Game 12: Charlotte Hornets Vs Milwaukee Bucks 115-114

Moussa Diabaté sotto i tabelloni sta diventando un fattore.

Con 15 punti ottenuti da un LaMelo Ball – che pare esser salito di livello ancora – (26 totali con 9 rimbalzi, 6 assist e un 11/11 ai liberi) nell’ultimo quarto gli Hornets ottengono un’altra vittoria casalinga al cardiopalma dopo quella su Detroit per spezzar la serie di due L esterne.

Questa volta è sembrato ancora meno semplice poiché i Bucks si sono avvalsi di un Antetokounmpo capace di generare una veloce tripla doppia con 22 punti, 15 rimbalzi e 12 assist prima di diventare protagonista in negativo sulle due azioni risolutive del match.

Soprattutto la differenza sembrava potesse essere fatta dai colpi che da oltre l’arco cadevano regolarmente nel cesto degli Hornets, 23 punti di Prince e 21 di Bobby Portis, due autentiche spine nel fianco per Lee.

Alla fine i Bucks hanno tirato col 41,7% da oltre l’arco contro il 35,7% di Charlotte che per portare a casa la partita ha dovuto catturare 12 rimbalzi in più dei biancoverdi (59-47) con Diabaté che ha gettato il cuore oltre l’ostacolo recuperandone 14 e piazzando anche 3 stoppate sostenendo gli extra possessi del team della North Carolina.

Il francese (applausi a scena aperta per lui su un tuffo a rimbalzo) è diventato il nono giocatore nella storia della franchigia a registrare almeno 10 rimbalzi offensivi…

Miles Bridges ha segnato 19 punti con una buona tripla dalla destra su assist di Ball nei minuti finali, Josh Green si è ripreso anche al tiro con un buon inizio match ha portato a casa 15 punti, Tre Mann (11 punti) ha sopperito a qualche momento nel quale Ball è dovuto uscire precauzionalmente per il discorso falli commessi, segnando un paio di canestri dei suoi con incursioni pirotecniche.

13 punti per Brandon Miller che deve tuttavia aggiustare la mira (5/17 dal campo) e 12 per Diabaté a dimostrare che Charlotte ha trovato, se non sempre il ritmo, un attacco equilibrato nello smistamento giocatori mentre nella selezione tiri in alcuni momenti si è fatta davvero molta fatica o si è avuta una fretta del diavolo…

La partita è stata combattuta ed è rimasta sui binari della parità o comunque con le squadre vicine per tutto il tempo se si pensa che nessuno dei due team ha raggiunto la doppia cifra di vantaggio e per 11 volte il comando del match è passato sull’altro fronte anche se i Bucks per un po’ sono rimasti avanti di qualche punto e pareva potessero avere più chance di successo.

Gli Hornets sono stati al massimo sul +5 mentre i Bucks sul +8.

C’è da dire che, specialmente al “The Hive” o Spectrum Center se preferite, Charlotte che la squadra ha cuore ma i ritmi sono sembrati troppo frenetici, imprimere una spinta al gioco e mettere in difficoltà gli avversari attraverso la velocità va bene ma a volte Charlotte pare correre più di come sa fare e questo manda fuori ritmo il gioco.

Per Charlotte, limitare i TO, con i quali avevano litigato a inizio match (gli Hornets finiranno a 10 contro i 9 avversari) è stato un aspetto fondamentale nella vittoria.

Altro fattore decisivo per tenere i Bucks dietro in classifica, è stato il tiro libero, questa volta anche un po’ per demerito degli avversari che dalla lunetta hanno collezionato un misero 45,5 contro l’85,7% di Charlotte.

5/11 contro 18/21 e dire che i FT iniziali erano stati dati quasi tutti agli ospiti con Charlotte ultima nella NBA per tiri liberi battuti e, invece, proprio su due FT è arrivata la vittoria dei Calabroni ma ripercorriamo gli ultimi minuti:

Sul 107 pari la tripla di Miles valeva il + 3 a 2:08

A 1:26 Antetokounmpo si lanciava dritto a canestro, sfilava a destra il blocco di Miller e inchiodava una schiacciata mostruosa sulla quale Bridges in ritardo non ci provava più di tanto (110-109).

Il talento di LaMelo a 1:07 si palesava con una drive dal cambio-passo ficcante e un floater più and one (fallo assegnato a Prince) per il 113-109.

LaMelo Ball, altro ultimo quarto esplosivo.

Sul +4 gli Hornets incassavano 5 punti consecutivi da Connaughton, i primi tre su uno scambio orizzontale ripetuto, una specie di Pick and pop chiuso dal tiratore da 45° a destra, l’inframezzo di Ball come gestione palla sembrava essere un po’ col braccino corto e a ricciolo Connaughton siglava il sorpasso a :19.1 dalla sirena finale (113-114).

Milwaukee già in festa ma con la palla nelle mani di Ball intento a penetrare, Antetokounmpo ha preso a marcarlo e a farlo allargare con il braccio finché il nostro numero uno in velocità è scivolato.

Per la terna si è trattato di fallo (lieve ma ci sta mentre Milwaukee che con Rivers si era già giocata la rewiev prima, vincendola tra l’altro, pensava non fosse fallo) e i due liberi a :07.3 dalla fine hanno siglato il 115-114 finale perché sull’ultima azione il greco dei Bucks ha sfidato Grant Williams prendendosi un jumper dalla lunetta ma il tiro è finito sul primo ferro (buona la marcatura) e la smanacciata di Bridges ha accompagnato cronometro e palla che, rimbalzante in angolo, si è diretta verso la panchina degli Hornets in festa.

Debutto fortunato per la “nuova” divisa City edition color menta, granito e oro con Charlotte abile a salire sul 5-7 in classifica e ora viaggerà verso l’imbattuta Cleveland per la prossima partita.

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.