Game 69: Charlotte Hornets @ Oklahoma City Thunder 134-116

Intro

Nel pantheon mitologico di diverse entità culturali l’impersonificazione maschile di un dio potente, a volte capriccioso e collerico si è sempre incarnata con una figura che potesse scagliare fulmini (Zeus, Thor ma anche Perun per gli slavi o addirittura il DioYahweh per gli ebrei).

Ancora oggi vi è incertezza su come tuoni e fulmini agiscono, di certo, nonostante siano un fenomeno affascinante quanto esplosivamente violento non devo essergli molto simpatico se quando ero piccolo uno ha centrato un vetro (mi raccontano perché non lo poso ricordare) davanti a dove stavo poi quando avevo circa 9 anni un altro mi ha sfiorato per pochissimo (ho dato al colpa al borsone con le maniglie giallo limone in spalla con il quale stavo facendo strada dopo una partita di calcio) quindi da adolescente uno ha colpito il mio scantinato provocando fiamme e fumo (tutti a mezzanotte fuori sotto la pioggerellina battente aspettando i pompieri) per poi qualche anno fa ripresentarsi nel nord-ovest dobe ero in vacanza per qualche giorno.

Colpito l’impianto elettrico della signora che ci ospitava che il giorno prima asseriva non dovesse piovere (in realtà erano prvisti forti temporali per la notte)…

La morale è che quando – come Telespalla Bob – i fulmini non cercano di uccidermi colpiscono un po’ “a casaccio” se non attirati da qualcosa.

La speranza è che nella notte i colpi dei fulmini (sì, i Thunder sarebbero i Tuoni in realtà, lo so) si schiantino sul ferro senza finir nella retina.

Di certo i giocatori dei Thunder con la loro altezza cattureranno diversi rimbalzi (come sottolineava Filippo nel machup key) e i parafulmini degli Hornets dovranno cercare di smorzare la potenza di fuoco della squadra dell’Oklahoma.

Vincere a OKC sarebbe fondamentale per arrivare a giocarsi contro Atlanta una sfida importante per cercare d’ottenere la miglior posizione possibile nei play-in, fondamentale per accedere ai PO.

I lunatici Hornets sono attesi su un parquet non inespugnabile ma da non sottovalutare.

Andamento della partita

I quintetti iniziali

Dalla palla a due vinta dagli Hornets alla schiacciata passava poco, ancor meno ai Thunder serviva per portarsi in vantaggio con la tripla di Bbazley dall’angolo sinistro: 2-3.

In una partita dall’avvio rapido con ritmo veloce le squadre si equilibravano mostrando più talento offensivo che bravura e tenacia difensiva.

Era così che Charlotte tornava in parità sul 5-5 a 10:35 con un alley-oop di Bridges prima che Mann e Rozier infilassero la retina dalla lunga distanza.

Per una violazione dei 3 secondi SGA portava avanti la squadra di casa prima che Ball da fuori mandasse sull’11-9 il tabellone ma Sarr portava a casa rimbalzo offensivo e due FT pareggiando a 8:30.

Rozier e Bazley andavano ancora per una tripla vincente a testa quindi un paio di stop offensivi dei Thunder avvantaggiavano gli Hornets bravi ad andare a canestro con il taglio diagonale di Rozier a sx diretto verso il centro (trovato da Plumlee con un passaggio schiacciato) e a 7:21 Bridges faceva ancora centro per il 19-14 Hornets che grazie al 7/7 dal campo arrivavano sul +5 al primo time-out OKC.

Al rientro i Calabroni si raffreddavano progressivamente anche se Ball da 2 teneva con il jumper da de i Calabroni sul +3 (21-18) prima che Mann pareggiasse da tripla a 5:57 e Bazley in penetrazione andasse a contatto con il difensore riuscendo a segnare comunque con buon equilibrio e coordinazione.

Gli Hornets, colpiti ancora un paio di volte, andavano in time-out a 4:34 dopo il canestro di Maledon per il 21-27.

Il coach tentava di mandare sul parquet le riserve: Harrell, Martin, McDaniels ed Oubre Jr. ingombravano il campo poiché Charlotte rimaneva quasi al palo mentre l’alley-oop atletico di Bazley e il tap-in di Pokusevski facevano veder le lacune di Charlotte sotto canestro.

A 2:02 dalla prima sirena i Thunder scappavano sul 22-36.

A quel punto dentro Thomas e due FT per Harrell a 1:40 mentre a 1:23 anche Martin in anticipo su un passaggio diagonale arretrato recuperava palla e si involava in layup per il -10 ma SGA e Mann da tre punti lanciavano sul 26-41 i Thunder che erano colpiti dall’ultimo canestro di Harrell dal post basso (vs Roby) per il 29-41.

Dopo un primo quarto nel quale la difesa di Charlotte faceva acqua da tutte le parti le cose non sembravano migliorare a inizio seconda frazione con Pokusevski a realizzare oltre Rozier grazie al mismatch in cm.

Sarr splittava dalla lunetta dopo essersi procurato una second chance e a 10:25 la tripla del filiforme Pokusevski spediva gli Hornets su un glaciale -18.

La fortuna di Charlotte era non avere di fronte una squadra esperta e di aver aggiunto Thomas al roster.

IT con ben 4 perfette triple in 3 minuti e 5 secondi portava Charlotte sul 41-50 quindi toccava a P.J. Washington sparare un paio di jam aggressive per ridurre lo scarto a 7 punti: 45-52.

Bridges con una drive appoggiava il -5, Plumlee stoppava Maledon e smistava proprio a Miles il pallone in angolo sx per la tripla del -2 a 4:04.

A rompere la magia del rientro era il solito Gilgeous-Alexander con un’entrata frontale che per la continuazione valeva l’and one: 50:55Plumlee e Rozier con un canestro a testa arrivavano a un soffio dal sorpasso (54-55) ma la dunk di Bazley valeva il +3.

A 1:52, un contestato fallo su un tentativo da tre di Rozier alla fine portava in lunetta Terry che pareggiava.

Bazley rispolverava la tripla ma la replica di martin dall’angolo sinistro era implacabile: 60-60.

Bazley in penetrazione dalla linea di fondo (con un passo probabilmente in più) metteva dentro il rovesciato prima che Rozier scagliasse un rapido dardo dalla diagonale destra a :26.1: 63-62!

Altra steal su passaggio orizzontale del rapido Martin e +3 ma quasi sulla sirena la deviazione di SGA portava le squadre negli spogliatoi separate solamente da un punto.

Bridges da tre (serendipità per il rischio da parte di Ball e Plumlee di perder la sfera) e due liberi di Ball a 10:49 (70-64) erano il preludio della fuga Hornets che proseguiva con una dunk di Plumlee e una tripla di Ball prima che SGA ingaggiasse un duella a distanza con lui rendendo la tripla, quindi ancora Ball e il play avversario facevano centro dalla lunga per il 78-72.

Un altro perfect pass di Plumlee (bound) per il taglio di Rozier avveniva con i tempi giusti e il nostro numero 3 ricavava anche il fallo questa volta: 81-72.

Quando tornava alla carica Ball a 7:18 con una tripla frontale e a 6:51 grazie al passaggio arretrato che faceva al contempo da mezzo schermo di Terry, dal deep 3 si passava al deep escape: 87-72…

Un paio di scambi tra Martin e Gilgeous-Alexander anticipavano i tre punti di Bridges a 4:24 ai quali si univano gli easy 2 di McDaniels per il 96-79.

A SGA, ancora in 2+1, rispondeva Oubre Jr. dalla diagonale destra fissando il 99-82 prima che la nostra ala di riserva infilasse anche un floater scavalcando quota 100 (101-86).

A 1:20 il lottatore mascherato con megafono e iper-panza dietro il tabellone mandava in tilt Kelly che sparava dalla lunetta un 1/3 mentre Krejci ci credeva segnando una nuova tripla (ne aveva appena realizzata una in precedenza) dalla sua mattonella.

Il quarto finiva 102-91 con un +11 che Oklahoma City non riusciva a ridurre nell’ultimo quarto.

Thomas apriva il gioco affidando a Rozier il colpo da tre per allontanare il vantaggio in single digit e andava dentro… l’alley-oop plastico e potente a due mani di Oubre Jr. su alzata di Rozier, il floater di Terry e la tripla con spazio di Bridges a 6:12 erano i canestri sicurezza: 120-103 e nel finale la stoppata di Plumlee su SGA era la classica ciliegina sulla torta.

Finiva 134-116 in un finale dove trovavano spazio anche Thor e Richards.

Ball con il suo nuovo taglio di capelli. Foto tratta dalla pagina-sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

Analisi

Charlotte recupera un deficit di 18 punti accumulato nel primo tempo finendo sopra di uno (55-64) all’intervallo nonostante il predominio a rimbalzo per tutta la partita degli avversari.

Le migliori percentuali al tiro degli Hornets hanno permesso a Charlotte di espugnare il parquet dei Thunder.

Con Charlotte sotto di 18 punti contro una squadra in costruzione e da assemblare è toccato al veterano Thomas con 4 triple rimontare e trascinare i compagni alla vittoria ma la difesa è da migliorare assolutamente, soprattutto l’atteggiamento mentale iniziale.

Agli Hornets hanno giovato i soli 5 TO contro i 18 dei Thunder, che, messi sotto pressione hanno perso 12 palloni contro i 4 di Charlotte se osserviamo solamente le palle rubate.

A rimbalzo OKC ha vinto 37-49 ma il 33-31 negli assist al quale c’è da aggiungere il 16/21 contro il 16/19 di OKC ha favorito leggermente Charlotte.

La prestazione dei singoli titolari è stata buona salvo quella di P.J. Washington, compensata da Martin che come quasi tutta la panchina aveva iniziato male per poi riprendersi un pochino durante la seconda rotazione.

Infine da segnalare tra le fila avversarie i 32 punti di Gilgeous-Alexander, i 25 di Bazley, i 17 di Pokusevski e i 13 di Mann che ha chiuso in doppia cifra con un 4/12 dal campo.

Isaiah Thomas nella notte. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.
Le statistiche.
Il tabellino degli Hornets

LaMelo Ball: 8

21 pt. (6/13), 4 rimbalzi, 7 assist, 2 rubate, 3 TO. Una buona prestazione dal punto di vista offensivo condita da un 4/4 in lunetta (mancano due liberi dopo esser stato travolto su un appoggio mancato) ma soprattutto è il 5/8 da tre con le frecce a bersaglio nel terzo quarto che spareggiano la partita. Difesa non sempre impeccabile ma due rubate e sette assist valorizzano la prestazione.

Terry Rozier: 8

30 pt. (11/17), 6 rimbalzi, 4 assist, 2 rubate. Sicuramente non lo avvantaggia la misura nello scivolamento ma dovrebbe avere un po’ più di tenuta e velocità, in compenso in attacco sa trovare il compagno giusto quando non è lui ad essere imbeccato bene (vedi i due passaggi di Mason su due perfetti tagli in back-door). 4/8 da tre punti, un altro trentello riuscendo a trovare un po’ di spazio tra le maglie di un team che deve ancora crescere ma la sua bravura ed utilità in serata non si discute.

Miles Bridges: 8

27 pt. (11/15), 3 rimbalzi, 6 assist, 1 rubata. Sbaglia poco, trova spazio sul perimetro e segna un 5/6 in faccia alla difesa di OKC. Qualche buona drive per mostrare ancora di essere un giocatore completo in attacco e anche per lui conta il gioco di squadra mostrando con 6 assist di poter partecipare in maniera convincente alla manovra. Prestazione importante per uscire indenni dall’Oklahoma.

P.J. Washington: 5,5

6 pt. (3/9), 5 rimbalzi, 1 assist, 2 rubate in 30:21. Mi piace sulle due schiacciate aggressive nel secondo quarto, da fuori lo 0/3 è da dimenticare. Nella norma a rimbalzo, una sufficienza e un paio di rubate ma non mi convince del tutto.

Mason Plumlee: 8

5 pt. (2/3), 11 rimbalzi, 8 assist, 1 rubata, 4 stoppate in 28:26. Serata super con 4 stoppate (due ottime prendendo il tempo al piccolo play avversario), finalmente funziona come protector rim e anche a rimbalzo ne cattura 11, peccato non abbia punti nelle mani per andare in doppia doppia benché con 8 clamorosi assist smista dall’area alta palloni per i compagni come in una giostra irradiando ed illuminando il gioco degli Hornets. Ingranaggio importante in serata come protector rim e come uomo assist. Continua a tirare i liberi con la mano sx (recente modifica) cercando di migliorarsi. Rimane forse la miglior prestazione della sua annata anche se la partenza del match non era stata delle migliori.

Kelly Oubre Jr.: 5,5

11 pt. (4/9), 4 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata, 1 stoppata. La tripla, il floater e un alley-oop plastico e potente bimane sono il suo pane, ovvero l’attacco. Una buona deviazione difensiva per mettere la palla out ma anche un po’ di confusione e tiri presi un po’ così finiti per essere imprecisi. Il suo ingresso nel primo tempo è stato impalpabile se non peggio di questo aggettivo, compensa un po’ nella seconda parte descritta sopra ma la difesa è un’altra cosa.

Montrezl Harrell: 5,5

5 pt. (1/2), 2 assist, 1 stoppata. Un po’ timido entra e fatica in difesa davvero molto con Shai che lo passa appoggiandogli palla un paio di volte oltre. Un buon canestro e poco altro.

Cody Martin: 7

11 pt. (4/6), 3 rubate in 21:23. Parte in sordina venendo vessato dagli attaccanti avversari, poi prende le misure e non è più così semplice passarlo. Ruba anche tre palloni, con due anticipi magistrali per intuizione e tempismo si invola per due canestri facili. Alla fine fa una discreta partita andando a disturbare sul tiro o scivolando bene (il solito sfondamento conquistato).

Isaiah Thomas: 8,5

12 pt. (4/10), 1 rimbalzo, 4 assist, 1 stoppata. Entra e cambia la partita con 4 triple in 3:05 e gli Hornets tornano dal -18 allo scarto a una cifra. Sa anche passar palla come quando la offre in avvio di ultima frazione a Rozier che dall’angolo fa centro da tre. Non è timido, parla, si fa vedere e migliora con la sua esperienza e le sue parole la squadra. Innesto che sinceramente pensavo fosse di passaggio ma dalle sue apparizioni in G-League con più di 40 punti rifilati agli Swarm sembra prendersi una seconda giovinezza in un contesto giusto dopo i problemi legati agli infortuni e dopo il tremendo colpo psicologico nell’aver perso una sorella di 22 anni in un incidente d’auto.

Jalen McDaniels: 5

2 pt. (1/5), 2 rimbalzi. Tanti errori in entrata con tiri al limite dell’assurdo o imprecisi ma nemmeno in difesa pare far meglio. In 13:16 “grabba” un rimbalzo difensivo e basta.

J.T. Thor: 6,5

2 pt. (1/1), 1 rimbalzo in 1:59. Entra, segna in pull-up con l’ascensore con uno strano tiro che possiamo seguire attraverso tutta la colonna vertebrale. Strano ma preciso. Piace la decisione anche se in garbage time.

Nick Richards: 6

2 pt. (½). Stesso minutaggio e discorso sulla decisione per Nick. Su due tentativi infila il cesto una volta. Ormai estromesso dalle rotazioni che contano con Harrell come ricambio di Mason, il giamaicano non demorde comunque mostrando affidabilità oltre il non molto talento.

Coach James Borrego: 6,5

A suo merito c’è da dire che interrompe nel primo tempo con i tempi giusti (attraverso i time-out) i flussi di OKC che stava sverniciando Charlotte. Dopo aver fatto entrare in massa la panchina che lo tradisce durante le prime rotazioni, segna un altro punto a suo favore mettendo dentro Thomas, vero leader per la rimonta. Finisce per tenere bene la partita attraverso cambi che nel secondo tempo fruttano di più. Contro squadre di questo genere il gioco arioso degli Hornets spesso funziona. Il problema è stato l’approccio difensivo della squadra quasi inesistente, comunque corretto in corsa.

Gli highlight
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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.

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