Game 65 – Charlotte Hornets @ Detroit Pistons 102-99

Intro

“Mi siedo al margine della strada.
Il guidatore cambia la ruota.
Non sono contento di dove vengo.
Non sono contento di dove vado.
Perché guardo il cambio della ruota
con impazienza?”

Bertold Brecht, interessante scrittore e autore teatrale tedesco sintetizza così le proprie esperienze di vita personali.

Brecht nasce da un’agiata famiglia borghese e l’educazione della madre luterana comincia a plasmare certe idee in lui.

Mente autonoma, irride borghesia e il rigido potere teutonico, cambiando rotta, dopo aver visto gli effetti dell’espansionismo militare sui soldati.

Sulla lista nera di Hitler abbandona in fretta e furia il paese cominciando a girovagare tra varie nazioni europee mentre scrive opere interessanti ed emerge il suo appoggio al marxismo.

Vive anche in America dove non riesce a entrare nel mondo del cinema e in piena guerra fredda viene indagato per attività anti-americane per il fatto di essere considerato comunista.

Torna in Europa, prende la cittadinanza austriaca e nel 1948 riesce a rientrare in Germania ma quella dell’Est poiché quella dell’Ovest gli nega l’ingresso.

Qui il marxismo di Brecht viene utilizzato da quel tipo di regime che propone uno dei comunismi andati in scena nella seconda metà del 900 poiché durante la protesta dei lavoratori del 1953 vengono estratti dal l’élite della ex DDR capziosamente solamente i passi capziosi a difesa dell’ideologia comunista mentre lo scritto di Brecht conteneva numerose critiche alla repressione nei confronti degli operai.

Ecco perché Brecht non era contento da dove veniva e di dove stava andando, rifiutato dalle egemonie dominanti (nazista, capitalista e con tensioni a volte con la corrente stalinista dell’ex Germania Est) paga a caro prezzo con una vita in fuga la sua onestà intellettuale.

Eppure nella poesia quella ruota è ferma, evidentemente è necessità che quella ruota ovunque vada , nonostante percorra strade pericolose, piene di buche e trappole, continui a girare.

La ruota degli Hornets si è fermata contro Miami e il cambio gomme è necessario, primariamente metafora della testa di una squadra che non è parsa resistente nell’atteggiamento.

Forse le sfide con Detroit e Orlando di base non saranno eccitanti (sicuramente con gli attuali infortuni e mancanze sarà più avvincenti, con i Bulls dovremmo avere motivi di rivalsa e coi Pels è pur sempre lo strano “derby”) ma le prossime partite contro team sotto i .500 saranno decisive per sterzare e giungere ai PO dopo 5 anni, un tempo infinito per i fan degli Hornets che aspettano il cambio di quella gomma come fosse un cambio gomme in F1, velocemente seguendo la propria stella.

Analisi

Charlotte gioca senza praticamente un quintetto mancando di: Graham, Cody Martin, P.J. Washington e Miles Bridges oltre al lungodegente Hayward.

La moria d’ali degli Hornets costringe la squadra a battagliare sino all’ultimo contro dei volitivi Detroit Pistons ma alla fine il team ha ragione degli avversari per poter continuare la rincorsa verso la stella playoff.

La squadra di Casey ricalca i Bad Boys di inizio anni ’90 però solo per entusiasmo poiché gli Hornets strappano con i denti una partita grazie ai tanti errori di inesperienza e al tiro dei meno navigati avversari che vengono colpiti da un 19-8 nei fast break.

Oltretutto se Charlotte tira i liberi con il 75,0% (tanti falli commessi dai Pistons a inizio partita), Detroit chiude con l’80,0% con il penultimo tiro errato, fatale errore di Hayes.

Troppi TO per i Pistons (8-13) che nel finale migliorano l’attacco superando quello un po’ fumoso di Charlotte che chiude con il 40,9% contro il 45,9% avversario ma non basta alla squadra di casa che come Charlotte trova un serata pessima (più normale per Detroit) da oltre l’arco.

Gli Hornets per battere i Bulls avranno bisogno dei rientri di P.J. Washington e di Graham per migliorare la qualità nelle due fasi poiché la nuova pesante emergenza ha detto che il calendario ci ha favorito ma il possibile rientro di LaVine potrebbe essere un problema per una squadra che stasera nonostante il cambio di tre centri ha faticato un po’ a chiudere sulle penetrazioni.

Tra le fila dei Pistons che vanno comunque applauditi per l’effort, spicca un Hamidou Diallo da 35 punti (massimo in carriera) seguito da un Doumbouya da 20 punti con Frank Jackson sul terzo gradino del podio con 14 punti.

12 sono quelli di J. Okafor mentre un Bey, natio e “cuore Charlotte” chiude con 7 punti (2/12), meglio di Hayes (4 pt.) e Stewart (3 pt.).

La partita

I quintetti:

1° quarto:

Per una volta Charlotte vinceva la palla a due portata da Biyombo in due tempi nella metà campo amica tuttavia Rozier andava a vuoto sul primo tentativo mentre Doumbouya nel pitturato tracciava l’arcobaleno altissimo che pioveva in retina oltre la buona difesa di McDaniels.

Lo stesso McDaniels impegnava due difensori in entrata trovando contatto e due FT a 10:44.

All’1/2 si aggiungeva il 2/2 di Ball fermato anch’esso da un fallo 22 secondi più tardi.

Lo stesso Ball raddoppiava i punti Hornets con una tripla frontale anche se Doumbouya teneva testa a Charlotte con i punti del 6-4 e Diallo sulla continuazione segnando sulla baseline andava in lunetta per il possibile vantaggio sprecandolo con l’errore che si rivelava controproducente due volte perché insieme a Biz andavano giù due Pistons lasciando la transizione a Rozier che lanciava Caleb Martin in alley-oop per l’8-6.

Un rischioso baseball pass di Ball era toccato al volo all’indietro da Biz, spuntava Caleb Martin che serviva Rozier il quale a 8:11 chiudeva da oltre l’arco la rocambolesca azione per l’11-6.

Doumbouya segnava da due poi i Pistons andavano in time-out a 6:45 trovando successivamente il pari con Diallo da fuori.

La tripla a sorpresa di Caleb Martin riportava sul +3 Charlotte (14-11) parzialmente ripresa da Diallo in tap-in.

Caleb in entrata era contenuto da Stewart con il corpo; canestro, and one errato e consequenziale16-13 prima che F. Jackson segnasse il -1 e Caleb mancasse un tiro.

Wanamaker tuttavia intercettando un passaggio in difesa correva in contropiede passando all’ultimo in due contro uno palla a Rozier per l’appoggio.

Un’altra palla intercettata, questa volta da Martin, consentiva un’altra transizione e benché l’appoggio di Monk fosse toccato, arrivava il fallo su Wanamaker in caduta.

2/2 a 3:55 per il 20-15 prima dello scambio da due Diallo Zeller.

Un altro scambio F. Jackson (liberi) – Zeller (tap-in sull’appoggio errato di Monk) valeva il 24-19 quindi ecco il jumper vincente di Wanamaker per il +7 ma da un attacco di Lee ecco arrivare l’uscita del centro sanguinante dal volto e il possibile and one contemporaneo per i Pistoni.

L’errore dalla lunetta innescava altri due tentativi da sotto dei Pistons che risolvevano con Okafor per altri due punti.

LaMelo non segnava ma Vernon Carey Jr. (subentrato a Zeller) raccoglieva il rimbalzo e segnava senza fatica da sotto il 28-23.

La tripla di Doumbouya lasciava solo due punti di margine a Charlotte che guadagnava e segnava nell’ultimo minuto due FT con Ball per poi essere battuta da Lee in entrata.

La possibilità del pari capitava a Lee ai liberi a :04.4 ma il suo 0/2 lasciava inalterato il punteggio sul 30-28.

LaMelo Ball tenta di eludere l’intervento di J. Okafor in stoppata. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

2° quarto:

Gli Hornets tentavano subito di scrollarsi di dosso i Pistons con l’appoggio di McDaniels ma Malik rimaneva freddo sbagliando un tiro e la schiacciata di Doumbouya mandava in time-out Borrego a 10:19.

Diallo nonostante ciò segnava da fuori anche il +1 Pistons mentre si susseguivano gli errori di McDaniels e quelli incredibili di Lee e McDaniels (appoggio tutto solo il primo e schiacciata il secondo) quindi una spinta energica in attacco di Stewart su Carey Jr. era punita con il terzo fallo che usciva.

Lo stesso Carey Jr. raccogliendo un altro rimbalzo ne metteva dentro due e dopo il nuovo +1 Pistons, nonostante Caleb mancasse un altro tiro, chiudendo il pitturato sul passaggio volante dalla linea di fondo recuperavano palla riuscendo a mandare a bersaglio lo stesso Caleb dall’angolo sinistro con il tiro pesante.

L’entrata di Jackson con ferro amico pareggiava i conti ma anche dall’altra parte i ferri si dimostravano amici dell’iniziativa di Wanamaker che chiudeva con l’and one aggiuntivo per il 40-37 a 7:19.

Nuovo -1 Pistons e tentativo di incenerire Okafor da parte di Caleb Martin sull’altro fronte ma il lungo si opponeva con il fallo e la mega-jam si infrangeva sul ferro.

2/2 dalla lunetta che anticipava un reverse di Martin sotto servito da Brad.

Diallo in acrobazia segnava il layup ma Rozier in allungo con appoggio al vetro batteva Okafor per il 46-41.

Diallo prendeva in velocità Biz appoggiando al vetro ma un pick and roll tra LaMelo e Biz mandavano il secondo dentro per la bimane aggressiva.

Un libero e due punti di F. Jackson restituivano in -2 alla squadra di Casey che tuttavia era colpita da una second chance quando Rozier su passaggio di Ball fintava e segnava dalla diagonale sinistra 3 punti per il 51-46.

Un pull-up di un buon Wanamaker dava il massimo vantaggio Hornets nel primo tempo (+7) ma sulla sirena un incerto Hayes sistemava in qualche maniera i piedi esplodendo la tripla frontale per il 53-49 di primo tempo.

3° quarto:

Le squadre riemergevano dagli spogliatoi con più energie: Ball segnava da tre frontalmente e Rozier con un teardrop aiutato dai ferri mandava sul +9 Charlotte ma i locali rispondevano con la decisa entrata di Diallo e la tripla di Dombouya da sinistra per il 58-54.

Il cambio mano con alzata di Ball in entrata e un proiettile di LaMelo raccolto sotto da McDaniels che con il cambio lato evitava Stewart e il raddoppio realizzando con l’alzata erano la reply di Charlotte per il 62-54.

Un fallo di McDaniels su Dombouya a 9:05 dava tregua alle squadre con la terna a rivederlo quindi era lo stesso lungo Pistons più tardi a ridurre lo scarto sul 62-56.

Bey, solo un punticino racimolato, decideva di segnare da 3 a 7:29 riportano la squadra del Michigan a un solo possesso (62-59).

Rozier segnava dal pitturato poi Bey e Rozier da fuori fallivano le loro conclusioni da oltre l’arco per un 6/20 Hornets e un 6/23 Pistons…

Biz stoppava stratosfericamente Doumbouya e dopo un paio di errori l’entrata con passaggio rapido verticale di Monk per Zeller valeva il nuovo +7.

Doumbouya continuava a imperversare sotto il nostro canestro ma la bomba di McDaniels dalla destra era utile per andare sul 69-61.

Un divario che si assottigliava come i ghiacci ai poli quando i Pistons a 3:51 trovavano l’and one di Diallo che sbracciando sull’appoggio e su uno Zeller in chiusura infilava il 69-66 beffando gli Hornets con l’and one.

Gli Hornets però chiudevano forte il quarto con due FT di Wanamaker a 3:29 (fallo di Jackson aggressivo in chiusura), con Monk e altri due FT guadagnati e realizzati sulla chiusura in sandwich a 3:02, con due ottime azioni difensive di martin alle quali seguivano l’inchiodata a una mano di Zeller e il fing and roll con fallo di Lee (disastroso in generale in partita) per l’azione da tre punti che issava gli Hornets sul 78-68 a :59 secondi dalla fine quarto.

Quattro punti Pistons portavano il risultato sul 78-72.

4° quarto:

Charlotte toccava quota 80 con uno swooping hook di Ball e si riportava sul +10 dopo una pessima gestione palla dei Pistons colti in transizione dal coast to coast di ball.

Mentre Zeller faceva ¼ dalla linea e McDaniels stoppava Doumbouya, Wanamaker segnava in jumper rispondendo ai due punti di Diallo realizzati tra i FT di Cody.

A 8:44 l’85-76 rispondeva Diallo a 8:08 con due FT a bersaglio ma non bastava perché Okafor dal paint portava sul -5 i suoi prima di un big 3 dall’angolo destro di Ball.

Detroit tuttavia – pur mancando due liberi con Diallo – si riportava con lo stesso sino al -1 (88-87).

Gli Hornets con l’attacco bloccato trovavano ancora in Wanamaker la soluzione azzardata in entrata per trovare due punti fondamentali.

Da una rimessa dal fondo di Hayes con Lob, Ball rischiava il fallo saltando altissimo sopra l’attaccante m recuperata palla ecco la dunk in transizione di McDaniels a 4:13.

Caleb mancava un tiro ma Zeller in tap-in sembrava dare un buon vantaggio a Charlotte sul 94-87.

Non bastavano agli Hornets per un tranquillo finale perché il runner di Diallo si concludeva con 6 rimbalzi sul ferro prima di entrare in retina.

Rozier inciampava su Zeller e Bey esplodeva la tripla così Detroit si riaffacciava sul -2 (94-92).

Floater lungo di Zeller uscendo dal blocco di Zeller, baseline jumper da sx di F. Jackson prima della buona finta e ingresso in area di Rozier che tuttavia era rimontato e spazzato oltre il fondo da Diallo.

Rozier riusciva comunque a segnare da sotto dopo essere andato corto su un suo tiro ma mancava l’and one.

100-95 a :41.9 ma bastava un mumbo 3 di Diallo oltre Caleb per riportare in partita la squadra del Michigan.

Caleb Martin, investito da Ball della possibilità di manovrare la palla pestava in partenza la linea laterale e dal TO Detroit ricavava due FT di Hayes (challenge speso senza risultati da Borrego) sul contatto con Biyombo in chiusura.

Teoricamente palla in buone m,ani ma l’emozione mandava corto il play avversario che propendeva per realizzare il secondo.

LaMelo sfuggiva al primo tentativo di fallo ma non al secondo guadagnando comunque circa 4 secondo.

A :05.8 in lunetta arrivava un 2/2 (102-99) per il play di Charlotte che si univa a tutta la squadra in difesa per la rimessa dal fondo di Detroit che senza time-out si affidava ancora a Hayes per la finte (Biyombo saltava via) e tiro da tre che s’infrangeva però sul ferro consegnando una sofferta vittoria a Charlotte che non dovrà essere sprecata nelle prossime partite.

LaMelo Ball: 8

23 pt. (7/16), 7 rimbalzi, 6 assist, 2 rubate, +6 in +/-. 2 TO. Primo tempo involuto se non sciatto per i suoi standard. Meglio, molto meglio nella ripresa dove apre l’ultimo quarto supportando l’attacco degli Hornets con punti importanti. Un fallo per frustrazione su Stewart che manda in lunetta l’avversario (è buono poiché il centro splitta). Delizia il floater dalla FT line dopo aver passato il blocco di Zeller e glaciale ai liberi finali. Aveva spedito anche una palla scaricandola in angolo per Martin nell’ultimo minuto ma Caleb aveva commesso TO. Trascina Charlotte a un importante W, adesso bisogna affiancargli qualcosa per le prossime partite.

Terry Rozier: 6

18 pt. (8/23), 2 rimbalzi, 6 assist, +8 in +/-. 1 TO. Tanti gli errori al tiro per un Rozier che pare aver perso un po’ di confidenza specialmente con il tiro da fuori (2/9 in serata). Va meglio da due punti dove trova soluzioni in pullup mentre sulla buona finta con appoggio è stoppato da dietro da Diallo. Bello il canestro nell’ultimo quarto andando a prendere velocemente il suo rimbalzo dopo essersi accorto che sarebbe andato corto, peccato manchi l’and one. Diverse buone difese, specialmente su Bey. Per stasera va bene così ma avremo bisogno di un Rozier più preciso alla conclusione nelle prossime partite.

Caleb Martin: 6,5

17 pt. (6/14), 5 rimbalzi, 2 assist, 2 rubate, 1 stoppata, +2 in +/-. 1 TO in 33:56. Come Rozier Caleb non ha feeling con la tripla ma il gemello subentrante un po’ da sempre con gli Hornets. Ne infila comunque due (2/8) e si spende compiendo due ottime difese nel terzo quarto con una stoppata e facendo sbagliare un appoggio all’attaccante. Stoppa anche un 3 contro uno rallentando Detroit. Buon reverse in taglio e tentativo di schiacciata pirotecnica fermata solo con il fallo ma liberi a segno. A livello di punti impossibile chiedergli di più, solo, un po’ troppo spreco al tiro. Risente molto del TO commesso nel finale quando in partenza pesta con il tallone la linea laterale e la palla va a Detroit per il possibile pareggio o sorpasso. Continuare a giocare senza demoralizzarsi e con fiducia.

Jalen McDaniels: 7

10 pt. (4/11), 12 rimbalzi, 1 assist, 3 rubate, 1 stoppata, 0 in +/- in 38:47. Discorso simile a quello fatto per Caleb. Gettato sul parquet come PF titolare contro questi Pistons, pur non avendo peso, riesce a dire la sua con 12 importanti rimbalzi e qualche punto. Fa densità costringendo spesso i Pistons a soluzioni differenti da quelle immaginate e le tre steal sono ottime nonché figlie del massiccio impiego del numero 6 che in un duello con il pari numero riesce anche a stopparlo dopo aver subito proprio a inizio game un arcobaleno di Doumbouya nonostante il buon tentativo di stoppata. Una tripla molto buona ma anche un open 3 air-ball storto a destra e un paio di stoppate rimediate ma per oggi va bene.

Bismack Biyombo: 6

2 pt. (1/3), 6 rimbalzi, 1 assist, 2 stoppate, -7 in +/-. 2 TO in 24:27. Una stoppatona a una mano e un’altra su Bey più sei rimbalzi e un pick and roll che lo porta a due punti con una bimane aggressiva. Per il resto soffre in velocità le incursioni di Diallo e soci se viene portato fuori e in generale potrebbe dare di più in difesa sotto nel chiudere varchi. Il contatto falloso ma onesto con Hayes nel finale potrebbe costar caro ma risulta decisivo pro Hornets con l’errore del play avversario.

Malik Monk: 4,5

2 pt. (0/8), 3 rimbalzi, 2 assist, -6 in +/- in 18:58. Avevo previsto ci sarebbero volute delle partite di assestamento. In questa però chiamate chi l’ha visto perché a parte due liberi conquistati sul sandwich avversario che gli fruttano due punti, lo 0/8 al tiro con 5 errori da oltre l’arco è preoccupante. Monk ha sempre segnato anche se un po’ a intermittenza ma dalla prossima avremo bisogno del miglior Monk perché è uno dei pochi uomini con punti nelle amni ma a Detroit forse non gli piaceva il campo e si è svelato poco confidente al tiro nonostante due ottimi assist smistati.

Cody Zeller: 6,5

11 pt. (5/8), 8 rimbalzi, 1 assist, 1 stoppata, +12 in +/-, 1 TO in 17:03. Quando in tempi passati sentivo dire: “Ne combina più del Bertoldo”, ecco… stanotte ho pensato a Zeller che nel bene e nel male combina un po’ di tutto. Finisce out con un labbro tagliato (gli rifilano due sbracciate in entrata che, se invece di essere in movimento, sarebbero stati due sfondamenti con possibili flagrant 1. Guadagna rimbalzi offensivi e segna punti catturando anche qualche rimbalzo alternando alcune buone difese con altre meno produttive ma gira meglio della scorsa volta e anche se sul suo ¼ ai liberi gli arrivano puntuali i miei strali, complessivamente se la cava mettendo il punto esclamativo con un buona schiacciata a una mano dal lato dx.

Brad Wanamaker:7,5

15 pt. (5/8), 5 rimbalzi, 4 assist, 1 rubata, +2 in +/-. 1 TO in 30:39. L’arrivo dell’ultimo minuto è la lampadina d’emergenza. Quella che farà pure poca luce ma ti salva la vita. Stasera segna non solo in entrata recuperando anche diversi tiri liberi ma con piazzati micidiali che portano punti pesanti in momenti delicati per Charlotte. In difesa gioca d’esperienza cercando di convincere gli arbitri a dare palla a Charlotte o che il suo non fosse fallo, se la ghigna perché non ha la poker face.

Vernon Carey Jr.: 6

4 pt. (2/2), 3 rimbalzi, -2 in +/- in 6:30. Entra perché Zeller sanguina da un labbro. Sta in campo quel tanto che basta per portare a casa 4 punti ottenuti su due rimbalzi offensivi grazie al suo savoir-faire e dominio fisico. Aggiunge un rimbalzo difensivo e poco altro alla partita degli Hornets (un fallo dove non fa bella figura difensiva ma anche un fallo preso in attacco solo perché Stewart va a dargli un’insensata ed eccessiva spallata) perché poi torna Zeller dagli spogliatoi e lui rimane a guardare.

Coach James Borrego: 6

Non vuole snaturare la squadra e affida ai giocatori nei ruoli pensati a inizio stagione le posizioni vacanti. Ottiene dalle ali un buon risultato in termini di punti e rimbalzi oltre che spesso di tenuta benché Diallo riesca a realizzare 35 punti. Partita sul file o time-out prima di sapere che fine avrebbe fatto la partita nel finale con i liberi di Hayes disegnando lo scenario futuro in caso di parità. Spende un challenge inutilmente ma doveva provarci mancando solo 8 secondi più briciole alla fine.

https://www.youtube.com/watch?v=HHrgNHxJvpE
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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.