Game 52: Charlotte Hornets @ Orlando Magic 86-102

Taj Gibson, doppia doppia per lui.

Per fortuna mancano solamente 30 partite alla fine dell’ennesima (la terza di fila) disastratissima stagione.

La partita si divide essenzialmente in due tronconi quasi esattamente sovrapponibili.

Il primo tempo è equilibrato perché gli Hornets schierano Nurkic e perché Orlando si intestardisce con il tiro da fuori sbagliandone in quantità industriale, il secondo è quando Orlando comincia a rimettere più fisicità in difesa ma soprattutto a segnare anche da tre riuscendo a sganciarsi in maniera netta in poco tempo mentre gli Hornets si ricordano di non avere Ball e la barca di Lee affonda velocemente nel lago Eola nonostante l’esordio del nuovo Baugh bagnato da 16 punti.

“Meglio” di lui fa solo Bridges con 19 punti ma con un terribile 6/23 al tiro.

Miles è uno dei primi tiratori NBA degli ultimi tempi di tutta la lega per FGA e questo Orlando lo sapeva e quindi gli è stata resa la vita difficile mentre Charlotte oltre all’evidenza di non avere scorer ha unito il fatto di giocare con quintetti improbabili per chimica (conoscendosi poco) e adattati complessivamente nel ruolo, giocando a tratti con una small Ball che ha prodotto solamente fratture nelle marcature e concesso troppi open agli avversari come ad esempio Banchero che ha cominciato a segnare da fuori proprio quando gli è stato lasciato molto spazio… tra l’altro Paolo, insieme a Franz (Wagner) superano singolarmente Bridges per tiri tentati nell’ultimo periodo.

Lee, in piena emergenza senza Diabaté poi ci mette del suo lasciando in panchina un tiratore come Seth Curry per tutta la partita e gli Hornets chiudono con un 39,5% al tiro…

Per Orlando Paolo Banchero ha totalizzato 24 punti e catturato 8 rimbalzi, Franz Wagner ha aggiunto 16 punti e 7 rimbalzi mentre Anthony Black è uscito dalla panchina per segnare 18 punti.

Kentavious Caldwell-Pope dei Magic e Nick Smith Jr. degli Hornets sono stati espulsi negli ultimi secondi del primo tempo dopo uno scontro verbale in campo che li ha portati all’uscita per motivi differenti e in differita di qualche secondo.

Conclusioni Hornets: Con LaMelo Ball (caviglia destra dolorante) e il centro Moussa Diabaté (abrasione all’occhio destro) aggiunti alla loro lunga lista di infortuni, gli Hornets vanno alla pausa dell’All-Star Game avendo perso nove delle ultime 10 partite disputate, un ottimo corroborante non per il morale ma per il Draft, NBA permettendo…

Conclusioni Magic: Jalen Suggs, che ha saltato la sua nona partita consecutiva per una contusione al quadricipite sinistro e la sua 19a partita dal 3 gennaio, dovrebbe tornare dopo la pausa dell’All-Star.

La vittoria di mercoledì è stata solo la quinta di Orlando in 19 partite senza Suggs, facendo scendere i Magic dal quarto al nono posto nella conference.

La partita e il momento chiave: Nurkic segnava subito da due punti e il nuovo Baugh infilava a 3:11 una tripla con estrema sicurezza portando una gara combattuta sul 18-17 per Charlotte che con la panchina sul parquet si perdeva a cavallo dei primi due quarti andando sotto di 13 punti quando, a 10:37, Franz Wagner segnava il pullup del 20-33.

Charlotte però si riprendeva segnando qualche canestro e finalmente la terna, dopo un primo tempo indecoroso nel quale se l’era mangiato, si ricordava di avere il fischietto, punendo la difesa aggressiva oltre le il limite di Orlando così a 47 secondi dall’intervallo due FT di Baugh riportavano a -1 Charlotte (43-44) e Gibson segnando in jumper dalla linea di fondo a 5 secondi dalla fine mandava le squadre negli spogliatoi non prima che Bridges segnasse un tecnico per l’espulsione di Caldwell-Pope.

46-44, palla tirata da Nick Smith Jr. in direzione di un giocatore di Orlando e tecnico prima dell’inizio della ripresa con la squadra della Florida a -1.

Orlando prendeva un leggero vantaggio ma due FT di Bridges più una delle transizioni con le quali Charlotte si era sostentata nei primi 24 minuti facevano guadagnare il +5 ai Calabroni, Miles lanciato, palla laser nell’angolo ad un teletrasportato Green e tripla pulita per il 53-48 a 8:20 dal sound della terza sirena di serata.

Da lì in poi però i giocatori rimasti agli Hornets non reggevano: Cole Anthony e Paolo Banchero erano abili nel segnare due triple a testa così i Magic raggiungevano ed abbandonavano anche il ritrovato punteggio in parità (55-55) prendendo un vantaggio di 12 punti negli ultimi sei minuti del terzo quarto conducendo sempre in doppia cifra per il resto del quarto.

Partita in discesa per i Magic, Hornets fermi in difesa che lasciavano troppo spazio sul perimetro buona solo per far raggiungere a Gibson la doppia doppia e a far riposare i fan per qualche giorno visto che il break dell’All-Star Game (tra l’altro è in atto una polemica da parte di qualche fan perché LaMelo, infortunio o no, non è stato chiamato a giocarlo, nemmeno poi come riserva degli infortunati ma allo spettacolo ormai da intrattenimento di bassa lega personalmente preferisco si riposi e non sforzi la caviglia) interromperà la serie di sconfitte incassate.

Statistica chiave: La squadra con il peggior tiro da 3 punti della NBA, ovvero i Magic, ha realizzato solo un 5/21 (23%) nel primo tempo, poi sono tornati con un 9/22 (41%) nel secondo tempo.

Pagelle

Elfrid Payton: 5

4 pt., 4 rimbalzi, 7 assist. Nonostante il numero di assist non riesce a dare ritmo all’attacco degli Hornets e nelle soluzioni personali chiude con un 2/6 (tutto da due punti) non sembrando nemmeno lontano parente di Ball. Fa ciò che può ma non è abbastanza a far girare l’attacco. Partito benino si perde alla distanza. Segna alla seconda uscita il suo primo canestro con l’uniforme Hornets.

Nick Smith Jr.: 3

2 pt., 1 rimbalzo, 3 assist. Poco più di 16 minuti per lui e tutti nel primo tempo chiuso con uno scadente 1/5. Per una squadra già ampiamente rimaneggiata è imperdonabile che qualche secondo dopo aver visto l’espulsione di Caldwell-Pope venga espulso a gioco fermo – una frazione di secondo dopo la luce rossa dell’intervallo – per aver tirato (seppur blandamente) la palla addosso ad un giocatore di Orlando. Bitadze ringrazia e festeggia, lui va negli spogliatoi e fa infilare nel tunnel anche Charlotte che apre il secondo tempo a gioco fermo con un tecnico contra per causa sua.

Josh Green: 6

16 punti, 1 assist, 1 rubata. Una delle migliori partite dell’aussie a livello realizzativo. Chiude con 7/12 con un paio di highlight oltre la sua solita tripla piazzata dall’angolo; prima un alley-oop lanciatissimo sul quale si appende facendo il giro del ferro, poi una steal con la punta delle dita, il passaggio di ritorno di Baught e la jam al plastico in transizione per evitare eventuali ritorni. Nel marasma generale non basta ma si vede più personalità anche se mi aspetto di più in difesa da lui con qualche crepa e rimbalzi…

Miles Bridges: 5

19 punti, 8 rimbalzi, 4 assist, 1 rubata. Tanti tentativi (6/23) per cercare di tenere in piedi la squadra ma è iconico quello dove gira con lo spin dinamico intorno all’avversario compassando intorno alla linea laterale dell’area, alzata e stoppata di Bitadze in aiuto. Le canotte grige gli rendono la vita difficile e lui sbaglia troppo forzando nel secondo tempo, tiri da fuori compresi.

Jusuf Nurkic: 6,5

9 pt., 8 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata, 1 stoppata. Si rende conto di avere intorno tanti ragazzi giovani e cerca di mettere insieme qualcosa che faccia la differenza. Segna subito per Charlotte e intorno al ferro gira bene riuscendo anche in un paio di appoggi alla sua maniera, il problema è che il suo esordio dura soltanto 15:39 con Lee che preferisce farlo entrare gradualmente nelle rotazioni vista l’inattività o la bassa attività dell’ultimo mese con i Suns. Ancora deve palesarsi il fantasma di M. Williams, gli Hornets non hanno fretta di farlo tornare dal limbo, anche perché la bestia bosniaca se trova difese così porose può sostituire bene Mark ma al momento con minuti limitati. La sua mancata presenza nel secondo tempo fa volgere ai titoli di coda anticipatamente.

Taj Gibson: 5,5

10 punti, 12 rimbalzi, 1 stoppata. Va in doppia doppia ed era partito anche decisamente bene stupendomi (vedi la putback jam) poi si perde in tutto, da rimbalzi non catturati a un paio di tiri mancati ma soprattutto ad una difesa non all’altezza tra falli spesi e canestri concessi per poco atletismo ormai. Gioca 21:37 va sul -5 in plus/minus.

Damion Baugh: 6

16 punti, 4 rimbalzi, 3 assist. Un -17 in +/- dovuto anche al fatto che il simpatico neo-acquisto dal cognome dal sound onomatopeico di un cane con la raucedine di Charlotte si prenda in faccia diverse conclusioni, anche da fuori nel secondo tempo, dovendo a volte marcare giocatori più alti di lui non del suo ruolo. In attacco chiude con un 5/8 mostrando un tiro da tre confidente (2/4) e buona attitudine e personalità ai tagli decisi in entrata. Sicuramente compensa in attacco diverse lacune di Charlotte ma non basta. Esordio positivo comunque.

Isaiah Wong: 5

7 punti (3/7), 1 assist. Gioca 15:47 ma per giocarli al meglio dovrebbe avere una copertura. Troppo minuto ed esile, fatica in difesa finendo con un -10 anche se qualche punticino lo racimola.

DaQuan Jeffries: 4

0 pt., 2 rimbalzi, 1 rubata, 1 blocco. La magia di Jeffries è finita. Il -22 in +/- è eloquente e non bastano la stoppata o quel paio di rimbalzi in 26:27 giocati. Anche a causa sua la difesa di Charlotte risulta semplice da battere. Perde una palla in attacco calpestando la linea di fondo e sbaglia tutte e 4 le conclusioni tentate (3 da fuori) perdendo il tocco che sembrava avere in precedenza. Glie l’avranno rubato i Monster.

Tidjane Salaün: 4,5

3 punti, 3 rimbalzi, 1 assist in 20:19. Se vuoi perdere metti dentro Salaün. A parte la buona tripla lasciamo perdere… non voglio stroncarlo ma dovrebbe giocare in G-League oggi.

Coach Charles Lee: 5

Non può molto con una squadra fuori ma le sue scelte sui giocatori e sui quintetti sul parquet mi lasciano perplesso. Alienante e frustrante veder la squadra uscire di colpo dalla partita dopo aver disputato un buon primo tempo per ciò che poteva fare.

Versione corta.

Versione lunga.

 

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.