Game 68: Charlotte Hornets @ New Orleans Pelicans 142-120

Intro

Il “derby” in Louisiana, oltre a rappresentare un’occasione per trovare una vittoria che, per chi la cogliesse, rinforzerebbe la posizione traballante di entrambe le squadre è la più classica di una delle situazioni dell’anima, la scissione.

Se non avete mai avuto dubbi, avete sempre potuto o voluto realizzare ciò che la nostra libertà permette per farci star bene siete fortunati.

Spesso però per scelte etiche, morali, circostanze esterne che fanno pressione sulla nostra condizione accettiamo compromessi o facciamo scelte che rappresentano “il meglio possibile” o scelte in controtendenza per tendere la mano a qualcuno.

Inutile quasi sottolineare come la nostra società impostata sull’avere e non sull’essere possa riuscire a scindere chi non segue questa superficiale, vuota (c’è sempre il bisogno di qualche nuovo artefatto per tornare a star meglio) e fittizia filosofia di vita.

La scissione sembra far parte in qualche maniera dell’animo umano anche in campo sportivo, politico (state con i russi o gli ucraini? Quando bisognerebbe essere per la pace e ovviamente non si può che condannare l’intervento di Putin che sta apportando tragedia su entrambi i fronti) quando non siamo noi stessi, atomizzati, ad essere i nostri peggiori nemici come in Autodafé (atto di fede dal portoghese) che erano, in Spagna e nel mondo ispanico-latino (l’ultima avvenne in Messico nel 1815), le proclamazioni delle sentenze inquisitorie dei soggetti sotto giudizio.

E di miracoli le due squadre sono in cerca con il rischio di non trovarsi nulla in mano.

Che dire di ricordi passati con i primi Charlotte Hornets, proseguiti per più di 10 anni a New Orleans fino a tornare in volo a Charlotte con de facto un’altra franchigia…

Ci sarebbe troppo da scrivere sulle emozioni in ed extra parquet, flashback rapidi e svanenti di gioie e dolori mentre le due squadre nella nuova NBA arrancano senza molti successi va in scena lo scontro più osmotico tra due franchigie che sperano in un destino migliore.

Le varie difficoltà passate legittimano rimpianti da ucronia ma con il: “Cosa sarebbe successo se questa cosa fosse andata in altra maniera” potremmo riempire libri o imitare Borges e la sua biblioteca infinita galattica dove tutto è scrivibile.

Questa notte, pur essendo in difficoltà, le due squadre tenteranno di ottenere una vittoria per scrivere la parola play-in 2022…

Andamento della partita

I quintetti degli Hornets e dei Pelicans.

Dopo la palla a due vinta da Plumlee gli Hornets prendevano un tiraccio da fuori con Bridges ma anche i Pelicans non facevano meglio con la drive con scarico impreciso con il bad pass di Marshall che favoriva la steal di Bridges, passaggio no look indietro per la tripla di Rozier in transizione dalla diagonale sx e 3-0.

Pareggio a sorpresa di Hayes dall’angolo destro e nuovo vantaggio per mano di Bridges con tripla dalla destra a 10:29 rafforzato dall’entrata con fing and roll di Ball.

Una botta sul dorso della mano di Valanciunas da parte di Plumlee portava il lituano in lunetta per un 2/2 a 9:13 ma Charlotte spingeva con un lungo lob di Miles che scavalcava tutta la difesa bianca trovando Plumlee appostato per la schiacciata.

Su una rimessa laterale il nostro cento era ancora bravo ad anticipare Valanciunas scappando in transizione per la seconda jam in pochi secondi.

A 8:10 si arrivava sul 12-5.

NOLA reagiva con una dunk in corsa di H. Jones che riportava a terra Mason posterizzandolo poi Rozier segnava da due in elbow jumper a 7:40 ma la squadra di Willie Green inanellava i canestri di Valanciunas in turnaround su Washington, ancora il lituano in schiacciata assistito da Jones in corsa e con l’appoggio di Jones stesso a 6:20 arrivava a un passo dal pareggio: 14-13 con Borrego a rifugiarsi in time-out.

Al rientro il jumper di Martin dalla sinistra creava un divario di tre punti ma due liberi di Hayes e il primo canestro di Graham della partita con un open 2 valevano il sorpasso a 4:16.

Due liberi di Jones allungavano per NOLA a 3:39 ma una controtransizione di Martin con alley-oop di Oubre Jr. portavano la partita punto a punto con Charlotte brava a scavalcare grazie a un recupero di Martin in anticipo in area e al coast to coast di McDaniels che finiva il lunetta per realizzare il 20-19.

L’ex Hernangomez a gioco fermo (2:08) faceva il percorso inverso e un bad pass di Ball con la transizione chiusa da Murphy III con la granata dall’angolo destro portava al massimo vantaggio i Pels: 20-24.

Martin continuava a produrre gioco con un passaggio in corsa schiacciato dalla sinistra per la jam di Harrell e la forzatura di Oubre Jr. in uno contro uno con appoggio al vetro valeva il pareggio.

La parità era interrotta a :32.7 dalla prima sirena con due liberi splittati di Ball che chiudevano il quarto sul 25-24.

Una nota presenza latina anche in trasferta tra i fan dei Calabroni.

Il secondo periodo partiva con uno spin di Willy su Washington e schiacciata a una mano ma P.J. si vendicava a 11:21 con la tripla del 28-26.

Graham era costretto a una tripla volante in svitamento dalla diagonale destra a causa dello scadere dei 24 e ne usciva una conclusione perfetta su Thomas. Il jumper di Thomas era annullato per un fallo leggermente precedente sul blocco di P.J. Washington con gli Hornets a riottener palla e a colpire con il tiro pesante di martin dall’angolo destro.

Con un ritmo veloce si avanzava anche a colpi di cannone: la bordata di Murphy III valeva 3 punti e l’ennesimo contro-sorpasso (31-29) prima che il pull-up solo cotone di Thomas riportasse in vantaggio i teal & purple scavalcati nuovamente da un open 2 frontale di Marshall.

A 8:48 un fallo generoso pro Ball (Murphy III) faceva perdere la leadership alla squadra della Big Easy che perdeva anche palla con Graham raddoppiato in angolo da P.J. con Thomas a portar via palla ma il nulla di fatto faceva spuntare Murphy da sotto che correggeva se stesso dopo il tocco di Valanciunas a indirizzargli palla.

Bridges era costretto a cercare un’entrata improbabile con un’alzata in euro-step dal bordo dell’area destra (post basso) che terminava clamorosamente in un solo cotone oltre il difensore in più a 7:16 il canestro di Martin in appoggio nel traffico mandava Green in time-out sul 39-36.

Charlotte otteneva il +5 da un’alzata lunga di Rozier per l’alley-oop rovesciato e plastico di Harrell ma una drive atletica con appoggio di Marshall riportava i due team a un possesso: 41-38.

Il gioco veloce favoriva transizioni e varchi e su una di queste il fallo su H. Jones fruttava un punticino (½) ai Pellicani.

Botta e risposta da oltre l’arco tra Rozier e Marshall (46-42) con il secondo bravo a recuperare un rimbalzo offensivo e a battere in alzata i due lunghi e il primo a riproporre una tripla vincente a 4:08 per il 49-44.

Un lob per Valanciunas scavalcava Rozier in marcatura davanti al centro, facile per il lituano appoggiare senza aiuti con Borrego a chiamare una pausa per parlarci sopra.

La tripla frontale di Graham impattava il match ma da una drive di McDaniels con pocket pass nasceva la possente bimane di Harrell che non faceva una piega sulla botta di Hayes ottenendo anche l’and one a 3:04 per il 52-49.

Charlotte trovava altri punti con un easy fing and roll e una tripla catch n’shoot di LaMelo che forniva in corsa l’assist per Harrell bravo ad appoggiar rollando.

Il parziale da 10-0 era rotto da due FT di Hayes a 1:30 con il lungo a segnare anche i 4 punti seguenti per il 59-55 mentre il fallo di Valanciunas su Bridges portava il numero zero in lunetta per fissare il 61-55 dei primi 24 minuti.

La Shahahmadi intervista brevemente Cody Martin a fine primo tempo.

Nonostante diversi buoni box out Charlotte concedeva qualche rimbalzo a NOLA in attacco (14 difensivi contro i 6 offensivi con un 2-12 nelle 2nd chance) finendo sotto a rimbalzo 18-20 ma compensando con il 17-13 negli assist.

Entrambe le squadre bene al tiro con Charlotte al 56,4% e New Orleans al 50,0% indice di qualche lacuna difensiva sotto le plance e in copertura.

Sembrava non iniziare nella migliore delle maniere la ripresa con l’alzata di Valanciunas oltre Plumlee a carambolare dentro ma la tripla non intenzionale al vetro di Rozier dalla top of the key, la stoppata di Plumlee in recupero nell’angolo sinistro su Marshall e un altro errore al tiro dei Pels che portava Bridges in transizione a disegnare un contatto (generoso) con l’amico Graham valeva un two and one che portava i Calabroni sul nuovo +10.

Il passaggio di Jones per Hayes in schiacciata ripristinava il singolo vantaggio ma il touch pass di LaMelo liberava brillantemente Mason che non poteva esimersi dall’assicurare alla retina.

A 9:53 una second chance era sfruttata da Ball con una tripla che cominciava a scavare un solco importante.

Il divario si ampliava con il passaggio diagonale in corsa di Ball per Rozier che passava in corsa Graham e il ferro per appoggiare un po’ rusticamente ma efficacemente il 74-59.

P.J. Washington da tre punti avviliva di più la truppa di Green che mimetizzava le proprie difficoltà difensive recuperando due punti dalla lunetta con Marshall a 8:42: 77-61.

Come spesso capita quando le squadre giocano distese e sul velluto andava bene tutto a Charlotte con lo step back 3 di Bridges a segno, poco importava se il secondo tentativo da sotto di Murphy costava due punti, Ball rubava un pallone a Valanciunas a metà campo involandosi in schiacciata.

Graham, anticipato da Rozier, riusciva a rubar palla all’ex compagno segnando due punti e a recuperare subito dopo da una rimessa dal fondo ma la sua tripla si schiantava sul ferro.

Rimediava Murphy da tre ma la risposta arrivava da Rozier con freccia ed arco da oltre l’arco con finta e spostamento leggermente a sx dalla diagonale… il floater di Alvarado segnava l’85-70 prima che Miles servisse un appoggio da cameriere in allungo di destra e il botta e risposta da fuori tra Alvarado ed Oubre Jr. portasse la situazione sul 90-73.

Quando il gioco creato per la tripla di Oubre Jr. andava a buon fine i Calabroni prendevano un +21 (94-73) confortante.

New Orleans tentava di rientrare ma un po’ stordita e con al bench sul parquet lasciava sul campo anche due FT di Alvarado falliti a :05.8 che lasciavano 21 punti tra le due squadre a 12 minuti dalla fine: 103-82.

La sfida tra l’ex Gamberone Graham e I. Thomas non ha risparmiato bordate a lunga gittata. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

In avvio di ultimo quarto, tre giocate per Harrell come rifinitore facevano guadagnare 5 punti consecutivi al centro quindi la saga da tre punti a segno con Thomas, Graham, Thomas (2) e Marshall spostava sul 114-94 il punteggio, un +20 che New Orleans, pur senza tre dei propri migliori giocatori tentava di ridurre riuscendo a riportarsi a -13 dopo un deep 3 dell’ex Gamberone Graham.

Bridges, però, che aveva appena già sparato un paio di colpi per contenere il comeback della squadra della Louisiana con un crossover ed un’alzata nel traffico su Hayes e Willy Hernangomez era la risposta alla quale i Pels non trovavano soluzione.

A 5:27 due FT bonus per Jones (due falli fischiati a Martin molto velocemente) ripristinavano il divario (121-108) m Rozier, raddoppiato da Willy, faceva scorrere una palla rimbalzante per Mason che toccato da dietro dal recupero dello spagnolo guadagnava un two and one battuto a una mano di sx e finiva anche a segno.

Willy metteva a segno due punti ma il crossover di Miles che lo portava in lunetta e un deep big 3 di Thomas oltre Graham chiudevano i conti a 3:15: 128-110.

Bridges, una forza in serata. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

Nel finale Rozier aggiungeva due triple intervallate a un’altra di Thomas lasciando il colpo finale a NOLA che vedeva Marshall far sbattere sul plexiglass un pallone che rimbalzava indietro teso per l’accorrente Murphy che decollava letteralmente esplodendo nell’alley-oop che sancendo il 142-120 finale lasciava spazio ai saluti tra avversari ed ex compagni.

Il saluto finale tra Graham e Borrego.

Analisi

Gli Hornets tornano a sorridere dopo due uscite sconfortanti casalinghe.

Se Charlotte continua a rinunciare a Hayward, le assenze di Ingram, McCollum, oltre a quella ormai storica di Zion hanno finito per pesare molto sulla squadra locale che, cercando di giocare come gli Hornets, una partita imbastita sul ritmo ed il tiro, hanno patito il movimento di palla di Charlotte che ha usato la qualità superiore dei suoi interpreti per concretizzare meglio le varie finalizzazioni.

Su quello che fu il parquet dei Calabroni di New Orleans, dopo un tempo, in avvio di ripresa, i Calabroni di Charlotte si scrollano di dosso paure e ciò che rimane attualmente dei Pelicans, accumulando un vantaggio di 21 punti (massimo +27).

La squadra di Green ha tentato di tornare a farsi sotto nel finale con un buon Murphy III e con Graham abile a raggiungere il -13 con un deep 3 ma Bridges è stato più volte la risposta agli attacchi del team della Louisiana e dopo una tripla di Thomas a 3:15 è stato ancor più lampante che le difficoltà difensive dei Pellicani non li avrebbero condotti più a recuperare.

Nonostante i 13 rimbalzi offensivi concessi agli avversari (32 i difensivi di Charlotte per un computo di 44-44 totale) e un 9-24 da second chance, la squadra di Borrego con un 41-31 negli assist ha risolto offensivamente la partita riuscendo a prender spazio per i propri tiri, infatti, l’altissimo 59,8% finale è stato sintomo di come New Orleans non riuscisse sempre a stretchare bene sul parquet benché anche il 50,0% di NOLA al tiro evidenzi come gli Hornets contro team più organizzati e meno falcidiati dovranno far meglio in difesa nonostante diversi buoni box out in serata.

Il 46,8% al tiro da fuori e un 26-20 nei fast break sono state buone armi per Charlotte che ha lasciato comunque a ben 7 giocatori avversari al doppia cifra.

Il migliore è stato nettamente Murphy III che ha chiuso con 32 punti (più 9 rimbalzi) seguito dall’ex Graham con 19 pt., 15 per l’altro ex Hernangomez, 14 per Marshall poi 13 di Hayes, 12 per H. Jones e 10 per Valanciunas.

Charlotte accende così una speranza per raggiungere i play-in nonostante la W di Atlanta nella notte mentre New York, in vantaggio con Memphis, alla fine ha dovuto cedere ai plantigradi con Washington a metà tempo in vantaggio contro i Lakers.

LaMelo Ball: 7,5

17 pt. (6/12), 6 rimbalzi, 9 assist, 3 rubate, 1 TO in 31:18. Unica nota leggermente stonata il 2/7 da fuori ma ancora accettabile, per quanto riguarda l altri aspetti torna a salire in cabina di regia trovando modi e tempi giusti per fornire ai compagni assist da spinger dentro; Rozier, Harrell e Plumlee ringraziano. Alcuni canestri gli riescono facili come un paio di fing and roll centrali praticamente senza resistenza perché la pressione su di lui non è altissima.

Terry Rozier: 8

25 pt. (9/17), 3 rimbalzi, 8 assist, 2 rubate in 33:17. L’alzata da metà campo per l’alley-oop rovesciato di Harrell o lo stretto bound pass da raddoppiato per il two and one di Mason segnano la visione di gioco di Terry che per il resto va sul classico mettendo a segno da 3 un 7/13 (due nel finale a risultato ormai ottenuto) che aiuta la squadra. Spesso trova tempo e ritmo per piazzare il tiro, aggiunge un paio di jumper e due rubate a fronte di 3 TO ma anche qui, uno è cosa da poco in garbage time. Prezioso nella notte per costruzione e realizzazione, da segnalare anche un super rimbalzo contro Valanciunas e un tocco difensivo (sempre a rimbalzo) contro lo stesso che favoriva un nostro recupero.

Miles Bridges: 8,5

26 pt. (9/15), 8 rimbalzi, 9 assist, 1 rubata, +27 in +/-. Buona prova, costante a parte una piccola fase nella quale non gli riescono determinate cose. Quando allo scadere dei 24 batte il neon giallo orizzontale ancorato al plexiglass con un’alzata con euro step dal bordo dell’area destra facendo ricadere perfettamente ed incredibilmente la spicchiata nella retina torna a crederci parecchio fino ad arrivare all’ultimo quarto dove crea vari contatti per andare in lunetta segnando anche and one o finendo direttamente per fare canestro tra triple o entrate chiuse con maestria. Prende responsabilità e questa volta fa tutto bene.

P.J. Washington: 6

6 pt. (2/5), 1 rimbalzo, 5 assist, 3 TO in 24:25. Buono in fase di costruzione di gioco (ottimo il passaggio corto sull’altro lato del canestro con lui raddoppiato per favorire due punti semplici), a rimbalzo meno e anche in difesa se sul turnaround di Valanciunas può fare poco, avrebbe potuto far meglio sullo spin di Willy che lo lascia sul posto per andare a schiacciare. Risponde con una tripla a quell’azione e ne realizza poi un’altra chiudendo con il 50,0% al tiro da fuori.

Mason Plumlee: 6,5

9 pt. (4/4), 2 rimbalzi, 3 assist, 2 rubate, 1 stoppata in 20:26. +27 in +/-, segna tutto ciò che gli capita come punti di rottura. Nel primo tempo lo lanciano per una schiacciata in solitaria, subito dopo capisce un passaggio verso la punta per Valanciunas, ruba palla e bissa replicando la schiacciata. Buono anche il canestro nel finale rollando su Rozier. La novità è che tira l’unico libero di serata con la sola mano sinistra senza la mano di appoggio e forse da lassù il buon Anthony Mason gli da una mano… In difesa però sui tiri dalla baseline o in post spesso sta a guardare anziché intervenire o provare almeno a fare un po’ di verticalità.

Kelly Oubre Jr.: 6,5

10 pt. (4/7), 2 rimbalzi, 2 TO, 4 PF in 14:54. Per lui, amante dei vecchi New Orleans Hornets un ritorno a casa salutato con un 2/5 da oltre l’arco ad aiutarlo ad arrivare in doppia cifra nonostante un minutaggio scarso per lui abituato a più consistenti tempi sul parquet. Qualche fallo tattico (su Alvarado nell’ultimo quarto ad esempio) e un paio di palloni persi banalmente, uno gli scivola tra le amni su passaggio di Harrell lasciando amareggiato e preoccupato Borrego ma nel complesso in una partita del genere l’importante era non far troppi danni e segnare.

Montrezl Harrell: 7

16 pt. (7/9), 6 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata in 22:41. Bene come terminale da sotto. Trovato dai compagni lui mette energia nelle sue schiacciate o appoggi riuscendo a ottenere anche l’and one su fallo di Hayes. Realizza 5 punti in avvio ultima frazione. Nella stessa gli arbitri gli chiamano un blocking che avrebbe potuto esser sfondamento ma la dubbia infrazione rilevata dalla terna salva comunque Charlotte da un canestro sicuro in transizione con i Pels in superiorità numerica. A parte un brutto passaggio che avrebbe potuto indirizzare ai post bassi che costa una transizione, buona partita.

Cody Martin: 7,5

15 pt. (6/7), 5 rimbalzi, 4 assist, 1 rubata in 28:25. Da subito un fattore, riscatta la sua ultima deludente prestazione. Crea gioco in attacco con alcuni buoni passaggi (vedi il bound in corsa dalla sinistra per la schiacciata di Harrell), recupera nel primo tempo un lob in area, da fastidio in difesa e non sbaglia un tiro sino al tentativo velleitario di tripla dall’angolo destro da marcato ma fa quasi tutto bene. Commette 4 falli, 2 rapidi nell’ultimo periodo che mandano in lunetta con il bonus i Pels ma conta poco. Le sue iniziative sono una lieta sorpresa e ciò che ci voleva per aumentare un po’ i giri.

Isaiah Thomas: 7

14 pt. (5/8), 1 rimbalzo, 1 rubata in 16:08. Torna a rivelarsi in serata un veterano non finito. Nel contesto degli Hornets sembra trovarsi a meraviglia quando chiamato in causa anche se non riesce a mandare a segno i compagni con giocate importanti e triple (4/6) aiuta i Calabroni a non aver paura nel finale. Buon innesto da riconfermare per avere un giocatore d’esperienza che porti punti agli Hornets. Non risolverà i problemi difensivi (botta e risposta con Graham spesso) ma può implementare l’attacco.

Jalen McDaniels: 6

4 pt. (0/3), 3 rimbalzi, 1 assist. 4 punti figli di due viaggi in lunetta, al tiro non fa bene ma la sorpresa personale è vederlo rispuntare dopo il secondo piccolo infortunio alla caviglia. Nel complesso difensivamente potrebbe tenere meglio ma “salva” due punti con una stoppata considerata fallosa su una schiacciata fermata provvidenzialmente. Buona drive con pocket pass per Harrell.

J.T. Thor: s.v.

0 pt. (0/0) in 1:15. Entra nel finale, saluta senza troppo sudare per non lavare la divisa e partecipa alla festa.

Nick Richards: s.v.

0 pt. (0/0), 1 rimbalzo in 1:15. Vedi Thor ma con un rimbalzo.

Coach James Borrego: 6,5

Il gioco in attacco per larghi tratti è più fluido, i black-out minori ma ciò è favorito dalla scarsa consistenza di una squadra simile per ceri versi alla nostra. La mezza zona degli Hornets in certi tratti irretisce l’attacco avversario ma c’è ancora da crescere sotto questo aspetto.

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.