Game 63 – Charlotte Hornets Vs Detroit Pistons 107-94

Intro

In uno degli ultimi pezzi ho riportato un commento di Terry Rozier che mi ha colpito per sincerità.

Ricordava come fosse fortunato nello svolgere il lavoro che ama.

Personalmente apprezzo sempre di più questo ragazzo anche se recentemente ha avuto qualche passaggio a vuoto.

Riuscire a coniugare la propria passione con il lavoro non è però sempre cosa facile e trascurerò volutamente la giornata dedicata ai lavoratori, sia per non essere banale e retorico, sia perché questa parola dovrebbe avere diverse essenze così come la parola amore ha le sue declinazioni in greco…

Bisognerebbe fermarsi, riflettere su che cosa sia diventato genericamente il lavoro e in che direzione stia andando.

Lev Tolstoj: “Nel nome di Dio, fermati un momento, smetti di lavorare, guardati intorno”… e a guardarsi intorno, uno dei pezzi che parla di lavoro ma non solo, è Telecomando degli Otto Ohm.

Pezzo d’inizio secolo che traccia una commistione tra ciò che è divenuto il lavoro e ciò che è divenuta la televisione.

Entrambi hanno perso la propria funzione di servizio seguendo lo spirito del tempo.

La sottile ma tragica violenza culturale riverberata nei canali televisivi troppo spesso impegnati a far soldi e a disinformare grazie agli interessi particolari di chi ne è proprietario o riesce a mettere mano sulla TV nazionale crea un mix distorsivo dedito a impoverire sempre più intellettualmente l’inerte massa che osserva passivamente uno scenario troppo seriamente trash tragicomicamente devastante.

In serata i fan di Charlotte potrebbero ammirare LaMelo Ball pronto al rientro ma sarà il lavoro della squadra a indirizzare verso il successo il team di MJ.

La chiave per la vittoria sarà la sincronizzazione tra gli interpreti diretti da Borrego, ritrovare lo spirito del gioco divertendosi e divertendo con Ball e il gioco di squadra.

Analisi

Charlotte agguanta una vittoria importante in una partita di preparazione per lo scontro diretto casalingo in back to back con Miami.

In una serata che regala sorrisi per i rientri tanto attesi di Ball e Monk, spuntano luci e ombre ma sono più le prime a essere motivo di speranza.

I Calabroni devono ritrovare velocemente alchimie e spazi per gestire al meglio le proprie fasi e vanno un po’ a tratti, sia in positivo che negativo, per fortuna i rimaneggiati ma coriacei Pistons hanno poca esperienza e alla fine il talento e l’esperienza di Charlotte riescono a spuntarla anche se i 107 punti finali realizzati non sono trascendentali ma sintomo di una buona prova corale nel complesso esaltata da alcune buone giocate.

Uno dei fattori determinanti nella vittoria è stato il controllo dei tabelloni con la squadra di Borrego capace di rifilare la somma di ben 15 stoppate alla squadra di Casey.

Impostata un po’ sulla difensiva la squadra di Borrego ha alienato le caratteristiche dei Pistoni che hanno trovato buone reazioni ma si sono sciolti a metà ultimo quarto dopo essersi ripresentati sul -3 dal -21.

L’ultima reazione li ha portati sul -7 ma una tripla di Rozier da lontanissimo sulla barra gialla al neon ha detto che non era serata per Mo-Town.

65-53 a rimbalzo con percentuali dal campo molto differenti: 48,3% per Charlotte contro il 38,5% dei Pistons.

8-6 nelle rubate e 15-7 nelle stoppate i fattori determinanti di una vittoria che ha visto i Pistons far meglio negli assist (24-27) e ai liberi (45,0% drammatico con 9/20 per Charlotte contro il 64,7%).

Il 23-5 nei fast break ha testimoniato la bravura di Ball e soci di uscire rapidamente dalla difesa per stendersi in attacco velocemente.

Per i Pistoni sono arrivati 25 punti di Frank Jackson uscendo dalla panchina e 22 di Bey mentre Cook e Hayes hanno contribuito rispettivamente con 12 e 10 punti completando gli uomini Pistons in doppia cifra.

Sugli altri parquet Indiana disintegra i Thunder a OKC mentre anche Miami passa a Cleveland, di contro i Bulls non espugnano Atlanta mentre un finale arroventato tra Mavericks e Warriors dirà se la serata Hornets è stata negativa completamente sugli alti campi o i Mavs daranno una mano a respingere la minaccia della cometa Wizards arrivata da lontano.

La partita

I quintetti:

1° quarto:

Charlotte riuscendo a guadagnare una palla portata con fatica nella metà campo dei Pistons sulla palla a due partiva bene con il passaggio in post di Ball per Bridges che partendo in uno contro uno segnava il 2-0.

Dombouya riusciva ad alzare un pallone oltre Cody Martin, quindi, nonostante una partenza lenta delle due squadre, la partita seguiva il canovaccio del botta e risposta.

Due FT di Bridges a 9:13 valevano il vantaggio Hornets, l’alzata nel pitturato di Hayes il pareggio, il tiro di P.J. contrastato in area il nuovo vantaggio mentre Bey riequilibrava la partita sul 6-6.

Gli Hornets tornavano avanti con un lob baseball di Ball che serviva perfettamente Miles oltre tutta la difesa così appoggiare per il numero zero era una formalità.

Non così era per Terry ai liberi che splittando a 6:58 (fallo di Stewart in contenimento) dava comunque il +3 a Charlotte prima che Cook pescasse il -1.

Il precedente libero da “spareggio” di Rozier consentiva di far tornare sul +3 gli Hornets quando P.J. girava in mezzo a un raddoppio soft per appoggiare l’11-8.

Bridges mancava una tripla e Biz si faceva sfuggire un passaggio di Miles che l’aveva liberato tutto solo sotto canestro quindi un up & under di Miles e una tripla di Bey fissavano momentaneamente il 13-11.

Biz era sorretto dal passaggio di Monk (entrato a 5:53) per l’allungo ma Detroit aveva il suo miglior momento del primo quarto conquistando tre liberi battuti a 4:04 da Bey (fallo di Miles in close-out).

2/3 con rimbalzo Pistons sull’ultimo tiro errato dal giocatore nato a Charlotte, niente da fare per Hayes e l’open 3 ai 24 ma Rozier non mandava a segno la tripla e nonostante P.J. stoppasse alla grande Jackson oltre il fondo, era lo stesso riccioluto giocatore a indovinare la tripla dall’angolo sinistro per il vantaggio un po’ a sorpresa dei Pistoni (15-16).

Rozier dipingeva su Jackson il vantaggio dal pitturato mentre P.J. stoppava anche Bey ma Cook dalla spazzatura tirava fuori il piatto del nuovo vantaggio.

Una flash dunk in corsa di P.J. e una stoppata in rimonta di Biz su Bey davano il via al finale di quarto a favore di Charlotte che si portava con McDaniels sul 20-18 prima per poi vedere Ball stoppare Jackson offrendo immediatamente la palla (spinta in transizione) McDaniels per il 22-18.

Biyombo ne aggiungeva altri due prima di fallire due liberi a 56 secondi dalla fine ma Jackson falliva una tripla con la complice copertura del congolese e Ball passando il blocco alto del numero 8 non incontrava resistenze sull’appoggio per il 26-18 mandando in archivio i primi 12 minuti.

LaMelo Ball è rientrato portando velocità, assist ed entusiasmo alla squadra. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

2° quarto:

Partiva meglio Detroit in avvio secondo quarto con un two and one di Stewart a 11:39 (fallo assegnato contro Cody Martin), floater di Ball vincente ma lo stesso numero due in generoso close-out toccava Jackson che ai 24 mandava dentro la tripla ottenendo anche l’and one per il 28-25 a 10:56.

Un t5ripla di Ball mancata spediva gli Hornets sullo 0/8 da tre punti mentre a 10:28 piovevano in retina degli Hornets altri due FT di Stewart.

Un euro di Miles con ottima alzata sulla chiusura in raddoppio valeva il +3 (30-27) prima di un FT messo a segno da Jackson a 9:31 e il pari trovato da Stewart che spingendo di fisico P.J. trovava lo spazio per l’appoggio.

Bella l’entrata di ball ma dopo il fallo lo 0/2 ai liberi dava la possibilità a Detroit di prendere il vantaggio con Dombouya.

A 8:37 Borrego chiamava il time-out sul -2 e a 8:18 Monk,. Rispedito sul parquet, segnava da tre dalla diagonale sinistra con Biyombo al contempo spinto per l’eventuale rimbalzo.

Il congolese mancava ancora il libero e a Malik venivano assegnati soltanto due punti poi successivamente corretti giustamente in tre.

Dombouya mancava l’appoggio contro Martin mentre Monk lanciava un pullup 3 dalla diagonale opposta per il 36-32.

Drivng layup di Miles vincente e ribaltamento dello stesso numero zero sull’azione successiva con bullett pass che innescava la bomba da destra di Rozier.

Gli Hornets volavano sul 41-34 ma non si arrestavano:Ball dalla destra colpiva oltre Bey per il +10 e Biz conteneva Cook prima di stoppare Bey e avviare l’azione sulla quale Rozier colpiva nuovamente da oltre l’arco.

Biz fermava anche Hayes e sulla transizione Monk offriva a P.J. l’appoggio volante per il +15 (51-36)…

La differenza di qualità tra i due team si faceva marcatissima quando Ball mandava ad alta quota Bridges per l’alley-oop e la stessa ala passava facilmente un Hayes che non riusciva a contenerlo in generale.

Il crossover con la dunk in corsa completavano l’opera di Bridges prima che dall’altra parte venisse dapprima annullato un canestro in entrata a F. Jackson, il quale non si perdeva d’animo segnando un catch n’shoot 3 dall’angolo sinistro. La spinta del numero 5 produceva altri tre punti sulle due azioni successive ma Monk, in reverse sulla spinta dell’altro Jackson (numero 20) trovava l’and one che a :33.8 valeva il 58-42.

Una delle stoppate di Biyombo. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.
Mentre in Italia anche i giostrai protestano per le chiusure legate al Covid-19 dimostrando ancora una volta come le esigenze di sicurezza e lavoro siano pressoché inconciliabili sotto la spinta discinta di atteggiamenti poco prudenti e brillanti e l’economia proposta sia un infruttuoso disastro annunciato, ecco lo show andato in onda nell’intervallo.

3° quarto:

La ripresa pativa come il secondo quarto: altro two and one per i Pistons anche se questa volta era Dombouya a ottenerlo sprecando un secondo in meno sul cronometro.

Charlotte non faceva caso e l’offerta di martin sotto canestro era un invito troppo allettante per Bridges che giungeva a quota 20 punti.

Martin intercettava un passaggio in post e Rozier in transizione infilava dalla sinistra una tripla aperta chilometrica (63-45).

Dombouya realizzava la second chance da sotto in transizione approfittando del vantaggio in cm su Rozier mentre lo stesso numero tre stampava lo stesso numero di punti indicato sulla sua canotta per far giungere i Calabroni sul +19 (66-47) a 9:19.

Miles ritardava la risposta dei pistoni stoppando Dombouya ma la bomba di Bey valeva il cinquantesimo punto ospite.

P.J. dall’angolo infilava il catch n’shoot da tre punti e gli Hornets riuscendo successivamente anche a salire sul +21 (71-50) rallentavano un po’ nonostante Biz imperasse dalle parti del ferro stoppando ancora Jackson per vedere l’amico ball infilare una transizione vincente (75-60).

L’errore sfortunato di Rozier era corretto sopra il ferro dalla put-back dunk di P.J. Washington per il +17 ma nel giro di poco i Pistons recuperavano terreno: Cook in dunk e nonostante la stoppata di Biz su Lee ecco il close-out un po’ così su Bey che ricavava 4 punti dall’azione dal jab step a 1:45.

Sul 77-66 i Pistons spingevano fino al -7 prima che Monk riuscisse a segnare due punti per il 79-70.

Biz e McDaniels respingevano due volte Lee sull’ultimo assalto conservando il vantaggio.

Monk in entrata. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

4° quarto:

Monk apriva mancando una transizione ma a rimorchio arrivava McDaniels che provvidenzialmente segnava il +11.

F. Jackson da tre per i Pistons cercava di recuperare punti ma McDaniels correggeva un altro errore dei compagni per altri due punti da sotto.

J. Jackson segnava due punti, Stewart segnava in gancio su P.J., Bey e J. Jackson mettevano le mani sul tentativo di schiacciata di P.J. prima che F. Jackson con un escape dribble si ricollocasse per una tripla micidiale a 9:25 che metteva paura a Charlotte rimasta solo con tre punti di vantaggio da difendere (83-80).

Un doveroso time-out funzionava in diesel.

Per gli arbitri c’era un fallo su Miles a 9:13 e il 2/2 faceva ripartire la squadra che ritrovava anche P.J. in stoppata per far ripartire la letale tripla in transizione di Rozier a 8:58.

A 8:06 Bridges si univa al club dei triplisti mentre per la seconda volta nello spazio di poco tempo i Pistons facevano scadere i 24 in attacco costringendo un disperato Casey a buttarsi di peso sulla panchina.

Rozier infilava una bomba frontale e gli Hornets volando sulle ali delle triple segnavano il +14.

La tripla di Hayes, lo 0/2 di Cody Martin ai liberi (9/20 per Charlotte) e il lungo due di Bey davano un po’ di pepe alla sfida ma l’appoggio preciso di Bridges in pote lungo il plexiglass davano comunque 13 lunghezze di vantaggio alla squadra del N.C..

Un quintetto troppo difensivo con Wanamaker, Rozier, Cody martin, Bridges e Biyombo era spazzato da due bombe di Bey che rimetteva solo 7 punti tra le due squadre.

Non abbastanza per entrare in crunch time anche perché dopo aver visto la stoppata subita da Wanamaker, Borrego rimandava in campo LaMelo che offriva subito a Rozier la palla per la tripla del +10.

Open 3 troppo easy per F. Jackson dal right corner e possibilità per Detroit che vedeva Stewart lanciarsi alla grande in stoppata sul floater di Ball a 5 second dallo scadere del cronometro; palla vagante, Rozier se ne impossessava sulla tre quarti e facendo partire un tiro disperato a un paio di decimi prima che la barra al neon gialla si accendesse riusciva incredibilmente a tirare fuori un solo cotone che suonava come uno shuriken mortale conficcato nelle speranze residue dei ragazzi della Mo-Town.

104-94, altra tripla di P.J. successiva sul giro palla a :40.7 per definire il punteggio finale sul 107-94.

LaMelo Ball: 7

11 pt. (4/10), 7 rimbalzi, 8 assist, 1 rubata, 2 stoppate, +19 in +/-. 5 TO in 27:53. Bentornato LaMelo. Buon rientro nonostante i 5 TO di assestamento che partono con un’invenzione per un Rozier in angolo che non si aspettava la giocata spettacolare e smarcante di Ball. Liberatori sono alcuni suoi passaggi che innescano Rozier (nel finale un suo assist per la bomba di Scary è importante) e soci. Aggiunge 7 rimbalzi e 2 stoppate ma la qualità di gioco superiore che può offrire va oltre i numeri. Gli va bene anche quando Stewart va a bloccargli il floater perché Rozier riprende segnando da tre.

Terry Rozier: 8

29 pt. (10/23), 7 rimbalzi, 4 assist, 1 stoppata, +29 in +/-. 1 TO. 8/15 da tre punti. Eccolo qui rispuntare con determinazione. Si spende nelle due fasi ma in attacco dopo un inizio slow ingrana segnando floater e triple che fanno la differenza. Ve ne sono tre nel secondo tempo, compresa quella assurda nel finale lanciata dallo spazio un istante prima che la barra al neon gialla dei 24 secondi si accendesse, che chiudono la partita come uno shuriken lanciato mortalmente all’improvviso.

Cody Martin: 6

0 pt. (0/4), 4 rimbalzi, 3 assist, 4 rubate, 1 stoppata, +11 in +/-. 1 TO in 23:46. Non incide per nulla in attacco fallendo tutto il possibile compresi due liberi ma corre e ha l’intelligenza di piazzarsi su linee di passaggio che lo portano a recuperare palloni. 4 rubate e 4 rimbalzi in difesa, 3 assist in attacco. Nonostante subisca un paio di colpi da fuori di Bey nel finale, rimane sempre agguerrito anche se le cose non gli girano come su due possibili sfondamenti che la terna ha visto come blocking foul.

Miles Bridges: 7,5

27 pt. (11/16), 7 rimbalzi, 4 assist, 1 rubata, 1 stoppata, +5 in +/-. 1 TO. Altra prestazione a tutto tondo per Miles che segna solo una delle 5 bombe tentate ma dalla lunetta è preciso con un 4/4 mentre trova diverse maniere per segnare; dal back-door all’alley-oop, all’appoggio al vetro dalla distanza, all’up & under o in fing and roll. Giocatore che nelle ultime settimane è levitato e lievitato e che continua a dare una mano super quando è in serata come questa sera risultando il secondo marcatore della squadra in the night.

P.J. Washington: 6,5

16 pt. (7/17), 8 rimbalzi, 2 assist, 3 stoppate, +22 in +/-. 2 TO. Buona presenza difensiva, influenza o stoppa diversi tiri (bellissima e pulita quella su F. Jackson in entrata respinto oltre la linea di fondo) mentre in attacco sbaglia un po’ troppo da fuori (2/8) e si fa bloccare un paio di volte da sotto ma da lì ottiene punti preziosi.

Bismack Biyombo: 7

6 pt. (3/4), 9 rimbalzi, 1 rubata, 5 stoppate, +5 in +/- in 27:59. Buonissima partita difensiva per Biz che parte mostrando come le sue mani siano una saponetta sul passaggio di Miles che sfugge tra le mani alzate del congolese solo sotto canestro. A parte il close-out falloso che costa 4 punti per mano di Bey, influenza e stoppa molte giocate dei Pistons, chiedere a F. Jackson o a Lee come esempi. Per fortuna i suoi liberi non risultano vitali. Uno 0/5 che sarebbero stati da panico…

Brad Wanamaker: 5

0 pt. (0/2), 1 rimbalzo, 1 assist, -8 in +/-. 1 TO in 12:17. Rallentato dalla difesa dei Pistons sempre, viene anche stoppato in entrata dall’aiuto dopo che questi era riuscito a liberarsi di forza di Jackson. Un TO tentando il dribbling su Hayes. Non convince nel finale ed esce per Ball.

Jalen McDaniels: 6,5

7 pt. (3/3), 9 rimbalzi, 2 stoppate, -15 in +/-. 1 TO in 14:49. Una parte di partita in difficoltà in mezzo a una difesa che ha bisogno di un po’ di organizzazione ma la sua partita offensivamente è buona. Due correzioni importanti in avvio di ultimo quarto per mantenere le distanze.

Malik Monk: 6,5

11 pt. (4/8), 2 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata, -3 in +/-. 1 TO in 22:24. Due triple dalle diagonali in back to back con la prima riaggiustata poiché gli erano stati assegnati due punti e la seconda in pullup meraviglioso. Completa l’opera un reverse layup in allontanamento orizzontale con fallo di J. Jackson. Qualche errore da due punti ma bentornato anche a Monk.

Coach James Borrego: 7

Squadra impostata sulla difensiva che irretisce alla lunga i Pistons menomati dalle assenze. Per domani c sarà bisogno di riequilibrare un po’ il quintetto ma per stasera va bene così. Il time-out sul +3 forse si poteva pendere anche prima ma va bene così. La partita gira per il verso giusto e gli Hornets con una difesa-attacco sono rapidi e letali. Prove generali per lo scontro più duro e importante con Miami.

https://www.youtube.com/watch?v=74oI5HjcIl4
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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.