Game 79: Charlotte Hornets @ Miami Heat 115-144

Intro

Il countdown segna ormai il -4 alla fine della stagione regolare degli Hornets.

Ormai queste sfide diventano tutte partite chiave, compresa la trasferta considerata quasi impossibile a Miami.

Il numero 4 in Giappone è considerato il numero della morte perché la radice shi (uno dei due modi di nominare il 4 in giapponese, l’altro è yon) è identica a quella del verbo morire (shinu) e a prima vista parrebbe proprio che gli Hornets siano obbligati a incunearsi nel sottosuolo nella trasferta mortifera dentro la terra di Ade.

Il 4 è anche il numero che incarna però la materia, la fisicità, opposta alla metafisica (spesso di stampo patriarcale anche quando il soggetto non è esattamente definito ma l’immagine di Dio attraverso la parola è al maschile) e all’evanescenza.

Gli Hornets dovranno riuscire a mettere in mostra le qualità del numero 4: organizzazione, fisicità, difesa, perseveranza, pazienza, manualità e praticità per sconvolgere come un tornado la Florida, il problema è che gli Hornets latinano in diverse fasi degli aggettivi elencati…

La sfida è improba per il gap tra le due squadre dovuto anche all’attitudine degli uomini di Borrego nell’essere più amorfi che “quadrati”, gestendo il flusso delle azioni offensive e difensive cavalcando alte onde o facendo sbarcare drammaticamente al ferro le flottiglie avversarie a causa di un mare calmo e piatto a difesa.

Ci vorrebbe un vento divino (kamikaze) difensivo – come quello che spazzò via la flotta nemica mongola in procinto di sbarcare sulle coste del Giappone occidentale – per cercare di ottenere una vittoria importante in chiave piazzamento play-in.

Ormai ogni passo falso può essere una trappola letale.

Andamento della partita

Charlotte cominciava con: Ball, Rozier, Bridges, P.J. Washington e Plumlee avendo in borgese Hayward non esattamente a proprio agio con la caviglia (day to day), tenuto precauzionalmente a riposo da Borrego.

Il quintetto di Miami.

Charlotte perdeva la palla a due ma si salvava dal 2 jumper di Vincent e dal 3 di PJ Tucker (rimbalzo di Adebayo nel mezzo) andando a segnare con Rozier il primo canestro in entrata.

Toccato e in caduta, Terry guadagnava anche l’and one del 3-0 a 11:12 mentre Vincent ed Adebayo in attacco replicavano senza successo nuovi due tentativi e così Ball sparava due deep 3 dalle opposte diagonali per trascinare sul 9-0 gli Hornets.

La partenza a razzo si bloccava dopo tre falli rapidi consecutivi e due FT per Adebayo a 9:57 (9-2) ma la squadra di Borrego in attacco riusciva ancora a produrre un sussulto con ottimo movimento di palla per liberare la tripla di Bridges: 12-2.

Charlotte si arenava in attacco e Miami rinveniva con un FT jumper di Adebayo, Rozier ai bordi dell’area sinistra segnava un contestato jumper su un piede ma ci si fermava lì tra la tripla di Strus (open), due FT di Butler a segno a 7:49 e un’altra tripla di Strus con ball in rotazione in chiusura scivolato davanti a lui: 14-12.

Bridges decideva di andare in autoscontro con Adebayo trovando una piccola separazione con il corpo per appoggiare di sinistra mentre Vincent inventava l’alzata in penetrazione oltre P.J. Washington: 16-14.

Charlotte rimaneva avanti dai 2 ai 4 punti con un elastico che vedeva Una drive di martin recuperata da una drive di PJ Tucker su Kelly e P.J. Washington scappare sulla baseline destra a Strus per schiacciare facilmente il 20-16 prima di vedere Adebayo in rollata aver qualche difficoltà ad addomesticare la palla prima di schiacciare.

Una deviazione di martin favoriva il fast break di Rozier ma Herro da tre punti riduceva lo scarto al minimo prima che P.J. Washington si lanciasse in un atletica schiacciata con cambio mano di sinistra ma Robinson, appena entrato sul parquet, inaugurava la sua prestazione al tiro, pareggiando da oltre l’arco: 24-24.

Mc McDaniels inaugurava la propria con un palo da tre punti e una palla tornata indietro non trattenuta, tuttavia Oubre in euro step cambiava direzione tra le divise bianche alzando nel pitturato il 26-24.

Un esaltante no look pass in diagonale di un Ball raddoppiato innescava un Martin in taglio verticale diretto a canestro per la schiacciata ma un fallo dello stesso Martin a 1:03 restituiva a Miami il -2.

McDaniels di destra trovava lo spazio tra se e il difensore, tuttavia purtroppo continuava a dar fastidio Robinson che da tre segnava l’ultimo canestro di quarto Heat prima che Ball, rompendo un raddoppio, continuasse a dare spettacolo con un altro passaggio per McDaniels in schiacciata facile per il quarto punto personale.

Cominciava bene il secondo quarto di Charlotte con Ball al soft touch prima del jumper di Butler al quale replicava un McDaniels che ringraziava la difesa degli Heat per non avergli dato credibilità sulla tripla aperta: 37-31.

Caleb Martin replicava con una baseline dunk protetto da un blocco mentre un altro illuminante passaggio di Ball mandava a canestro anche Plumlee in schiacciata prima di veder Kelly battere Herro per il 41-33.

Butler dalla diagonale destra segnava il -5, Ball trovato da Plumlee tirava subito segnando da tre ma una frazione di secondo dopo aver sentito la sirena degli scaduti 24 secondi così Robinson realizzava da tre e Butler in post basso a 8:06, nonostante il raddoppio, segnava pescando anche l’and one del sorpasso: 41-42.

Charlotte rimaneva comunque in partita con la tripla di Rozier pareggiata dalla drive reverse di Butler che passava facilmente Mason quindi Herro e Rozier si rispondevano portando i tam a quota 46.

Herro alzava un piccolo arcobaleno sulla linea di fondo contro P.J. Washington mentre Thomas dalla destra segnava con l’ausilio ed aiuto della tabella il 49-48 ma un Robinson implacabile dallo stesso corner destro scavalcava di tripla: 49-51.

Bridges ai 24 (4:21), con un leggero ricollocamento sul close-out, infilava la granata del 52-51 prima che Adebayo dal post basso trovasse con l’alzata colo il cotone.

IT con un bound pass mandava il palloncino P.J. Washington a schiacciare il 54-53 ma Robinson a 3:21 la metteva ancora da fuori per il 54-56.

Herro trovava ancora la maniera di battere il più massiccio P.J. Washington ma ball dall’angolo sinistro pescava una provvidenziale tripla uscendo dal parquet: 57-58.

Girava però tutto male a Charlotte nel finale con il close-out di Rozier su Robinson in leggero ritardo e altri tre punti per l’uomo uscito dalla panchina ai quali si univano gli stessi di Herro in transizione, un uno-due letale prodotto dalla panchina: 57-64.

Bridges su una gamba arrestava la drive per una sospensione magica ma nonostante un errore di Butler d sotto arrivava PJ Tucker per due punti facili e frustranti.

Una stoppata di Bridges era vista come interferenza a canestro mentre meritato era il canestro di Butler che quasi allo scadere dalla baseline destra diventava clutch con un fade-away su un incolpevole Bridges proteso al massimo in chiusura: 60-70, un disastro quasi conclamato negli ultimi minuti di primo tempo.

Miami, forse pensando di aver chiuso il match con largo anticipo, partiva slow nella ripresa così Plumlee appoggiava in reverse, Miles al vetro facendo batter la palla di destra per poi andare in penetrazione con cambio passo, direzione ma soprattutto con la chicca di un palleggio dietro la schiena.

Rozier in partenza dalla sinistra batteva anche l’uomo con l’appoggio di destra: 68-70.

Un two and one di Adebayo (fallo di Plumlee) restituiva margine ai locali ma a 9:58 lo stesso centro titolare degli Heat fermava un tiro di Miles fallosamente: 2/2 e 70-73.

Un paint turnaround di Adebayo lo rendeva protagonista della fase come Miles che a 9:21, toccato da P.J. Tucker, dal bordo sinistro dell’area cambiava mano segnando in appoggio per trasformare anche l’and one.

Butler batteva Miles prendendogli il tempo ma da un altro passaggio di Ball (in corsa e girata) uscito dal cilindro innescava la tripla di Rozier per il 76-77, peccato che la steal da rimessa dello Stesso LaMelo fosse vanificata da un tocco sulla linea bianca destra nel tentativo di realizzare da tre punti.

Butler da due andava sul sicuro per Miami ma Ball in corsa in uno contro uno segnava con un rapidissimo reverse prima di stendersi a terra sull’inerzia.

Butler e Tucker non funzionavano, P.J. In entrata off balance con alzata, sì: 80-79.

Strus in entrata sbatteva alto su Rozier: contatto e two and one finale prima di una tripla solo cotone di Bridges per l’83-82.

Fallo contro Mason che prendeva un tecnico per proteste: Butler andava clamorosamente a vuoto e Bam splittava: 83 pari.

Ball tagliava una tripla realizzando il +3 ma sul giro palla Miami innescava PJ Tucker libero nell’angolo destro per il pareggio a quota 86.

Il punteggio di entrambe le squadre toccava la cifra di 88 quando Miles schiacciava e PJ Tucker rimaneva giù lato panchina Heat tenendosi la caviglia destra.

Strus e Caleb Martin provavano a strappare con due triple, per Charlotte replicava il fratello Cody ma un very long 3 di Herro riportava gli Heat a +6.

Martin recuperava un pallone a Herro sul passaggio in uscita dando ad Oubre Jr. la possibilità di arrivare a due FT (Herro in chiusura foul) poi realizzati.

Ball esagerava con la tripla deep e non segnando vedeva Butler dall’altra parte allungare andando sul concreto con un jumper da due meno emozionante ma più utile.

Buon canestro di McDaniels che non serviva a frenare i bollenti spiriti di Herro che da fuori batteva Mason in close-out.

Charlotte tentava di rientrare con un floater volante di Ball quasi al contempo della finta di passaggio e con due liberi di Plumlee entrambi però sprecati: 97-102 a 12 dalla fine.

Un goaltending faceva partir male l’ultima frazione Hornets ma McDaniels in raddoppio usciva con una steal coast to coast prestigiosa.
Herro non segnava ma era chiamato un fallo contro Thomas, forse un po’ generoso.

Di fatto Tyler allontanava i suoi sino al 99-107 prima che Kelly sbagliasse una tripla e andasse in chiusura a sbattere contro Butler.

Per la terna era fallo offensivo, il sostituto di Spolestra, Chris u su suggerimento dello steso Jimmy, chiamava il challenge ottenendo due liberi per il taglio di Kelly sull’uomo lanciato: +10 Heat che allungavano vertiginosamente anche perché Robinson metteva l’ennesima tripla (99-117) e Charlotte alzava bandiera bianca nonostante un tentativo di schiacciata di Bridges con fallo di Yurtseven che faceva recuperare solamente un punticino dalla lunetta.

Ball contro l’ex Caleb Martin. Foto tratta al sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

Analisi

Charlotte perde una partita tra la fine del terzo quarto e l’avvio dell’ultimo con i migliori uomini in panchina così gli Heat spazzano la serie stagionale.

la maggior concretezza degli Heat si rivela con il 18-42 da ultimo quarto con l’allungo dovuto anche un po’ allo scoramento di Charlotte che non ha tenuto con Rozier e Plumlee sul parquet uniti alla panchina.

Nonostante agli Heat mancassero Lowry e Dedmond mentre a Charlotte toccava veder Hayward ancora in borghese per un riacutizzarsi (leggero dolore si dice) del problema alla caviglia la partita è andata come previsto.

La serie di triple sganciate dagli Heat (54,8%), in particolare Herro e Robinson, sono risultate letali per le percentuali altissime della squadra guidata provvisoriamente da Chris Quinn (57,1%).

Sconfitta prevedibile ma un peccato per la dinamica.
Le buone news arrivano solamente dagli altri campi dove Orlando batte inaspettatamente Cleveland (Charlotte avvista visto che i prossimi avversari saranno i Magic) e Atlanta cade nella terra delle giubbe rosse contro Toronto.

Gara fuori portata dove non sono bastati un Bridges da 29 punti ed un Ball da 18 con 14 assist né i 34 assist, la supremazia da transizione così come i punti nel pitturato nonostante gli Heat abbiano vinto nettamente a rimbalzo mettendo a nudo ancora una volta come manchi un uomo da rimbalzo (oltretutto senza la presenza di Trezz nella notte).

Un impietoso 35-74 è il risultato nel confronto tra le panchine dove Miami ha tratto linfa con 35 punti di Herro (finto panchinaro, gioca più minuti di chiunque altro in NBA dai tempi di JR Smith a NYK), 21 di Robinson (7/11 da 3) e l’ex Caleb Martin con 12.

Tra i titolari Butler ha chiuso con 27 pt. e 8 assist dopo un primo quarto anonimo mentre Adebayo ha concluso con 22 punti e 9 rimbalzi anticipando di 10 Strus a 12 punti.

Mancano tre partite e gli Hornets ora non possono più sbagliare, pena la decima piazza e forse le tre ipotizzabili vittorie potrebbero anche non bastare ma la squadra è in corsa, deve migliorare la difesa sperando di non trovare squadre così in serata ma non saranno tutte “Miami”…

LaMelo Ball: 7

18 pt. (7/13), 5 rimbalzi, 14 assist, 1 rubata, 5 TO. Gran partenza con due triple e poi illumina una fase di gioco con passaggi no look (la palla diagonale data dentro a Martin per la running dunk è spettacolare) e giocate fantasmagoriche come uno spin in uscita, palleggio per il pubblico e passaggi anche se alla fine Martin sprecherà da tre ma nonostante il look poco poetico, la fa per un po’ guidando sul parquet gli Hornets con 14 assist a fronte di 5 TO. Segna una tripla tagliata, esagera in un momento delicato provandone una da troppo lontano e così ci allontaniamo definitivamente ma gli Heat avevano già preso vantaggio con lui fuori dal campo. Bello il floater con finta volante quasi contemporanea.

Terry Rozier: 5

16 pt. (7/15), 2 rimbalzi, 6 assist. Non mi piace in difesa, in ritardo e poco veloce a volte sui blocchi, lì prendiamo qualche canestro di troppo. Aveva iniziato bene con un two and one per poi segnarne altri da due ma l’1/6 da oltre l’arco in serata fa sì che Charlotte non tenga il passo ed esce anche qualche errore anche nei momenti cruciali dell’allungo di Miami…

Miles Bridges: 7

29 pt. (11/16), 6 rimbalzi, 4 assist, 1 rubata. Interpreta al partita fisicamente segnando in autoscontro con Adebayo. Riesce a prendere il tempo offensivo in attacco (come Butler lo prende a lui diverse volte a campi invertiti) pescando falli e and one con una padronanza del corpo notevolmente migliorata, una coordinazione speciale inventandosi tiri o riuscendo a fluttuare in aria quel tanto in più che basta per pensar e organizzare tiri morbidi sempre originali e utili, adattabili in base alla situazione, vedere l’and one con la sinistra contro Tucker o l’entrata con passaggio per se stesso dietro la schiena. Spreca poco cercando di tener in partita Charlotte (3/5 da fuori).

P.J. Washington: 6

13 pt. (5/10), 6 rimbalzi, 4 assist, 1 stoppata. Manca le tre triple tentate ma si fa valere da due punti trovando un paio di schiacciate, una con l’ausilio di uno schiacciato di IT, l’altra battendo Strus sulla linea di fondo destra. Non riesce a bloccare le alzate di Herro, in compenso stoppa il reverse di Adebayo. Una partita sufficiente.

Mason Plumlee: 5

4 pt. (2/2), 6 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata. Parte con un paio di falli e finisce per commetterne il doppio (4) beccandosi anche un tecnico per proteste vibranti su una sua chiusura su Adebayo. Butler lo mancherà. Di certo, anche se gioca 20:10, qualcosa di meglio che un mezzo Telepass difensivo gli Hornets dovrebbero prenderlo (Butler in corsa in facile reverse lo supera agilmente) mentre i 6 rimbalzi sono decenti ma lascia sul parquet diversi rebound. Uno 0/2 dalla lunetta a fine terzo quarto ci lascia indietro.

Kelly Oubre Jr.: 5

6 pt. (2/7), 1 rimbalzo, 1 assist. L’ho difeso a lungo perché aveva avuto un buon inizio e sembrava prometter bene nonostante la discontinuità ma se sbagli le partite importanti… 0/4 da fuori, ostinazione e delusione per tiri che avrebbero potuto dare un finale differente al match se anche noi avessimo tiratori affidabili più spesso. Segna con due buone entrate poi ne manca una andando corto. La beffa arriva con il taglio su Butler lanciato, fallo pro Hornets, anzi no, challenge e 2 FT per la star avversaria. Da non rifirmare, liberare quello spazio salariale scambiandolo per un pezzo meno costoso, più affidabile ed utile.

Cody Martin: 6

7 pt. (3/5), 2 rimbalzi, 2 assist, 3 rubate, 1 stoppata. Un plus/minus (-22) un po’ bugiardo per Cody che esce più o meno apri nel duello a distanza con il fratello Caleb. Non sempre le chiusure sono perfette ma fa sbagliare alcuni tiri agli Heat e ruba tre palloni, capolavoro l’intercetto ravvicinato sul passaggio in uscita di Herro e il passaggio successivo (sul raddoppio) per Kelly. 1/3 da fuori, da lì arrivano gli errori mentre l’unica tripla è quella in risposta al fratello tirata con personalità sul close-out.

Isaiah Thomas: 5,5

8 pt. (2/7), 1 rimbalzo, 1 assist, 1 stoppata. Buona partenza con impegno difensivo e aggressività anche oltre il lecito ma utile per rallentare l’offensiva avversaria. Non gli viene rilevato un fallo su una trattenuta a Herro, ottima stoppata bassa in chiusura su un rientro lanciatissimo ma non tira bene (una tripla dall’angolo gli va dentro aiutata dal plexiglass e manca diversi tiri tra i quali un allungo) e un paio di falli in appoggio su Herro e Butler (leggeri, il primo opinabile) costano 5 punti nel secondo tempo. Bello il bound per P.J..

Jalen McDaniels: 7

11 pt. (5/7), 1 rimbalzo, 2 rubate. La miglior partita da qui a lungo tempo addietro per Jalen che si toglie la soddisfazione di rubare una palla in raddoppio a Butler per partire con un coast to coast chiuso brillantemente. La partenza con palo da tre punti e palla tornata indietro persa banalmente non era stata promettente ma poi un paio di drive e una tripla aperta hanno dato un po’ di linfa alla panchina. Peccato nel finale una sua tripla abbia sbattuto sul ferro.

J.T. Thor: s.v.

1 pt. (0/0) in 2:08. Splitta due FT dalla lunetta nel garbage time.

Nick Richards: s.v.

2 pt. (1/2), 1 rimbalzo in 3:16. Garbage time pieno, segna facilmente da sotto grazie all’assist di Ball.

James Bouknight: s.v.

0 pt. (0/1) in 2:08. 1 TO. Non la maniera migliore per rientrare sul parquet dopo lungo tempo in questa toccata e fuga ma il contentino non credo lo entusiasmi molto. “Mamma ho perso l’aereo” o più che altro Borrego gli ha dato un biglietto per un volo futuro, forse…

Coach James Borrego: 6

L’attacco c’è per tre quarti, la difesa non sempre. L’idea è sempre la medesima solo che non si riescono a frenare i tiratori di Miami mentre la zona finisce per essere pagata su ambo i lati.

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.