Game 54 – Charlotte Hornets Vs Cleveland Cavaliers 90-103

Intro

Charlotte a inizio stagione era partita con la curiosità legata ai nuovi due giocatori (Ball e Hayward) che avrebbero dovuto migliorare la squadra ma non tanto secondo gli analisti visto che tutti l’avevano relegata nelle ultime posizioni a Est.

Immaginavo si sbagliassero ma non pensavo che il team, seppur con poco vantaggio, potesse raggiungere la quarta posizione della Conference.

Teoricamente avrebbe dovuto aver avanti 5/6 squadre e oggi, dopo le due cadute con Atlanta e Lakers, la squadra è in linea con le mie aspettative ma in realtà solamente perché gli Hornets sono stati falcidiati da una serie di infortuni che progressivamente hanno indebolito esponenzialmente la squadra in questo periodo difficile.

Davanti c’è un terzetto in vetta alla Conference, potremmo parafrasare l’uscita del nuovo pezzo dei 99 Posse con “Comanda la Gang”…

Il pezzo descrive come “le contrapposizioni fra destra e sinistra, davanti a un modello di sviluppo appoggiato da tutti e mai messo in discussione, decadono”.

“Il ‘mai con quello, il mai con quell’altro’ sono magicamente caduti davanti a un interesse di sistema”.

La copertina è di Davide Toffolo, cantante dei Tre Allegri Ragazzi Morti.

Nella NBA l’interesse è comune ma mantenere il prestigio di alcune squadre e alcuni giocatori che si riciclano talvolta sempre in squadre vincenti fa sì che un vero cambiamento nasca dal basso.

Charlotte ci sta provando dal Draft e faticosamente dal mercato essendosi dissanguata per garantire un contratto a Hayward considerando gli oltre 9 milioni all’anno per ben tre stagioni dovute a Batum.

Hayward è out e per Charlotte oggi resistere è d’obbligo, se la sopra comanda la gang (tra l’altro nella notte va in scena la partita sfida spareggio tra Phila e Brooklyn, appaiate in vetta), i Calabroni provano a guadagnarsi un posto al sole ma se vogliono continuare a sognare in attesa che a inizio maggio siano (speriamo) disponibili tutti per tentare l’assalto finale alla quinta o alla sesta posizione che eviterebbe i play-in, la vittoria da strappare con le “unghie e con le mandibole” contro i Cavs stanotte è d’obbligo.

Analisi

Gli Hornets avrebbero dovuto vincere la partita ma hanno finito per perderla abbastanza nettamente mostrando tutti i propri limiti nonostante il rientro di Rozier ma anche quello di Garland per i Cavs.

Out Sexton, Cleveland ha comunque il potenziale a sufficienza per controllare la partita con degli Hornets fuori ritmo farciti di riserve, che, guardando solo la panchina, offrono 34 punti contro i 42 di quella opposta.

La nuova e rovinosa caduta è consequenziale al fatto che i Calabroni siano una squadra attualmente con pochi punti nelle mani, senza ritmo che si affida a conclusioni da fuori con estrema facilità abbandonandosi al proprio destino, artefice della consegna della vittoria nelle mani degli avversari.

Poco da dire, fast break a parte, i Cavs sono stati numericamente e concretamente superiori in tutte le statistiche, rimbalzi, tiro, tiro da tre punti e punti nel pitturato, assist…

Solo i TO sono stati inferiori (12-15) ma lo 0/5 di Caleb Martin dal campo e il 6/12 ai liberi raccontano di una squadra con difficoltà al tiro che si permette anche il lusso di non attaccare il pitturato con buone manovre.

In tutto questo sfacelo Carey Jr. rimane in panchina (se non ora, quando?) e non si vede come questa squadra possa pensare seriamente di impensierire nella prossima trasferta i Nets… A Brooklyn probabilmente gli Hornets torneranno a un record perdente, ancora certamente in corsa per i playoff – passando per la porta di servizio – ma invischiati, appunto, per i play-in nel caso in cui i veri titolari rientrassero per andare a tentare di riprendere il filo della stagione.

La partita

I quintetti:

1° quarto:

Cleveland ritrovava Jarrett Allen che impiegato per la palla a due la vinceva e poi andava, servito, a schiacciare lo 0-2.

Sul giro alla d’attacco era ancora Cleveland a partire verso l’anello con Okoro per un 2+1 (McDaniels foul provando ad opporsi) quindi erro un errore di Okoro ma sulla palla rimbalzante al vetro arrivava Allen a ribadire a canestro lo 0-7.

Finalmente Charlotte riusciva a sbloccarsi a 10:18 quando un catch n’shoot 3 di Bridges dall’angolo sinistro finiva dentro.

Wade era stoppato da Bridges in rientro e a 9:42 McDaniels con un’altra bomba (ne aveva appena fallita una personale) portava Charlotte sul -1.

Love da sotto allungava ma Biyombo con un pick and roll sul quale andava per l’arresto e l’appoggio segnava l’8-9 quindi Love recuperava una palla toccata da Rozier per appoggiare il +3 Cavs recuperato da Graham con un tiro da oltre l’arco dalla parabola ipnotica che valeva l’11-11.

I Cavs tornavano avanti con un dribbling di Garland e il relativo layup prima che la stessa guardia esplodesse anche la tripla dell’11-16 a 7:25.

Hornets un po’ in difficoltà offensivamente con McDaniels stoppato ma Rozier recuperando la palla vagante alzava al volo prima dello scadere dei 24 per recuperar due punti.

Altra bomba di Garland, quindi toccava a Biyombo recuperare un rimbalzo e segnar su invito di McDaniels (15-19).

Sembrava inarrestabile Garland che francobollato da Zeller in ottimo close-out, riusciva dall’angolo sinistro a elevarsi oltre il centro per un’altra conclusione dalla lunga distanza vincente.

Wanamaker con un floater arrivando frontalmente riduceva lo scarto così come Zeller che da sotto afferrava una palla vagante per trasformarla nel 19-22 ma gli errori successivi di Rozier, Martin (Caleb) e Wanamaker portavano inevitabilmente a chiudere il quarto sotto anche perché Cleveland tornava ad allungare sul 21-27 prima che Zeller sulla sirena riuscisse a correggere in tap-in due errori di Bridges portando il risultato sul 23-27.

Più che Wanamaker è l’urlo disperato di Munch. Con gli Hornets in caduta libera, il play sta fornendo contrarianti prove. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

2° quarto:

Un canestro annullato di Hartenstein (invasione del cilindro dell’anello?) sul tocco errato in transizione di Prince contribuiva a riportare Charlotte a contatto grazie alla bomba di Graham a 11:13 (26-27) ma anche per il secondo quarto i Calabroni erano destinati a rimanere sempre in svantaggio anche perché su un lancio lungo in uscita prince schiacciava sul rientrante di McDaniels.

I Cavs poi trovavano anche due triple consecutive scagliate dalle diagonali opposte da parte di Love così gli imenotteri scendendo su un gelido -9 (26-35) si trovavano già con le spalle al muro mentre il team di Bickerstaff festeggiava.

A 8:25 Rozier infilava la tripla ma a 7:34 il 2+1 di Prince (secondo fallo di McDaniels nel cilindro tentando di ostacolare il lungo) valeva il nuovo -9.

Se poi Caleb Martin, oltre a mancare triple, falliva a 6:50 anche due liberi andando corto, era notte fonda…

Rozier replicava con uno stop & pops ma la finta con tripla dall’angolo sinistro di Prince scavava un divario da doppia cifra: 31-41.

Miles in appoggio dalla linea di fondo destra segnava ma su un semplice pick and roll nessuno andava a contrastare il dominio dell’aria di Allen, lesto a schiacciare di prepotenza un alley-oop.

Rozier recuperava tre punti passando lo schermo di Zeller per colpire al volo leggermente a sinistra (36-43).

Garland aveva le qualità per infiltrarsi nella difesa degli Hornets appoggiando un fing and roll quindi Zeller posterizzava in corsa Allen (38-45).

Charlotte, dopo una palla a due vinta da Biyombo su Nance Jr., era aiutata da Rozier con un tiro YMCA (chiedere a Dell Curry cosa intenda) che riportava a -5 il team di MJ (40-45).

Gli Hornets si difendevano strenuamente: Rozier stoppava Okoro, Miles usciva in transizione brillantemente e nonostante gli fosse toccata palla riusciva con un buon tocco volante a indirizzare la continuazione verso Biz che, fermato con il fallo, a 1:34 splittava due liberi.

Dal -4 però si passava al -8 poiché due liberi di Allen nell’ultimo minuto e la serpentina rapida di Garland sulla sirena consentivano a Cleveland di chiudere comodamente al comando il primo tempo sul 41-49.

3° quarto:

McDaniels partiva con una tripla dall’angolo sinistro per infondere fiducia ma Allen con un passaggio dietro la schiena lungo la linea di fondo invitava dal versante sinistro Okoro, liberissimo, alla schiacciata in corsa.

A 10:05 per un fallo sul centro avversario, i Cavs allungavano di un punto ma lo step back 3 di Bridges da destra su Love funzionava perfettamente per il 47-52.

Allen prendeva il tempo a Biz schiacciando a una mano sul lato destro mentre le entrate di Rozier e Graham non avevano successo.

Garland sotto pressione pestava la linea laterale e la pala tornava a Charlotte tra le mani di Rozier che cambiava direzione dietro lo schermo del lungo per elevarsi in jumper vincente sopra Allen.

Una mattonata da tre di Okoro favoriva i Calabroni che con un catch n’shoot di Bridges dall’angolo sinistro mangiavano altri tre punti ai Cavs (assist cortesia di Graham).

A 6:31 pareggiava Rozier in entrata ma poco dopo un fallo chiamato a McDaniels su una finta di Love valeva il nuovo +2 per la squadra dell’Ohio.

Bridges pareggiava in solitaria appoggiando l’uno contro uno quindi Biyombo stoppava Okoro e Love aveva qualche problema al tiro sull’azione.

Cleveland continuava a rimanere sopra ma sul 56-58 ancora Bridges dalla sinistra colpiva da tre punti a 4:55 facendo passare in vantaggio per la prima volta la squadra di Borrego.

Garland con un lungo jumper faceva pender nuovamente la bilancia a favore dei colorati che tuttavia riprendevano quota con due FT di Nance Jr. (61-66) prima di vedere l’appoggio ai quasi 24 di Wanamaker ben servito da Zeller.

Il problema era che il play arrivato da Golden State trovava sì due buone entrate costringendo al fallo Osman ma nonostante fosse un buonissimo tiratore di liberi dalla lunetta mandava dentro solo un libero su 4 prima di passar successivamente una pala al vuoto…

Due triple di prince nel mentre allungavano per gli ospiti il divario (64-76) prima che lo stesso Wanamaker in entrata battesse la luce rossa per il 66-75, finale di terzo quarto.

4° quarto:

Charlotte apriva il quarto con Rozier abile nel no look pass a Bridges che metteva dentro facile grazie al raddoppio sul numero 3.

Charlotte però non aveva abbastanza forza per contrastare gli avversari: Allen usava il gomito in area per avvantaggiarsi con lo spin su McDaniels infilando il 68-79 e anche se McDaniels rispondeva da tre aiutato da Graham che infilala la spicchiata in retina di assist di Rozier (74-79) non si facevano volo pindarici.

Quei 5 punti resistevano a elastico con Cleveland ad allungare ma Charlotte a riprenderseli con due FT di Wanamaker prima e una tripla di Graham dal corner destro per il 79-84.

Si potrebbe entrare in crunch time ma Love a 5:08 in area era leggermente spinto con il corpo da Cody Martin (usciva immediatamente dopo) senza che questi impedisse l’alzata e l’and one.

Altro uso dell’arto di Love che distanziando Rozier con la minima spinta per farsi spazio, appoggiava di peso in post il pallone del +10 Cleveland (79-89).

Saltata tutta la difesa e saltata anche la caviglia di Wanamaker, gli Hornets tentavano la rimonta disperata con due FT di Bridges a 4:15 (81-92) ma ecco spuntare il solito gregario che trovando la serata magica contro gli Hornets contribuiva a spegnere la rimonta: T. Prince.

Prince rispondeva da tre, Rozier scambiava la tripla, altra bomba di prince e nuova “trade” con Graham (second chance) che da fuori realizzava l’87-95 ma questa volta era Wade dall’angolo sinistro ad abbatter una tripla aperta.

Rozier a 1:18 ne mandava dentro un’altra (90-98) ma ancora Prince con una veloce saetta da destra infilava il 90-101.

McDaniels falliva la conclusione da fuori e la gara scivolava via sul 90-103…

Devonte’ Graham: 5,5

15 pt. (5/16), 1 rimbalzo, 7 assist, -6 in +/- in 33:57. Gioca più minuti del solito poiché Borrego ovviamente incrementa il minutaggio dei giocatori più consistenti. 5/13 da tre punti, “troppo poco” per un giocatore che tira quasi esclusivamente da fuori. Potrebbe anche andar bene se non prendesse tiri deep e fuori ritmo. Ogni tanto mette qualche bomba che da speranza ma poi sono altri suoi errori, compresi quelli da due punti, a destare meno speranze. Bene nello smistamento assist. Bidimensionale ma Charlotte avrebbe bisogno di più.

Terry Rozier: 6,5

22 pt. (9/20), 7 rimbalzi, 8 assist, 4 rubate, 1 stoppata, -9 in +/-. 3 TO in 43:14. Tantissimo sul parquet. Lo stacanovista alla Anthony Mason però va a vuoto spesso sulle conclusioni personali perdendo anche un paio di palloni, uno in entrata e uno in palleggio, evitabili. Ci prova con energia: 7 rimbalzi e 8 assist oltre 22 punti. Buoni numeri anche nelle steal ma ci sono, appunto, 3 TO. Da un po’ di spinta alla squadra ma è insufficiente. Meglio nei panni del tiratore che del trascinatore disperato.

Jalen McDaniels: 5

9 pt. (3/13), 3 rimbalzi, 2 assist, 2 rubate, 1 stoppata, -3 in +/-. 2 TO in 31:29. 4 PF. Apprezzo i tentativi difensivi di bloccare l’avversario ma sono sin troppo puliti e ingenui perché a lui che non è una superstar ma è un incerottato giocatore catapultato dalla lega minore al ruolo di titolare, non è concesso quel tipo di contatto che le terne concedono ad altri giocatori. Il problema del voto negativo è che in vena realizzativa non c’è nonostante segni a inizio gara il 6-7 con una tripla. Non arriva ai 10 punti con 10 conclusioni…

Miles Bridges: 6,5

20 pt. (7/15), 7 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata, 1stoppata, -1 in +/-. 2 TO in 37:16. Anche lui viene impiegato tanto. Segna da tre i primi punti degli Hornets, poi ha la sua fase migliore nel terzo periodo quando segna subito da tre e poi si ripete altre due volte portando sopra Charlotte per la prima volta in partita. Energia in difesa, non sempre irreprensibile, porta i suoi punti in attacco anche sfidando la difesa con entrate che, a prescindere dal risultato, variano la tattica costringendo i Cavs a pensare di allungarsi nelle seguenti azioni.

Bismack Biyombo: 5,5

5 pt. (2/4), 5 rimbalzi, 1 rubata, 2 stoppate, -2 in +/-. 1 TO. Allen gli schiaccia in faccia, poi lui sbaglia un appoggio di molto, pur contrastato, recupera, schiaccia una palla all’indietro innescando una transizione sulla quale rimedia stoppando Garland all’ultimo. Ferma anche Okoro ma rimane un giocatore che per segnare ha bisogno di spazio e servizi. Ipertrofico nel suo ruolo da titolare…

Cody Zeller: 6,5

10pt. (5/6), 7 rimbalzi, 2 assist, -14 in +/-. 1 TO in 19:29. Da una spinta all’attacco prendendo 4 rimbalzi offensivi e segnando quasi sempre i sui punti di rottura arrivando in doppia cifra nonostante parta dalla panchina e giochi meno di 20 minuti. Sarebbe il caso di farlo partire titolare anche perché se Borrego vuole un compromesso tra attacco e difesa, Zeller è già in sé l’ente unico preposto a esserlo per aiutare di più l’attacco. O lui o Carey Jr., Biyombo in un contesto senza scorer finisce per bloccare l’attacco. Non è certamente aporia ma per Borrego pare esserlo.

Caleb Martin: 4

0 pt. (0/5), 5 rimbalzi, 1 assist, -13 in +/-. 1 TO. Messo dentro come tiratore, ripreso un posto in panchina dopo il rientro di Rozier, gioca comunque 23:17 dove mostra come si fa a perdere una partita. 0/4 da tre. Torna a perdere confidenza con il tiro da fuori, il tiro da due punti e anche ai liberi dove lo 0/2 fotocopia, ricalcato con due tiri corti, non aiuta di certo… Avere lui o avere Monk fa un bel po’ di differenza. Sarebbe da tre ma almeno cattura qualche buon rimbalzo.

Brad Wanamaker: 4,5

9 pt. (3/5), 2 rimbalzi, 2 assist, -8 in +/-. 2 TO in 20:59. 3/6 dalla lunetta con un apogeo negativo di ¼ in breve tempo per un super tiratore di liberi come lui. Atteggiamento in campo aggressivo in attacco, cerca di usare il fisico e prova a tenere in difesa ma il linguaggio del corpo è quello rassegnato all’ineluttabilità del destino. Dopo aver sbagliato tre liberi nel terzo quarto passa anche la palla al vuoto in rimessa laterale. Prince infila due bombe e così I Cavs, dopo essere stati ripresi scappano. A poco poi servono il suo appoggio sul finire del terzo quarto e i due liberi successivi. A completare la nefasta opera, nel finale salta anche la sua caviglia a una squadra che ha le caviglie più fragili di quelle degli omini del Subbuteo…

Cody Martin: 5,5

0 pt. (0/0), 1 rimbalzo, -9 in +/- in 7:33. Poco o nulla. Non funziona come stopper difensivo, anzi, le rotazioni costanti sui cambi a volte portano a mismatch clamorosi. Love in area su di lui lo batte facilmente, lui tiene con il corpo ma gli viene anche contestato un fallo. Two and one pesante a poco più di 5 minuti dalla fine e lì esce…

Coach James Borrego: 5

Raramente si vede un attacco ben congegnato che riesca con stratagemmi a diversificare entrate in solitaria e triple. Squadra in assenza di ritmo con rotazioni da sbandate epiche. Non ha il problema dell’horror vacui non riempiendo lo spazio vuoto sul perimetro (vedi Love nel primo tempo) ma anche diversi tiratori nel secondo tempo come Prince in un finale nel quale ci si gioca il tutto per tutto a viso aperto. L’horror viene ai tifosi che capiscono sì la situazione di super emergenza con potenzialità al limite della decenza da parte di molti componenti del team ma personalmente vorrei tentare di vedere il miglior asseto possibile e un gioco, cosa che a mio modesto avviso, pur rispettando il suo ruolo e le sue conoscenze, non sta avvenendo nella forma migliore.

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.