Game 70 – Charlotte Hornets Vs Los Angeles Clippers 90-113

Intro

Le fasmate si fanno oscure e imperscrutabili nella notte che anticipa la tempesta.

Gli Charlotte Hornets giocano allo Spectrum Center l’ultima partita di Regular Season sperando non sia l’ultima dell’annata cercando una W che dia speranze concrete di rimanere all’ottavo posto, ipoteticamente fondamentale per avere un vantaggio ai play-in.

Sarà l’ultima notte di R.S. nel quale il mio subconscio smetterà di parlarmi catastroficamente nel sonno poiché le prossime due sfide contro New York e Washington finalmente sono state fissate entrambe alle ore 19:00 di sabato 15 e domenica 16 maggio.

A Charlotte arrivano i Clippers e chissà che Borrego abbia fatto qualche sogno, archetipo rivelatore dello starting five da mandare sul parquet nella notte.

Chissà che riesca a fondersi con lo spirito della squadra per farla rendere al meglio perché anche per C.G. Jung il conoscere sé stessi era la base fondamentale per stare meglio e magari cercare di modificare il mondo composto da una serie di individui.

E’ a questi e alla loro voglia di vincere che si affiderà il coach in una sfida che ha tutti i crismi per essere considerata impossibile a partire dal fatto che i Velieri (salvo il lungodegente Ibaka) sono al completo, giocano ancora per una posizione, hanno una squadra più forte e dal 2014 li abbiamo battuti soltanto una volta (peggior percentuale degli Hornets contro un altro team da quando sono rinati).

Eppure le possibilità si assottigliano e non si può più sbagliare.

Sperando che sulla sponda californiana qualcuno abbia una serata storta, gli Hornets tentano il viaggio onirico da sogno cercando di non sprofondare nell’incubo ma bisognerà giocare con “la bava alla bocca” (specialmente da parte dei gregari per consentire un offensiva meno stanca e tesa degli scorer) perché non ci sono altri sistemi per vincere vista la disparità di forze.

Analisi

Gli Hornets sono fatti della sostanza degli incubi.

Charlotte non apre conoscere sé stessa fornendo due prestazioni diametralmente opposte tra primo e secondo tempo.

Sostanza troppo volatile per trovare una stabilità che gli aveva garantito Hayward fino al suo infortunio.

L’energia di Bridges aveva compensato un po’ alla perdita ma con l’ex Celtics che pare non sarà disponibile nemmeno per i play-in, gli Hornets stanno andando alla deriva in un finale nel quale la frustrazione di vedere una squadra subire sconfitta dopo sconfitta non è nemmeno mitigata dalle difficoltà altrui.

Dopo la W di Atlanta su Washington, ecco quella in nottata dei Bucks sul parquet dei Pacers.

Una vittoria avrebbe garantito agli Hornets la qualificazione ma un altro avvio pessimo di ultimo quarto con i primi tre punti dal campo (dopo due liberi a segno) trovati a 5:24 da Graham valevano un finale tranquillo per i Clippers che dopo l’1/11 da tre nel secondo quarto si erano trovati all’halftime sotto di tre sul 47-44.

La dispersione termica degli Hornets su ambo i lati del parquet ha fatto sì che si trovassero protagonisti complementari nelle fila avversarie: oltre a un George da 20 punti e 10 rimbalzi, spuntava un Jackson da 19 punti seguito dall’atteso Leonard fermo a 16.

15 i punti per Marcus Morris Sr. Mentre l’ex Batum, stipendiato ancora da Charlotte, ha trovato alcuni canestri pesanti nel secondo tempo finendo a 11 punti (peccato che l’uomo Batum sia miserevole rispetto al giocatore visto stanotte) con un Rondo a 9 pt. (3/3 da fuori) e 5 assist smistati.

Gli Hornets hanno finito meglio nel pitturato, nelle second chance e nei fast break ma a far crollare il castello delle buone statistiche è stato semplicemente il tiro, specialmente quello da fuori.

La tanto decantata costruzione di gioco di Borrego si è vista poco e nel primo tempo Charlotte ha tenuto per propri meriti in difesa e scarsi meriti avversari in attacco ma quando i Clippers anno ritrovato la via dei tre punti gli Hornets non sono stati in grado di rispondere finendo con un 27,3% da tre punti contro il 46,7% avversario che aiuta i losangelini a insidiare la miglior squadra per percentuale da tre punti, gli Hornets di Dell Curry anni ’90…

La partita

I quintetti:

1° quarto:

Partenza con primo tentativo per i Clippers che accontentandosi di un jumper dalla media estratto da Leonard (vs McDaniels) sbagliavano il tiro mentre da un passaggio del nostro numero 6, Biyombo riusciva a schiacciare così come depositava poco più tardi su assist di Rozier per il 4-0.

Clippers fuori ritmo, spin di Ball in area e fallo che lo portava a 9:49 a realizzare il 6-0 in lunetta prima che Zubac apportasse in schiacciata contrastata anche i primi due punti ospiti.

George a mezzo tripla portava sul -1 i californiani ma Ball in entrata con un jump stop e appoggio al vetro realizzava l’8-5.

Morris, P.J., ancora Morris (oltre a un Rozier in difficoltà in chiusura) e Caleb Martin ai 24 mandavano la partita con quattro bombe sul14-11 prima che Morris segnasse su Zeller dal pitturato il 14-13.

A 5:38 entrava un fischiatissimo Batum ma George a mezzo tripla realizzava il sorpasso (14-16) prima che la soluzione offensiva venisse trovata da Zeller con un mid-range per il pari.

A 4:02 Zubac dalla lunetta faceva riscattare i Clippers ma da un suo attardarsi, Zeller ne approfittava per rilasciare il nuovo pareggio a quota 18 sopra Batum.

Un’imbucata per il centro dei Clippers era chiusa dallo stesso con una dunk aggressiva ma ancora una volta Charlotte reggeva il passo con il floater di Rozier a 2:04 ancora sopra l’ex.

La differenza cominciava a scavarla la panca dei “Clip’s” che segnava da tre con R. Jackson, Rondo, Leonard e ancora R. Jackson mentre Charlotte trovava solo nel mezzo un arcobaleno di Zeller e contemporaneo FT per fallo di Cousins su McDaniels a rimbalzo così, per effetto di questi, il primo quarto si chiudeva immeritatamente sul 23-31 ma non segnando quasi mai da fuori…

McDaniels in schiacciata. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

2° quarto:

Si apriva male per Caleb Martin la seconda frazione, stoppato da R. Jackson su un tentativo di mazzata delle sue a una mano ma anche George mancava un FT per tre secondi difensivi di Zeller a 10:46.

A 10:20 Batum andava in lunetta dopo essere stato oggetto della seduta volante di Caleb martin.

½ e ovazione sul primo errore dell’ex.

Ball segnava da tre dalla diagonale sinistra, Jackson rispondeva con il taglio sul fondo in back-door ma dall’altra diagonale era sempre LaMelo a inventare un altro tiro da fuori prendendosi spazio dal palleggio (29-34).

Ball alzava in entrata morbidamente per Biyombo che accompagnava con una carezza la palla sino alla retina ma sull’altro fronte Cousins con una finta e hook andava a segno oltre il congolese.

Gli Hornets pervenivano al pari dopo la schiacciata di Biz e il canestro di Monk in appoggio al vetro a 7:10 oltre Zubac (36-36).

I Clippers ripartivano con l’unica tripla realizzata nel quarto, quella di Leonard che ne sbaglierà due velocemente appena più tardi mentre i floater di Rozier e l’alzata alta di Jackson in entrata aggressiva faceva tornare al +3 gli avversari.

A 5:32 Charlotte entrava in time-out ma aveva ancora difficoltà realizzative: un hook di P.J. sterile era corretto di sinistra da Biyombo e l’entrata di Rozier a 3:41 era interrotta con il fallo così Scary faceva piovere in lunetta il nuovo vantaggio: 42-41.

A 1:36 Graham beneficiava di due liberi che andando a segno trovavano il parie nel finale l’unico canestro buono era quello dal corner sinistro di Rozier da second chance dopo l’errore di P.J. da fuori e la riapertura immediata di Graham in angolo.

I Clippers finivano con un 1/11 da tre nel quarto così gli Hornets resistevano tenendo un punteggio basso e rimettendo il capo avanti su un fragile vantaggio mentre a Indianapolis anche i Bucks erano avanti di tre sui locali (69-66).

3° quarto:

Iniziava male il quarto per Charlotte alla quale non venivano assegnati due FT a P.J. (trattenuta di Beverley) con lamentele di disparità di trattamento visto il fallo concesso a Batum nel primo tempo e poi veniva fischiato un fallo offensivo a Biz così Leonard segnando da tre faceva ripartire l’attacco californiano con il colpo del pari.

McDaniels, in avvicinamento sulla baseline destra estraeva un buon jumper oltre Zubac ma Leonard pareggiava.

Uno zip pass di Ball valeva il facile due punti di Washington quindi arrivava un’altra scarica di triple a consegnare il vantaggio agli ospiti (George, McDaniels e George) ma Rozier in entrata attraeva il raddoppio e alzando per il convergente McDaniels pescava la connessione in alley-oop per il 60-59 con relativo time-out a 7:05.

George scavalcava gli Hornets (60-61) e Zubac metteva dentro il più tre in gancio su P.J. Washington.

Un fade-away di ball che faceva tutto da solo riavvicinava Charlotte respinta da Morris con cannonata da tre oltre il close-out di ball.

Lo stesso Ball era servito da Biyombo (rimbalzo offensivo) trovando spazio per il dardo del riavvicinamento (65-66).Un fallo subito da George portava un altro punto ai Clippers in lunetta ma un floater di Zeller mostrava come gli Hornets provassero a rimanere in partita.

67-67 ma troppo facile per Jackson, pescato nell’angolo sinistro tutto solo, riportare avanti i suoi e poi trafiggere ancora gli imenotteri dietro quegli occhialini per il 67-73.

Zeller e Caleb martin segnavano 4 punti di fila per Charlotte tornata sul 71-73 mentre i cervi prendevano il largo a Indianapolis.

Rondo con un bound back pass dietro la schiena innescava l’entrata di Leonard che trovava anche l’and one.

Caleb però segnava un lunghissimo due punti(peccato per veramente un millimetro il piede sulla linea) mentre a 1.43 Morris in bonus segnava a gioco fermo il 73-78.

P.J. da sotto riportava a distanza di un solo possesso il team della North Carolina(75-78) ma la partita cominciava a volgere beffardamente al peggio quando l’ex debosciato Batum trovava motivazioni per segnare due triple consecutive che portavano a un finale di quarto sul 77-84.

4° quarto:

La partita degli Hornets terminava subito a inizio quarto perché semplicemente tra il proprio sterile attacco e la difesa dei Clippers si instaurava un rapporto di forze soverchiante, se poi a Rondo era concesso troppo spazio per calare la tripla del 77-87, si poteva già anticipatamente buttare la pasta.

La seconda tripla di quarto dell’ex Celtics dava il +13 agli ospiti mentre Charlotte recuperando soltanto un 2/4 dalla lunetta finiva sotto di 19 sulla bomba di Jackson.

I primi tre punti dal campo li realizzava Graham a 5:24 e poi c’era spazio per poco: un euro-step di Caleb e l’ingresso di Carey Jr. e Riller per il contentino in un finale che almeno scorreva velocemente.

90-113, due partite alla fine sempre più sul filo, un destino nelle proprie mani e nella propria mente poiché se Denver e i Clippers erano fuori portata, New York e Washington rimangono due avversarie difficili ma contro le quali si può giocare, a patto di ottimizzare le soluzioni.

A 5:32 Charlotte entrava in time-out ma aveva ancora difficoltà realizzative: un hook di P.J. sterile era corretto di sinistra da Biyombo e l’entrata di Rozier a 3:41 era interrotta con il fallo così Scary faceva piovere in lunetta il nuovo vantaggio: 42-41.

LaMelo Ball: 6,5

18 pt. (5/10), 6 rimbalzi, 7 assist, 2 rubate, -15 in +/-. Lampi di LaMelo. Si rivede a tratti: accende la fantasia del recupero nel primo tempo con due triple dalle diagonali opposte sparate consecutivamente e poi lancia morbidamente Biyombo alla schiacciata volante. Un tagliante alla velocità della luce per P.J. fa vedere come solo il polso lo stia limitando. In progresso rispetto alla volta precedente anche se nemmeno lui quando conta riesce a tenere in partita Charlotte.

Terry Rozier: 4,5

10 pt. (3/13), 4 rimbalzi, 5 assist, 2 rubate, -14 in +/-. 3 TO. Parte in netta difficoltà nei close-out, sia per mancanza di cm ma peggio per posizioni flottate che non garantiscono un rientro adeguato sul possibile tiratore. Segna in entrata attaccando con floater e così ottiene anche due FT nel secondo tempo ma l’1/7 da fuori dice che sta tirando con meno fiducia. Mezzo punto in più per gli assist, comincia con Biyombo ma vede anche da raddoppiato in entrata McDaniels e lo serve per un alley-oop. Cancellare la serata, cancellare gli ultimi tempi, tornare a giocare con fiducia perché a New York servirà il miglior Rozier per tentare di vincere una partita molto importante.

Jalen McDaniels: 5,5

10 pt. (4/10), 4 rimbalzi, 2 assist, -23 in +/-. Buona partenza contrastando un tiro di Leonard e offrendo un assist per Biyombo ma alla lunga emergono i suoi problemi in difesa a causa del fisico e anche in attacco dove l’1/4 da fuori non aiuta così come un finale con un paio di errori al tiro benché il 3/6 da due punti sia decisamente migliore (un paio di buoni tagli con alley-oop su assist di Rozier su un’azione molto bella). Aggiunge un libero conquistato andando a rimbalzo contro Cousins..

P.J. Washington: 5

7 pt. (3/13), 5 rimbalzi, 1 assist, 4 rubate, -10 in +/-. 1 TO. Se Rozier è stato l’uomo in più del backcourt in stagione, P.J. dovrebbe essere quello del frontcourt e a giudicare dal numero di rubate potrebbe starci ma già caliamo molto a rimbalzo per poi quasi scomparire al tiro. 3/13 con errori in gancio e semigancio sembrato a volte velleitario, oltre all’1/5 da oltre l’arco.

Bismack Biyombo: 7

13 pt. (6/9), 7 rimbalzi, 1 assist, -5 in +/-. 3 TO. 4 punti immediati su due assist e poi qualche altro punto sino ad arrivare a 13. Discreto nelle due fasi. Per una volta, specialmente nel primo tempo, è una figura positiva per Charlotte anche perché i Clippers giocano molto sul perimetro e raramente soffre pesantemente Zubac.

Vernon Carey Jr.: 6

1 pt. (0/1), 1 rimbalzo, 1 stoppata, -1 in +/- in 3:53. Minuti di garbage con una stoppata, un tiro mancato e due liberi presi per una spinta mentre provava a passare sulla linea di fondo. Bella anche l chiusura per il TO con il quale costringe l’avversario a uscire dal campo.

Devonte’ Graham: 5

5 pt. (1/7), 2 rimbalzi, 5 assist, -16 in +/- in 22:42. Dopo il massimo stagionale se non è il minimo poco ci manca. Sballato al tiro segna due liberi e una tripla a partita finita. Compensa con gli assist un game nel quale non gioca che poco più di 22 minuti. La difesa dei Clippers lo indirizza anche al centro una volta mettendogli pressione, lui tenta un floater ma non è in ritmo e la palla rimbalza sul ferro e va fuori.

Caleb Martin: 6

9 pt. (4/7), 1 assist, -8 in +/-. 1 TO in 17:10. Prende una stoppata da Jackson e il dolore al pollice sinistro si riacutizza, un paio di belle conclusioni da lontano, una con un piede per pochissimo sulla linea dei tre punti.

Cody Zeller: 6

10 pt. (5/7), 6 rimbalzi, 1 assist, -17 in +/-. 2 TO. Prova a metterci del suo lottando. Commette un fallo offensivo spingendo Zubac, si vede annullare un canestro poiché Batum in stoppata l’aveva costretto a scendere con la palla in mano. Vince la contesa così come vince nel primo tempo la diffidenza sul suo tiro segnando un lungo due punti.

Malik Monk: 5,5

7 pt. (2/6), 1 assist, 1 rubata, -5 in +/- in 14:11. Pochissimo in campo, prende i suoi tiri, ci porta al pari con una bella esitazione in area per l’appoggio al plexiglass oltre Zubac ma per il resto ci si aspettava di più da lui quando la partita stava degenerando. Una tripla che arriva troppo tardi.

Coach James Borrego: 4

Parte con lo stesso squinternato quintetto ma alla fine tra rotazioni e zona nel primo tempo funziona. Quando la squadra di Lue batte la zona con le triple gli Hornets che si staccano dagli avversari ritrovano una non più casuale incapacità di segnare. E’ ancora l’ultimo quarto a determinare un pesante distacco tra i due team. E’ vero che i Clippers sono una squadra esperta, ricca di veterani e con una panchina lunga ma la squadra cede di schianto per la terza volta consecutiva contro avversarie differenti e qualcosa non va. Se Charlotte attacca di più nel pitturato, è altresì vero che un gioco basato troppo sul tiro da oltre l’arco deve essere finalizzato. Il 9/33 vale il 27,3% e sarà difficile vincere con queste percentuali…

https://www.youtube.com/watch?v=61gGrOpbZR4
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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.