Talismani ed amuleti, Montecchi e Capuleti

Previsione Igor Ferri

La nuova stagione degli Charlotte Hornets pare aprirsi sotto una cattiva stella come quella di Romeo e Giulietta.

Gli amanti veronesi mi ricordano con la loro storia un pochino la Charlotte odierna che con un tourbillon di situazioni impreviste e relativi adattamenti ha finito per suicidarsi doppiamente in questa tremenda estate che ha sconvolto i piani di crescita della squadra, semmai ve ne fossero di alternativi al passaggio dai Draft.

La squadra della Buzz City, dopo aver incassato un tardivo rifiuto di Atkinson (assistente dei Warriors impegnato nelle finali), il quale ha avuto un ripensamento ed aver incamerato l’ex Steve Clifford (coach antecedente a Borrego che quando andò via si cosparse il capo di cenere facendo dei mea culpa che non gli competevano integralmente), ha perso in estate il top scorer dello scorso anno, un imperdonabile Miles Bridges che per le note vicende famigliari è rimasto impelagato in un processo continuamente rimandato che potrebbe costargli anche 11 anni di carcere.

Qui finiscono (forse… lo vedremo nella parte terminale del pezzo) le variabili imprevedibili a favore della società, il resto è il solito refrain jordaniano nel non fare quasi mai uno step avanti per costruire il futuro; lasciato andare il bizzoso Harrell, perso Thomas (che avrebbe voluto tornare) e aver pensato all’ex Kemba Walker (oggi a Detroit) per insaporire il mercato, si è solo provveduto a rifirmare Cody Martin unendolo ai due rookie aggiungendo e togliendo una pletora di giocatori dal sottile spessore NBA che nella naturale girandola di firme e passaggi in G-League sono finiti spesso tagliati o a Greensboro.

Dennis Smith Jr. e Théo Maledon sono le modeste aggiunte per il backcourt, rispettivamente in PG e SG, oggettivamente Charlotte si presenta ai nastri di partenza con l’assenza di un buon centro esperto (oltretutto Plumlee ha dei fastidi fisici) mentre pare ormai certa l’assenza di Ball per la partenza della stagione dopo essersi infortunato alla caviglia sx (lesione di secondo grado) in preseason, terminata con un record di 0-5…

Qualche leggero progresso si è visto ma questa squadra ha perso in profondità nell’attaccare il canestro, in fisicità e si è affidata ad un allenatore in controtendenza con il gioco che avrebbero voluto esprimere i Calabroni in futuro.

Clifford proverà a grattar via partite punto a punto ma anche l’esperienza, unita alla tecnica, latita abbastanza e a mio parere, se gli Hornets non ci sorprenderanno attraverso il gioco di squadra (i buchi in certi reparti però sono enormi come in PF), la squadra si troverà invischiata in bassissima classifica.

22-60 potrebbe essere una previsione realistica in base alle variabili (oro colato al momento) perché ad oggi, se la squadra non salirà di tono, avrei dato a questo team circa 19 vittorie…

Talismani non ce ne sono, amuleti nemmeno anche perché – new recentissima saltata fuori mentre ultimavo il pezzo – pare che Bouknight abbia dei delicati problemi personali e rischi il taglio ma  Jordan pare essere uno dei tanti “ordinari” tizi descritti dai Blur in Universal, song nella quale il cantante Damon fa notare come molta gente, anziché lavorare per costruire il proprio domani, tenti con il minimo sforzo di vincere alla lotteria (l’illusione di una vita straordinaria che renda più sopportabile quella ordinaria) in un domani sempre uguale all’oggi che non arriverà mai.

Le persone sono convinte che “potrebbe davvero davvero davvero succedere” dice la canzone, forse MJ ha solo un progetto commerciale o forse ogni settimana si sente deluso (meno di me sicuramente), ma questo non scuote il suo ottimismo.

“Mentre i giorni in cui sembrano cadere”, Jordan lascia passare i giorni mantenendo il suo ottimismo verso la settimana successiva e poi quella oltre, è l’oblio, l’inerzia passiva della vita moderna nella quale, invece, di provare a lavorare per migliorare il futuro (e MJ ne avrebbe tutti i mezzi a differenza di tante altre persone) degli Hornets lascia correre insoddisfacentemente il corso della sua proprietà, il che oggettivamente lo determina all’opposto nella presidenza rispetto alla grandezza da giocatore.

Blur – The Universal (Official Music Video) – YouTube

In questa situazione – più che pensare all’oggi ed ai dettagli tecnico-tattici ormai risibili – i fan degli Hornets che hanno visto il primo progetto commerciale di Shinn naufragare a New Orleans (ancora prima con le avvisaglie di “Zo” Mourning e Grandmama Johnson ceduti quando i contratti diventavano pesanti), la divisione dei fan all’estero tra NOLA e Charlotte (aspettando due anni per i derelitti Bobcats) ed essersi sorbiti più di uno sciatto decennio jordaniano, dovrebbero farsi la domanda finale.

“Si può fare del basket a Charlotte?”

La risposta è nì… perché gli Hornets al loro esordio furono campioni di presenze al vecchio Hive, il loro merchandise nel momento d’oro di Chicago superò in vendite quello dei Bulls e sull’onda del successo arrivarono in città i Panthers della NFL.

Segni di risveglio in presenze si sono avuti allo Spectrum Center con una squadra migliore lo scorso anno ma con una città che oggi, pur essendo in espansione, offre molto di più sia a livello sportivo (vedi la recente aggiunta del “soccer”) che in avvenimenti mondani, dovrebbe essere arguto interesse della proprietà cercare di mantenere una squadra a buoni livelli per riportare entusiasmo in città, invece si punta sempre su giocatori mezzi rotti (vedi il povero Hayward) o di medio livello, costretti a pagarli più della media delle altre squadre NBA (il caso Batum con un dead cap che ancora incombe su MJ per l’ultimo anno è eclatante), spremendoli per poi ritrovarsi senza ad un certo punto della stagione.

Insomma, il transalpino Victor Wembanyama sembrerebbe pronto ad aggiungersi alla fine della stagione se solo non avessero proposto percentuali anti-tankanti mentre per la Regular Season, Ball (quando rientrerà) dovrà unirsi a Rozier e l’incerto Hayward nel cercare di regalare qualche soddisfazione ad un roster che attualmente conta 16 giocatori ma uno di discreto livello coma Bouknight potrebbe esser tagliato.

Previsione Fabrizio Getuli

Era aprile quando gli Hornets sono usciti sconfitti di 29 punti dalla State Farm di Atlanta. La delusione era tanta ma, almeno io, ero convinto che ad attenderci ci sarebbe stato un futuro roseo. Invece in appena sei mesi è successo di tutto: il licenziamento di Borrego  (giusto a mio avviso), la figuraccia fatta con Atkinson, l’arresto di Harrel e soprattutto il caso Bridges. Soprattutto quest’ultimo episodio ha tagliato le gambe alla nostra franchigia e ci ha fatto piombare indietro di tre anni. Il mercato (quasi) inesistente di Jordan (con il solo acquisto di Smith e dei nuovi rookie) ha completato questo processo di involuzione. Ci aspetta una stagione dura, dove temo che, a meno di miracoli, ci saranno pochi alti e molti bassi. La speranza è poter far fare esperienza ai nostri promettenti giovani (Thor e Jones su tutti) e poter pescare la prima scelta per il prossimo anno, ossia quel Victor Wembanyama che sembra pronto a rivoluzionare l’NBA. Iniziamo ad incrociare le dita.

Previsione record 25-57

Previsione Filippo Barresi

Gli Charlotte Hornets arrivano ai nastri di partenza dopo una delle finestre di mercato più deprimenti mai viste nella storia della NBA. La buona base della squadra, che aveva portato alle 42 vittorie dello scorso anno, è da considerarsi quasi totalmente spazzata via e questo toglie certezze in vista di una stagione che sarà molto complicata. La ‘nuova’ compagine guidata dal ‘nuovo’ capo allenatore Steve Clifford dovrà cercare di trovare una propria identità mantenendo invariate alcune caratteristiche peculiari degli interpreti rimasti nel roster dei calabroni. Se possiamo carpire alcune indicazioni dalle gare prestagionali, si può notare una maggiore attenzione alla fase difensiva (da sempre cardine della strategia di Clifford) e una mantenuta volontà di ricercare il gioco offensivo in transizione (al fine di sfruttare l’estro di LaMelo Ball).

Per via di questo alone di incertezza, risulta difficile prevedere con precisione quale può essere l’obiettivo in termini di vittorie per gli Hornets. Tuttavia, un dato di fatto che ci può aiutare in questo senso, è l’accresciuta qualità delle pretendenti nella Eastern Conference, che ormai da qualche stagione a questa parte sta accumulando talenti in diverse franchigie. Senza dubbio gli addetti ai lavori posizionano i nostri Hornets qualche gradino più indietro rispetto alle altre squadre in lista per competere per gli ultimi posti disponibili per la griglia Playoff e questa sembra essere la giusta posizione ai nastri di partenza per una formazione con così poche certezze. C’è comunque il materiale per poter sperare in qualche miglioramento: l’astro nascente di Ball, un roster ricco di giovani componenti desiderosi di mettersi in mostra e un allenatore profondamente ossessionato dalla pallacanestro che riesce sempre a estrarre il massimo potenziale dalle proprie squadre.

Previsione record: 36-46

Previsione Paolo Motta

Qualche mese fa, a stagione finita, nonostante l’ennesimo disastroso Play-in, ero abbastanza positivo. Poi è successo tutto quello che non doveva succedere. Neanche uno sceneggiatore di Hollywood avrebbe potuto fare di meglio/peggio.

A poche ore dall’inizio della stagione, oltre ad essere deluso e frustato, sono purtroppo disinteressato, ed è questa la cosa che mi fa più paura. In tani anni di Hornets/Bobcats  non mi era mai successo. Veramente tra qualche settimana temo di non aver più voglia di vedere questa squadra.

Adesso sta a loro scendere in campo e dimostrare quanto valgono e dimostrare che a Charlotte si può giocare a basket!

Previsione: 30-52