Game 82: Charlotte Hornets Vs Washington Wizards 124-108

Intro

Countdown: -1.

Il numero 1 è per antonomasia il numero primo, singolo, rappresentativo dell’idea del guerriero e della creazione perché lo zero è il nulla e l’uno è la radice individuale verso l’ignoto che proietta eventualmente altri numeri.

Eppure, se pensassi a un paragone calcistico, il numero 1 tradizionale è quello del portiere, colui che guarda lo svolgersi delle azioni da una prospettiva diversa e ha quasi tutto da perdere essendosi dedicato al ruolo di ultimo baluardo nel difendere la porta come rappresentazione di un risultato che potrebbe arridere ai propri compagni.

Il possibile salvatore, in solitudine quando l’azione si svolge lontana dalle sue parti, l’uno è anche il numero più individualista che incarna una visione delle cose che può oscillare tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, ciò che è utile contro ciò che è dannoso per la comunità, una mira dettata dalla possibilità di scelta umana non rigida come negli animali.

Il numero 1 però è anche il più solitario, quello che letteratura ci ha consegnato (penso semplicemente al Piccolo Principe alla ricerca di amici sulla Terra ma anche a infinite storie di protagonisti soli circondati da così poco vero amore da sentirsi ancora più spersi) così come tante canzoni come queste due…

La scritta iniziale è eloquente.

Un tumbleweed o rotolacampo, una pianta che vaga tra deserti e praterie e può riattaccare radici precede il suono di questa famosa canzone mentre i fan di Charlotte sperano i sogni PO non si rompano…

L’uno potrebbe anche non bastare a se stesso e gli Hornets nella notte dovranno ottenere una vittoria che potrebbe non essere sufficiente per scalare posizioni se anche le altre squadre in gioco (Cleveland, Brooklyn ed Atlanta) dovessero vincere.

Gli Hornets non saranno soli nell’Alveare e si augurano di poter tornare a Charlotte per la prima dei play-in (le speranze risiedono soprattutto nei Bucks).

Andamento della partita

Partenza in sordina di Charlotte che vedeva Avdija segnare due canestri e Gafford mancar due liberi per portare i suoi sullo 0-6 mentre P.J. Washington, posterizzava ancora Gafford (ricordo una dunk contro Chicago) con una bimane lanciata ottenendo anche l’and one per il 3-4 a 10:05.

Non cambiava la solfa però perché Avdija segnava in fing and roll e anche se Mason ne metteva due da sotto, Gafford in area e Kispert dal corner sinistro costringevano Borrego al time-out a 8:33 sul 5-11.

Ball riprendeva accorciando di due ma non mollavano i capitolini portandosi sul +6 con l’ala israeliana (9-15), un divario momentaneamente ridotto dal lancio di Ball per Plumlee che schiacciava in alley-oop quindi Hachimura dalla baseline destra e un reverse layup di P.J. Washington nato da un passaggio schiacciato in back-door di Plumlee ripristinavano l’elastico.

Satoransky si infilava frontalmente in una difesa inesistente e Rozier segnava da tre ma su un lob per Gafford, il centro manteneva palla al volo, rallentato dalla stoppata a contrasto di Bridges ma sulla risalita, il lungo ospite prendeva il tempo a Miles fuori gioco ormai.

Harrell segnava contro Gafford ma Kispert da tre punti allontanava la squadra di Unseld sul 18-24, ci voleva un fallo con goaltending su Martin a 3:32 per dimezzare uno svantaggio che tornava oltre il singolo possesso dopo l’1/2 dell’ex Carey Jr. dalla lunetta.

La tripla di Oubre frontale ed il rimbalzo offensivo con appoggio di Gill sull’altro fronte ripristinavano il -3 che veniva annullato da Ball in entrata a 2:26 con un two and one per tocco di Carey Jr.: 27-27.

Era ancora Ball a risolvere al terzo tentativo Hornets sullo stesso possesso dalla grande distanza a 1:48 portando finalmente in vantaggio Charlotte.

Ball cercava e trovava Harrell per la schiacciata ma Smith segnava un pull-up e una tripla troppo buzzer unbeater perché arrivava una frazione dopo la luce rossa anche se notevole perché da metà campo…

Salvi, gli Hornets chiudevano sul 32-29 il primo quarto.

Il secondo si apriva con le triple di LaMelo e Avdija, Melo imbeccava Harrell e McDaniels a 9:59 trovava anche il 39-32 ma i risultati sugli altri parquet sembravano tutti estremamente ostili a Charlotte con larghi distacchi delle tre avversarie interessate. Charlotte conquistava il +10 con la tripla di Oubre Jr. ma tra lo sfondamento di P.J. Washington su Neto, il canestro di Hachimura e una gomitata destra e maldestra di McDaniels incrociando Neto lontano dalla palla che costava tecnico e tiro libero contro, i Maghi dimezzavano lo svantaggio (46-41) prima che Miles sparasse una fast dunk di sinistra su un Gafford inutilmente lanciato a cercar la stoppata.

Un giro con appoggio di Mason su Gafford e gomitata, era questa volta considerata movimento naturale, quindi il centro dei Wizards poco più tardi andando a commettere il suo quarto fallo (sacrosanta chiamata questa volta) lasciava il campo e due tiri (falliti) a 4:04 da Mason.

Troppe palle perse per gli Hornets che vedevano splittare ancora l’ex Carey Jr. dalla lunetta, Hachimura colpire in transizione così come Neto a 2:10: i Wizards ormai si portavano sul -2 (52-50).

Gli Hornets resistevano segnando un hook di pregevole fattura con Plumlee su Carey Jr. che tuttavia dalla lunetta manteneva la media i serata dalla lunetta, un 50,0% che chiudeva i primi 24 minuti su un risicato 56-54 pro Charlotte.

Bridges partiva bene stoppando Gafford che si vendicava poco più tardi fermando proprio Miles in maniera impeccabile in un inizio votato alla sterilità offensiva.

L’appoggio di Kispert a 10:04 portava in parità la situazione così come Ball a 9:48 riprendeva il vantaggio con arco e freccia da tre sebbene un reverse dello stesso Kispert (raggiunto da un passaggio verticale sotto canestro) valesse il -1 per i Maghi.

Miles a 9:18 segnava dalla sinistra ancora da fuori per il 62-58 ma Washington trovava la forza per pareggiare a 8:40 con Gafford e ribaltare il match con la tripla di Kispert a 8:08: 62-65.

Per fortuna LaMelo con palleggio tambureggiante e crossover con step-back trovava il canestro più fallo di Avdija completando un gioco da 4 punti dopo essersi fatto spalmare un cicatrizzante per una ferita sotto l’occhio sinistro.

Di lì a poco LaMelo andava a sedersi ancora frastornato dal problema ed entrava Thomas.
Bridges, a ricciolo, sfruttava la partenza per avvantaggiarsi in appoggio ma i coriacei Wizardsresistevano avendo anche la possibilità di passare avanti con carey Jr. che segnava il canestro del pari ma mancava un altro libero a 5:20.

Vantaggio solo rimandato perché Kispert con un runner al vetro metteva dentro il 70-72 ma saliva in cattedra Thomas che segnava nel pitturato un fade-away uno contro uno, replicava da 3 a 3.22, si ripeteva da fuori per l’84-76 prima di mandare a bersaglio un floater su Carey Jr. che valeva l’86-80.

McDaniels da tre segnava dalla sinistra l’89-82 e più tardi girava perdendo contatto con la palla ma riuscendo a riprenderla al volo batteva al plexiglass per il 93-86 a 10:30 dalla fine.

Tecnico a Thomas e tripla di Gill dall’angolo sinistro, Washington tornava a preoccupare sul 93-90…

Time-out per Borrego che tra gli altri, ricacciava dentro anche Rozier, bravissimo a presentarsi per sue volte sulla sinistra con due triple micidiali che allungavano sul 99-90 prima di riuscire con finta, avanzamento e tiro a far superare ai viola anche quota 100 (lungo 2 per il 101-90).

Terry segnava ancora con un’alzata dal pitturato e Harrell schiacciava in corsa appendendosi ed ondeggiando come l’Uomo Ragno.

Partita quasi in pugno in un finale quasi da sogno dove anche i Wizards trovavano i loro colpi ma Rozier a 5:14 continuava a stupire dalla sua mattonella andando oltre il muro di Hachimura per la tripla del 111-97.

Ball con due triple inframezzate da un time-out (la prima siderale) allungava il punteggio sino al +20 (122-102) e anche Dan Peterson questa volta poteva dire: “Mamma butta la pasta!”, finiva con la panchina in campo compreso Kulboka che mancava di poco una tripla dall’angolo mentre Bouknight segnava un paio di punti.

124-108 era il risultato finale.

Rozier al tiro durante il primo tempo prende le misure. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

Analisi

Charlotte stenta per tre quarti risultando confusionaria, perdendo palloni ed accettando la sfida fisica degli avversari prima di affidarsi a talento e precisione delle sue guardie.

Il primo a creare un possibile break decisivo è un Thomas che segna diversi canestri importanti ma la squadra capitolina rimontava sino al -3.

Entrava quindi in gioco Rozier che con una decina di punti consecutivi trascinava di forza la gara a favore di Charlotte sigillata poi da due triple di Ball che aveva iniziato la rimonta dal -3 con una giocata da 4 punti in precedenza.

Nel primo tempo, nonostante il vantaggio a rimbalzo (33-23) e negli assist (20-13), i troppi TO generati dalla squadra di Borrego avevano dato modo agli avversari di rimanere aggrappati al -2 ma quando Charlotte è riuscita a venir fuori dal pantano del pitturato Wizards attaccando anche la zona con saette da fuori l’arco (54,5% finale contro il 34,8% avversario), la partita ha preso la direzione decisiva.

Gli Hornets finiscono sul 43-39 questa buona stagione ma non scalano posizioni in classifica perché tutte le avversarie vincono come formalità le loro partite e i Calabroni, rimanendo in decima posizione andranno mercoledì ad Atlanta nel nido fortificato degli Hawks cercando di strappare una vittoria che ci farebbe proseguire la corsa accesso alla post season.

La classifica, definitiva per ciò che riguarda le posizioni comprese tra la settima e la decim,a a un passo da quella finale.

Partita di commiato davanti al proprio pubblico, sperando di ritrovarlo ai playoff dopo due mezze imprese in trasferta ai play-in.

Per i Wizards 21 punti di Hachimura, 20 di Kispert, 13 di Gafford, 12 di Avdija e 11 per l’ex Carey Jr. che con un 3/8 dalla lunetta ha contribuito a lasciar baso il 16/26 dei Maghi a gioco fermo.

LaMelo Ball: 7,5

24 pt. (8/16), 10 rimbalzi, 9 assist, 1 rubata. Tantissimi gli 8 TO ma arriva a un passo dalla tripla doppia mancandogli beffardamente un assist. Trascinato al tiro da una serata particolarmente ispirata al tiro da fuori con un 6/7 da oltre l’arco (un paio dalle remote profondità), si toglie lo sfizio di segnar una tripla con and one che restituisce il +1 a Charlotte in un momento difficile. Si va a sedere in panca poco dopo per un taglio sotto l’occhio destro e quando rientra, oltre a mandare a bersaglio Harrell in corsa, sigilla la gara con due triple.

Terry Rozier: 8

25 pt. (10/18), 3 rimbalzi, 6 assist. Abbastanza cheto sino al quarto finale dove si scatena al tiro dalla sinistra, la mattonella dall’angolo poi sembra magica quando segna oltre il muro di Hachimura. Ricezioni veloci, coordinazione e spezzare del polso perfetti dopo aver faticato molto nei quarti precedenti. Lui dice di aver sempre fiducia in se, i compagni lo assecondano fornendogli il materiale per il tiro ma sa anche procurarsi da solo la retina andando in uno contro uno come gli capita ancora nell’ultima frazione. Abbatte le ultime resistenze nemiche.

Miles Bridges: 6

9 pt. (3/12), 7 rimbalzi, 5 assist, 1 stoppata. Lavoro difensivo, aggressività ma tanti errori nel duello fisico in appoggio e da fuori (¼) mentre una bella schiacciata di sinistra posterizza Gafford, poi gli rifila una stoppata a inizio ripresa ma subito ne prende una dall’avversario. Il 3/12 però è dato basso, compensa un po’ con rimbalzi e assist.

P.J. Washington: 6,5

9 pt. (4/4), 1 rimbalzo, 1 assist, 1 stoppata. Bimane imperiale su Gafford nel primo tempo, segna anche un bel reverse da baseline. Peccato che a rimbalzo sia inesistente anche se pure lui prova a mettere l fisico nelle confusionarie situazioni sotto le plance.

Mason Plumlee: 6

8 pt. (4/6), 8 rimbalzi, 2 assist, 2 stoppate. Stoppa Avdija e Hachimura poi gli fischiano un fallo inesistente contro sul proseguo con il giapponese. Una bella reverse dunk per andare sul sicuro e un hook laterale dal pitturato che scavalca Carey Jr. finendo perfettamente nel cesto. Inizio difficoltoso però, troppo modello Colosseo in difesa. Bene a rimbalzo ma casualmente è colui che ottiene il minor +/-, -9.

Kelly Oubre Jr.: 6

6 pt. (2/5), 3 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata. Un paio di triple ancora per il giocatore che n una singola stagione ha superato il record di Dell Curry in triple affondate (con un numero maggiore di tentativi ovviamente).

Montrezl Harrell: 6,5

8 pt. (4/6), 2 rimbalzi, 4 assist, 1 rubata, 1 stoppata. Lotta come un leone (si dice) sotto le plance urtando qualsiasi cosa si muova. Un autoscontro umano vivente che a volte si impantana in mischia come quando Gafford lo costringe alla palla a due (persa da Trezz) oppure riesce con maestria o forza a metterla dentro da sotto come quando LaMelo lo imbuca nel corridoio centrale in corsa e arriva il poster con una jam da Spideman appesa e ondeggiante.
Un po’ meno “fantastico” di altre volte nel complesso ma utilissimo.

Cody Martin: 6,5

5 pt. (1/3), 5 rimbalzi, 3 assist, 2 rubate, 1 stoppata. Nella mischia sguazza alzando un po’ le sue cifre tra rimbalzi, assist e rubate.

Isaiah Thomas: 7,5

14 pt. (5/8), 1 rimbalzo, 1 assist, 1 rubata. La sua entrata fa trovare alla squadra una dimensione di fiducia. Lui segna con bravura con un paio di floater intervallati da due triple. La dimensione da scorer aiuta la squadra anche a trovare un modo per battere la zona per imitazione.

Jalen McDaniels: 7,5

14 pt. (6/8), 6 rimbalzi, 2 assist, 1 stoppata. In crescita. Nonostante il fisico si prende la soddisfazione di stoppare Gafford con potente gesto atletico. A parte il 2/2 da tre punti (ottima la seconda bombarda dal corner sinistro), il capolavoro è sullo spin sul quale perde la maniglia e, ritrovata la palla al volo con ottimi riflessi, la fa batter al vetro per segnare due punti che mostrano ottima coordinazione.

J.T. Thor: s.v.

0 pt. (0/0), 1 rimbalzo in 2:35. Presenza oscura ma niente di che. Una tripla fuori tempo per esigenza che non conta e finisce distante.

James Bouknight: 6

2 pt. (½), 1 rimbalzo in 2:35. Va da solo un paio di volte, per fortuna la seconda volta segna e poi comincia a passare anche palla. Il potenziale assist per Kulboka non va a buon fine.

Kai Jones: 6,5

0 pt. (0/0), 2 stoppate in 2:35. Due stoppate con atletismo e tempismo su Gill e Winston (non quello di “Una Poltrona per due”) di pregevole fattura ma la cosa più nella rimangono i capelli bicolore.

Arnoldas Kulboka: 6

0 pt. (0/1) in 2:35. Un fallo su Carey Jr. (totale mismatch prolungato) che costa l’and one e un tiro sbagliato ma non gli passano praticamente mai la palla nonostante lui faccia molto movimento che non gli viene riconosciuto. Peccato per la tripla buona stilisticamente ma leggermente corta. Per lui entrare sul parquet è merce rara, peccato non abbia segnato.

Coach James Borrego: 6

Squadra distratta e un po’ confusionaria che sfrutta il proprio gioco grazie alle star della squadra un po’ tardi ma meglio che mai… Time-out direi bene o male corretti, la squadra vince anche se per tre quarti non convince prima di esplodere 35-26 nell’ultimo periodo.

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.

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