Game 8: Charlotte Hornets @ Chicago Bulls 88-106

James Bouknight al tiro, con un 2/7 dal campo ha chiuso a soli 7 punti la sua serata durata 20:47.

Gli Charlotte Hornets a Chicago non ritrovavano i propri illustri lungodegenti in dubbio nel pre-partita (Ball, Rozier e Martin) mentre i Bulls (out White e Drummond) recuperavano LaVine, dato a riposo precauzionale prima della partita.

Nella Wind City il vento soffiava già inizialmente a favore dei padroni di casa che volavano sul 4-10 sfruttando le difficoltà offensive dei Calabroni che tuttavia si rifacevano sotto, scavalcavano con una tripla di Hayward ed allungavano a 3:32 con una bomba di Bouknight prima di una jam di Richards per il 20-14.

L’ingresso di Green dava benefici a Chicago che lo sfruttava come rapido terminale perimetrale: sue le due bombe per il pareggio usate come trampolino per finire avanti il quarto 26-27.

Solo un anticipo di ciò che sarebbe successo nel secondo quarto quando, gli Hornets costretti a dare un occhio al trio Vuc-DeMar-LaVine (non una gran partite degli ultimi due) lasciavano spazio ai tiratori da fuori.

Williams finiva il primo tempo con 11 punti (5/5 dal campo), Green con 13 pt. (5/5 dal campo e 3/3 da fuori) ed il ¾ dal campo di Dragic che lo portava a 10 pt. e Chicago chiudeva il primo tempo avanti 52-61con il 56,3% da tre punti.

Gordon Hayward non rientrava sul parquet per il secondo tempo alle prese con un dolore alla spalla sinistra dopo un contatto nel primo tempo e si aveva la sensazione che la partita fosse già in archivio.

A prolungarla per un istante ci pensava Kelly Oubre, il quale partiva forte nel terzo quarto centrando per tre volte (su altrettanti tentativi) il cesto dalla lunga distanza riuscendo a ridurre lo scarto a sole tre unità: 61-64.

McDaniels – lanciato al posto di Hayward – era molto attivo ma ancor di più impreciso, Jones segnava da tre e i figuranti di Charlotte si disperdevano: Maledon commetteva due banali TO di seguito e i Bulls prendevano il largo garantendosi la vittoria a 12 minuti dal termine con un 70-84 molto difficile da ribaltare.

L’ultimo quarto, infatti, scorreva senza emozioni o sussulti, i rimaneggiatissimi Hornets non ci credevano più molto e la partita terminava 88-106 in favore della squadra guidata da Donovan.

Alla fine a fare la differenza, oltre al rapporto di forza riguardante la qualità di base delle forze messe in campo, la precisione al tiro su ogni fronte ha concesso ai Bulls di portare a casa abbastanza comodamente il match.

Charlotte ha avuto un buon inizio con le folate in transizione ma ha anche perso molti palloni in fase di costruzione di gioco (piacevole comunque la costruzione), TO importanti (17 in totale alla fine contro i 19 dei Bulls), evitabili.

14 pt. e 13 rimbalzi per Vucevic, 10 punti per LaVine e 9 per DeRozan tra le fila avversarie che hanno sfruttato un Green da 17 punti più la coppia Dragic/Williams che ha chiuso con 16 punti a testa.

Per gli Hornets a salvarsi dal naufragio c’è poco: Kelly Oubre Jr. ha chiuso con 24 punti, Plumlee con 11 pt. E 13 rimbalzi mentre un sufficiente D. Smith Jr. ha terminato con 10 pt. e 6 assist.

Hornets che scivolano sul 3-5 in classifica in attesa di capire se le tre assenze (portate a 4 nella notte) potranno dare una scossa a questa squadra rabberciata.

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.