incontenibile piazzando 24 punti, 7 in più del compagno Rozier…

La squadra da spettacolo muovendo palla per trovare tante triple.

Gli Hornets si costruiscono una trentina di punti di vantaggio chiudendo avanti di 23 punti (72-49) mostrando però qualche segno di cedimento sul finire di primo tempo.

La crepa si allarga a metà terza frazione e rischia di diventare insanabile proprio quando i calabroni in genere si dimostrano più effervescenti, ovvero nel crunch time ma Miami ha un disperato bisogno di questa vittoria e cavalcando Adebayo risale con i canestri del centro nonostante Biz più volte si opponesse bene.

Sul 105-100, Rozier indovinava un lunghissimo due punti dopo aver rischiato di perdere una palla e mancato due tiri.

Robinson da tre portava sul 107-103 la partita, Hayward splittava e Herro era lasciato andare per il -3.

Lo spettacolo non basta agli Hornets che vogliono evidentemente anche emozionare e per fortuna il cronometro giocava a favore di Charlotte che sulle rimesse successive riusciva a resistere portando a casa i due liberi decisivi con Graham a :02.9 dalla fine con Biyombo a sancire la vittoria in stoppata su Robinson da tre sulla sirena dopo quella presa incolpevolmente nel finale.

Gli Hornets vincono grazie alle percentuali dal campo e grazie alle second chance meglio sfruttate rispetto agli avversari che nel finale passano avanti con le steal forzando gli uomini di Borrego sotto pressione a qualche TO e palla difficilmente gestibile tanto che un paio d’azioni d’attacco di Charlotte vedono dei cambi lato orizzontali veloci e rischiosi ma Charlotte tiene anche se Jimmy Butler in dubbio alla fine ha giocato terminando la sua partita con 20 punti e 9 assist.

A pari merito, l’altro top scorer Heat è stat5o Duncan Robinson davanti a un Adebayo da 17 punti.

A seguire Ariza con 14 pt., Herro con 13 e Nunn con 10 uscito anzitempo quando la sua caviglia è atterrata su quella di Monk nel tentativo di close-out.

Charlotte dunque non ha mollato l’osso anche se è arrivata con il fiato corto subendo qualche punto di troppo in area nel finale (30-44) tuttavia il 14/19 dalla lunetta è stato decisivo e migliore rispetto al 10/20 degli Heat ma per le statistiche di squadra mi affido alla grafica qui sotto.

La partita

I quintetti:

1° quarto:

Partenza decisa degli Hornets che dopo aver vinto la palla a due con Biyombo riuscivano a eludere la pressione difensiva degli Heat con un’uscita in angolo destro di Graham bravo a trovare spazio e precisione nonostante la marcatura per il 3-0.

Ariza e Butler fallivano una tripla a testa, Rozier metteva, invece, un lungo due dalla sinistra mentre Graham intercettava un passaggio sulla baseline per far ripartire il contropiede chiuso frizzantemente da un alley-oop di P.J. Washington per il 7-0.

Miami trovava i primi canestri con Butler da tre e una transizione chiusa da Nunn con un euro-step ma Charlotte.

La squadra di Borrego tornava ad attaccare e difendere convincentemente e dopo un ½ di P.J. Washington dalla lunetta arrivava una second chance con rimbalzo di Biyombo d’attacco che esaltava Rozier con la tripla dall’angolo sinistro prima che anche Hayward si unisse agli arcieri dei Calabroni realizzando il 14-5 mentre da un vantaggio sul tempo preso alla difesa di Spolestra arrivava la drive di P.J. Washington che dalla sinistra disorientava Robinson e appoggiava oltre il centro per il 16-5.

Adebayo e Nunn (da tre) accorciavano sul 16-10 ma dopo questo paio di canestri l’attacco di Charlotte riprendeva a girare come un orologio atomico: raddoppio su P.J. assist corto sulla baseline destra per la dunk di Biz, stoppata di Biyombo stratosferica sull’appoggio di Ariza e Malik nel traffico a 5:17 per il 21-8.

Butler in entrata segnava due punti ma Monk dalla diagonale sinistra caricava la granata del 24-12.

Ariza infilava tre punti per gli ospiti ma altrettanto, al secondo tentativo, faceva P.J. Washington che piazzando anche una stoppata favoriva la fuga di Monk chiusa in fing and roll.

Dopo una seconda bomba di Ariza a 3:17 e una stoppata prepotente di Achiuwa su Bridges arrivato dal lato destro, Hayward passava dal mezzo sulla destra dove Rozier, ricollocatosi, centrava l’anello perfettamente (32-18).

Miami riusciva a ottenere tre possessi sulla stessa azione così Strus finiva per segnare da tre e Borrego andava immediatamente in time-out per parlarci sopra.

Monk sfruttava una alla persa per un’altra transizione chiusa prendendo il tempo a Herro e Achiuwa mancava due liberi per gli Heat.

La Miles bomb era seguita da un floater di Herro e dalla tripla da sinistra di un Malik sempre più irresistibile che faceva chiudere il primo quarto ai Calabroni sul 40-24.

Graham supera Iguodala. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

2° quarto:

L’irresistibile formato di Malik lo faceva entrare in the zone a inizio secondo quarto quando due sue triple aumentavano il divario sul 46-23 con la seconda da casa sua…

Robinson segnava da tre poi l’alley-oop di Monk era rovinato da una manata in faccia dello stesso Robinson che non poteva però opporsi ai due liberi…

Altra tripla di Monk che sbagliava poco dopo la prima bomba anche se c’era un leggero fallo non rilevato sul suo tiro.

Herro realizzava due punti mentre Bridges mancava un alley-oop caricato a una mano ma ci pensava Graham a dare una mano con l’entrata chiusa in reverse layup per eludere Iguodala.

Zeller faceva il bullo in area mandando a terra Herro e conquistando il rimbalzo, contatto con Robinson, two and one a (:17 per il 56-31 anche se sinceramente potevano starsi gli estremi per un fallo offensivo.

Per una volta si ringraziava la terna che vedeva anche Bridges unirsi al club degli incorreggibili triplisti e fischiare una trattenuta su un’entrata di Rozier.

61-31…

Charlotte si bloccava un po’ cercando di respirare e Achiuwa con una finta faceva saltare Martin per subire un fallo che lo portava a un two and zero visto il libero ancora fallito.

Con poco tempo sul cronometro rimasto sulla rimessa dal fondo di Martin ecco il solito Rozier materializzarsi in angolo per un tiro immediato che Nunn contrastava difficoltosamente finendogli addosso per regalare due punti dalla lunetta a Scary (6:44, 63-33).

Il rallentamento di Charlotte offensivo era sfruttato dagli Heat con un parziale di 2-7 “chiuso” dal rientro di Monk che non si era nel frattempo raffreddato in panca mostrando buona mano da tre per il 68-40 a 4:03.

Finiva fuori Nunn che in chiusura atterrava sulla caviglia di Monk.

Gli Heat cercavano di rientrare piazzando un parziale di 0/8 chiuso da un ½ di Adebayo che dopo aver attaccato Biyombo frontalmente un paio di volte otteneva un punto per il 68-48.

Charlotte ringraziava la difesa di Miami che lasciando Rozier con anni luce nel pitturato per colpire frontalmente dava agli Hornets la spinta per salire nel finale al 72-49.

3° quarto:

Charlotte partiva con il piede giusto nella ripresa per non rovinare il vantaggio grazie alla tripla di Graham sebbene Vincent arrivasse dalle profondità del parquet per un pullup incontrastato a pareggiare il parziale.

P.J., raddoppiato, mandava alto sul lato opposto per Rozier che toccava palla ma non tratteneva tuttavia Robinson sbagliava la tripla e Rozier in coast to coast allungava il passo appoggiando al vetro il 77-52.

Rozier a 9:20 metteva una tripla ma un contemporaneo fischio della terna, dopo le proteste di Spolestra (giuste a mio avviso), induceva gli arbitri ad annullare la bomba di Terry che tuttavia a 8:42, sempre dalla sinistra trovava spazio e precisione per una nuova deflagrante carica esplosiva da tre punti che nessuno poteva annullare questa volta.

(80-53) ma Charlotte andava con il freno a mano dopo lo scambio da fuori Robinson-Hayward e gli Heat tornavano in corsa con la tripla di Butler (86-61), la schiacciata di Adebayo (imbucata bassa di Butler della tripla di Robinson very deep su P.J. per lo 0-11 di parziale producevano l’86-69.

Dentro il medicinale del Monaco che prendendo il tempo alla difesa penetrava fino a chiudere attorniato da tre difensori sul tiro vincente dal mid range.

A 2:51 era ancora lui a staccarsi con uno step-back da Herro segnando altri due punti portandone altri 4 poco più tardi per contrastare il rientro di Miami che ora tornava sul -18 (92-74).

Gli Hornets arrivavano a fine quarto senza più segnare mentre da liberi controversi nasceva un parziale iniziato e chiuso di 0-5.

Altra eruzione di Monk contro Miami. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

4° quarto:

Un vantaggio di 13 punti per tante squadre sarebbe sufficiente ma a un tifoso medio degli Hornets cominciava a far venire i brividi sebbene i Calabroni, pur in difficoltà con parte della bench sul parquet a inizio quarto fossero in difficoltà, riuscissero a tenere il divario oltre i 10 punti.

Herro segnava dal palleggio il 94-83 quindi a 8:59 dentro Rozier e Biz con il primo a servire un alley-oop per Bridges, il quale inchiodando a due mani esaltava il pubblico a 7:58 (96-83).

A 7:08 Malik forava il raddoppio cambiando direzione e veleggiando potente in aria per una rapida schiacciata allungava e Hayward, grazie al movimento palla, partiva in palleggio arrivando al floater che faceva toccare a Charlotte quota 100 mettendo 17 punti di divario tra le due squadre.

Un finale che pareva essere tranquillo per molti andava in drammaticità quando Monk usciva con problemi alla caviglia e Adebayo caricava ripetutamente nonostante Biyombo opponesse il corpo diverse volte.

A 2:53 il centro di Miami segnava il 105-94 poi mettendo ancora sei punti trascinava la squadra di Spolestra sul -5 (105-100).

Rozier mancava due tiri ma in uscita su una rimessa dal fondo con il solito arrivo in angolo (secondo rimbalzo di Hayward aggressivo in poco tempo a mettere in difficoltà la difesa di Miami) eccolo ritornare clutch con un lunghissimo due punti che valeva il 107-100.

Charlotte provava a intercettare un pallone sul lato con Bridges che toccando palla a Butler rimandava al Replay Center la decisione.

La palla restava a Miami che con :33.7 sul cronometro impiegava poco per trovare l’incredibile tripla di Robinson a :28.7 che andava oltre l’ottimo close-out.

Dentro Monk ma soprattutto la strategia di Miami di non commettere fallo era smentita ma trattandosi solo del primo fallo negli ultimi due minuti occorrevano una rimessa e altri sette decimi agli Heat per mandare in lunetta a :10.2 Hayward che partiva male sbagliando il primo libero ma realizzando il secondo (¼ in serata).

Miami trovava qualche difficoltà sulla prima rimessa laterale ma sulla seconda Herro tagliava in verticale lasciando Miles attardato a guardare il -3 (108-105).

Le residue speranze di Miami si infrangevano sul raddoppio portato a Rozier che vedeva toccata la palla difesa bassa ma né fallo né rimessa Heat.

La palla, dopo altro replay, rimaneva a Charlotte che sulla successiva rimessa impiegava Hayward e Graham come terminale offensivo: ricezione, fallo e lunetta a :02.9.

Un 2/2 che decideva la partita anche perché sull’ultima azione, rischiando un po’, Biyombo si vendicava di Robinson stoppandolo in maniera netta e pulita sul suo tentativo di tripla.

110-105, gli Hornets con il fiato corto passavano il traguardo prima di Miami vincendo la serie divisionale e mantenendo la quarta posizione a Est.

Devonte’ Graham: 7

16 pt. (5/12), 1 rimbalzo, 8 assist, 1 rubata, +11 in +/-. 6 TO. 4/10 da tre punti. Buon primo tempo (con un canestro in reverse layup) nel quale è vivace anche in difesa intercettando un pallone. Peccato che nel finale soffra la pressione e i suoi passaggi o controlli in palleggio (quello con palleggio dietro la schiena e TO è stato eccessivo) riportano gli Heat in partita ma alla fine la chiude anche con due liberi fondamentali. 8 assist, 6 TO e una tripla preziosa nell’ultima frazione su assist di Rozier.

Terry Rozier: 7,5

26 pt. (9/18), 5 rimbalzi, 11 assist, 1 stoppata, -4 in +/-. 2 TO. 4/10 da tre punti. La strana partita di Rozier meno vispo nell’ultima parte comincia bene con un primo tempo da 17 punti poi nel finale molti palloni transitano da lui che rischia un paio di perse, forza un tiro una prima volta e va a prendersi un altro buon tiro con finta, avanzamento e ferro la seconda. Se ne dispiace ma poco dopo andando in angolo mette un lunghissimo due punti che fa salire il divario a +7. Va in doppia doppia perché fornisce assist che i compagni sono bravi a sfruttare.

Gordon Hayward: 6,5

11 pt. (4/12), 9 rimbalzi, 3 assist, 1 stoppata, -6 in +/-. 3 TO. Sfiora la doppia doppia ma non è offensivamente in serata. Al tiro va a fasi alterne segnando comunque 2 delle 5 conclusioni tentate da fuori e altre tre su cinque da due con l’errore sotto nel finale piuttosto strano. Un ¼ dalla lunetta.

P.J. Washington: 7

8 pt. (3/8), 5 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata, 2 stoppate, +4 in +/-. 2 TO in 26:03. Buon primo tempo dove si dimostra polifunzionale. Buona difesa, attacco (bella iniziativa capendo il vantaggio con partenza da sinistra disorientando Robinson e appoggiando oltre il centro), fa un po’ di tutto. Purtroppo una contusione alla gamba lo toglie di mezzo nel secondo tempo e a Charlotte comincia a mancare qualcosa nell’ingranaggio. Sperando non sia nulla di grave, bentornato a buoni livelli P.J..

Bismack Biyombo: 6,5

2 pt. (1/2), 7 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata, 2 stoppate, -6 in +/-. 1 TO. Partita difensiva di discreto livello anche se a volte subisce dei canestri riassumibili con la massima: “good defense but better offense”. Nel primo tempo anticipa il contatto con il petto con Adebayo mandandolo in lunetta con il francese non preciso mentre nel finale mette il corpo ma non basta a fermare la furia dell’avversario. Subisce una tripla d Robinson che stoppa sull’ultima sirena dopo aver già piazzato un’altra stoppata in serata. Una buona palla rubata in collaborazione con Rozier e un canestro facile in schiacciata offerto da P.J. Washington nel primo tempo.

Miles Bridges: 6,5

10 pt. (3/7), 4 rimbalzi, 1 assist, -1 in +/-. Gioca 27:52, prende una stoppata da Achiuwa ma si rifà nel secondo tempo materializzandosi sopra il ferro per l’alley-oop fornito imprevedibilmente da Rozier. Un fallo inutile in close-out su Butler e un paio di triple che sa di poter mettere.

Cody Zeller: 7

5 pt. (2/2), 7 rimbalzi, 2, +10 in +/-. Diversi rimbalzi per Zeller che in attacco servono a sé sterro e ai compagni per portar punti. Abbatte Herro e Robinson segnando un two and one. Un paio di ingenuità come quella di prender la palla persa di Herro con il piede oltre la linea di rimessa riconsegnando a Miami la sfera ma si fa perdonare subito dopo con una rubata e due punti a rimorchio. Discreta difesa. In 12:11 è un fattore.

Cody Martin: 6

0 pt. (0/1), 2 rimbalzi, 4 assist, +5 in +/-. 1 TO. Bene per ciò che concerne il movimento palla, per il resto non mi piace moltissimo in 15:03, specialmente nella seconda parte e anche l’unico tiro tentato si vede sul nascere che non finirà dentro ma fa brodo.

Malik Monk: 8,5

32 pt. (12/17), 2 rimbalzi, 1 rubata, 1 stoppata, +12 in +/-. 1 TO. 5/9 da tre punti. La nemesi di Miami parte un’altra volta forte, chiude il primo tempo a 24 punti sembrando quasi inarrestabile (Nunn si infortuna cadendogli su un piede mentre segna e mancherebbe il fallo), rientra nella ripresa sul finire del terzo quarto a mettere punti in serie che respingano gli Heat. Si fa male a un piede, rientra nel finale senza incidere come prima (a 7:08 dalla fine però gran canestro in schiacciata passando tra due avversari con cambio direzione repentino) ma era già stato fondamentale prima cercando di rimanere attento in difesa ed esplodendo in attacco tra triple, intuizioni al ferro e fade-away in step-back fai da te che paiono miracolosi sulla pressione degli avversari.

Coach James Borrego: 6,5

Squadra caricata a pallettoni a inizio partita poi ci si siede un po’ e la perdita di P.J. incide. Ci si affida un po’ troppo al tiro da fuori muovendo poco palla, ciò che era stato fondamentale nella prima parte ma la squadra ha un po’ di flessione fisica. Dentro Rozier e Biz a 8:59 dalla fine si riesce a tenere e arriva la terza vittoria importante di seguito.

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.