Game 71 – Charlotte Hornets @ New York Knicks 109-118 OT

Intro

Anche se forse sarà annunciato senza enfasi e da avversario, Miles Bridges tornerà nella note in scena su uno dei palcoscenici più importanti in America.

Al Madison Square Garden gli Hornets sperano di cambiare musica dopo tre sconfitte consecutive maturate velocemente nell’ultima frazione.

E, a proposito di musica, da una canzone più recente di un gruppo chiamato Johnny Hates Jazz (famoso negli anni ’80) posso fare un lavoro simile a quello della semiotica (l’interpretazione dei segni) mostrando come le parole a volte possono essere interpretate diversamente da ognuno e si possano adattare a seconda del contesto senza troppa fatica.

In alcuni contesti c’è chi per propri interessi le decontestualizza, estrapola, omette e ne fa risultare uno stravolgimento se non un capovolgimento sofistico ma in questa canzone che pare parli chiaramente d’amore possiamo ricavare un significato epico che parli di amore e tragedia sportiva.

Nelle analisi dei testi di scrittori antichi, prima dell’invenzione della stampa, essendo trascritte a mano da amanuensi che interpretavano e arricchivano, modificavano con loro particolari, dando vita a versioni leggermente differenti dall’originale, possiamo dire che oggi chi cerca di interpretare quei testi non sempre ha vita facile in ricostruzioni che talvolta possono differire dal senso che avrebbe voluto far intendere l’autore.

Have I come to make amends

Are old enemies now’re my friends

And are you here to be my guide

To heal the wounds that I bear inside

In questa strofa possiamo interpretare il fatto di essere venuti a fare ammenda per gli errori commessi nel passato, quelle occasioni non sfruttate da Charlotte oggi costi caro.

I vecchi nemici (penso ai Lakers incontrati ai PO quando gli Hornets erano a New Orleans) sono diventati amici (devono darci una mano battendo i Pacers oggi) mentre il soggetto sotteso potrebbe essere Bridges tornato nella funzione di leader.

Do we only live to die

Or is it that our hearts are magnetized

And our worlds collide for a reason

In questa strofa possiamo notare come tutto possa perdere di senso, anche una stagione che sembrava vincente è andata a terminare su un binario morto e rischia di suicidarsi prima dei PO oppure c’è una ragione perché le due sorprese si scontrino nella notte.

Do we only live to die

Or is it that our hearts are magnetized

Going round and round like the seasons

Questi incroci non casuali magnetizzano, polarizzano i sentimenti dei fan che sperano di far emergere qualcosa di importante da questo scontro e mentre New York è qualificata, Charlotte spera di trovare l’ottava piazza per dare sostanza al sogno.

Been here many times before

With a different face from a different shore

Both here to discover the other again

Sicuramente gli Hornets al MSG sono stati tante volte con facce e città diverse.

Da Charlotte passando per New Orleans e Oklahoma City per tornare come Charlotte Hornets, senza scordare l’arancio dei Bobcats per chi ha seguito le vicissitudini delle Linci.

“Entrambi qui” per riscoprire l’altro” è uno dei messaggi di fondo dello sport: misurare le proprie capacità e vedere se la bellezza di sovvertire un pronostico può essere ancora una volta (per noi) il bello del basket. Il messaggio più profondo celato potrebbe essere quello di battere sé stessi superandosi ancor prima dell’avversario di fronte.

Charlotte ha bisogno di trovare una serata eccezionale per uscire dalle secche recenti.

Ce la farà la squadra di MJ e Borrego a conquistare una W che unita a un’eventuale L dei Pacers ci darebbe matematicamente l’ottava piazza o dovremo giocarci al cardiopalma nell’ultima gara a Washington una posizione tra l’ottava e la decima?

Mancano un giorno e qualche ora per saperlo, poi il destino dei teal & purple sarà compiuto in parte.

Analisi

Gli Hornets acquisiscono un Miles Bridges nuovo di zecca e attingendo da un Devonte’ Graham in serata riescono a portare la partita al supplementare rimontando da un -18 arrivato nel secondo quarto.

Il problema è che Charlotte non sa chiudere il match e i tentativi da oltre l’arco di Rozier e Graham non vanno a buon fine così Charlotte si disperde nell’OT lasciando a New York una vittoria che potrebbe anche non servire davvero agli arancio-blu.

Il problema è che Rozier e P.J. Washington hanno steccato un’altra volta la partita con il primo bravo a trovare il pari nel finale ma poi deleterio per quasi tutta la partita.

La selezione del tiro degli Hornets con elementi che paiono, non si sa per quale motivo, aver perso feeling con la retina, è uno dei problemi principali del momento.

SE considerassimo solo: Ball, Monk, Rozier e P.J. Washington il loro apporto di serata al tiro da oltre l’arco sarebbe un terrificante 1/20 (unico canestro un catch’n shoot da 4 punti di Rozier nel primo tempo)…

62-53 per gli Hornets a rimbalzo, 48-36 i punti nel pitturato, 59-49 dalla panchina, ottima idea quella di Charlotte di attaccare la difesa dei Knicks senza rimanere passiva ma a decidere la partita sono state la cosa più semplice: le percentuali al tiro.

Basta dare un’occhiata a questa tabella per capire come sia stato possibile perdere una partita che nel finale era sembrata davvero alla portata.

Altra sconfitta al crunch time e Hornets che domani si giocheranno il tutto per tutto in uno scontro finale thriller a Washington in una partita che, speriamo di no, potrebbe anche anticipare un eventuale scontro tra i due team nei play-in.

Hornets all’ultima chiamata, avvantaggiati ancora una volta dai risultati delle avversarie con Indiana sconfitta dai Lakers in casa.

Per stasera rimane la delusione per aver racimolato la quarta sconfitta di fila, sul filo…

Randle ha chiuso con 13 assist, 10 rimbalzi e 33 punti (nettamente un problema per Charlotte che ha stentato a contenerlo se non nel finale dei regolamentari quando stringendo le maglie l’ha costretto a diversi errori compreso un TO), Bullock con 17 pt. , 15 per Rose, 14 per Burks, 13 per Quickley, Barrett a 9 e Noel a 8 pt. con 11 rimbalzi e 5 stoppate.

La partita

I quintetti:

1° quarto:

Partenza slow per gli Hornets che nonostante il salto della palla a due vinto da Zeller sbagliavano una tripla con McDaniels incassando quella di Randle.

Ball forniva la palla per due punti da sotto a Zeller ma Bullock dal corner sinistro realizzava ancora da tre.

Charlotte si avvicinava con l’avvolgente lavoro di Zeller su Noel per un alzata da pochi cm (4-6).

Una drive di Randle forniva materiale ai Knicks per il raddoppio che andava anche oltre dopo la tripla di P.J. errata e quella di Bullock a segno.

Il fade-away di McDaniels in uno contro uno dal pitturato era provvidenziale perché arrivava dopo aver chiuso il palleggio e non aver trovato nessuno per il passaggio ma Bullock, schermato per un 3 frontale segnava il 6-14 che costringeva Borrego al time-out a 7:42.

Passavano 16 secondi e da un assist orizzontale di ball arrivava la tripla di Rozier che toccato da Payton portava a casa anche l’and one fissando momentaneamente il punteggio sul 10-14.

Bridges, appena entrato, realizzava da tre dalla diagonale destra il -1 a 7:01 ma Barrett batteva in crossover Ball e segnava il +3 N.Y., così da un altro errore di P.J. da fuori e da una bomba di Randle nasceva un nuovo divario che si fissava sul -6 (13-19).

Da un mid screen roll il passaggio schiacciato per Miles che non voleva quella palla, andava a buon fine con il recupero in corsa di Miles sul passaggio avanzato e l’appoggio oltre Payton per un two and one.

Charlotte arrivava al -1 nuovamente con un coast to coast di LaMelo che correggeva sé stesso in tap-in ma ancora una volta i newyorchesi mantenevano il comando con i canestri di Randle da due e di Bullock da tre punti.

Dopo la stoppata di McDaniels a Barrett e la rimessa dal fondo affidata (sul proseguo) a New York, un linguaggio poco signorile di RJ nei confronti dell’arbitro mandava in lunetta Rozier che accorciava di un punto grazie al tecnico ma il jumper di Rose valeva il 19-26.

Charlotte nel finale impegnava con penetrazioni la difesa locale ricavando due FT con McDaniels a 1:52, altri due con Zeller a :47.1 e poi arrivavano altri due punti grazie a un’imbucata di Miles per Cody che con finta e dunk portava il game sul 27-34 poiché gli avversari non stavano a guardare e beneficiavano anch’essi di 5 FT (due per contatto Bridge/Randle lontano dalla palla generosi).

Chiudeva Randle con un ottimo tiro dalla baseline destra che scavalcava Miles insaccando il 27-36.

Graham, protagonista di serata dalla bench di Charlotte. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

2° quarto:

Charlotte subiva altri 4 punti da Gibson in avvio e a 11:02 il time-out di Borrego sul 27-40 era necessario.

Un runner lungo di Ball rimetteva in moto Charlotte che tuttavia accusava due liberi di Rose a 9:33, una tripla di Quickley (30-45) e un’altra di Toppin dall’angolo sinistro che facevano precipitare gli Hornets sino al -18.

Charlotte sembrava senza gioco e idee ma per fortuna una fiammata di Graham ci riportava più vicini: la sua tripla a 8:05 apriva la striscia di triple con la seconda arrivata a 7:32, un incredibile deep 3 valeva il 41-53 ma non era finita perché da una second chance il numero 4 ricavava ulteriori tre punti trascinando Charlotte sul 44-53 con uno svantaggio dimezzato rispetto al massimo vantaggio Knicks.

Gli Hornets arrivavano sul -8 con un deep 3 dal centro-sinistra di Miles a 3:24 (47-55) ma la tripla dall’angolo destro di Barrett tagliava un po’ le gambe a Charlotte.

A 2:31 era ancora Graham in angolo destro a trovare il fallo e tre punti dalla lunetta, benzina per Charlotte che usciva vincitrice anche da azioni convulse: una stoppata di Noel portava alla transizione New York ma sulla linea di passaggio finale, nel pitturato, emergeva il riflesso di Rozier che in salto bloccava la sfera facendo partire la contro-transizione risolta da Zeller per il 52-58.

L’appoggio di Ball in diagonale in corsa valeva il -6 (54-60) , ma una tripla di Randle a :01.9 (step-back laterale in allontanamento su Zeller già visto) chiudeva il quarto sul 54-63, allontanando gli Hornets dalla rimonta.

3° quarto:

Non partiva bene il quarto per Charlotte dopo la miss 3 di Randle, i tentativi di Rozier e Ball a vuoto sulla medesima azione davano zero mentre un’altra palla nelle mani di Julius era trasformata dalla baseline sinistra con sapiente e impressionante azione in fade-away oltre Zeller.

McDaniels da tre non aiutava mentre il floater di Payton nel pitturato inabissava ancor di più Charlotte (54-67).

Noel in recupero stoppava Ball che sulla successiva azione segnerà in floater dalla FT line.

Anche una penetrazione wild di McDaniels finiva nella tela di Noel che più tardi cancellava ancora ball.

Un turnaround di Barrett completava il disastro di inizio quarto quando a 7:44 Charlotte si trovava sotto 56-73.

Bridges era stoppato da Noel al vetro, Thibodeau chiamava il challenge dopo aver giudicato la stoppata prima del tocco al plexiglass ma pur essendo tutto dubbio la terna smentiva la tesi dell’allenatore newyorchese.

Bridges con tre punti frontali e altri 3 dalla diagonale destra provvedeva a un proprio parziale da 8-0 che riportava charlotte al singolo svantaggio (64-73).

Randle a 6:05 splittava dalla lunetta ma poco dopo realizzava da sotto il +10 New York in un elastico che sembrava durare in eterno.

Graham al 2/2 ai liberi (fallo di Randle), jumper della star di New York dal mid range, Bridges in corsa al vetro anche da raddoppiato e un FT di McDaniels a 4:11 portavano il risultato sul 71-78.

Rose mortificava la buona difesa di Miles con un jumper oltre il numero 0 ma uno swooping in entrata di sinistra di Rozier per battere il lungo e una finta di Graham dalla destra, travolto sul close-out da Burks valevano due e tre punti dalla lunetta con Charlotte brava a riavvicinarsi sul 76-82.

Rose realizzava da due ma McDaniels finalmente a 1:41 trovava un catch n’shoot da tre punti ma Graham in difesa finiva giù marcando Randle che sbracciando dal cilindro preferiva far girar palla così alla fine il vantaggio lo prendeva Rose che da tre punti infilava.

L’ottimo taglio sulla linea di fondo destra portava Bridges a schiacciare ma ancora Rose nel pitturato stavolta, di sinistra segnava l’81-89.

McDaniels cambiava angolo ma non risultato ripetendo la tripla e da un intercetto con largo anticipo di Miles arrivava la windmill in transizione dello stesso per l’86-89.

4° quarto:

Da un passaggio di uno Zeller alto ecco un’altra scorribanda lungo la linea di fondo, questa volta targata McDaniels chiusa sempre in jam e mentre Quickley falliva la tripla Monk in transizione segnava sbattendo su Rose a 11:02.

Two and one con l’and one mancato ma vantaggio Hornets 90-89, primo della partita per Charlotte.

Graham a 10:31 segnava da tre dalla sinistra portando sul +4 Charlotte prima che Burks trovasse il pari con 4 pt. consecutivi (nel mezzo due FT di P.J. falliti).

La partita diventava punto a punto e P.J. con un poster su Noel si vendicava delle difficoltà offensive riscontrate mentre Graham con una magia nel traffico, svitava il braccio estendendolo oltre Noel e il ferro per un circus shot dolce che valeva il 97-93.

Quickley e P.J. alzavano il punteggio, Burks e Rozier anche (101-97) ma l’alley-oop di Noel e la tripla di Randle portavano al cambio di squadra leader: 101-102.

A 4:33 ancora Randle dal palleggio realizzava mentre nel finale si avvicendavano tanti errori con le difese protagoniste, tuttavia Rozier che già aveva segnato un libero per il -2, attaccava Randle battendolo in penetrazione per poi alzare la sfera oltre Noel a :37.8 pareggiando a quota 104.

Nessuno riusciva più a segnare con gli Hornets a fallire da fuori con Rozier e Graham allo scadere anziché provare a costruire da due punti.

Miles Bridges in schiacciata in serata. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

OT

Borrego anziché schierare Zeller per la palla a due mandava Miles così Noel la portava a casa e New York passava per prima in vantaggio quando P.J. volava in close-out sfiorando Randle a 4:41.

Due liberi a segno che anticipavano la tripla di Burks dalla sinistra.

Appoggio di sinistra di Miles in corsa ma gli Hornets frastornati difensivamente dal lato destro incassavano il colpo pesante di Bullock per il 106-112.

Miles mancava una tripla e Noel da sotto praticamente chiudeva il match (106-114) a 2:15.

Il -8 diventava -10 e Charlotte finiva lasciando scorrere la partita senza più impegnarsi davvero troppo con un finale da 109-118.

LaMelo Ball: 5

8 pt. (4/15), 3 rimbalzi, 4 assist, 1 rubata, 1 stoppata, -21 in +/-, 2 TO in 20:47. 0/4 da tre punti. Non è in forma e lo si vede sia nel tiro da fuori che in banali errori il layup che di solito non mancherebbe. Lascia spazio a Graham nel secondo tempo inabissandosi in panca. Durante la partita piace il suo coast to coast con autocorrezione e un’entrata (sfruttando il blocco nel pitturato) finita con un appoggio veloce. Due le stoppate prese da Noel che fanno rumore ma l’importante è continuare a giocare.

Terry Rozier: 5

13 pt. (4/14), 8 rimbalzi, 4 assist, 2 rubate, -17 in +/-. 2 TO. 1/7 da tre punti, che pesa come un macigno con tiro nel finale dei regolamentari e una trip all’OT che pesano. Di buono segna nel primo quarto il catch n’shoot del 10-14 con and one, recupera una palla in salto sulla transizione avversaria bloccandola a due mani e porta tre incursioni notevoli compresa quella del pareggio finale nei regolamentari ma per il reso non segna più un tiro. Un po’ bloccato dalla difesa avversaria è ancora sotto al sua media punti. Speriamo in una rinascita a Washington viste anche le caratteristiche un po’ meno difensive dei Wizards rispetto agli ultimi tam affrontati.

Jalen McDaniels: 6

15 pt. (5/10), 10 rimbalzi, 3 assist, 1 rubata, 1 stoppata, -4 in +/-. 1 TO in 39:42. Qualche buona difesa, indovina un paio di triple in serie dagli angoli nel secondo tempo che diventano importanti per il recupero. Doppia doppia tra rimbalzi e punti con un buon taglio sulla linea di fondo che servito lo porta alla schiacciata.

P.J. Washington: 5

4 pt. (2/11), 10 rimbalzi, 1 assist, -18 in +/-. Rimbalzi, sì, ma uno 0/5 da tre punti, altra prestazione gravemente insufficiente in attacco pur con Bridges accanto. Posterizza Noel dopo esser stato in difficoltà tutta la partita e segna dal pitturato poco dopo il suo secondo e ultimo canestro. Due errori di seguito pure ai liberi, alla fine fatali.

Cody Zeller: 6,5

10 pt. (4/8), 11 rimbalzi, 3 assist, +2 in +/-. 2 TO. Meglio nel primo che nel secondo tempo, spesso caratteristica dei centri Hornets, specialmente per punti. Il suo giocare alto fa sì che regali un paio di assist sulla baseline davvero pregevoli (Miles e Jalen ringraziano), 11 rimbalzi e doppia doppia sono tanta roba per un centro Hornets. A inizio sfida gli skip in step-back di Randle che colpiva anche dalla linea di fondo, o le triple egli avversari (vedi Quickley da tre in angolo) sembravano renderlo colpevole oltremisura ma poi piano piano è riuscito a dare un tono alla difesa facendo sbagliare diverse volte gli avversari compreso Randle nel finale.

Miles Bridges: 7,5

30 pt. (12/21), 5 rimbalzi, 4 assist, 1 rubata, -4 in +/- in 34:28. Rientro in grande stile. Si scrolla la polvere di dosso con il primo tiro: una tripla che entra immediatamente.5/12 da tre punti (un paio di errori nell’OT anche sfortunati), una presenza anche se non sempre i suoi close-out sono vincenti ma spesso sono utili così come i 4 assist ma è al tiro dove da il meglio, oltre ovviamente a portare energia e assist (imbucata per Zeller nel primo tempo da segnalare). 30 punti al rientro, alla faccia di chi pensava non tornasse in forma anche se arriva una sconfitta.

Devonte’ Graham: 7,5

25 pt. (6/15), 3 rimbalzi, 8 assist, +9 in +/-. 1 TO. 5/12 da tre punti, l’altro trascinatore di serata con una fiammata nel secondo quarto con triple in serie, una da casa sua. Nel secondo tempo cala un po’ ma mette la tripla del +4. Smista assist, guadagna alcuni buoni FT con le finte e chiude con 25 punti dalla bench dimostrando personalità e confidenza. Il circus shot oltre Noel è poesia.

Bismack Biyombo: s.v.

0 pt. (0/0), 0 in +/-. TO in 3.1. Tre secondi nel finale di secondo tempo per eccesso di difesa da parte di Borrego.

Malik Monk: 5

4 pt. (2/8), 1 rimbalzo, 1 assist, +8 in +/- in 15:28. 0/4 da tre punti, altro minus… gioca poco e segna meno. Il suo sorpasso in transizione con appoggio al vetro sbattendo su Rose (mancato l’and one). Veramente poco apporto da Malik che come P.J. e Rozier stenta. Speriamo in un risveglio contro Washington perché anche lui come Ball sembra sia rientrato a fatica.

Coach James Borrego: 5,5

L’idea di attaccare il pitturato è buona così come di giocare con pochi elementi ma forse qualcuno è nel momento di forma sbagliato e qualcuno in panca potrebbe essere più utile, quella di giocare troppi minuti con McDaniels – invece – non lo è. Gli schemi per vincere le partite sembrano quelli per perderle poiché tiri da tre presi in quella maniera non necessitano di time-out per costruire l’azione. Una partita ancora…

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.

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