Game 53: Charlotte Hornets Vs Cleveland Cavaliers 101-102

Intro

A meno di una settimana dalla deadline riguardante il mercato NBA tutto tace a Charlotte.

Fare il vuoto o creare il vuoto assoluto nascondendosi per lavorare sottotraccia a un colpo o rimanere immobili con questa identità?

Certamente Jordan e Kupchak terranno in considerazione gli aumenti di stipendio probabili (nel caso decidessero di trattenerli, Bridges ha detto di voler restare agli Hornets per l’intera carriera all’Observer) di Bridges e Martin la prossima estate per cui gli spazi per muoversi sul mercato saranno sottili ma tornando al presente c’è da dire che se la notte scorsa i Raptors hanno messo il loro capo avanti di due punti/millesimi percentuale, gli Hornets hanno l’assoluta necessità di rispondere.

Hayward ha saltato le ultime sei partite ma ha partecipato all’allenamento di giovedì.

Certamente lo status di Gordon preoccupa sempre anche se l’ultimo problema è stato di tipo precauzionale per via del protocollo di sicurezza.

Senza di lui manca l’equilibrio, lo stesso che sotto altri aspetti cerca di ricreare Marie Kondou, una scrittrice giapponese di libri sull’economia domestica che… detta così, lo so, non risulta molto affascinante ma l’idea alla base del suo successo è semplice quanto geniale.

Per fare il vuoto (o meglio, svuotare le nostre case da ciò che non serve) ha suggerito di dividere gli oggetti in macro categorie e decidere se tenere quel particolare oggetto in base al fatto che susciti emozioni o no.

Dopo esserci liberati di tutte le cose inutili troveremo l’amore.

Con una filosofia meno sognante e più utilitaristica potremmo dire che l’entourage degli Hornets dovrebbe fare la stessa cosa valutando quali “pezzi” tenere e di quali privarsi cercando di costruire una squadra con più equilibrio che abbia meno doppioni e giocatori dalle caratteristiche estreme.

Certamente non sarà facile e le scelte non possono essere unilaterali ma il senso del bisogno e dell’urgenza di rimettere in ordine i pezzi valgono sia per un team che per il singolo nella vita, “eliminando” persone ed orpelli inutili per dedicarsi a una via che dia più benefici e contribuisca a farlo uscire da stati frenetici e confusi.

Con una partita casalinga e i Cavaliers privi di qualche pezzo pregiato gli Hornets devono tornare a vincere per non cadere nelle solite mediocri stagioni.

Riavviarsi a riprendere un cammino che in questa regular season ha già regalato diverse soddisfazioni ma non è affatto completo.

Ritrovare il proprio spirito per affrontare le ultime 30 battaglie di R.S. e volare ai PO, ponte magico per il futuro.

Andamento della partita

Nonostante gli Hornets vincessero la palla a due e trovassero una tripla aperta (mancata) con Rozier, era Cleveland a iniziare bene con 4 punti di Allen.

Ball rispondeva per Charlotte a 10:29 rimbalzando su Okoro nel pitturato: fade-away e two and one completato.

A 8:51 Plumlee ricorreva al fallo per limitare Allen che splittava in lunetta mentre Rozier in turnaround pareggiava in area.

Si continuava con Plumlee contro gli Hornets che rispondevano due volte allo strapotere del lungo con Ball e Hayward prima d passare in vantaggio poiché, sul lob diretto ad Allen, Plumlee in anticipo passava a Ball che con un baseball pass innescava la dunk di Bridges e time-out Cleveland a 7:06.

Il gioco di passaggi di Charlotte favoriva la tripla aperta di Hayward (14-9), quindi a 5:41, l’open 3 di Osman costituiva il primo canestro dei Cavaliers “oltre Allen”.

Un piazzato di Ball e un canestro in schiacciata di Plumlee che anticipava il passaggio verso Allen portavano sul 18-12 gli Hornets ma a 4:42 due t di Allen più due punti di Stevens in transizione con and one regalato, riportavano a -2 la squadra ospite.

Charlotte cambiava centro e ripartiva con due colpi di Bridges che valevano 4 punti, inoltre, dopo un alley-oop flipperato da Allen che usciva, Martin realizzava un open 3 dall’angolo su assist di Miles raddoppiato sotto canestro: 25-16.

Allen tornava a segnare grazie a un jumper rim/glass e Mobley da sotto aveva la meglio fisicamente su Martin per il 25-20.

Rozier a 1:40 passava Stevens che commetteva fallo sul contatto, continuazione con girata in fade-away solo cotone dalla baseline (mid range) destra per il 28-20.

A 28:9 Stevens affondava due liberi ma Rozier passando in corsa dietro un blocco segnava al volo in ritmo una tripla sparando con sicurezza il 31-22.

Si ripartiva nel secondo periodo con una tripla di Love su Oubre Jr. quindi la nostra ala a 11:11 allungava dalla lunetta sul 33-25.

Charlotte mancava due triple con Oubre Jr. e Martin mentre sullo stesso possesso l’ex Suns sparava una plastica dunk sul ferro, peccato perché sarebbe stata splendida e sul contatto ginocchio con ginocchio gli arbitri premiavano la difesa di Allen (che rimaneva giù) rispetto all’attacco di Hayward.

Gli Hornets non si mostravano incisivi in attacco mancando diversi tiri da fuori e Cleveland, spesso aiutata dalla terna che interpretava contatti e situazioni spesso a favore degli ospiti, rientrava sul -5 dopo un 2/3 di D. Wade (fallo di Hayward che pestava sul close-out un piede al tiratore).

Okoro con una schiacciata portava sul singolo possesso la partita ma Ball con un catch n’shoot da tre dalla diagonale destra infilava il 40-34.

Mobley, Okoro ed Allen però portavano un parziale da 0-6 trovando l’aggancio a quota 40 mentre a 2:54 era provvidenziale la tripla di Oubre Jr. da sx che faceva ripartire i Calabroni.

La bomba innescava un lancio di granate: Goodwin (dietro al blocco di Allen), Rozier (ancora dal corner sinistro), quindi Cleveland prendeva il sopravvento con due triple di D. Wade intervallate da una di Goodwin che costituivano il resto del punteggio a fine primo quarto con la squadra di Bickerstaff a prendere il comando delle operazioni di ben sei punti, un po’ inaspettatamente.

46-52 a fine quarto con un 38,1% contro il 40,0% avversario e statistiche che si assomigliavano molto (benché Cleveland tirasse meglio da fuori).

7/21 da tre con un 6/42 totale (la metà dei tiri presi da fuori quindi) davano la misura degli errori che Charlotte finiva per pagare a fine primo tempo.

15 punti e 11 rimbalzi di Allen, Hayward a 3 falli (molti giocatori di Charlotte a 2), Rozier e Ball, rispettivamente a 13 e 11 punti a guidare la squadra del North Carolina.

Il secondo tempo si apriva evidenziando gli stessi drammatici effetti del primo tempo: fallo di Rozier dopo 9 secondi (terna solerte nel pescarlo lontano dalla palla), Allen dominante a segnare ai 24, Rozier tripla fallita in step-back lento e il gancetto di Mobley su un Plumlee immobile trascinava sul +10 la squadra in uniforme bianca.

Hayward mancava un layup volante e Cleveland si involava sul +12 con Allen prima di un reverse di Ball (52-62) che dava il via a qualche buona difesa di Charlotte che recuperava con il tandem Hayward/Plumlee; lancio del primo per l’alley-oop del secondo e passaggio in transizione del centro per l’ala che da sotto depositava il 56-6 a 7:05 tagliando il divario.

Il time-out di Bickerstaff faceva perdere nuovamente il ritmo agli Hornets che tornavano a incassare colpi pesanti: la mega dunk di Allen su Plumlee e due triple di Love trascinavano Cleveland sul 56-70 a 5:38…

Non andava molto meglio nel finale anche se dopo aver mosso palla in transizione Oubre Jr. appoggiava in corsa dalla baseline destra per il -8 (65-78) ma su un attacco dei Cavs gli Hornets stringevano troppo ed Oubre Jr. perdeva Love che passava alla cassa nuovamente con tre punti che chiudevano il quarto sul 65-76.

Undici punti da recuperare e l’urgenza di un attacco da ritrovare…

La difesa intanto partiva male perché Love partiva con tre liberi affondati (Ball scoordinato in uscita sul close-out) rispediva lontanissimi i Calabroni, un -14 pesante a 11:25 anche perché Ball andava in sfondamento su Love ma solamente grazie al challenge chiamato dal coach avversario.

Quinto fallo per Ball che frustrato mancava due tiri ravvicinati e andava a sederi in panca mentre Love continuava a colpire da tre sbattendo Charlotte sul -17 (67-84) ma la tripla di Oubre Jr., la drive aggressiva di Martin in uno contro uno, la reverse di Plumlee e l’open 3 dalla destra di Rozier a 7:03 restituivano ossigeno a Charlotte tornata sul -10 (77-87).

Una second chance era sfruttata da Oubre Jr. che dall’angolo destro riduceva lo scarto a 7 punti ma alla stessa maniera Allen favoriva la tripla di Okoro dalla parte contrapposta per l’80-90.

Azione controversa (interferenza dalla panchina di Ed Davis pare) sulla quale Cleveland protestava molto (una delle poche favorevoli decisioni pro Hornets) ma veniva assegnato un tre punti a Rozier su un tiro non entrato più un tecnico contro Cleveland e con gli Hornets a -6 il pubblico si infervorava sebbene Goodwin a 3:15 colpisse da tre su Bridges per l’88-95.

La schiacciata di Oubre Jr. su drive di Miles e quella di Bridges che faceva tutto da solo passandosi la palla dietro la schiena in palleggio per lasciare sul posto Okoro davano un -3 (92-95) che riapriva la partita.

La dunk di Allen con and one costava cara anche a Plumlee che out per raggiunto numero di falli finiva fuori mentre P.J. Rischiava di diventare l’eroe di serata scoccando due frecce che inchiodavano il punteggio sulla parità: 98-98.

Bridges sotto canestro anticipava Mobley ed Oubre dall’angolo destro segnava da tre con la panchina di Charlotte a saltare di gioia ma non erano fatti ancora i conti con la terna perché se Allen da una second chance ricavava il -1, sull’ultimo attacco fallito da Charlotte la palla, nella disponibilità di Hayward era preda di Cleveland grazie a una trattenuta da judoka di Okoro su Gordon.

Un fallo visibile anche da Marte ma non per la terna.

Il capolavoro però arrivava a un secondo e due decimi dalla fine su una mischia a rimbalzo dopo l’errore al tiro di Goodwin, Love afferrava la sfera e in girata tentava il tiro con il braccio di Rozier infilato sotto l’avambraccio avversario, ancorato sul movimento di discesa.

Ci vorrebbe parecchia fantasia per dire che quello fosse un fallo sul tiro con gli Hornets non in bonus.

Per la terna lo era e il challenge di Borrego non serviva a nulla.

Due liberi infilati e palla a Charlotte che dopo il time-out provava a lanciare Bridges in alley-oop ma in uno scontro come tanti Allen riusciva a tenere in qualche maniera Bridges che finiva a terra con gli Hornets.

Ancora sfortunata la maglia viola. Bridges batte Allen in uno contro uno. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

Analisi

Charlotte patisce per tutta la partita Allen come previsto, anche più del previsto, a lui si aggiungeva il veterano Love, eppure i Calabroni in un finale convulso e controverso, perso Plumlee per falli, sul -6, parevano agguantare la partita.

Quando Rozier a due minuti dal termine bacia la palla e gli Hornets con tre dardi avvelenati di fila (due di P.J. Ed uno di Oubre Jr.) raggiungevano il +3 sembrava quasi fatta per inerzia sotto la spinta di un pubblico caldo nel finale, peccato che una terna indecente che non vorrei vedere nemmeno al campionato CSI con tutto il rispetto per gli arbitri di categoria che saranno senza dubbio meglio dei tre cialtroni visti a Charlotte, rovinasse tutto.

Una trattenuta evidentissima su Hayward non veniva sanzionata, in compenso arrivava una chiamata a un secondo e due decimi sul rimbalzo guadagnato da Love e considerato in shooting motion in girata.

Due su due e sconfitta bruciante sul filo di lana che manda Charlotte in nona posizione a Est con Boston al sorpasso.

E’ vero che anche a Charlotte è stato assegnato un canestro per assurdo di Rozier da tre punti ma la terna ha spesso favorito gli ospiti sulle situazioni ambigue.

Polemiche a parte Allen ha terminato con 29 punti e 22 rimbalzi (11 offensivi, suo nuovo record) indicando come a Charlotte serva un centro vero.

25 punti di Love e 12 di Goodwin che ha smistato anche 9 assist hanno dato una mano a una squadra che ha tirato indistintamente al 40,0% (sia dal campo che da tre punti) mentre Charlotte ha chiuso con un 41,8% dal campo e un basso 32,6% da tre (alzato nel finale).

Borrego ha provato a seguire il flusso nel finale lasciando fuori LaMelo Ball già a 5 falli ma ha tergiversato troppo nell’inserire P.J. Washington apparso in forma in serata anche su aspetti al di fuori del tiro.

Con quasi tutti gli indicatori leggermente a favore di Charlotte a essere fatali sono stati i liberi: 11/12 per gli Hornets ma 16/20, compresi i decisivi, per Cleveland.

Il ritmo perso dagli Hornets nel secondo e nel terzo quarto è stato decisivo e lo sforzo per il recupero dal comeback di 17 punti, arrivato sul +3 non è servito, la beffa sì e Miami è alle porte in un back to back dove la nostra squadra non si è mai mostrata brillante.

Personalmente, anche se Cleveland ha guidato la partita per lungo tempo bullizzando Charlotte, provo “rabbia sportiva” per quello che è un furto che costa caro agli Hornets (certo i fan di Cleveland possono lamentarsi dell’episodio su Rozier e uno sfondamento su Love al contrario nel primo tempo ma troppi sono stati gli episodi a nostro sfavore con i due decisivi nel finale), incappati nella terza sconfitta consecutiva in un momento di stagione difficile nonostante il rientro di Hayward, battuti da una squadra con alcune assenze importanti come l’ultima di Garland.

LaMelo Ball: 5

15 pt. (5/14), 6 rimbalzi, 3 assist, 6 TO, -20 in +/-… Dopo qualche giocata va fuori ritmo. Confabula a distanza con Bridges che si lamenta per una sua apertura immediata e improvvisa e lui risponde qualcosa del tipo sul fare attenzione ma dopo aver commesso fallo su Love in avvio di ripresa e regalato tre liberi, commesso anche il quinto fallo (challenge di Bickerstaff e sfondamento su Love) manca un paio di tiri. Borrego lo chiama in panca e lo lascia visto che la squadra nel finale è in recupero. Troppi TO, il rischio di cambiare decisioni in corsa sulle letture della difesa ma Charlotte manca un po’ di un attacco meglio strutturato. Serve più continuità e che continui a giocare dando meno importanza agli errori pur facendone esperienza.

Terry Rozier: 6

24 pt. (9/21), 3 rimbalzi, 4 assist. Tiro finale preso da tre punti da troppo lontano ma gli Hornets hanno un attacco troppo statico e senza movimento così il passaggio tra Bridges e Rozier fuori sperando qualcuno prenda vantaggio da un entrata in palleggio non è una soluzione buona. Capisco rallentare il ritmo, giocare sul sicuro e non prendere la transizione m non è la prima volta che vengono fuori attacchi in uno contro uno da marcati e non sempre va bene. 5/7 da due punti con buoni jumper in ritmo dal mid range ma 4/14 da fuori, mano da migliorare un po’ con il giallo del canestro da fuori assegnatogli tardivamente anche se non aveva realizzato grazie all’interferenza di Ed Davis. Il fallo su Love nel finale è fisiologico e probabilmente nemmeno fallo perché potrebbe essere stato benissimo Love a cercare di incastrare con una giocata da veterano la mano di Terry per ottenere il fallo dopo aver preso il rimbalzo.

Gordon Hayward: 5

7 pt. (3/13), 5 rimbalzi, 3 assist, 3 rubate, 4 TO. Torna non in peretta forma, forza qualcosa di troppo e vessato dagli arbitri non combina molto anche se 3 palloni rubati e 5 assist in 29:11 rappresentano cifre soddisfacenti. Segna soltanto un open 3 su cinque tentativi e poi nel finale trattenuto da Okoro viene beffato perché la terna non lo vede (è arrivato un telegramma da Plutone dove l’hanno visto pure da lì a occhio nudo) se contro di lui fischiano a favore si dimenticano…

Miles Bridges: 6,5

12 pt. (5/8), 6 rimbalzi, 7 assist, 1 rubata. Serata dove non prende molti tiri e quando lo fa solamente una volta prova da fuori. Bene negli assist, ottimo il suo anticipo in salto su Mobley nel finale così come alcune sue difese su di lui. Un po’ frustrato chiedendo falli che non arrivano o non arrivano chiamate in shooting motion. Da rivedere la dunk su Mobley con passaggio per sé stesso dietro la schiena e cambio di direzione.

Mason Plumlee: 5,5

8 pt. (4/6), 11 rimbalzi, 5 assist, 3 rubate. In 31:47 cattura 7 rimbalzi difensivi ma ne lascia di più ad Allen e soci, inoltre la difesa al ferro non c’è. Quando Allen lo posterizza è solo la cartina tornasole di un centro senza atletismo. Buoni i tre palloni rubati, uno in anticipo su Allen, un altro per gentile passaggio avversario mentre usciva da sotto canestro. Bravo anche quando un suo canestro – con finta ai 24 su Allen – porta due punti importanti ma nel complesso il duello è nettamente vinto dall’avversario.

Kelly Oubre Jr.: 6

21 pt. (7/19), 9 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata, 1 stoppata. Partito male, da 5, sbagliando tanto da tre punti, finirà con un 4/13 da oltre l’arco rischiando di far vincer la partita ai Calabroni nel finale.

Cody Martin: 5,5

6 pt. (2/7), 3 rimbalzi, 3 assist, 1 stoppata in 15:44. Tiro un po’ latente, bell’uno contro uno dalla sinistra con alzata su Allen. Difesa funzionante e valida a tratti. I cm mancano e i close-out non sempre sono stati perfetti. Rispetto al Martin di inizio stagione un po’ più appannato.

P.J. Washington: 7,5

8 pt. (3/4), 9 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata in 26:12. Due bombe per pareggiare la partita nel finale, diverse buone difese, 9 rimbalzi e anche un paio di buone entrate (preziosa quella di fisico su Love), una chiusa con un fallo subito.

Coach James Borrego: 6

Per un volta non commento il suo operato, la terna ne combina troppe (stravolgendo la partita) perché possa are un giudizio su aspetti negativi e positivi in serata che ha avuto.

Questo articolo è stato pubblicato in Uncategorized da igor . Aggiungi il permalink ai segnalibri.

Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.