Game 49 – Charlotte Hornets @ Boston Celtics 86-116

Intro

Hai sentito la notizia?

La festa è finita (1982)

Hai sentito la notizia?

Sto rispondendo di nuovo

Beh, è ​​diventato troppo dopo l’incidente

Non potrebbe sentirsi peggio

Mi voltai e lo vidi cadere a terra

Un po ‘prima, era un gioco

Immagino la barriera

Dev’essere caduto

Non mi piace leggere le notizie

Sai qualcosa che sto passando

Non mi piace leggere le notizie

Sai qualcosa che sto passando

Hai visto la mia fotografia

Era a pagina dieci

L’ho giurato a tutti

Non è colpa mia

Mi voltai e lo vidi cadere a terra

Un po ‘prima era un gioco

Sono così usa e getta

Puoi buttarmi via

Non mi piace leggere le notizie

Sai qualcosa che sto passando

Che stupido sono stato

Non sono arrivato in tempo

‘Cosa sta succedendo?’

È così difficile dormire la notte

È così difficile dormire la notte

È così difficile dormire la notte

Per dormire la notte

La traduzione della canzone Have you Heard the news?

Dall’album The Party’s Over del 1982, mentre l’Italia pallonara era in festa per la vittoria in Spagna, arrivano toni cupi.

La contraddizione che rappresenta il testo e che vive in maniera differente dentro il tifoso di Charlotte oggi è evidente.

Una squadra con il quarto record a Est da difendere sarà priva per diverse settimane di alcun suoi migliori elementi.

Superficialmente il testo sembrerebbe raccontare la storia dell’infortunio di Hayward vista dagli occhi di un fan.

Quale sia l’origine del testo non sono ancora riuscito a scoprirla, qualcuno saprà certamente molte cose più di me sull’argomento ma un’ipotesi suggestiva non mi stupirebbe di certo se Hollis (il cantante) fosse andato alla ricerca della storia di un altro cantante antecedente e contemporaneo a lui: Johnny Cash.

Quando Johnny aveva 12 anni pregò suo fratello Jack (14 anni) di andare a pescare.

Jack rifiutò perché aveva un lavoro nel quale tagliava querce con una sega da tavolo.

Dopo un po’ di tempo – quel giorno – annoiato, si diresse verso casa.

Suo padre lo incontrò per strada in preda al panico: c’era stato un incidente e Jack era gravemente ferito.

Il fratello, trascinato verso la sega era stato gravemente ferito dalle costole all’inguine e dopo due settimane purtroppo il suo corpo cedette, non prima di aver rivelato alla famiglia d’aver visto gli angeli.

Il padre, affranto dal dolore, accusò Johhny e gli disse che era morto il figlio sbagliato.

Il carattere di Johnny divenne più introverso e silenzioso sino ad avere problemi da adulto anche perché probabilmente si sentiva in colpa per non esser rimasto lì e per le dure quanto ossimoricamente incomprensibili comprensibili parole del padre.

“Dopo la morte di Jack, mi sentivo come se fossi morto anch’io”, ricorda Cash, aggiungendo: “Non avevo altri amici”.

“La domanda più importante nella … mia vita”, scrisse Cash, “è stata ‘Qual è la via di Jack? Quale direzione avrebbe preso?'”

Jack si materializzava anche nei sogni di Johnny ogni tanto, in genere quando il suo senso di colpa gli suggeriva che una determinata cosa non sarebbe dovuta essere stata fatta o sarebbe da realizzare.

Cash ha scritto anche: “Non c’è modo di ingannare Jack”.

Forse Hollis si riferisce ad altro ma ricordando la storia di Cash possiamo notare come i panorami mutino velocemente e talvolta in maniera drastica e beffarda.

Purtroppo il fratello di Johnny non ha avuto la possibilità di uscire indenne dal terribile incidente, gli Hornets, è solo un gioco, ce l’hanno anche se in qualche maniera sono stati feriti.

Alla vigilia della partita abbiamo ancora 24 tappe prima di sapere se avremo l’extra premio post stagionale, proviamoci ragazzi…

Analisi

In una serata storta per Charlotte, i Celtics portano a casa la partita in breve tempo.

Il volgere degli eventi muta a inizio secondo quarto quando, sul 26-25, Borrego si affida alla panchina per resistere ma essa viene travolta senza appello.

Se poi P.J. – in campo con essa – evidenziando la sua serata negativa, andava a commetter fallo in close-out su Fournier producendo un gioco da 4 punti usato dalla squadra di Kemba per salire sul +11 (30-41), non c’era storia…

I Celtics hanno tirato meglio specialmente da tre risolvendo una partita con un attacco capace di far girar palla meglio di quello di Charlotte.

Le individualità unite al gioco di squadra hanno fatto la differenza come l’imprevedibilità mal usata di Charlotte che ha contribuito a produrre 17 TO contro i soli 6 dei Celtics.

Troppa la differenza….

Gli Hornets dopo un buon avvio hanno perso il ritmo affidandosi a soluzioni personali a basso impatto con tiri presi singolarmente e ben contrastati.

Queste le statistiche di squadra:

Per i Celtics 22 i punti di Tatum, 17 a testa per Jaylen Brown e Fournier, 16 per Robert Williams III e chiudendo con gli uomini in doppia cifra ecco la coppia di guardie Smart/Walker con 12 pt. ciascuno.

Kemba è partito lentamente al tiro ma poi ha carburato.

Attacco più equilibrato quello dei Celtics con solo tre Hornets in doppia cifra (Rozier 22 pt., Graham 11 e Bridges 10) e 86 punti totali, davvero pochi.

Sapevamo ci sarebbero stati problemi, occorre ricompattarsi e trovare la vitoria a OKC che non sono esattamente la stesa cosa della buona Boston osservata stasera.

La partita

I quintetti:

Il coach dei Celtics Stevens schierava inizialmente la squadra con: Walker, Smart, J. Brown, Tatum e Williams III.

1° quarto:

La partita per i Celtics iniziava in maniera aggressiva sin dal salto a due ma sulle due occasioni avvenute sullo stesso possesso Smart e Walker non trovavano l’armonia giusta per le loro triple così da sinistra finiva per colpire Rozier in catch n’shoot 3.

Brown pareggiava (sempre dalla sinistra con una tripla) quindi su un consegnato di Biz a Bridges vedevamo proseguire la nostra ala sull’arco fino alla top of the key da dove sparava convincentemente una tripla vincente.

Williams accorciava con due punti da sotto ma Rozier dalla diagonale sinistra scoccava un’altra freccia diretta al bersaglio per il 9-5.

Ancora Williams sulla transizione non trovava avversari che lo impensierissero impedendogli la dunk ma Charlotte replicava con la jam di Miles pescato in mismatch con Walker e Graham con due jumper allungava il divario sul +9 (16-7).

Dopo aver segnato due punti per parte la partita tornava nel vivo con l’avvicinamento di Boston che ringraziava Brown e le sue due triple (18-15) ma a 4:23 il time-out chiesto da Charlotte funzionava per Rozier che saltava alto all’altezza della FT line per infilare il 20-15 (decimo punto personale).

Ancora Brown dava la spinta ai suoi passando Bridges e appoggiando il -3 che precedeva il pari realizzato da Fournier con tiro da oltre l’arco con il maltrattato Bridges in inutile close-out.

Un bel passaggio schiacciato di Zeller per Bridges si chiudeva con il fallo di Kornet, fortunato a resistere alla schiacciata di Miles.

I due liberi ci riportavano avanti ma Fournier da fuori mandava per la prima volta avanti i verdi in serata (22-23).

Cody Martin effettuava il controsorpasso sbattendo su Kornet sotto canestro riuscendo però a inarcarsi per far passare il piccolo arcobaleno sul lungo.

L’alzatina di Konet e il rimbalzo offensivo più schiacciata di Zeller (Wanamaker miss 3) chiudevano il punteggio sul 26-25 nel primo quarto.

Rozier finirà con 22 punti ma non basteranno a Charlotte per colmare l’enorme divario. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

2° quarto:

Iniziava male solo a guardare il parquet il secondo periodo con McDaniels sul parquet.

Langford poi si permetteva il lusso di segnare da tre e murare lateralmente il tentativo di schiacciata di Miles e nonostante Tatum fosse stoppato da un P.J. che si arrangiava un po’ di mestiere, lo spin di Fournier su McDaniels lasciava il lungo nel suo cilindro impossibilitato a fermare il tiro del francese per il 26-30.

Wanamaker usava il fisico per l’alzata in area quindi Tatum con un lungo due ripristinava un +4 destinato a divenire +6 con il canestro di Pritchard che mandava in time-out Borrego il quale tentava di stoppare il ritmo avversario ma non aveva ancora visto il peggio.

Su un’entrata di Fournier, sotto la spinta del francese Rozier in caduta riusciva a toccar la sfera mandandola lontana prima dell’alzata ma la sfera rimasta alla squadra di Stevens finiva per essere girata ancora all’ex Magic che segnava una tripla mentre era anche toccato dal goffo close-out di P.J. Washington.

Gioco da 4 punti, Leprechaun sul +11 (30-41), out P.J. al terzo fallo, dentro il dannoso Caleb Martin.

Da una drive con ottimo scarico di Walker arrivava l’open 3 di Brown che spediva sul -14 gli imenotteri, punti recuperati, gli ultimi, per una volta bene da McDaniels che in transizione, ben imbeccato da Rozier, appoggiava un two and one a 5:27.

Il divario si riduceva a 3:19 con un pullup di Graham e un canestro in transizione di Caleb Martin su altra offerta del n° 3 di Charlotte (39-47 a 2:46).

A raffreddare la rimonta degli Hornets arrivava l’alley-oop dinamico di Williams III che servito da Smart andava a esaltarsi ma Charlotte in bonus potrebbe almeno resistere, invece, per ben tre volte Biz (bene a rimbalzo) in lunetta andava solo con un 2/6 che portava lontani i Calabroni anche perché Walker sbeffeggiava due volte Caleb Martin trovando i primi punti della sua partita e sulla sirena Smart infilava la tripla dalla sinistra che valeva il finale di primo tempo: 43-58 con gli Hornets in difficoltà qualitativa e di gioco.

Troppi tiri presi dal palleggio con l’uomo addosso e problemi di tenuta difensiva soprattutto in giocatori come Caleb Martin e Jalen McDaniels.

3° quarto:

La ripresa cominciava con il buon assist corto di Graham per Biz che trovava due punti facili da sotto ma non sembrava serata quando Smart facendo sbattere sul tiro da tre (chiuso da Biyombo) la palla sul vetro per vederla finir dentro fortunosamente.

Walker a 9:59 aggiungeva altri tre punti prima che Graham al secondo possesso e stesso tentativo da tre correggesse la mira per il 48-64.

La partita però ormai sembrava decisa: Brown da tre metteva il tiro P.J. mancava una prima tripla, infilava la seconda a 7:37 ma mancava la terza in open così Tatum battendo Miles per il 57-73 cominciava a carburare trovando un altro canestro appoggiando oltre la buona difesa di Rozier.

Terry si rifaceva con una drive nel traffico (58-78) ma un open 3 di Walker mandava sul +23 la squadra del Massachusetts mitigato momentaneamente solo dai canestri di Wanamaker in entrata e di Cody Martin dall’angolo destro per il 63-81.

Tatum segnava da tre e poi due FT, Boston navigava anche oltre la boa al largo fino a spingersi sul +28 con un altro buzzer beater: questa volta era Tatum a passare Cody Martin che scivolando apriva la porta per il 70-98.

4° quarto:

Il completo garbage era evitato per un po’ dalla presenza di Rozier che tornava a segnare con una tripla poi subendo fallo da Williams assestava un 3/3 in lunetta ma su un altro tentativo la terna non vedeva il fallo di Langford netto sul piegamento del suo gomito pronto a dar la spinta per il rilascio.

Terry lasciava il parquet sul 77-106, tempo per le new entry quali Richards che si metteva subito a litigare con Wagner.

Wagner realizzava una tripla, Pritchard lo seguiva, Wanamaker metteva dentro l’81-109.

Un circus layup di McDaniels non era seguito dall’and one ma almeno il sophemore diceva no al lunghissimo Fall in alley-oop rallentandolo con un fallo che portava l’africano in lunetta per splittare.

Darling in uscita a ricciolo sparava da tre al volo molto bene, Richards schiacciava mentre Vernon Carey Jr. mancava due triple dagli angoli.

Il primo tiro di Riller non entrava e si andava avanti così, senza troppa importanza per un largo finale sull’86-116 su un campo diventato difficile negli ultimi anni.

Devonte’ Graham: 6,5

11 pt. (4/8), 4 rimbalzi, 6 assist, 1 rubata, -9 in +/-. 1 TO. Lui fa la sua parte prendendo tiri veloci e precisi ma quando rientra nel secondo quarto la squadra ha sbandato pesantemente così non può più cambiare l’inerzia. L’aveva lasciata sul 26-25… Buoni assist e una steal in 26:45.

Terry Rozier: 6,5

22 pt. (8/19), 7 rimbalzi, 4 assist, 1 rubata, 1 stoppata, -12 in +/-. 3 TO. Buona partenza di Terry nel primo quarto con 10 pt. ma nel secondo sbaglia troppo e la squadra si perde. Ne realizza ancora qualcuno nel finale e gli mancano tre FT per fallo di Langford. Esce su quello che diventa solo un air-ball da tre per la terna. Realizza i suoi punti ma speriamo torni super a OKC…

P.J. Washington: 5

3 pt. (1/6), 3 rimbalzi, 2 assist, 1 stoppata, -19 in +/-. 2 TO e 4 PF in 21:27. Disastroso in contenimento su Brown e anche in attacco. Stoppa Tatum con mestiere ma ha ben pesto problemi di falli. Mette la tripla centrale delle tre tentate in breve tempo ma se sbaglia gli open mentre dall’altra parte li segnano, addio…

Miles Bridges: 5

10 pt. (3/9), 5 rimbalzi, 2 assist, -14 in +/-. 4 TO. 2/3 da fuori ma solo 1/6 da 2 pt…. Palloni buttati via in salto cercando compagni, un primo quarto dove in difesa la cosa migliore la fa su Tatum allo scadere contenendo il tiro da tre ma dopo esser passato per le armi da diversi giocatori. L’impegno c’è ma la serata è un po’ dannata. Manca il suo reale apporto e clienti difficili lo perforano per tutta la partita.

Bismack Biyombo: 5,5

6 pt. (2/2), 3 rimbalzi, 2 assist, 2 stoppate, -10 in +/-. 3 PF in 21:15. Un 2/6 ai liberi nel secondo quarto che non aiuta. Qualche fallo per fermare possibili canestri (buono quello preventivo su Williams in post basso), bene a rimbalzo nel primo tempo ma i suoi limiti sono evidenti anche se piazza due stoppate.

Cody Zeller: 6,5

7 pt. (3/5), 7 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata, -8 in +/-. 2 TO in 13:29. Troppo poco tempo concesso a Zeller che potrebbe tornare più utile di McDaniels o Caleb Martin se Borrego avesse in mente meno small ball. Si perde in agilità forse ma si guadagna in concretezza. Almeno lui cattura rimbalzi e converte in punti. Una bella steal ma da contraltare una palla persa sulla quale commette subito fallo per non far ripartire l’azione. Con un minutaggio limitato non dispiace soprattutto se confrontato in toto agli altri lunghi, rimane il più completo.

Brad Wanamaker: 5,5

7 pt. (3/7), 2 rimbalzi, 3 assist, -25 in +/-. 1 TO. Questa volta aggiunge poco in realtà anche se colleziona qualche punto. La staticità del play non aiuta una squadra di riserva già priva d’iniziativa personale nel secondo quarto. Un bel canestro in entrata. Simbolo della disfatta quando come miglior tiratore di liberi della scorsa stagione manca il primo dei due concessi scuotendo la testa.

Cody Martin: 5,5

6 pt. (2/6), 2 rimbalzi, -24 in +/- in 17:24. Basta guardare il plus/minus e i minuti. Gira per il campo travolto dagli avversari. Un bel canestro inarcandosi oltre Kornet da sotto e un lungo due da destra ma poi fa poco e la sua difesa va in frantumi.

Jalen McDaniels: 5,5

7 pt. (3/6), 1 rimbalzo, 1 assist, -13 in +/-. 2 PF in 16:50. Due buone azioni chiuse con l’and one possibile, uno mancato proprio sulla più bella con un circus shot recuperando la palla sfuggitagli in volo sul salto per l’appoggio elegante. Sbaglia altre situazioni come quando a ricciolo in entrata da una spallata Williams che non fa una piega e lo stoppa ma soprattutto è un buco difensivo e si nota nel secondo quarto.

Caleb Martin: 5

2 pt. (1/5), 6 rimbalzi, 1 assist, -6 in +/-. 1 TO in 18:34. Più o meno avere presente quella situazione nella quale avete bisogno di qualcuno che sappia fare qualcosa senza rivolgersi a un professionista che costerebbe troppo e la soluzione a basso costo arriva dall’amico che vi dice: “Senti, ma io ho un fratello bravo che…”. Ecco, potrebbe essere andata così, Cody avrà sussurrato a Borrego che Caleb è l’uomo giusto per risolvere i problemi in attacco della squadra. In realtà in difesa è imbarazzante e in attacco sembra aver smarrito da tempo la vena offensiva. Se fosse sul bordo dell’Etna con palla in mano forse non riuscirebbe a centrare nemmeno il cratere… A parte i rimbalzi è nullo, riproporlo rasenterebbe il masochismo.

Vernon Carey Jr.: 5,5

0 pt. (0/2), 1 stoppata, -2 in +/-. 1 TO. Bella stoppata su Edwards ma gioca molto periferico mancando due triple dagli angoli e perdendo palla in soli 3:07 concessi da Borrego all’ex Duke che stiamo vedendo pochissimo anche perché gli infortuni non riguardano il suo reparto e gli viene preferito anche Richards.

Nate Darling: 6

3 pt. (1/2), 1 rimbalzo, -2 in +/- in 6:18. Devo aver avuto le traveggole perché avrei giurato che avesse chiuso con un 1/3 al tiro. Sicuramente mette una buona e veloce prima tripla, la seconda che prende è troppo veloce e spara sul ferro lungo. Commovente contro Fall nel prendere uno sfondamento nonostante sembri suo figlio e faccia praticamente tutto Tacko.

Nick Richards: 6

2 pt. (1/1), 1 rimbalzo, 1 assist, -4 in +/-, 2 TO in 8:54. Ancora preferito a Carey Jr. il giamaicano inizia subito a tirar manate a Wagner che gli mette le mani addosso per marcarlo. Spigoloso. Perde due palloni ma realizza una schiacciata. In difesa tiene bene la posizione se rimane vicino a canestro, nonostante ciò, Fall, molto più lungo, riesce a batterlo con un sottomano fortunoso a dir poco per la legge fisica.

Grant Riller: 5,5

0 pt. (0/2), -2 in +/- in 5:22. Descritto come gran tiratore, manca una tripla e un tiro da due punti. Con una carenza di scorer cronica nel periodo avrebbe potuto sfruttare meglio i pochi minuti concessi. Non si presenta bene al suo debutto.

Coach James Borrego: 5,5

Era partito bene con una formazione equilibrata poi nel secondo quarto decide di mischiare gli avanzi. Il risultato è un piatto di spaghetti alla marmellata di albicocche marce. Ne viene fuori un guazzabuglio che risolve la partita per i Celtics. Ok, avremmo perso forse ugualmente ed è stato un utile (?, speriamo) esperimento per non riproporre troppo quel quintetto insieme. Di buono c’è che ha provato con i time-out a interrompere l’inerzia ma la squadra non ha trovato il ritmo sotto pressione e ha finito per prendersi dei tiri individuali che spesso non hanno funzionato.

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.