Game 50 – Charlotte Hornets @ Oklahoma City Thunder 113-102

Intro

Nere nubi si sono addensate su Charlotte.

Il cielo si è fatto scuro e minaccioso.

Un inafferrabile lampo di luce all’orizzonte fotografa il veloce momento facendo presagire vita o morte.

This is Charlotte…

L’estrema antimateria è presente e una tempesta di fulmini è pronta a scatenarsi sulla Chesapeake Energy Arena.

Lo scontro rivelerà la verità su questi Hornets in grave difficoltà.

Come sappiamo, tre dei nostri principali primattori si sono dovuti fermare per problemi fisici: Hayward, Monk e Ball ne avranno ancora per un po’, gli Hornets devono sopravvivere trovando un modo per illuminare il proprio gioco non affidandosi soltanto a i bagliori di Rozier, Graham e Bridges ma alle luci al neon di qualche altro interprete fvorito dal gioco di squadra.

Per fortuna di fronte a sé vi saranno dei Thunder alle prese con l’infortunio di Gilgeous-Alexander, la decisione di non far giocare Al Horford per dare spazio al lungo serbo Aleksej Pokuševski, ala di 213 cm ma con soli 86 kg di peso.

Un giocatore che sta iniziando a mostrare qualcosa ma che non ha ancora il fisico da NBA.

Gli Hornets dovranno montare un parafulmine su di lui giacché risulta essere potenzialmente l’arma di punta di questi Thunder.

OKC sta cercando di accumulare scelte per avere un futuro brillante nei prossimi anni ma il proprio record racconta di diversi “scherzetti” fatti ad altre squadre, uno proprio alla seconda uscita stagionale degli Hornets, ancora acerbi.

Charlotte dovrà restituire il favore se vuole rimanere in corsa, Atlanta sta sfruttando un buon calendario e ha sopravanzato sia gli Hornets che gli Heat.

Analisi

Charlotte gioca una partita sufficientemente buona per aver ragione di una giovane squadra momentaneamente in disarmo.

Per tre quarti gli Hornets si portano dietro il fantasma dei Thunder poi la squadra a inizio quarto va a staccare nettamente raggiungendo il +15 con un passaggio no look di Cody Martin per l’inserimento in taglio e il reverse layup di Wanamaker (92-77).

Sicuramente i Calabroni sono aiutati dalla scarsa vena offensiva dei Thunder che hanno sbagliato parecchio sotto le plance e hanno anche commesso tanti TO, in entrata ma non solo.

Prendiamo una buona vittoria ma che non mi convince del tutto: qualche problema di tenuta sulla prima linea a tratti che si è risolta con scarichi ravvicinati per battere 2 vs 1 il centro e a proposito di tale ruolo, nettamente meglio Cody Zeller rispetto a P.J. Washington partito in quintetto a completare una small-ball che ha visto partire McDaniels dal primo minuto.

L’attacco potrebbe rendere meglio in alcune fasi ma si tende a far troppo da sé.

Jalen (McDaniels con il quale oggettivamente non sono stato clemente viste alcune sue prestazioni precedenti) in una partita come questa poteva starci e ha fatto bene, sarà più dura in difesa per lui contro team competitivi se Borrego proverà a rischierarlo.

Gli Hornets hanno approfittato degli imberbi e acerbi Thunder nel pitturato, nelle second chance e nei fast break che unitamente alle steal e alla differenza TO sono risultati fattori decisivi.

La coppia Pokusevski-Maledon ha chiuso con 50 punti dividendoli equamente mentre Hoard ne ha realizzati 13, uno in più del duo Mykhailiuk/Bradley che hanno chiuso gli uomini in doppia cifra con 2 a testa.

Kenrich Williams, generoso player, ha chiuso con 9 assist 9 rimbalzi ma solo 6 punti, frutto di un 2/12 al tiro e un 1/4 dalla linea.

Mentre Boston riesce a battere di due punti New York e Indiana fa lo stesso con i Timberwolves ma di 4, Atlanta cade in casa nella notte contro i Grizzlies che “ci regalano” incredibilmente la quarta posizione ancora una volta.

Potremmo non rivederla più ma per ora Charlotte la riagguanta i virtù della propria resistenza.

La partita

I quintetti:

1° quarto:

I Thunder riuscivano a ottenere i primo possesso palla ma partivano drammaticamente collezionando tre errori da sotto con Brown e Williams sullo stesso possesso mentre agli Hornets bastava una tripla (pur contrastata) di Bridges dall’angolo destro per passare immediatamente in vantaggio.

La partita rimaneva bloccata sul 3-0 visti i molteplici errori al tiro delle due squadre che comprendevano un clamoroso 0/4 dalla lunetta per i locali che invece di passare in vantaggio di trovavano sullo 0-5 quando un plastico fade-away di Graham ricadeva nella retina perfettamente.

Una tripla di McDaniels dall’angolo valeva l’8-0.

I Thunder a 8:11 si sbloccavano grazie a una bomba dall’angolo destro di Myhailiuk alla quale rispondeva Rozier a 7:33 al suo primo tentativo.

11-3, time-out OKC che con un 1/8 al tiro non poteva andare lontano.

Pokusevski passava Graham ma sfondava su McDaniels davanti al semicerchio spalmando sul ferro la decisa dunk così McDaniels correggeva l’errore di Rozier e P.J. dalla diagonale destra dopo tre errori dall’arco trovava finalmente il wide-open per il 16-6.

Lo stesso P.J. commetteva su Williams un goaltending quindi una drive di Rozier conduceva al secondo time-out OKC sotto di 10 pt. (18-8).

Due bombe dei Thunder, la seconda firmata Pokusevski, tagliavano il divario sul -4 ma Zeller recuperando una palla vagante in area metteva dentro il 20-14.

Maledon riportava vicino al distacco monopossesso i suoi ma Rozier dalla diagonale destra colpiva con una freccia da tre punti.

La partita di ravvivava e una schiacciata di Brown valeva il two and one con McDaniels piuttosto immobile dentro il semicerchio.

A 3:30 si andava sul 23-21 ma su una contro transizione iniziata da Miles attivava l’arcobaleno di Zeller per fornire allo stesso Bridges materiale per l’alley-oop esaltante a una mano.

Lo stesso Miles, dopo una tripla di Pokusevski, dalla lunetta riportava a 1.49 Charlotte sul +3 (27-24) ma un tecnico contro Zeller e un tap-in di Bradley portavano la partita in parità.

A 1:12 due FT di Wanamaker portavano sopra Charlotte che accumulava 5 pt. di vantaggio grazie anche alla tripla frontale di Graham.

Una triangolazione che aveva per terminale Bradley chiudeva il primo quarto sul 32-29.

McDaniels dalle parti del canestro contro Pokusevski. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

2° quarto:

Partiva ancora bene Miles nel secondo quarto replicando la tripla realizzata nel primo.

Gli Hornets si spingevano sul +6 ma un TO di Wanamaker portava il n°13 avversario a metter due punti.

Il n°8 Hoard accorciava sul -2 e a 8:49 lo stesso giocatore con un two and one firmava il sorpasso sul 35-36.

Caleb Martin realizzava un lunghissimo due punti ma a 8:02 si esibiva in un air-ball da tre punti così i Thunder piazzando una tripla di Robinson e appoggio al board di Hoard a 7:20 raggiungevano un vantaggio di 4 pt. (37-41) sul quale Borrego chiedeva di parlare in panca dopo aver chiesto il time-out.

P.J. piazzava 4 punti intervallati da due di Hoard quindi a trovare il pari e a dare una spinta agli Hornets a sopravvivere era Zeller, il quale si buttava dentro in solitaria per una schiacciata appesa prima di resistere a Hoard e conquistare il rimbalzo difensivo.

Sul 46 pari Cody contribuiva a influenzare alcuni errori dei Thunder (ben tre sullo stesso possesso) per poi conquistare due liberi(48-46).

Dopo una tripla mancata da parte di Myhailiuk e il rimbalzo conquistato da Zeller si andava a sviluppare una transizione che Miles chiudeva con una feroce dunk a una manco cambiando la bimane all’ultimo momento per un flash che inceneriva i bianchi locali abbagliati dall’azione del 50-46.

Scoop di Rozier avanzando facilmente grazie al lavoro di Zeller e tripla vincente di Myhailiuk, fade-away in ara di McDaniels, doppio FT di Maledon…

Si arrivava a :36.2 sul 54-51.

Charlotte aveva la meglio sugli ultimi possessi grazie al floater di Graham che lanciava oltre i singolo possesso (56-51) i viola all’half time.

3° quarto:

Gli Hornets divoravano il vantaggio nel giro di poco a inizio ripresa.

Cinque punti di Pokusevski portavano la situazione in parità a quota 56 prima che l’angolo sinistro divenisse quello benedetto da Charlotte.

Da lì piombavano le triple di McDaniels, P.J. Washington e ancora McDaniels (servito da Rozier in drive and kick).

Charlotte riguadagnava così 5 punti di vantaggio (65-60) nonostante qualche amnesia come la concessione indisturbata di due punti in entrata per Pokusevski senza che si palesassero aiuti.

P.J. Washington e McDaniels però continuavano a litigare con il ferro da altre posizioni che non fossero l’angolo sinistro ma il secondo aveva l’abilità di trovare due goaltending sui fast break e di spinger dentro al volo da sotto un pallone lanciato in orizzontale dalla sinistra da parte di Graham.

Myhailiuk colpiva ancora con la sua specialità dall’apposita mattonella ma dopo un errore Thunder, Charlotte spingeva ancora la transizione affidandosi alla tripla di Rozier dalla sinistra per il 74-67 a 4:26.

Myhailiuk si ripeteva da fuori facendo toccare quota 70 ai locali m Rozier con un corto passaggio schiacciato diagonale diretto a destra serviva sulla corsa Zeller per il 76-70.

Pokusevski sfruttava una palla persa da Wanamaker in uscita per colpire con l’open 3 del 76-73.

I Thunder tornavano a metter paura anche perché, nonostante un floater di Wanamaker, Bradley ben coadiuvato, spingeva dentro la palla da sotto per il 78-75 che metteva pressione ai Calabroni.

I Thunder rimanevano agganciati a Charlotte sino a poco dalla fine del quarto ma Rozier al vetro nel traffico e una tripla di Graham in ricollocamento dopo un buon gioco di passaggi effettuato dalla squadra, spingevano i Calabroni sull’85-77 a :44.9, punteggio che non mutava più nella terza frazione.

4° quarto:

Graham con un intercetto su un passaggio orizzontale di Jerome andava in fuga per depositare il +10 a 10:58 mentre 38 secondi più tardi Zeller trovava il two and one sulla continuazione (fallo di Hoard).

A 9:51 i Calabroni mettevano in cassaforte la partita con il passaggio no look di Cody Martin per il taglio di Wanamaker che in reverse layup metteva dentro il +15 (92-77).

A 7:50 la tripla schermata di Wanamaker giungeva a destinazione (99-83) come quella sganciata a 6:11 per il 104-87.

Lo step-back di Rozier a 5:03 era un dardo scagliato contro il bersaglio che faceva nuovamente centro (106-91).

Graham a 1:55 segnava da fuori e Zeller abbassava l’anello dopo una finta e una schiacciata appesa per il 113-110.

Bradley chiudeva le ostilità on due punti ma la vittoria era per i violazzurri.

Devonte’ Graham: 7

15 pt. (6/14), 4 rimbalzi, 5 assist, 3 rubate, +27 in +/-. Alcune buone giocate in solitaria dal mid-range come il fade-away del primo tempo, altre meno come un FT jumper preso troppo di fretta senza equilibrio che sarebbe dovuto entrare visto che aveva spazio a disposizione. Il tiro si può sbagliare, la modalità meno comunque prende le sue responsabilità alternandosi tra regia e conclusioni personali. Un 3/7 da fuori compresa la tripla a 1:55 per ammazzare la partita dopo esser stato rigettato nella mischia da Borrego che lo alterna spesso con Rozier per avere uno scorer affidabile sul parquet. Mani veloci a rubare palloni: bello l’intercetto su un passaggio in orizzontale per la classica fuga in fast break con appoggio.

Terry Rozier: 6

17 pt. (7/19), 2 rimbalzi, 5 assist, 1 rubata, +2 in +/-. 2 TO. Sicuramente l’occhio mordoriano delle difese è puntato su di lui. L’illuminazione delle difese lo può portare a forzare di più ma deve usare i compagni in maniera intelligente per trovarsi spazi e varchi come quando in crossover entra usando il blocco di Zeller perché pare un po’ stanco e non è il giocatore che riesca sempre classicamente a liberarsi da solo dell’uomo e finisca per andare a schiacciare. Troppi errori al tiro con un 3/10 da oltre l’arco e leggermente sotto la media dei suoi punti in stagione contro una difesa non fantastica. Per la notte questo formato di Terry basta, per la prossima ce ne vorrebbe uno super.

Miles Bridges: 7

16 pt. (6/8), 4 rimbalzi, 1 assist, 2 rubate, +23 in +/-. 3 TO. Se non fosse per un TO sarebbe un primo tempo perfetto con un 5/5 al tiro per 14 pt.. Triple, schiacciatone pirotecnica e alley-oop, sciorina tutto il repertorio da spettacolo NBA. Nel secondo tempo mette dentro un solo tiro dei tre tentati ma contribuisce ugualmente facendo salire il suo plus/minus. Bell’intervento nel finale per intercettare un pallone riuscendo a oscurare il destinatario.

Jalen McDaniels: 7

21 pt. (9/14), 6 rimbalzi, 3 assist, 2 rubate, +5 in +/-. 5 PF. Diamo merito all’attacco di McDaniels che finisce con 3/6 da oltre l’arco poi colleziona un paio di goaltending e un appoggio volante artistico offerta da Graham in passaggio dalla sinistra. Buon terzo quarto nel quale aiuta Charlotte e finisce per creare il suo massimo in carriera in fatto di punti. In difesa soffre un po’ tra fisico, inesperienza commettendo qualche fallo evitabile ma è giovane. Buona serata per lui contro una difesa che ha concesso porosamente le sue giocate. Un aiuto inaspettato almeno, oltre le possibilità che sembravano pervadere McDaniels in quella che rimane comunque la sua miglior fase, quella offensiva. Mentre in difesa mette le mani su due palloni per rubarli ma prende qualche tripla in faccia.

P.J. Washington: 6

12 pt. (3/13), 7 rimbalzi, 2 assist, 2 rubate, 3 stoppate, -4 in +/-. 1 TO. Sufficienza stiracchiata grazie a qualche stoppata, rimbalzo e rubata ma non sempre convince in contenimento dietro e al tiro è una vera tragedia, specialmente da fuori con un 2/9 e tanti wide-open concessi dalla difesa dei Thunder, la quale pare più sfidarlo che contenerlo. Lui gli ragione, in compenso ci prova come quando Maledon lo stoppa ma riprendendo la palla mette dentro. Deve per forza migliorare le sue statistiche se vuole continuare a giocare dall’arco, detto che per una squadra a cui manca un po’ di verticalità nel singolo non sarebbe male se qualche volta andasse dentro solo che si vede la sua lentezza quando nel secondo tempo va a commettere un netto sfondamento contro il difensore che lo aveva disegnato.

Cody Zeller: 7,5

15 pt. (6/11), 14 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata, +3 in +/-. 1 TO. Preferito a Biyombo che evidentemente non ha convinto in attacco, in una partita del genere può fare la differenza. Cambia fisicamente la partita contrastando tiri, andando a rimbalzo. Non sempre segna o gli riesce ciò che vuole fare. Viene stoppato ma lui lotta caparbiamente su ogni singolo pallone incarnando lo spirito che dovrebbe avere oggi la squadra. Un bel canestro in entrata lanciandosi da solo e rimanendo appeso. Non sembra un giocatore moderno ma usa un po’ d’esperienza spigolosità in difesa, riutilizza esperienza e tempismo in attacco per dare forza alla causa. Un aiuto importante da parte del veterano che finisce in doppia doppia non risicata.

Brad Wanamaker: 6

12 pt. (4/11), 6 assist, 1 rubata, -8 in +/-. 3 TO. Imbarazzante primo tempo. Dopo aver conquistato e realizzato due FT manca due triple, si fa stoppare e chiuso sotto canestro salta tornando giù con palla in mano realizzando di fatto un TO, non l’unico visto che una palla persa in apertura di secondo quarto costava altri due punti. Dovrebbe essere una sicurezza, invece continua a perdere palloni anche nel secondo tempo e a sbagliar troppo ma nel finale insacca due triple, un floater e un reverse layup contribuendo a cambiare la partita ma andando in media complessivamente su tutta la gara il voto pare corretto.

Caleb Martin: 6

2 pt. (1/3), 3 rimbalzi, 2 assist, 1 stoppata, -3 in +/-. 1 TO in 6:42. Due punti lunghissimi dalla diagonale sinistra poi un air-ball da tre punti. Soldato da mischia che colpisce e viene ferito. Tutto sommato anche se la prestazione tende a non essere indimenticabile una sufficienza si può accordare.

Cody Martin: 5,5

3 pt. (1/4), 1 assist, 1 stoppata, +10 in +/- in 15:46. Un canestro, una stoppata e un bel passaggio no look per l’inserimento di Wanamaker e conseguente canestro in layup forse sono troppo poco per giustificare una sufficienza vera se aggiungiamo la solita imprecisione in lunetta dopo aver conquistato un buon fallo con l’entrata sulla linea di fondo destra. Alcune discrete difese ma un ¼ al tiro.

Coach James Borrego: 7

L’idea mi ha fatto rabbrividire: McDaniels in quintetto e small ball dall’inizio. Sembrava andare tutto bene ma poi i Thunder rimontano e passano avanti sul +4. Inserisce Zeller trovando compattezza, difesa e punti. La squadra appare più concreta nel finale usando meglio il tiro da tre e aggiustando la mira. Altro challenge vinto. Una vittoria che tiene in corsa Charlotte per un posto al sole dei PO.

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.