Game 41: Charlotte Hornets Vs Portland Trail Blazers 97-102

Jeffries ringrazia Vasa per l’assist.

Non iniziava sotto i migliori auspici la partita che costituiva il giro di boa della stagione contro Portland poiché tre giocatori di Charlotte si fermavano.

E se l’esperienza di Seth Curry non ci sarebbe stata anche i punti di Miles Bridges e di LaMelo Ball sarebbero sicuramente mancati.

Vincere almeno 6 della lunga striscia casalinga che nessuna squadra NBA vedeva così ampia da decenni, vorrebbe dire restituire un senso, una speranza alla stagione, altrimenti da febbraio potrebbe accendersi la modalità tanking.

I Trail Blazers tentavano subito di intimidire gli Hornets attraverso l’aggressività difensiva cercando di non far respirare Charlotte che accusava il colpo sulle prime due azioni con il rookie Clingan bravo a collezionare due stoppate e a favorire le transizioni ospiti per lo 0-4.

A 8:02, per la squadra di Billups, Grant riusciva a infilare la tripla dell’8-12 ma Charlotte, nonostante l’uscita dal parquet di Cody Martin per infortunio, rispondeva attraverso aggressività difensiva, ritmo e passaggi in più arrivava anche la pioggia di triple in serie: Okogie, Green, N. Smith Jr. e K.J. Simpson, tutti partecipavano ad allontanare Charlotte che a 4:39 segnava due punti con Mark Williams mandando in time-out la squadra dell’Oregon doppiata: 24-12, parziale da 16-0.

Il quarto terminava 30-22 con due FT di Wong a 0:57 dalla prima sirena.

La seconda frazione vedeva raggiungere lo zenit di Charlotte a 9:36 quando un gioco di passaggi raggiungeva Micic in punta fuori dalla linea del tiro da tre, passaggio dietro la schiena in angolo per Jeffries e tripla piazzata brillantemente per il 37-24.

Portland nuovamente in pausa e Hornets che continuavano a mischiare le carte ma i bianchi, bandati di rosso e nero, rimontavano lentamente e i Calabroni raggiungevano il Nadir a 1:23 con J. Grant bravo a elevarsi e a pareggiare a quota 50 dalla destra con la tripla.

Charlotte riusciva a fermare l’attacco di Portland e a racimolare due tiri liberi di Okogie e un goaltending di Green chiudendo sul 54-50 il primo tempo.

I Trail Blazers prendevano il sopravvento nella fase iniziale del secondo tempo andando a segnare con Camara in entrata: challenge speso da Lee sullo spostamento di Micic, la terna assegnava il blocking foul ma il libero andava a vuoto tuttavia a 9:41 una tripla di Simons mandava il game sul 54-61…

Hornets in difficoltà che riuscivano a strappare due palloni con Okogie, dal primo arrivavano due FT splittati, rimbalzo e due punti di Micic, il secondo consisteva in un errore clamoroso tutto solo ma in appoggio.

Charlotte non si arrendeva e a 6:35 raggiungevano il pareggio grazie all’intuizione del play serbo che con un passaggio saltato innescava Williams da sotto che aveva la meglio nell’uno contro uno per la dunk del 61 pari.

La partita, punto a punto, prendeva la china di Charlotte perché in lunetta i Trail Blazers sbagliavano tiro su tiro realizzandone 4/9 e Charlotte chiudeva in vantaggio di 2 (75-73) dopo essere stata sopra di 5.

L’ultimo quarto si giocava ancora sul filo, poi Simons trovava da 27 piedi la tripla mentre quella di Micic chiusa dalla difesa dei Blazers rimbalzava fuori, lo stesso Simons mancava un tecnico per tre secondi nel pitturato di un Williams addormentato ma segnava poi il floater del +5 ospite che diveniva un +7 a 6:40 dalla fine con Avdija in finga and roll layup.

Charlotte non riusciva a rientrare sbagliando troppi tiri e concedendo anche troppi rimbalzi offensivi con un quintetto da small ball che non pagava giungendo al -9 dopo altri due punti (ottenuti in lunetta) dall’israeliano fino alla tripla del -6 di Nick Smith Jr. a 3:45 per l’86-92.

Portland manteneva un possesso disastroso con Camara a gestire male i secondi e il tiro forzato da lontano di Avdija per fortuna rimbalzava fuori evitando la beffa ma il quintetto di Charlotte in attacco produceva poco e Okogie in lunetta faceva ½, sul secondo tentativo riprendeva al volo ma veniva bloccato irregolarmente da dietro da Sharpe e ne metteva due tuttavia poco più tardi mancherà una tripla prima di andare a rimbalzo e cadendo all’indietro, segnare il 93-98.

Avdija però faceva un altro giro in lunetta col tempo agli sgoccioli ottenendo il record in carriera di tiri liberi tentati (14) portando il punteggio a 93-100.

Si giungeva al termine sul punteggio di 97-102.

Per Charlotte un brutto colpo per le speranze residue (poche) di rientrare per la corsa play-in in attesa della partita con i Pelicans ma con le terze linee sul parquet, nonostante l’impegno, si percepiva ci sarebbe stato poco da fare, troppi errori, qualcuno anche tattico dal mio punto di vista con il 54-62 a rimbalzo e l’8-21 nei fast break pagati a caro prezzo per non aver equilibrato il quintetto con un altro lungo nel finale.

Pagelle

Vasilije Micić: 5,5

Due passaggi dietro la schiena belli per il pubblico (sul primo Jeffries va a bersaglio da tre in angolo), qualche iniziativa personale e un buon assist per Williams ma non sempre i suoi tentativi di pass sono calibrati come l’alzata nel finale per Mark bloccata verticalmente sul nascere. 12 punti, 2 assist, 6 TO, non proprio bene considerando il 4/13 (1/6 da tre) dal campo. Un po’ troppo compassato per la small-ball. Senza numeri migliori per facilitare l’attacco, sarà dura.

Nick Smith Jr.: 5

14 punti il primo tempo, finisce a 17 con un 6/18. La fotografia di Charlotte che non riesce più a segnare. Molto cuore, poco risultato, prova in velocità ad andare a prender palla in hand off, esce dai blocchi per cercare di prendere spazio al tiro ma mette solo la tripla nell’ultimo quarto nel secondo tempo collezionando errori e Charlotte esce dalla partita. Fa quel che può ma sostituire Miller non sarà semplice.

Josh Green: 5,5

12 punti il primo tempo, finisce a 14 con un 5/9. Anche lui lo specchio del calo degli Hornets nel secondo tempo. Ora che è arrivato Okogie, forse ha solo il vantaggio di tirare meglio sugli shot di rottura.

Cody Martin: s.v.

0 pt. (0/3), 1 rimbalzo, 1 assist. Gioca 4:49 poi è costretto a uscire per problemi fisici. Troppo poco per un giudizio vero nonostante i tre tentativi a vuoto.

Mark Williams: 5

15 punti e 9 rimbalzi ma -12 in +/-. Lo trovo lento, poco agile e scattante, sia sui passaggi che non sono perfetti da raggiungere nel suo range in attacco che in difesa dove non è un fattore nonostante le 3 stoppate. Buono l’inizio con la squadra che gira attorno a lui ma poi si perde. Troppi errori.

Josh Okogie: 7

16 punti (3/8), 10 rimbalzi, 3 rubate. Grande impegno tra alti e bassi, palloni recuperati aggressivamente, errori al tiro (clamoroso l’appoggio mancato tutto solo) ma anche FT extra recuperati in lunetta o possesso sul rimbalzo dal FT da lui stesso mancato (9/12 in lunetta). Non si può chiedere a lui – giocatore difensivo – di segnare con continuità.

KJ Simpson: 5,5

7 punti (2/7), 5 rimbalzi, 2 rubate. Buon impegno, una bella tripla nel primo quarto ma poco ficcante e molto fumoso.

Isaiah Wong: 5

4 punti, 1 TO, 3 falli. Buona partenza tanto che sembra essersi incarnato il lui lo spirito di Bogues ma poi non riesce a trovare spazi e lo spirito emigra, tutto si disfa. ¼ al tiro.

Moussa Diabaté: 6,5

6 punti (3/6), 6 rimbalzi, 2 assist, 2 rubate, 2 TO. Merita più spazio per impegno, decisione e risultai. Supera i 20 minuti ma nei quintetti proposti da Lee è stato sul parquet con Williams, il coach decide per la small ball ma sarebbe servito nel finale per limitare qualche rimbalzo offensivo dei Trail Blazers e anche quanto . Grant gli strappa la palla contesa approfittando del fisico, lui torna a stopparlo alla grande così come mette una jam con la stessa grinta.

DaQuan Jeffries: 6

6 punti con 2/5 e 4 rimbalzi. Quando può mette il tiro da fuori (2/4 con uno che gli salta via) e cerca di rimanere ordinato in difesa tra box e attenzione alla posizione. Anche lui nel finale, con pochi tiratori, dal mio punto di vista è mancato non essendo stato più inserito.

Coach Charles Lee: 5

Per me errori tattici nella selezione dei giocatori in base al momento nonostante l’inizio brillante e la poca scelta qualitativa a disposizione.

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.