Game 58 – Charlotte Hornets @ Chicago Bulls 91-108

Intro

Ci sono momenti nella vita nei quali si iniziano a fare dei bilanci.

L’analisi di ciò che funziona e cosa non va.

L’essere con le spalle al muro in una determinata situazione richiede di sgattaiolare o guizzare via velocemente prima di rimanere inchiodati.

Si può scoprire di non essere totalmente soddisfatti anche di un buon trend e a volte mancano dei pezzi.

Il compromesso che tutti noi – connessi “all’ambiente” (inteso come serie di vincoli e regole) circostante – è quella mediazione indispensabile alla sopravvivenza ma a volte occorre un’azione decisa per uscire da insoddisfazione e situazioni mediocri, fondamentalmente una scelta.

Nel secondo singolo di Caparezza si puntano i riflettori tra le differenti scelte effettuate da Ludwig van Beethoven e Mark Hollis, leader dei Talk Talk purtroppo scomparso non da molto.

Così Hornets e Bulls si affronteranno stasera a Chicago sapendo di non poter contare su alcuni dei loro pezzi migliori (LaVine per i Bulls, Monk, Ball e Hayward per gli Hornets) in una sfida che ha il sapore dell’ultima spiaggia per ambo i team.

I Bulls sono usciti ieri sera dal lotto delle 10 squadre in corsa per i PO mentre gli Hornets che avranno ancora 15 partite da giocare (prima di quella a Chicago) devono vincerne almeno una decina per sperare di accedere direttamente ai PO.

Con il rientro dei talenti potremmo farcela sul filo.

Donovan ha fatto delle scelte recentemente mettendo un quintetto più fisico, gli Hornets, scottati a New York devono reagire con un moto d’orgoglio e non farsi trovare impreparati mettendo sul parquet le loro migliori caratteristiche.

Le scelte di Borrego saranno importanti in chiave tattica.

Analisi

Charlotte gioca la peggior partita dell’anno contro una squadra priva della loro stella: Zach LaVine.

I Bulls però meritano la vittoria per determinazione, Charlotte ha steccato per la seconda volta consecutiva una partita sotto l’aspetto della grinta non sfruttando l’occasione.

Scelte tattiche errate e scelte di tiro non ideali sotto la pressione difensiva di Chicago, con troppo TO in avvio di partita.

A livello tattico la squadra di Donovan è stata favorita da un quintetto più lungo e fisico che alla fine ha fatto la differenza nelle statistiche mentre Charlotte conferma di avere un disperato bisogno di un centro dominante.

43-55 nei rimbalzi hanno prodotto molte second chance per gli avversari che le hanno sfruttare con un 5-18 a proprio vantaggio così come gli scriteriati TO degli Hornets hanno prodotto un 8-17 nei fast break con gli Hornets che si sono salvati almeno tre volte nel primo tempo abbastanza clamorosamente su queste transizioni.

Il tiro da tre punti è stato pessimo: 25,8% contro un 32,6%, ed ecco il disastro completato con una delle peggiori prestazioni offensive di Charlotte nell’annata.

Inscusabili e deludenti fino al midollo gli Hornets pagano le assenze ma non devono accampare scuse perché la squadra di Borrego in emergenza da settimane è ormai più rodata rispetto a dei Bulls alla portata.

Per i Tori il terzetto Young, White e Vucevic ha prodotto 18 punti a testa (il montenegrino ha catturato anche 16 rimbalzi), inoltre Markkanen ha chiuso con 11 punti seguito da Satoransky con 10.

Chicago aveva perso contro Cleveland, Charlotte oggi viene battuta da Chicago mentre domani Charlotte ospiterà Cleveland in questa specie di girone.

Anche vincendo potrebbe essere tardi per i PO diretti ma aspettando i desaparecido (Monk è out già da più del tempo previsto) non andare sullo 0-3 con Cleveland in stagione sarebbe già qualcosa sebbene avremo le stesse difficoltà riscontrate contro team fisici.

La partita

I quintetti:

1° quarto:

La palla a due portata a casa da Chicago dava la prima possibilità ai Bulls ma Vucevic mancava il tiro infastidito da Carey Jr. tuttavia l’inizio orrendo degli Hornets e quello buono dei Bulls rischiavano di far naufragare la partita.

Dal primo canestro di White (second chance) da tre punti a quello di Vucevic a 10:15 passavano 8 punti tra le due squadre e dopo un fallo richiesto e non concesso a Rozier la transizione mancata da Temple era corretta da P. Williams per lo 0-10.

Il tremendo avvio era mitigato da Carey Jr. che usava il corpo in entrata per battere Theis.

Rispondeva White (2-12) ma Graham colpiva dalle diagonali in back to back 3 prima di andare a realizzare un pull-up frontale da due punti che valeva il 10-14 quindi il play aprendo in angolo sinistro trovava Miles pronto a scoccare la freccia del 13-14 a 6:56.

Gli Hornets tuttavia non completavano la rimonta lasciando ripartire i Bulls che segnavano con Vucevic da sotto (Carey un po’ sorpreso) e passavano ancora con “Vuc” che sfruttava una second chance in schiacciata, imitata da White su uno dei troppi TO Hornets (13-200).

La tripla di Young mandava gli Hornets sotto di 10 punti ma il runner di P.J. Washington in orizzontale con soft touch interrompeva il parziale.

La manovra tra Wanamaker e McDaniels era meno sicura di una carovana senza scorta nel Far West nell’immaginario collettivo così ci si salvava con il fallo sulla transizione di P. Williams che dalla lunetta comunque un punto lo realizzava.

Un fade-away di Rozier valeva il 17-24 ma Satoransky dall’angolo destro colpiva da tre punti recuperati da Zeller che servito da Wanamaker sotto recuperava due punti più fallo a due minuti esatti dalla prima sirena.

I Tori si allontanavano ulteriormente nel finale con una tripla pesante del finlandese Markkanen anche se l’ultima parola l’aveva Wanamaker bravo a recuperare in entrata due FT a :08.1.

2/2 e 23-34, punteggio comunque deludente.

McDaniels in uno dei suoi errori che hanno costellato la sua prestazione. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

2° quarto:

Graham continuava a essere uno dei pochi punti di forza; il suo tiro frontale mandava sul 25-34 la partita ma Markkanen segnava da tre punti mentre P.J. Washington mancava due liberi a 11:11.

L’indisturbato floater dal pitturato di Young (25-39) a 10:24 mandava in time-out Borrego.

Gli Hornets riprendevano con un canestro in schiacciata di Cody Martin su assist di Graham e con un two and one old fashion style di Zeller che fintando era toccato.

FT a segno a 9:19 per il 30-39 e nonostante Bridges mancasse una savage drive la palla non tenuta dai Bulls comportava una rimessa dal fondo per Charlotte.

Graham con un pull-up dal mid range destro accorciava di due (32-39) ma la costanza nel recupero degli imenotteri si esauriva lì.

Theis realizzava due punti facili frontali, Biz rispondeva con gancetto laterale appena sufficiente per far varcare la soglia dell’anello alla palla con qualche difficoltà poi il congolese in appoggio era spinto ma la terna non rilevava il fallo così Temple beffava gli Hornets sull’altro fronte con una tripla.

Una stratosferica jam in runner di Bridges polverizzava Vucevic ma l’episodio rimaneva isolato perché Charlotte non giocava con quella forza e subiva da Markkanen (da sotto sulla vaseline sx) un canestro un po’ così per tecnica (su Biyombo).

Girava malissimo sul pessimo errore in post di McDaniels mentre Young non funzionava ma la second chance per Temple valeva altri tre punti per i neri che si portavano sul 36-49.

L’elastico tornava ad accorciarsi con la tripla di Bridges e il layup alto di Rozier (41-49) ma gli 8 punti aumentavano dopo la bomba di White alla quale rispondeva Miles tuttavia.

Nel finale un gancio di Vucevic su Bridges, un passaggio per liberare Young da sotto e ancora Vucevic oltre Biyombo valevano a Chicago il deciso allungo sul +14 (44-58).

Hornets con le spalle al muro e 24 minuti per cambiare marcia e tentare di agguantare i PO diretti.

3° quarto:

Le avvisaglie di rientro dopo la dunk di Miles in transizione erano bloccate dalla tripla aperta di Temple dalla sinistra.

Rozier con un lungo due provava a recuperare ma il passaggio di Vucevic per il piazzato facile di Williams restituiva 15 punti di vantaggio alla squadra dell’Illinois (48-63).

Rozier trovava un po’ di ritmo segnando un altro tiro frontale e una bomba dalla sinistra con finta in movimento su Vucevic ma dopo un suo errore Theis segnava in schiacciata il 53-65.

Graham dalla top of the key infilava la tripla del 56-65 ma il time-out voluto da Donovan dava un nuovo senso all’attacco dei Bulls che recuperavano un two and one con Vucevic a 7:57 prima che White colpisse da tre punti e Theis schiacciasse subendo da dietro la manata di Cody Martin.

Two and one che anticipava il canestro di Vucevic che attorniato da piccoli in area si girava per il gancio del +20 Bulls a 6:00 dal temine del terzo quarto.

Il time-out di Borrego sul 56-76 serviva a poco, Graham colpiva il secondo palo dall’angolo e Theis, colpito da Zeller che saltandogli addosso rischiava di rompergli l’osso del collo, serviva solo per allungare il parziale sullo 0-13.

Un assist di Wanamaker per Cody Zeller bloccava il parziale ma il divario tornava a salire sino al più 25 dopo l’ennesima tripla marcata da White.

Gli Hornets infilavano un paio di canestri con Wanamaker (two and one) e Caleb Martin (jumper dalla media a destra) ma il finale di quarto era un drammatico 67-88.

4° quarto:

Satoransky e Biyombo si rispondevano da due punti a inizio ultimo quarto quindi arrivavano una tripla di Markkanen e due liberi che a 10:07 Wanamaker piombava per il 71-93.

La partita, decisamente scappata di mano, era lasciata alle riserve.

Si vedeva anche Riller ma per gli Hornets era Wanamaker a guidare l’attacco.

A 9:02 i suoi due punti in entrata valevano il 73-96 ma McDaniels mancava un tiro e anche l’avversario quando lasciando spazio ad Arcidiacono favoriva la tripla per il 73-99 a 8:00 dalla fine.

Il finale era troppo lungo con le panchine sul parquet e dopo essere stati sul -27 si tagliava il divario con Carey Jr. e Riller sino al -17, 91-108 il finale.

Devonte’ Graham: 6

16 pt. (6/14), 4 rimbalzi, 3 assist, -23 in +/-. 1 TO. Con un’ottima partenza (8 punti consecutivi) tiene in piedi la baracca. Usa anche finte con penetrazioni per l’arresto e tiro da due punti, novità rispetto al solito ma alla lunga non regge né al tiro né negli assist, accumulando un plus minus terribile e quando smette di foraggiare l’attacco di punti, Charlotte digiuna. Nel marasma difensivo lo vediamo anche in area tentare di rallentare Theis. Uno dei pochi a salvarsi anche se il suo 3/11 da fuori continua a essere misero per un giocatore che vive sul tiro da tre punti.

Terry Rozier: 5

11 pt. (5/15), 3 rimbalzi, 8 assist, 1 stoppata, -19 in +/-. 2 TO. Notevolmente sottotono, fatica a trovare varchi dovendo costruire da solo e in entrata non è brillante come il solito per non parlare da oltre l’arco con un 1/6… unica tripla da sinistra costruita in proprio battendo Vucevic. Soffre la pressione e si intimidisce un po’ preferendo passar palla ed ecco nascere 8 assist ma nel complesso è deludente.

Jalen McDaniels: 3

3 pt. (1/8), 5 rimbalzi, 3 assist, 1 rubata, -6 in +/-. 1 TO. Inadeguato è poco, in realtà è osceno. Segna il suo unico canestro della partita a 4:13 dalla fine quando conta zero. Il suo tiro non entra mai, nemmeno da vicino anche se spesso è contrastato, in difesa fatica a tenere. Poco dalla sua parte se non qualche rimbalzo ma è un minus tremendo. Passare da Hayward a McDaniels è come correre con una gara on un auto sostitutiva, solo che dalla Ferrari si è passati alla Panda. Prende anche una dunk a una mano da Satoransky nel finale. Drammatico. Riproporlo da titolare con i Cavs rasenterebbe la follia.

Miles Bridges: 5,5

13 pt. (5/13), 5 rimbalzi, 3 assist, 1 stoppata, -17 in +/-. Anche per questa partita arriva la dedica al malcapitato centro di turno, tale Vucevic che si sfigura cercando di capire quale strano oggetto gli sia planato sopra la testa ma per il resto in difesa non ha i cm per tenere il montenegrino che un paio di volte lo batte semplicemente grazi al suo tocco morbido. Entrate selvagge e un po’ sciagurate, non basta dal mio punto di vista il 3/6 da oltre l’arco. 5 rimbalzi sono pochi in 26:48 e anche se l’impegno c’è, fatica a sostenere fisicamente per tutto il tempo la squadra in maniera adeguata.

Vernon Carey Jr.: 5,5

8 pt. (2/3), 4 rimbalzi, +4 in +/- in 15:00. Ancora una partenza come “falso centro”. Questa volta dura di più, alternando buone difese come quella iniziale su Vucevic ad altre dove si fa passare (lo stesso Vucevic gli scappava facilmente per l’appoggio). Lo si rivede a poco più di 9 minuti dalla fine a partita andata. Minuti per fare esperienza.

P.J. Washington: 4

2 pt. (1/4), 2 rimbalzi, 2 assist, 1 stoppata, -13 in +/-. 2 TO. Il traditore principale. In 13:19 accumula un -13 di plus minus partendo con uno 0/2 ai liberi. Male al tiro, difesa non adeguata, il confronto a distanza con Vucevic non è perso, non esiste proprio.

Bismack Biyombo: 5,5

4 pt. (2/4), 4 rimbalzi, -8 in +/-. 1 TO in 11:16. Va beh, poveretto. Fa quel che può mettendo dentro un gancetto appena sufficiente perché il ferro laterale lo elevi oltre il bordo e un reverse su assist di Wanamaker. Nel primo tempo manca una spinta che l’avrebbe portato in lunetta. Alla lunga però va in minus, Markkanen su di lui trova un canestro mezzo circus.

Caleb Martin: 6,5

6 pt. (3/7), 3 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata, +6 in +/-. 1 TO in 25:19. Uno dei giocatori che interpreta meglio la partita, con la grinta necessaria dando anche qualche stop all’attacco dei Bulls. Le cifre mentono un po’, il plus/minus no.

Cody Martin: 5,5

2 pt. (1/1), 3 rimbalzi, 2 assist, -4 in +/- in 18:16. Un fallo da dietro gratuito su Theis che completa il two and one. Chiude la sua partita in mezzo al caos riuscendo a concludere poco in una serata nella quale i suoi cm sono un gap.

Brad Wanamaker: 7

11 pt. (3/4), 5 assist, 1 rubata, -10 in +/-. 2 TO in 13:34. L’unico che da un po’ di ritmo e brio all’attacco nel secondo tempo. Azioni personali attaccando il canestro (anche l’unico modo che ha per segnare perché la mano sembra quella di Biyombo sul tiro da due punti) che portano a casa punti o liberi (5/5). Anche 5 assist che avrebbero potuto essere di più se gente come McDaniels segnasse magari l’open.

Nick Richards: s.v.

0 pt. (0/0), 1 assist, +3 in +/- in 3:26. Garbage time per lui che non fa nemmeno in tempo a scaldarsi.

Cody Zeller: 6

8 pt. (3/5), 6 rimbalzi, 1 assist, -5 in +/-, 3 TO in 13:57. Inizia bene con tre punti dovuti a un two and one poi replicato alla stessa maniera. 6 rimbalzi ma fatica in difesa anche nei rebound. Un altro della lista lunghi “voglio ma non posso” comunque il miglior lungo in serata.

Grant Riller: 6

6 pt. (¾), 1 assist, 1 rubata, +7 in +/-, 1 TO in 9:28. Un paio di scorribande nel finale ma anche un air-ball 3. Non eccessivamente coinvolto nell’annata trova minuti in serata. Sebbene quando abbia la palla a volte preferisca passare anziché esibire il tiro finisce per giocare un tempo che vale poco.

Coach James Borrego: 3

Squadra che parte male, recupera e poi fa tempo a incassare un altro parziale a fine primo quarto. Mai in partita, subendo uno 0-13 nel terzo quarto dopo aver recuperato qualche punto finisce prima sul -20 e poi sul -25. Va bene che le assenze sono pesanti ma in assenza di LaVine gli Hornets giocano una partitaccia con troppi zombie in campo. Mancanza di fiducia nell’attaccare il pitturato e molta meno determinazione degli avversari che non ci si doveva permettere. Adesso la post season senza play-in è un miraggio.

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.

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