Game 9: Charlotte Hornets @ Memphis Grizzlies 99-130

Gli Hornets andavano a giocare a Memphis pesantemente rimaneggiati.

I plantigradi lo sapevano bene, così partivano subito forte… gli uomini di Clifford rispondevano ai primi due vantaggi Grizzlies impattando sul 4-4, tuttavia, non trovavano più soluzioni offensive valide mentre Brooks segnava da tre, Aldama da due quindi i due si ripetevano con rispettivi punti portando il risultato sul 4-14 costringendo Clifford ad un time-out a 8:17.

Nonostante ciò, la partita finisce lì, nonostante due FT realizzati da P.J., una steal di Oubre Jr. che andava a splittare in lunetta e i canestri poco più avanti nel quarto dalla lunga dello stesso Tsunami Papi e di Smith, i Grizzlies trovavano sempre la maniera di andare a segno chiudendo sul 24-41 il primo quarto dove Brooks segnava a ripetizione da fuori, Adams catturava una tonnellata di rimbalzi offensivi e anche lo spagnolo Aldama (alla fine 12 punti, 5 rimbalzi e 2 stoppate per lui che infilava una tripla da 2nd chance quando Morant, lanciatissimo, stampava una dunk sul ferro) si faceva sentire.

Charlotte commetteva diversi TO venendo anche inutilmente vessata qualche volta da cosiddetti “excuse me foul”, zelantemente assegnati o interpretati contro.

Degli 8 uomini in divisa blu in doppia cifra, Brooks era colui che terminava con più punti: 23, poi Bane con 19 quindi seguiva la coppia Clarke/Adams con 13 punti e 19 rimbalzi per il secondo (Aquaman) mentre Morant chiudeva a 12 con 11 rimbalzi.

Sfida improba sin dall’inizio per le assenze dei migliori giocatori in casa Hornets; Ball, Rozier, Hayward e Martin ancora tutti out, ci si affidava ad Oubre Jr.(17 punti) e P.J. Washington Jr. (10 punti ma con un disastroso 2/15 dal campo) per cercare di reggere dal punto di vista realizzativo.

Unica nota positiva di una serata senza storia chiusa con un differenziale, un passivo pesante di -31 punti, la possibilità per i giovani di crescere, di maturare attraverso situazioni di gioco reale.

Clifford ha dato spazio a molti rincalzi, Bouknight ha chiuso con 14 punti (7/10) non dispiacendo in attacco in particolar modo.

Thor ne ha realizzati 10 ma il suo avvio difensivo è stato disastroso (come quello del resto del team che ha concesso ancora spazi sul perimetro, in particolare dagli angoli), Richards, che si è fatto stoppare varie volte, ha flirtato comunque con la doppia doppia a 9 punti e 9 rimbalzi.

McGowens ha terminato con 12 punti (5/5 ai liberi e realizzando subito una tripla al suo ingresso sul parquet) ma il quintetto base ha chiuso con dei plus/minus glaciali.

Una difesa agile che vive per rubare, strappare palloni ma quando ciò non le riesce viene colpita a morte anche perché sotto canestro la presenza di Adams ha eclissato quella degli altri lunghi.

47-64 a rimbalzo, 22-34 negli assist, percentuali nettamente più basse dal campo: 38,5% contro il 51,0% avversario, impossibile vincere.

Si torna sul parquet stanotte contro Brooklyn, gli Hornets, adesso sul 3-6 in classifica, avrebbero bisogno di recuperare qualcuno per poter avere più chance di vittoria.

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.

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