Game 19: Charlotte Hornets Vs New York Knicks 98-99

Josh Green, serata da combattente chiusa con 15 punti per lui.

Terza partita di coppa (0-2) per gli Charlotte Hornets in uscita per la prima volta sul proprio splendido parquet.

La squadra di Charles Lee è in piena emergenza con sette giocatori fermi e la perdita letale di Ball (problema al polpaccio sinistro secondo l’allenatore Charles Lee) li metteva in una posizione disperata da sfavoriti ma l’inizio è tutto cuore con i due francesi a mostrarsi bravi anche a finalizzare; Moussa Diabaté da sotto con un mezzo circus a 9:01 e Tidjane Salaün a 6:52 dalla sinistra da tre realizzava il 12-7.

Charlotte aumentava il vantaggio con una drive (da vedere) con inchiodata del rookie KJ Simpson a :39.9 e con Seth Curry a sei secondi dalla prima sirena per il 23-15 del primo quarto con i Knicks un po’ sfasati.

KJ Simpson va a schiacciare a sorpresa durante il primo quarto.

La pressione diminuiva leggermente nel secondo e i Knicks a 6:43 pescavano il pareggio con il tiro dalla distanza di McBride (32-32) ma gli Hornets trascinati dagli M&M’s (Micic/Miller) segnavano due triple (una ciascuno) poi il no look pass in taglio per Miller che da sotto appoggiava il 45-36, faceva scattare Charlotte con un 8-0 run.

Ovviamente la maggior qualità disponibile dei Knicks faceva la differenza e Brunson chiudeva da tre un contro-parziale da 10-0 facendo passare avanti i newyorchesi 45-46 ma Josh Green in difesa prendeva una gomitata da Hart in salto e recuperava la sfera per poi sull’azione seguente andare a segnare a :01.1 dalla sirena dell’intervallo che il semi-eroico australiano batteva ancora recuperando al volo in salto la rimessa dal fondo e realizzando in turnaround solitario sulla sirena il 49-46.

Nel terzo quarto la gara restava combattuta, i Calabroni cercavano di mantenere il vantaggio ma Hart nel finale da tre realizzava il 69-71 prima che KJ Simpson a :05.7 infilasse la sua unica bomba del match per restituire il +1 ai viola a 12 minuti dalla fine.

A 9:16 un caldo Nick Smith Jr. realizzava da tre ma Payne a 8:13 contraccambiava per l’82-81.

A 4:49 si vedeva la consistenza dei Knicks e l’evanescenza degli Hornets dovuta a età ed inesperienza; alzata di Brunson per l’85-86, pasticcio Brandon Miller – Diabaté sul passaggio, palla persa con rubata e schiacciata in transizione di McBride per il +3 Knicks ed altri due per Brunson che chiudeva per l’85-90.

A 1:33 una dunk di Diabaté restituiva qualche speranza ma un pallone tirato sui piedi dello stesso francese da 10 cm che avrebbe potuto innescare una transizione era interrotta dalla terna piuttosto in ritardo per una kick ball assolutamente involontaria…

Il regalo per gli arancioblu arrivava a fagiolo perché poi per un fallo in close-out di Diabaté su Brunson l’attaccante in bianco realizzava due FT su tre: 90-96.

Hornets che segnavano con Diabaté che mancava l’and one perché il francese e i liberi non sono amici (servirebbe un corso da Celentano per vedere come si molleggia) quindi martin recuperava il rimbalzo ma anche lui soffrendo lo stress quasi replicava gli sciagurati tiri nella partita precedente: 1/2, 33-96.

Charlotte difendeva bene ma sullo scarico di Miller, Cody Martin non andava oltre il ferro e il pareggio sfumava.

Il finale era fatto di liberi e i 2 di Brunson per il 95-99 chiudevano il match anche se la tripla di Green dall’angolo sinistro dal giro infinito si inabissava sulla luce rossa per chiudere il match sul 98-99.

Cantavano amaramente i talk Talk: “So much heart is not enough” e la sconfitta si è rimaterializzata puntualmente, si riuscisse a limare qualche errore da impostazione strutturale come una certa frenesia o tentare tiri da lontanissimo effettuati da giocatori con scarsa probabilità per andare a prendersi un mid range, probabilmente quei pochi punti in più, in partite come questa potrebbero fare la differenza.

Hornets comunque molto meglio del previsto in quasi tutti i loro interpreti, meglio negli assist dei Knicks (25-20), meglio nei TO (13-19) ma i rimbalzi (49-57) e i punti nel pitturato (28-44) nonostante un 6-5 nelle stoppate e un 8-7 nelle rubate, ha dato una mano agli ospiti che hanno ottenuto 31 punti da Brunson mentre Charlotte ha provato a contenere Towns concedendogli 19 punti e 12 rimbalzi.

Diabaté alto ha provato a dare una mano a contenere le triple avversarie che sono cadute nel cesto di Charlotte 12 volte mentre quelle dei Calabroni sono state 15 (31,9%) ma la percentuale migliore è stata quella dei Knicks (37,5%) che non hanno tirato fuori ritmo troppe volte mentre gli uomini di lee sono stati costretti o hanno scelto troppe volte delle soluzioni poco redditizie e frenetiche.

In particolare il 7/25 di Miller (20 punti) ha frenato Charlotte con Brandon spesso raddoppiato che ha finito per perdere 6 palloni.

Troppa pressione su di lui e percentuali basse, deve lasciar qualcosa di più a suoi compagni (solo 3 assist) anche se l’impegno con 6 rimbalzi, 3 stoppate e 1 rubata non è mancato.

Buon inizio per Salaun, calato alla distanza che ha chiuso con 14 punti e 8 rimbalzi partendo da starter mentre KJ Simpson ha messo a segno 11 punti in 16:23, piacevole sorpresa dopo l’esordio brusco e Nick Smith Jr. ne ha messi 8 sembrando in ripresa.

Buona prestazione di Josh Green con 15 punti, 3 assist e 2 rubate mentre Vasilije Micic è sembrato un po’ troppo rallentato (kg di troppo) in palleggio ma ha cucito buone trame, non è andato altrettanto bene al tiro, però…

Charlotte (6-13) sarà in back to back domani contro gli Hawks per vedere se alla quarta uscita casalinga, nonostante le emergenze, si riuscirà a strappare una vittoria per rimanere in corsa per i play-in avvicinando proprio i Falchi non distantissimi…

 

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Game 18: Charlotte Hornets Vs Miami Heat 94-98

Cody Martin manca i possibili liberi decisivi nel finale e Charlotte non compie il delitto perfetto.

CHARLOTTE, N.C. — Tyler Herro ha segnato 27 punti, Duncan Robinson ne ha aggiunti 22 con sei triple e i Miami Heat hanno resistito al comeback finale degli Hornets lasciando a Charlotte un’altra amara sconfitta.

Bam Adebayo ha ottenuto 10 rimbalzi e 10 assist per gli Heat che si sono ripresi da una sconfitta per 106-103 contro i Milwaukee Bucks in una partita di NBA Cup martedì sera. LaMelo Ball ha ottenuto 32 punti e 10 rimbalzi per gli Hornets, i quali, tuttavia, nonostante 126 punti del loro numero 1 in tre partite, hanno perso cinque sulle ultime sei partite, afflitti da numerosi infortuni.

Brandon Miller ha ottenuto 21 punti e la matricola Tidjane Salaun ha segnato 17 punti, il massimo della sua carriera.

Gli Heat, dopo un primo quarto terminato in parità, sono riusciti attraverso la difesa a raggiungere gli 11 punti di vantaggio all’inervallo (39-50) e ad accumularne sino a 20 per trovarsi sul +17 (58-75) a inizio ultimo quarto.

Gli Hornets però, non si sono arresi e, invece di giocarsi del garbage time si sono ripresi dai 20 punti di svantaggio per prendere addirittura il comando quando nella bolgia di un Alveare sempre più caldo Salaun è esploso segnando un tiro da 3 (94-92) all’angolo – dopo un rimbalzo offensivo di Diabaté – a 42 secondi dalla fine ma il vantaggio è durato poco perché Herro ha risposto con un tiro da 3 e poi ha rubato la palla a Miller che è stato costretto al fallo e poi è stato successivamente espulso per raggiunto limite.

Herro ha subito fallo e ha realizzato 1 dei 2 tiri liberi (94-96), dando agli Hornets la possibilità di pareggiare a sei secondi dalla fine.

Cody Martin ha subito fallo ma ha sbagliato entrambi i tiri liberi così Charlotte ha dovuto ricorrere al fallo su Kel’el Ware che ha realizzato entrambi i tiri liberi per sigillare la vittoria 94-98.

Jimmy Butler è uscito nel terzo quarto con problemi alla schiena stretta e non ha giocato nel quarto decisivo.

Conclusioni Heat: Robinson ha fatto partire subito gli Heat, segnando 13 dei primi 17 punti della squadra, inclusi tre tiri da 3.

Conclusioni Hornets: Ball, che è arrivato con una media di 43 punti nelle ultime tre partite, probabilmente stava entrando in gioco con un problema al polso destro.

E’ stato chiaramente infastidito da ciò durante la partita poiché è stato visto tenersi il polso con l’altra mano durante le pause di gioco.

Gli Hornets hanno recuperato segnando diversi canestri da tre ben oltre la linea da tre punti, questo fa si che riescano ad allungare molto il campo ma non riescano a sfruttare a causa degli infortuni dei propri lunghi, il gioco interno, Diabaté ha chiuso con 0 punti e Gibson con 2.

Ben 51 punti sui 94 totali sono stati ottenuti con conclusioni da oltre l’arco.

Momento chiave: Gli Hornets hanno cercato di prendere il comando con meno di 10 secondi rimasti quando Herro ha rubato il passaggio di Ball a Brandon Miller.

Statistica chiave: Ball ha tirato 11/35 dal campo (7/20 da lunga distanza) e ha accumulato sette palle perse.

Solo 8 i liberi concessi a Charlotte (18/22 per gli Heat) e 3 quelli realizzati…

Next game: Gli Hornets, già out, ospiteranno i Knicks per la prima partita di coppa casalinga alle 18:00 italiane, domani.

 

 

Game 17: Charlotte Hornets Vs Orlando Magic 84-95

Cody Martin in serata.

CHARLOTTE, N.C.  — Franz Wagner ha segnato 13 dei suoi 21 punti nel quarto periodo e gli Orlando Magic hanno resistito ad un’altra prestazione importante (44 punti) di LaMelo Ball per superare una Charlotte in chiara difficoltà da assenze.

Moritz Wagner e Cole Anthony hanno ottenuto 16 punti e 8 rimbalzi ciascuno dalla panchina e Jonathan Isaac ha segnato tre triple dall’angolo nella quarta frazione finendo con 11 punti per i Magic.

Ball, reduce da una prestazione da 50 punti, il massimo della sua carriera contro i Milwaukee Bucks sabato sera, ha fatto registrare anche 9 rimbalzi e 7 assist.

Brandon Miller ha aggiunto 20 punti e 10 rimbalzi per gli Hornets, che hanno visto la loro serie di quattro vittorie casalinghe interrompersi.

Ball e Miller hanno però anche totalizzato 13 delle 26 palle perse degli Hornets con il secondo migliorabile al tiro.

Questi problemi hanno portato a 33 punti per Orlando…

Un altro problema evidente per gli Hornets è stata la carenza di punti in attacco con il resto dei giocatori di Charlotte che ha totalizzato solo 20 punti…

L’assenza di Grant Williams li priva di un buon tiratore da tre da fuori e di un lungo che sotto la plancia avversaria sa come muoversi.

Taj Gibson ha i suoi anni, Moussa Diabaté non ha la dimensione perimetrale e fatica sotto canestro anche se fornisce un buon apporto difensivo (8 rimbalzi e 4 stoppate nella notte) mentre pretendere di più adesso dal rookie Tidjane Salaun sarebbe ingeneroso anche se sicuramente può fare di meglio rispetto a questa uscita.

Orlando ha tirato solo il con il 39% dal campo ma Charlotte è stata solo leggermente migliore finendo con il 41% e non è bastato sembrando scollegata in attacco per la maggior parte della serata.

Charlotte è riuscita a rimanere al comando fino ad inizio ultimo quarto, poi alcune triple dei Magic (una di Isaac diciamo fortunata) hanno portato avanti gli ospiti e gli Hornets hanno fatto fatica a rimanere agganciati, a 3:11 dalla fine LaMelo Ball con uno step back ampio ha mandato a bersaglio il -6 (77-83) ma i due Wagner e i Magic hanno portato a casa punti per incrementare il divario.

Conclusioni Magic: Orlando è stata massacrata a rimbalzo 52-39 contro una squadra (Charlotte) senza i suoi due migliori centri.

La guardia Gary Harris ha subito un infortunio al tendine del ginocchio nel primo quarto e non è più rientrata.

Conclusioni Hornets: Con Mark Williams, Nick Richards, Grant Williams e Tre Mann fuori, Ball e Miller hanno dovuto giocare minuti prolungati.

L’allenatore Charles Lee ha fatto appello alla sua panchina facendo giocare la matricola K.J. Simpson e Nick Smith Jr., il che non è stata un’idea brillante se si vogliono ottenere risultati e ha avuto un impatto sulla chimica in campo.

Aggiungere poi Nick Smith Jr. (sempre stato inefficiente) al posto di V. Micic che avrebbe dato più esperienza e collegamenti alla squadra che in questo momento ne ha un disperato bisogno, l’ho ritenuta una scelta sbagliata nel principio.

Momento chiave: Franz Wanger e Isaac hanno realizzato triple consecutive all’inizio dell’ultimo quarto per portare i Magic in vantaggio 69-64 e i Magic, dopo essere stati sotto per tutta la partita, hanno preso il controllo.

Wagner ha poi segnato un altro tre punti a 1:33 dalla fine portando i Magic in vantaggio di 11 e chiudendo la partita.

Statistica chiave: Con tutti gli infortunati di Charlotte, la panchina di Orlando si è avvantaggiata e ha superato quella di Charlotte per 53-15…

Next game: Gli Hornets ospitano Miami mercoledì sera sperando Lee centri, assetti la squadra in maniera differente.

 

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Stagione finita per Grant Williams

L’ala – centro degli Charlotte Hornets Grant Williams salterà il resto della stagione a causa di un grave infortunio al ginocchio destro subito verso la fine della partita contro i Bucks persa a Milwaukee per 119-1125.

Williams si è rotto il legamento crociato anteriore, il menisco e altri legamenti in un’azione durante la quale è andato a canestro con 3:52 rimasti sul cronometro, secondo ESPN.

In stagione Williams stava aiutando i Calabroni con numeri di media in doppia cifra:

10,4 punti e poi 5,1 rimbalzi e 2,3 assist in 16 partite partendo dalla panchina ma con sette inserimenti in starting five per via degli altri infortuni in reparto.

È uno dei sei giocatori che segnano in doppia cifra per gli Hornets (6-10).

Williams, che compirà 26 anni il 30 novembre, era stato scelto dai dai Boston Celtics nel 2019.

Gli Hornets lo hanno acquisito in uno scambio con i Dallas Mavericks a febbraio.

Nella sua carriera, Williams ha una media di 7,2 punti, 3,7 rimbalzi e 1,5 assist in 380 partite (108 da titolare) con le tre squadre.

Purtroppo per lui e per Charlotte, pare che sia abbastanza sicuro, Grant dovrebbe saltare ormai l’intera stagione lasciando un reparto lunghi ancora più sguarnito.

Stanotte va in scena la partita casalinga contro Orlando, un rematch “impossibile” per gli Hornets seguendo logica vedendo questa lista infortunati


ma Ball, Miller e gli altri Calabroni tenteranno comunque di mantenere alte le buone recenti prestazioni casalinghe.

Per i Magic out solamente Paolo Banchero, in dubbio Wendell Carter Jr.

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Game 16: Charlotte Hornets @ Milwaukee Bucks 119-125

LaMelo Ball segna 50 punti, massimo in carriera ma Charlotte non regge a Milwaukee.

 

MILWAUKEE — Giannis Antetokounmpo ha totalizzato 32 punti e preso 11 rimbalzi mentre Damian Lillard ne ha aggiunti 31 per guidare i Milwaukee Bucks oltre gli Charlotte Hornets 125-119 facendo ottenere ai Cervi la loro quarta vittoria consecutiva. Milwaukee, che ha completato una serie casalinga da 4-0, ha vinto sei delle ultime sette con l’unica sconfitta arrivata in questo periodo proprio per mano degli Hornets il 16 novembre a Charlotte sul filo di lana.

Momento chiave: Milwaukee ha segnato quattro triple consecutive per un parziale di 12-3 e un vantaggio di 96-83 quasi alla fine del terzo quarto.

Statistica chiave: I Bucks hanno realizzato 18 triple su 37 eguagliando il loro record stagionale di triple realizzate.

LaMelo Ball ha segnato 50 punti (17/38), Brandon Miller ne ha segnati 32 ma la grande rimonta a fine quarto periodo è partita troppo tardi, dato che gli Charlotte Hornets hanno perso contro i Milwaukee Bucks119-125.

Il riassunto: Primo tempo difficile, specialmente il secondo quarto, quando gli Hornets vanno sotto contro una delle squadre più in forma della lega fino al 51-59 all’intervallo.

Il secondo tempo è stato giocato meglio e competitivo.

Gli Hornets hanno continuato a tenere testa ai Bucks fino alla fine del terzo quarto ma i Bucks hanno guadagnato altri 3 punti portandosi sul +11.

LaMelo Ball ha aumentato l’aggressività come è solito fare nel secondo tempo, dato che le squadre si sono scambiate molti canestri in un periodo ad alto punteggio ma verso la fine del quarto, i Bucks sono diventati incredibilmente caldi da fuori e la loro difesa ha trasformato una partita ancora giocabile in un game da 20 punti di distacco a 8:13 dalla fine con il canestro di Portis.

Gli Hornets non si sono arresi, nonostante un infortunio a Grant Williams avvenuto a metà del tentativo di rimonta.

A 3:40 dalla fine Antetokounmpo però metteva due punti per il 101-116 dando il +15 ai bluette locali ma Brandon Miller e LaMelo Ball hanno continuato a tirare (molto bello il runner quasi da dietro la tabella dalla baseline destra rimbalzante sul ferro di LaMelo)…

LaMelo Ball ha chiuso col massimo in carriera da 50 punti e Miller ha incrementato il suo bottino segnando tiri da tre e a :15.1 un passaggio di Ball per una tripla di Miller ha portato il match sul -2 (119-121) ma era troppo tardi, Prince ha segnato due FT, Charlotte ha mancato un paio di triple ed Antetokounmpo ha segnato due tiri liberi a 4,5 secondi dalla fine per un 125-119.

I veterani dei Bucks sono stati in grado di realizzare abbastanza tiri liberi per impedire la rimonta degli Hornets.

Ball è divenuto il secondo giocatore nella storia degli Hornets a segnare 50 punti andando anche in doppia doppia con 10 assist

Brandon Miller (che aveva appena compiuto gli anni il 22) è passato in secondo piano rispetto a LaMelo per gran parte della partita ma si è scatenato alla fine quando gli Hornets hanno fatto il loro improbabile tentativo di rimonta realizzando tre triple consecutive alla fine per portare più avanti possibile la partita.

Ha concluso con 32 punti e 11 rimbalzi, il massimo della sua carriera.

Gli Hornets hanno fatto un buon lavoro nel limitare di nuovo Giannis che ha giocato una partita discreta ma è ancora al di sotto dello standard che si è prefissato nelle ultime settimane.

Ciò dimostra la capacità di questa squadra di pianificare determinati stili di gioco ma il lato negativo è che la coperta pare corta con gli Hornets che finiscono all’interno dell’arco a fare box o a concentrarsi meno sul tiro da fuori, se le squadre avversarie sfruttano bene la palla oltre l’arco e le percentuali sono migliori, ciò diviene un problema.

In più, oltre ad Antetokounmpo è stato più difficile festire la coppia Brook Lopez e Lillard (che a Charlotte non c’era).

Con Miles Bridges out, Grant Williams pare avere avuto un brutto problema al ginocchio, vedremo cosa diranno gli esami ma Charlotte potrebbe aver preso l’ennesima negativa tegola della stagione in testa mentre Moussa Diabaté non ha segnato nessun punto ma è riuscito a recuperare 11 rimbalzi.

Next game: Gli Hornets tornano a Charlotte per una serie di cinque importanti partite casalinghe che cominceranno con quella contro i Magic.

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Game 15: Charlotte Hornets Vs Detroit Pistons 123-121 (OT)

Taj Gibson torna qualche minuto sul parquet.
Più minuti anche per Diabaté con lee che finalmente si affida di più ai lunghi di ruolo e meno alla small ball.

CHARLOTTE, N.C. — Brandon Miller ha segnato otto dei suoi 38 punti, il massimo della sua carriera aiutando gli Charlotte Hornets a resistere ed un finale tirato e ad aver ragione ai supplementari dei Detroit Pistons per 123-121.

Miller ha segnato con buona continuità da fuori (8/12 da 3 punti), due dei quali ai supplementari mentre LaMelo Ball ha fatto registrare 35 punti e 9 assist prima di uscire per falli ad un secondo dall’OT mentre Charlotte ha prevalso nonostante abbia sprecato un vantaggio di 20 punti nel terzo quarto.

Cade Cunningham di Detroit ha segnato 27 punti e smistato 10 assist prima di lasciare la partita per un infortunio all’anca nel fatale ultimo minuto dei regolamentari (a 48 secondi dalla fine dell’ultimo quarto).

Dopo aver subito un fallo per mano di Grant Williams, Cunningham ha realizzato due tiri liberi prima di lasciare la partita.

Sul 43 pari ottenuto da Fontecchio a 7:09 del secondo quarto, gli Hornets hanno faticato a staccarsi chiudendo 63-59 avanti all’intervallo poi Ball, che ha avuto problemi di falli in questa stagione, che ne ha segnati tre nel primo quarto e si è ritirato in panchina, è tornato a segnare 13 dei 15 punti ottenuti da Charlotte in un tratto del terzo quarto.

Rimarchevole l’alzata in corsa per dare a Salaun la possibilità di chiudere con un plastico alley-oop a 5:33 nel terzo per  86-67.

 

Miller contro Holland in partita.

I Pistons sono tornati in partita ed hanno preso il comando con i tiri liberi di Cunningham.

Ball ha pareggiato la partita con un floater e Malik Beasley ha sbagliato due tiri da corta distanza.

Ball ha avuto la possibilità di vincere la partita alla fine del tempo regolamentare ma il suo floater non è andato a segno.

A 3:04 nel supplementare, nonostante la pessima serata al tiro, in penetrazione e fuori equilibrio, Tre Mann è riuscito a mandare dentro la palla per uno di quei canestri difficilissimi e a superare Detroit nel punteggio (113-112).

Momento chiave: Miller ha segnato il suo ottavo miglior tiro da tre punti della sua carriera a 32 secondi dalla fine dei supplementari, dando a Charlotte un vantaggio di sei punti e tornando ad esorcizzare finalmente i tempi supplementari dopo qualche delusione di troppo.

Conclusioni Pistons: Jalen Duren non è stato un fattore per la maggior parte della partita finendo con cinque punti e nove rimbalzi nonostante abbia affrontato una squadra degli Hornets che giocava senza i centri Mark Williams e Nick Richards.

Conclusioni Hornets: Charlotte ha detto che Williams (stiramento al tendine del piede) e Richards (frattura delle costole) sono “tornati alle attività di gruppo e di squadra” e si stanno avvicinando al ritorno giocato sul parquet.

Statistica chiave: Miller e Ball sono diventati i primi Hornets a segnare almeno 35 punti a testa nella stessa partita nella storia della franchigia.

Nonostante Detroit abbia vinto 43-56 a rimbalzo e sia rientrata in partita realizzando diverse importanti bombe, gli Hornets hanno vinto la battaglia da tre punti con i Pistons al 35,4% contro il 45,5% di Charlotte.

Next game: Gli Hornets viaggeranno per affrontare i Milwaukee Bucks tra un paio di giorni.

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Game 14: Charlotte Hornets @ Brooklyn Nets 115-116

Josh Green in difesa a BKN.
Gli Hornets però – Green o meno – non stanno difendendo al meglio.

NEW YORK — Cam Johnson ha segnato 34 punti, Dennis Schroder ne ha messi 14 aggiungendo 12 assist e i Brooklyn Nets hanno battuto gli Charlotte Hornets 116-115.
Jalen Wilson ha realizzato 17 punti e Dorian Finney-Smith ne ha aggiunti 15 mentre Brooklyn ha interrotto una serie di tre sconfitte consecutive.
Trendon Watford ha segnato gli ultimi sette punti dei Nets negli ultimi due minuti e ha concluso con 10 punti dalla panchina.
Per Charlotte Brandon Miller ha inciso sul tabellino 29 punti, Miles Bridges 21 e la riserva Tre Mann 19 mentre gli Hornets hanno perso per la quarta volta nelle ultime cinque partite.
Conclusioni Hornets: LaMelo Ball, Bridges e Miller hanno dato il via a un inizio caldo segnando ciascuno otto punti per dare un vantaggio a Charlotte di 17 punti (37-20) alla fine del primo quarto.
Charlotte – in quel tratto – ha tirato con un 13/19 dal campo e nello specifico con un 8/12 da 3 punti…
Cinque dei primi sei tiri effettuati nel periodo sono stati da 3 punti.
Conclusioni Nets: Ben Simmons è andato in doppia cifra per la prima volta in questa stagione con 10 punti, l’ultima volta risaliva al 10 febbraio contro San Antonio, quando ne realizzò 13.
Statistica chiave: I Nets hanno smazzato 31 assist.
Tutto stava andando alla grande per gli Charlotte Hornets nel primo quarto della partita in trasferta di martedì sera a Brooklyn, poi, dopo un secondo quarto negativo che si è riversato nel terzo, gli Hornets sono finiti sotto prima di tornarsi a dar da fare per tornare in partita, alla fine solo per ritrovarsi con una deludente sconfitta per 115-116, che probabilmente eliminerà già la squadra dall’Emirates NBA Cup.
I migliori giocatori: dopo alcune prestazioni inefficienti, Brandon Miller ha registrato un gradito 29 punti con 11/17 (5/9 da 3 punti), 4 assist, 3 palle rubate e 2 stoppate in 38 minuti, segnando la sua quinta partita consecutiva con più palle rubate, il massimo della sua carriera.
Miles Bridges ha concluso con 21 punti e ha segnato 5/9 3 punti.
Cam Johnson di Brooklyn ha segnato un massimo stagionale di 34 punti con 11/ 20 (6 su 12 da 3 punti), più 5 rimbalzi e 4 assist.
Prendendo il posto di Thomas nella prima unità, Jalen Wilson ha aggiunto 17 punti, il massimo della stagione, con 5/8 da 3 punti mentre tutti e cinque i titolari dei Nets hanno raggiunto la doppia cifra.
Punto di svolta: Charlotte ha tirato con un 68,4%, il massimo della stagione trimestrale, nel primo tempo, incluso un 8/12 da 3 punti, per un rapido vantaggio di 37-23 ma i Nets hanno vinto i successivi 15 minuti piazzando un 26-51 per ottenere un vantaggio di 11 punti a loro favore.
Charlotte ha risposto con un parziale di 24-11 per chiudere il terzo quarto, dando il via a una battaglia altalenante ed incerta per il finale.
In svantaggio per 108-109 con 1:48 sul cronometro, la riserva di Brooklyn Trendon Watford, alla sua seconda apparizione della stagione, si è fatto strada fino a realizzare 7 punti con tre possessi consecutivi per mantenere i Nets in vantaggio.
Ancora in svantaggio di tre punti, Charlotte ha finalmente impedito all’ex LSU Tiger di segnare di nuovo a cinque secondi dalla fine con la stoppata di Cody Martin ma la difesa ermetica di Dorian Finney-Smith ha fatto sì che il potenziale tiro da tre punti di Miller per pareggiare la partita quasi sulla sirena, non toccasse nemmeno il ferro, la palla poi è stata raccolta da Grant Williams che ha realizzato il tap-in del -1 a due decimi dalla fine ma inutilmente.

Le palle perse tornano a incidere pesantemente, gli Hornets hanno stabilito un nuovo record stagionale per palle perse, questa volta perdendone 23 consegnando 24 punti a Brooklyn.
Otto di queste occasioni sono arrivate nel secondo quarto quando i Nets hanno aumentato la loro vivacità difensiva.
Charlotte ha avuto la sua seconda migliore percentuale di field goal della stagione (46,3%), ma la difesa è deludente (anche Miller deve migliorarsi) e la percentuale al tiro di Charlotte da fuori, seppur molto buona alla fine, è un pochino calata (54,1%) e non è  bastato. 
Rara serata no per LaMelo Ball che ha faticato un po’ in questa, concludendo con un minimo stagionale di 12 punti con 3/13, 5 assist e 4 palle perse, inoltre, Lee – il quale inizia a mostrare delle crepe non piccolissime (Watford – 203 cm x 108 kg) contro Mann (196 cm x 86 kg) sul pick and roll che a 1:48 ha portato l’attaccante Nets a realizzare un canestro poi annullato per consegnargli comunque due FT realizzati ci poteva stare, il canestro concesso per il 109-114 a 1:10 in post basso con il nostro centro altro sull’altro lato è da suicidio) – nonostante le recenti buone prestazioni di Ball nei momenti decisivi, ha deciso di privarsi della propria arma migliore negli ultimi 3:48.
Il fallo commesso (forse per frustrazione) subito prima della sua uscita più la mano calda di Tre Mann (16 punti nel secondo tempo) hanno forse influito sulla decisione.
Citazione post-partita: “Penso che abbiamo ripreso lo slancio nel secondo tempo ma nel primo tempo, penso che abbiamo semplicemente mollato la presa. Ho pensato che la pressione (di Brooklyn) ci abbia in un certo senso accelerato di tanto in tanto. Ci siamo messi in situazioni difficili in attacco, il che ha causato alcuni turnover. In difesa, Cam Johnson ha fatto la sua parte nel primo tempo… La consapevolezza del gioco è migliorata man mano che la partita andava avanti, motivo per cui siamo stati in grado di prendere un vantaggio e di tornare in gioco” ha detto Charles Lee.
Next game: In casa contro i Detroit Pistons giovedì 21 novembre a partire dalle 19:00 ET (orario americano) su FanDuel Sports Network. 

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Game 13: Charlotte Hornets @ Cleveland Cavaliers 114-128

19 punti, 8 rimbalzi e 8 assist non sono bastati a bridges per battere gli imbattuti Cavs.

Da “atthehive.com ed ESPN”:

Gli Charlotte Hornets hanno perso contro i Cleveland Cavaliers 128-114 ma la partita è stata più serrata di quanto il punteggio finale non indichi.

Non ci è voluto molto per capire perché i Cavaliers sono l’unica squadra imbattuta rimasta nella NBA.

Hanno segnato a piacimento da vicino all’inizio della partita mentre Ty Jerome si è scaldato da lontano al posto di Donovan Mitchell.

Darius Garland ha segnato 25 punti, Ty Jerome ha eguagliato il suo record di carriera con 24 e i Cleveland Cavaliers sono rimasti imbattuti con una vittoria per 128-114 sugli Charlotte Hornets.

I Cavs sono la quarta squadra a iniziare 15-0, unendosi ai Golden State Warriors (2016), Houston Rockets (1994) e Washington Capitols (1949).

I Warriors hanno stabilito il record della lega vincendo le loro prime 24 partite sulla strada per una stagione 73-9.

Evan Mobley ha avuto 23 punti e 11 rimbalzi e Jarrett Allen ne ha avuti 21 e 15 per Cleveland, che giocherà contro i campioni in carica Boston martedì.

Sebbene volessero mantenere viva la loro serie di vittorie, i Cavs hanno ritenuto che far riposare Mitchell fosse più importante.

È una stagione lunga con partite più importanti in arrivo e l’allenatore del primo anno Kenny Atkinson, che non ha ancora perso con Cleveland, ha detto che attenersi al piano con Mitchell era una priorità.

Gli Hornets hanno mostrato un po’ di grinta pur in back to back ma non sono riusciti a fermare la squadra avversaria nel tratto finale.

Gli Hornets hanno fatto fatica a segnare punti e hanno sbagliato molti tiri intorno al canestro con l‘attacco che ha iniziato a funzionare solamente alla fine del primo quarto e per il resto del primo tempo ma non è stato abbastanza buono da tenere il passo con i 72 punti che la squadra ha concesso in difesa.

Charlotte è rimasta indietro di 13 all’intervallo.

Gli Hornets hanno realizzato diverse triple per iniziare il secondo tempo e per rendere la partita abbastanza serrata da far sentire a disagio i Cavs.

Sono riusciti a riportare il divario sino ad un possesso (-3) poi i Cavs lo hanno riportato in doppia cifra finché gli Hornets – ad elastico – sono rientrati sul -3 entro la fine del quarto.

Miles Bridges ha segnato tre triple e 14 punti per guidare la rimonta.

Il totale Hornets del terzo periodo è stato di 40 punti in un quarto che ha reso la partita ad un possesso all’inizio dell’ultima frazione.

La consistenza dei Cavs però si è fatta sentire, hanno messo pressione e chiuso i boccaporti nella prima parte del quarto decisivo creando un po’ di distanza.

Gli Hornets si sono raffreddati da lontano e non sono riusciti a trovare i canestri di cui avevano bisogno per chiudere quel gap nel tratto finale.

Hanno mancato i loro primi nove tentativi da 3 punti del quarto mentre i Cavaliers si allontanavano lentamente per mettere la partita fuori portata.

Momento chiave: Con Charlotte ancora in gioco (109-118), Garland ha dato a Jerome la palla per una tripla nell’angolo sx (e il suo 12° assist) dall’angolo con 2:45 rimasti poi Mobley ha stoppato un tentativo di schiacciata di Miller.

Miles Bridges ha avuto una seconda prestazione forte consecutiva dopo l’infortunio al ginocchio.

Ha concluso con una quasi tripla doppia: 19 punti, otto rimbalzi e otto assist.

Ha trovato i suoi colpi da tre e ha mantenuto la sua aggressività nell’attaccare il canestro che aveva avuto la serata precedente.

Grant Williams ha avuto qualche difficoltà con le dimensioni e la lunghezza di Jarrett Allen ed Evan Mobley in difesa ma ha fatto una buona partita tutto sommato.

Vasilije Micic è tornato in campo con Tre Mann fuori.

Ha segnato tre triple e ha distribuito due assist nei suoi minuti da riserva ed è sembrato più composto e a suo agio rispetto alla pre-stagione e all’inizio della stagione.

Josh Green ha avuto la sua seconda partita consecutiva da 15 punti.

LaMelo Ball (era stato multato di $ 100.000 dalla NBA per aver fatto “un commento offensivo e denigratorio” durante un’intervista dopo la vittoria di sabato a Milwaukee) ha segnato 31 punti smistando 12 assist e Brandon Miller (15 punti più 5 rimbalzi) devono essere però più efficienti affinché gli Hornets vincano costantemente. LaMelo è stato un po’ freddo mentre Miller ha avuto difficoltà con il suo tiro per gran parte della stagione.

Insieme hanno tirato con un 17/49 (35%) dal campo e 8/27 (30%) da tre.

Vivi per il tre, muori per il tre.

I tiri da tre punti hanno tenuto gli Hornets in gioco per tre quarti, anche se le loro stelle hanno faticato a trovare il ritmo.

Non hanno realizzato un solo tiro da tre nel quarto periodo e questo ha condannato ogni tentativo di rimonta.

Next Game: Gli Hornets vanno a Brooklyn per affrontare i Nets nella loro seconda partita della fase a gironi della NBA Cup.

 

 

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Game 12: Charlotte Hornets Vs Milwaukee Bucks 115-114

Moussa Diabaté sotto i tabelloni sta diventando un fattore.

Con 15 punti ottenuti da un LaMelo Ball – che pare esser salito di livello ancora – (26 totali con 9 rimbalzi, 6 assist e un 11/11 ai liberi) nell’ultimo quarto gli Hornets ottengono un’altra vittoria casalinga al cardiopalma dopo quella su Detroit per spezzar la serie di due L esterne.

Questa volta è sembrato ancora meno semplice poiché i Bucks si sono avvalsi di un Antetokounmpo capace di generare una veloce tripla doppia con 22 punti, 15 rimbalzi e 12 assist prima di diventare protagonista in negativo sulle due azioni risolutive del match.

Soprattutto la differenza sembrava potesse essere fatta dai colpi che da oltre l’arco cadevano regolarmente nel cesto degli Hornets, 23 punti di Prince e 21 di Bobby Portis, due autentiche spine nel fianco per Lee.

Alla fine i Bucks hanno tirato col 41,7% da oltre l’arco contro il 35,7% di Charlotte che per portare a casa la partita ha dovuto catturare 12 rimbalzi in più dei biancoverdi (59-47) con Diabaté che ha gettato il cuore oltre l’ostacolo recuperandone 14 e piazzando anche 3 stoppate sostenendo gli extra possessi del team della North Carolina.

Il francese (applausi a scena aperta per lui su un tuffo a rimbalzo) è diventato il nono giocatore nella storia della franchigia a registrare almeno 10 rimbalzi offensivi…

Miles Bridges ha segnato 19 punti con una buona tripla dalla destra su assist di Ball nei minuti finali, Josh Green si è ripreso anche al tiro con un buon inizio match ha portato a casa 15 punti, Tre Mann (11 punti) ha sopperito a qualche momento nel quale Ball è dovuto uscire precauzionalmente per il discorso falli commessi, segnando un paio di canestri dei suoi con incursioni pirotecniche.

13 punti per Brandon Miller che deve tuttavia aggiustare la mira (5/17 dal campo) e 12 per Diabaté a dimostrare che Charlotte ha trovato, se non sempre il ritmo, un attacco equilibrato nello smistamento giocatori mentre nella selezione tiri in alcuni momenti si è fatta davvero molta fatica o si è avuta una fretta del diavolo…

La partita è stata combattuta ed è rimasta sui binari della parità o comunque con le squadre vicine per tutto il tempo se si pensa che nessuno dei due team ha raggiunto la doppia cifra di vantaggio e per 11 volte il comando del match è passato sull’altro fronte anche se i Bucks per un po’ sono rimasti avanti di qualche punto e pareva potessero avere più chance di successo.

Gli Hornets sono stati al massimo sul +5 mentre i Bucks sul +8.

C’è da dire che, specialmente al “The Hive” o Spectrum Center se preferite, Charlotte che la squadra ha cuore ma i ritmi sono sembrati troppo frenetici, imprimere una spinta al gioco e mettere in difficoltà gli avversari attraverso la velocità va bene ma a volte Charlotte pare correre più di come sa fare e questo manda fuori ritmo il gioco.

Per Charlotte, limitare i TO, con i quali avevano litigato a inizio match (gli Hornets finiranno a 10 contro i 9 avversari) è stato un aspetto fondamentale nella vittoria.

Altro fattore decisivo per tenere i Bucks dietro in classifica, è stato il tiro libero, questa volta anche un po’ per demerito degli avversari che dalla lunetta hanno collezionato un misero 45,5 contro l’85,7% di Charlotte.

5/11 contro 18/21 e dire che i FT iniziali erano stati dati quasi tutti agli ospiti con Charlotte ultima nella NBA per tiri liberi battuti e, invece, proprio su due FT è arrivata la vittoria dei Calabroni ma ripercorriamo gli ultimi minuti:

Sul 107 pari la tripla di Miles valeva il + 3 a 2:08

A 1:26 Antetokounmpo si lanciava dritto a canestro, sfilava a destra il blocco di Miller e inchiodava una schiacciata mostruosa sulla quale Bridges in ritardo non ci provava più di tanto (110-109).

Il talento di LaMelo a 1:07 si palesava con una drive dal cambio-passo ficcante e un floater più and one (fallo assegnato a Prince) per il 113-109.

LaMelo Ball, altro ultimo quarto esplosivo.

Sul +4 gli Hornets incassavano 5 punti consecutivi da Connaughton, i primi tre su uno scambio orizzontale ripetuto, una specie di Pick and pop chiuso dal tiratore da 45° a destra, l’inframezzo di Ball come gestione palla sembrava essere un po’ col braccino corto e a ricciolo Connaughton siglava il sorpasso a :19.1 dalla sirena finale (113-114).

Milwaukee già in festa ma con la palla nelle mani di Ball intento a penetrare, Antetokounmpo ha preso a marcarlo e a farlo allargare con il braccio finché il nostro numero uno in velocità è scivolato.

Per la terna si è trattato di fallo (lieve ma ci sta mentre Milwaukee che con Rivers si era già giocata la rewiev prima, vincendola tra l’altro, pensava non fosse fallo) e i due liberi a :07.3 dalla fine hanno siglato il 115-114 finale perché sull’ultima azione il greco dei Bucks ha sfidato Grant Williams prendendosi un jumper dalla lunetta ma il tiro è finito sul primo ferro (buona la marcatura) e la smanacciata di Bridges ha accompagnato cronometro e palla che, rimbalzante in angolo, si è diretta verso la panchina degli Hornets in festa.

Debutto fortunato per la “nuova” divisa City edition color menta, granito e oro con Charlotte abile a salire sul 5-7 in classifica e ora viaggerà verso l’imbattuta Cleveland per la prossima partita.

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Il Punto @ 11

Il Punto Hornets

Facciamo una breve analisi, approfittando dei pochi giorni di stacco tra un game e l’altro dei nostri Hornets per mettere insieme le idee.

Dopo 11 partite la nuova stagione degli Charlotte Hornets è già ricca di alti e bassi.

Nessuno aveva fatto mirabolanti previsioni o promesse metafisiche su ciò che sarebbe stata la stagione 2024/25 dei Calabroni dopo il mercato estivo che non ha visto sconvolgimenti particolari.

Nelle idee del nuovo GM Peterson, la sorpresa un po’ bizzarra è stata quella di imbucarsi ai party privati delle altre franchigie e provare, tra un drink e l’altro, a vendere qualcosa o piazzare qualche servizio avendo in cambio qualche giocatore o scelta di baratto.

E’ così che da Dallas, ad esempio, è arrivato (in uno scambio che ha coinvolto sei franchigie alla fine) lo swingman Josh Green (più scelte del secondo round del 2029 e del 2030 tramite Denver) oltre a Reggie Jackson, il quale, ogni volta che sta per acquistare un biglietto per la Queen City viene preavvisato di lasciar perdere…

Per il resto l’idea di Peterson è stata quella di affidare le chiavi in mano a Ball che sarà coadiuvato dal sophemore emergente Brandon Miller.

Il contorno è composto da qualche rifirma di veterani di casa (vedi Seth Curry che pur di rimanere si è fatto tagliare per poi firmare un contratto al ribasso) o dei mantenimenti come l’altro charlottean Grant Williams per alzare il livello di esperienza nel roster.

Oltre alla comoda rifirma di Miles Bridges (che personalmente non avrei tenuto) completano il quadro le scommesse di salute fatte su determinati giocatori come Mark Williams, per il momento una scommessa persa giacché, nonostante le sue promesse di star meglio si è rifermato prima di inizio stagione non scendendo sul parquet nemmeno una volta.

Dopo la schiena, questa volta pare sia il piede ma forse nemmeno la C.I.A. sa che cos’abbia il centro di Charlotte.

La difesa degli Charlotte Hornets questa stagione è stata altalenante durante le 11 partite disputate finora, questo potrebbe dipendere dalla giovane età del team e da altri fattori, alcuni ancora da individuare.

Chiaro la squadra faccia fatica senza tre dei propri migliori lunghi e debba maggiormente enfatizzare un tipo di gioco per il quale è predisposta ma in maniera eccessiva.

I riferimenti però sono estremi…se contro i Pacers gli Hornets hanno giocato una delle loro migliori partite difensive di questa stagione tenendo i Pacers a soli 83 punti contro probabilmente uno dei migliori attacchi della NBA, contro Philadelphia, priva delle sue star Maxey ed Embiid, gli Hornets non sono stati decisamente bravi (far scadere il cronometro nel supplementare è stata una delle cose peggiori viste a oggi) e peggio ancora hanno fatto ad Orlando tracollando in una partita di coppa dove l’elemento differenza canestri potrebbe fare la differenza.

Tornando ai Pacers, con Charlotte in svantaggio per 51-64 a 6 minuti dalla fine del terzo quarto, la squadra ha rimontato concedendo solo 19 punti ai Pacers nei 18 minuti di gioco finali.

Menzione speciale va al bidirezionale Moussa Diabaté.

Diabaté ha registrato 15 rimbalzi nella partita e ha aggiunto tre blocchi alla sua linea di statistiche. 11 dei suoi 15 rimbalzi sono arrivati in in difesa, impedendo ai Pacers di ottenere punti di seconda opportunità.

L’allenatore Charles Lee era davvero orgoglioso dello sforzo degli Hornets e si è concentrato sulla difesa nella vittoria degli Hornets di venerdì.

“La prima cosa di cui sono stato contento è stato il fatto che abbiamo continuato a giocare in difesa anche se il nostro attacco non era buono come probabilmente avrebbe potuto o dovuto essere. Ho pensato che abbiamo avuto qualche aspetto decente in attacco. Penso che in passato la squadra abbia fatto ricorso al fatto che l’attacco influenzasse il nostro spirito emotivo, e ho pensato che abbiamo semplicemente continuato a giocare e abbiamo continuato a fidarci l’uno dell’altro e a continuare a ottenere stop avversari. A metà partita, credo che avessero 42, 44 punti, ed eravamo ancora lì in gioco. Escono, vanno in inerzia. Gli sport sono giochi di inerzia e slancio, ho pensato che abbiamo catturato un momento in cui abbiamo cambiato le nostre coperture e i ragazzi lo hanno eseguito alla perfezione. Ho pensato che il livello di impegno, il livello di comunicazione fossero appena aumentati, e anche la fisicità. Ho pensato che la fisicità in difesa si fosse effettivamente trasferita anche al nostro attacco, e abbiamo iniziato a schermare meglio e a creare più vantaggi”. –

Tornando alla prima uscita della stagione regolare, la prima uscita a Houston è sembrata confortante con la squadra brava a vincere nel finale una partita in bilico.

Ad oggi resta l’unica vittoria in trasferta su cinque trasferte e da lì sono già cominciati infortuni brevi, lunghi o a tempo indeterminato (vedi Mark Williams che nemmeno è sceso sul parquet in Texas per un infortunio al piede occorsogli due settimane precedenti).

Miller per fortuna, dopo 4 partite è rientrato ma è ancora altalenante per quanto riguarda mandare i propri colpi a bersaglio.

Una mia visione di Brandon Miller commista a quella dello sport e ai valori morali universali che dovrebbe promuovere il basket, oggi un po’ messi in secondo piano se non abbandonati in certe realtà sportive. Brandon Miller materialmente dovrà cercare di andare a bersaglio per gli Hornets, per il resto lo sport dovrebbe aiutare ad essere fonte di unione e non essere utilizzato per distorcere distopicamente da parte di qualcuno per fare i propri interessi commerciali o politici (propaganda) o creare un Olimpo di ricchi nababbi snob completamente distaccati dalla realtà.

 

Ball e Miller dopo la W all’ultimo respiro su Detroit.

Nelle prossime 13 apparizioni programmate dei purple & teal (fino allo stacco tra l’8 dicembre ed il 20) saranno 8 le partite casalinghe contro 5 quelle in trasferta.

Questa sezione di partite offrirà uno spaccato sul futuro andamento della stagione, se confermerà che Charlotte al momento sembra più a proprio agio a giocare in casa dove il parziale momentaneo è di 3-3 ma con già alle spalle due game contro Boston un po’ fuori portata contro l’1-4 in trasferta.

Vediamo in termini numerici alcune tra le cose che funzionano e cosa non funziona a Charlotte oggi:

Sì:

Rimbalzi.

A rimbalzo gli Hornets ci stanno dando dentro nonostante non abbiano mai avuto il loro potenzialmente miglio entro titolare.

Prima che si fermasse Nick Richards aveva fatto un ottimo lavoro ma anche altri giocatori come Salaün o Gibson che hanno un minutaggio limitato stanno facendo il loro.

Era uno degli aspetti che mi preoccupava di più questa estate, invece, è uno dei principali punti di forza che crea occasioni extra e punti da 2nd chance.

Anche senza i due migliori centri e la spalla in ala grande (Bridges) siamo in buone mani visto che Diabaté (ora il vero titolare è lui anche se parte Gibson in quintetto) qualcuno l’ha ribattezzato già “rebounding machine” oltre al suo altro nick meno guerriero ma più divertente di “Baguette Barkley”.

Un’altra valida spiegazione del motivo dei tanti rimbalzi ottenuti da Charlotte è quella fornita prima della partita degli Hornets contro i Pacers, dall’allenatore di Indiana Rick Carlisle che spiegato il successo di Charlotte a rimbalzo offensivo attribuendo il merito alla correlazione tra rimbalzi lunghi e irregolari e il volume di tentativi da tre punti tentati da Charlotte.

No:

Turnover. 16,7 a partita sono davvero troppi e spesso su errori banali. Perdite di palloni passati troppo mollemente, in orizzontale, rimesse o per 24 scaduti non vanno affatto bene per cui, ribadisco, c’è da migliorare l’intelaiatura del gioco anche perché i punti da fastbreak concessi in genere sono sempre ampiamente a favore delle altre squadre.

Siamo alla posizione n° 25 per percentuale da due punti, complici le assenze sotto le plance e la filosofia a lunga gittata di Lee, la posizione sul tiro da tre è migliore ma non basta, bisogna variare il gioco e colpire anche da due punti in maniera più efficace e a darmi ragione c’è la classifica assist nella quale Charlotte è 26 ͣ nonostante qualche buon movimento palla a smarcare il tiratore si veda a volte.

I tiri che subiamo da due punti: Charlotte è 22 ͣ a .56,1%, qui a volte sono stati davvero bravi gli scorer avversari ma altre volte abbiamo mostrato molta minor attenzione di quella che abbiamo sul perimetro dove in percentuale, nonostante tutto, subiamo meno.

Nel dettaglio, proviamo a dare approssimativamente dei voti per il rendimento dei singoli giocatori a questo punto della stagione.

1) LaMelo Ball: 7

29,9 punti, 6,3 assist e 1,4 rubate di media.

La scorsa stagione, Ball ha giocato solo 22 partite e non ha giocato dopo gennaio.

Quest’anno, l’allenatore degli Hornets Charles Lee ha fatto interpretare a Ball il ruolo di Jayson Tatum.

A volte è stato scandalosamente inefficiente ma non tutti i giocatori possono gestire il tipo di volume che LaMelo ha dimostrato di poter gestire all’inizio di questa stagione.

Fondamentalmente pare un uomo solo al comando, gioca 33,5 minuti a game prendendosi 23,4 conclusioni di media a partita…

Tutto viaggia su un doppio binario, dalla fiducia che in lui ha riposto il coach (con il quale fanno sessioni extra game per visionare i video, vedere dove si può migliorare con Lee a mostrargli alcune possibili soluzioni migliorative per i compagni) alle esigenze di trovare altri scorer efficienti visti gli infortunati nel reparto lunghi che privano la squadra di alternative.

L’accentramento del gioco nelle sue mani però, oltre ad averlo portato a ritoccare qualche record (vedi i 16 punti realizzati di recente in un primo quarto a Orlando) a lungo andare potrebbe affaticarlo oltremodo e renderlo più esposto ad eventuali infortuni.

Al momento il 70% del successo della squadra passa attraverso una collaborazione intelligente tra lui e il coach, riuscire a trovare gli automatismi schematici giusti per innescare i tiratori e togliere un po’ di pressione a lui significherebbe migliorare l’efficienza di tutto il team perché al momento commette troppi TO e, altro aspetto da migliorare, deve limitare i falli commessi.

2) Moussa Diabaté: 7

Inaspettatamente da un contratto two-way si sono dischiuse le porte per un minutaggio da titolare.

Quando gli Charlotte Hornets hanno firmato un contratto bilaterale con Diabaté alla fine di luglio, il mondo della NBA non ha battuto ciglio.

Un post dell’ex insider di ESPN Adrian Wojnarowski è stata farcitura persa le chiacchiere generali di un lunedì pomeriggio e poi i giorni sono trascorsi senza clamore o dando importanza a ciò, in fondo era solo un two-way…

In assenza di tre giocatori chiave nel front court, Lee è stato costretto ad appoggiarsi al veterano Taj Gibson, alla matricola alle prime armi Tidjane Salaün e, appunto, a Diabaté, che ha mostrato dei limiti in attacco ma non sta facendo rimpiangere nessuno a livello difensivo nonostante non abbia i kg per essere un centro dominante.

Ha battuto il suo record a rimbalzo contro Indy catturandone 15 e in stoppata può dire la sua.

Finché potrà giocare gli Hornets riusciranno a farsi rispettare maggiormente nel pitturato anche se da solo non basta.

3) Nick Richards: 6,75

Il centro di ricambio Nick Richards, esattamente come Diabaté, non è un centro dominante anche se ha più fisico sembra però più sicuro in attacco e pronto, l’esperienza maturata lo ha probabilmente migliorato anche quando personalmente avevo diversi dubbi su alcuni suoi momenti, indotti probabilmente da ciò che lo circondava.

Non sempre tenta la stoppata, su palloni che gli sorvolano la testa per alley-oop o su alcuni tiri ravvicinati non usa a volte la verticalità ma preferisce aspettare passivamente l’esito della conclusione e predisporsi vicino al cerchio per catturare eventualmente il rimbalzo.

Rimbalzi che con un minutaggio da 27,4 sono caduti copiosamente tra le sue braccia.

Stiamo parlando di 10 a partita, ai quali aggiunge 2,4 stoppate (miglior stoppatore degli Hornets con distacco) e 11 punti a partita (5°), il problema è che anche lui è finito fuori dai giochi.

Una risonanza magnetica ha evidenziato che il nostro centro di riserva ha subito una frattura della cartilagine della prima costola destra sotto la clavicola e questo lo porterà forse a uno stop lungo a tempo indeterminato che al momento a spanne CBS portava fin sotto Natale.

Un peccato ma questo a sua volta ha schiuso le porte a Diabaté, ovviamente la qualità si assottiglia perché come centro parte Gibson che ormai dovrebbe essere più una PF visti anche i kg persi, non è più massiccio come un tempo e oltretutto proprio età e prestazioni fanno sì che il suo minutaggio sia limitato.

4) Brandon Miller: 6,75

15,7 punti (2° miglior marcatore del team), 94,1% ai liberi (sempre 2 ͣ piazza) 3,9 assist (ancora seconda posizione), 1,1 rubate (3° miglior stealer del roster), deve drasticamente migliorare nell’efficienza al tiro poiché il 12° posto con 37,4% è una statistica chiave per il sophemore e per tutti gli Hornets essendo colui che prova (dietro Ball ovviamente) la maggior parte di tiri a partita con 14,1%.

La sua seconda stagione è iniziata in modo difficile quando ha subito uno stiramento al gluteo sinistro nella partita di apertura della stagione di Charlotte il 23 ottobre.

Miller ha dovuto saltare le quattro partite successive.

I 19 punti contro Detroit sono stati battuti dai 29 contro Indiana, poi ha ottenuto 22 punti contro Philadelphia terminando solo a 8 in una brutta serata ad Orlando.

Dopo aver segnato una media di 17,3 punti a partita da esordiente come già scritto, si sta attestando sui 15,7 punti di media, deve continuare ad aver fiducia e selezionare meglio i tiri.

Il ragazzo però ha personalità e dopo aver perso palla su un raddoppio contro Detroit che era costato sorpasso e probabile sconfitta essendo a circa sei secondi dall’ultima sirena, pur non essendo un rimbalzista consistente, si è gettato con scaltrezza e tempismo sull’ultimo rimbalzo e in discesa ha trovato coordinazione e forza per spedire dentro il pallone della vittoria ottenendo il primo game winner della sua carriera.

Riguardo a questo canestro Miller si è ricordato di un’esperienza nel football e ha detto: “A quei tempi giocavo come piccolo wide receiver”, riguardo all’evitare di essere tagliato fuori.

“Conosco un paio di movenze solo per togliermi di dosso qualcuno ma penso che sia proprio quello che l’allenatore (Charles) Lee predica ogni giorno: essere semplicemente un rimbalzista offensivo implacabile. C’era più di una persona laggiù, non solo io. La palla è capitata proprio a me”.

Il tiro vincente ha trasformato Miller da capro espiatorio a eroe.

Con nove secondi da giocare e gli Hornets in vantaggio di un punto, Malik Beasley ha rubato la palla a Miller, portando Ron Holland a un layup che ha spedito i Pistons in vantaggio per 107-106 con sei secondi rimanenti.

Dopo un timeout, Charlotte ha finito per tentare un tiro da tre punti di Grant Williams, ma Miller è riuscito a mettere la palla nel canestro allo scadere del tempo.

“Mi tolgo il cappello di fronte ai veterani e allo staff tecnico per aver mantenuto alta la mia fiducia, senza preoccuparmi dell’ultima giocata”, ha detto Miller.

“Avere la memoria a breve termine per non ricordare l’ultima giocata e andare avanti finché il cronometro non è giunto a zero. Penso che sia quello che l’allenatore Lee ci ha predicato in quel timeout”.

Miller ha segnato 5 tiri su 15 prima del canestro finale.

Ha concluso con 19 punti, sei rimbalzi e quattro assist contro i Pistons.

“È stato un momento fantastico vedere tutto riunirsi in termini di come ha ribaltato la situazione in un momento cruciale”, ha detto Lee, “e trovare la compostezza, l’aplomb, la sicurezza e la resilienza per reagire e continuare a combattere non mi sorprende perché è questo che è Brandon Miller.

Il suo carattere e ciò che è riguardano la vittoria e la costruzione di abitudini vincenti.

E quindi con quel tipo di ragazzo e quel tipo di mentalità e atteggiamento mentale, aiuterà davvero questa organizzazione a continuare a costruire un successo sostenibile”.
Augurandosi ve ne siano altri in futuro, Lee deve trovargli altre (difficili al momento) soluzioni equilibrate (altre minacce intorno all’arco) per poterlo far rendere al meglio creandogli spazio per l’entrata o al tiro sul perimetro perché è uno di quei giocatori che spara a volte in catch n’shoot anche se lo spazio non è adeguato ma nella NBA può starci, si tratta di personalità, a volte esigenza però, riuscire a piazzare – in generale – un tiratore nella miglior maniera possibile, può fare la differenza, se giovane ancor di più.

5) Tre Mann: 6,75

Il “nuovo piccolo Iverson” si è già un pochino sgonfiato ma l’inizio non è stato malvagio.

Chi gli aveva affibbiato questo pretenzioso nomignolo ha indubbiamente esagerato ma sicuramente – come me – ha intravisto in Mann qualche movenza davvero speciale, canestri realizzati laddove non sembrava essercene la possibilità, per spazio e materia circostante.

Terzo scorer del team con 14,8, partendo dalla panchina, non è assolutamente malvagio, l’efficienza al 44,4% e il 7° posto sono già da umani, oltretutto i 190 cm in NBA non sono da titani però, il buon Tre si fa rispettare.

Impiegato come combo guard, i maggiori problemi per gli Hornets con Mann sul parquet sono difensivi.

Troppo spesso finisce in ripiegamento sotto canestro in alcune situazioni e la difesa è poca.

Ha un -46 nel +/- questo però dovuto al fatto di giocare spesso spezzoni ibridati con il resto della bench sul parquet o in situazioni da small ball, dato da prendere comunque con le pinze, 3,3 assist a partita contro 1,9 TO mostrano come Mann in realtà servirebbe più a dare soluzioni diverse alla squadra con le sue penetrazioni in area riuscendo a scombinare maggiormente gli avversari attraverso l’imprevedibilità, invece, è finito per stare davanti a Micic chiudendo lo spazio al serbo che però, dal mio punto di vista, ha altre caratteristiche complementari.

Anche lui momentaneamente out (infortunio recente, non ha giocato solamente a Orlando), si spera possa rientrare perché i suoi punti (fossero uniti ad una maggior copertura) sono risultati fondamentali per vincere alcune partite, vedi i 27 contro Toronto o i 24 a Houston, però, dalla seconda partita contro Boston, Lee gli ha ridotto leggermente il minutaggio, prende meno tiri e i punti a partita si sono dimezzati spesso…

6) Grant Williams: 6,5

L’unico lungo del front court che non si è (ancora e speriamo continui così) infortunato sul quale Lee contava dall’inizio per un minutaggio consistente anche se dalla bench.

Gli infortuni l’hanno portato a giocare 28,1 minuti a partita, quarto minutaggio in squadra e il suo 36,4% da tre punti lo porta ad essere un discreto tiratore da tre punti, il miglior lungo a Charlotte per il momento escluso Taj Gibson che ha un 50,0% ma con un canestro su due tentativi.

Il charlottean ha un temperamento vivace, vedi l’espulsione rimediata per il deragliamento su Tatum al centro del parquet, non necessaria e anche se i suoi numeri non sono eccezionali poiché aiuta il team, nelle steal risulta essere primo con 1,4 (pari con melo ma giocando meno minuti), terzo nelle stoppate con 0,6, non proprio un fattore anche se a volte Lee si è concesso una small ball con Grant come centro e questo l’ha portato maggiormente ad aumentare la sua cifra ma da sottodimensionato in altezza sotto le plance e non rientra nel suo DNA avendo un massimo stagionale in carriera di 0,7.

Ha un offensive win share di 0,2 (quinto) e uno share difensivo di 0,4 (primo con Ball), possiede una buona velocità di piedi con la quale si può avvantaggiare contro giocatori più piccoli e grazie alla massa e ai suoi movimenti riesce a fare la stessa cosa sotto canestro contro giocatori meno pesanti, utilizzando bene il fisico a proprio vantaggio, infatti, da 0 a 3 piedi possiede il 75,0%.

In generale le sue cifre non fanno impazzire e si può sempre migliorare però, se non gli scoppia la testa, rimane un elemento piuttosto solido sul quale alternativamente poggiare.

7) Cody Martin: 6,25

+8 in plus/minus nelle cinque partite disputate, è mancato a inizio stagione ed è rientrato il 4 novembre e a parte le due uscite sgangherate degli Hornets a Minneapolis e a Orlando è sempre sembrato quello di qualche anno fa, più attivo e attento, fa il suo e può essere un fattore in più se tutta la squadra gira.

E’ quarto nel tiro da tre punti con il 40,5% e nelle steal con 0,9 a game sostiene un dato dove gli Hornets fanno fatica, perfetto sesto uomo visto che nella classifica del roster è sesto sia negli assist distribuiti che nei rimbalzi catturati.

Buona l’efficienza generale al tiro essendo in quinta posizione con un 49,4%.

Da lui mi aspetto ancora più difesa nelle prossime partite nelle quali avrà maggiormente ingranato in ritmo e fisicamente sarà salito e perché no, qualche punto di rottura come già fa ora, se poi aumenta il record in carriera ancora, tanto grasso che cola…

8) Miles Bridges: 6

Sufficienza risicata per Miles che si è infortunato recentemente.

Lo scorso anno Bridges era il giocatore indistruttibile degli Hornets per esigenza.

37,4 minuti passati sul parquet a cercare di essere un factòtum per sostituire i numerosi infortuni che hanno costellato la passata stagione.

Questa season, con Ball e Miller a prendere maggiormente in mano le redini della squadra Bridges sembra più essere a supporto come terzo violino, gioca 30,5 minuti (quasi 7 in meno) e alcune cifre si sono abbassate in maniera naturale passando da 21,0 a 14,6 punti mentre a rimbalzo dai 7,3 ai 6,8 non si nota molto la differenza.

Miles continua a partite come ala grande anche se nato come ala piccola fa più fatica a competere a livello fisico.

Il calo dei punti però è dovuto anche ad una minor precisione al tiro, 34,9 contro 26,7 da tre punti ad esempio e comparandolo alla scorsa stagione, continuando così, le sue “scelte” di tiro finali avranno una percentuale nettamente maggiore da tre rispetto al tiro da due punti pur rimanendo inferiori.

Miles ha provato 57 tiri da due contro 45 da tre questa stagione, lo scorso anno erano stati 760 i tentativi da due punti contro 450 conclusioni da oltre l’arco.

Innegabile che il coach cerchi di replicare il sistema Boston e le ripetizioni aiutino ma al momento le cifre di Miles non sono un successo e non aiutano la squadra al tiro.

In genere Bridges potrebbe tirare meglio da tre ma su piazzati con spazio o bisognerebbe trovargli un modo per far brillare il suo drive and kick a inizio partita per favorire i compagni e attrarre di più le difese avversarie su di esse per creargli spazi dovuti a disattenzioni e raddoppi che lo faciliterebbero maggiormente, forse un leggero calo nell’esplosività e nell’atletismo lo sta un po’ penalizzando ma è un giocatore che ha ancora risorse e potrebbe dare alla squadra se la testa (vedi anche le vicende extra cestistiche) gli dicesse bene.

Di certo la sua mancanza pare essersi sentita nelle ultime due sconfitte mentre con Indiana tutto era filato liscio.

Il suo massimo stagionale in una partita è stato quello di 27 punti, realizzati ben due volte, ad Atlanta e contro Detroit prima di infortunarsi (contusione ossea) mentre il minimo è stato un tabellino da 6 punti nella seconda sfida contro Boston.

9) Seth Curry: 6

Aveva un hotel 3 stelle, ora ne ha preso uno da 2, allegoria positiva per mostrare come la sua voglia di rimanere ancorato a giocare per il team che fu di suo padre Dell (per il quale tra l’altro il babbo fa anche il commentatore sportivo tecnico di supporto) e vicino a lui, ha prevalso sul potere dei soldi poiché, immagino un tiratore come lui, potesse prendere un paio di milioncini in più in qualche altra piazza.

Sicuramente un uomo spogliatoio, un ragazzo di casa nato a Charlotte.

Purtroppo però le due stelle in questo inizio stagione corrispondono anche alle cifre ridotte passando dalla tranche da 9,0 punti giocata a Charlotte nel finale della scorsa stagione ai 5,5 attuali ma giocando due minuti e mezzo in meno e passando da un FGA di 7,4 al 4,8 attuale.

12/28 da tre per un 42,9% che aiuterebbe molto Charlotte se al contempo non avesse un’età già un pochino avanzata (34 anni) e quindi riuscisse ad avere più tenuta fisica.

In difesa non è sempre veloce e pronto e fa un po’ fatica, si sapeva.

Massimo stagionale di 15 punti contro Miami, ultimamente il suo minutaggio è calato, forse a causa di qualche leggero problema fisico ed è andato in bianco tre volte (una senza nemmeno provare un tiro) ma se il piano di Lee è quello di giocare molto da fuori, deve trovare un quintetto equilibrato nel quale Curry possa far valere le sue doti senza che la squadra subisca troppo in difesa (ha un -18 complessivo in +/- nelle 10 partite disputate) per questo la sufficienza è risicata.

Taj Gibson: 6

Il super veterano è arrivato a Charlotte un po’ a sorpresa come uomo d’esperienza e spogliatoio.

Forse non immaginava di partire da starter visto il doppio infortunio dei centri davanti a lui anche se negli ultimi anni la sua perdita di peso lo vedrebbe più in un ruolo da ala grande ma sembra essere un Cody Zeller primo modello, magro.

La differenza con l’ex centro white la fa ovviamente l’atletismo che è ridotto ai minimi termini.

Parte da starter e poi lascia il posto a Diabaté o Grant Williams.

12,7 minuti di media, 3,8 punti, 4,2 rimbalzi, 0,5 stoppate.

11) Tidjane Salaün: 6

Il francese era andato bene in preseason dove a volte i ritmi sono più rilassati, se non da siesta messicana, le prestazioni possono essere influenzate anche dalla composizione dei quintetti non sempre al top.

Ovviamente in stagione regolare il rookie sta riscontrando qualche difficoltà in più ma Lee per esigenza lo ha spedito sul parquet, questo lo farà maturare prima e lui sta ripagando principalmente a rimbalzo dove ne cattura 4 a partita in 17,2 minuti di gioco.

Purtroppo nel voto paga le per le percentuali al tiro (25,0%) e anche in stoppata non è efficiente (0,0) ma sono le prime partite in NBA ed è apprezzabile l’energia che ci mette, immagino riuscirà a breve a districarsi meglio e ad essere più efficiente.

12) Josh Green: 5,5

Green è apparso in 57 partite di stagione regolare (33 da titolare) con i Dallas Mavericks nel 2023/24, con una media di 8,2 punti registrando i massimi della sua carriera in rimbalzi (3,2), assist (2,3), palle rubate (0,8) aiutando Dallas a raggiungere le finali NBA.

Nella sua carriera, Green ha totalizzato 6,4 punti (50,3 FG%, 37,5 3P%), 2,7 rimbalzi e 1,5 assist in 223 presenze (62 da titolare) in quattro stagioni.

Originario di Sydney, Australia, il 23enne Green ha vinto una medaglia di bronzo in rappresentanza dell’Australia alle Olimpiadi di Tokyo 2020.

La presentazione di Green in fascia Mavs appariva piuttosto lusinghiera ma purtroppo a Charlotte sembra si stia ritagliando un ruolo decisamente minore.

In Texas probabilmente, con Doncic accanto, funzionava tutto a meraviglia, a Charlotte è passato a giocare da ala piccola ma senza replicare la stagione Mavs: 4,6 punti, 1,1 assist, 1,6 rimbalzi non sono un granché da titolare.

Bene da 3 dove il 43,5% rappresenterebbe, finisse così la stagione, la sua percentuale massima in carriera.

E’ vero che l’aussie fa parte di quella schiera di giocatori da leggere tra le righe, di quei player che fanno notare meno la loro presenza ma sono importanti.

Ad esempio, per me che sono stato abituato a vedere scempi sulle rimesse laterali negli ultimi secondi, se non veri e propri abomini o suicidi, vedere la rimessa di Green con successivo scambio contro Detroit è stata poesia, potrebbe sicuramente fare meglio nei passaggi perché ha capacità ma a volte si perde in qualche TO (0,8, non eccessivo, fisiologico ma sono le modalità a pesare) mentre mi aspettavo di più da lui in difesa (il 117 di Defensive rating, penultima posizione nel roster non è lusinghiero) soprattutto dentro la zona due punti perché potrebbe influenzare maggiormente i match.

Sull’arco, sulla difesa perimetrale lo trovo adeguato e copre di più rispetto al passato nel quale gli Hornets facevano una fatica tremenda a non incassare dalla distanza mentre il livello di energia che porta da Dallas come dote, dal mio punto di vista, sta oscillando come qualche copertura interna.

Rimedia pochi FT (3/5 per un 60,0%) e il 28,6% da due punti è dato da migliorare assolutamente.

13) Nick Smith Jr.: 5

Rompo un tabù dicendo apertamente che è un giocatore che personalmente avrei già ceduto principalmente per la sua inefficienza offensiva.

Sicuramente a suo favore c’è da considerare l’età (20 anni) mentre la scorsa stagione da rookie l’ha visto entrare sul parquet ben 51 volte per una media di 5,9 punti con un 39,1% al tiro.

Forse Lee è stato convinto dai suoi 21 punti nella Summer League nella vittoria 80-66 su Denver o dal suo precedente 43,2% da tre, dato sceso oggi (anche se molto marginale essendo agli inizi) al 20,0% da fuori.

Smith non è riuscito a far valere il fatto di essere considerato un buon scorer, la sua velocità sul primo passo e il suo tiro sono ancora inficiati dalle difficoltà riscontrate nel contesto NBA.

Lo scorso anno tra ORtg e DRtg la battaglia era andata persa nettamente sul 98-124, al momento le cifre sono entrambe in calo ma il differenziale resta importante: 74-116.

Resta marginale nelle rotazioni di Lee.

14) Vasilije Micić: 4,5

Le prime uscite del serbo sono state un mezzo disastro sotto tutti i punti di vista, dal tiro a palloni persi banalmente e anche di riflesso alla difesa.

I fan si sono subito spazientiti e hanno puntato il disto contro di ( lui.

Sicuramente, dopo essere arrivato lo scorso anno da Oklahoma City e aver sostituito Ball al meglio delle proprie possibilità portando comunque un buon contributo, i tifosi si aspettavano di più.

Lee lo vede ormai come ricambio di Mann anche se i due non hanno caratteristiche del tutto simili.

A Charlotte servirebbe una PG di riserva che organizza il gioco ma sembra essere andato fuori-giri, forse a causa del gioco voluto da Lee, forse per un momento non troppo brillante ed è finito in panca fissa sino all’ultima partita quando l’assenza di Mann ha fatto sì rientrasse ad Orlando.

4 i game giocati, 14,5 minuti di media sul parquet, 2,8 punti, 17,4% al tiro (12,5% da tre e 50,0% ai liberi), 1,3 Turnover sono alcuni numeri del disastro.

Sicuramente ha le capacità di riprendersi ma la staffetta tra lui e Mann che esclude la presenza di uno dei due (nel caso attuale quella di Micic) potrebbe scoraggiarlo un po’ e farlo ripiombare in modalità terzo nella Deep Chart a OKC magari deprimendolo un po’ visto che in estate vi erano state delle sirene o forse solo rumor che l’avrebbero visto a Denver accanto a Jokic ma lui stesso aveva espresso il concetto di star bene a Charlotte.

15) DaQuan Jeffries: s.v.

L’unica piccola sorpresa nel roster – in un mercato estivo ancora stagnante – è stato il fatto che la scelta del nuovo GM non solo sia stata quella di non tagliare DaQuan Jeffries (sembrava fosse giunto solo come “merce” di scambio per “pareggiare” e consentire la trade a tre team nella quale Karl-Anthony Towns era l’elemento principale) ma di non metterlo nemmeno tra i two-way.

Jeffries ha un contratto garantito da 2,75 milioni ma è in pianta stabile (per il momento) nella lista infortunati.

16) Jared Rhoden: s.v.

 

Giocatore arrivato agli sgoccioli di tempo per completare il roster all’inizio della regular season, è stato firmato con un contratto two-way.

Invece di utilizzare questo strumento per portare un giocatore che fosse già in prova e ritiro con il team, la società ha deciso di virare e scegliere Jared Rhoden il quale non è stato scelto al draft (proveniente da Seton Hall) nel 2022, ma alla fine si è guadagnato un contratto bidirezionale con i Detroit Pistons a metà della stagione successiva.

Ha giocato le ultime due stagioni con contratti bidirezionali con i Pistons, facendo 31 apparizioni per lo più sporadiche.

Ha giocato in 11 delle ultime 13 partite dei Pistons la scorsa stagione e ha segnato una media di 6 punti a partita realizzando il 40% dei suoi tentativi da 3 punti.

Rhoden si è unito a KJ Simpson e Moussa Diabaté con i contratti Two-way e trascorrerà la maggior parte del tempo a giocare con la franchigia d’appoggio a Greensboro, ovvero, gli Swarm ma occasionalmente verrà richiamato per allenarsi con la squadra e passerà del tempo in panchina.

Difficilmente per lui arriverà un minutaggio consistente o improbabile è che giochi minuti importanti anche se gli infortuni di Charlotte dopo 11 game hanno già concesso qualche minuto di garbage time a diversi giocatori.

17) KJ Simpson: s.v.

Non appena avremo notizie vi ragguaglieremo.

Al momento il ragazzo ha fatto la sua prima apparizione con gli Swarm a Greensboro dove ha contribuito alla rimonta e vittoria dello Sciame contro i Capital City Go-Go realizzando 19 punti.

18) Mark Williams: s.v.

 

Chiedere a Chi l’ha visto?

 

L’obiettivo, per rimanere in corsa per i Play-in nelle prossime 13 sfide è ottenere almeno 6/7 vittorie che potrebbero essere alla portata, infortuni permettendo.

Game 11: Charlotte Hornets @ Orlando Magic 89-114

Si ferma Mann, si rivede per qualche minuto Micic ma Charlotte affonda nelle paludi in Florida.

ORLANDO, Florida (da AP) — Franz Wagner ha segnato 32 punti e Jalen Suggs ha segnato i suoi primi sette tiri, tra cui tre triple, per condurre gli Orlando Magic alla vittoria per 114-89 sugli Charlotte Hornets

LaMelo Ball ha risposto per una Charlotte che solitamente parte lentamente, realizzando 16 dei suoi 35 punti nel primo quarto.

Dopo aver segnato 38 punti nella sconfitta ai supplementari di domenica a Philadelphia, Ball ha aggiunto 6 rimbalzi e 7 assist.

Suggs ha segnato 13 punti nel primo quarto e ha concluso con 17 punti più 2 palle rubate.

Grant Williams ha segnato 15 punti e Moussa Diabaté è andato in doppia doppia con 12 punti e 15 rimbalzi oltre a piazzare 3 stoppate pro Charlotte.

Conclusioni Hornets: Il grande primo quarto di Ball (16 punti, 2 assist) e i tiri da 3 punti (10/21) hanno tenuto gli Hornets in gioco nonostante 10 palle perse nel secondo quarto ma poi i tiri hanno smesso semplicemente di andare a segno e Charlotte è rapidamente rimasta indietro di 23 punti…

Conclusioni Magic: In assenza degli infortunati Paolo Banchero e Wendell Carter Jr., i Magic hanno migliorato la loro difesa per giungere a tre vittorie consecutive casalinghe con larghi scarti ottenute rispettivamente di: 27, 27 e 25 punti…

Momento chiave: Wagner è stato l’unico giocatore di entrambe le squadre a segnare un field goal durante un tratto di 4 minuti e mezzo del secondo quarto mentre i Magic hanno portato un parziale decisivo di 19-3 per portarsi in vantaggio per 52-35 poi dal 62-68 ottenuto da martin nel terzo quarto con una tripla dall’angolo sx, i Magic hanno portato un parziale di 4-21 per chiudere la penultima frazione sul 66-89…

Statistica chiave: I Magic hanno tratto un gran vantaggio dalla bench: 45-27 nei punti dalla panchina.

Wagner + Wagner = 50 punti (Moritz 18 e Franz 32), hanno trovato una serata nella quale gli Hornets non sono riusciti a contenerli.

Charlotte continua a tirare con percentuali medio-basse nonostante il 34,2% contro il 29,5% di Orlando complessivamente scende al 40,5% contro il 46,2% dei blu (questo è un problema per una squadra che tira molto da oltre l’arco (e prende pochi FT a favore) dove in serata Brandon Miller è andato fuorigiri segnando solo un tentativo su undici personali) e a perdere troppi palloni (22 contro gli 11 dei Magic)…

Molto meglio con la presenza di Diabaté nel pitturato dove vinciamo 40-38 e anche a rimbalzo 48-43 ma i grossi problemi sono nelle second chance 6-15 (al contrario di ciò che accade solitamente) e sempre nei fast break (8-17).

M. Williams, N. Richards e M. Bridges sempre fermi ai box, anche Tre Mann si è bloccato e questo sicuramente ha tolto smalto e variabili all’attacco di Charlotte che nel turno di apertura del Gruppo A nella NBA Cup è partita male.

Next Game per gli Hornets: Ospiteranno Milwaukee sabato sera.

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Game 10: Charlotte Hornets @ Philadelphia 76ers 105-107 (OT)

Ball, prestazione da one man show ma…

Base dell’articolo tratta da Sam Perely dal sito ufficiale degli Hornets e mixata.

Per la seconda partita consecutiva, gli Charlotte Hornets hanno dovuto affrontare una dura battaglia e cercare di cancellare un altro deficit a due cifre nel secondo tempo, questa volta a Philadelphia.

Si sono ripresi da un deficit di ben 16 punti per forzare i supplementari prima che un paio di errori tardivi e brutte pause andassero portassero sull’altra sponda la partita gettando via un’occasione se non d’oro, d’argento e subendo un’amara sconfitta in trasferta per 107-105 contro i 76ers.

Sarebbe stata una partita da vincere per ambire ai PO ma se Atene piange, Sparta non ride con tre lunghi importanti ancora out (i soliti Mark Williams, Nick Richards e Miles Bridges) che sono costati un 40-48 nei punti realizzanti in ara anche se Charlotte ha vinto 50-40 a rimbalzo con Moussa Diabaté (continua ad avere fiducia da parte di lee anche se in quintetto parte Taj Gibson) a catturare ben 11 rimbalzi.

I migliori: Il leader NBA nei punteggi dell’ultimo quarto, LaMelo Ball, ha chiuso ancora in modo enfatico, totalizzando un record di 38 punti, 21 dei quali sono arrivati ​​dopo la fine del terzo quarto.

Brandon Miller ha aggiunto 22 punti, la sua quarta partita da 15 punti in cinque apparizioni da quando è tornato da uno stiramento al gluteo il 2 novembre, in più ha messo insieme 7 rimbalzi e 2 steal.

Gli Hornets hanno tirato 14/54 dall’arco dei 3 punti e hanno avuto diversi possessi sciatti, spesso costretti a tirare da lontano con il cronometro dei tiri in scadenza e questo è stato un passo indietro e le percentuali sono state penalizzanti.

Josh Green (0/3), Seth Curry (2/7), Tidjane Salaun (1/5) e Tre Mann (1/6) hanno chiuso la serata con un 4/21 al tiro che ha stroncato Charlotte.

Ancora senza i talenti All-Star Joel Embiid (squalificato) e Tyrese Maxey (bicipite femorale), Philadelphia ha ottenuto un paio di performance da record in carriera dalla panchina con il rookie Jared McCain (27 punti 10/18) e il francese Guerschon Yabusele (20 punti), quest’ultimo che ha anche aumentato un record personale da 8 rimbalzi.

Punto di svolta: Philadelphia ha chiuso l’intervallo con un parziale di 20-6 per portarsi in vantaggio per 58-50 a quattro minuti dall’inizio del terzo quarto, nonostante gli Hornets rimontassero alla seconda sirena, la squadra di casa ha esteso rapidamente il vantaggio a +16 a 9:44 del terzo periodo.

È stato allora che Ball e gli Hornets hanno iniziato la loro scalata, chiudendo il frame con un importante 31-15.

A 10 secondi dalla fine, un tiro libero sbagliato di Kyle Lowry ha lasciato la porta aperta per un incredibile tiro da 3 punti in girata e fade-away di Ball dall’angolo sinistro, il quale ha pareggiato la gara incredibilmente a quota 97.

La battaglia è continuata nei supplementari, ma gli Hornets hanno commesso qualche scivolone di troppo per ottenere una serie di tre vittorie consecutive.

Ci sono stati un paio di tiri sbagliati all’inizio, una palla persa, una violazione del cronometro dei tiri, un tentativo di tiro da 3 punti aperto fuori bersaglio di Miller e poi un rimbalzo difensivo sbagliato dopo un paio di tiri liberi falliti di Yabusele a soli cinque secondi dalla fine.

Sebbene sotto solo di un punto all’intervallo, gli Hornets hanno segnato lo stesso numero di field goal delle palle perse (15) nel primo tempo.

L’attacco irregolare non ha trovato il proprio ritmo fino all’ultimo quarto quando, mossi dall’urgenza, Charlotte ha rimontato assurdamente punto dopo punto fino a passare anche in vantaggio.

Risultati misti negli scenari di fine partita per le punto a punto di Charlotte accumulando preziosa esperienza ma per quanto sia stato buono la quarta frazione, ci sono state alcune gravi mancanze nell’OT che si spera diventino insegnamento per il futuro.

L’ultima volta che gli Hornets hanno affrontato Paul George, ha segnato un brillante capolavoro da 41 punti, il suo massimo in 30 incontri contro Charlotte, allo Spectrum Center a marzo.

Nel follow-up, George è stato tenuto a un modesto 15 punti con 6 tiri su 18 (1 su 9 da 3 punti) e nove assist, e si è vistosamente seduto fuori per tutti i supplementari a causa di una limitazione di minuti.

Citazione post-partita: “La capacità di reagire in una partita lunga contro una folla dura come questa, penso che dimostri molto cuore da parte dei ragazzi. Ovviamente, il risultato non è stato quello che volevamo. Penso che questa sia un’esperienza di apprendimento. Facciamo le correzioni di cui abbiamo bisogno e cerchiamo di ottenere una vittoria [martedì]”. – Brandon Miller

Next Game: Gli Hornets concluderanno il loro viaggio di due partite e inizieranno le sfide di Emirates NBA Cup contro gli Orlando Magic martedì 12 novembre a partire dalle 19:00 ET (ovviamente orario americano, fare riferimento alla pagina di questo sito per quello italiano) su FanDuel Sports Network.

Orlando, che ha vinto la serie della stagione 2023-24 con Charlotte per 3-1, ha perso quattro partite su sei da quando ha perso l’attaccante All-Star e miglior marcatore Paolo Banchero a causa di uno strappo al muscolo obliquo destro il 1° novembre.

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