
Intro
Si nasce fortunati?
Alcune ricerche dicono che la fortuna e la sfortuna dipendono dalla psicologia piuttosto che dalla probabilità.
Secondo la ricerca la fortuna e la sfortuna deriverebbero da giudizi soggettivi legati a fattori contingenti piuttosto che da effetti statistici.
Che la fortuna aiuti davvero gli audaci dal mio punto di vista non è sempre vero perché certe fortune diventano merito in base a fattori esterni o comunque serve un intelligenza o un istinto nel valutare determinate situazioni.
Di certo chi sostiene la prima tesi dice che pensare che la fortuna sia dalla propria parte allevia gli stati d’ansia e si possa vedere la propria vita come un bicchiere quasi pieno più che mezzo vuoto.
Questi fattori renderebbero più attivi e più propensi a cogliere le occasioni quando si presentano.
Il tipo di racconto che si fa di un avvenimento poi sarebbe decisivo tramite i toni e l’enfasi per migliorare la percezione della propria vita rispetto a toni fatalisti o più consueti.
L’argomento è vasto e i tipi di fortuna sono diversi tra loro, si potrebbe anche dibattere su che cosa si possa effettivamente chiamare fortuna perché anche se descrivessimo con enfasi una situazione, i fatti non subirebbero alcun cambiamento.
Nella canzone Otherside dei Red Hot Chili Peppers c’è una strofa che fa così:
“Quanto tempo, quanto tempo scivolerò?”
Ci si riferisce alla droga in una visione di dipendenza e all’impossibilità di uscirne anche volendo.
La visione interna del cantante (Anthony Kiedis) quindi è cupa come il video, tuttavia penso che questo sia un discorso di volontà il quale si lega nel campo cestistico a un discorso di crederci.
Provarci veramente non darà forse sempre buoni frutti ma la volontà potrebbe aiutare l’effetto “fortuna” la quale va cercata senza timori attraverso la fiducia e la tenacia.
Atteggiamento… curioso di vedere se questa squadra, indipendentemente dal risultato, saprà andare a cercar fortuna…
La partita in breve
Quattro le considerazioni primarie:
Charlotte come il solito quando c’è da portare a casa qualcosa finisce per tornare a mani vuote non essendo propensa evidentemente a cogliere le occasioni che si presenano,
I rimbalzi li prende Kupchak dopo aver tagliato Howard (indipendentemente dalla stagione di Dwight a Washington),
Se il tuo miglior giocatore di serata è un player (Kaminsky) che aveva chiesto di esser rilasciato perché non giocava mai, qualcosa non torna,
la squadra ha smarrito la brillantezza che l’aveva contraddistinta a inizio stagione e contro la zona perde il lume della ragione.
Nota a margine, inutile non parlare di grande delusione ancora una volta.
La partita di per sé è una gara tra tattica e fisicità, la qualità è saltuaria.
La zona delle squadre finisce per premiare Miami che ha in Whiteside l’arma giusta per colpire dall’interno mentre sugli esterni Olynyk trova un 5/7 da tre punti…
Wade (8 pt., 4 rimbalzi, 6 assist) è solo uno spauracchio all’ultima partita allo Spectrum ma anche quando sarà in pensione, gli Hornets non risolveranno i loro problemi se non cambiano mentalità.
La gara parte con una sostanziale parità ma ben presto si trasforma nel solito brutto primo quarto quando una dunk di Whiteside porta sul 12-25 la compagine di Spolestra.
Hornets sul -11 a fine primo quarto (18-29) capaci di recuperare nella seconda frazione anche se il punteggio rimaneva basso a causa delle difese e degli errori da fuori.
Le palle rubate a favore di Charlotte fioccavano (dopo un primo quarto da 7 TO di Charlotte) e Kemba a 5:15 a mezzo tripla trovava il pari per andare dalla lunetta a colpire altre tre volte sebbene una boma di Olynyk ristabilisse la parità alla bassa cifra di 38.
Non aumentavano di molto i numeri con la perfetta parità all’intervallo a quota 43.
Nella terza frazione Williams, dopo esser partito male, mandava a bersaglio due bombe e Batum lo imitava con una a 8:55 così Charlotte saliva sul 52-47 tuttavia dopo un rimbalzo offensivo del Tank per il 58-55 la panchina degli Hornets nel finale era inadeguata contro quella ospite.
Parziale di 0-6 con due FT di Biz mancati e salvi per la luce rossa ad anticipare il tiro di Richardson.
58-61, tutto ancora da decidere con Kaminsky in campo a non tradire la fiducia.
I suoi canestri facevano rimanere agganciata Charlotte che a 8:18 tornava sul -2 grazie a due FT di Walker (67-69).
Dopo una tripla di Olynyk, Charlotte andava in tilt, si faceva fatica a contenere Whiteside e le scelte frettolose in attacco scavavano un solco irrimediabilmente ampio.
Un parziale rapido di 0-14 costava il 67-83 dopo una tripla di un liberissimo McGruder.
Frank con 5 punti di fila apriva una corsa contro il tempo ma due punticini di risposta degli Heat, ormai a giocar con il cronometro (turnaround di Richardson a 2:28 allo scadere del possesso) davano alla squadra di Spolestra una certezza.
Kemba a :51.7 realizzava una tripla per l’84-88 ma dopo l’errore di Olynyk in attacco, Batum, non curandosi della palla si lasciava sfuggire il rimbalzo nella sua direzione pur essendo davanti a Wade che spuntava più rapido visto che il francese avendo la schiena a canestro non riusciva a fermare lo spunto di Dwayne né si avvedeva del rimbalzo.
Errore che si pagava a :20.6 con un ½ di Richardson per il -5 e partita chiusa da Whiteside dalla lunetta dopo la tripla incerta finita sul ferro di Kemba nel finale.
84-91, scivolati fuori dai posti utili per i playoffs, non più padroni del proprio destino.
Per Miami Olynyk ha finito con 22 pt. e 11 rimbalzi, Whiteside con la doppia doppia da 18 pt. e 15 rimbalzi mentre Richardson e Adebayo (uscito prematuramente perché Zeller in tuffo è finito sulla sua gamba) chiuderanno con 13 e 10 pt. rispettivamente.
40-52 nei rimbalzi e 36,6% dal campo contro il 41,8% ospite più 19 TO contro i 18 Heat.
Le formazioni:

La partita
1° quarto:
L’opening tip era vinto da Miami che con una drive and kick serviva Winslow nell’angolo destro, spazio a disposizione e tripla per lo 0-3, dall’altra parte il passaggio per Williams, sempre nell’angolo destro, costava agli Heat il pari quindi a 11:00 Kemba portava in vantaggio i Calabroni che erano tuttavia sorpassati dalla tripla da destra di Waiters imitata poco più tardi (9:39) da Batum per l’8-6.
Adebayo in corsa approfittava dell’assenza di Zeller per depositare il pari e poi andando a recuperare un rimbalzo schiacciava violentemente per l’8-10 prima che Walker trafiggesse con il pullup gli Heat dal mid range gli Heat per il 10 pari a 7:43.
Un errore di Marvin da sotto lasciava comunque la palla agli Hornets per la rimessa in attacco, dentro Lamb a 7:19 per Bridges ma un bad screen di Williams faceva perder palla a Charlotte in attacco.
Time-out di Borrego a 7:07 ma a scappare era Miami con due punti di Adebayo in area e la tripla di Olynyk a 5:33 per il 10-15 parzialmente mitigato dall’alzata semplice in area di Zeller.
Sul gioco delle triple, dopo gli errori di Olynyk e Batum, ecco arrivare quella buona di Waiters (2^) dalla sinistra, quindi altro errore di Batum da fuori e risposta buona di Olynyk dalla diagonale sinistra per il 12-21…
I TO non aiutavano Charlotte a rimontare, la zona di Miami faceva faticare Walker che tentando il passaggio verticale per Zeller era impreciso e favoriva il recupero della squadra di Spolestra che dopo qualche errore per parte allungava con una doppia dunk di Whiteside.
Sul 12-25, con gli Heat in controllo della gara arrivavano due reverse layup, il primo di Biyombo nel traffico, il secondo di Winslow servito da un breve verticale dell’eterno Wade.
Frank era stoppato e dalla rimessa dal fondo rimanevano 5 secondi per gli Hornets, tempo sufficiente per Parker per ricevere e andare sulla sua mattonella a metter dentro il 16-27.
Wade infilava un tiro oltre Bridges ma dall’altra parte la drive di Parker consentiva a Biz di metter dentro l’elegante gancio che chiudeva i primi 12 minuti per il 18-29.
Un ritardo accusato di 11 punti causa 7 TO sulla pressione della zona voluta da Spolestra.

Copyright 2019 NBAE (Photo by Kent Smith/NBAE via Getty Images)
2° quarto:
Whiteside recuperava una palla in attacco dopo una stoppata di Biz per metter dentro in schiacciata e aggravare la situazione di Charlotte che tuttavia improvvisamente si risollevava grazie ai liberi e alle intercettate.
Un tentativo di dunk di Bridges era premiato dagli arbitri con due FT (leggero contatto con Whiteside).
Solo un punto per il rookie ma una palla intercettata da Lamb con transizione e fallo di Richardson all’ultimo momento permetteva al n° 3 di portare a casa due punti che a 10:30 arrivavano con un’altra bimane in transizione, questa volta favorita dalle leste mani difensive di Parker.
L’ottavo TO degli Hornets in serata non impediva il recupero: Frank realizzava la tripla del 26-31 a 9:45 anche se Jones Jr. dopo due rimbalzi offensivi e altrettanti errori, segnava subendo fallo.
FT aggiuntivo ed errore ma Olynyk, sparando la palla addosso a Lamb conquistava una rimessa laterale sulla quale tuttavia Parker intercettava il lungo passaggio telefonato di Wade anche se il francese in attacco commetteva passi dopo l’arresto in area.
Frank si raffreddava con un errore da fuori e due liberi mancati a 8:10 dopo esser andato bene ad attaccare il canestro con finta e partenza bruciante.
Ci pensava Batum a 7:42 ad accorciare sul 29-33 a mezzo tripla quindi Wade dopo un layup mancato (1/6) tornava a sedersi in panca. A 7:05.
Batum mancava una tripla ma da dietro non andava per il sottile per stoppare Olynyk sotto il ferro favorendo il rientro di Charlotte che a 6:29 ne approfittava con Kemba da oltre l’arco lasciato solo.
Un solo punto che diventavano tre causa FT line jumper di un Olynyk abbandonato.
A 5:15 ci pensava Kemba a trovare il pari andando a colpire da tre dalla diagonale destra, oltre due difensori e la zona.
Un raddoppio su Kemba favoriva la palla persa sul passaggio verso Zeller ma anche se gli Hornets recuperavano immediatamente la sfera, non segnavano per il wild shot di Cody in area.
Batum commetteva un fallo da dietro atterrando Olynyk sul taglio mentre quello di Winslow (4:11) sulla shooting motion di Kemba costava tre punti dalla linea agli Heat.
38-35 ma pareggio di Olynyk dalla destra ai 24.
Adebayo stoppava Cody dopo un contatto iniziale non chiamato e Olynyk dall’altra parte realizzava un punto a causa dei tre secondi difensivi violati da Zeller a 2:44.
Richardson dal mid range segnava il +3 Heat poi un floater con rimbalzo amico favoriva Zeller per il 40-41 mentre Adebayo era favorito dall’assist del rientrante Wade per realizzare il 40-43.
Wade ci graziava dall’angolo sinistro e Lamb dal centro-sinistra a :50.8 pareggiava arrestandosi rapidamente oltre la linea.
Il quarto finiva così sul 43 pari.

Copyright 2019 NBAE (Photo by Kent Smith/NBAE via Getty Images)
3° quarto:
Dopo una tripla che non toccava nemmeno il ferro tentata da Williams scadevano i 24, dall’altra parte Adebayo realizzava il personale 5/5 dal mid range grazie anche allo schermo e su un tuffo di Cody in difesa Adebayo finiva dolorante per terra.
Passi di Waiters a 10:15 e a 10:00 finalmente arrivava una tripla di Williams (2/8 dal campo) per il vantaggio Hornets (46-45) che durava poco perché Winslow in area sorpassava ma a 9:27 Williams migliorava le sue percentuali calando la seconda tripla consecutiva e Batum a 8:55 imitando il compagno (sulla sinistra) scagliava un’altra frecciata da tre punti per il 52-47.
Due punti frontali di Richardson, uno sfondamento di Walker su Winslow a 8:32 non mutavano la situazione cambiata da un alzata altissima frontale di Bridges che arrestatosi per l’assembramento in mezzo all’area inventava un banker originale per il 54-49.
Un teardrop di Winslow anticipava i passi non visti con errore sull’appoggio dello stesso player, poi il fallo di Olynyk sulla palla vagante non era ben sfruttato in attacco da Kemba che faceva partire un tiro da troppo lontano così Richardson passando oltre il blocco metteva dentro due punti per il -1.
Zeller mancava un tiro ravvicinato ma recuperando la palla schiacciava a 5:40 per il +3.
A 5:16 Wade in lunetta mancava due liberi mentre sull’altro fronte l’entrata in corsa era buona per il quarto fallo degli Heat e di Winslow contemporaneamente.
Lamb mancava un’entrata ma Frank recuperando il quarto rimbalzo offensivo di Charlotte realizzava il 58-55 ma la panchina degli Hornets in attacco si fermava lì così nel finale con un parziale di 0-6 chiuso da Whiteside con il tap-in vincente dopo l’errore sulla stessa azione di Wade e dello stesso centro sul primo tentativo di appoggio, Miami si portava sul 58-61 che resisteva anche a :04.9 sui due errori di Biz dalla lunetta.
Richardson segnava da sinistra ma appena oltre la luce rossa.

Copyright 2019 NBAE (Photo by Kent Smith/NBAE via Getty Images)
4° quarto:
Whiteside tornava a far la voce grossa in area a 11:50 con due punti in girata uno contro uno, Frank dall’altra parte con lo spin in area riusciva a ricavar lo spazio per il 60-63 a una mano.
Wade segnava due punti contro Batum che mancava la tripla ma Whiteside andava corto contro il Tank che a 9:54 realizzava la tripla del 63-65.
Un floater di Wade a 9:33 faceva esplodere un palazzetto evidentemente zeppo di fan di Wade poi a 8:58 il lancio di Richardson per Whiteside costava alla squadra di Borrego l’alley-oop più il FT comunque fallito per una spinta ormai inutile di Lamb.
Whiteside presidiava l’area anche in difesa dove stoppava Williams ma gli Hornets avevano una fiammata ancora con il dribbling e l’appoggio di Kaminsky più due FT di Kemba a 8:18 riportavano sul -2 la squadra locale (67-69).
Charlotte iniziava a imbarcare pesantemente acqua quando subiva dal lato sinistro la tripla di Olynyk con Borrego infuriato mentre in campo Williams dal corner destro si prendeva un tiro con i piedi non sistemati e Wade aggravava la situazione a 7:14 in floater.
Diciannovesimo TO per Charlotte poi colpita da Richardson per il 7-0 di parziale che lanciava gli Heat a 6:46 sul 67-76, punteggio ancora rimediabile ma l’attacco di Charlotte andava in tilt: tripla di Kemba mancata, rimbalzi sulla stessa azione di Williams e di Batum che da sotto a sinistra influenzati dalla difesa mancavano le loro occasioni, Lamb sull’azione seguente spingeva via con il gomito Richardson quando restava esattamente metà tempo per recuperare.
Su un passaggio orizzontale incerto di Williams verso Batum s’infilava Olynyk che rapidamente andava a chiudere in transizione per il +11.
Zeller di corsa andava incontro alla morte facendosi eclissare da Whiteside che al secondo rimbalzo offensivo in serie firmava il 67-80.
Time-out di Charlotte che non serviva a nulla all’inizio perché McGruder, liberissimo nel corner destro metteva dentro la tripla del +14 e mentre qualche tifoso, avendo già capito l’antifona, lasciva il palazzetto Charlotte interrompeva il break da 14-0 degli Heat con due liberi di Walker.
Charlotte lasciava ancora spazio a Olynyk che metteva dentro anche il +17, massimo vantaggio raggiunto dagli Heat mentre dall’altra parte si accendeva Frank in una corsa disperata contro il Dio Crono con due punti in area e una tripla a 3:33 per il -12.
Batum stoppava Richardson e Zeller metteva dentro a 3:00 dalla fine riprendendo da un suo errore.
Un turnaround di Richardson allo scadere dei 24 dai bordi sinistri dell’area dava sinistre connotazioni alla sfida ma a 2:18 un’altra confidente tripla del Tank recuperava ancora tre punti (15 nel quarto) per Charlotte arrivata sul 79-88 e poi sull’81-88 con due punti di sinistra di Zeller oltre Whiteside.
Kemba a :51.7 realizzava da tre punti l’incredibile -4 ma su un errore di Olynyk al tiro la palla prendeva la direzione del corner sinistro (per chi attacca), Batum, non accorgendosi del tiro e della piega presa dalla palla, schiena a canestro, si lasciava sfuggire Wade che catturava così il rimbalzo partita perché gli Hornets a :20.6 saranno costretti così al fallo su Richardson (Bridges) che anche splittando portava sul +5 gli ospiti.
Kemba con una tripla indecisa lasciava solo cenere sul bordo del ferro con il fallo a :16.1 su Whiteside che mandando a segno i due liberi chiudeva la gara sull’84-91…
Ora i playoffs, salvo improbabili impennate d’orgoglio che non colmeranno la qualità mancante sempre, sono un miraggio.

Pagelle
Kemba Walker: 5,5
20 pt., 2 rimbalzi, 7 assist. 5/17 al tiro con un 3/10 da tre pt. e un 7/7 dalla linea della carità. Forse è il giocatore che più di tutti attacca in corsa la difesa degli Heat cercando d’arrivare sino in fondo, questo gli costa un paio di TO, ammissibili ma nonostante i 20 pt. e la tripla nel -4 nel finale è spento dai raddoppi degli Heat che gli fanno perdere un altro paio di palloni. Magra consolazione vincere il duello a distanza con Wade.
Nicolas Batum: 5
9 pt., 7 rimbalzi, 3 assist, 1 rubata, 2 stoppate. Buoni alcuni rimbalzi aggressivi e anche due stoppate, pregiata quella non di fino da dietro su Olynyk ma ci sono 4 TO e un 3/13 dal campo con un 3/9 da fuori. Sbaglia troppi tiri dagli angoli, qualcuno anche aperto e giocando in posizione di SG se non segna lui… Dorme sul rimbalzo concesso a Wade a meno di 30 secondi dalla fine ed è un rimbalzo che avrebbe dovuto conquistare…
Miles Bridges: 5,5
3 pt., 5 rimbalzi, 1 rubata. Parte da starter ma gioca poco e finisce con un ¼ al tiro segnando con un banker fantasioso e splittando dalla lunetta. Non è cambiato nulla da quando è titolare. La gente festeggia come sulla legge per la legittima difesa in Italia, anche lì non è cambiato nulla con l’introduzione della parola sempre totalmente inutile alla fine della frase e nella sostanza.
Marvin Williams: 4,5
9 pt., 4 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata. Non mi piace la difesa stanotte e l’attacco funziona solo da tre punti con il 3/5 e le triple messa di seguito nel terzo quarto, poi è quasi un danno.
Cody Zeller: 5,5
10 pt., 10 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata. Arriva in doppia doppia sul finale di gara quando probabilmente ormai non serve più e serve solo ad allungare l’agonia ai tifosi di Charlotte che s’illudono di poter rientrare. In difficoltà contro Adebayo o Whiteside a volt riesce a batterli ma il 5/10 dal campo per 10 punti non è molto se i centri avversari combinano 28 pt. e 20 rimbalzi… La sua generosità in tuffo su Adebayo lascia a terra il centro titolare e lancia in pista Whiteside, non proprio un bene…
Jeremy Lamb: 4,5
7 pt., 5 rimbalzi 4 assist, 1 rubata, 1 stoppata. 2/8 dal campo, 5 palle perse e -24 di plus/minus. I suoi passaggi costano TO o a volte quasi come il tocco di Olynyk non recuperato per poco da Miami. Parte bene con steal e punti ma poi attacca male in generale e raramente il canestro influenzato dai centri avversari e vengono a mancare i suoi punti. In un’occasione spinge anche andando a commetter fallo in attacco. Flop of the night per uno dei più positivi in stagione.
Bismack Biyombo: 5,5
4 pt., 3 rimbalzi, 1 stoppata. Biz manca un paio di tiri liberi sul finire del primo tempo e prova a barcamenarsi in difesa ma non sempre riesce a contenere gli avversari. Modesto operaio del basket non si può chiedergli molto di più.
Tony Parker: 5
2 pt., 1 rimbalzo, 5 assist, 2 rubate. Attacca poco il canestro rispetto il solito e gli capita anche di commetter passi o sbagliare quando lo fa. Prova a ispirare gli altri con gli assist ma il suo apporto in punti e leadership viene a mancare in un momento delicato come il finire del terzo quarto. Un solo pullup a bersaglio.
Frank Kaminsky: 7
20 pt., 3 rimbalzi, 1 stoppata. Meglio in versione PF che in quella da C, accompagnato da qualche centro con i cm. Riesce a tenere in difesa un paio di volte bene sui lunghi ma a rimbalzo non è molto bravo. Ne cattura uno offensivo che vale due punti e gioca una serata in attacco con autorità. Ci tiene in partita a inizio ultimo quarto e nel finale va ancora a metter punti pesanti del rientro ma ormai è tardi. Peccato per due liberi mancati anche da parte sua. Con un 4/4 da parte di Frank e Biz dalla lunetta saremmo arrivati apri al finale dopo la tripla di Walker…
Coach James Borrego: 5,5
Mi piacerebbe vederlo con qualche giocatore di valore in più. Probabilmente ci divertiremmo. Manca qualità e quando si arrabbia sulla tripla di Olynyk fa capire che qualche rotazione non è andata come voleva. Purtroppo dopo il buon antipasto di inizio stagione per gli Hornets è arrivato l’amaro e a fine stagione è probabile che l’oste presenti un conto salato.