L’ass-estate-zza di San Martin

Cody Martin (in completo grigio-bianco kaki) in panchina da borghese contro i Wizards, preceduto da Ball, Hayward e succeduto da Richards, unico disponibile al momento.

Quando Miles Bridges in estate ha rivelato il peggio di sé lasciando a piedi gli Hornets, la franchigia deve aver pensato che investire – in questa stagione – fosse inutile e il nome degli Hornets alle aste del mercato è andato deserto fino ai saldi finali.

La scia delle disgrazie ha un che di magnetico dalle parti del North Carolina evidentemente se anche Cody Martin, fermo per 12 partite su 13 (praticamente non ha mai visto il campo avendo giocato meno di un minuto a San Antonio con già il dolore addosso), dato da Clifford ai tifosi che lo fermavano per strada come rientrante a breve, ha dovuto operarsi.

Un intervento chirurgico artroscopico al ginocchio sinistro per il quale sarà rivalutato tra circa quattro settimane, ha annunciato il team ieri, proprio beffardamente la giornata dell’estate di San Martino.

Martin era out a causa di un dolore al quadricipite sinistro dopo aver avuto problemi di tendinopatia al ginocchio sinistro durante la preseason.

Una risonanza magnetica eseguita questa settimana, mentre aumentava il suo livello di attività fisica, ha rivelato un problema alla cartilagine – spiazzando Clifford e l’entourage – così si è deciso per un intervento chirurgico.

Di recente è stato spesso tra gli ultimi giocatori in campo alla fine degli allenamenti, tirando e facendo esercizi con la speranza di ricongiungersi ai suoi compagni di squadra.

La voglia non manca giacché aveva provato a rientrare anche a SAS.

Ora, il 27enne che ha firmato un contratto quadriennale da 31 milioni di dollari a luglio si assesterà ancor di più in panchina.

Per quanto sia considerato marginale, Martin è stato il miglior difensore di Charlotte nelle ultime due stagioni ed il problema è che il roster non possiede un altro giocatore con le sue caratteristiche.

Probabilmente Clifford continuerà ad affidarsi a McDaniels come sesto uomo.

McDaniels non è malvagio in attacco avendo una media di 9,9 punti più 5,2 rimbalzi e 2,3 assist a partita.

Sta tirando con il 40,4% da 3 punti (anche se ultimamente aveva perso un po’ di fiducia rilasciando qualche air-ball) mentre in difesa le sue caratteristiche filiformi non lo rendono un difensore veramente solido e credibile.

In vernice la sua lunghezza è utile per verticalità e per intercettare palloni ma manca di esperienza e può essere spostato tuttavia la sua rapidità flottante è utile per portare scompiglio tra le fila avversarie.

Il colpo d’estate di San Martino porta l’onda lunga di calore infernale a Charlotte ancora una volta e a proposito di Calore, gli Hornets sono attesi a Miami per un rematch domenica notte alle 2:00 AM (il mio classico recap arriverà in tarda serata di domenica per impegni), con gli Heat – i quali hanno ricevuto aiuti decisivi nelle ultime due partite contro Charlotte – non disposti a fare regali e cercare di battere una squadra i cui tifosi forse ormai si chiedono più se arriverà un’altra vittoria piuttosto che quando.

Con gli Hornets sul 3-10, ultimi ad Est e Martin out per un mese, l’abominio progettuale della società in atto da anni e pro-Draft (anche se sicuramente oggi la squadra sta provando a giocar per vincere) è completo.

“Non ci resta che” piangere avrebbe detto Troisi (qui una scenetta dove questi Hornets probabilmente imparano a giocare dalla coach) ma in realtà non resta che far gli auguri a Martin e sperare di rompere prima possibile la serie negativa da 7 sconfitte.

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.