Game 55 – Charlotte Hornets @ Brooklyn Nets 115-130

Intro

La cultura di massa spesso è uno strumento mediato da politica, geografia e momento storico in essere, una verità dentro una selva camuffata in “camo” da interessi contrapposti.

Scorgere la realtà non è semplice, specialmente se ci si si affanna a essere di parte, ma anche semplicemente andando alla ricerca di essa senza pregiudizi, l’immersione nell’attualità può portare a rendere invisibile il soggetto in questione per via di depistaggi o per variabili inconoscibili che portano a mancanza di conoscenze integrali sul problema specifico.

Se visti da fuori, osservando solamente i risultati, fan generici della NBA probabilmente non si spiegherebbero l’attuale crollo dei Calabroni, oppure, scavando brevemente nella memoria recente, basandosi sull’esperienza, direbbero che Charlotte sta rientrando nella normalità dopo esser stata troppo al di sopa delle aspettative.

In realtà sono bastate tre sconfitte consecutive per spingere la squadra da un posto ai playoff con vantaggio fattore campo al bordo delle squadre regolarmente classificate che ci dovranno giocare i play-in ma i fan rischiano di credere che questa qualificazione possa sfumare.

In realtà gli Hornets hanno mezza squadra out (Ball, Monk, Hayward, P.J. Washington, Darling, Wanamaker e Graham) e nessuno per Covid-19…

Fort Amsterdam sarà un crocevia: nella attuale New York affronteremo i Nets e i Knicks (passando nel mezzo di una gara casalinga con Portland), tre partite difficili che rischino di far scendere ulteriormente Charlotte in classifica.

Eppure, “studiando le carte” (le esporrò dopo la partita contro New York nel solito pezzo denominato Il Punto) si scopre che gli Hornets avranno uno dei migliori calendari in maggio e se dovessimo finalmente, come dovrebbe avvenire, ritrovare progressivamente pezzi importanti proprio dalla partita contro i Knickerbookers, il rush finale che partirà il primo maggio contro Detroit, potrebbe riportare di peso i Calabroni dentro le prime sei squadre a Est salvo nuove e imprevedibili estemporaneità legate a infortuni, sebbene si sia già dato molto…

A Brooklyn si va per onor di firma mentre tra Portland e New York sarebbe oro pescare una vittoria mentre le due successive partite con Chicago e Cleveland, confidando nel rientro di qualche giocatore importante, non si possono fallire, insomma, la sconfitta di stasera è prevedibile molto facilmente ma ancora niente depressione e scoramento, l’obiettivo finale è più raggiungibile di ciò che si creda.

Mi sbilancio forse troppo anche “contro il fato” ma razionalmente l’obiettivo è a portata.

Analisi

La premonizione negativa chiamata Durant era nell’aria, le comete portatrici di sventura Shamet e Harris anche.

25 punti per l’ex GSW, 20 per il secondo e 26 per il terzo che in avvio di ultima frazione decide quasi da solo la partita spezzando la strenua resistenza sin lì offerta dagli Hornets che hanno giocato una buona partita in attacco anche perché, finalmente, Borrego ha sciolto Carey Jr. lanciandolo nel ruolo da titolare in una partita nella quale non si aveva nulla da perdere.

L’ex Duke ha risposto con un avvio folgorante e una prestazione sorprendente aiutando un Bridges da 33 punti (massimo in carriera) e il solito Rozier a non naufragare a Brooklyn.

Le ghiacciate comete sembrano sciogliersi… se Borrego terrà ancora in considerazione Carey Jr. e la squadra sarà motivata come stasera, con i rientri degli infortunati potremmo tornare a inserirci a fari spenti tra le migliori 6 a Est anche perché, se NYK è in vantaggio a metà partita a Dallas (52-56), Indiana e Miami hanno perso rispettivamente a Salt Lake City e Minneapolis mostrando di stentare un po’…

Piuttosto bene al tiro Charlotte ma la connessione assist e tiro da fuori per i Nets è stata determinante.

Impossibile fermare Durant a quelle quote, possibile invece limare TO e cercare di non uscire con troppa ansia e fretta da certe situazioni: su palloni vaganti abbiamo pagato eccessivamente in fast break venendo colpiti da incursioni e triple tuttavia a Brooklyn si poteva anche perdere senza drammi.

La partita

I quintetti:

1° quarto:

Dopo una palla a due tirata da Jordan nella propria metà campo, Cody martin portava via subito la sfera dalle mani avversarie ma Bridges in palleggio incocciava su Irving così una squadra sbilanciata subiva il primo fast break di Green.

Gli Hornets pareggiavano con una rollata e jam di Carey Jr. lanciato come titolare.

Harris dall’angolo sinistro scavalcava Charlotte che resisteva con un tiro dalla linea di fondo sinistra del Duke lanciato titolare.

Jordan schiacciava cercando di allontanare Charlotte ma un’incursione orizzontale da destra di McDaniels, il quale chiudendo in reverse su un Jordan rilassato, teneva il passo in attacco per gli Hornets che passavano in vantaggio con una tripla di Bridges dalla diagonale destra incrementando il vantaggio quando Rozier intercettando un pallone lo passava in transizione a McDaniels che a rimorchio metteva dentro l’11-7.

Carey Jr. continuava a stupire prendendosi un tiro lungo dalla diagonale sinistra che accarezzava solo il cotone e dopo un alley-oop e una stoppata di Jordan su McDaniels con palla in rimessa dal fondo, ecco Carey Jr. servire Miles per una schiacciata inarcata a due mani.

A 7:11 Carey Jr. faceva esplodere tripla e propria panchina che, estasiata dall’avvio del rookie, festeggiava scompostamente la prima bomba in carriera del giocatore che portava al raddoppio gli Hornets (18-9).

Impensabile tenere il doppio dei punti dei Nets, infatti, Irving segnava subito ma Cody martin mettendo due punti con perfetto tiro dal mid range portava il tabellone sul 20-11.

Altri due punti di Irving (fing and roll su Miles) e risposta di Miles in circus shot di sinistra alzavano il punteggio che saliva ulteriormente su sponda Hornets quando Rozier, scappando a Harris, appoggiava il 24-13 e Bridges dall’angolo metteva la tripla del 27-13.

La risposta dei Nets arrivava a 4:45 con un two and one firmato Green e una tripla di Shamet dall’angolo per il 27-19 tuttavia a 2:57 un turnaround frontale di Bridges valeva il trentesimo punto Hornets.

Un gancio di Griffin su Miles e una trattenuta netta di Biz (graziato dl flagrant) sull’ex Pistons valevano 4 punti per i Nets che a 2:09 tornavano sul -7 ma un arcobaleno di Wanamaker riprendeva nove punti di vantaggio che sembravano poter resistere sino a fine quarto ma una tripla a pochi secondi dalla fine di Harris su Wanamaker valeva il -6 (35-29).

Carey Jr. offre palla a Bridges che trasforma alla sua maniera in punti. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

2° quarto:

La seconda frazione si apriva con la tripla di Shamet che “cometizzava” in negativo l’avvio di Charlotte, incapace di segnar punti imbottita di riserve.

Pur lentamente i Nets si avvicinavano e a 9:06 con due tiri liberi splittati da Griffin raggiungevano il pari a quota 35.

Lo 0/7 dal campo non aiutava ma Carey Jr. in euro step trovava comunque l’alzata frontale per battere il suo marcatore rimastogli di fronte.

A 7:46 la bomba di Harris faceva tornare in vantaggio le Retine che tuttavia incassavano due punti di Rozier (rispedito d’urgenza sul parquet) in entrata a 7:32 (39-38).

La schiacciata di Miles che in entrata passava tra Harris e Griffin era recuperata e superata quando Irving da tre infilava il 41-43.

Una dunk di Jordan a 4:59 era recuperata da Cody Martin che con l’arcobaleno batteva un Jordan che rientrando precipitosamente rifilava una manata in faccia al numero 11 consentendogli un and one mancato.

Green infilava la tripla, Rozier rispondeva a 3:57 andando da solo per un pullup frontale da due punti ma 10 secondi più tardi Durant si accendeva infilando una tripla.

Il banker alto di Terry su Irving portava il mega-schermo sul 47-51 ma un generoso fallo fischiato su Durant (McDaniels in onesto close-out) riallontanava i Nets, pronti a prendere il largo.

Bridges con lo step-back vinceva il duello tra numeri zero sorprendendo da tre Green e anche dopo il tocco volante vincente di Jordan (50-56) i Calabroni non mollavano la presa rispondendo con una velocissima entrata di Miles che appoggiava in corsa al vetro e con un’altra accelerazione: questa volta era Terry che staccava frontalmente dal cuore dell’ara per sorprendere Irving e Harris davanti al ferro con una schiacciata a una mano esaltante.

Irving batteva con uno strettissimo reverse oltre il ferro la buona difesa di Cody martin ma il fratello, ai primi due punti della partita, lo “vendicava” con spin e allungo in area su Harris che costava alla guardia avversaria anche il fallo.

Two and one a segno e -1 a :49.1.

Altra tripla imprendibile di Durant per il +4 Nets ma Carey Jr. a 29 secondi dalla fine segnava dalla lunetta così come Caleb Martin che non convinceva Durant, il quale ridendo con Borrego vedeva pareggiare il numero 10 dalla lunetta.

61-61, una resistenza offerta, quella della squadra di Borrego, aldilà delle aspettative.

3° quarto:

La ripresa vedeva i locali passare in vantaggio con Harris dapprima ma a 10:56 su un rimbalzo offensivo McDaniels pareggiava passando dalla lunetta.

Un altro rimbalzo offensivo consentiva a Rozier di infilar il vantaggio (65-63) prima che Durant passasse Carey Jr. con facilità per schiacciare ad alte quote.

Bridges recuperando un pallone toccato a Rozier approfittava dello spazio concesso dall’arco per prendere e segnare il tiro pesante.

Un assist di Rozier per McDaniels in angolo faceva registrare il 71-65 prima che la squadra di Nash rinvenisse con due punti di Harris e un two and one di Durant che portava Carey Jr. al quarto fallo.

Ancora Rozier, offendo palla in angolo a Miles, avvantaggiava i Calabroni che con la bomba a segno del numero 0 si portavano sul 74-70.

Botta e risposta tra Durant e Carey Jr. così come da tre punti avveniva per Harris (nonostante il close-out di Miles sul relocate) e Caleb Martin che, dopo il buon lavoro difensivo di Carey Jr. su Brown, veniva vedersi assegnato un lungo due punti prima che Durant colpisse da tre nuovamente trovando il pari a quota 78.

Uno scoop in transizione di Brown, una cutting dunk di Miles su bound pass verticale nella feritoia di Wanamaker e poi due liberi di Durant per l0-82, si arrivava a 4:14 dalla terza sirena con gli Hornets ancora in partita.

A 3:57 un quasi 3 di Rozier pareggiava la gara prima che una palla persa a metà campo da McDaniels costasse tre punti by Shamet.

Fallo offensivo di McDaniels su Irving (palleggio e spinta laterale giudicata eccessiva) e due punti di Brown che su un rimbalzo offensivo metteva dentro dal pitturato nonostante la sfortunata zampata di Miles che a 2:26 vedeva mandare gli avversari con l’and one sull’84-88.

Floater di Terry very high su Claxton ma da una palla a terra in mischia gli Hornets ricavavano ancora zero (troppe volte per mancanza di precisione si perdevano palloni vaganti al cinquanta per cento) essendo costretti alla palla a due vinta da Shamet su Wanamaker con il primo a segno da tre.

Rozier segnando una tripla fluida teneva botta ma un close-out rinunciatario di Wanamaker faceva ingolosire ulteriormente Luwawu-Cabarrot che da oltre l’arco silurava Charlotte mandandola a riposo sull’89-94.

4° quarto:

Dopo 19 secondi Miles segnando in schiacciata da destra su altro assist di Wanamaker trovava il -3 e il massimo in carriera ma Charlotte subiva un paio di colpi tremendi: Harris da tre segnava sulla chiusura di Carey Jr. (5° fallo e fuori per il finale) che regalava anche con fallo “onesto” il gioco da 4 punti all’avversario.

Gli Hornets perdevano colpi negli scambi perché Rozier in lunetta splittava, Harris pescava una tripla rim/glass/rim (92-101) e anche Bridges dalla lunetta non andando oltre l’1/2 indeboliva la posizione traballante di Charlotte che precipitava poco dopo quando da sx il tiro di Harris era fermato da un tocco sul gomito da Bridges in allungo.

3/3 a 10:11, 93-104, un travolgente avvio che gli Hornets fermavano solo con il time-out dopo un alley-oop di Griffin.

Lo stesso giocatore metteva la partita in ghiaccio con la tripla dalla destra (93-109) così per la parte centrale si vedeva un Rozier infilare 7 punti di fila per i nostri e per quella finale notare ulteriormente un Carey Jr. che mostrava lampi di classe come il turnaround in fade-away dalla media linea di fondo sinistra oltre Griffin e Irving nelle vicinanze per evitare la penetrazione.

A 1:5e i primi punti di Riller in NBA con una tripla da lato sinistro su scarico dal fondo di Martin valeva il 110-124.

C’era da sorridere quando Caleb martin, tentando di servire un alley-oop per Richards alzava un tiro che diventava una tripla diretta a :22.7.

Finiva 115-130 ma i Calabroni sono parsi vivi nonostante le assenze.

Terry Rozier: 7

27 pt. (12/21), 6 rimbalzi, 10 assist, 1 rubata, -5 in +/-. 4 TO in 40:15. Parte da PG e non se la cava certo male. Finisce con 10 assist, favorito dall’attenzione su di lui come tiratore, sa anche essere generoso innescando dagli angoli McDaniels e Bridges come esempi.Una schiacciata staccando da centro area paurosa su Joe Harris oltre che tentare di tenere in partita la squadra con qualche fiammata dopo un avvio lento. Gli ultimi sette punti li segna a partita andata ma la prestazione complessiva è positiva.

Cody Martin: 6,5

6 pt. (2/6), 5 rimbalzi, 5 assist, 2 rubate, 1 stoppata, -2 in +/-. 3 TO. Parte come SG accanto a Rozier ma il suo tiro, salvo eccezioni come il buon canestro in pullup dalla diagonale destra nel primo tempo, non è fenomenale. Ruolo a parte, in 35:02 mette su qualche numero ordinario in rimbalzi e assist compiendo qualche buona difesa.

Jalen McDaniels: 5,5

12 pt. (3/8), 2 rimbalzi, 1 assist, 4 rubate, -19 in +/-. 4 TO. Un inizio promettente a cui non segue un resto altrettanto interessante, anzi, dal fallo in close-out su Durant va dissipandosi giungendo nel terzo quarto a perdere una palla a metà campo in uscita da una transizione per poi andare a sfondare su Irving dal palleggio, inoltre è impreciso su palloni vaganti come quando non controlla una tripla avversaria dall’angolo e regala una rimessa. Ottime le 4 steal ma perde altrettanti palloni.

Miles Bridges: 7,5

33 pt. (13/18), 9 rimbalzi, 2 assist, 2 rubate, 1 stoppata, -7 in +/-. 4 TO. Massimo in carriera per Miles che pare esser di casa a Brooklyn. Confidente indovina 6 delle 10 triple tentate con convinzione. Anche in entrata e sotto canestro lavora bene prendendo iniziative che spesso vanno a buon fine. Ottima prestazione. Peccato per quella palla da lui deviata a fine terzo quarto e recuperata dai compagni ma persa da McDaniels e per il libero mancato a inizio ultimo quarto ma come spesso accade è elemento trascinante ed entusiasmante quando sale per la schiacciata.

Vernon Carey Jr.: 7,5

21 pt. (9/14), 6 rimbalzi, 1 assist, 1 stoppata, +14 in +/-. 5 PF. “Se non ora quando” era l’appello/critica costruttiva lanciata a Borrego nell’ultima partita ed eccolo magicamente sul parquet da titolare. Parte fortissimo sorprendendo gli avversari con un bagaglio completo fatto di movimenti che vanno dalla rollata, al tiro da due (compreso l’euro-step) o da tre punti preso con fiducia. La poca esperienza lo costringe a qualche fallo evitabile e sfortunato come quello che regala 4 punti a Harris nella fase di distacco tra le due squadre ma a guardare il plus/minus si evince che la sua presenza in campo è preziosa. Si toglie anche la soddisfazione di stoppare Griffin in uno contro uno rimanendogli davanti. Difesa importante (quando esce soffriamo), attacco ancor di più dove aggancia passaggi sotto canestro che trasforma in punti anche se qualche volta viene fermato. In un periodo nel quale i Calabroni hanno bisogno di “offense” e lo si rivede anche nel finale con un turnaround fade-away dalla linea di fondo sinistra oltre Griffin e Irving in raddoppio nelle vicinanze. 21 punti all’esordio, avesse un po’ di esperienza in più sarebbe devastante.

Caleb Martin: 6

10 pt. (3/10), 5 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata, -19 in +/- in 30:20. A parte il canestro con spin e allungo oltre Harris per il two and one in attacco lo si vede realizzare un paio di liberi e infilare nel finale un’ilare tripla che voleva essere nelle intenzioni un assist per Richards. Il cupping sulla spalla sinistra lo fa sembrare una pizza con salame piccante ma di pepato non c’è sicuramente il tiro, tuttavia la sua discreta prestazione difensiva la offre e per rimbalzi e impegno a fronte a colossi merita una sufficienza benché l’1/5 da fuori dica che debba per il futuro preferibilmente tentare da un range inferiore.

Bismack Biyombo: 5

1 pt. (0/0), 3 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata, -18 in +/-. 2 TO, 2 PF in 8:08. Qualche numero lo mette su, porta via anche una palla a Jordan ma poi come playmaker in uscita restituisce palla agli avversari. Il problema è che la sua lentezza paga per gli avversari. Ferma Griffin con una vistosa trattenuta e gli va bene che non gli sia comminato un flagrant…Con lui e la bench sul parquet l’attacco non ha sbocchi. ½ dalla lunetta per l’unico punto in una serata dove non prende tiri dal campo.

Brad Wanamaker: 5

2 pt. (1/5), 1 rimbalzo, 3 assist, 1 rubata, -23 in +/-. 2 TO in 15:48. Dopo una prima prova scialba aveva fornito delle buone prestazioni. Il livello d’esperienza lo si vede quando offendo due cioccolatini a Miles contribuisce al suo career-high ma al tiro è piuttosto scandaloso anche quando fallisce un’entrata tirando appena sotto il ferro dal lato. Due TO e un -23 eloquente perché se non vai a fare un close-out almeno alzando il braccio poi si vedono gli effetti: Harris lo fulmina sul fiale del primo tempo ma anche nel finale Shamet lo incenerisce. Non doveva giocare, non sarà in perfette condizioni fisiche ma la prestazione ricalca le ultime purtroppo.

Grant Riller: 6

3 pt. (1/1), 1 assist, +2 in +/- in 2:20. Infila la tripla dalla sinistra su scarico di Martin. L’unico tiro che prende in serata in poco più di due minuti nei quali aggiunge un assist. In attesa di Monk & Company, chissà se dargli qualche chance in più togliendo minuti ai Martin potrebbe dare a sorpresa più spinta all’attacco.

Nick Richards: s.v.

0 pt. (0/0), +2 in +/- in 2:20. Non si vede se non quando nel pitturato subisce un arcobaleno e quando da dietro il canestro avversario salta ma non interviene intelligentemente sulla tripla causale del compagno Caleb. Sarà dura rivederlo in momenti importanti se Carey Jr. si riproponesse su questi livelli…

Coach James Borrego: 6,5

Indovina il quintetto iniziale liberando Carey Jr. Inevitabile che alla lunga si esca perdenti anche per errori dei singoli. Qualche scelta al tiro da rivedere ma in genere la squadra sembra essere messa meglio sul parquet grazie a Carey Jr. che garantisce un po’ più di tenuta o almeno intimidazione. Non bisogna mollare la presa anche se ci sono infortunati e anche se dovessero arrivare ancora un paio di sconfitte ma si spera di rompere il break negativo prima possibile. Forse sarebbe stato meglio Zeller di Biyombo come ricambio ma è un dettaglio.

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.