Game 66: Charlotte Hornets @ Brooklyn Nets 86-102

Dennis Smith Jr. (15 punti e 6 assist) tenta di contrastare un Mikal Bridges da 33 punti (12/21 ma aveva iniziato con un perfetto 9/9 nel primo tempo).

 

Abominio a Brooklyn dove i padroni di casa spolverano la solita prestazione impensabile da parte di un giocatore contro gli Hornets, nella fattispecie un Mikal Bridges che sì, sta diventando un’arma offensiva letale per BKN in generale ma chiude il primo tempo con un 9/9 pazzesco (21 punti nel primo tempo) e storico, con canestri non sempre semplici.

Il resto lo fanno gli Hornets che subiscono il gioco di passaggi avversari: difesa farraginosa, qualche tripla di troppo con spazio ed il divario si allunga irreparabilmente a fine primo tempo dove, più che uno scempio, è un abominio: 41-70 pro Nets e buona nottata a tutti tranne a me che per dovere di cronaca rimango a vedere che cosa possono mettere in piedi di negativo gli Hornets nel secondo tempo.

15 per Dinwiddie e 12 per Oubre Jr. a metà partita mentre Rozier (2/11) ne mette soltanto 4, Richards continua a commettere falli offensivi (ben 3), 0 steal, 7 TO e un 23-32 a rimbalzo a dare qualche dimensione della differenza oltre ad un 34,9% contro il 52,1% dal campo sempre e solo arrivati all’intervallo…

Inguardabile la prima parte del terzo periodo con un 6-14 imbarazzante dopo due terzi giocati e un +37 Nets ritoccato da tre triple consecutive di Rozier e qualche altro fuoco d’artificio ad inizio ultimo quarto ma la L era dietro l’angolo ed è inutile andare su un commento tecnico o statistico ulteriore per questa partita.

Charlotte semplicemente è entrata sul parquet per rispettare l’impegno ma non è mai sembrata in grado di competere anche perché le prove di Clifford con i giovani della panchina hanno finito per scollare ulteriormente la squadra nonostante i dati positivi finali nei punti in fast break e in quelli nel pitturato: 44-32.

In una primavera che vedrà passare poca acqua sotto ai ponti il messaggio in bottiglia ormai arenato da troppo tempo è che la proprietà riesca a fare qualcosa da team NBA finalmente non affidandosi solamente alla “fortuna” del Draft.

Game Recap

Gli Hornets riacquisivano P.J. Washington dopo qualche partita saltata per fastidi al piede mentre i “nuovi” Nets puntavano sin da subito sul nucleo proveniente da Phoenix, in particolare su Mikal Bridges in versione scorer che realizzava subito i primi 4 punti del match.

P.J. Washington iniziava segnando da fuori, Rozier ne metteva due in area e poi forniva l’assist intelligente a M. Williams accoppiato ad un piccolo nel pitturato: 7-0 e Hornets sul 7-4 a 9:39.

Bridges tornava a segnare ma da tre pareggiando e dopo un 2+1 di Dinwiddie (fallo invertito chiamato a Rozier) e di Oubre Jr., continuando ad essere inarrestabile portava sopra i Nets, Washington rispondeva da tre ma Bridges, ancora da due, realizzava il 13-14 prime e il 13-16 poi, senza fallire un colpo.

Charlotte in time-out non risolveva nulla, Dinwiddie da tre si univa alla festa, Hayward ne metteva due e a 5:08 portava gli Hornets a -2 (17-19) ma le Retine si connettevano; dal 3 di C. Johnson al fade-away di Bridges a 3:31 il parziale era di 4-9 ma Charlotte chiudeva sul -15 il primo quarto complice un canestro in corsa dalla baseline sinistra dalla media, uno contro uno, di M. Bridges che ormai in versione Durant migliorata, metteva a segno il suo 9/9 dal campo…

Andava anche peggio nel secondo quarto con le triple di Dinwiddie ed O’Neale per il 19-34, Oubre Jr. segnava un paio di canestri (il primo in reverse con la palla che si fermava sul primo ferro prima di entrare, il secondo con and one) e due FT rifiutando di arrendersi ma i Nets continuando a muover palla trovavano canestri e precisione anche da parte della bench con Harris a bombardare per due volte da fuori trascinando i Nets sul 26-51.

Alley-oop di Williams (doppia doppia da 10 pt. e 14 rimbalzi ma senza stoppate questa volta) che a 7:07 realizzava il 30-51 ma a 6:46, tentando di prendere posizione su un Cam Johnson pressante alle spalle, lo stesso Mark rifilava una gomitata al difensore ottenendo un flagrant 1 dalla terna.

A 2:54 Dinwiddie sfiorava il +30 BKN con il canestro del 34-62, poi Mark in turnaround accorciava ma nel finale Bridges con due FT mandava il match sul 39-70 prima del fallo dello stesso su DSJ che trovando il contatto in corsa tentava il tiro da ben fuori l’arco: 3 FT, 2 realizzazioni, 41-70 all’intervallo.

Non tardava ad arrivare l’inguardabile terzo quarto, almeno sino a 3:50 quando si giungeva sul 47-84 dopo un canestro di Dinwiddie…

A quel punto gli Hornets, complice l’atteggiamento più rilassato degli avversari, cominciavano a giocare un po’ mentre Rozier con tre step-back da tre punti nel finale portava a casa 9 punti per un 15-2 run che chiudeva il quarto sul 62-86.

Charlotte sparava qualche fuoco d’artificio con Mark Williams, Dennis Smith Jr. in avvio ultima frazione ma il distacco rimaneva imponente anche appena al di sotto dei 20 punti e i Nets portavano a casa agevolmente la W anche con una tripla annullata (ben dopo la realizzazione) piuttosto “close” di Harris.

Gli Hornets perdevano così la serie annuale con i Nets per 0-4 continuando a rimanere sul fondo di una stagione che ha cambiato i connotati ad una squadra che lo scorso anno pareva essere almeno emergente e divertente, cosa non da poco…

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.