Game 48: Charlotte Hornets @ Toronto Raptors 113-125

Intro

Fuori dal circuito statunitense, persa Vancouver, expansion team del 1995, è rimasta una sola città a sconfinare dagli States, si tratta ovviamente di quella che ci ospiterà stanotte.

Questo ha portato alla mia mente una riflessione di Marc Augé, brillante antropologo francofono che diverse decine d’anni fa è partito a fare una riflessione sui luoghi che abitiamo nella modernità.

Mi scuso se questa intro sarà più lunga del solito (potreste anche skipparla naturalmente volendo) ma l’argomento mi sta particolarmente a cuore per comprendere un minimo l’autenticità dei rapporti odierni.

Luoghi fisici ma anche virtuali che possono variare certamente in base alle esperienze personali ma per entrare nel vivo e fare degli esempi costruiti dallo stesso Augé, ecco che un autostrada che ci porta dalla Germania al Portogallo avrà sempre uno stesso standard così come l’omologazione di molti centri città con gli stessi brand crea una specie di soluzione di continuità alienante poiché per certi capi si vengono a perdere le peculiarità, le caratteristiche storiche di quel posto, spesso anche culturali.

Esistono però anche luoghi virtuali, illusori come internet dove ci si può perdere e dove è più facile che i rapporti umani possono farsi volatili mancando d’esperienza e fisicità, mancanti di quel vissuto che creano un rapporto “vero” tra due persone.

Non esistono in assoluto però secondo l’antropologo luoghi assoluti definibili come luoghi o non luoghi (definizione di Marc per descrivere gli spazi costruiti dalla società per il consumo, ecc. privi del pathos emozionale) poiché ogni individuo, per quanto atomizzato possa essere possa avere dentro di sé una concezione di luogo o non luogo a seconda di ciò che quel posto rappresenta per lui, anche fossero un aeroporto o un supermercato, non luoghi per antonomasia.

Questo video è un buon punto di partenza per comprendere una parte del discorso del filosofo francese.

Quanto reale e forte può essere un’amicizia cominciata, basata e costruita virtualmente?

Dipende dal tipo di rapporto ma spesso si potrebbe dire che molti rapporti saranno destinati a morire perché troppo arelezionali o particolari, atomizzati.

Quando la serendipità mi ha portato a costruire, grazie al gestore della pagina generale di Playit.usa, questo sito le idee che avevo in mente erano quelle di creare da una parte una sorta di enciclopedia multimediale sugli Hornets (video, audio, risultati storici, storia, aneddoti, presente, ecc.), dall’altra parte volevo che questa pagina fosse per il possibile un luogo e non un non luogo nonostante la forzosa connotazione virtuale del mezzo.

Probabilmente l’interazione non da social del mezzo è ancora meno non luogo di un social stesso ma attraverso una voluta non omologazione grafica (i disegni creati da me a mano, la grafica dei fondali e la semplicità della pagina voluta perché risulti consultabile velocemente e meno dispersiva) per cercar di rendere più calda la virtualità, attraverso la pluralità delle persone che oggi stanno partecipando nel creare contenuti condivisi attraverso le competenze e la simpatia anche sulle altre pagine dedicate, oltre a cercare di rendere più piacevole ed interessante la lettura, uno degli obiettivi era quello di provare a rendere partecipe e non solo spettatore il popolo teal & purple.

Non so quali dei nostri rapporti virtuali (in generale) si consolideranno e quali si disperderanno, probabilmente solo il tempo potrà dirci che risultato avranno, un po’ come gli Hornets nel luogo non luogo out of States (tra l’altro unico campo NBA che non ha attualmente pubblico per le regole restrittive dello Stato dalla foglia d’acero) che ci ha regalato vittorie emozionanti negli ultimi anni (chi non si ricorda la tripla di Lamb da metà campo?) cercheranno di non essere solo un gruppo di persone che passano del tempo insieme per via della loro professione ma tenteranno di ottenere una vittoria per tornare a far storia a Charlotte cercando di accumulare una W che ci avvicini ai playoff che mancano da ben sei anni.

Relazione a distanza con i parquet canadese della Shahamadi e di Dell Curry costretti a rimanere a Charlotte.

Andamento della partita

I quintetti sul parquet dell’Ontario.

la partita iniziava bene per Charlotte che al primo tentativo andava in lunetta con Bridges (fallo di Siakam) passando sul 2-0.

Lo stesso Siakam al vetro pareggiava, esperienza che si ripeteva dopo il canestro da sotto di Plumlee (favorito dalla drive di Ball) con Achiuwa e il suo quasi 3 dall’angolo destro mentre un passaggio no look di Plumlee si sperdeva sulla bench di Charlotte ma la pressione di martin faceva recuperar palla a Charlotte per violazione degli 8 secondi della metà campo.

Rozier era stoppato in angolo da Boucher ma la sfera rimbalzando sul lato della tabella tornava incontro all’accorrente Rozier che gestiva bene l’entrata sulla baseline fino al ferro.

Il pareggio di Siakam era il preludio al vantaggio dai padroni di casa che caratterizzava il primo quarto con la tripla di Trent Jr., Anunoby a 8:51 aggiungeva un’entrata easy aprendo mentalmente la strada al team di Nurse anche se Rozier dall’angolo sinistro trovava l’estemporanea granata per il 9-11.

Toronto si allontanava velocemente dopo i colpi di Siakam e di Ball con una tripla di Anunoby, mentre Ball a 7:00 splittava solamente i due FT a disposizione per vedere poi l’entrata facile di Trent che mandava Borrego in time-out a 6:51 con i locali sul 12-16.

Lo 0/2 di martin in lunetta al rientro non aiutava così la tripla di Trent, la dunk di Anunoby e l’ennesima a bomba, questa volta da parte del rookie Banton lanciavano sul 12-26 i canadesi interrotti da due FT di Ball a 5:24.

Non mutava però il trend, a Toronto entrava quasi tutto: Siakam mandava nel cesto la quinta tripla di squadra su sei tentativi e Banton incasellava il 6/8 sempre da fuori.

Nonostante gli ingressi di Oubre Jr. e P.J. non si riusciva a mettere un freno all’attacco avversario giunto sul 14-32 prima di due punti ottenuti da Ball in fing and roll su un errore da fuori di Oubre Jr..

La steal di Rozier valeva il 18-32 e il time-out di Nurse a 3:17.

P.J. A 2:34 segnava una tripla, dentro anche Bouknight ma su un’altra tripla infilata questa volta da Oubre Jr. (24-37 a 1:46) una spinta di Champaigne proditoria (in risposta a una manata precedente di P.J. dall’altra parte) accendeva una mini-rissa subito sedata ma che aveva effetti più devastanti per Charlotte vista l’espulsione di entrambi ed il relativo valore ed importanza per le rispettive squadre.

Miles impiegato come centro, small ball pura sul parquet, finale con alcune buoni azioni di Rozier e si giungeva a -12 (27-39) complici le percentuali da 3 (3/12 CHA VS 7/11 TOR) e il 10-15 a rimbalzo.

Il fallo di Boucher sul rookie Bouknight portava il nostro Sid a realizzare due FT a 11:35, un -10 che riconquistava ancora il nostro rookie poco più avanti con un appoggio sulla drive (33-43) ma Toronto rimaneva distante e il contatto creato da Bouknight sulla finta con un Watanabe fuori equilibrio e nel cilindro del tiratore valeva sì tre FT (tutti realizzati) ma solamente il nuovo -10 (38-48) a 8:06.

Gli attacchi avevano il sopravvento ma da un malinteso nei tempi tra Ball e Bouknight per un alley-oop a 6.30 usciva una dunk di Achiuwa per il 40-55.

Bridges da tre e una transizione di Anunoby erano tratti caratteristici del momento (43-60) quindi i Raptors a 4.16 arrivavano prima in bonus degli Hornets con Siakam a realizzare il +18 (47-65).

Il gap scemava leggermente per effetto di qualche FT mancato da Toronto e per la bravura di Miles che contro Trent rilasciava un reverse fuori equilibrio con spin perfetto a baciare il primo ferro che lo accompagnava dentro e poi ancora un paio di drive di Bridges servivano ad arrivare sul -13 (61-74) ma il colpo finale (pull-up di Flynn) mandava le squadra a riposo con un largo scarto di 15 punti a favore dei biancorossi (61-76).

Con una difesa chiaramente da sistemare e una small ball estrema i Raptors si avvantaggiavano 19-29 a rimbalzo mentre un altro fattore del successo della squadra di Nurse era il 61,7% al tiro contro il 47,7% di Charlotte che compensava qualche punto con un 15/19 dalla lunetta contro l’8/11 avversario.

Troppo semplice creare per Toronto con un 10-19 negli assist mentre 19 punti di Siakam e 15 di Trent spingevano i locali contrastati dai 15 di Bridges e dai 13 di Bouknight con il secondo sul parquet per 13:17.

La ripresa si apriva con Toronto piuttosto addormentata tanto da venir colpita un paio di volte da Plumlee in schiacciata.

Un blocking di Ball su Anunoby dava la possibilità a 9:42 di recuperare i primi due punti del secondo tempo alla squadra di Nurse ma a 9:25 Bridges scoccava una tripla, Rozier sulla rimessa tra Achiuwa e Trent si infilava depositando facilmente e in transizione il lancio di Rozier per LaMelo valeva la jam del 72-78 che costringeva i Raptors al time-out.

Scaduti i 24 ai Raptors e persa un’altra occasione dalla lunetta con Martin (altro 0/2), la tripla di Ball su passaggio di Plumlee (fulcro dell’azione) valeva il -3 ma la difesa di Charlotte tornava lentamente a smollarsi e dal pull-up di Barton si arrivava alla tripla di Boucher per il 75-83 prima che Plumlee interrompesse il parziale accennando una finta sotto prima di chiudere in reverse jam.

Un 2+1 di Trent (fallo di Ball) fuori equilibrio e due liberi di LaMelo a 5.31 portavano il punteggio sul 79-86.

A portare fuori dai radar degli Hornets però le cifre dei Raptors era Trent, che unitamente al cambio Martin/Bouknight (gli Hornets perdevano ulteriormente intensità difensiva) contribuiva con un finale dove riusciva a mettere in faccia a Bridges anche un fade-away su una gamba prima di infilare tre liberi a un secondo dalla fine (più un altro punto Raptors per un tecnico a Bridges) dando l’86-105 ai suoi.

L’ultimo quarto era una fastidiosa formalità visto l’ampio scarto che a 6:58 – in time-out – dalla fine era ancora attestato a 16 punti (sceso solamente di tre) dopo due FT di Ball realizzati in precedenza a 7:21.

Con Bridges e Rozier a permanere fuori dalla rotazione anche nel finale (Oubre Jr. e Bouknight sul parquet), oltre alla tripla di Trent su Oubre Jr., oltre ai titoli di coda si accendevano anche le luci in sala: 103-122 in una serata da film horror per Charlotte dove nel finale si vedeva comunque la panchina profonda accorciare grazie a due triple di Thor fino al 113-125.

Cody Martin e Kelly Oubre Jr. cercano di controllare il giapponese Watanabe, non il principale problema di serata. Foto tratta dalla pagina ufficiale degli Charlotte Hornets.

Analisi

Una partita che avrebbe potuto essere più facile sulla carta per la perdita di VanVleet (Hayward però ancora out tra le fila di Charlotte) da parte dei canadesi si complicava sin da subito, un po’ per l’espulsione nel primo quarto di P.J. Washington, un po’ per la visione troppo romantica di James Borrego nel primo tempo (il tentativo di contrastare con una small ball rapida) la potenza fisica dei Raptors si rivelava affine all’attacco ma poco all’equilibrio difensivo dava modo di arrivare alla squadra di Nurse all’intervallo con 15 punti di vantaggio.

Scombinato nei piani, Borrego non è riuscito a rimediare alla nuova impostazione dei Raptors fatat di cm soffrendo Siakam, Anunoby e Boucher.

Il resto lo facevano la serata super di Trent che “sostituiva” nei panni di scorer il compagno Fred con una prestazione da 32 pt. (11/21) facendo risultare per la maggior parte del tempo la partita noiosa visto l’ampio gap.

Charlotte reagiva seriamente soltanto in avvio di ripresa quando l’inerzia dei viola fatta di difesa e pressione (qualche raddoppio su Siakam in occasione) si arenava sul -3 (75-78) dopo una tripla di Ball.

La difesa di Charlotte perdeva intensità e i punti di divario a 12 dalla fine tornavano a essere 19.

Senza l’equilibrio di Hayward e con P.J. sul parquet per poco più di tre minuti e mezzo personalmente avrei tentato al carta difensiva Thor ma con il senno di poi siamo tutti bravi, di certo permaneva visibile la difficoltà degli Hornets a rimbalzo contro Boucher, Siakam e soci.

Oltre a Trent i Raptors hanno beneficiato di 24 punti a testa della coppia Anunoby/Siakam (12 i rimbalzi per il secondo), 12 sono arrivati da Boucher, 11 da Flynn e 10 dal rookie canadese Banton.

Partita fisica con un 44-52 a rimbalzo, un 2-7 nelle stoppate e un 23 pari ai liberi anche se Toronto battendone 3 in meno (32-29) ha avuto una miglior percentuale come quella al tiro: 48,8% CHA, 52,4% Tor con gli Hornets al 32,3% da fuori Vs il 47,1% avversario, nemesi di serata.

56-40 nel pitturato viste le diverse incursioni ma un 2nd chance sul 10-20 per l’avversario.

Con Rozier e Bridges in panca nell’ultimo quarto e una sconfitta (la seconda di fila) che fa avvicinare le rivali dell’Est vittoriose nella notte (Boston oltre alla stessa Toronto), domani, in back to back, urge una vittoria a Indianapolis (out Turner) per riprendere un filo perso con la vittoria partendo da atteggiamento mentale e difesa.

LaMelo Ball: 6,5

25 pt. (8/16), 3 rimbalzi, 7 assist, 1 rubata, 4 TO, -19 in +/- in 32:07. Un po’ frustrato poiché ha spesso le mani avversarie addosso (non viste quelle di Trent e canestro preso in contropiede), nel finale di terzo quarto prende anche un tecnico. Le sue alzate e i suoi passaggi di serata sono in media e aiutano il solito Plumlee a racimolare qualche punto. Pare aver perso un po’ il feeling con la tripla. Un 1/5 prendendo tiri troppo frettolosi nella meccanica di tiro mentre in entrata va decisamente meglio recuperando anche un 8/9 dalla lunetta.

Terry Rozier: 5,5

12 pt. (5/11), 3 rimbalzi, 6 assist, 2 rubate, 1 stoppata in 29:06. Migliora complessivamente al tiro ma non da fuori (1/5). Una versione più altruista di Rozier non sembra nemmeno propedeutica alla salute del suo tabellino. Paradossalmente, senza forzare, dovrebbe tornare qualche volta a compiere qualche scelta più egoista. Ottimo il baseball pass per la dunk di Ball. Un paio di ottime rubate da segnalare compresa quella sulla rimessa dal fondo di Achiuwa per due punti rapidissimi.

Cody Martin: 5,5

4 pt. (2/8), 8 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata. Mette energia e pressione. Ad un certo punto riesce a bloccare Siakam che passa sistematicamente la palla sebbene non per tutta la partita sia una sbarra così efficiente inoltre non tira bene e ai liberi lo 0/4 è grave perché arriva in momenti delicati. Sicuramente da rifirmare poiché rimane un buon difensore e uno dei pochi di Charlotte a giocare intensamente ma da qui a sostituire in personalità e multifunzionalità Hayward, ne passa…

Miles Bridges: 6,5

22 pt. (6/10), 4 rimbalzi, 3 assist, 3 TO. Un po’ in versione Brico Center, il fai da te di Miles è però spesso vincente. Splendido il reverse contro Trent, un fuori equilibrio con uno spin sul primo ferro che trascina dentro la palla. Arriva nell’arco di qualche minuto insieme ad un altro paio di convinte entrate che i Raptors non riescono a stoppare. Rimane in panchina nell’ultimo quarto. Secondo me l’equivoco è che in difesa dovrebbe essere più un 3 come rimbalzista contro squadre lunghe e manca il suo apporto in questo senso. Un 2/4 da fuori non è male.

Mason Plumlee: 6

12 pt. (6/9), 9 rimbalzi, 3 assist, 1 rubata. Sufficienza risicata per l’attacco dove riesce a farsi trovare sotto canestro più volte e a concludere con schiacciate e alley-oop, quando sbaglia due FT per sua fortuna gli offrono una second chance e ringrazia. A rimbalzo in 32:09 lo trovo scarso anche se sfiora la doppia doppia perché arriva su certi palloni ma poi non riesce a tenerli o se li fa strappare non difendendo adeguatamente palla. Non è il centro che sarebbe servito per l’upgrade, lo immaginavo un pochino superiore all’attuale rendimento.

Kelly Oubre Jr.: 4,5

9 pt. (3/11), 3 rimbalzi, 4 PF. Partita che trovo anonima e senza cuor di Kelly. Sesso si limita a sparare da fuori e male (2/8), influenzando negativamente i possessi offensivi mentre dietro deve commettere qualche fallo, tuttavia anche in close-out (discreti ma non aggressivi) spesso ci rimette su Trent. A parte la tripla che anticipa P.J., 5 punti arrivano in un finale e sono inutili ai fini della vittoria.

P.J. Washington: 4

3 pt. (1/1) in 3:38. Entra, segna da tre, rifila una manata a Champaigne in difesa, accende la scaramuccia dopo la spinta dello stesso (restituzione con un colpo proditorio alla schiena sull’attacco degli Hornets) e finisce fuori. Avrebbe potuto essere l’unico in grado (visto che i vari Jones, Richards e Thor non giocano) a contrastare i cm dei canadesi, invece, nervoso, finisce anzitempo negli spogliatoi lasciando in ambasce la squadra.

James Bouknight: 6,5

18 pt. (6/11), 2 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata in 28:49. Sicuramente fa un buon primo tempo con 13 punti dove mostra più intraprendenza rispetto al secondo. Alterna qualche buona difesa ad altre latenti o scarse. E’ un rookie, se vogliamo chiedergli di segnare qualche punto come da suo istinto va bene, al momento molto di più non può fare e va accompagnato con dei difensori più stabili e aiuti intorno a volte. Manca un alley-oop dopo aver iniziato a recuperare una palla in difesa poiché sull’alzata di Ball non c’é intesa con l’uomo dei Raptors di mezzo.

Ish Smith: 5,5

0 pt. (0/1), 2 rimbalzi, 1 stoppata in 7:59. Entra per uno scorcio nel primo tempo, impalpabile, nel finale si ripresenta ma ormai serve a poco.

Nick Richards: 6

0 pt. (0/1), 1 rimbalzo, 1 assist in 3:58. Buon assist, pessimo turnaround anziché servire Thor libero in angolo.

Kai Jones: 6

2 pt. (1/1), 1 rimbalzo, 1 assist in 3:58. Bella schiacciata facile, un pallone sfuggitogli dalle mani su passaggio di Richards che poteva valergli altri due punti.

JT Thor: 6,5

6 pt. (2/2) 1 rimbalzo, 1 assist, 1 TO in 3:58. Un lob oltre Bouknight è il malinteso che costa il TO per infrazione di campo poi serve bene in verticale Jones per smarcarlo sotto canestro e piazza dagli angoli due triple con sicurezza. Oscilla sulla lunetta contro l’attacco dei Raptors flottando ben. Il tutto in 4 minuti scarsi, sicuri non serva in difesa quando conta davvero? Una possibilità gliela darei.

Coach James Borrego: 4

Dal mio punto di vista “ ceffa” il piano partita giacché Toronto, una delle migliori squadre a rimbalzo offensivo ma una delle peggiori a livello di rebound difensivi, ci surclassa in questo aspetto e inoltre riusciamo, bravura a parte degli interpreti canadesi, troppe triple. Inizio Telepass sotto il ferro, prolunga la permanenza di Plumlee sul parquet e quando entra P.J. Washington non gli da certo una mano facendosi espellere. Cambi su cambi finiscono per peggiorare la situazione. L’entrata di Bouknight sul finire del terzo quarto, mal compensata e la sola rapidità (visione romantica che amo molto ma che non trova molti riscontri in fisica se non hai il Curry di turno scatenato in serata) contro kg, cm e visione non gli danno ragione alla fine.

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.

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