Preseason Game 4: Charlotte Hornets @ Memphis Grizzlies 120-99

Intro

Joker

Rimanere innamorati di qualcosa che non esiste, di qualcosa che si sgretola o che ti odia/rifiuta è un’impresa da supereroi giacché nessun essere umano scollegato dall’ambiente circostante e sarà per questo che Batman rimane quasi un unicum.

Come dice spesso un noto filosofo/antropologo, l’identità di un singolo individuo è data dagli altri, il suo riconoscimento all’interno di un ambiente o di una comunità, anche se personalmente non mi curo molto di questo aspetto.

Non so se da piccoli avete tifato per Batman o per uno dei suoi avversari ma il film Joker di Todd Philips, ricostruisce e costruisce la storia del pagliaccio che diventa la controfigura di se stesso.

Vincitore del Leon D’Oro a Venezia, Joaquin Phoenix interpreta un personaggio sul quale si sono riversati maltrattamenti fisici e mentali, i fallimenti che generano senso d’impotenza, così Arthur Fleck arriverà a essere quel criminale conosciuto nel mondo dei fumetti e del cinema.

Il film mette l’accento su tematiche sociali sempre attuali come il divario tra ricchi e poveri, l’abbandono di questi ultimi e molti altri aspetti, ecco così creato il mostro che arriva dal nulla e che deve essere condannato.

L’umana esperienza è condizionata da ciò che ci circonda, da un DNA che si srotola nel Joker assumendo la forma di malattia mentale tipica del variopinto villain ma comprendendo e non giudicando (perché prima di farlo eventualmente bisognerebbe sempre capire tutto ciò che è il background e ciò che si potrebbe far prima di arrivare a situazioni estreme), come non essere dalla parte di Fleck prima che si trasformi…

Il fatto che una nota rivista di moda tenti di sminuire il film non fa altro che confermarmi la buona impressione dello stesso, aldilà dei dietrologismi sui guadagni, per quelli si possono costruire anche film terribili senza contenuti sparando effetti speciali “ad minchiam”…

Charlotte, per fare un parallelismo “improprio”, ha scelto una situazione estrema, la cacciata dei migliori talenti, se esiste un piano, ha generato giovani speranze per il futuro ma i fan dovranno subire maltrattamenti almeno per quest’anno, sebbene non è garantito che tra un anno o due vi sia un progetto per rendere la squadra meno fragile, più simile a Batman che a Joker.

Per adesso la Queen City, Flight City o Buzz City (come preferite) assomiglia molto a quella grigia e tetra del film, sportivamente parlando e chissà se l’aria di Memphis lascerà i Charlotteans nella nebbia prestagionale o porterà a una prima gioia.

La partita

1° quarto:

Grizzlies che vincendo il primo pallone sfruttavano bene il primo possesso con l’entrata di Allen chiusa con l’alzata di Allen ravvicinata su Bacon e l’aiuto di Zeller…

Charlotte rispondeva trovando il pari con un canestro meno conforme grazie all’alzata forzata di Rozier, altissima al vetro poi però era buio per Charlotte in attacco mentre Memphis ne approfittava con Jackson da 3 a 9:49, Clarke da due punti per il 2-9 mentre Rozier in transizione da tre punti finalizzava un giro palla veloce.

Gli arbitri perseguitavano Charlotte non facendo passare nemmeno uno spillo e la squadra di Borrego in poco raggiungeva il quinto TO colpita da un FT di Crowder per 3 secondi in area e un ½ di JA Morant per un intervento difensivo di PJ Washington considerato falloso.

Memphis però si bloccava consentendo agli Hornets di rientrare con una bomba di PJ dal corner destro, con Bridges che in transizione andava in mezzo ad alzare la parabola a una mano e sul fallo fischiato a favore di Graham a 6:22 ecco arrivare il sorpasso sul 12-11.

Floater di Williams e tripla di Crowder ed era ancora tutto in parità ma dopo il time-out chiesto da Borrego Bridges a 4:27 inventava il canestro in entrata mentre Monk replicava fluttuando in scoop sinistro, PJ con una two-hand slam in contropiede realizzava il 20-14 mentre con un deep 3 di Monk dalla diagonale sinistra, a 2:21, Charlotte raggiungeva il 23-16 e un +9 a 1:24 grazie a Rozier.

Caleb Martin chiuderà dalla lunetta per Charlotte portando sul 28-18 il risultato.

2° quarto:

Brooks si univa alla fiera dei tre punti mentre Rozier con un pull up frontale si accontentava di portar a casa due punti.

Memphis si riavvicinava grazie a un altro 3 second in area di Charlotte e a un’incursione di Morant che in dribbling saltava Rozier e Marvin ma trovava Biz e il suo corpo pronti al fallo sotto canestro.

2/2, poi ancora lui in transizione metteva dentro l’appoggio e il libero addizionale (leggero contatto con Williams) e i plantigradi arrivavano sul 33-30 quando Charlotte subiva la terza chiamata per i 3 secondi…

Bacon in entrata dimostrava di non avere molto feeling se non riuscendo a procurarsi liberi e così dalla parte opposta, su uno scarico all’indietro per Clarke, con un volo a planare dell’atletico giocatore, ecco arrivare il -1 con inerzia a favore dei padroni di casa.

A scombinare i piani ci pensava però inaspettatamente uno Zeller da tre punti fronte a canestro (7:56), Charlotte si staccava poi quando Graham metteva due triple di fila (intervallato da una di Crowder) e Bacon a 5:29 dal corner d’oro sinistro infilava la bomba del 45-39.

In particolare Graham continuava a tirar bene, dalla media questa volta) colpendo altre due volte (la seconda con l’aiuto dei ferri) e a 3:54 gli Hornets andavano sul 49-41.

Rozier capiva le intenzioni su una rimessa nella nostra metà campo compiendo una steal e involandosi in appoggio, Monk con un acrobatic finish finiva a terra ma realizzando prima il 54-44 e Bacon finalmente, in euro step metteva dentro il +12.

Chiudevano Rozier e Guduric da tre allo scadere per un 58-47 soddisfacente per gli ospiti che mettevano una discreta pressione in difesa sfruttando anche qualche errore grossolano da sotto canestro degli avversari, tanto bastava a compensare un 12-10 di TO mentre il 30-24 a rimbalzo favoriva i nostri in teal.

Rozier chiudeva con 14 pt., Graham con 12 e Monk con 7 confermando il reparto guardie come quello più dotato qualitativamente in attacco.

Clarke con 10 pt. e 10 rimbalzi andava già in doppia doppia ma dopo un Crowder da 9 punti c’era poco altro.

3° quarto:

Primo tecnico per tre secondi contro Memphis trasformato da Rozier che mandava Charlotte a quota 59 ma i Grizzlies mettevano ritmo e forza per sorprender una Charlotte rientrata troppo lentamente in partita così Clarke correggeva se stesso, Crowder e Jackson Jr. facevano piovere una tripla a testa per il 59-55 mentre Morant in corsa metteva i due punti per aspirare all’aggancio che avveniva a quota 61 per mano di Clarke, ma ancora una volta, quando sembrava dovesse girar la partita gli Hornets trovavano la forza per rispondere.

Un’entrata nel traffico di Bacon con palla nettamente deviata per la stoppata finiva dentro ed arrivava anche l’and one.
Hornets sul +3 a 8:40 e sul +5 dopo l’alley-oop di PJ servito da Rozier.

Clarke da sotto era contrastato da un canestro anticonvenzionale di Zeller che in entrata in uno contro uno si esibiva nel lancio del pesa da due punti, Bacon con uno step-back 3 continuava il personale show del terzo quarto a 7:31 mentre Anderson con due canestri dalla media mostrava mano morbida per contrastar la fuga di Charlotte.

Memphis tuttavia, pur trovando un 2+1 con Morant cominciava a sbagliar troppi liberi come quello fischiato contro Monk dallo stesso Morant con possibilità di arrivare sul -2, Charlotte invece con Bacon infilava un’altra bombarda per il 78-72.

A 4:34 Rabb splittava due FT, 17 secondi più tardi Bacon metteva dentro due punti a gioco fermo, Rabb provava il two and one ma ancora una volta dalla linea falliva il rabbocco, Graham da tre dal corner sinistro continuava a splendere, Brooks rispondeva da fuori ma il nostro “Gamberone” era devastante in un catch n’shoot non proprio stabilissimo per i tre punti dell’86-78…

Graham per l’83-75 dall’angolo sinistro.

Brooks collezionava l’errore all’addizionale dopo aver messo dentro altri due punti sull’azione, Rozier al vetro alto in entrata dal palleggio non falliva anche se fuori equilibrio mentre Tyus Jones e Anderson slittavano i propri liberi lasciando più arretrata Memphis (88-82).

Brooks da tre provava a metter paura ma Willy facendo il minimo per alzar la palla da sotto chiudeva il quarto sul 90-85.

4° quarto:

Marvin cominciava bene l’ultima frazione bombardando da fuori e grazie allo step back di Rozier oltre la linea laterale destra dei tre punti Charlotte si prendeva un 3 and one (leggero tocco Crowder) a 10:57 per la fuga sul +12 (97-85).

Il taglio sotto con apertura in corsa a palla appena ricevuta di Graham ispirava ancora Williams che dall’angolo destro impreziosiva la giocata fissando l’azione con altri tre punti per il 100-85.

I giochi erano ormai fatti grazie a questo roboante inizio di quarto e quando Monk e Rozier realizzavano ancora triple, la pioggia di fuoco di Memphis portava sul +21 (108-87) mentre per confermare il momento negativo, tra le due ultime realizzazioni descritte, Morant mancava un’epica dunk…

Ormai difesa molle da parte di Memphis, cambi da ambo le parti e Simmons con una steal e dunk in transizione ne approfittava.

Si vedevano anche Hill, McDaniels per la prima volta (con il numero 6), Franks ma questi combinavano poco.

Finiva 120-99 per la prima vittoria Hornets.

Analisi

Una discreta difesa è riuscita a metter la pressione necessaria per colpire in transizione ma ancor di più la serata magica al tiro da fuori degli Hornets è riuscita a contrastare ogni rientro dei locali.

17/40 da fuori (42,5%) ma anche un 58-50 a rimbalzo e un 25-22 negli assist a favore hanno compensati il 22-21 nei TO e il 13/15 dalla lunetta contro il 20/28 dei Grizzlies che hanno sbagliato troppi tiri semplici, aperti o ravvicinati, ma anche a gioco fermo come si evince la statistica sui FT, dal che si evince che la niostra difesa non è stata sempre irresistibile (facile passare in corsa Rozier e un po’ penalizzata in certe situazioni mentre dalla parte opposta contatti simili su PJ e Monk sono stati lasciati andare).

Hornets che, eccezion fatta per Batum, probabilmente hanno giocato nella loro formazione tipo o quasi, sfruttando la super serata delle due guardie e di Bacon ripresosi da un primo tempo abbastanza in sordina.

Clarke con 16 punti e Ja Morant con 15 sono due prospetti molto interessanti per Memphis che va in doppia cifra anche con Crowder (12 pt.) e Brooks (11).

Rozier chiude con 24 pt., Bacon con 21, Graham 18 ma con uno stellare +37 in plus/minus…

Un po’ di fiducia in più per gli Hornets, non c’è da esaltarsi troppo come probabilmente non c’era da deprimersi eccessivamente dopo la sfida con Miami, la squadra cerca la sua identità e stasera, a parte le diverse iniziative un po’ barbariche (incursioni anticonvenzionali), ha trovato in questa partita un discreto giro di passaggi che ha creato vantaggi o tiri con un po’ di spazio.

Detroit confermerà o smentirà le buone cose viste stasera ma da una squadra giovane e appena costruita ci si possono attendere maggiori alti e bassi ma per la notte appena andata lo scherzetto fatto da Charlotte a Memphis oltre la linea da tre punti ha funzionato…

Questo articolo è stato pubblicato in Uncategorized da igor . Aggiungi il permalink ai segnalibri.

Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.