Purple Dream

La franchigia di Charlotte oggi, oltre al classico media day nel quale Batum si è dichiarato “affamato” e ha dato qualche spunto di riflessione sulla vecchia armata, ha lanciato la nuova maglia viola per la nuova stagione.

Monk al Media Day con lo sfondo arricchito dalle nuove uniformi. Malik, si dice abbia messo su 9 kg in più…

Ricorda in parte quella di Sacramento con la scritta CHA a caratteri cubitali sul petto, leggermente contornata da quel teal che non è più ormai e da molto più sull’azzurro che sul verde…

Diversi fan di Charlotte avrebbero preferito la scritta CLT, più charlotteans rispetto a quella utilizzata in NBA mentre i più slaaci hanno fatto notare che sarebbe meglio avere una squadra che una divisa nuova.

Dopo la bianca, la teal, la classica quest’anno in versione viola (quella con le pinstripes), ecco uscire la quarta.

La società fa sapere che uscirà anche una nuova versione di quella nera, ormai alla sua prossima terza versione.

Esteticamente, dal mio punto di vista (i gusti sono personali), trova dei punti forti in un bel colore e intenso, nelle le graffianti bande sottomanica e le inverse laterali sul pantaloncino a livello coscia compreso il secondo logo con colore a contrasto ben abbinato che la fanno uscire dal possibile anonimato di divise troppo classiche e asciutte.

Logo centrale sull’elastico dei pantaloncini carino.

Così così… Scritta un po’ troppo a caratteri cubitali (bella la grafica, il font mantenuto) da megalomane modello regimi del ‘900 che tutto sommato ha un suo iconico fascino.

L’idea di CHA è carina ma sulla vecchia c’era scritto Hornets e personalmente la preferivo.

Punti deboli: le proporzioni del contorno maniche rispetto alla scritta, colletto sempre uguale alla vecchia versione sproporzionato alle bande delle maniche.

Passare da un pezzo frivolamente estetico (tralasciando il Media Day) a una storia molto più seria ricalca questo pazzo mondo fisico e le sue nicchie gioia e dolore in contemporanea.

Potrebbe sembrare off-topic ma chi ha letto qualche mio vecchio artiolo probabilmente avrà notato entrate che vertevano su altro e comunque volevo unirmi al ricordo per la piccola Sveva, una bimba di Trieste che probabilmente chi segue la pagina de La Giornata Tipo, saprà già di chi sto scrivendo.

A ogni modo, le cure contro la sua tremenda malattia non sono bastate, come non sono stati sufficienti, leggendo il post sulla Giornata, il suo coraggio e il Suo sorriso.

In Giappone il sakura (fiore di ciliegio) che dura pochissimo, si stacca dal ramo nel pieno del suo splendore viene portato via dal vento, ricorda la precarietà e la caducità della vita, così Sveva con le sue scarpette viola più magiche di quelle ne “Il sogno di Calvin”, volerà lontano.

Per parafrasare De André: “Come tutte le più belle cose, vivesti solo un giorno, come le rose”…

Sveva. Foto da La Giornata Tipo.

Ciao Sveva e se puoi dai una mano a tempo perso alla sfortunata Charlotte.

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.