Miami Tied

Un disegno collage (lo sfondo del cielo con il canestro) creato per l’occasione. Charlotte e Miami si affrontano ancora con i playoffs in palio. Calabroni contro il Calore, chi avrà la meglio questa notte?

Una storia partita insieme quella degli Charlotte Hornets e dei Miami Heat,

rivali a incrociarsi sulla strada con destini differenti ma legati allo stesso filo che oggi riconduce a una parità in classifica alla vigilia dello scontro tra compagini (questa notte ore 01:00 AM italiane) sulla rotta playoffs…

Una storia di successo per Miami mentre per Charlotte si aprono le porte di una dannatamente problematica storia che pare più umana che quella di una franchigia di basket.

Le due entità vengono pensate a metà degli anni ’80 quando tra i proprietari di Miami troviamo Billy Cunningham (ex coach dei Sixers) e il cantante Julio Iglesias.

Diverse le squadre in lizza per entrare in una NBA in espansione.

Toronto arriverà sette anni più tardi (con Vancouver) mentre Anhaeim, della quale, insieme a Las Vegas si era parlato sono ancora delle eterne incompiute.

Decisiva la vendita di biglietti.

A Charlotte, Shinn, il proprietario originale, aveva venduto 7.000 abbonamenti senza nemmeno aver avuto l’ufficializzazione dell’entrata del team nella NBA…

Nel 1988 le squadre partecipano allo stesso Draft d’espansione con Miami a vincere la prima scelta, mal spesa per Arvid Kramer.

Le prime 20 scelte (fonte Wikipedia) delle due squadre sulla base dei gioatori messi a disposizione dagli altri team.

Gli Hornets pescheranno decisamente meglio con gli iconici Dell Curry alla seconda e Bogues alla sesta in un sistema alternato con Charlotte più brava a recuperare dei giocatori più utili sin da subito.

Pro Baskeball Illustrated 1988/89 presenta la prima Miami.

La stagione si apre, infatti, con gli Hornets, pur in fondo alla classifica, meglio rispetto agli Heat che devono attendere la quattordicesima partita per avere la loro prima soddisfazione in NBA con la vittoria sui Clippers (14 dicembre) già battuti dagli Hornets (coincidenza, anche per Charlotte la prima vittoria arrivò contro i Velieri) alla terza partita.

La prima partita tra le due franchigie è a Charlotte (29 novembre) dove la squadra locale si afferma facilmente mentre al ritorno gli Heat prevalgono di un punto.

Il tabellino (da Basketball-Reference) degli Hornets nella vittoria contro Miami del 29 novembre 1988. Da notare lo 0/3 da fuori, stesse cifre anche per Miami da oltre l’arco. Una NBA cambiata profondamente oggi nel modo di giocare…

Parlo di andata e ritorno perché il primo anno Miami è inserita nella Western e il secondo nella Eastern, mentre Charlotte l’anno successivo fa il percorso inverso per poi tornare prontamente nella Eastern.

Le squadre navigano sul fondale e per i primi anni pagano lo scotto d’esser due novizie.

Recuperando qualche scelta al Draft dopo 4/5 anni iniziano ad avere risultati migliori e gli Heat nel 1991/92 giungono ai playoffs, stoppati dall’attuale proprietario degli Hornets, tale MJ, con un secco 3-0.

L’anno dopo vi arriverà anche Charlotte che battendo i Celtics al primo turo farà rumore…

Tra i protagonisti dell’approdo di Miami e di Charlotte ai relativi Playoffs vi sono Glen Rice e Alonzo Mourning rispettivamente.

I due saranno al centro di uno scambio tra le due franchigie prima dell’inizio della stagione 1995/96, il tutto nato da una richiesta economica di Falk per il suo assistito (Mourning) con Shinn a giudicarla troppo esosa e non disposto ad assecondarla.

Le due franchigie si ritrovano in lotta nella stagione 1995/96 e, nonostante sul finale di stagione Charlotte strappi una memorabile vittoria di un punto allo United Center (i tifosi non ricordavano nemmeno più l’ultima sconfitta interna di MJ e soci), Miami ha la meglio arrivando a strappare l’ottavo posto ai Calabroni con un record di 42-20 contro il 41-41 di Charlotte anche grazie a una vittoria in North Carolina nello scontro diretto dopo l’impresa degli Hornets sul campo dei Bulls appena menzionata coon i Bulls a polarizzare l’attenzione nei PO battendo subito Miami senza repliche.

Si apre per Miami la stagione 1996/97 dopo la precedente chiusa con l’eliminazione al primo turno PO e una rivista spagnola specializzata ne analizza le prospettive.

Per Miami si apre una parentesi di sei anni consecutivi di partecipazioni ai playoffs nei quali sorge la rivalità con New York che, dopo esser stati battuti dalla squadra di Riley nella semifinale di Conference, si rifanno per tre anni consecutivi eliminando la squadra della Florida per tre volte sempre e solamente con una partita di scarto.

Tratto dallo Speciale de La Gazzetta dello Sport, ecco la presentazione degli Heat 1999/2000.

Il ciclo di questi Heat si chiude nel 2000/01 quando il Calore di Miami arriva terzo nella Eastern e al primo turno di Playoffs arrivano proprio gli Hornets, sesti alla fine della Regular season ma con un 2-2 in stagione regolare negli scontri diretti.

Charlotte, anche grazie a un motivato ex, Mashburn (c’era stato uno scambio a partire dalla stagione 2000/01 che aveva portato Monster Mash e P.J. Brown a Charlotte in cambio di Eddie Jones e Anthony Mason), spazza la serie 3-0 andando a vincere le prime due gare all’American Airlines Arena e continuando a dominare anche in gara 3 al Charlotte Coliseum.

Dopo due anni nei quali gli Heat vanno a picco di vittorie ma si apre l’era Wade.

A Charlotte non esiste più una squadra ma solo una promessa (di riaverla) e, nonostante i Calabroni giungano spesso ai Playoffs, Shinn, per diversi motivi porta i Calabroni in Louisiana, a New Orleans.

Il destino incrocia ancora le due franchigie ai playoffs del primo turno e un buzzer beater del rookie Wade in gara 1 sarà decisivo per la serie.

Gli Heat vinceranno quella gara 81-79, nelle altre 6 verrà sempre rispettato il fattore campo e così per i nuovi Calabroni di NOLA l’avventura si fermerà al primo turno.

La maggior attrattiva di Miami notturna e le spiagge la fanno indubbiamente preferire rispetto a New Orleans o alla rinata Charlotte (come Bobcats) così finiscono per giocare insieme i rivali di un tempo: O’Neal e Mourning ma nel 2004/05 gli Heat s’infrangono 4-3 sullo scoglio dei duri Pistons in finale di Conference.

L’anno successivo arriva il primo titolo con gente come Gary Payton, James Posey nonostante nella finale contro i Mavs partissero 0-2…

Partite punto a punto e vittoria per 4-2 contro Dallas, che gli Heat ritroveranno, dopo qualche annata non brillante, in finale nel 2010/11.

Questa volta, nonostante arrivi LeBron James (a formare poi i “Big 3”), stufatosi di non arrivare all’ambito trofeo a Cleveland, il risultato sarà inverso, con i texani a vincere 4-2.

Facendo una parentesi (scrivendo sugli scontri diretti), tornando indietro di un anno, ecco una vittoria incredibile degli Hornets al supplementare raggiunto a un incredibile tripla sulla sirena di Butler (7 aprile 2009).

I due anni successivi (2011/12 e 2012/13) valgono due trionfi a Miami che la stagione successiva si ripresenta ai nastri di partenza da favorita (2013/14) mentre negli anni di LeBron arriva al capolinea anche la travagliata avventura Hornets a New Orleans tra una vittoria di una tremenda Division, il tumore di Shinn, la vendita alla NBA, la partenza di Paul e l’acquisizione di Benson che determina poi l’approdo di Davis ai Pelicans mutando probabilmente qualche destino minore nella NBA.

Qui sotto ecco un video del 5/11/2010, a NOLA arrivano i potentissimi Heat ma gli Hornets riusciranno a prevalere grazie a Paul e ad Ariza.

Tra le fila degli Hornets anche Belinelli che giocherà poi un anno anche a Charlotte…

Bosh, James e Wade aprono l’era degli agglomerati Big 3. Una bella illustrazione (non realizzata da me) per i vincitori di due titoli consecutivi.

I Calabroni si trasformano in Pelicans mentre Charlotte (come Bobcats e le loro pessime stagioni) recupera un 10-29 negli scontri con Miami…

Gli Heat sono anche gli ultimi avversari dell’esperienza delle Linci arancio quando nei playoffs 2013/14 al primo turno le squadre si scontrano con un esito già segnato.

I Bobcats alla seconda apparizione playoffs cercano la prima vittoria post season dopo il 4-0 rimediato da Orlando ma anche in questo caso escono senza nemmeno una soddisfazione.

Ad ogni modo, calcolando solo le gare degli Hornets (personalmente conteggio quelle della serie Heat/Hornets solamente), Miami velocizza e agevola la trasformazione da Bobcats a Hornets, prevista per la stagione 2014/15 sulla spinta di un gruppo denominato Bring Back The Buzz.

Ripreso il marchio gli Hornets al secondo anno si torna ai playoffs ma dopo esser stati sotto 0-2 e poi in vantaggio 3-2 nella serie con una convincente vittoria a Miami, si getta al vento tutto quando Wade in gara 6 si mette di nuovo di traverso.

In gara 7 Charlotte non sembra nemmeno esserci con la testa e gli Heat vincono facilmente così, dopo due anni da 36-46 per Charlotte, fallimentari, eccoci a oggi impegnati a rincorrere dei playoffs con il vecchio avversario alle calcagna.

Wade, dopo aver girovagato in questi anni tra Chicago e Cleveland è tornato alla casa base e il vecchio leone non è intenzionato a mollare la presa sui playoffs.

Dopo l’aggancio in classifica a Charlotte avvenuto un paio di giorni fa con la vittoria di un punto dei suoi Heat sugli Hawks, eccolo riprovare a rovinare i piani agli imenotteri che hanno un vantaggio di 2-0 nella serie e il fattore campo.

A oggi tra Heat e Hornets (non calcolo quelle delle Linci ma quelle degli Hornets a NOLA) il bilancio è di 46-46 con un 9-8 pro Hornets ai Playoffs ma un 1-2 nei passaggi del turno.

Se i Calabroni giocheranno dimenticando il passato con grinta sapranno dimenticare qualche delusione del passato provando a scrivere una nuova storia perché gli eventi ripetuti troppo a lungo annoiano e la NBA moderna dovrebbe ricordarselo…

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.