Game 47: Charlotte Hornets @ Memphis Grizzlies 118-107


Intro

Quando si va a Memphis viene in mente per forza di cose l’icona legata a Memphis, ovvero Elvis Presley, una figura iconica che ha oltrepassato il cantante giungendo sino al mito terreno.

Rock and roll e aura di popolarità mondiale, figura ispiratrice per molti cantanti dell’epoca, pochi magari sanno che sopravvive alla nascita mentre il gemello Jessie. Infanzia povera ma con un rapporto molto affettuoso con i genitori, sino alla morte del padre.

Sottovalutato e malvisto dai compagni a causa del suo look dalle lunghe basette e dai capelli fluenti raccolti e scolpiti dalla brillantina non sarà più sottovalutato quando alla Sun Records incise più per personale voglia e gioco un disco, giacché alla Sun Record lo si poteva fare sborsando una cifra irrisoria ma quando per caso il proprietario Sam Phillips l’ascoltò partì la sua carriera.

Oggi però voglio semplicemente fare un trait d’union con un post notato sulla pagina di Bring Back The Buzz che chiedeva quale giocatore di Charlotte all-time sia stato il più sottovalutato.

C’è da dire che a Memphis, Charlotte va piuttosto bene di recente con un record positivo anche tra Bobcats e Hornets.

Non so dire se come detto da qualcuno sia stato Eddie Jines, forse PJ Brown, passndo magari dall’ex Milano Lee Nailon ma nel campo musicale penso sia stata sottovalutata la particolare carriera di Lamya (cantante omanita cresciuta in Kenya passando poi per Egitto e U.K.), una delle più belle voci femminili mai ascoltate dal mio punto di vista sicuramente non è stata affine alle sue potenzialità, anche perché sfortunatamente ci ha lasciato prematuramente all’età di 35 anni l’8 gennaio 2009.

Dunque ecco un omaggio, qui insieme ai Duran Duran che gli lasciano campo per un finale da urlo…

La partita in breve

Memphis arrivava da un momento di difficoltà notevole dopo il buon avvio di stagione.

Sei sconfitte consecutive per la squadra di Bickerstaff non promettevano molto di buono ma l’orgoglio di Gasol e compagni portavano a un buon avvio per i Grizzlies che in un momento dove le squadre al tiro si mostravano poco brillanti pescavano un paio di triple in serie (la prima del neo arrivato J. Holiday, ex Bulls, la seconda di Gasol) per portarsi sull’8-16.

Charlotte finiva sotto ma non come undone fino a slegarsi/sciogliersi e reagiva bene con due triple (una di Batum e una di Kemba rispettivamente da corner destro e sinistro) a ridurre lo scarto già sul -2.

Gli Hornets chiudevano avanti di un punto (23-22) il primo quarto prendendo beneficio dalla panchina che continuava bene anche nel secondo periodo.

Una stoppata di Willy su Jackson con un sottomano di Walker facevano correre Charlotte sul 42-28…

Nonostante i problemi precoci di falli la squadra di Bickerstaff reagiva venendo però allontanata da Lamb che a 1:47 per la terza volta in partita risolveva brillantemente ai quasi 24 l’azione offensiva di Charlotte per il 56-47.

Il team di Conley però chiudeva bene sino all’intervallo con un 2-7 di parziale per il 58-54 all’intervallo.

In avvio ripresa era però Charlotte a giocare meglio arrivando a quasi metà tempo con la tripla di Batum (6:15) a toccare il +16 (75-60).

Lamb, insaccando due FT a 4 secondi dalla terza luce rossa realizzava l’86-76.

Una decina di punti di scarto che gli Hornets conservavano nell’ultimo quarto quando prima Parker si mostrava micidiale nei rapidi pullup, poi con Walker che, fermo a quota 10, alzava rapidamente il proprio score tra penetrazioni e un paio di triple che i giocatori medio/lunghi di Memphis non riuscivano a bloccare.

Il margine rimaneva sostanzialmente sempre quello con gli Hornets a vincere una partita mostrando anche un buon gioco corale mentre Memphis è stata sostenuta in attacco specialmente da Conley e le sue entrate.

Per il play 31 punti mentre la spalla Gasol ha disputato una buona gara con 22 pt. e 17 rimbalzi, 15 pt. per Jaren Jackson Jr., 14 per JaMychal Green e 10 per Justin Holiday.

Per Charlotte un fattore chiave è stato il tiro con il 53,2% dal campo contro il 46,9% (in particolare il 40% di Charlotte contro il 29% di Memphis da oltre l’arco è stato importante contro un team che fatica a segnare) mentre molte altre statistiche sono rimaste quasi in parità (rimbalzi, assist, TO, FT realizzati)…

La sconfitta casalinga di Miami nella note contro i Clippers con la W di Charlotte poi riporta in testa alla Division la squadra di Borrego mentre i Nets battono Orlando, i Pelicans cedono contro i Pistons e Indiana pur battendo Toronto perde Oladipo per quello che pare essere un serio infortunio…

Le formazioni:

La partita

1° quarto:

Partenza pessima per entrambe le squadre al tiro con gli Hornets primi a passare in vantaggio quando un floater fade-away in corsa di Lamb superava Jackson Jr. e s’insaccava nella retina ma a stretto giro di posta Temple tagliava la difesa degli Hornets per andare a depositare il pari.

Tanti errori e un 2/2 di Biz dalla lunetta a 9:22 (fallo di Jackson) che a 8:40 usciva per il secondo fallo commesso (il giocatore di J.B,. Bickerstaff guida la classifica NBA per falli commessi) e dopo una serie di errori da parte delle due squadre Green pareggiava.

Memphis continuava ad attaccare da sotto con il terzo tempo di Conley chiuso con l’appoggio a destra del ferro contro Lamb, quindi a 6:57, dopo la partenza da fuori dalla diagonale destra arrivava anche la schiacciata di Green che superando Marvin, Nicolas e Jeremy portava sul 4-8 la gara.

Time-out di Charlotte che beneficiava di un FT jumper buono (6:33) di Lamb quasi al limite dei 24 con due difensori addosso in salto.

Il movimento palla di Memphis portava Green ad alzarsi a pochi cm dal canestro, Biz toccava palla ma la sfera finiva dentro regalando il 2-10 di parziale in area per i plantigradi.

A 5:20 Kemba con un lungo due punti frontale faceva rimanere in scia i calabroni che tuttavia accusavano un doppio colpo nel cambio di strategia della squadra del Tennessee abile a segnare due tre punti, il primo con Holiday dall’angolo sinistro e poi a 4:33 con Gasol per il 2/4 Grizzlies da fuori a mandare al doppiaggio la squadra locale (8-16)…

Gli Hornets rischiavano di sciogliersi (come undone) ma dopo lo 0/6 iniziale da oltre l’arco, ecco arrivare la tripla da destra con lo scambio da rimessa dal fondo Batum-MKG-Batum con il n°14 che restituiva al francese bravo ad andare in angolo a schermarsi per la tripla da destra, poi Parker pescava Walker nel corner opposto per la tripla del 14-16…

A 3:32 per un fallo di Willy nel duello iberico tra centri, lo spagnolo di casa andava a bersaglio con un turnaround da appena fuori area ma i suoi incassavano a 3:09 una tripla senza esitazioni di un aggressivo Batum (17-18).

Ancora Gasol con due FT per il +4 dei locali provava a far decollare i suoi ma Willy in area metteva dentro a una mano con l’alzata rapida su assist di Parker che a :50.8 su una second chance (rimbalzo offensivo di MKG) metteva dentro dal mid range il 21-20.

Arrivava quindi a 28 secondi dalla fine il canestro di Monk restituito da Casspi che si faceva prima stoppare in corsa da sotto da Batum ma sulla palla rimasta lì riusciva in gancio a battere il francese per il 23-22 a chiudere i primi 12 minuti.

2° quarto:

Parker inaugurava il periodo con un 2/2 dalla lunetta a 11:42 mentre Monk in movimento si alzava sopra Mack per il passaggio verso la baseline sinistra dove operava Willy che a sua volta in movimento verso canestro appoggiava oltre Green guadagnando anche il libero addizionale che sarà trasformato per il 28-22.

Dopo due punti Memphis arrivava un time-out a 10:53 dopo la realizzazione di Parker schermato in partenza da Willy e poi da MKG in area per andare di destro al sottomano facile.

Miles segnava altri due punti mentre su un rimbalzo offensivo Willy era colpito involontariamente da Mack al volto.

La panchina di Charlotte si rendeva protagonista anche quando a 9:57 MKG andava in schiacciata corta.

C’era però il fallo subito e anche se momentaneamente si portava a casa solo un punto ai liberi e in difesa si veniva colpiti a 9:44 da una tripla di Conley con ampio spazio concessogli, il floater di Parker continuava a far lievitare il punteggio ospite.

Parker però rimaneva giù mentre l’azione si sviluppava sull’altro lato dove gli Hornets si arrangiavano con un fallo.

A 9:20 Green in lunetta segnava solo un libero ma Memphis recuperava il rimbalzo sull’errore al secondo tiro e dopo un air-ball su una palla a due tra MKG e lo stesso Green aveva ancora una possibilità non sfruttata da Conley mentre la spinta a due mani sulla schiena di MKG da parte di Green portava già incredibilmente gli Hornets in lunetta a 9:06 grazie al bonus.

Questa volta arrivava un 2/3 per la nostra ala che faceva volare i Calabroni sul 37-28 mentre con un deep 3 dalla diagonale sinistra Monk riusciva a far toccare ai nostri quota 40 (8:41)…

I tentativi di scambio posizioni e palla dei Grizzlies in attacco erano ben contenuti dalla coppia Bridges/Monk che favoriva una palla recuperata ma subito ripersa sulla quale Willy ci metteva una pezza in stoppata su Jackson favorendo l’appoggio di Walker per il 42-28.

A 7:48 era ancora Conley a sostenere l’offesa dei locali con altri 3 punti e gli Hornets in attacco sbagliavano il primo tiro del quarto con Williams dopo un 6/6 di squadra.

Jackson ne aggiungeva due ma sull’altro fronte Willy, spalle a canestro si girava sulla sinistra e allontanandosi da Gasol faceva partire di sinistro un gancetto in stile Kareem esteticamente bello da vedere per due punti preziosi.

Malik con un buon allungo layup in uno contro uno faceva correre gli Hornets sul 46-33 ma Jackson sfruttando l’angolo sinistro riportava sul -10 i locali che dopo una tripla di Gasol tornavano sul -5 a 5:20 (46-41).

Gasol continuava anche dopo il time-out chiesto da Borrego con un tiro che era aiutato dal primo ferro ma Batum con partenza a ricciolo da fuori si spingeva dentro sino al boom della schiacciata a una mano con la quale posterizzava un Temple troppo piantato in area.

Hornets che rinunciavano al tiro da tre con Marvin ma che facendo girar palla intelligentemente sul perimetro ritrovavano il nostro numero due nell’angolo sinistro liberissimo pescato dal last pass di Lamb bravo ad allungare per lo splash del compagno (52-41).

Holiday ne metteva dentro due, Kemba uno a 3:10 (pressione in avanzamento fallosa di Temple sul capitano in palleggio) mentre Williams in raddoppio rapido su Gasol toglieva palla al centro europeo mentre in attacco Lamb puniva il raddoppio su di lui con un passaggio schiacciato che lanciava Biyombo verso canestro in schiacciata per il 54-45.

Due tiri liberi di Jackson finivano dentro ma Lamb a 1:47 per la terza volta risolveva intorno ai 24 su una palla che gli capitava per caso in zona medio raggio.

Il finale però era quasi tutto di marca dei plantigradi che colpivano con Temple intervallati dal floater di Williams su assist di Batum prima di tornare a segnare con Conley dalla lunetta e con lo stesso giocatore in appoggio al vetro per il 58-54 a chiudere il primo tempo sul 58-54.

Charlotte Hornets guard Kemba Walker (15) shoots between Memphis Grizzlies guard Mike Conley (11) and center Marc Gasol in the first half of an NBA basketball game, Wednesday, Jan. 23, 2019, in Memphis, Tenn. (AP Photo/Brandon Dill)

3° quarto:

Charlotte partiva con il solito fallo subito.

Questa volta era Temple a commetter fallo su un Biz inusualmente lanciato in corsa solitaria.

Il centro congolese segnava solamente il primo libero ma Kemba trovandosi spazio dal mid-range allungava comunque su Memphis a 10:15 mentre i locali non riuscivano a segnare con Gasol ben contenuto sotto dall’aiuto di Williams che sviluppava in questa fase un’ottima difesa mostrata anche su Jackson poco dopo.

Dall’altra parte Kemba arrestava sul fondo la sua corsa raddoppiato da Green trovando anche il varco per l’arrivo a rimorchio di Batum in schiacciata morbida a 9:15.
Charlotte cercava di prendere il largo quando l’appoggio di Lamb con la destra arrivava contemporaneamente al fallo subito sulla decisa entrata.

Gioco da tre punti che a 8:48 issava sul 66-54 Charlotte (altro fallo di Jackson).

Marvin da tre dall’angolo sinistro dimostrava d’aver dimenticato la partitaccia a Indy, quindi arrivavano finalmente i primi due punti del secondo tempo anche da parte di Memphis con la dunk di Green con Holiday che a 7:25 (poco dopo) raddoppiava con un pullup da sinistra provando ad aprire un parziale subito chiuso da Lamb in risposta con una tripla (72-58).

Conley con l’entrata iniziava a essere una ancora più consistentemente spina nel fianco di Charlotte che comunque infilando una tripla auto-prodotta da Batum (passando il blocco di Kemba) volava a 6:15 sul 75-60.

Gasol andava oltre Biz ma a $:48 Batum segnava da tre sul blocco di Biz.

Nulla da fare: fallo chiamato prima e comunque un 2/2 per il transalpino dalla lunetta che a 4:48 faceva tornare sul +15 i nostri.

Memphis riduceva di tre lo svantaggio ma Batum da sinistra su uno scarico rapido di Walker colpiva con un catch n’shoot da tre punti (82-67) prima che a 1:15 Willy da sotto insieme a MKG si arrangiassero u un Gasol che si arrangiava con un circus shot acrobatico che valeva anche il terzo punto dalla lunetta a 1:15 (83-72).

A :32.9 Parker con una finta sulla sinistra si procurava due FT dopo il contatto con Gasol portandoci sul +10 (84-74) dopo l’1/2.

Gasol con il jumper frontale dava speranze ai suoi giunti al -8 e sulla rimessa Charlotte rischiava la persa quindi sulla nuova rimessa andava in difficoltà rischiando i 5 secondi con Borrego bravo a chiamare il time-out per evitare di regalar palla a :15.2 dalla terza sirena.

Lamb in entrata era “bumped” da Green in netta spinta che allontanava Lamb sul tiro rilasciato sull’inerzia e nonostante le proteste del difensore arrivavano due tiri liberi per il nostro numero 3 che piombava il risultato parziale sull’86-76.

Biyombo prova a tenere Marc Gasol. Foto: Justin Ford-USA TODAY Sports

4° quarto:

Arrivavano subito due punti per Memphis mentre ancora una volta Charlotte partiva con le marcature grazie a un fallo subito, concessione di un Green al quinto fallo che si arrangiava su un tiro di un MKG ondeggiante in avvicinamento.

Green dall’altra parte non la metteva sulla chiusura di MKG mentre Parker dalla sua mattonella (diagonale sinistra a medio raggio) era micidiale per infilare il 90-78.

Un fallo da dietro di Willy su Jackson (2/2 dalla linea) e una stoppata in ascesa di Green sullo stesso Willy unitamente a un’azione offensiva portata da Conley che gli consentiva di raccogliere un 2/2 dalla lunetta a 9:38 portavano nuovamente a -8 la squadra di J.B. Staffiere (90-82).
Parker a 9:23 ci riprovava da qualche passo indietro rispetto il tiro precedente ma la soluzione era ancora ottimale…

Arrivava il botta e risposta intorno alla decina di punti quindi: Green da sotto con un 2/2 ai liberi dopo aver ricevuto il lob e aver subito fallo, a 8:49 era un pullup a gambe larghe di Monk bravo a elevarsi su Conley a finir dentro mentre Tony a 8:28 con un altro great jumper (questa volta da leggera posizione di destra) realizzava il 96-84 prima di due punti di Jackson, un’entrata di Kemba off-balance con arcobaleno di Walker sopra il difensore e 4 punti consecutivi di Conley per il 98-90 a 6:38.

Due punti guadagnati da Kemba guidando nel traffico con appoggio da sinistra difficile per angolazione e spazio erano replicati dalla parte opposta ma a 6:02 arrivava un tre punti “critico” realizzato da Williams dal corner sinistro per il 103-92.

Gasol e Marvin mancavano quindi due triple ma il centro spagnolo della squadra in maglia bianca realizzava un lungo jumper da due, tuttavia i locali non si avvicinavano per ché Kemba con l’eurostep passava Temple e Holiday vedendo la sfera arrampicarsi sul ferro e varcare la retina.

Conley era un problema irrisolto in difesa e segnando dalla linea dimostrava di non voler cedere.

Kemba però, dopo tre quarti cheti andava a infilare una tripla con lo step-back rapido.
Green su un blocco con Kemba in possesso di palla finiva fuori per l’ultimo fallo (4:20) mentre sull’azione seguente Kemba lasciava Temple (suo marcatore) per andare a tirare dalla diagonale sinistra dove in uscita provava a bloccarlo il n°13 ma ancora una volta il capitano rilasciava un dardo micidiale avvelenato che valeva il 111-98.

La risposta di Holiday da tre valeva poco perché Biz andava a metter dentro da sotto contro Gasol che lo colpiva preventivamente con una manata non fermando però l’alzata del congolese che resisteva segnando sebbene a 3:29 mancasse il FT assegnatogli.

Nel finale gli Hornets conservavano con alcuni tiri liberi di Lamb fino a giungere al finale tranquillamente vittoriosi (118-107)…

Pagelle

Kemba Walker: 8

22 pt., 2 rimbalzi, 7 assist, 4 rubate,. Tre quuarti dove sembra tranquillo arrivando solamente a 9 punti ma smazzando diversi buoni assist come quello per la tripla da sinistra di Batum sulla sua drive o sul rimorchio del francese trovando spazio dalla linea di fondo oltre il raddoppio. Nell’ultimo quarto si scatena con 13 punti tra due triple assurde consecutive con step back la prima e in faccia al marcatore (lungo) in rotazione la seconda. Rotazione che usa anche per far arrampicare un paio di palloni oltre il ferro su entrate non semplici. Se non è clutch sul tiro decisivo è il giocatore che spinge di più a livello di punti in tutta la NBA.

Jeremy Lamb: 7,5

17 pt., 4 rimbalzi, 4 assist. 5/9 dal campo e 6/7 ai liberi risolvendo ai 24 secondi ben tre situazioni un po’ intricate. Meglio in attacco che in difesa dove smista anche in angolo per la tripla di Williams rinunciando al piccolo vantaggio ma poi si fa vedere in entrata con appoggio di destro e solito and one grazie alla resistenza, al coraggio e alla coordinazione. Difetta un po’ del tiro da fuori con un 1/4 ma lancia il missile in una fase di decollo. A rimbalzo difensivo tiene spesso buone posizioni.

Nicolas Batum: 7,5

18 pt., 4 rimbalzi, 2 assist, 1 stoppata. Ci hanno rimandato l’originale? 4/6 da oltre l’arco tirando senza esitazioni partendo son lo scambio che propone a MKG dalla linea difondo per schermarsi e colpir da tre dall’angolo destro ma va a segno anche su assist di Walker e passando il capitano per un blocco che lo porta a scaricare tre punti dopo essersi presentato in solitaria appena il semicerchio dell’arco. Da ricordare una schiacciata a una mano di forza che posterizza Temple.

Marvin Williams: 7,5

11 pt., 3 rimbalzi, 2 rubate. 4/11 dal campo ma con tre bombe a orologeria importanti comne quella che esplode dall’angolo sinistro nell’ultimo quarto che contribuisce ad affievolire la resistenza dei locali. Ha un’ottima fase difensiva a inizio ripresa (non è un caso che Charlotte lasci a zero per minuti gli avversari portando un parziale di 11-0 chiuso da una sua tripla) nella quale influenza gli attaccanti avversari, Gasol compreso, anche se non è il suo uomo.

Bismack Biyombo: 6,5

9 pt., 10 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata. Rimane a secco nelle stoppate, quasi la specialità di casa. La classe e l’eleganza di Gasol trafiggono il congolese e il suo buon senso della posizione tra l’attaccane e il canestro ma si rifà ad esempio nel finale quando sulla sinistra del ferro appoggia subendo il colpo di Gasol per due pt. e tiro libero addizionale. Sfiora la doppia doppia e il 5/7 dalla lunetta per lui è più che accettabile…

Malik Monk: 7

9 pt., 2 rimbalzi, 2 rubate. 4/7 dal campo e nessuna palla persa con una bomba da casa sua e un’entrata con canestro in ricaduta. Bravo insieme a Bridges su un’azione a cambiare sugli attaccanti portandoli poi a far perder palla alla squadra di Bickerstaff.

Michael Kidd-Gilchrist: 6,5

5 pt., 3 rimbalzi, 2 assist. 0/3 da campo (gli viene rovinata una schiacciata con un fallo) ma un buon 5/6 dalla lunetta con una difesa sufficiente.

Miles Bridges: 6,5

2 pt., 1 assist. Gioca solo 4 minuti ma aiuta con il lavoro difensivo a far aumenntare il gap tra i due team. Plus/minus a +13…

Tony Parker: 7,5

17 pt., 3 assist, 1 rubata. Se i difesa un paio di volte paghiamo i cm che gli mancano, in attacco con un 7/11 non solo si riscatta ampiamente ma diviene la solita spina nel fianco nella prima parte di un finale che sostiene senza Walker. Un jumper che dal mid-range sinistro in diagonale è micidiale che estende anche da un po’ più lontano e che riesce a mettere anche dal centro destra. I Grizzlies non ci credono… io sì ma solo perché l’ho già vista questa magnetica precisione, questo filo sottile e invisibile che lega il rilascio di Tony al cotone delle maglie della retina. Dalla retina degli occhi alla retina del canestro il passo è breve e concreto. Una sola palla persa con un +14 di plus/minus…

Willy Hernangomez: 7

8 pt., 9 rimbalzi, 1 assist, 1 stoppata. Inizia bene finendo a un passo dalla doppia doppia. Solito lavoro a rimbalzo, anche in atatcco è efficace. Taglia un’alzata a una mano dal cuore dell’area su uinvito di Parker ma il capolavolo della gara è il canestro alla Kerem-Abdul Jabbar con svitamento a sinistra da spalle a canstro su Gasol che si aspetta gli ruoti intorno mentre lui va a prendersi un piccolo spazio e segna di sinistro con un gancio che ricorda la leggiadria del giocatore dei Lakers. Bella stoppata su Jackson durante la prima rotazione. Non un fattore durante la seconda rotazione con un fallo che porta in lunetta i Grizzlies e una solenne stoppata presa da Green che davanti a lui lo sovrasta per fisico e tempo ma sono un paio di episodi su una buona gara nel complesso.

Coach James Borrego: 7,5

Bella partita di Charlotte che solamente in avvio tentenna un po’ ma si riprende bene e non ha bisogno di grandissimi time-out strategici ma chiama una pausa quando agli Hornets rimangono solo 5 punti di vantaggio dopo una corsa dei Grizzlies e salvca la squadra chiamando ancora il break su una difficoltà in rimessa. I Grizzlies sono una squadra in evidente difficoltà offensiva ma in passato, specialmente fuori dalle mura amiche abbiamo regalato, questa volta no grazie a una prova difensiva attenta e concentrata. Una gara mai in disussione poi nel secondo tempo con il team a trovare le soluzioni offensive migliori fino all’ascesa di Parker e Walker che fanno un po’ da soli spazzando via quasi il gioco di squadra. Anche Batum giganteggia in serata.

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.

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