Game 69 – Charlotte Hornets Vs Denver Nuggets 112-117

Intro

La condizione attuale degli Hornets assomiglia per certi versi a quella del protagonista del film di Nolan: Memento.

Il film, tratto da un lavoro del fratello (Memento Mori, locuzione latina che significa: Ricordati che devi morire) inizia dalla fine e prosegue a spezzoni tornando indietro nel tempo con spezzoni di circa 15 minuti, questo perché il protagonista, Leonard Shelby è affetto da un disturbo della memoria che non gli fa immagazzinare i ricordi recenti per più di 10/15 minuti (amnesia anterograda) e quindi il regista ci porta insieme a “Lenny” nel suo spaesato viaggio mentale ricostruendo una trama che converge nel finale.

Il film tratta i drammi della vita di Lenny, quelli interiori e quelli esteriori che compongono un quadro della soggettività del protagonista tra la ricerca della verità e della propria ricerca della verità.

Una specie di eterno ritorno alla Nietzsche che costringe il protagonista a ricomporre da zero i propri ricordi per ricostruire la sua vita e dargli un senso.

Si sa che la perdita di memoria di Lenny è dovuta a un violento urto che un delinquente, durante un incursioni di due malviventi che avrebbero approfittato e ucciso la moglie.

Per questo, nonostante non ricordi nulla del dopo, il personaggio è fermamente e ferreamente convinto di voler trovare i colpevoli e ucciderli.

Così si impone un metodo mnemonico oltre a scattare foto con didascalie: tatuarsi le informazioni necessarie per scovare l’assassino della moglie, tale John G..

Nella sua ricerca incontra Teddy e Natalie, due figure di spicco che mostrano da un lato compassione per Leonard ma d’altro canto ne approfittano anche.

Il film è molto più di questo, piuttosto complesso e intrigante anche se i ritmi sono lontani da quelli hollywoodiani ma lo spettatore rimane inchiodato alla trama per scoprire la vera storia, se il “cattivo” è Teddy oppure Natalie che ha un compagno spacciatore o ancora è la mentre di Leonard ad essere andata distrutta dopo lo shock della perdita della moglie (Teddy sostiene sia dovuta proprio per colpa involontaria di Lenny) e il suo subconscio sia alterato dalle proprie verità.

Non svelo il film nei dettagli per chi volesse vederlo tanto che l’interpretazione più gettonata e plausibile che si forma nel finale è stata comunque rigettata da alcuni per dare vita a storie alternative ma Lenny sarà sempre affetto dal bisogno di trovare un John G..

Gli Hornets, invece, non si ricordano di come si dovrebbe giocare a basket perché mancano grinta e durezza mentale che vada aldilà del risultato.

Paiono essersi dimenticati del gusto della vittoria e sembrano una squadra che, smarrita la memoria, abbiano perso anche l’identità.

La potente schiacciata di Bridges contro Atlanta è stato il punto esclamativo che ha segnato ossimoricamente la fine di una squadra falcidiata dagli infortuni, eppure rivedendo diverse partite di inizio anno ho notato come si corresse e si difendesse di più rispetto a ciò che Charlotte sta facendo ora.

L’alibi della stanchezza è reale solo in parte poiché come ricordato da Rozier, anche gli altri team hanno affrontato le stesse partite.

Rimangono 4 game, 2 in casa e altrettanti fuori.

Con zero vittorie io rischio di rimanere fuori dai play-in, con una vittoria la sicurezza di parteciparvi ma potrebbe non bastare per agguantare l’ottava piazza, due vittorie garantirebbero probabilmente l’ottava piazza ma le avversarie paiono essere al momento non abbordabili per questi Hornets mentalmente troppo fragili ai quali i tifosi chiedono almeno la grinta per non rovinare una prima parte di stagione andata oltre le più rosee aspettative.

L’unica differenza con il film di Nolan è che noi non sappiamo il finale del film ma questa è la settimana punto d’incontro tra l’alpha e l’omega nella quale la trama della Regular Season degli Hornets sarà svelata e per i fan non ci sarà spazio per ingannare la propria mente costruendo una propria realtà.

Analisi

Serata agrodolce per gli Hornets che ritrovano un Graham al massimo stagionale con 31 punti, trascinatore di Charlotte nel finale.

La squadra di Borrego però perde la partita e il coach la testa quando nel secondo quarto si “becca” due tecnici ravvicinatissimi per proteste e viene espulso.

L’episodio è da mind game e da una scossa ulteriore agli Hornets che nel primo quarto erano precipitati sul -21 ma si trovavano già in rimonta sul tramontare della prima frazione grazie alla verve di Zeller.

Charlotte arrivava sino al -1 prima di chiudere sul 60-63 i primi 24 minuti.

Charlotte tuttavia non riuscirà mai a passare in vantaggio pur avendo avuto un paio di occasioni (una con Graham) ma il numero 4, on-fire nel finale riportava la squadra del North Carolina sul -1 (106-107) dopo la creazione di un cuscinetto da parte di Denver di ben 13 punti.

Purtroppo un Campazzo osceno al tiro fino al finale (tripla pesante) e un paio di rimbalzi offensivi concessi (solito problema strutturale) decidevano la partita in favore degli ospiti ma almeno Charlotte ha dato segnali di battaglia giocando a tratti duramente.

Da segnalare il 49-38 a rimbalzo ma anche il 28,2% contro il 39,4% da tre punti, segno come questo tipo di gioco sia rischioso se la squadra usa spesso questo tipo di soluzione quando la serata di alcuni giocatori è negativa da oltre l’arco.

Notevole il 60-42 nel pitturato.

Per Denver Jokic e Porter Jr. hanno finito per segnare 30 punti a testa con il serbo capace di agguantare 11 rimbalzi mentre Aaron Gordon (17 pt.) e Ja. Green (11 pt.) sono state le uniche altre due Pepite a terminare in doppia cifra.

L’amarezza per una sconfitta viene in parte mitigata da una buona notizia: la vittoria di Brooklyn sul campo dei Bulls ci da matematicamente la certezza di giocare i play-in anche se non piace ottener qualcosa dalle disgrazie altrui.

Il problema sarà capire in che posizione (dettaglio non indifferente visto il format) perché Indiana ha battuto Philadelphia (un grazie ironico ai Sixers) affondati da 24 punti di LeVert.

I Battistrada ora si trovano apri a Charlotte che però detiene la posizione di ottava grazie agli scontri diretti con la vittoria decisiva a Indy quando si infortunò Hayward.

La classifica provvisoria a Est. Non essendo ancora terminate tutte le partite, mancano gli aggiornamenti sui Bucks (probabile vittoria su Orlando), Magic e Knicks.

Charlotte deve continuare a giocare come stanotte per racimolare una o due vittorie che gli consentirebbero probabilmente di mantenere l’ottava piazza insidiata dai Pacers (anche loro ai play-in matematicamente) a partire dalla prossima sfida contro i Clippers, il team contro il quale abbiamo il record peggiore da quando Charlotte è rinata in veste Hornets con una sola vittoria ottenuta.

Ci sarà l’ex Batum, tanti motivi per tentare di rompere un trend stancante con gli Hornets sempre più sul filo.

La partita

I quintetti:

1° quarto:

La palla a due vinta dai Nuggets portava Jokic a forzare un fade-away sul quale la terna segnalava un fallo di Biyombo così dopo 13 secondi il serbo portava sullo 0-2 il match.

Gli Hornets tentavano di arrivare al ferro ma McDaniels, raddoppiato da due sotto stagnava con la palla in mano riuscendo a lanciarla fuori per Rozier che grazie al lesto catch’n shoot ai 24 realizzava il 3-2 seguito dall’entrata di McDaniels che nascondendo palla arriva all’appoggio del +3.

I Nuggets tuttavia traevano dai fast break la forza per il sorpasso e il raddoppio: Campazzo lanciava due volte Gordon e da un altra transizione Porter Jr. ricavava il 5-8 mentre da un passaggio intercettato da Biz usciva il quarto contropiede chiuso da Jokic per il 5-10.

Time-out a 8:37 ed evanescente reazione degli Hornets che realizzavano con un’alzata di McDaniels in area e un’entrata chiusa in schiacciata dello sesso numero 6 proveniente dalla linea di fondo destra per il 9-10.

Lì si esauriva la reazione di Charlotte e iniziava il diluvio.

I Nuggets indovinavano tutto: passaggi e tiri:

il roll hook di Jokic faceva ripartire i blu, l’entrata del centro non lasciava scampo al lento Biyombo, Porter Jr. da tre realizzava il 9-17…

Dopo una fortunata deviazione volante di Gordon arrivavano due FT per P.J. Washington a 6:07 (foul di Campazzo) che servivano a interrompere lo 0-9 di parziale e a portare sull-11-19 la partita.

Rivers segnava da tre punti dal corner destro con spazio, LaMelo serviva a Biz la palla per la schiacciata veleggiante (13-22) ma dopo la stoppata di Biz su Rivers, il tocco verso Jokic favoriva il centro che da sotto andava facile per il +11.

Denver accelerava: Porter Jr. con l’open 3 a 4:32 era seguito da sé stesso con una finta, ricollocamento e altra finta per altri tre punti quindi ecco Green e l’appena entrato Graham che in pull-up seguiva la tripla traccia realizzativa da oltre l’arco ma solo per il 18-36.

A 1:57 il jumper di Porter Jr. valeva “solamente” due punti ma il divario aumentava sino al -20 (da un massimo vantaggio raggiunto per Denver di 21 punti prima della bomba di Devonte’).

Sembrava che la partita fosse chiusa lì ma Graham con un floater avviava la rimonta finale di quarto approfittando della panchina dei Nuggets che cedeva anche all’up & under di Ball, al canestro di McDaniels con dime fornita da Zeller e ai due FT di Graham a un secondo dalla prima sirena (toccato sullo spin da Morris).

2/2 e 26-38 finale di quarto.

Zeller in schiacciata nel secondo tempo. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

2° quarto:

Zeller sullo screen roll con Ball riceveva e alzava contro due difensori in avvicinamento un perfetto tiro ravvicinato, Millsap rispondeva per il 28-40poi Morris passando McDaniels lo ancorava alla gamba segnando in appoggio ma la terna se ne accorgeva e annullava il canestro.

Faceva la propria comparsa sui tabellini anche Monk con una precisa tripla da fuori (31-40) mentre Millsap sostituiva Jokic come lungo segnando da sotto con un piccolo arcobaleno.

Zeller continuava a giocar bene tapinando sé stesso e da un tiro cambiato da Cody sotto che si trasformava in air-ball, McDaniels si serviva per un ottimo reverse a 9:20.

A 9:04 fallo onesto in chiusura di Rozier su Millsap che in post appoggiava due punti mancando l’addizionale.

La spinta sotto dello stesso Millsap su Monk valeva al numero uno l’and one che a differenza della controparte non falliva portando il mega-schermo sul 38-44.

Entrata di Morris con appoggio e replica di Rozier in transizione chiusa con l’ottimo euro-step in allungo.

La bomba frontale aperta di Morris sembrava poter tagliare le gambe al comeback di Charlotte (40-49) che tuttavia trovando il fade-away inusuale di Zeller e un tiro in area da marcato di Rozier si portava sul -5 (44-49).

Graham riavvicinava con tre punti gli Hornets sino al -2 ma il “maledetto” Porter Jr. segnava due punti ai quali rispondevano P.J. in dunk su lob di Monk prima che Jokic splittasse dalla lunetta per il49-52 a 4:01.

Biz faceva il Joker fornendo a Graham la spicchiata per l’appoggio sotto la tabella (51-52) ma lo scoop di Porter Jr. in entrata andava incentivando Denver a un altro mini-break che si chiudeva a 2:33 dopo due FT di Jokic (51-59).

Una big put-back dunk di Zeller su errore da fuori di Graham e un hook di P.J. su Jokic valevano il 55-61, Rozier toccava palla a Gordon in area e sulla transizione la thunder dunk di P.J. valeva il -4.

Buon close-out di Rozier sulla tripla di Porter Jr. e close-out sull’altro fronte di Rivers sullo stesso Rozier che non segava da tre punti ma la terna vedeva un probabilmente generoso fallo dell’ex Hornets.

3/3 di Terry e -1 fino al tiro di Gordon che in mismatch chiudeva il primo tempo sul 60-63 con gli Hornets comunque tornati clamorosamente in partita.

3° quarto:

Nonostante l’apertura consegnasse due FT a P.J. (½), la partenza era pro Nuggets che passavano dal +3 al +6 in poco dopo una runner dunk di Gordon (61-67).

Charlotte rubava una palla su una deviazione di Rozier ma l’alzata di Ball per Biz era rovinata con la mancata presa da mani di burro Bismack, per fortuna McDaniels a rimorchio non faceva perdere l’occasione agli imenotteri.

Gordon tuttavia segnava da tre punti mentre su una palla data dentro e contesa da McDaniels e Porter Jr. la terna vedeva la rimessa certa per gli ospiti.

Si scatenava l’inusuale furia di Borrego che per proteste accumulava due tecnici venendo espulso.

Il suo posto era preso da Triano mentre a 9:07 i tecnici allontanavano Charlotte sul 63-72.

Un altro tecnico a Ball che avendo chiuso una penetrazione stropicciava un pantalone a un arbitro appendendosi (reazione o per arrestarsi?) sapeva un po’ di persecuzione ma gli Hornets si ricompattavano anche grazie alla tripla dall’angolo di Rozier (66-73) anche se Jokic in turnaround sembrava giocar facile.

Due liberi a segno per Ball, schiacciata solitaria di Biyombo offerta dal gioco di squadra con assist di PJ. A7:10 (70-75) prima che una azione confusa portasse Gordona segnare facile da sotto in transizione dopo aver sbagliato sull’azione precedente una dunk.

Due liberi di Jokic e due punti di Scary in fuga (74-77), errore in jumper del Joker e due punti di Monk dalla FT line con Charlotte tornata al -1 (76-77).

Porter Jr. segnava il +3, P.J. rispondeva in corsa.

Gli Hornets potrebbero passare in vantaggio con una tripla di Graham aperta dopo una finta ma l’errore costava caro poiché sull’altro fronte Rivers segnava 5 punti consecutivi prima che Rozier segnasse l’80-84.

Nel finale si susseguivano: due liberi di Jokic, la dunk di Rozier, il canestro di Zeller in pick and roll, quello di Jokic da fermo (mid range destro), ancora Rozier ma in entrata rompendo il raddoppio e Green frontalmente su McDaniels per l’86-91.

Graham esulta dopo una tripla. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

4° quarto:

Palla in mano agli ospiti ma la stoppata di P.J. su Millsap conservava il risultato.

Il problema di Charlotte però assomigliava a quello avuto con i Pelicans la precedente partita: la mancanza di affidabilità ne realizzativa nell’ultimo quarto.

Il black-out prolungato di Charlotte costava caro poiché dopo due FT a segno per le Pepite, la tripla di Porter Jr. mandava sotto di 10 punti il team affidato a Triano.

A 9:42 Ball in lunetta mancava malamente il primo FT segnando il secondo ma era solo 87-96.

A 9:06 l’ex ass. coach dei Raptors cercava di fermare il gioco vedendo una squadra scarica ma Campazzo segnava il suo primo canestro (87-100) mentre Graham e P.J. mancavano le loro occasioni.

McDaniels da tre e ancora Campazzo da fuori lasciavano inalterato il distacco a 13 punti anche se successivamente Zeller prendeva un’iniziativa diagonale in corsa per la jam del 92-103.

Porter Jr. passava Rozier segnando dalla media in jumper quindi Graham con una tripla realizzava il 95-105 prima di essere servito in angolo da Rozier (errore e rimbalzo per Terry) ed esplodere il back to back 3: 98-105.

P.J. toccava palla a Jokic consegnando l’appoggio in transizione di Graham oltre Rivers per il 100-105.

Uno spin layup di Jokic sembrava scrivere fine alla partita anche perché Charlotte aveva una rimessa laterale con soli tre secondi rimasti ma Rozier servendo un Graham liberatosi in corsa lo vedeva avvitarsi e andare da tre oltre il close-out per un canestro spettacolare solo cotone.

A 2:30 un deep 3 di un Graham on-fire valeva il 106-107 ma dall’errore in attacco di Jokic ecco i problemi strutturali degli Hornets che non riuscendo a tagliar fuori Green concedevano due punti pesanti.

Zeller a 1:41 andava in lunetta mancando un FT mentre sull’altro fronte il serbo smistava per Campazzo la palla del 107-112 ottenuto con una tripla dalla diagonale destra con l’argentino che dopo aver sparacchiato a salve per tutta la partita trovava canestri pesanti nel finale.

A 1:10 Graham in lunetta aggiungeva due punti facendo rientrare i calabroni a un possesso (109-112) ma Charlotte faceva ancora peggio quando Gordon tapinava sé stesso…

Gli Hornets tentavano per ben tre volte sulla stessa azione di segnare da oltre l’arco ma non prendendo realmente buoni tiri con Graham, Rozier e P.J. tutti a vuoto così a :23.8 Ball doveva ricorrere al fallo su Jokic che chiudeva la partita in lunetta anche se Graham a :06.3 realizzava con la tripla il suo season high.

112-116, due FT splittati per Denver chiudevano la partita sul 112-117.

LaMelo Ball: 5

5 pt. (1/9), 12 rimbalzi, 7 assist, -1 in +/-. 5 TO. Il primo curioso caso che mi mette in difficoltà sull’assegnazione del voto riguarda LaMelo Ball. Sicuramente nervoso in serata lo si nota dalle proteste e dalla strattonata – più o meno voluta – a un pantalone di un arbitro dopo un fallo subito in entrata. 12 rimbalzi sono tanti ma anche un mancato tagliafuori pesante nel finale su Green. 7 assist ma anche troppe palle perse, ben 5, banali per lui che si fa togliere la sfera anche dal palleggio. Non è in forma completa e probabilmente sente la pressione di portare Charlotte ai PO e vincere il ROY o ROTY, infatti, il suo tiro parte spesso da una situazione di deconcentrazione (basti vedere il primo dei due FT splittati). Un solo canestro in serata con troppi errori al tiro e uno 0/3 da fuori.

Terry Rozier: 6,5

21 pt. (8/18), 3 rimbalzi, 5 assist, 2 rubate, 1 stoppata, -12 in +/-. 2 TO. Spinge per un po’ la squadra ma stasera è solo un 2/8 da oltre l’arco. Un paio di bombe mancate in momenti importanti ma si rifà ad esempio recuperando un rimbalzo e servendo al volo Graham in angolo per la tripla nell’ultimo quarto. La difesa (quando è accoppiato) s Porter Jr. non sempre è quella fatta della sua pasta. In piena media punti personale, oltre a 3 FT generosi, mi piace il suo canestro rompendo il raddoppio.

Jalen McDaniels: 6,5

15 pt. (7/9), 4 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata, -4 in +/-. 1 TO in 24.44. Parte male in difesa mentre in attacco sostiene tra un assist per Rozier e diversi canestri la squadra nel diluvio. Sostituito da Caleb martin che non pare dare esiti migliori sul piano difensivo, rientra giocando forse meno del previsto ma il contagocce gli fa sprecare poco. Buona anche una tripla da second chance dal lato nell’ultimo periodo.

P.J. Washington: 5

13 pt. (4/16), 11 rimbalzi, 4 assist, 5 rubate, 3 stoppate, -16 in +/-. 2 TO. Secondo caso curioso. Notevole la partita difensiva con 5 steal (ottima la palla deviata dalle mani di Jokic per due punti di Rozier) e tre stoppate (vedere quella su Millsap in avvio ultima frazione) più 11 rimbalzi ma lo 0/9 da tre punti e un 4/16 al tiro sbagliando da fuori e da sotto è pesante. Spreca molte energie concentrandosi in difesa ma allora meglio non esagerare in attacco. Una sua bomba mancata è quella che fa calare il sipario. Peccato perché piace per grinta ma anche lui nel finale sulle second chance da sotto lascia un po’ a desiderare.

Bismack Biyombo: 4

4 pt. (2/4), 1 rimbalzo, 1 assist, 1 stoppata, -24 in +/-. 2 TO in 16:18. Qui nessun caso se non quello nella mente di Borrego che si ostina a far giocare un player ormai ex. Battuto in velocità da Jokic, non gioca moltissimo ma abbastanza da accumulare un plus/minus non invidiabile in relazione ai minuti giocati. Schiacciata veleggiante offerta da Ball e dunk in solitaria regalata da P.J. a parte, finisce con un solo rimbalzo e per appesantire la difesa. Lui è la corazzata preda delle portaerei in volo: obsoleto.

Devonte’ Graham: 7,5

31 pt. (10/19), 4 rimbalzi, 5 assist, +17 in +/-. 1 TO. Rischia di far vincere la partita a Charlotte in un finale infuocato. Lui diventa la Torcia Umana accendendosi soprattutto con fiammate da tre punti (7/14) tra le quali una deep 3 e un tiro volante avvitato agganciando in corsa al palla oltre il difensore. Rientrato dall’infortunio pare essere in forma e se continua così potrebbe essere un aggiunta importante per il finale. Massimo stagionale di punti.

Caleb Martin: 5,5

0 pt. (0/1), -4 in +/- in 6:33. Non lascia tracce se non negative nel poco tempo nel quale viene impiegato. Un errore e close-out troppo distanti.

Cody Zeller: 7

15 pt. (7/9), 10 rimbalzi, 3 assist, 2 rubate, +23 in +/-. 1 TO in 29:24. Più che dignitoso. A confronto di Biyombo sembra Olajuwon, il che è tutto dire… comunque gioca con grinta e buon tocco prendendo anche iniziative vicino canestro come la dunk in corsa del secondo tempo. Finisce in doppia doppia. Non sarà un fenomeno ma ritrascina Charlotte in partita anche se nel finale manca un libero.

Malik Monk: 6

8 pt. (3/6), 4 rimbalzi, 3 assist, -4 in +/-. 3 TO in 17:33. Entra e segna da tre, nel secondo tempo un bel FT jumper avvicina Charlotte al -1 però sono da registrare due TO: su un hand-off e poi una palla rubata da Porter Jr.. Lui lamenta un fallo ma sono comunque due TO troppo ravvicinati. Nel primo tempo un bel lob per P.J. senza penetrare in una partita nella quale fa vedere di continuare a fare un gioco anche di drive and kick andando sul fondo se viene chiuso.

Coach James Borrego: 5,5

Parte con Biyombo ed è un danno. Si fa espellere per proteste sentendo la partita. Involontariamente da una scossa alla squadra che tuttavia non completa l’opera della rimonta.

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.