
Intro
Trasferta impegnativa per gli Hornets a Indianapolis.
Potrebbe sembrare che non abbiano nulla in comune gli Hornets con la canzone degli 883 “La Dura Legge del Goal” e la maschera che uso come immagine di profilo per il blog ma in realtà posso cogliere l’occasione per spiegare anche che cosa sia quella maschera e perché decisi di usarla per il blog.
Fondamentalmente i personaggi mascherati sono abbastanza interessanti, un mio vecchio “idolo” del catch era Tiger Mask, spettacolare atleta ma non è per questa similitudine che ho deciso di utilizzarla.
Già Pirandello inizia a centrare di più il discorso con il suo aforisma:
“Imparerai a tue spese che nel lungo tragitto della vita incontrerai molte maschere e pochi volti”. Frase interessante in una società sempre più compiaciuta e riflessa nella propria vacua e inconsistente immagine dove il comportamento spesso è solo ipocrisia di facciata per quieto vivere, per interesse, per condizionamenti…
Qui entra in gioco la vecchia canzone degli 883 che recita:
“E’ la dura legge del goal, gli altri segneranno però che spettacolo quando giochiamo noi, non molliamo mai… loro stanno chiusi ma cosa importa chi vincerà, perché in fondo lo squadrone siamo noi”… la quale non è un tentativo di auto-magnificazione ma antecede il concetto vero e proprio che è fondamentale per la singola persona ma soprattutto per gli Hornets, squadra in crisi da trasferta sino alla vittoria a San Antonio.
Sicuramente il chiaro messaggio di Pezzali era quello di non farsi condizionare, di non modificare il proprio carattere e personalità nonostante le possibili iterazioni negative con controparti pronte a sfruttare le caratteristiche di chi non usa o usa uno strato sottile di maschera, a prescindere dal risultato finale.
Messaggio chiaro per gli Hornets quindi:
Continuare mentalmente ad avere fiducia e personalità lottando ostinatamente sino alla fine con le proprie caratteristiche e intelligenza.
Ah sì… la maschera… la maschera è una contingenza… un dono di una mia ex amica nipponica e riguarda il personaggio di Kamen Rider, un insetto (simile a una cavalletta ma anche in generale ad altri insetti) supereroe che combatte contro umanoidi chiamati kaijin.
Il colore si adattava benissimo e ricorda anche un calabrone, oltretutto nella NBA tra tifosi in calzamaglia e dipinti forse ne mancava uno mascherato…
Kamen Rider fu disegnato da Shotaro Ishinomori che aveva già disegnato la splendida serie di Cyboorg 009, nella realtà esiste anche un asteroide chiamato 12796 Kamenrider…

La partita in breve
Squadra fisica quella dei Pacers e vittoria ottenuta dalla squadra di McMillan in questo senso, attraverso la difesa e i TO con i quali costringeva Charlotte durante la serata.
Eppure i Calabroni tenevano inizialmente botta ai più quotati avversari.
Purtroppo, nonostante più avanti i Calabroni provassero a rientrare in gara, la fuga dei Pacers avveniva già nel primo quarto quando i Calabroni sopra 11-10 incassavano uno 0-10 di parziale finendo sotto 11-20.
Quella decina di punti di margine da difendere risulteranno preziosi per i Pacers che allungavano a dismisura per inerzia colpendo con due triple di Turner (con la maschera di protezione facciale) sino al 16-32 ma nel finale di primo quarto arrivava un controparziale di 10-2 con la tripla di Monk a :01.6 dalla sirena per il 26-34.
Allungava decisamente Indy nel secondo quarto quando la squadra di Borrego affidatosi troppo al tiro da fuori affondava sino al -15 (41-56) pareggiando il proprio low season all’intervallo a causa di uno scellerato 18,8% da fuori (3/16) e a 8 TO contro i 4 dei Pacers.
Nonostante Williams arrivasse a 0/9 dal campo, per scherzo era proprio lui con l’unico tiro entratogli (1/10) da fuori a far pervenire Charlotte a quello che sarà il massimo rientro (56-61 per il -5)…
Indy reagiva immediatamente riportandosi a 7:06 con l’appoggio di Bogdanovic sul +10 (56-66).
Inaspettatamente nel finale due triple di Bridges (la seconda a 1:46) ci riportavano a -6 (71-77) ma il divario saliva quando Oladipo colpiva con classe e Sabonis portava a casa 4 punti raddoppiando il divario (71-83).
Non rientrava veramente in partita nell’ultimo quarto Charlotte che dopo il coast to coast pregevole e difficile di Monk vedeva il nostro numero 1 divenir protagonista in negativo con un brutto passaggio e una stoppata presa mentre dall’altra parte Evans portava a casa punti segnando anche il gioco da tre con l’euro step a 7:11 per chiuder la gara con l’81-97.
21 punti per Oladipo, 19 di Collison, 16 a testa per la coppia Bogdanovic/Sabonis e a chiudere il “quintetto” in doppia cifra anche Evans con 14.
Una moltitudine di giocatori non da Al-Star se non Oladipo a rendersi preziosi ed efficienti.
47% dal campo e 51,9% da tre per i padroni di casa con un 12/12 dalla lunetta e solamente 7 palle perse con Charlotte troppo sprecona a 16… 40,2% di FG% e 34,3% da tre oltre un 20-34 negli assist a soffiare a favore di Indiana come altri fattori determinanti.
Le formazioni:

La partita
1° quarto:
Prima palla a favore dei Pacers ben sfruttata da Collison che avvantaggiandosi con lo schermo andava verso il centro per il pullup vincente oltre Lamb, Charlotte andava a vuoto e la PG avversaria in entrata plastica batteva anche Kemba con l’appoggio in entrata per lo 0-4.
Hornets imprecisi che sbagliavano un paio di volte ma Biyombo prima prendeva un rimbalzo offensivo, poi, sulla stessa azione portava a casa anche un fallo di Turner.
Dalla rimessa nasceva la tripla di Lamb a 10:05 e dopo il passaggio a vuoto Pacers i Calabroni a 9:35 sorpassavano con l’entrata chiusa di sinistro da Kemba.
Bogdanovic segnava dal mid-range aggiungendo una dunk in transizione ma mancava l’alley-oop così sull’altro fronte Lamb realizzava in floater per il riavvicinamento (7-8).
Collison metteva dentro un altro tiro ma Kemba rispondeva con una penetrazione chiusa di sinistro a destra oltre il lungo, inoltre, favorito da Lamb in transizione usava il corpo e la mano destra per appoggiare difendendosi da Young che non mollava nel tallonarlo (11-10).
Charlotte però si fermava in attacco subendo un parziale di 10-0 che allontanava i padroni di casa che a 5:03 segnavano da fuori con Collison finendo a 3:27 con altri tre punti da oltre l’arco di Turner per l’11-20…
Borrego chiamava il time-out e al rientro Monk in avvicinamento spezzava il parziale ma non l’allungo dei Pacers che segnavano con Oladipo un tiro frontale mentre Monk con un pull-up troppo frenetico mancava il tiro in uno contro uno regalando a Indy l’attacco durante il quale Sabonis cogliendo il rimbalzo offensivo favoriva una second chance sfruttata da Joseph con il tiro pesante.
Kemba rispondeva con un tiro volante da tre a 1:55 ma Turner da tre punti ne metteva dentro due di fila da ben oltre la linea, prima frontalmente e pi dalla diagonale sinistra a 1:18 quando arrivava anche il tecnico contro Kemba che portava incredibilmente il match rapidamente sul 16-32…
Charlotte nel finale dimezzava lo svantaggio (-16) con un tap-in di Willy sull’errore di Monk, con l’alley-oop di Bridges in transizione (guidata da Monk) a ribaltare la retina, con la finta in area del centro spagnolo che facendo saltare via Sabonis trovava il varco per appoggiare facilmente il 22-34 sino al finale quando prima della rimessa arrivava il secondo fallo negli ultimi due minuti dei Pacers con tiro libero del “Monaco” che chiudeva anche il quarto con la tripla dall’angolo a :01.6 su gentile scarico di Parker per il 26-34 (-8).

2° quarto:
McDermott partiva mancando una tripla ma in difesa stoppava MKG, i Pacers beneficiavano di una buona difesa ma anche gli Hornets riuscivano a rubar una palla quando Evans nel traffico si faceva sottrar palla da Willy e sull’altro lato del campo arrivava il circus shot da sotto di Parker in caduta che riduceva lo scarto a sei punti.
Un fuoco di paglia perché dopo due punti dei Pacers, gli Hornets guadagnavano la lunetta ben tre volte con MKG (9:59), Parker (9:32) e Williams (7:12) ma ogni volta i giocatori degli Hornets splittavano mentre dalla parte opposta i Pacers segnando con regolarità arrivavano al 56% con un piazzato di Sabonis che prima del già citato ½ di Williams (in bonus dopo numerosi falli seriali della squadra di McMillan) giungevano sul +13 (32-45).
Per Charlotte tonava in campo lo starting five sul -12 ma le cose non miglioravano, le distanze rimanevano pressoché invariate con i primi due punti di Batum per il 35-47 ma dopo qualche errore da fuori ancora Charlotte scendeva a 3/16 da fuori contro il 7/14 avversario mentre Collison accontentandosi di un tiro da due punti portava i locali sul +15 (39-54).
Non succedeva molto nel finale a livello di marcature con due punti di Young intervallati da una gomitata di Batum che in palleggio mandava il gomito sinistro sul naso di Bogdanovic con conseguente possesso di palla perso ma a :37.3 era MKG a metter dentro un semigancio dopo uno spin in area che non batteva Young ma lo frastornava per quei decimi di secondo per l’alzata al vetro.
41-56 con gli Hornets ancora lontanissimi e una sensazione negativa per un attacco soffocato dalla difesa avversaria e un tiro troppo impreciso già dalle fondamenta, mal selezionato…
4 a 8 TO, 18,8% da tre punti contro il 43,8% con un complessivo 36,4% al tiro contro il 45,1% e un 8-16 negli assist a dire il perché del largo vantaggio per la squadra dell’ex Sonics…

3° quarto:
Partiva bene la formazione di Borrego ottenendo due FT con Kemba a 11:18 anche se il capitano ne metteva solamente uno, tuttavia dopo l’ennesimo errore/orrore di Williams Biz allungava il tap-out per Kemba che girando palla trovava Lamb sulla diagonale sinistra, finta di apertura in angolo e tripla per il -9.
A 10:29 il fallo in salto di Biz sul tiro di Oladipo riconsegnava un vantaggio di 13 punti a Indy (45-58) ma Biz 12 secondi più tardi guadagnava e affondava due liberi, Kemba da sinistra passava a Marvin in diagonale un pallone che sfuggiva anche per la pressione del difensore ma si allungava dietro le spalle di tutti dove Biyombo raccoglieva a destra del canestro per due punti facili.
Oladipo a 9:20 segnava da tre
Williams mancava il nono tiro (0/9 e 0/6 da tre) ma Kemba con un catch n’shoot da sinistra “rimediava” all’errore del compagno su un’azione seguente e su un’entrata con contrasto minimo di Batum fermo sotto canestro Bogdanovic dopo l’errore si prendeva un tecnico chiedendo con vibranti proteste il fallo del francese.
Dopo il tecnico finalmente arrivava una tripla da parte di Marvin Williams che dall’angolo sinistro mandava la partita sul -5 (56-61) ma la difesa degli Hornets era sfortunata perché costringeva all’errore da sotto sulla stessa azione i Pacers che recuperavano palla e colpivano da tre dalla diagonale destra con Collison.
Attacco a vuoto di Charlotte e appoggio in transizione di Bogdanovic per ripristinare la doppia cifra di vantaggio (56-66)…
L’elastico intorno alla decina di punti era mantenuto da un arresto di Lamb che si distanziava dal difensore per metter dentro il -8 e MKG dal corner destro, servito dallo stesso Lamb, colpendo da tre punti aiutava Charlotte a rosicchiare un altro punticino (61-68).
MKG purtroppo però subiva il piazzato di Bogdanovic andando in attacco a commetter sfondamento sullo stesso avversario.
A 3:49 Kemba piazzava due liberi ma Oladipo in fade-away dalla media distanza e Collison in transizione da tre punti frustravano Charlotte riportandola sul -12 (63-75).
Hornets che provavano a rientrare ancora con un 2/3 di Batum dalla lunetta a 2:52 (bravo a crearsi il contatto con Oladipo) riuscendo poi a sfruttare due tiri da fuori consecutivi di Bridges che a 1:46 guardando il tabellone vedeva segnare il -6 (71-77).
Purtroppo Oladipo da sinistra metteva dentro il jumper nonostante la big defense di Miles e dopo l’errore di Willy dal post basso sx arrivava anche l’elegante e utile swooping hook di Sabonis a batter il centro spagnolo.
-10 che a 4 secondi dalla fine diveniva un -12 per il fallo di Hernangomez in chiusura sul pick and roll per Sabonis.
71-83 a -12 dalla fine…
4° quarto:
Partiva male l’ultimo quarto con Charlotte che si vedeva chiamare contro un fallo di Monk per leggera spinta alla schiena su Sabonis impegnato a rimbalzo.
Borrego protestava giustamente visti altri interventi simili sulla quale la terna aveva sorvolato (vedi spinta di Collison a Parker sul tiro oltre la sirena del terzo quarto) prendendosi il tecnico.
A 11:21 arrivava la chiamata contro MKG per un altro fallo con il possesso nelle mani di Indy ancora ma Monk riusciva a recuperar pala a Joseph andando in transizione due contro una, ignorando il passaggio per Walker puntando con il terzo tempo e finta dietro la schiena in partenza per un tiro difficile in corsa che finiva dentro e che dava anche un libero del quale però Malik non sapeva cogliere il frutto.
Sabonis da sotto e Kemba (10:28) da tre ristabilivano quei maledetti 10 punti di gap persi con il parziale nel primo quarto.
Il settimo turnover dei gialloblu non era sfruttato da Monk che tirava da tre in maniera imprecisa.
Evans in coast to coast segnava il 76-90 ma il capitano della squadra di MJ con una piccola esitazione superava Joseph con l’entrata flash in appoggio per il 79-90.
Purtroppo era ancora Monk con un bad pass a far volare la transizione dei Pacers con Evans a ringraziare per i due punti in fuga.
Il runner di Marvin era seguito da due punti di Evans che faceva la differenza…
Monk era stoppato divenendo protagonista negativo in un momento cruciale, dall’altra parte euro step in uno contro uno travolgente di Evans su Kemba per due punti in fing and roll e l’and one realizzato a 7:11 quando si chiudeva de facto il match ormai sull’81-97.
Marvin a 6:29 segnava da tre l’84-99 quando ormai non ce n’era più bisogno e i Pacers arrivavano per inerzia sul +20 allungando nel finale oltre il dovuto per la loro meritata vittoria ottenuta giocando fisicamente e con convinzione.
Finiva 95-120 con Charlotte che avrà la prossima sfida a Memphis, campo che negli ulitimi anni ha portato bene ma ogni volta è una nuova storia e dopo questa caduta che interrompe la serie di tre vittorie bisognerà lottare per rialzarsi ancora una volta.

Pagelle
Kemba Walker: 6,5
23 pt., 4 rimbalzi, 7 assist, 1 rubata, 1 stoppata. 8/18 al tiro. Più le tre palle perse pesano rispetto a qualche tiro preso da fuori e mancato nel frustrante finale. Una partita normale per uno come lui che riesce anche a infilarsi nelle maglie di una fisica Indiana, oltre i lunghi o i piccoli. Buona serata anche come uomo assist.
Jeremy Lamb: 5
10 pt., 5 rimbalzi, 2 assist, 1 stoppata. 4/13 con poco attacco sino in fondo. Serata storta per Jeremy che aggiunge tre palle perse, una portatagli via da Collison quando dopo un rimbalzo difensivo alza le braccia sotto canestro ma non si avvede dell’intervento del n°2 avversario.
Nicolas Batum: 5,5
6 pt., 7 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata, 1 stoppata. Una difesa a tratti accettabile, nel secondo quarto Oladipo ben pressato non ci prova nemmeno, manda Bogdanovic in tilt tenendo la posizione a braccia alzate e provando a prender palla. Le proteste dell’avversario ci regalano un libero per il tecnico e riesce a prendersi anche 3 FT forzando con il pump fake su Oladipo. Manca in attacco dove segna un solo canestro su 4 tentativi con i primi due punti ottenuti nel secondo quarto.
Marvin Williams: 4
9 pt., 5 rimbalzi, 2 assist, 1 stoppata. 3/13 al tiro ma 1/10 quando serve con partenza 0/9 e 0/6 da tre prima di affondare una tripla dall’angolo sinistro che ironicamente segnerà il maggior rientro di Charlotte sino al -5 (56-61). Nel finale compie buone difese, specialmente su Sabonis ben tenuto fisicamente ma è tardi ormai…
Bismack Biyombo: 6,5
10 pt., 12 rimbalzi, 1 stoppata. 24:01 in campo con 3/5 e 4/5 dalla lunetta. Doppia doppia per Biz che se non è dominante mostra comunque progressi giocando meglio di Willy. Una buona stoppata in aiuto e limita i falli a due tenendo dietro.
Malik Monk: 5
11 pt., 3 rimbalzi, 2 assist, 2 rubate. 4/9 dl campo con 2/3 da fuori. Luci e ombre. Buona fine primo quarto, qualche canestro interessante ma troppa frenesia e palle perse letali come quella nell’ultimo quarto che spegne Charlotte sull’ultimo tentativo di rientro. I numeri non sono male e lo sforzo c’è ma si prende alcuni tiri in evidente fuori ritmo 1 vs 1 (anche stasera uno nel primo tempo) cadendo all’indietro che vanno ben lontani dal bersaglio.
Michael Kidd-Gilchrist: 5
7 pt., 2 rimbalzi. 2/4 dal campo. Bella tripla dall’angolo destro e record numerico di triple stagionali della sua carriera ma sulle due azioni successive subisce il jumper di Bodganovic e va a far fallo in attacco spingendo via l’avversario. Abbastanza frustrante per lui la serata anche se ricordo lo spin e il semigancio contro Young dal cuore del pitturato per due punti di plexiglass. -9 di plus/minus.
Miles Bridges: 6,5
8 pt., 3 rimbalzi, 1 stoppata. Buon secondo tempo per Miles che prende sì un -15 e si fa portar via un pallone troppo facilmente ma mette due bombe consecutive sul finire del terzo quarto che sono sostanzialmente l’ultimo speranzoso riavvicinamento della squadra (-6). Ci prova contro Oladipo che lo infila dalla sinistra nonostante una buona difesa. 14:31 in campo.
Tony Parker: 5,5
5 pt., 1 rimbalzo, 4 assist. Una palla persa chiamatagli sull’arresto in entrata da sinistra. Per il resto prova a entrare e a metter dentro punti, specialmente durante la prima ondata di cambi. Splitta dalla lunetta, ancora stroppo scostante a gioco fermo. Buono l’assist scaricando in entrata nell’angolo destro per la tripla di Monk al quali tramonto del primo quarto.
Willy Hernangomez: 5
6 pt., 3 rimbalzi. -6. Aggressivo solo a tratti. In difesa troppo passabile o troppo preso in mezzo come nel caso di Bogdanovic sul quale commette fallo sotto canestro su un pick and roll sul quale non stava difendendo lui. Sbaglia forzando dal post basso destro nell’ultimo quarto con dei giri a cercar di disorientare il difensore. Riesce anche stasera a spuntare dietro il tagliafuori del difensore per metter dentro in tap-in ma come rim protector è un passo dietro a Biz tonight e, infatti, arriva un -15 di plus/minus.
Devonte’ Graham: s.v.
0 pt. in 2:14.
Dwayne Bacon: s.v.
0 pt., 1 assist, sempre negli ultimi 2:14.
Coach James Borrego: 5,5
Difficile stabilire la strategia giusta contro una squadra fisica come Indiana. Sceglie di batterla con spaziature e tiro da tre ma molti di questi tiri (vedi Marvin all’inizio) sono presi di fretta in situazioni non ottimali. Credo si esageri senza arrivare a un vero punto di svolta concreto se le serate di alcuni giocatori sono storte al tiro. La squadra in difesa tutto sommato prima del finale, nonostante non riesca a rientrare, non disputa una malvagia gara anche se l’impressione è che i Pacers possano accelerare quando vogliono. La convinzione difensiva sembrava esserci abbastanza ma quella offensiva latita in alcuni protagonisti o a volte è il contrario… eccesso di fiducia in situazioni non ideali.