Matchup key 54: Charlotte Hornets Vs Miami Heat

A cura di Igor F.

Terry Rozier Vs Tyler Herro

Gli Hornets, dopo la freschissima sconfitta maturata in un finale deciso dalla terna a favore di Cleveland, sono scivolati al nono posto dopo la terza L consecutiva incassata.

Non la situazione ideale se a presentarsi a Charlotte in back to back (situazione particolarmente sofferta dalla squadra di Borrego nonostante la giovane età questa stagione) è la portaerei Miami.

Gli Heat sono una squadra completa con una difesa che annovera alcuni giocatori come Adebayo e Butler che non hanno bisogno di presentazioni, per Charlotte superarli sarà difficile, sarà quindi indispensabile che l’incrociatore Hornets centri il bersaglio con più frequenza a lunga gittata rispetto alle ultime uscite.

I numeri non sono molto distanti o addirittura migliori in alcuni istogrammi ma Miami è squadra più solida.

Possibili svantaggi:

Molteplici.

Il gioco sotto Butler/Adebayo sarebbe già abbastanza per impiccare i nostri lunghi a un certo numero di falli o canestri subiti, se aggiungiamo che anche sul perimetro gli Heat possono vantare una percentuale migliore da tre punti rispetto a quella degli Hornets (2° posto con 37,5 contro il 4° di Charlotte a 36,5%), il tutto si complica ancor di più perché oltre al momento negativo dei Calabroni, risorse energetiche e nevrosi mentali sono state spese la notte precedente.

Se Morris sarà out, P.J. Tucker e Strus (due con buona mano da fuori) sono in dubbio, come avvenuto contro Cleveland, il gioco di Miami, immaginando lo schema partita di una vecchia volpe come Spolestra a capo degli Heat dal 2008) potrebbe spostarsi più sotto canestro spostandolo all’occorrenza sul perimetro con Herro attualmente a 20,1 punti di media a partita.

Possibili vantaggi:

Quasi nessuno.

L’identità della squadra è quella tracciata da coach Borrego, gioco veloce, transizioni, triple e improvvisazione per mascherare le lacune difensive “swarm defense”, raddoppi, velocità e rapidità sulle linee di passaggio con ripartenze.

Gli Hornets stanno stentando molto nel tiro da tre ultimamente e sono scesi nelle percentuali dal campo e in quarta piazza in questa statistica di squadra per questo riuscire a costruire anche dei buoni tiri da tre punti (Rozier, P.J. Washington e Oubre Jr.) potrebbe essere un buon modo per scavalcare Adebayo e soci ma bisognerà muovere palla e difesa in maniera intelligente e non sbagliare troppo perché Miami a rimbalzo concede meno di molte altre avversari.

La ripresa di Ball sarà fondamentale anche nel duello con Lowry, mettere pressione senza eccedere nei falli e cercare di far commettere agli Heat più TO possibile sotto la spinta del pubblico amico (gelato più volte ultimamente allo Spectrum da qualche prestazione non all’altezza e all’abominio della terna contro Cleveland) potrebbe dare qualche chance di vittoria a un team un po’ evanescente.

Questo articolo è stato pubblicato in Uncategorized da igor . Aggiungi il permalink ai segnalibri.

Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.