Game 38: Charlotte Hornets @ Chicago Bulls 125-123

Per la quarta volta i fratelli Ball si sfidano…

Gli Hornets rientravano dallo Utah per una tappa intermedia in Illinois su un altro parquet sempre ostico per i teal & purple.

Se Chicago vive un leggero momento di crisi, gli Hornets, a ranghi decenti, nelle ultime partite sono sembrati più competitivi ma con i soliti limiti.

Miller in dubbio non ce la fa (è stato annunciato che Brandon ha un legamento rotto al polso destro) eppure, anche con Nick Smith Jr. in campo, Charlotte sembra trovare amalgama e partire bene: suo il passaggio che chiude Mark Williams in alley-oop a 8:55 per il 13-6, eppure, arriva subito il primo break Chicago in una partita che vivrà anche di discreti parziali.

A 6:51 è già 13-15 grazie ad una dunk di LaVine ma con Miller fuori, Lee si decide a giocare la carta Seth Curry che entra bene in partita e – insieme alla panchina- contribuisce spesso a finalizzare (finirà il primo quarto con 11 punti) un gioco di squadra che porta Charlotte a :32.1 dalla prima sirena sul +9 prima che Phillips per Chicago chiuda il quarto con l’appoggio del 36-29.

Seth Curry on fire nel 1° quarto.

Nel secondo quarto Charlotte mantiene un buon attacco ma la difesa non è all’altezza e i Bulls a :2:10 dall’intervallo pescano la solita tripla di Coby White per il 63-64.

Charlotte, scavalcata dopo aver mantenuto a lungo la leadership non si scompone, trova la parità con due FT di Ball nel finale prima che lo stesso play riesca ad intercettare un pallone diretto in angolo e a innescare Bridges per un alley-oop in transizione: 73-71, punteggio alto e tè caldo (si spera e si fa per dire) negli spogliatoi.

Le statistiche dei giocatori Hornets all’intervallo.

Statistiche di squadra a fine primo tempo.

L’inizio della ripresa ricalca quello di partita, cortesia delle triple emesse da Green e Nick Smith Jr. e gli Hornets volano sul +9 (83-74 a 9:33) ma un paio di canestri di LaVine fanno sì che a 4:00 dalla fine della terza frazione, il divario sia ridotto di un solo punto (96-95) prima che gli Hornets debbano affrontare uno dei due peggiori momenti della partita.

Un parziale di 2-6 li portava sotto di 5 che divenivano virtualmente 7 poiché un canestro (lungo 2) di Dosunmu, scappato a Curry sul lato sx, venisse annullato perché arrivato dopo i 24 secondi.

Rimaneva comunque il -5: 98-103.

Gli Hornets però partono sparati e grazie anche a 8 punti di Mark Williams che gioca davanti agli occhi della sorella Elizabeth (giocatrice delle Chicago Sky in WNBA) a 7:14 ribaltano la situazione salendo sul +7: 112-105.

Dopo una lotta cruda sotto canestro tra Vucevic e Williams, il plavo, non contento della decisione arbitrale, prendeva un fallo tecnico e a 5:45 la partita sembrava chiusa quando Green infilava il piazzato su assist di Ball: 119-105, un glaciale +14 (parziale di 21-2) che sembrava poter mandare in porto la partita in maniera quasi sicura.

Chicago ha poi reagito con una serie di 12-0… il vento gelato di Chicago “Vuc” lo scongelava trovando ben 13 punti che a 1:47 facevano ripiombare i Calabroni nell’incubo dell’ennesima beffarda sconfitta.

Finalmente Charlotte tornava a giocare con un po’ di testa e Ball guadagnava due FT: 124-121.

Vucevic, ai quali gli Hornets non trovavano rimedio, replicava con due liberi: 124-123 a 16:3 dalla fine.

Fallo di Lonzo Ball su Micic, mandato da Lee appositamente sul parquet ma il serbo appariva troppo teso: dentro il primo, fuori il secondo, un +2 che non appagava Charlotte a portata di beffa.

L’ultima palla la giocava Chicago, out Williams, dentro Diabaté, rimessa che liberava LaVine, palla a Vucevic che sparava sul cambio ma il close-out di Bridges bastava a far andare storti i piani dei Bulls che però recuperavano palla con LaVine che dalla destra sparava un due lungo dalla destra con Green incollato, cross che sorvolava il ferro mentre Dosunmu al volo a un secondo dalla fine, chiuso dal lungo francese, colpiva l’esterno del tabellone regalando la vittoria a Charlotte che rompeva in maniera meritata ma rocambolesca la serie negativa contro i Tori finalmente.

Qui sotto gli ultimi secondi commentati da Eric Collins e Dell Curry.

Per i Bulls ben 40 punti di Vucevic più 13 rimbalzi, 19 pt. di LaVine, 18 di Coby White, nessun altro giocatore ha raggiunto la doppia cifra sfiorata da Dosunmu con 9.

Cifre di squadra spesso vicine, i Bulls con un 26-34 finiscono avanti con gli assist ma per gli Hornets sono decisivi i punti da second chance con 26 contro 15 e quei pochi FT in più accumulati: 16/20 contro il 13/14 di Chicago.

Hornets che vincono la seconda partita di fila in questa stagione e potrebbero tentare contro Dallas in casa di portare a casa la terza per la prima volta in questa stagione.

Charlotte raggiunge quota 10 vittorie mentre i Bulls perdono la quarta partita consecutiva.

Lonzo Ball, giocando “contro” il fratello minore, ha totalizzato 6 punti, 3 rimbalzi e 3 assist.

Pagelle

LaMelo Ball: 7,5

26 punti (7/19) composto da un 6/10 da 2 punti e da un 1/9 da 3…, 11/13 FT, 9 assist, 2 Stl, 3 TO. Il solito roller coaster guardando le statistiche. Non lusinghiere quelle da fuori, paradossalmente mette un tiro dalla sinistra quasi da fuori dal campo ma si era messo in ritmo in palleggio, se prende e tira, mh… Per fortuna non si intestardisce oltremodo e nel finale – come nel primo tempo – decide di buttarsi dentro dove segna o recupera numerosi FT. Due liberi nel finale per battere i Bulls e poi andare ad abbracciare il fratello, un po’ deluso e più in ombra del fratello LiAngelo Ball vestito come un albero di Natale con dei prismi e dei pendagli di dubbio gusto a bordo parquet…

Nick Smith Jr.: 6,5

15 pt. (6/12), 5 rimbalzi, 4 TO. Gran partenza per Nick che mette qualche colpo anche più tardi. 3/7 da fuori ma l’inesperienza lo porta a perdere qualche pallone di troppo che costa o sarebbe potuto costare caro. Lanciato titolare però non speravo tanto. Porta a casa i suoi punti e gioca con verve e velocità, quello che gli chiedeva il coach.

Josh Green: 6,5

8 pt. (¾), 3 rimbalzi, 2 assist, 2 rubate. Non fa rumore, parte un pochino in sordina poi porta sul +14 Charlotte ma non può molto sulla rimonta dell’home team, può molto sulla conclusione finale di LaVine dove lo francobolla e fa vedere ciò che era considerato a Dallas, ovvero un ottimo difensore sul perimetro.

Miles Bridges: 7,5

21 pt. (8/15), 4 rimbalzi, 3 assist, 1 rubata. Siamo in difficoltà? Squadra giovane mediamente? Palla in cassaforte a Bridges che finalmente varia il suo gioco in maniera intelligente capendo che nella difesa di Chicago c’è parecchia confusione e si possono trovare varchi quindi si butta dentro, appoggia o rimbalza sull’avversario e va in jumper. Limita a 6 le conclusioni da fuori e ne mette la metà. Se Charlotte vince è perché, almeno sul parquet (speriamo anche nella vita), il suo IQ è cresciuto e ha giocato in maniera solida come dimostra un suo rientro su una transizione dei Bulls con palla toccata da dietro e spedita in rimessa dal fondo per i Tori, salvando due punti.

Mark Williams: 7

19 pt. (9/17), 19 rimbalzi, 3 assist, 1 rubata, 2 stoppate. Croce e delizia. Sicuramente in attacco riesce a far valere il fisico e sa andare anche a rimbalzo (ben 7 gli offensivi) ma nel finale non riesce minimamente ad opporsi a Vucevic che col piede perno gira intorno alla sua verticalità però nel finale decide di andare a stoppare un tiro di Lonzo Ball in angolo destro (seconda stoppata di serata dopo aver fermato Patrick Williams lanciato a canestro nel terzo quarto e, grazie a coach Lee, vince un challenge e una palla a due dopo aver toccato rischiosamente palla a LaVine in palleggio con la terna che gli aveva assegnato il fallo contro. Due giocate decisive ma per fare il salto di qualità c’è da provare a fare veramente qualche close-out in difesa, troppe volte rimane passivo sul tiro.

Tidjane Salaün: 5,5

3 pt. (1/3), 3 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata. Inizio davvero da regresso per il francese che sembra lento e con poco ritmo. Pescato in angolo manda a segno una tripla che da ossigeno a Charlotte per il finale e sforna un paio di assist ma ha il peggior differenziale in plus/minus del team: -11 e non è del tutto un caso.

Cody Martin: 5,5

7 punti (3/7), 1 rimbalzo, 1 assist. Buona partenza, nel finale riesce a prendere prima un rimbalzo offensivo importante poi tenta un tiro in girata alla Jordan da due,e una tripla ma ha il braccino corto, in più sbaglia il layup e Chicago sta rimontando. Serve qualcuno di più offensivo. Lee se ne accorge e lo toglie.

Seth Curry: 7

15 pt. (7/10) 2 rimbalzi, 1 assist. Non c’è Miller, entra Smith Jr. E poi? E poi finalmente c’è lui che entra in partita col piglio giusto, flexa anche dopo aver preso un rimbalzo offensivo e segnato. Partenza sparata con 11 punti, poi un altro paio di canestri per puntellare lo score in 17:43. Non super brillante come nel primo tempo nel secondo quando perde un pallone in mezzo al traffico ma prestazione decisiva ai fini della vittoria. Nel primo tempo soprattutto porta calma, esperienza, gioco più ragionato e punti. Basterebbe dargli un po’ più di fiducia…

Moussa Diabaté: 6

2 pt. (½) 3 rimbalzi, 1 rubata. Che fatichi un po’ col trattamento di palla si sa, con meno mordente di altre partite ma chiude bene la porta a Dosunmu senza commettere fallo sull’ultima azione, scelto apposta da Lee per cercare di limitare i tiratori Bulls, ne esce con eleganza ed esperienza. Prestazione da 5,5 ma giocata trasparente decisiva, una sufficienza stirata.

Vasilije Micic: 6

9 pt. (3/7), 3 rimbalzi, 4 assist in 19:25. Nell’ultimo confronto tra le due squadre, la scadente prestazione al tiro del serbo ha contribuito in maniera determinante alla sconfitta e l’ultimo libero mancato (eppure dovrebbe essere abituato a ben peggio dei fischi dei fan locali avendo giocato in Europa) stasera ha tenuto la porta aperta a favore dei Bulls per una beffa ma per ciò che concerne la serata si vede anche dialogare bene con Williams e compagni, sforna 4 assist e mette incomprensibilmente un canestro in entrata veloce contro gente più “fast” di lui. Tutto sommato la sufficienza la guadagna.

Coach Charles Lee: 7

Squadra che finalmente, forse un po’ per necessità anche, gioca più d’insieme, limitando l’indole delle forzature da tre, tiri che comunque non mancano ma ottengono un decente 38,2%. Ci sarebbe da battezzare qualche giocatore richiamandolo magari i certi frangenti a una difesa più attenta ma rispetto il solito, non ci si può lamentare. Chiamata nel finale ottima anche se da brividi. Il challenge è vinto e gli Hornets sono 16-6 in questa particolare statistica.

 

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.