Game 15* – Charlotte Hornets Vs Washington Wizards 119-97

Intro

Facciamo un balzo indietro.

Va in scena nel matinée nordamericano il recupero della gara saltata a causa Covid-19 tra Hornets e Wizards.

Torniamo a gara 15 e lasciamo da parte i Trail Blazers che avremmo dovuto affrontare oggi se la NBA non avesse propeso per il recupero cercando di far rientrare i Maghi in un alveo di partite simile alle altre squadre.

Vincere è d’obbligo per alimentare i desideri.

Recuperare e desiderare, due verbi fantastici dall’etimo da sviscerare, sorprendente.

Recuperare significa prendere indietro (re-indietro, càpere-prendere).
Sebbene il gesto del prendere sia fisicamente fondamentale, alla base della nostra esistenza e vari in sfumature come il ricevere, l’afferrare, ecc., questa parola dovrebbe far riflettere.

Pensare di ritrovare una cosa che si desiderava o una persona amata (ritrovamento di qualcosa andato perduto o rubato o qualcuno disperso o in disarmonia con noi fino alla rottura del rapporto) lascia rivivere sensazioni ed emozioni perdute a volte nel tempo.

Riacquisire ciò che avevamo smarrito e perso è un fondamentale desiderio.

Gli Hornets dovranno anche ridurre lo scarto dall’ottava piazza (recuperare posizioni) per osservare le stelle da vicino.

Desiderare significa, invece, distogliere (de) lo sguardo dalle stelle.

Qualcuno ha aperto la controversia sui desiderantes, soldati romani, dice il Professor Umberto Galimberti (citando il De bello gallico di Giulio Cesare), che osservando le stelle speravano che i commilitoni tornassero dalla battaglia.

Desiderio e volontà, due parole sovrapponibili che vanno a braccetto confondendosi talvolta.

Il desiderio è un’anticamera, può essere una trappola, un’utopia o una splendida anticipazione di qualcosa che vorremmo ma di cui non disponiamo.

Nel buddismo lo si rifugge a livello filosofico, ne diventiamo schiavi, tuttavia se state tifando per gli Hornets, tutti starete desiderando di vincere la sfida contro i Wizards, i fan di tutte le squadre, in generale, desiderano, sognano di vincere un anello e lo sforzo prodotto dagli atleti che non si accontentano va in direzione di un desiderio che brucia, arrivare al massimo traguardo possibile in ciò che si fa.

Gli Hornets avranno la necessaria determinazione per rompere la serie negativa da due sconfitte e ripartire?

Lo scopriremo presto…

Analisi

Una partita da vincere partiva male: 0-7 e nessuno sbocco offensivo per Charlotte che trovava tuttavia un super Zeller con mantello incorporato per sbloccare i Calabroni.

La squadra di Borrego si scioglieva, Miles faceva la voce grossa in difesa, Rozier, Ball e Hayward colpivano, Washington, nonostante Beal, si squagliava velocemente: +17 all’intervallo, +29 a fine terzo quarto (102-73).

Linguaggio del corpo pessimo per gli arrendevoli uomini di Brooks che spesso non costruivano ma sparavano oppure si affidavano alle iniziative personali del duo Bela/Westbrook.

Il primo è andato bene con 31 punti, il secondo si è fermato a 12 (4/9) fornendo paradossalmente più rimbalzi (11).

Nella penuria di uomini in doppia cifra dei Wizards troviamo Robin Lopez con 14 punti e Neto con 10.

Male i titolari Len (uscito prestissimo), Hachimura e Avdija, su tutto il fronte.

Hornets superiori quasi in tutto, ecco qui le statistiche:

La partita

I quintetti:

1° quarto:

Brutta partenza per gli Hornets che oltre a lasciare la solita palla a due agli avversari sui facevano colpire da Beal due volte (la seconda era una tripla) e da Avdija per uno 0-7 non ben augurante.

La reazione era affidata solo a Zeller che in entrata batteva Len, poi, esplodendo la sua prima tripla stagionale ci portava sul -2 riuscendo a pareggiare anche con un tocco alto ravvicinato con Beal come un cinghiale sullo stomaco senza che gli arbitri fischiassero un clamoroso fallo.

I Wizards ripassavano avanti con Len, il quale dopo esser stato stoppato, riprendeva palla e realizzava da sotto.

Altro fallo non fischiato a favore degli Hornets ma arrivava in aiuto ancora la buona mano di Zeller che portava a casa altri due punti e anche una pala in difesa, recuperata fortunosamente.

Fallo di Avdija su Rozier (il meno netto dei tre) e Hornets avanti di due fino al nuovo pari di Westbrook.

Hayward da tre punti spareggiava la partita così, anche se Hachimura entrava in lunetta a 7:24 per realizzare due liberi, gli Hornets continuavano a conservare il vantaggio (14-13).

P.J. mancava il tiro ma Zeller “zompava” alto sulla palla regalando a Hayward altri tre punti per direttissima.

Sulla deep 3 di Ball dalla diagonale sinistra a 6:33, Brooks chiamava il time-out (20-13).

Zeller portava a casa altri due punti dalla lunetta grazie al fallo di Robin Lopez a 5:59.

Battaglia tra centri: multi-spin hook di Lopez e teardrop di Zeller su bell’imbeccata di Rozier per il 24-15.

Monk da tre rompeva le offensive tra titani realizzando il 27-15 con gli Hornets a viaggiare con la fibra più veloce ma i Wizards si attaccavano al collegamento iniziando a segnare con molta più continuità: da R. Lopez e il suo hook ai due liberi a segno di Westbrook, i Wizards tornavano sul -5, 29-24.

Passaggio di Ball per Bridges che si districava bene tra un paio di difensori appoggiando il trentunesimo punto Hornets.

A :55.7 arrivava anche la tripla di P.J. Washington per il +8 (34-26) ma i Maghi chiudevano il quarto con la tripla di Bertans e il reverse layup al vetro di I. Smith stoppato tardivamente da Bridges (34-31).

Il netto fallo di Beal su Zeller a inizio partita non fischiato. Nonostante ciò, Cody riuscirà a segnare a “occhi chiusi”… Foto tratta dalla pagina ufficiale degli Charlotte Hornets.

2° quarto:

Bella partenza, invece, per i Calabroni nel secondo quarto: reverse mancato da LaMelo ma nell’aria a seguire c’era Miles che schiantando una boom nel cesto avversario faceva esplodere i tifosi Hornets nel raggio terrestre…

Hayward con una finta si liberava dell’accorrente avversario e andando dentro ad appoggiare in banker andava sul sicuro.

Westbrook da tre cacciava un sibilo strano: air-ball ma si rifaceva poco più avanti conquistando un rimbalzo offensivo e segnando dalla media oltre Hayward (38-34).

Una palla toccata di piede salvava l’attacco degli Hornets impaludatosi a tre secondi dai 24…

Sul nuovo cronometro a 14 LaMelo aveva tempo per l’entrata vincente mentre Neto non funzionava al tiro per i grigi…

Rozier, sfruttando il blocco in area di Zeller, l’oltrepassava andando a realizzare il pull-up.

I Wizards tornavano forte con una schiacciona di Beal infilatosi nella zona degli Hornets e con una tripla della stessa scatenata guardia che comprendeva nel pacchetto il fallo di Rozier sul bloccante Lopez che entrando in lunetta (8:29) mancava tuttavia l’occasione da 4 punti.

Quisquilie l’1/2 di Zeller dalla lunetta e il fallo gratuito di I. Smith su Bridges che non avrebbe mai raggiunto un pallone indirizzato altissimo verso di lui ma a far ripartire decisamente Charlotte era una bomba di “Scary”.

Smith segnava nel suo stile rapido mentre Hachimura, più lento, era bloccato prima da Bridges e poi stoppato nettamente da dietro da Rozier, lestissimo così gli Hornets riuscivano a portarsi sulla doppia cifra di vantaggio con Malik che mancava da sotto il tiro, riprendeva il rimbalzo e sparava da due lungo su Len per il 51-41.

Rozier con l’appoggio arrivava con i tempi giusti dopo essersi avvantaggiato dal cambio improvviso di velocità.

Il rookie dei Wizards ne infilava due ma Ball abbandonava in tutta velocità un pigro Westbrook per depositare due easy point.

A 4:22 LaMelo faceva secco anche l’israeliano da oltre l’arco e Monk mancando un reverse layup faceva felice il condor Bridges che come un avvoltoio si fiondava sulla palla in aria per una put-back dunk dallo stile inconfondibile.

A 3:33 Rozier segnava ancora da fuori e le frecce a bersaglio degli Hornets sul corpo del povero Brooks erano ormai 10 su 20 scagliate per il 63-44…

A 3:01 fallo chiamato contro Bertans, LaMelo aggiungeva altri due punti per il +21…

Bridges faceva buonissima guardia su Westbrook intenzionato alla penetrazione e si sacrificava in close-out su Bertans che mancava la tripla tuttavia Washington, dopo una tripla mancata da Beal, riuscirà con lo stesso a realizzare da sinistra su una timida difesa di Rozier.

Poco male se Wagner abboccava alle irresistibili finte di Hayward che al plexiglass affidava altri due punti mandando al tappeto la squadra dalla divisa a stelle e strisce.

Peccato per il FT addizionale errato ma gli Hornets andavano comunque a riposo avanti nettamente grazie anche alla stoppata di Biz su Westbrook per vendicare un Rozier mezzo travolto sulla rimessa dal fondo precedente da Beal (niente fischio ancora una volta incredibilmente) e a due FT di Hayward a :20.9 per il 69-52.

3° quarto:

Per vedere sbloccare il risultato nella ripresa occorrevano 59 secondi: fallo di Bertans e 2/2 di Hayward ai liberi.

Era il refrain del quarto…gli Hornets giochicchiavano e i Wizards guadagnavano FT per Beal e Westbrook.

Ad alimentare un po’ la vivacità della partita ci pensava Rozier che a 9:41 raccoglieva un passaggio a livello parquet catapultando un catch n’shoot da tre per il 74-55 quindi dal corner sinistro per l’82-60 completando con un tecnico battuto a 6:16 (dopo due punti acrobatici di Monk oltre Avdija) e due punti creatisi da solo colpendo in preciso pull-up pur toccato basso.

Se si attivava anche Hayward erano dolori per gli arrendevoli Maghi: appoggio volante ritardato per eliminare la presenza di Mathews, entrata twisting che faceva venir il mal di testa ancora una volta al malcapitato Mathews (94-69)…

Brooks, già sulla graticola, iniziava a friggere ma tra i problemi di salute avuti dai suoi e senza reali protettori dell’anello, la squadra cedeva ancora anche sul perimetro.

La tripla di Miles mandava sul +28 gli Hornets quella di Monk (:28.7) faceva superare ai Calabroni la barriera dei 100 (102-73).

Robin Lopez si arrende al bandito dal paradenti a sigaro, tal Miles Bridges. Foto tratta dalla pagina ufficiale degli Charlotte Hornets.

4° quarto:

Garbage time inaspettato per Borrego che inizialmente sceglieva una formazione mista con Ball e Zeller sul parquet tra i titolari ed era proprio da una drive del primo con assist per il secondo a portare due punti a Charlotte a 9:06 con il Cody nazionale a fintare e schiacciare il 106-78.

Un left scoop nel traffico di Ball valeva il 110-84, Charlotte con i due gemelli Martin in campo e Richards sul parquet poco più tardi, concedeva un leggero rientro agli ospiti ma non c’era partita.

A 2:22 un tecnico a nostro favore battuto da Monk fissava il 117-93, punteggio smosso per i nostri color da due FT di Cody Martin, colpito dopo l’assist del fratello Caleb.

Finiva 119-97, ora gli Hornets avranno test importanti alla portata per dirci se questa squadra oltre che desiderare e sognare, potrà riportarci ai playoff già quest’anno dopo troppi anni d’assenza.

LaMelo Ball: 7,5

19 pt. (7/17), 7 rimbalzi, 5 assist, 1 rubata, +14 in +/-. 1 TO in 30:30. L’attacco bilanciato di Charlotte gli “impedisce” d’esplodere a livello di punti ma vince spesso il duello con il suo avversario. A tratti trascina la squadra, attacca il canestro anche se prende qualche stoppata ma recupera anche liberi e da tre sa tirare da lontano con perfetta rotazione come un novello Trae Young.

Terry Rozier: 8,5

26 pt. (9/14), 3 rimbalzi, 4 assist, 1 stoppata, +29 in +/-. 1 TO. Il mattatore della partita pur in un attacco equilibrato con 5/9 da tre punti. Colpisce ripetutamente con tiri dalla parabola perfetta trasformando in oro anche palloni gettati un po’ così dai compagni come quello raccattato per terra nel primo tempo e spedito in retina da oltre l’arco. Buonissima meccanica di tiro, morbido e fluido, segna anche da due in pull-up sbagliando poco in serata. Quando riesce a tenere alte le statistiche al tiro abbiamo molte più possibilità di vittoria. Un terminale offensivo importante che in serata si aggiunge come uomo assist e rifila da dietro anche una netta stoppata ad Hachimura dando un discreto contributo difensivo.

Gordon Hayward: 8

27 pt. (8/16), 5 rimbalzi, 3 assist, 2 rubate, +27 in +/-. 2 TO in 30:15. Solito skill set da paura con finte più da mimo che da giocatore di basket ma il Pierrot lo fa Brooks che piange ogni volta che Gordon decide seriamente di mettersi in azione. Guadagna 10 FT, manca due and one, ma termina con un discreto 7/10 in lunetta. Se la difesa avversaria non è eccezionale o è allentata, sa colpire in entrata come gli accade in serata. Aggiunge due triple su sei tentativi.

P.J. Washington: 6

3 pt. (1/7), 5 rimbalzi, 4 assist, 1 rubata, 1 stoppata, +17 in +/-. 2 TO in 28:07. 5 falli. Rientra con qualche difficoltà. Nello shootaround pare non concentratissimo, sembra più divertirsi e tentare tanto per… in partita continua così. Evidenti problemi al tiro, peggiorato molto dallo scorso anno, tripla sul finire di primo quarto a parte, finisce con un misero 1/7 facendo valere poco il suo fisico sotto le plance dove avrebbe avuto la serata per attaccare i non fenomenali dirimpettai. Troppo falloso, almeno entra nel vivo del gioco della squadra fornendo assist ma è una risicata sufficienza con la condizionale per l’infortunio.

Cody Zeller: 7,5

16 pt. (6/9), 7 rimbalzi, 2 assist, 2 rubate, 1 stoppata, +14 in +/-. 4 PF. Gran partenza. Sembra Zeller contro Washington, segna tutti i primi punti Hornets fino a pareggiare da solo. Lottando, subisce un paio di colpi (manata di Lopez) recuperando palloni per falli offensivi. Per il resto fa ordinaria amministrazione quando anche i suoi compagni si decidono nell’entrare in azione.

Bismack Biyombo: 6,5

0 pt. (0/1), 2 rimbalzi, 2 stoppate, +5 in +/-. Zero punti in 10:39, ci prova una volta in schiacciata, viene fermato, lui lamenta un fallo che forse c’era. Comunque sia da di più in difesa dove si fa notare con una stoppata da antologia sul povero Hachimura che in serata ne aveva già subite un altro paio clamorose.

Miles Bridges: 8

11 pt. (5/10), 14 rimbalzi, 2 assist, 1 stoppata, +12 in +/-. 2 TO. Avvoltoio in attacco mina il canestro dei Wizards con due put-back dunk notevoli ma a parte lo spettacolo, è in difesa dove intimidisce gli avversari. Limita molto bene Westbrook o l’avversario di turno. Lo si vede anche in generosa uscita su Bertans, farlo sbagliare da fuori. Duella anche con Beal a fortune alterne mentre i 14 rimbalzi gli garantiscono una solida doppia doppia. Dopo la bruta prestazione con Utah era il tonico che ci voleva.

Caleb Martin: 5,5

4 pt. (2/9), 6 rimbalzi, -11 in +/-. 1 TO. Come al mercato fate voi il prezzo. Alterna cose orribili come quando si schianta nel primo tempo a uno all’ora contro il grigio muro e serve all’indietro Lopez favorendo il fast break avversario, manca due liberi ma poi in entrata mette un appoggio non semplice e un circus shot in reverse nel quarto finale. Vanno bene i 6 rimbalzi ma non ci siamo con la poca concretezza sotto canestro. In difesa pressa anche ma è facilmente valicabile.

Malik Monk: 6,5

11pt. (4/11), 7 rimbalzi, 1 assist, +13 in +/-. 31:41 sul parquet. Iniziative per proprio conto talvolta poco armoniche ma in qualche caso redditizie come il lungo due oltre Len e l’acrobatico tocco sotto Avdija nel secondo tempo. Un 2/5 da tre, non malvagio… Energia e rimbalzi, anche uno offensivo proprio, dopo l’errore.

Cody Martin: 5,5

2 pt. (0/3), 1 rimbalzo, -6 in +/-. 1 TO in 8:28. Il tiro è impreciso, la grinta difensiva c’è ma anche lui, se Washington accelera, non è un muro. Indovina nel finale due liberi dopo aver subito un fallo su assist del fratello.

Nick Richards: 6

2 pt. (0/2), 2 rimbalzi, -4 in +/-. 1 TO in 6:30. Un po’ nervoso per il duello giamaicano-tedesco con Wagner, ne esce senza simpatia da parte della terna che gli fischia due falli contro ma sul secondo è il tedesco che in tagliafuori si appende alla sua maglietta andando per terra e ottenendo due liberi sporchi. Un paio di conclusioni da sotto non a buon fine ma due liberi a segno. Avrebbe dovuto partecipare di più alla manovra ma quando entra serve un possibile assist a Martin con un bound pass diagonale sul taglio diagonale opposto in back-door di Caleb.

Coach James Borrego: 7

Squadra fluida, vittoria facile contro i capitolini prima della fine. Bene così con un attacco bilanciato e una difesa più solida e attenta ma non tutte le squadre saranno arrendevoli come la Washington vista stasera.

https://www.youtube.com/watch?v=B47z6JYKryA

4ª Interview

Quarta uscita domenicale della nostra rubrica interviste ai fan degli Charlotte Hornets.

Dopo avervi portato a far un giro virtuale in Grecia, culla della civiltà europea, rientriamo nei nostri “attuali confini” balzando a nord-ovest ma non troppo ma forse anche questa volta la Grecia ha messo un pizzico del suo…

____________________________________________________________________________

DOMANDE

1ª domanda: Buongiorno Sig. Luca Giordano.

Classicamente – per cominciare – vorremmo sapere com’è nata la sua passione per gli Hornets.

1ª risposta:

Ero piccolo e mi trovavo in vacanza a Rodi, in Grecia, lì vidi per la prima volta il calabrone sulla maglia di un tizio inglese completamente ubriaco.

Il giorno seguente costrinsi mio padre a cercare quella maglia per tutta l’isola, non la trovammo ma tornato a casa non smisi più di cercare informazioni e gadget su Hugo e gli Hornets.

2ª domanda:

Dopo aver scoperto il perché della sua passione andiamo a scoprire qualcosa su di lei…

Quanti anni ha, dove vive, che lavoro fa e quali sono i suoi hobby (più varie ed eventuali a suo piacere)?

2ª risposta:

Ho 29 anni tra un paio di settimane 30!

Vivo a Napoli, svolgo il ruolo di operations manager per conto di un’azienda di distribuzione nel mondo dei vini.

Sono sommelier, il che spiega bene la mia passione principale che ho.

Fin da piccolo ho sempre avuto un amore infinito per la storia e per il Giappone.

3ª domanda:

Curiosamente il filosofo Nietzsche beveva solo acqua, non aveva una gran considerazione dell’alcol ma giacché si è parlato di vino, per la mia solita domanda da non prendere seriamente, a quali giocatori degli Hornets dei recenti roster e anni (inclusi i vari Walker, Lamb, Parker, Kaminsky, Batum, Michael Carter-Williams, Dwight Howard, Belinelli, ecc.) paragonerebbe questi vini?

A) Spumante millesimato.

B) Vino di prestigio (Brunello di Montalcino, Barolo, Amarone, Chianti, Lacryma Christi, ecc.).

C) Vino medio come la Barbera, Pinot Bianco, ecc…

D) Lambrusco frizzante da battaglia.

E) Damigiana da cantina da infiniti litri e di infimo livello da bere con la cannuccia.

F) Vino in cartone, “Taaac!”

3ª risposta:

A) LaMelo Ball, pregiato e sorprendente.

B) Kemba Walker, senza tempo.

C) Frank Kaminsky, medio è il termine esatto.

D) Malik Monk, bello e dannato.

E) Michael Carter Williams, ti da tante speranze poi ti spezza il cuore.

F) Batum, “odio” (sportivo) sincero.

4ª domanda:

Se dovessimo riuscire nell’impresa di approdare ai playoff (probabilmente dal quinto posto all’ottavo), realisticamente che squadra preferirebbe incontrare e perché tra le attuali papabili: Philadelphia, Brooklyn, Boston, Indiana e Milwaukee?

4ª risposta:

Sono davvero delle corazzate ma se dovessi scegliere direi Brooklyn.

Se bisogna bruciare vorrei vedere la fiamma più alta.

5ª domanda:

Se potesse scegliere un giocatore che ha militato nella NBA (dalla sua nascita a oggi) e inserirlo nel roster attuale degli Hornets, su chi cadrebbe la sua scelta e perché?

5ª risposta:

Sempre e solo Manu Ginobili, probabilmente avrei dovuto scegliere un centro, uno di quelli “cattivi cattivi” ma secondo me quello che veramente ci manca è un po’ di quella imprescindibile passione e grinta.

Io, anticipando la prossima domanda, fossi in “Kup”, avrei preso Luca, solo per lo stile. Arresto e tiro acrobatico in fade-away a occhi chiusi simulando il difensore.

6ª domanda:

Il divino Jordan la assume (ipoteticamente) come GM ma ha solo tre mosse per arrivare allo “scacco matto” per migliorare sensibilmente la squadra.

Quali mosse farebbe?

6ª risposta:

Rinnovo Monk (ci credo troppo), prendo Popovich, rubo Antetokounmpo.

7ª domanda:

Se, invece, dovessimo rimanere ancorati alla realtà, penda che prima della deadline gli Hornets si muoveranno ancora su mercato?

Ci fa una previsione senza pretese sul record finale degli Hornets (72 partite) e quale sarà il miglior giocatore (MVP) dei Calabroni quest’anno?

7ª risposta:

Se dovessimo rimanere così come siamo a oggi dico: 35-37.

Se arrivasse quel centro di cui abbiamo disperatamente bisogno credo che potremmo centrare i playoff.

Per l’MVP degli Hornets dico e spero Ball.

____________________________________________________________________________

Grazie a Luca Giordano per la good and fast rendering alle domande.

Non cambiate canale, ah, no… volevo scrivere: “Alla prossima “Intervista!”

Game 24 – Charlotte Hornets Vs Utah Jazz 121-138

Intro

Una caratteristica di questi Hornets (a oggi sul 10-12 in attesa della partita con i Jazz e del recupero con i Wizards) è che, nonostante il risultato, siano stati spesso emozionanti da vedere.

A parte qualche match senza storia, abbiamo assistito a diverse rimonte e finali in tensione, se il risultato non sempre ci ha arriso, hanno avuto il non piccolo merito di aver creato spettacolo.

La partita di stanotte si presume altra sfida impossibile in un calendario denso e difficile ultimamente ma per superare le difficoltà di vogliono determinazione e spirito.

A volte serve leggerezza, ciò che dovrà fare Charlotte per cercare di silurare la corazzata Utah.

Questa volta le pagelle verteranno su personaggi comici passati dal programma “Mai Dire Goal”.

Come andrà a finire la partita non posso saperlo ma speriamo di abbinare i giocatori a questi personaggi nella loro veste migliore.

Analisi

La classica partita nella quale si affronta una squadra nettamente fuori portata iniziava bene per gli Hornets che, vista l’assenza di P.J. Washington e il rientro di Rozier, schieravano tre guardie nel backcourt cercando di contrastare così con un movimento rapido sul perimetro le giocate dei Jazz atte a favorire i loro ottimi tiratori.

Le statistiche dei Jazz prima della partita che mostrano come siano spesso in cima alle classifiche di squadra.

Sul 24-12 però cominciavano i cambi e Utah rimontava sino al 32-30.

I Jazz passavano anche avanti – complice l’ennesimo infortunio occorso a Graham per uno stiramento inguinale – mantenendo il vantaggio grazie alla loro buona vena offensiva.

Ball rispondeva per un po’ ma le veloci triple dei jazz portavano la squadra di Snyder avanti all’intervallo di 15 punti (54-69).

Nel terzo quarto Hayward metteva 8 punti e un assist tenendo un po’ botta ai canestri dei Jazz che nel finale di periodo vedevano infervorarsi Bogdanovic a suon di triple: ben 4 che trascinavano la squadra di Salt Lake City sul +25.

Nell’ultima frazione tornava in scena Ball, gli Hornets mettevano pressione e tra un 10-0 di parziale e una ritrovata fiducia rientravano sul -9 ma i Jazz avevano sempre l’arma giusta per conservare il vantaggio.

Bogdanovic infilava altre due triple come se tirasse in una vasca da bagno e i gialli con 26/50 (massimo di realizzate per i Jazz) respingevano gli ultimi assalti della squadra del North Carolina che, nonostante il buon tentativo, rimaneva distante.

Troppi errori per una Charlotte che per sperare avrebbe dovuto esser quasi perfetta anche mettendoci il cuore come ha fatto.

Poco male vista la disparità tra i due team, sebbene ora (10-13) si sia persa la testa della divisione a favore di Atlanta ma Charlotte domenica alle 19:00 avrà il recupero contro i Wizards.

Partita da non sbagliare per continuare a legittimare le ambizioni di playoff.

Gli Hornets hanno tirato con un 11/35 da oltre l’arco perdendo presto un Graham in serata (3/3).

Charlotte è riuscita a spuntarla numericamente a rimbalzo 51-49 ma Gobert, limitato dai problemi di falli, ha comunque garantito difesa ai Jazz con 4 stoppate e 15 rimbalzi in 26:40.

26-32 negli assist con un Ingles sugli scudi (11 per lui) giocando semplicemente mentre Ball ne ha smistati 8.

2-9 nelle stoppate, 9-5 nelle rubate, dati contrastanti, meno da leggere è il dato al tiro, chiave del match: 46,2% per Charlotte, 55,2% per i Jazz che con i piedi a terra hanno, come già scritto, scardinato da fuori la difesa degli Hornets aiutati da un Mitchell in versione diesel che alla fine ha dato una buonissima mano ai suoi.

A poco è servito vincere nel pitturato di 20 punti con i Jazz abilissimi a colpire da oltre l’arco (7/10 Bogdanovic e 5/9 di Mitchell in materia).

31 pt. per Bogdanovic, 30 per Mitchell, 16 per Conley (uscito per infortunio), 15 per Clarkson, 12 per Gobert e 10 per Ingles a completare il quadro dei giocatori dei Jazz in doppia cifra.

La partita

I quintetti:

1° quarto:

Palla a due vinta dai Jazz ma l’inizio era tutto di marca Hornets che passavano avanti con una drive di LaMelo, il quale attraendo su di sé la chiusura sotto l’anello, smistava l’assist corto per la dunk del libero Zeller.

Dopo il pari in dunk di Gobert, Rozier – sfruttando un blocco – si infilava nel pitturato tirando velocemente oltre Gobert per il 4-2.

Mitchell tirava da tre senza ritmo non colpendo e Hayward in area imitava Terry ma con un fade-away più accennato.

Graham deviava un lob diretto a Gobert: ripartenza Hornets e due FT affondati dall’ex Jazz Hayward quindi, dal palleggio, Graham tirava su la spicchiata rapidamente per colpire con perfetta rotazione da oltre l’arco: 11-2 e Snyder in time-out a 9:27.

I Jazz iniziavano a suonare la loro musica con la tripla open frontale di Conley e un tiro da due di Bogdanovic che sfruttava i cm su Rozier ma a 8:14, Graham – uscendo da un blocco alto di Zeller – trovava sull’arco Gobert ai 24 ma il nostro play sparava incredibilmente sopra il centro per una grande tripla.

Dunk di Gobert e stoppata su Zeller ma il centro di Utah in attacco andava a spingere alle spalle Zeller perdendo un giro.

Hayward a molla, in mezzo turnaround, al bordo destro del pitturato colpiva per il 16-9 mentre il centro francese si perdeva sulla linea di fondo della nostra area perdendo palla su pressione di Hayward che a 6:34 infilava la tripla del +10 (19-9).

LaMelo stoppava Bogdanovic e recuperava l’offensivo dopo l’errore di Rozier che reiterava lo sbaglio in layup così O’Neale realizzava da tre.

LaMelo non badava troppo alla cosa insaccando una lunga conclusione in uno contro uno a 5:23 e i due FT di Hayward a 4:52 ci portavano a doppiare gli ospiti: 24-12.I Jazz cominciavano a macinare il loro gioco: Bogdanovic da due oltre Ball, rimbalzo e due punti di Favors in tap-in.

L’entrata con contatto di Caleb per separarsi dal difensore funzionava ma la tripla di Ingles da dx valeva per il 26-19 e il time-out di Charlotte a 3:12.

Monk mancava un paio di tiri con il secondo davvero sfortunato a girare sul ferro ma i Calabroni smarrivano la mano con le triple di Bridges e quella orrenda di Zeller che schiantandosi contro il vetro faceva storcere il naso ma meno del fallo di Zeller (pessimo tagliafuori) su Gobert che portando a casa un giro di tre punti portava il gap a un possesso (26-23).

Due liberi per Zeller a 1:06 nonostante il challenge chiamato da Snyder (secondo fallo di Gobert) ma l’ingresso sul parquet di Clarkson spostava l’inerzia: 5 punti intervallati da un canestro di Devonte’ (mancava il fallo) per il 30-28.

Chiudevano Monk e Conley per un ottimo 32-30.

Graham, insieme all’altro infortunato del match, offre un pallone a Zeller. Foto tratta dalla pagina ufficiale degli Charlotte Hornets.

2° quarto:

Brutta partenza di Charlotte che soffriva moltissimo con i rincalzi sul parquet: Cody Martin era disastroso…

Palla persa e due punti regalati a Clarkson per il pari.

Tripla aperta sull’anello per Cody Martin e molta più precisione sull’altro lato: passaggio verticale per il back-door di Niang che in corsa alzava perfettamente in retina per il sorpasso.

Tripla di Hayward che rimbalzava via mentre la simpatia dei canestri andava a Utah con la bomba di Niang che rimbalzava ovunque prima di entrare…

Graham a 10:12 non si affidava ai bordi dell’anello trovando la tripla solo cotone per il 35-37 ma Favors in area era toccato da Cody Martin a 9:55.

Tre punti e -5 Hornets.

Charlotte perdeva anche Graham che stava giocando molto bene: left groin strain mentre al centro del parquet portava palla.

Smorfia di dolore e time-out per Charlotte.

Clarkson e Conley mettevano una tripla a testa, Rozier a 7:48 rispondeva da fuori e intromettendosi da una rimessa dal fondo compiva una steal rapida finendo con l’appoggio in retina per il 40-46.

Mitchell in entrata, risposta di Zeller stoppato dall’aiuto di Clarkson ma la resilienza di Cody lo portava a usare i suoi cm per farci tornare al -6.

Un gorgeous coast to coast di Ball valeva il -4 (44-48) e nonostante uno zig zag floater di Clarkson arrivava una tripla in caduta di LaMelo per il 47-50.

Si potrebbe pareggiare dopo la stoppata di Caleb su Clarkson e la palla a due vinta dal primo (decisione arbitrale un po’ strana) ma il doppio errore offensivo lasciava la difesa leggermente scoperta e i Jazz – letali da fuori – infilavano con O’Neale.

Tripla corta di Monk e bomba di Mitchell a segno dall’altra parte uscendo dal blocco con Martin a guardare.

Un uno-due micidiale al quale rispondeva LaMelo di sx in allungo (49-56) ma Mitchell da tre oltre LaMelo faceva registrare un +10 Jazz che andava oltre il reale valore espresso dal match.

Malik mancava un layup e su un cambio lato da angolo ad angolo (con palla che sorvolava Gobert nel mezzo) arrivava anche la tripla di Bogdanovic a ricordare la pluralità delle minacce avversarie.

Il terzo fallo offensivo e il rientro in panchina del centro francese, combinato con l’ingresso in campo di Biyombo non cambiava le cose: i Jazz segnavano da tre e poi da due da sotto con Favors proprio su Biz…

49-67 prima che LaMelo uscisse vittorioso da una spartana mischia e segnasse da due.

Rozier regalava due punti a Biz per poi segnarne uno in lunetta ma Mitchell chiudeva il quarto passando Caleb e andando in appoggio oltre Biz per il 54-69.

3° quarto:

Hornets con 15 punti da recuperare ma purtroppo i primi due tiri di Rozier andavano a vuoto mentre Mitchell la buttava dentro da tre nonostante il close-out di Bridges aggravando il gap a 20 punti.

LaMelo in sottomano andava per il 56-74 e la pressione di Rozier su Mitchell portava a una steal più canestro facile in contropiede dello stesso Scary.

Mentre i Jazz contavano su una squadra, a metter la palla nel cesto per gli Hornets in questo frangente ci pensava solo Hayward per gli Hornets che trovava 8 punti più l’assist per far segnare finalmente i primi due punti a un impreciso Miles.

Il risultato però era a favore dei gialli (68-85) che nel finale si infervoravano con Bogdanovic da oltre l’arco: quattro triple di fila in svariate maniere per portare i Jazz a 3:38 sul +25 (74-99).

Charlotte cominciava a trovare anche altri marcatori portando a casa due punti da Caleb, Monk e LaMelo per l’80-101 quindi Mitchell e Caleb Martin infilavano una tripla a testa prima di vedere due punti di Biyombo dopo aver catturato il rimbalzo offensivo.

Tripla di Ball a :38.8 per l’88-104 e fing and roll di sx per Biz su assist del nostro miglior rookie per un 10-0 run interrotto solamente da Ingles a 2:00 dalla terza luce rossa (fallo di LaMelo, troppo aggressivo sulla palla).

Biyombo ha giocato bene offensivamente sotto il ferro avversario. Foto tratta dalla pagina ufficiale degli Charlotte Hornets.

4° quarto:

L’ultima frazione vedeva Caleb mancare una tripla ma Biyombo a schiacciare su un delizioso pocket pass di LaMelo che in salto si allungava facendo sfilare in area la palla oltre il copro e sotto le braccia di un difensore.

Un crossover jumper i Monk su Niang valeva il 94-107, Mitchell commetteva due falli arrivando a 5 quindi toccava ancora al nostro numero 2 esaltare i riflessi di Biyombo per un thunder alley-oop.

16-3 di parziale, Hornets a -11…Gli Hornets arrivavano sul -9 ma Clarkson in step-back segnava da tre oltre Biyombo.

LaMelo recuperava quei punti sganciando la granata da oltre l’arco e recuperava anche i due di Bogdanovic in entrata con un preciso teardrop dalla media (103-112).

Caleb segnava in entrata ma la terna rilevava a partenza dell’azione un’accompagnata e si passava dall’ipotetico -7 al -12 quando O’Neale dall’angolo sinistro metteva dentro il tiro pesante sullo scarico.

Una dunk di Biz (solito LaMelo a smistare) e una tripla di Rozier valevano soltanto il 110-120 e se Mitchell andava a prendersi le proprie responsabilità portando a casa 5 punti su sue azioni era finita nonostante LaMelo segnasse ancora il 112-125 e poi su uno scambio con Hayward recuperasse un two and one per il nuovo -10 a 3:38 dal termine.

Un libero (su due) di Biyombo e si tornava sul -9 ma Mitchell batteva Rozier da tre.

Rozier si vendicava rubando una palla alla star dei Jazz tornando a segnare il -9 (119-128) ma Ingles e Bogdanovic sigillavano la partita con una bomba a testa.

I due punti di Richards nel finale chiudevano la sfida sul 121-138.

Devonte’ Graham: 7,5

11 pt. (4/5), 2 rimbalzi, 1 rubata, -5 in +/-. 1 TO in 10:56. Caccamo: iconico personaggio napoletano che svaria, spazia su argomenti a caso tirando in piedi trame assurde. La stessa cosa la fa Graham con tiri al limite che entrano tutti… “Stiamo a pazzià”…”Queste sono le squadre dei playoff e questo è il posto in cui vogliamo essere”, ha detto Graham prima della partita. “Stiamo cercando di misurarci contro di loro giocando al meglio delle nostre capacità”. Purtroppo, forse, il caricarsi eccessivamente di lavoro e le brevi interruzioni da partita a partita hanno prodotto l’infortunio all’inguine che ha costretto Graham a uscire dal parquet. Un peccato poiché stava giocando bene ed era riuscito a segnare tre triple con grande bravura (oltre che un canestro da due e lì manca il fallo a favore), una dal palleggio in uno vs uno e una con un arcobaleno uscendo dal blocco oltre Gobert ad aspettarlo sull’arco.

Terry Rozier: 6

15 pt. (6/16), 4 rimbalzi, 5 assist, 3 rubate, -11 in +/-. 2 TO. La vecchina: nei collegamenti di Lello Putignani non manca mai questa vecchina che ha “millemila miliardi di anni” ma soprattutto ha vitalità da vendere. Mitiche le sue scorribande a tutta velocità in moto come quelle di Terry un po’ sconclusionate a volte. “Scary” rientra dopo l’infortunio, porta con sé energia (andrebbe incanalata meglio) ma anche un po’ di disordine con qualche tiro fuori ritmo, infatti, chiude con un 2/8 da fuori. Qualche errore di troppo in momenti delicati ma si fa perdonare parzialmente con tre palle rubate e 5 assist.

LaMelo Ball: 7,5

34 pt. (14/27), 4 rimbalzi, 8 assist, 2 rubate, 1 stoppata, -1 in +/-. Nessun TO. Flanagan: il professore d’inglese che la spiega a tutti riuscendo anche a “stupire” contravvenendo a convinzioni “erronee”. Ball gioca un buon secondo quarto (partendo titolare) e un ottimo ultimo periodo realizzando il suo career-high. Buone intuizioni come regista con un pocket pass per Biyombo delizioso o un passaggio in salto a liberare l’uomo ma in più va dentro con la capacità di trovare il terminale lungo o chiudere in appoggio/sottomano con cambio mano a volte oppure lasciando partire dal runner un teardrop preciso dalla media. 4/9 da tre, uno dei migliori da oltre l’arco.

Gordon Hayward: 7

25 pt. (9/20), 10 rimbalzi, 5 assist, 1 rubata, -12 in +/-. Bastillani: l’artigiano che batte il ferro (finché è caldo) e che “è venuto su di lì” anche se non si capisce bene da quale direzione si arrivato. Sa creare anche oggetti con il sughero. Se abbina queste caratteristiche al tempo giusto diventa un fattore. Ha una fase nella quale non segna, probabilmente non stando simpatico all’anello ma nel secondo tempo, cambiato ferro, eccolo tornare con 8 punti e un passaggi per Miles a realizzare due punti. Bene a rimbalzo, bene nelle iniziative a canestro con relativo 6/6 ai liberi e va leggermente anche oltre la propria media punti di stagione. Una doppia doppia condita da 5 assist.

Cody Zeller: 5

6 pt. (2/7), 7 rimbalzi, 4 assist, 1 rubata, -14 in +/-. 1 TO in 22:34. Tafazzi: il supereoe che molti si meritano. Vestito di nero, indossa una conchiglia bianca battuta ritmicamente dai colpi di una bottiglia a scudo e sbeffeggiamento della fragilità. Il problema è che Cody toglie la conchiglia lasciando scoperte la “zona erogena” intorno al ferro. Gioca meno di Biyombo poiché i Jazz hanno vita facile con lui a rimbalzo. Male un tagliafuori su Gobert il quale affonderà anche l’and one dopo il fallo del nostro centro. Buono un canestro dopo la stoppata presa da Clarkson ma anche una tripla a rompere il plexiglass e un eurostep con stoppata presa da Gobert. Borrego lo vede in difficoltà e lo toglie. Non male negli assist.

Miles Bridges: 5

2 pt. (1/7), 1 rimbalzo, 2 assist, -19 in +/-. TO in 15:31. Rolando: l’uomo in mimetica con le maniche arrotolate e i pacchetti di sigarette sulle spalle talvolta “non ci può credere!” Il suo slogan è: “Non ci posso credere!” Entusiasmo contagioso, mezzi meno esuberanti ma dal caratteristico carattere. Nemmeno noi potevamo credere a diversi errori da sotto, facili appoggi o open 3 ciccati malamente. Bridges ha detto che si assume la responsabilità di fornire una scintilla indipendentemente dal suo ruolo. “Ho sentito che avrei potuto portare più energia”, ha detto prima del match. “Pensiamo sempre di avere una possibilità di vincere. Combatteremo sempre per tutta la partita”. Borrego lo limita nel minutaggio ma lui non era in serata. Disconnesso da Ball non trova il tiro realizzando solo su invito facile di Hayward. Chiude con due punti e on riesce a dare nemmeno un prezioso stop difensivo.

Caleb Martin: 5

7 pt. (3/7), 7 rimbalzi, 1 stoppata, -18 in +/-. 1 TO in 26.23. Johnny Glamour: il DJ vestito sgargiante ma balbuziente, un ossimoro vivente. Non riconosce la materia del suo lavoro (cantanti)… E’ anche simpatico, sembra fare buone cose ma poi con per rimettersi in sesto serve una mano a dare quel colpo sul naso altrimenti deraglia. Qualcosa di buono la combina: stoppata e palla a due seguente vinta, un buona tripla e diversi rimbalzi ma difensivamente per cm e modo di giocare è un buco sul quale i Jazz colpiscono da fuori.

Malik Monk: 5,5

6 pt. (3/8), 1 rimbalzo, 1 assist, 1 rubata, +3 in +/-. 2 TO in 26.57. Mago Silvano da Milano: personaggio sopra le righe che pretende di fare esperimenti di “prestidirigirizzazione” con confusione e fascinazione sul pubblico. Se l’esperimento riesce vi è un trucco. OK Malik, tira fuori la bacchetta magica usata a Miami e inventa qualcosa, Charlotte ne ha bisogno perché le ultime due prestazioni medie non hanno stupito non essendo state magiche. Seconda uscita a un livello medio-basso per il numero 1 che non è riuscito a replicare come contro Miami, quella sua buona prestazione. Un bel canestro da due dalla media contro Niang, da tre v due volte corto facendo sbatter la palla sul bordo del primo ferro e gli salta via un altro tiro. Se vuole fare il salto di qualità deve migliorare le percentuali anche se ha tanta gente con cui dividere i tiri e non sempre può trovare il ritmo.

Cody Martin: 4,5

0 pt. (0/1), -11 in +/-. Rezzonico: protagonista ne: “Gli Svizzeri” che si ficca nei guai, sempre salvato all’ultimo secondo dalla provvidenza che nella fattispecie si chiama Hüber. L’angelo custode del Rezzonico in serata però non si fa vedere e lui finisce gambe all’aria. In 4:48 spende un pessimo fallo regalando un punto supplementare, non tiene bene in difesa e si fa portar via in palleggio la palla da Clarkson concedendogli i punti in transizione. Subito dopo sbaglia una tripla, più danni della grandine in breve tempo. Danno.

Bismack Biyombo: 6,5

13 pt. (6/6), 4 rimbalzi, 1 assist, +1 in +/-. Medioman: il supereroe che non ha poteri ne incarna l’uomo medio, anzi, a livello fisico e mentale ricalca anche qualcosa in meno rimanendo al passo con i nostri tempi. La cosa positiva è che ha buona volontà anche se non è spesso molto convinto d’iniziare uno sforzo. In 19:14 è perfetto dal campo grazie ai buoni assist serviti dai vari penetratori di turno. Mette dentro un thunder alley-oop su assist di Ball e si lancia in fing and roll di sinistra. Sbaglia un libero nel finale ma poco importante nonostante gli faccia perdere la perfezione, piuttosto è in difesa dove non sempre convince.

Nick Richards: s.v.

2 pt. (0/0), +2 in +/-. :48.1 sul parquet, nel finale recupera due liberi e li segna dopo aver tentato una schiacciata. Pagliaccio Baraldi, riesce a dire solo: “Ciao Bambini!” portando a casa due punti, poi la partita si chiude.

Coach James Borrego: 5,5

Carcarlo Pravettoni: A capo della Carter & Carter, azienda distruttrice del pianeta, malefica e senza scrupoli (produce anche panettoni mortali da dare al“bambino povero”), quando sembra avere un barlume di sensatezza si perde a causa della sua non brillantezza e avarizia. Ha detto che vede bene la connessione LaMelo/Miles, non importa per lui se i due partono titolari o escono dalla panchina, l’importante è che siano connessi. Si dimentica di farlo e prendiamo anche una caterva di triple ma non sempre sono open, i Jazz sfruttano cm, il buon movimento palla e la mano. Qualche cambio lo prova, alcuni intelligenti come quello di Biyombo ma far entrare Cody Martin e dare eccessivo spazio a Caleb sono mosse suicide che tutto sommato hanno cambiato di poco la partite rispetto ad altre eventuali scelte.

https://www.youtube.com/watch?v=Wn4VTC7TyQU

Matchup Key Vs Jazz

Matchup Key

(A cura di Filippo Barresi)

LaMelo Ball Vs Donovan Mitchell

Coach Borrego ha dichiarato di poter lasciare LaMelo nel quintetto iniziale pur con il completo recupero di Terry Rozier, vedremo se opterà realmente per questa mossa.

Se così dovesse essere, davanti a lui ci sarà un Mitchell che sta ritrovando la forma dello scorso anno e che sta impattando sulla striscia positiva dei Jazz.

Quando LaMelo gioca tanti minuti la squadra gira meglio, è innegabile, vedremo se succederà anche contro questa corazzata.

Possibili svantaggi:

I Jazz sono una squadra che riesce a trovare con molta facilità i propri tiratori dall’arco e come sappiamo, gli Hornets in questo inizio di stagione hanno faticato molto a chiudere sul perimetro per via dello sforzo collettivo richiesto a difesa del pitturato.

Contando anche sulla forza dei Jazz sotto le plance, questa combinazione di fattori potrebbe essere devastante per la prossima partita, sarà richiesto uno sforzo difensivo enorme per non soccombere alla pioggia di triple.

Possibili vantaggi:

Nella rotazione dei Jazz ci sono alcune lacune a livello difensivo sugli esterni.

Charlotte fa proprio uno stile di estrema condivisione della palla che porta molti giocatori a partecipare al flusso offensivo, impegnare in questa maniera gli esterni di turno dei Jazz potrebbe aprire buoni scenari per l’attacco dei ragazzi di Borrego.

Head to Head

Le statistiche di tutti i tempi contro i Jazz. A cura di Igor F..

Enemy Focus Vintage

Da un Superbasket vintage (annata 1980/81), “Palla di Gomma” Griffith, ex giocatore dei Jazz.

Game 23 – Charlotte Hornets Vs Philadelphia 76ers 111-118

Intro

Entrando nella sfida con i 76ers, gli Hornets devono scrollarsi di dosso ben 13 sconfitte consecutive contro Embiid e soci.

Gli archetipi psicologici negativi devono essere messi da parte.

Nel pensiero dello psichiatra e psicologo Jung (1875-1961) l’archetipo rappresenta l’immagine primordiale contenuta nel nostro inconscio collettivo che riunisce le esperienze della specie umana e della vita animale che la precedette.

Ecco perché nonostante le culture differenti secondo lo psicologo svizzero ogni persona ha comportamenti uguali, ecco perché favole e miti hanno elementi in comune nelle diverse culture in popolazioni pur geograficamente molto lontane tra loro.

Gli archetipi determinano in variabile misura la nostra personalità.

Jung ne costruisce 12: dal mago al sovrano, dal ribelle al creativo passando per l’innocente e il saggio fino ad arrivare all’esploratore o all’angelo custode, ecc..

Ognuno ha probabilmente una piccola parte dentro di noi ma una di queste diventa predominante.

Utilizzeremo queste definizioni per relazionarci con i giocatori di Charlotte nelle pagelle ma ciò che gli Hornets dovranno fare per cercare di battere i 76ers in una difficile sfida è mettere al servizio dei compagni le proprie migliori qualità senza eccedere nelle “ombre negative” che ogni tipo di archetipo porta dentro sé.

Qui li troverete spiegati in maniera schematica e semplice:

Analisi

Charlotte affrontava una partita ad handicap, in primis per le mancanze di Rozier e P.J. Washington, in secundis perché i cm dei 76ers di Embiid, Simmons e soci avrebbero creato sicuramente difficoltà.

Carri armati di grossa “taglia” e corazza contro carri armati più piccoli e armati di cannoni più leggeri in campo aperto: difficile non esser travolti nonostante saltuarie azioni coraggiose dei fanti Hornets.

Va aggiunto che i Sixers sono una squadra profonda capace di colpire bene con almeno dieci giocatori nel loro collettivo ma gli Hornets nel primo tempo si sono fatti troppo influenzare dalla taglia degli avversar e dalla propria testa in negativo.

La squadra del North Carolina viene massacrata nel primo tempo quando Borrego prova anche quintetti fantasiosi (Biz e Cody Martin, due fantasmi che si rivedono sul parquet) ma l’unica gioia arriva dalla panchina che recupera punti, tuttavia quando i Sixers ributtano sul parquet i titolari la partita diventa noiosa per scarto.

Gli Hornets però rifiutano di arrendersi ed entrano nel secondo tempo più convinti cercando maggiormente la tripla e non l’eccessivo gioco sotto che aveva prodotto nefasti risultati nel primo tempo.

Dal -22 si passa al -13 a fine terzo quarto e nell’ultima frazione si va sul -8.

Harris ed Embiid purtroppo riescono a tener botta avvantaggiandosi con i loro cm e tecnica ma gli Hornets, nonostante ormai l’ineluttabile sconfitta, in modalità samurai combattente disperso su un’isola anche dopo la fine della seconda guerra mondiale non ne volevano sapere: tripla di Malik a :18.2 poi, con la palla tranquillamente a centro campo in palleggio Embiid non scorgeva l’”italianissimo” Ball che con lo scippo perfetto andava a realizzare a :07.9 il -5 (109-114).

Gli Hornets dovevano commetter fallo ma per un fallo di Simmons su un tiro di Graham da tre punti i Calabroni rischiavano di tornare in partita: 2/2 del play, terzo tiro sbagliato appositamente per cercare il rimbalzo (sul 111-116) ma la sfera non toccava il ferro e la palla finiva ai Sixers in rimessa laterale Sixers che allungavano con Embiid in lunetta sino al 111-118 finale.

A condannare Charlotte, oltre i fattori già descritti – riverberati in rimbalzi: 45-52, FT: CHA 19/23 (82,6%), PHI 26/32 (81,3%), FG% CHA 44,8%, PHI 51,2% – sono state le palle perse (16-17) in momenti decisivi con un 5-9 nelle steal.

Troppi TO per il rookie del mese a Est, ben 6.

Risibile il 4-6 nelle stoppate come il 25-23 a favore Hornets negli assist.

20-7 pro Hornets nei fast break compensato dal 40-52 nel pitturato…

I Sixers hanno tirato meno di altre squadre da fuori potendo contare di un buon gioco da sotto (10/25 per il 40,0%) mentre la squadra di Borrego chiudeva con un 37,8% frutto di un non eccelso 14/37 anche per la buona difesa sul perimetro degli avversari.

Embiid ha chiuso con 34 pt. e 11 rimbalzi, Harris ne ha aggiunti 26 (9/9 FT), 16 di Danny Green, 15 di Ben Simmons conditi da 9 assist e a chiudere gli uomini in doppia cifra S. Milton con 13 punti.

La recente bestia nera fa meno paura ma rimane ancora un po’ distante: ci avviciniamo ai Sixers ma è la 14ª sconfitta consecutiva rimediata, Charlotte è una squadra fluida ma contro questo tipo di squadre ha bisogno di uno o due giocatori che le diano più solidità in difesa per completarsi, gli sforzi di Zeller e Biz non sono stati malvagi ma spesso sono stati vani.

La partita

I quintetti:

1° quarto:

Palla a due portata giù dai blu che iniziavano con una finta e un tre a vuoto di D. Green mentre gli Hornets facevano scadere i 24 secondo affidando palla a Graham che poteva solo tirare da lontano venendo stoppato da Curry.

Embiid falliva dalla media, Graham lanciava Bridges in alley-oop a 10:51 per il 2-0 e Ball con un passaggio schiacciato nel traffico della transizione trovava Hayward ad arrivare al ferro per il raddoppio.

Phila segnava i primi suoi punti con Embiid da fuori a 9:38Harris a 8:58 firmava il sorpasso con un jumper all’altezza della linea dei liberi (4-5) ma LaMelo a 8:29 infilava dalla diagonale sinistra un deep 3 su Curry per il 7-5.

L’attacco di Charlotte tuttavia da lì in poi era letteralmente soffocato o impreciso, Philadelphia si lanciava segnando con Simmons in appoggio e aggiungendo una dunk di Embiid si issava al comando (7-9) innescando la miccia per un lungo parziale che proseguiva con una tripla dello stesso Embiid a 7:35.

Gli Hornets non trovavano il modo di fermare il fulcro del centro e gli attaccanti che muovevano intorno a lui finendo per giungere a triplicare gli Hornets sul 7-21 (0-16 di parziale)…

Una manata di Green da dietro sulla hand di Hayward lanciato a canestro non era fischiata a 3:35, ci pensava Monk con un fade-away dal colorato a tirar fuori finalmente due punti per Charlotte che tuttavia anche con l’ingresso di Biz per contenere Embiid non aveva fortuna visto il jumper dalla media del centro sul congolese.

Milton in entrata su Caleb e Graham a far lo stesso per costringere al fallo la difesa: 2 FT a segno e 11-25 a 1:23.

Un paio di falli su due azioni differenti su Howard (quarto tentativo di squadra sul seconda azione per Philadelphia) davano all’ex tre punti ai quali rispondeva Monk che chiuso sulla baseline sinistra da Howard cambiava decisione in salto passando per l’accorrente Miles e la sua schiacciata esplosiva.

Chiudeva Korkmaz con due punti in infilata (ben servito) per il 13-30.

I due punti di Korkmaz abile a gelare la difesa di Charlotte.

2° quarto:

Partiva bene Charlotte che dalla top of the key segnava una tripla con Bridges dopo 20 secondi, LaMelo bruciava Milton andando ad appoggiare velocemente in entrata e anche se Milton rispondeva con due punti e Howard abbatteva Caleb nel semicerchio in girata per appoggiare il 18-34, i Calabroni grazie alla panchina in campo cominciavano ad avere la meglio sui dirimpettai.

Bridges correggeva un appoggio laterale corto di LaMelo con una correzione in schiacciata notevole per atletismo anticipando Howard e Caleb in coast to coast recuperava due FT per un punto finale.

Fallo offensivo di Howard (spallata a Caleb fuori dal semicerchio) e tocco fortunato successivo a canestro cercando il rimbalzo (poco più tardi) ma dopo una tripla di Milton su rimbalzo offensivo di Howard arrivavano il jumper dalla media di Hayward, la rottura di Bridges della connessione per l’alley-oop destinato a Dwight e una transizione sulla quale Ball offriva a Miles la possibilità di una dinamitarda windmill…

Charlotte si esaltava, apertura a sinistra di Ball per Hayward e tripla che conduceva al time-out Phila con Charlotte a tagliare il divario sul -11 (28-39).

Provvidenziale time-out di Rivers che con il progressivo ingresso dei titolari tornava a mettere al sicuro l’inerzia della partita:Milton segnava due liberi (7:03) dopo aver lasciato il ginocchio in iperestensione in entrata ma due secondi più tardi era costretto al fallo per uscire dal terreno di gioco.

Charlotte tornava a faticare in attacco e in difesa anche se Simmons nel tentativo artistico di reverse era stoppato da uno Zeller che nulla poteva sulla tripla dall’angolo di D. Green (28-44) ma che si rifaceva con l’eurostep offensivo per costringere al fallo Embiid sorpreso dal cambio direzione.

2/2 a 5:16 (30-44) ma Embiid metteva dentro su Cody e si entrava nei minuti finali con i 76ers abili a recuperare altri rimbalzi offensivi favorendo ad esempio il canestro di Harris da sotto (32-50).

Non serviva nemmeno il rimbalzo ai Sixers quando Embiid si elevava sopra Zeller per colpire da tre, mentre D. Green finiva per terra dopo aver segnato da tre ed esser stato toccato da Bridges.

Mancato il gioco da 4 punti il punteggio rimaneva comunque impietosamente sul 32-56 a 2:44 così per Charlotte i canestri di Hayward e LaMelo erano buoni ad anticipare la dunk in transizione di Zeller a un minuto esatto dall’intervallo (38-60).

Harris aumentava di due unità i punti ospito passando dietro un blocco che fermava Miles ma Graham segnava i suoi primi due punti al tiro.

Zeller finiva giù e a sostituirlo arrivava Miles che respingeva il tiro da sotto ma era solo goaltending.

Chiudeva Zeller prima di rientrare negli spogliatoi per un 42-64 che consegnava ai Sixers 22 punti di vantaggio.

3° quarto:

Graham, rinfrancato, ritentava da due infilando il secondo tiro personale dal campo della propria partita, Bridges era costretto al fallo su Harris che non falliva a gioco fermo ma il nostro numero zero guadagnava tre punti a 11:14 per il 47-66.

Brutto passaggio di LaMelo, Harris in entrata per il due più uno a 8:56 che valeva il +25 Phila (47-72).

Sembrava finita ma i Sixers cominciavano a sbagliare tiri compresi appoggi facili mentre Charlotte segnava dal pitturato con Hayward, da fuori con Ball, Graham aggiungeva un’altra tripla frontale rapida a 7:24 quindi Zeller in transizione faceva segnare un parziale di 10-0 per il 57-72…

Embiid tuttavia riusciva ad andare in jumper oltre Cody un paio di volte (nel mezzo vi era stata una tripla di Graham su Curry) quindi Hayward – recuperando una palla toccata da dietro da Green a Graham in palleggio – caricava e segnava da tre il 64-76,

Simmons in post basso destro aveva gioco facile per via di tempismo e altezza, Zeller mancava il tiro ma catturava il suo rimbalzo offrendo a Caleb la tripla del 67-78.

Embiid e Graham si scambiavano due liberi a segno a testa quindi sull’errore di Graham al terzo tentativo, Caleb toccava palla a Simmons recuperandola a favore di Monk per la bomba del 3:43 (72-80).

Un jumper di Hayward in area ritoccava il punteggio sul -7 (74-81) ma nel momento in cui la panchina avrebbe dovuto dare la spinta insieme a LaMelo e Hayward ci si andava progressivamente perdendo: tripla mancata di Monk, bad pass di Hayward, LaMelo da fuori non funzionava e nemmeno Biz riusciva a fermare la transizione di Simmons per il 74-85.

Tecnico a Borrego per le proteste sull’azione precedente (si chiedeva un fallo su Hayward) ma sul parquet dopo il punticino regalato agli ospiti ecco Simmons produrre un assist orizzontale per la tripla di Thybulle che portava i blu sul +15 (74-89 con parziale di 0-8).

Altra palla persa con passaggio tagliato e forte di Caleb ma Monk con due punti lasciava a fine quarto la situazione su un meno oneroso -13.

4° quarto:

La rincorsa al miracoloso comeback per Charlotte si faceva in salita: Harris calamitava in retina due tiri dalla media mentre gli Hornets commettevano il 16° TO…

LaMelo costringeva però Harris al fallo realizzando due FT.

LaMelo in entrata schiacciava morbidamente al ferro e Bridges dava uno stop alle lancette dell’attacco di Phila fermando Harris con un’ottima stoppata per elevazione e tempismo.

Purtroppo lo stesso Miles commetteva un fallo ingenuo andando a riposizionarsi tardivamente sul cilindro antisfondamento: two and one di Milton compensato parzialmente per il furbo assist corto di Hayward per Biz che galleggiando sulla baseline realizzava l’82-96.

Charlotte si riavvicinava con l’entrata di Ball e la tripla si Monk a 7:01 per l’87-98.

L’alzata di Harris dal pitturato era una garanzia mentre Caleb con l’entrata e palla behind the back faceva perdere il tempo al difensore anche perché l’involontario moonwalk in scivolata non era previsto per arrivare al ferro sconsideratamente ma metter comunque dentro due punti ottimi.

Caleb stoppava Simmons ma la tripla di Graham sbandava fuori dai bordi dell’anello e Harris lanciando un macigno da tre punti oltre Caleb predestinava il finale.

I Calabroni tuttavia non si arrendevano: a 5:31 Martin (sempre Caleb) piazzava la tripla e LaMelo in entrata – al limite dei 3 secondi – dopo una finta e aver incrociato il passo – si attorcigliava su Curry per un two and one.

95-103 a 4:49 ma il centro camerunese portava a casa 4 punti…

Si arrivava al finale con Phila relativamente tranquilla e a distanza di sicurezza ma Charlotte non voleva mollare e cercar così di raggiungere la quarta vittoria di seguito: tripla di Malik a :18.2 ,poi, con la palla tranquillamente a centro campo, il palleggio di Embiid era interrotto poiché non scorgeva l’”italianissimo” Ball che con lo scippo perfetto da dietro andava a realizzare a :07.9 il -5 (109-114).

Gli Hornets dovevano commetter fallo ma per un fallo di Simmons su un tiro di Graham da tre punti i Calabroni rischiavano di tornare in partita: 2/2 del play, terzo tiro sbagliato appositamente per cercare il rimbalzo (sul 111-116) ma la sfera non toccava il ferro e la palla finiva ai Sixers in rimessa laterale Sixers che allungavano con Embiid in lunetta sino al 111-118 finale.

LaMelo Ball: 6

22 pt. (8/16), 7 rimbalzi, 3 assist, 2 rubate, -3 in +/-. 6 TO. Archetipo junghiano: “Creatore”. Dare forma alla visione potendo esprimere qualcosa di unico che realizzi sé stesso. Ball va veramente a corrente alternata, siamo di fronte a un quadro. C’è chi pensa sia un genio alla Dalì o alla Picasso e chi magari lo vede come quell’artista che appiccicò una banana con lo scotch su un muro (mi scuserete non ricordo il nome). Dipinge meraviglie a volte me rischia di rovinare tutto con quell’ultima pennellata, tonalità di colore eccessiva. Va un po’ su e giù nella notte (soprattutto come play perdendo 6 palloni con anche una doppia piuttosto seccante) con brevi fiammate fino a rubare la palla a Embiid nel finale e incamerare un’altra tripla per un barlume di speranza. Lui non si arrende e si diverte. Dipende dall’estro di serata ma quando non gira dovrebbe chiedere aiuto come quel mezzo parente di Bosch che dipingendo affermava di essere posseduto dallo spirito dell’antenato che l’aiutava a realizzare capolavori.

Devonte’ Graham: 5

18 pt. (4/15), 1 rimbalzo, 5 assist, -6 in +/-. 2 TO. “Burlone” Irriverente ed irresponsabile, gioca scherzosamente con il tiro da tre ma è in serata no e fa 2/11… O.K., togliamo il primo, quello che deve prendersi da metà campo perché i compagni gli passano la palla ai quasi 24 ma per il resto è spesso fuori ritmo, manca anche un open in transizione importante. Diventano fondamentali nel gioco di Borrego le sue percentuali ma se non è in serata clutch diventa una pesante zavorra. Meglio come play che come tiratore. Nullo a rimbalzo.

Gordon Hayward: 6,5

22 pt. (9/19), 6 rimbalzi, 8 assist, +8 in +/-. 2 TO. “Saggio”, riflessivo, equilibrato e indipendente. Gordon non esagera, qualche volta si perde sotto le plance avversarie ma cerca sempre la via più intelligente per segnare o far realizzare il compagno. La seconda opzione gli riesce bene, un po’ meno la prima con un inizio più che stentato, poi si riprende e realizza punti importanti anche se non pare il trascinatore ma regala sempre colpi come l’up & under sotto canestro o il passaggio corto per due punti di Biyombo.

Miles Bridges: 6

16 pt. (7/11), 8 rimbalzi, 3 assist, 1 stoppata, -12 in +/-. 3 TO. “Ribelle”. Considerato dalla massa un po’ cattivello (chiude con 5 falli), in realtà la sua opera può essere messa a servizio della giustizia. Rivoluzionario e outsider vola ad alta quota con ben cinque schiacciate tra le quali spiccano una dinamitarda windmill e una dunk dalla linea di fondo dx ma è spesso legato alle condizioni esterne per aver successo. In entrata lo vediamo sbagliare ma il 7/11 è un buon viatico per il futuro. 2/5 da 3 pt.. Distruggere il gioco altrui è la missione principale di serata. Compito difficile che gli riesce solo parzialmente. Harris a inizio ultimo quarto lo batte due volte in jumper poi in area gli prende le misure e lo stoppa.

Cody Zeller: 5,5

9 pt. (3/9), 8 rimbalzi, 4 assist, 1 stoppata, -5 in +/-. 5 PF. “Angelo custode”. Dare fiducia, sicurezza e solidità è la sua missione vicino all’anello. Compito ingrato e non semplice. Sembra uno di quegli angeli custodi piuttosto spaesati e impacciati che mandano giù dal paradiso in alcuni film, specialmente americani. Che può fare contro Embiid e soci? Più che altro commetter fallo. La volontà ce la mette ma non basta ed ecco perché se Cody in alcune serate risulta essere utile, per una squadra che vuole progredire, dovrebbe essere il secondo centro. Non ha la dimensione da tre (altra tripla errata) ma in compenso recupera qualche rimbalzo.

Caleb Martin: 6,5

9 pt. (3/5), 2 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata, 1 stoppata, -7 in +/-. 1 TO. 3PF. “Eroe”. Dimostrare il proprio valore con azioni difficile e coraggiose. Rischio ossessione della vittoria. In difficoltà inizialmente in difesa, fa un po’ di tutto: va a prendersi però uno sfondamento su Howard che l’aveva buttato giù un minuto prima. Eroica entrata nel finale scivolando con palla passata dietro la schiena e stoppata su Simmons poco più tardi più un 2/3 da fuori. Peccato subisca la tripla di Harris. Attivo in 17:33, meglio nel secondo tempo.

Malik Monk: 5,5

13 pt. (4/10), 2 rimbalzi, 1 assist, -13 in +/-. 2 TO.“Mago”, colui capace di trasformare i sogni in realtà. Il mago questa sera però ha le pile scariche: inizia attaccando il ferro ma le chiusure aggressive della difesa lo portano a forzare non in ritmo e guadagna poco o nulla, meglio nel tiro da fuori con un 3/7. Non è nella versione Heat, probabilmente Borrego avrebbe dovuto farlo entrare prima con l’attacco di Charlotte impastatosi. Suoi i primi due punti sblocco.

Bismack Biyombo: 6

2 pt. (1/2), 4 rimbalzi, 1 rubata , 1 stoppata, +2 in +/-. “Uomo comune”, pragmatico, concreto e utile che desidera essere in contatto con gli altri. In 11:52 riesce a segnar solo due punti facili. Commette un fallo su Embiid finendogli addosso sulla finta e recupera 4 rimbalzi. Tornato sul parquet dopo qualche stop.

Cody Martin: 5

0 pt. (0/0) in 4:02, -11 in +/-. “Esploratore”. Indipendenza e capacità di seguire l’istinto attraversando il parquet imparando a conoscersi. Attraversa il parquet come un fantasma, impalpabile a parte un fallo commesso, gli zero nelle altre caselle si sprecano ma con lui sul parquet arriva un -11 in plus/minus eloquente.

Coach James Borrego: 5,5

Dal mio punto di vista sbaglia strategie: attacca troppo il pitturato variando poco nel primo tempo. Migliora sensibilmente nel secondo ma mezzo danno è fatto. Anche la momentanea operazione small-ball concede troppi rimbalzi agli avversari tanto che si rivede Biz su parquet per contenere Embiid. E’ la prima volta che lo vedo un filo nervoso. Proteste e tecnico a carico per un fallo subito da Hayward che aveva già preso un paio di manate non rilevate. I mezzi che ha sono questi e senza Rozier soprattutto…

https://www.youtube.com/watch?v=8quPxA0k_J4

Matchup Key Vs 76ers

Matchup Key

(A cura di Filippo Barresi)

Cody Zeller Vs Joel Embiid

Ogni volta che si incontra la corazzata dei 76ers il problema principale è quello di limitare il loro centro imponente che sta mettendo in mostra dei numeri da vero MVP.

Questa volta per provare a limitarlo ci sarà Cody Zeller che è tornato bene dall’infortunio impattando subito nel filotto vincente degli Hornets.

Davanti a lui una prova mastodontica che richiederà comunque uno sforzo collettivo.

Possibili svantaggi:

I Sixers sono una delle migliori squadre difensive della lega e trovare dei varchi in situazioni statiche sarà molto difficile per Charlotte.

L’attacco di squadra sta lentamente migliorando con le ultime aggiunte di Monk e Zeller nella rotazione, bisognerà cercare di mantenere un ritmo alto e spaziature adeguate per trovare buoni tiri non facendosi condizionare dalla difesa avversaria.

Possibili vantaggi:

Come spesso ci è capitato di sottolineare, la chiave della partita potrebbe essere l’impatto della panchina.

Philadelphia ha giocatori esperti tra le proprie riserve ma Charlotte riesce spesso a sfruttare l’energia portata dai giovani atletici in uscita dalla panca.

LaMelo Ball potrebbe essere tra questi se Rozier sarà inserito nuovamente nel quintetto titolare.

Focus Vintage Enemy

(A cura di Igor F.)

Un giovane “Sir” Charles Barkley cerca spazio nei 76ers.

Game 22 – Charlotte Hornets @ Miami Heat 129-121 (OT)

Intro

Cosa servirebbe nella società di oggi si fa presto a dire… qualcuno mi dirà la bellezza (svanisce), la forza (anche), oppure la più gettonata nell’occidente dalla cultura dello schiacciasassi: i soldi…

Purtroppo in molti casi nemmeno quelli servono, né difronte all’ineluttabile oscura signora né tanto meno quando medici senza scrupoli usano pazienti come insulsi e inutili burattini non rispettando la dignità umana.

Non so se sia il caso ma per parlare d’attualità, l’audio spuntato fuori da chi avrebbe dovuto curare Maradona sarebbe (se vero) agghiacciante ma questo è solo un caso clamoroso di mille altri casi sommersi.

Cosa ci vorrebbe allora?

Probabilmente c’è chi la considererà inutilità, bevendo acqua stagnante come un pesce rosso che dal suo punto di vista guarda una piccola porzione di mondo esterna distorta dalle microonde marine non riuscendo a scorgere altro…

In genere serve ciò che manca, quando qualcosa non funziona servirebbe un nuovo modello, una nuova cultura che si trasmetta a beneficio della collettività, nuovi moderni poeti, filosofie alla base a contrastare il nulla che avanza…

Chissà se anche Borrego nelle ultime due partite, aldilà di ciò che servirebbe alla nostra malridotta società ha pensato di cambiare rotta in qualche maniera…

Certo, gioca sempre con il suo credo d’attacco basato su molto tiro da tre punti ma ha inserito Ball, il poeta del parquet, colui che crea profondità attaccando il ferro lasciando grafia del suo passaggio, tracce d’inchiostro invisibile sui passaggi impensabili, archetipo della personalità creatrice (magari nella prossima intro andremo con Jung?).

In difesa la filosofia pare abbastanza cambiata, qualche tripla open l’abbiamo concessa a inizio ripresa nelle ultime due partite ma lo sforzo collettivo sui close-out è migliorato, probabilmente l’inserimento di Zeller ha dato i suoi secondari frutti così come la small-ball utilizzata solo in brevi momenti.

Urge ripartire da qui e non farsi affascinare dal mondo moderno, trovare la propria strada e giocare contro Miami con cuore e le nostre migliori idee.

Analisi

La squadra meno considerata, più sconquassata e stramba di tutta la NBA ne combina un’altra…

Probabilmente nemmeno alcuni grandi squadroni sarebbero riusciti nell’impresa di rimontare 10 punti alla scorsa finalista NBA che ritrovava Dragic, Butler (alla seconda uscita), confermava la presenza di Herro (in dubbio) e sembrava ormai in controllo della partita ma… gli Heat rallentano, tutti si aspettano Ball ma escono Graham e Monk ad aiutare la squadra in maniera consistente.

Graham nel finale è più concentrato di un detersivo piatti e Monk continua la sua surreale partita colpendo incredibilmente da tre a 16.6 dalla quarta luce rossa…

E’ parità a quota 113…

Miami entra nell’OT scossa e Charlotte con due giocate di Hayward d’autorità più l’ennesima pazza tripla di Graham pesca il jolly per vincere una partita divenuta impossibile contro gli Heat anche perché P.J. Washington è il secondo infortunato alla caviglia dei Calabroni in due partite.

P.J. andando a rimbalzo e degnando da sotto ha sofferto della medesima situazione occorsa a Rozier, piede su un piede di un giocatore tornando a terra e addio parquet.

Miami ha vinto al tiro complessivo: 55,3% Cha, 47,3% Mia, nei rimbalzi come previsto (53-60), nelle stoppate (4-7) e nelle rubate (6-8) ma non è bastato perché gli Hornets hanno trovato un fattore chiave buttando dentro altre 21 triple come contro Milwaukee ma sprecandone meno (41 tentativi) per un surreale 51,2% dietro l’arco… Miami, dopo aver iniziato 4/4 da tre, è scesa al 41,35. Charlotte ha battuto meglio i liberi 22/26 contro il 16/25 avversario e ha commesso meno TO (11-15).

Soffriamo un po’ nei fast break (4-16) con Dragic che ci grazia due volte.

Tra le fila degli Heat, Butler ha chiuso con 25 punti e 9 rimbalzi, 23 punti e 9 rimbalzi per Adebayo, 19 punti per Strus dalla panchina, 16 per Duncan Robinson e 11 a testa per la coppia Olynyk/Herro.

La partita

I quintetti:

1° quarto:

Palla lanciata nell’aria raggiunta da Adebayo e via ai giochi con gli Hornets a cambiare sul gioco di passaggi degli Heat che tuttavia trovavano Olynyk con spazio sulla diagonale sinistra per lo 0-3…

Un deep 3 di Hayward pareggiava la partita ma nonostante Butler sbagliasse due volte ravvicinatamente, i Calabroni, concedendo un altro rimbalzo offensivo lasciavano due punti ad Adebayo.

P.J. Washington non teneva il passo sbagliando un semplice appoggio e Robinson da tre sull’altro versante scaricava la tripla del 3-8.

Zeller rispondeva con due punti grazie al passaggio di Hayward che batteva l’inseguitore Adebayo quindi toccava a Zeller mettere altri due punti ma il centro avversario rispondeva nuovamente.

Poco male se Zeller rompeva il muro centrale di due giocatori per mettere il 7-10 ma male se si concedeva l’open di Strus per il +6 Miami e un’altra tripla a Olynyk che a 7:50 realizzava il 9-16 (4/4 da tre per la squadra della Florida), il tutto condito da due punti di Butler che in post basso faceva secca la nostra difesa a 7:26 mandando in time-out Borrego sul 9-18.

Herro faceva in tempo ad infilare due FT dopo aver rubato palla a Ball: dentro Monk che da destra caricava e realizzava la tripla incendiando l’attacco di Charlotte con la seconda bomba (assist di Graham) per il 15-21.

Le squadre andavano a vuoto per qualche azione quindi toccava a Monk tirar su dal palleggio la tripla frontale in uno contro uno per ridurre le distanze a tre punti.

Achiuwa andava in bonus in lunetta due volte ma mentre i primi due liberi erano orrendamente mancati, quelli a 2:12 erano trasformati (18-23).

Un fallo dello stesso centro di riserva degli Heat su Bridges in super dunk mandava il numero 0 in lunetta a bersagliare due volte ma Strus dall’angolo destro colpiva senza pietà per il nuovo -6 (20-26).

Gli Hornets recuperavano sino al -1 con il semigancio di P.J. e la quarta tripla (su altrettanti tentativi) di Monk ma Strus metteva ancora il tiro (su un Monk dal close-out accennato) tuttavia Graham teneva in piedi Charlotte con un tiro concentrato a :12.5, una tripla deep che chiudeva il quarto sul 28-29.

Uno dei pochi canestri di P.J. Washington che ha subito un infortunio alla caviglia. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

2° quarto:

Tripla di Strus per aprire immediatamente la frazione offensiva degli Heat su un buon close-out in recupero di Caleb e immediato time-out di Borrego per aggiustare i movimenti…

Tre errori consecutivi sulla stessa azione di P.J. da sotto e passaggio pessimo di Monk che cercando Cody lanciava il contropiede avversario chiuso da Strus eccezionalmente da due punti-

A 10:59 Strus commetteva fallo cercando di contenere Ball bravo ad accorciare sul 30-34 dalla lunetta prima di vedere il distacco ridotto a due punti con la cucchiaiata di Zeller in entrata.

A 10:01 toccava a Caleb Martin scagliare la saetta del sorpasso (35-34) dal perimetro.

Hornets in partita scavalcati da una tripla di Robinson ma Ball, dopo aver mancato una tripla, giovava di un recupero e un assist dei compagni che gli davano la possibilità di metter dentro due punti dal pitturato.

A 8:58 Charlotte rimetteva quindi il capo avanti (38-37) prima di subire una tripla di Robinson e un tocco volante di Adebayo in infilata frontale su assist di Dragic dalla baseline sinistra marcato da Zeller.

Il divario si ampliava dopo una dunk di Achiuwa tuttavia Charlotte resisteva con il terzo tentativo consecutivo di Zeller da sotto (40-44).

Gli Hornets accusavano due colpi pesanti (Herro da tre a 4:43 e Olynyk da 3 dall’angolo destro ai 24) finendo sul 42-51 anche se il dato peggiore arrivava con la tripla del tiratore Strus per il -12 (44-56)…

Sembrava in ritmo Miami e Charlotte, nonostante l’ingresso di Hayward rimaneva a guardare ma Monk riprendeva la produzione di triple segnando quella del -9, quella del -8 (1:17) dalla diagonale sinistra venendo aiutato da una palla persa di Herro e una schiacciata in transizione di Zeller a :59.9 (52-58).

Era Miami a bloccarsi in attacco e Graham con una finta faceva abboccare Butler: 3 FT concessi, 2 a segno a :35.5.

Chiudeva il primo tempo ai liberi Butler portando la partita sul 54-57.

3° quarto:

Brutto inizio per P.J. che passava palla agli avversari, Herro ringraziava involandosi per la tripla del 54-60…

Senza Monk sul parquet toccava a LaMelo prendere e segnare la tripla del nuovo -3 a 11:19.

Miami ne metteva due ma dall’angolo destro Graham rispondeva con tre punti in un quarto destinato all’inseguimento (60-62).

Miami rimaneva avanti passando dai due ai 7 punti di scarto quando Olynyk metteva dentro su un’azione viziata da un’iniziale spinta sulla schiena di Ball.

Hayward recuperava due punti, passi di Adebayo in entrata a pochi secondi dai 24 e tripla in fade-away di LaMelo dalla sinistra in uno contro uno per il 67-69 a 7:07.

La terna assegnava il quarto fallo a LaMelo che uscendo da un blocco mostrava il proprio disappunto per la decisione presa ma Borrego sceglieva di farlo rimanere sul parquet e dopo 4 pt. Miami eccolo con la drive a tutta velocità servire Zeller per la schiacciata facile.

Un’iniziativa dello stesso Cody produceva due FT (Olynyk foul) e il 71-73.

Miami spingeva ancora per staccarsi e Butler era bravo a prendere un contatto sulla chiusura laterale di Hayward.

Giusto il fallo, poco d’accordo sui due liberi ma a 4:03 l’asso del Calore trasformava per il 71-77.

Charlotte rispondeva con un canestro di P.J. da sotto e una rubata veloce che portava Bridges a schiacciare ma con 4 uomini sul parquet poiché P.J. si era trascinato fuori dal campo dolorante alla caviglia destra per esser ricaduto sul piede di Butler dopo aver messo il tiro precedente.

Nulla da fare anche per lui così Borrego ricorreva alla small-ball che, aggressiva, funzionava bene continuando a fermare gli avversari e portando altri 8 punti con due bombe (2:52 Graham, 2:23 Bridges) e due punti firmati Hayward, aumentava il parziale sul 12-0 per l’83-77.

Iguodala accorciava con tre punti ma su una palla vagante nella metà campo di Miami Monk era travolto da Strus.

Due FT a segno per l’85-80 a un minuto dalla terza sirena.

Un deep 3 di Hayward estendeva sul massimo vantaggio (+6) la squadra di Borrego che iniziava il quarto con buon margine.

Malik Monk ha chiuso con il suo massimo in carriera: 36 punti con il 69,2% da tre (9/13). Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

4° quarto:

L’avvio dell’ultima frazione partiva malissimo per Charlotte che concedeva una corsa da 3-10 (unica tripla di Graham a 11:24) a Miami che serviva agli uomini di Spolestra per issarsi sul 91-94.

Iguodala portava esperienza e tre punti ancora dal bordo destro ma la resistenza era offerta da Monk con la tripla della casa (95-97), Butler iniziava a scaldarsi colpendo in jumper oltre Hayward ma un Monk in the zone conosceva solo la gioia della tripla per il 98-99.

Butler però, nonostante i cambi difensivi: da Hayward a Bridges a Caleb Martin infilava nel periodo gli otto punti d Miami portando sul 98-105 il match.

Robinson dal corner sinistro continuava la pazza corsa di Miami portando il parziale sullo 0-9 o per un 98-108 che dava poche speranze ai nostri.

Ancora meno ve ne erano nonostante un two and one di Monk poiché Herro da fuori colpiva per il 101-111 con meno tempo da giocare (3:11).

Gli Hornets iniziavano la loro folle rimonta a 2:47 con un canestro di Hayward al quale seguiva quello di Monk (bravo a cercare e a trovare spazio nel pitturato), Miami bloccava il suo attacco affidandosi troppo alle triple e a Butler ma facendo girar poco palla, arrivava così uno step-back 3 da urlo di Graham a 1:24 con gli Hornets che cominciavano a crederci nonostante una triangolazione rapida degli Heat portasse Adebayo alla schiacciata free a 1:08.

Due liberi di Graham e tripla storta di Iguodala, gli Hornets resistevano, Borrego chiamava time-out vedendo l’attacco di Charlotte bloccato dalla zona e faceva benissimo.

Lo schema prevedeva Zeller sul bordo sinistro, passaggio hand-off per l’accorrente Monk che non si curava d’essere inseguito grazie al buon angolo di blocco di Cody ma sparava alto sopra il close-out di Adebayo per accarezzare con la tripla morbida un dolce cotone.

Il pari a 16.6 lasciava spazio all’ultima replica Heat ma Butler tentando di vincer la partita da solo sparava sopra Hayward colpendo solo il ferro tra le lamentele di qualche compagno non coinvolto.

OT

Charlotte entrava con la testa giusta nel primo supplementare della stagione, Miami – gettato incredibilmente al vento il vantaggio – sbagliava troppo venendo colpita da Zeller che non doveva far altro che raccogliere il passaggio di Ball, bravo ad attirare su di sé il raddoppio.

Il pari di Butler arrivava dalla linea della carità per tocco di Graham nel semicerchio.

A 3:26 Hayward andava dentro sapendo di poter spostare con il suo peso legalmente Herro e infilando poi ancora Gordon protagonista: palleggio dietro la schiena per depistare nuovamente Herro, ingresso in area e teardrop preciso sopra Adebayo, Hornets sul +4 (119-115).

Butler sbattendo su Zeller recuperava uno sfondamento contro, Herro sfidando il nostro centro (ormai carico per la dunk su Giannis?) si faceva toccare il tiro.

Un secondo e mezzo ai 24, time-out di Spolestra e long two di Adebayo al rientro sull’anello…

Herro aveva il mal di testa ma la martellata che lo stendeva gliela rifilava Graham che con il palleggio in crossover lo batteva per una tripla paurosa che a 1:42 ammazzava la partita (122-115).

Gli Hornets non tremavano più, Miami ricorreva a qualche disperato fallo ma serviva solo a Monk per ritoccare verso l’alto (2/2 a chiudere per il 129-121 finale) il suo massimo in carriera in una serata speciale per il Monaco salvatore del popolo teal & purple.

LaMelo Ball: 6,5

14 pt. (3/11), 5 rimbalzi, 7 assist, -6 in +/-. 3 TO. 5 PF. Parte per la prima volta in quintetto ma la prova meno convincente del solito (diciamo che non è nella sua livrea più scintillante) per Ball (mal assortito con Graham?) che stenta un po’ forse anche gravato dai falli (un paio dati contro direi discutibili) ma riesce a mettere comunque insieme 7 assist, splendido quello “sicuro” nell’OT attirando il raddoppio di Dragic per il passaggio a Zeller. Fatica a trovare il ritmo sulle puntate a canestro chiuso con le buone o con le cattive e in più c’è Adebayo. Anche lui si concede due triple da urlo, una deep e una in fade-away dalla sinistra con il marcatore ravvicinato.

Devonte’ Graham: 8

24 pt. (7/13), 4 rimbalzi, 5 assist, +15 in +/-. 1 TO. Prova nettamente convincente di Graham che quando conta è una quasi certezza, peccato che prima non lo sia ma trova una buona mano da fuori anche se gli si imputa di essere principalmente quel giocatore, tuttavia nel finale gela con altri due punti in uno contro uno, più ravvicinati, ancora gli Heat. Nei minuti finali dell’ultimo quarto regolare e nell’OT si abbatte come un’onda con triple e non solo su Miami. Uno dei fattori primari per la rimonta e la vittoria.

Gordon Hayward: 7

19 pt. (8/14), 6 rimbalzi, 3 assist, 2 rubate, +18 in +/-. 2 TO. In penombra a tratti, anche lui non sempre ha la meglio ma soprattutto sui jumper. Quando decide di andare dentro capendo che Herro è spostabile, va a dare il principio di vantaggio che ci consegna la partita. Leadership quando serve. Già che passava di qua l’OT…

P.J. Washington: 5,5

6 pt. (3/12), 7 rimbalzi, 3 assist, 2 rubate, 1 stoppata, -6 in +/-. 1 TO. Auguri di guarigione al secondo infortunato alla caviglia in due giorni degli Hornets. Si salva con i rimbalzi e un paio di rubate ma fa anche un’apertura orrenda che ci costa la transizione, impreciso da sotto, sbaglia tocchi ravvicinati consecutivi. Non sbaglia quello che poi lo porterà fuori al campo.

Cody Zeller: 7

19 pt. (8/15), 12 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata, 2 stoppate, -9 in +/-. 1 TO. Qualche errore al tiro da sotto ma, nonostante fosse sul parquet in uno dei momenti più difficili della gara, nel finale prende iniziative e buon punti oltre a fermare Herro e a subire uno sfondamento da Butler. In proprio o assistito sembra rivitalizzato nelle ultime due partite. 12 rimbalzi, doppia doppia per il futuro MVP (scherzo, ma Cody ha disputato una buona gara, notare il blocco con consegnato per il pari di Monk)…

Miles Bridges: 6

7 pt. (2/8), 3 rimbalzi, 5 assist, 1 rubata, 1 stoppata, +14 in +/-. 1 TO. La difesa c’è, l’impegno anche, il tiro un po’ meno. Una bela tripla nel primo tempo poi fatica a realizzare ma è coinvolto nei meccanismi della squadra e mette insieme 5 assist. Buon plus/minus.

Malik Monk: 9,5

36 pt. (11/18), 5 rimbalzi, 2 assist, +20 in +/-. 2 TO. 39:51 giocato con 9/13 da tre punti. Se chiudesse anche meglio in difesa qualche volta sarebbe da 10, concede qualcosa ma anche lui nel finale nell’autoscontro con Butler diretto a canestro, resiste.. Una serata magica da tre punti ma non solo… arriva a 36 punti, massimo in carriera segnando poi un canestro che pareva impossibile. Ha lavorato molto in questi ultimi tempi ha detto e gli crediamo perché i risultati si vedono. Da U.F.O. a supereroe il passo è stato breve.

Caleb Martin: 5,5

4 pt. (1/4), 2 rimbalzi, 4 assist, -6 in +/-. TO. 19:54 sul parquet. Al tiro è il solito spreco ma produce 4 assist. In difesa pressa e corre ma a volte non basta.

Coach James Borrego: 7

Monk lo salva dopo il suo time-out. Un time-out che salva la partita perché capisce la mal parata sul possibile attacco precedente. Subiamo qualche tripla di troppo ma almeno, Butler in corsa a parte, non ci affettano nel pitturato.

https://www.youtube.com/watch?v=gomgn8J6Ux8

Matchup Key Vs Miami Heat

Matchup Key Vs Heat

(A cura di Igor F.)

LaMelo Ball Vs Jimmy Butler

Gli Heat hanno ritrovato Jimmy Butler dopo 10 partite nella vittoria di un punto ottenuta sui Kings.

Alla prima uscita Jimmy ha messo a segno 30 punti 8 assist e 7 rimbalzi in 34 minuti.

Ovvio che sia l’osservato speciale d’obbligo, un cliente scomodo che personalmente farei marcare a tratti da Bridges quando sarà in campo.

Gli Hornets rispondono con un Ball rinnovato, trascinatore degli Hornets con un 8/10 dal campo e 0 palle perse quando serviva…

Se dovesse mancare Rozier, Ball potrebbe ottenere un buon minutaggio e dare spinta all’attacco di Charlotte creando le premesse per far frizzare l’attacco di Charlotte rendendolo meno prevedibile e depistare la difesa degli Heat che ovviamente non è solo Butler.

Spolestra ha detto che Jimmy non li avrebbe lasciati perdere (con Sacramento), Borrego ha dichiarato che LaMelo Ball ha un’energia contagiosa: “Ciò che lo rende speciale è che ama il gioco. Ha una grande gioia per i suoi compagni di squadra. Mi fa venire voglia di allenare con più gioia”.

Se una delle due squadre riuscisse a limitare la fonte di gioco principale avversaria avrebbe alte possibilità di vittoria.

Possibili svantaggi:

Nel pitturato c’è Adebayo, uno che potrebbe incutere timore nell’area avversaria e creare problemi nella nostra.

Gli Heat – contro Sacramento – hanno utilizzato qualche tripla (32) in meno rispetto a ciò che provano le nostre avversarie abitualmente ma bisognerà cercare di coprire il pitturato dai brevi passaggi a tagliare la difesa e reggere l’urto di Bam cercando di controllare almeno i rimbalzi difensivi.

Possibili vantaggi:

Con Herro che potrebbe saltare la partita a causa del coinquilino avente il Covid-19, gli Hornets potrebbero avvantaggiarsi nonostante l’incertezza legata alla partecipazione al game di Rozier.

LaMelo Ball potrebbe partire da titolare anche se io personalmente mi aspetterei Monk, sostituto naturale per caratteristiche di Scary…

“Rende tutti migliori intorno a lui”, ha detto il compagno di squadra Miles Bridges (parlando di LaMelo).

Questa potrebbe essere una chiave importante: se gli Hornets riusciranno a mantenere buone percentuali da tre punti prendendo buoni tiri grazie ai passaggi di Ball & Company, i nostri tiratori potrebbero dar fastidio agli Heat dal perimetro scavalcando la presenza di Adebayo.

Testa a testa a cura di Igor F..
Per la pagina vintage: un pezzo di storia degli Heat ma soprattutto degli Hornets, un giocatore da sogno condiviso…