5 names

Steve Clifford, il coach degli Hornets, qualche giorno fa, aveva annunciato che non sarebbe stato più l’allenatore di Charlotte per la prossima stagione pur rimanendo nel franchise con un differente ruolo.
Charlotte si sta guardando intorno prendendo di mira i migliori giovani assistenti noti per lo sviluppo dei giocatori.
Potrebbe essere un indizio sul fatto che Charlotte voglia costruire un roster in buona parte giovane sul quale puntare?
Tutto può essere ora che il roster degli Hornets pare essere un magma bollente pronto ad eruttare e spargere i suoi pezzi oltre la bocca del vulcano, da un possibile disastro a una forza dirompente, tutto è possibile.
Di sicuro spero che gli Hornets riescano a costruire un roster equilibrato dove il talento dei giovani si fonda con l’esperienza di qualche buon elemento più anziano, il che porterebbe giovamento senza trascurare l’aspetto atletico e l’intensità del gioco, altri fattori fondamentali oggi, altresì come la difesa, aspetto nel quale Charlotte dovrà assolutamente migliorarsi con dei ritocchi per essere competitiva.
Puntare comunque su un giovane coach per trovare un osmosi psichica con la squadra e poi lavorare tutti insieme con un’unione di intenti per far partire ciò che vuole essere un nuovo progetto è una buona soluzione per spazzare via anni di recenti delusioni e dare un’aria nuova all’ambiente.
Non va dimenticato però che a Charlotte i playoff mancano da 8 anni ed anche se la squadra sarà in parte nuova, l’obiettivo minimo per la prossima stagione dovrebbe essere quello per non ripiombare in un voglio ma non posso, talvolta in siamo belli ma inconcludenti…
Tornando al discorso coach, gli Hornets hanno già ottenuto il permesso di parlare con quattro assistenti allenatori, riferisce Adrian Wojnarowski di ESPN, e altri nomi sono stati lanciati.
È presto, ma ecco alcuni (cinque) nomi da tenere d’occhio saranno questi:
David Adelman (Denver Nuggets)

Figlio del leggendario allenatore Rick Adelman, il giovane Adelman è stato un allenatore concentrato sullo sviluppo dei giocatori a livello NBA per 13 anni.

Ha trascorso una stagione con gli Orlando Magic, ma dal 2017 è stato con i Denver Nuggets, diventando capo allenatore associato e ricevendo elogi da Nikola Jokic mentre faceva parte della squadra che ha vinto un anello la scorsa stagione.

La scorsa estate ha fatto un colloquio per il lavoro di capo allenatore di Toronto.

 

Jordi Fernández (Sacramento Kings)

Fernandez ha già un’estate impegnativa davanti a sé come capo allenatore di una squadra nazionale canadese diretta alle Olimpiadi di Parigi (Shai Gilgeous-Alexander, forse Jamal Murray, Dillon Brooks, RJ Barrett e altri nomi NBA).

Fernandez ha allenato il Canada vincendo la medaglia di bronzo alla Coppa del Mondo FIBA la scorsa estate.

Anche Fernandez faceva parte dello staff di Denver, ma lo ha lasciato per diventare capo allenatore associato a Sacramento e ha un paio d’anni di esperienza come capo allenatore della G-League con i Canton Charge.

Ha preso parte al processo di colloquio per diversi posti vacanti di capo allenatore negli ultimi due anni.

 

Charles Lee (Boston Celtics)

Lee è assistente NBA ormai da un decennio, la maggior parte del tempo sotto Mike Budenholzer, prima ad Atlanta e poi seguendolo a Milwaukee, dove Lee faceva parte dello staff del campionato NBA 2021.

Lee è un ragazzo che è stato visto in giro per la lega come possibile capo allenatore per un po’, ha preso parte a diversi colloqui per questo.

Quando Budenholzer fu licenziato la scorsa estate, i Celtics assunsero Lee come assistente principale di Joe Mazzulla a Boston.

Lee fece già un colloquio per il lavoro negli Hornets quando assunsero Kenny Atkinson (ma la cosa andò in pezzi e all’improvviso gli Hornets chiamarono Clifford).

 

Chris Quinn (Miami Heat)

Quinn è un altro nome che da anni cerca lavoro come capo allenatore.

Ha il curriculum: un ex giocatore NBA che ha trascorso gli ultimi dieci anni a Miami imparando sotto (probabilmente) il miglior allenatore del gioco, Erik Spoelstra.

Quinn è stato il responsabile dello sviluppo dei giocatori per un franchise noto per ottenere il massimo dai giovani giocatori, questo è un enorme vantaggio.

 

Kevin Young (Phoenix Suns)

Young è stato uno dei finalisti per il lavoro dei Suns quando Phoenix ha portato Frank Vogel e con ciò ha ribaltato lo staff tecnico ad eccezione del molto rispettato e benvoluto Young (che secondo quanto riferito è l’assistente più pagato del campionato). Ha esperienza come capo allenatore a livello di G-League e inoltre è stato assistente principale ora nello staff di Monty Williams e Vogel: è una persona che molte persone del front office in tutta la lega pensano meriti la sua possibilità.

Chiunque diventerà il prossimo allenatore a Charlotte assumerà la guida di una squadra in ricostruzione che dovrebbe avere buoni innesti dal Draft e dal mercato con talenti come Brandon Miller e in teoria LaMelo Ball se riconfermato (gli Hornets per ora non lo mettono in discussione) per via dei dubbi sulla sua salute fisica.

 

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.