Game 57: Charlotte Hornets @ Golden State Warriors 92-128

Wendell Moore Jr. (12 pt.) in azione a San Francisco.

SAN FRANCISCO — Stephen Curry e Draymond Green hanno segnato 15 punti a testa e i Golden State Warriors si sono uniti a un gruppo d’élite con la loro 3000a vittoria di franchigia martedì sera vincendo sui resti degli Charlotte Hornets.

Solo altre quattro squadre NBA, i Los Angeles Lakers, i Boston Celtics, i New York Knicks e i Philadelphia 76ers, hanno raggiunto questo traguardo.

Buddy Hield ha segnato 16 punti dalla panchina per guidare i Warriors che hanno vinto quattro partite di fila e sei sulle ultime sette partite, portandosi all’ottavo posto nella Western Conference.

Steph Curry non ha tirato bene, 6/14, incluso un 2/9 da dietro l’arco, anche se non ha avuto molta importanza contro gli Hornets, che hanno perso quattro partite di fila e 13 delle ultime 15 partite.

La differenza l’ha fatta una squadra contro un accozzaglia plasmatica in continua evoluzione/involuzione.

KJ Simpson ha totalizzato 16 punti e sei rimbalzi mentre Seth Curry, che ha passato affranto l’ultimo quarto in panchina, ne ha aggiunti 14 in 16:48 per Charlotte, sembrando l’unico degno di giocare per Charlotte in serata.

LaMelo Ball è rimasto fuori come Jusuf Nurkic.

I Warriors hanno tenuto una cerimonia in campo durante l’intervallo per festeggiare il decimo anniversario della loro squadra campione 2014/15.

Conclusioni Hornets: Charlotte ha commesso 24 turnover che hanno portato GSW a realizzare ben 37 punti.

È l’ottava volta in questa stagione che gli Hornets hanno perso almeno 20 palloni in una partita.

Conclusioni Warriors: l’arrivo di Jimmy Butler ha ringiovanito l’intera franchigia e la sua energia da sola ha fatto sembrare Golden State come una legittima contendente ai playoff.

Momento chiave: Ancor prima della partita Ball (caviglia dolorante) è stato escluso e ciò ha reso gli Hornets ancora più fragili…

Statistica chiave: I Warriors hanno segnato 41 punti nel terzo quarto, l’undicesimo quarto da 40 punti in questa stagione.

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.