Game 52: Charlotte Hornets Vs Dallas Mavericks 100-116

Intro

Spesso le emozioni portano a deviare la realtà su canali inesistenti mostrandoci cose che non esistono o inducendoci in errore.

Potrebbe essere il ad esempio di incomprensioni nei rapporti interpersonali ma anche nel basket il giocare con il cuore, senza piani, giochi preordinati può portare al bivio: l’effetto sorpresa può essere utile qualche volta per spezzare la monotonia e la noia di giochi che, se conosciuti dall’avversario, divengono spesso prevedibili.

Il giusto mix non guasta.

La domandane che frullano nel mio cervello però da qualche partita sono sempre quelle, cioè: Avranno la forza di vincere la partita gli Hornets?, ma anche se davvero se la giocheranno, domanda da anteporre a quella sul valore del team.

Marvin Williams in buyout si sta accordando con i Bucks e MKG probabilmente farà lo stesso con Dallas mentre da Greensboro sono stati fatti rientrare Caleb Martin e Jalen McDaniels.

Un terzo elemento quindi che si aggiunge a una situazione particolare in casa Hornets a mettere in discussione la verità di un match già difficile anche se i Mavs per la serata saranno privi di Doncic e Porzingis.

Analisi

La peggior frazione dell’anno di Charlotte condanna i Calabroni a un lungo purgatorio di 36 minuti.

I Mavericks non sembrerebbero partire alla grande ma gli Hornets fanno ancora peggio mettendo insieme in poco più di 8 minuti la miseria di due punti con un 1/16 al tiro prima che Rozier da tre segnasse il 5-16.

Dallas vince la partita anche senza le sue stelle usando il tiro da tre punti, i tagli che scavano ferite nelle maglie della difesa di Charlotte, invalida spesso nel tenere sotto canestro.

In aggiunta, se “Nemo propheta in patria”, arriva anche la beffa di un Seth Curry scatenato, partito con un 10/10 dal campo prima di spegnarsi nel finale…

Hornets mai in partita, non c’è storia in serata nonostante la bella vittoria dell’andata.

Dallas è un team da trasferta e questi Hornets non assomigliano più a quelli al canto del cigno a fine anno.

Troppi fattori in gioco hanno determinato una sconfitta che si potrebbe provare a spiegare anche con i numeri ma non basterebbero per comprendere l’accaduto.

Vediamo comunque le statistiche di squadra principali.

I TO sono stati 10 per parte mentre le steal sono state 5-4 per gli Hornets e le stoppate 4-6 pro Mavs.

Scarti ridotti anche ai liberi con gli Hornets a guadagnar due punti;13/18 contro il perfetto 11/11 dei texani.

Dallas vince la partita al tiro con Charlotte al 43,7% dal campo (38/87) contro il 50,6% (44/87) mentre da tre il 30,6% (11/36) degli uomini di Borrego è stato molto inferiore al 48,6% dei blu (17/35), inoltre il gioco di passaggi più brillante e fluido ha favorito i Mavs con un 15-29 negli assist e anche a rimbalzo, aspetto chiave indicato da Borrego per vincer il match, Charlotte ha subito un 39-46 in linea con una brutta prestazione.

La partita

Starting five

Brunson (13 pt.), T. Hardaway Jr. (14 pt.), Finney-Smith (13 pt.), Kleber (7 pt.) e Cauley-Stein (15 pt. + 10 rimbalzi) per Dallas.

Dalla panchina un contributo pesante lo danno Se. Curry con 26 pt. (10/14 FG) e Marjanovic con 11 punti.

Rozier, Graham, Bridges, P.J. Washington e Zeller per Charlotte in assenza di Batum e Cody Martin.

Per il secondo è obbligatorio rimanere fuori come da protocollo dopo la rottura del setto nasale contro Houston.

1° quarto:

Brutto avvio di gara per entrambe le squadre ma con i Mavs al minimo sindacale mentre per Charlotte era inaccettabile l’1/12 dal campo che produceva solamente i due punti di Bridges (al secondo tentativo a rimorchio di un coast to coast di Rozier per pareggiare lo 0-2 iniziale di Cauley-Stein) a fronte di 10 punti ottenuti dai Mavs che dopo il pari subito infilavano le triple di Brunson (9:24) e Hardaway Jr. a 7:31, aggiungendo la dunk in corsa di Finney-Smith per il 2-10.

La situazione non migliorava dopo il time-out quando Charlotte, anzi, cominciava a dare segni di cedimento difensivi: Finney-Smith arrivava al vetro e su un passaggio orizzontale di Monk si inseriva Seth Curry, bravo a chiudere in transizione per il 2-14.

A 4:18 Cauley-Stein ne metteva dentro altri due e iniziava a sentirsi giustamente il brusio del pubblico mentre bisognava attendere una second chance da tre punti di Rozier per salire a 5 (3:49).

Kleber, chiuso da P.J. in aiuto, otteneva due FT per fallo del rookie.

Il lungo non tradiva così come il subentrato Curry, abile a infilare il 5-20 a 3:01.

Bridges dall’angolo destro infilava l’8-20 con un’altra bombarda ma i Mavs chiudevano forte il quarto con Curry che a 1:37 segnava da tre, Marjanovic che a rimbalzo offensivo otteneva il two and one per il 18-26.

Bridges, con una thunder senza paura schiacciava su Marjanovic ma Seth Curry (on-fire) segnava un fast pull-up su Caleb Martin e poi infilava una tripla da casa su uno staccato Monk per il 10-31 a fine primo quarto.

Monk vola per l’alley-oop. Foto tratta dalla pagina ufficiale degli Charlotte Hornets.

2° quarto:

Con un piede già fuori dalla partita dopo soli 12 minuti l’obiettivo di Charlotte era quello di mangiar punti nel secondo e rientrare in partita ma Curry partendo ancora con una tripla mandava sul -24 Charlotte che replicava con un’entrata di Monk.

Alla dunk appesa di Wright rispondeva P.J. con un lungo jumper dalla diagonale sinistra, quindi la sospensione alta di Monk dal lato sinistro su Lee a 10:11 valeva il 17-36.

Broekhoff da tre punti cacciava indietro i Calabroni che si esaltavano sulla linea tracciata da Graham per il volo irreale di Monk che a 9:47, spuntando sulla baseline sinistra, caricava a molla l’alley-oop a una mano per l’attentato a canestro riuscito perfettamente.

Lee depistava P.J. dal palleggio battendolo con il pull-up frontale ma si rifaceva con il giretto sotto canestro prima dell’hook vincente.

Charlotte andava a chiudere in due il penetratore lasciando a Marjanovic tempo e spazio per raccogliere la palla dopo il tocco errato al vetro, facile per il serbo metter dentro a 8:56.

Diciotto secondi più tardi Monk attaccava Broekhoff con l’euro step battendolo da sotto per il -20 (23-43) e Rozier dal mid-range provvedeva al -18.

Zeller si permetteva il lusso di stoppare il centro serbo ma un passaggio verso di lui in attacco era intercettato dalla vecchia volpe Lee quindi la tripla di Broekhoff faceva compiere un salto indietro nel buio a Charlotte impegnata nella rimonta, inoltre P.J. Si faceva stoppare da Lee e sull’azione seguente le soluzioni di due attaccanti come Rozier e Monk non funzionavano.

A 5:46 tornava a farsi vedere Curry che con la bomba spingeva sul 7/7 il suo FG mentre, dopo la tripla fuori misura di Zeller, il suo passaggio verticale tagliava la difesa di Charlotte consentendo un 2+1 a Cauley-Stein…

Charlotte precipitando sul -27 (25-52) trovava la forza di reagire con una tripla di Rozier a 4:53 ed ottenere altri due punti con Scary in appoggio in corsa al vetro.

A 4:11 arrivavano come pioggia acida due FT di Kleber, a 3:59 il pull-up di Graham recuperava i due persi ma sul raddoppio del nostro centro sul portatore di palla, nonostante Bridges cambiasse su Cauley-Smith, il centro avversario non aveva difficoltà in avvicinamento a metter dentro usando i cm in più.

Un tap-in di Zeller per far muovere ancora a Charlotte il punteggio era seguito dalla tripla di Monk dalla diagonale destar che rischiava di essere annullata da un fallo di Bridges sotto canestro.

Charlotte se la cavava solo con il fallo chiamato a Miles (dopo la realizzazione) trovandosi a 2:27 dall’intervallo ancora sul -21 (37-58).

Una mega dunk di Monk che posterizzava Cauley-Stein e un arzigogolato percorso di Graham per arrivare al floater dal cuore viola dell’area non modificavano il gap a fine quarto poiché Kleber colpiva da tre punti e Graham con i primi due liberi pro Hornets chiudeva a :32.1 sul 43-64 il primo tempo.

Fuori Cody, dentro Caleb ma non è sembrato per nulla qualitativamente la stessa cosa del gemello. Foto tratta dalla pagina ufficiale degli Charlotte Hornets.
I tabellini dei singoli dopo il primo tempo.

3° quarto:

Il secondo tempo non dava segni positivi in avvio: Brunson appoggiava su uno Zeller troppo poco atletico per chiudere in stoppata, Cauley-Stein spingeva a terra Zeller in corsa che metteva dentro solo il primo libero…

Nota positiva, la steal rapida di Graham su Brunson, ancora nella propria metà campo; Devonte’ era abile a mantener la palla in campo e dopo aver mancato il primo appoggio si auto-correggeva per il 46-66.

Dopo un appoggio mancato da Cody, Dallas riprendeva la marcia con un parziale di 0-7 che a 8:40 lanciava i Mavs sul 46-73.

Dalla lunetta P.J. splittava, poi toccava a Zeller batter due liberi senza fallirli mentre Rozier, uscendo brillantemente da un blocco, riuscendo a contener la penetrazione favoriva il recupero a centro area e la tripla di Monk da transizione per il 52-73 a 6:20.

Ripristinato il -21, gli Hornets tornavano ad allontanarsi con l’effetto red shift, spinti indietro da una tripla di Hardaway Jr. a 5:48 mentre subito dopo Kleber in contenimento finiva giù mentre la sua mano veniva pestata accidentalmente.

Il lungo lasciava il campo mentre Charlotte tornava a provarci in attacco ottenendo due FT con Biz per la trattenuta di Cauley-Stein.

Uno su due, quindi ecco due punti di Curry, altrettanti di Rozier in floater, seguivano quelli di Cauley-Stein in correzione e la tripla di Curry a 3:48 per il 50-84 che mandava Seth al 9/9 dal campo…

Dallas correva ancora con l’alzata da metà campo di Curry per l’alley-oop di Cauley-Stein e si assisteva quindi ancora alla reazione degli Hornets con Bridges dalla lunetta (½) più una steal dello stesso numero zero che in coast to coast andava a metterne altri due punti per il 58-86.

Graham ne metteva due dal pitturato, Lee tre dall’angolo, zona grigia per Charlotte, quindi Monk a 1:40 segnava in floater mentre il contatto contemporaneo tra Cauley-Stein e Biyombo era punito dalla terna con un FT supplementare (a segno) per il 63-89.

Curry da destra chiudeva la partita a calcio balilla con la pallina del 10-0 realizzando anche il decimo tentativo (tripla) e i due punti scambiati da Graham e Marjanovic non alteravano lo scarto, ridotto di sole due unità a fine terzo quarto (65-94) anche perché Curry sulla sirena commetteva il suo primo errore forzando un jumper uno contro uno.

Graham, guardato da Brunson, si appresta a spargere un po’ di pepe nell’ultima frazione. Foto tratta dalla pagina ufficiale degli Charlotte Hornets.

4° quarto:

Borrego lanciava presto nella mischia oltre a Caleb Martin, anche McDaniels vista la situazione compromessa sul -29.

Partenza 3-4 con un 68-98 a 11 minuti esatti dal termine.

Ci sia avviava mestamente a fine gara ma a infiammare imprevedibilmente il match era Graham abile a piazzare un 12-2 personale (due punti di Marjanovic per Dallas) composto da tre triple in fila e un two and one finale con un pull-up a 8:31 per l’80-100.

Dopo due FT di Brunson a 8:02, Graham rispondeva sei secondi più tardi con il poker di triple.

La situazione era rivista dalla terna al replay e si passava dal possibile gioco da 4 punti al canestro annullato per blocco in movimento di Bridges.

Graham non si perdeva d’animo buttandosi dentro per l’appoggio in scoop a 7:21 e passando il pallone in angolo a Miles che trasferendo a mezzo tripla la sfera nel cesto, portava Charlotte sul -19 (85-104).

Dallas però eseguiva un attacco con le proprie caratteristiche: penetrazione e giro palla dal quale ne usciva Brunson con una tripla a sigillare la partita prima di eventuali rientri di Charlotte, ancora distantissima.

Finiva lì anche se McDaniels infilava un turnaround da mille e una notte per un giocatore proveniente dalla G-League affondando più tardi altri due punti in jumper.

A 2:24 Miles in entrata cambiava mano trovando anche il fallo per realizzare il 95-116.

Gli Hornets infilavano gli ultimi 5 punti riducendo lo scarto a 16 in una partita sbagliata dalla partenza.

Le pagelle

Terry Rozier: 6

15 pt., 6 rimbalzi, 1 assist, 2 stoppate. 6/15 FG, -15 in plus/minus. Tira meglio da tre in proporzione in serata (3/7). Si impegna in difesa tra un paio di stoppate e alcuni buoni contenimenti Tentativi in angolo di close-out generosi ma che spesso non vanno a buon fine. Non è on-fire come Curry ma il suo lo fa su ambo i lati del parquet.

Devonte’ Graham: 6,5

26 pt., 4 rimbalzi, 10 assist, 1 rubata. 10/20 dal campo. 3/10 3 FG. Segna tre triple nel finale, tutte consecutive. Infila anche la quarta dopo un two and one ma la terna l’annulla per un fallo offensivo di Bridges. Va a metter dentro uno scoop e offre l’assist a Miles. Gamberone si scatena nell’ultimo quarto ma a partita terminata. In difesa a volte i cm fanno la differenza in negativo contro il tiratore avversario. 20 punti nel secondo tempo.

Miles Bridges: 6

20 pt., 3 rimbalzi, 1 rubata. 8/15 FG. Anche lui segna di più nel secondo tempo, 13 punti. Nell’ultimo quarto segna d tre e anche con un two and one in cambio mano ma compie un blocco irregolare e viene annullata la tripla di Graham. I suoi due punti in correzione su un suo tiro sbagliato, sono gli unici di Charlotte per oltre otto minuti.

P.J. Washington: 5

7 pt., 9 rimbalzi, 1 rubata, 1 stoppata. 29:10 in campo, in difficoltà sotto canestro. Movimenti buoni ma troppo lento e prevedibile va a finire con un 3/11 a fronte di una stoppata rifilata ne subisce tre e manca anche 4 tiri da fuori con uno 0/4 non bellissimo da leggere. -19, coinvolto nella debacle iniziale.

Cody Zeller: 5

5 pt., 8 rimbalzi, 1 rubata, 1 stoppata in 21:02. Disastroso 1/7 dal campo con un paio di tocchi semplici da sotto mancati. A parte la stoppata su Marjanovic e un numero consistente di rimbalzi rispetto il solito, sotto canestro rimane un buco per mancanza d’atletismo rimanendo più o meno fermo.

Caleb Martin: 5,5

0 pt., 4 rimbalzi, 1 assist in 22:54. Ci prova solo una volta e gli va male. Commette due falli e ha un -8 in +/-. Marginale, prova a tenere in difesa ma patisce parecchio inizialmente.

Malik Monk: 6,5

19 pt., 2 rimbalzi, 2 assist. 8/13 FG. 3/6 da 3 pt, -18 in plus/minus. Uno dei complici del disastro iniziale difensivo dove spesso concede troppo spazio ai tiratori (non solo in questa serata), rimedia con tanti punti e due sparate clamorose: una è l’alley-oop su invito di Graham e l’altra è un’iniziativa personale in uno contro uno che si chiude con una schiacciata modello Bridges su Cauley-Stein posterizzato in aiuto sotto canestro.

Bismack Biyombo: 5

3 pt., 1 rimbalzo, 1 assist in 17:33. -13. L’impegno c’è anche ma manca proprio la qualità. In scadenza di contratto a fine anno, probabilmente al 99,9% Charlotte non lo rifirmerà.

Jalen McDaniels: 6

5 pt., 2 rimbalzi, 1 rubata. 2/4 FG, 1 TO, +13. Aiuta nel finale ed essenzialmente è lì che guadagna nel plus/minus mentre la sua entrata sul parquet precedente non aveva sortito gli effetti sperati. Gioca 18:35 mostrando alcune buone cose in difesa, un turnaround to and one nel finale che si unirà a un jumper per arrivare a 5 punti.

Coach James Borrego: 5

Forse si poteva chiamare immediatamente un time-out dopo lo scempio iniziale ma dubito sarebbe cambiato qualcosa. Gli Hornets sono gelidi nel primo quarto traditi da qualcosa in più oltre che dal minor talento offensivo. La partita non si rimette in piedi più perché la difesa balla. Si fanno esperimenti con i nuovi ma anche con il quintetto titolare si va in difficoltà spesso; sui tagli, sui cambi, sul giro palla per le triple, dagli angoli ma anche quelle con extra pass. Sotto canestro soffriamo. Quanto ci sia da aggiustare e quanto sia dovuto ai singoli è difficile dirlo, una commistione non entusiasmante tra i due fattori probabilmente.

https://www.youtube.com/watch?v=oxBhbcJzArg
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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.