Charlotte Women’s Basketball Returns to a Parallel Universe

Un tempo Charlotte oltre agli Hornets, vantava una squadra femminile nella lega parallela, la WNBA, in attività ancor oggi ma per i fan della squadra composta da donne nella Queen City il tempo si è fermato nel 2006 quando la franchigia è stata smembrata in seguito al fallimento economico della stessa.

Le Charlotte Sting resistettero nell’universo parallelo dal 1997 al 2006 giungendo in un’occasione anche alle finali WNBA poi il lato oscuro economico dei Bobcats che erano stata la nuova franchigia maschile data dalla NBA a Charlotte, si intrecciò nella persona di Robert Louis Johnson con l’universo femminile non più sostenibile secondo i contabili della società e la franchigia (da purple and teal divenuta arancioblu) collassò.

Oggi però sembra che una nuova squadra di basket femminile professionistica stia arrivando Nella Buzz City.

La squadra, che al momento non ha un nome è chiamata momentaneamente di default: “UpShot Charlotte” e farà parte della neonata UpShot League.

Il club di Charlotte sarà uno dei quattro team originali della lega (come fu uno degli 8 originali della WNBA) insieme a Greensboro, Savannah e Jacksonville.

I fan avranno l’opportunità di dare un nome alla squadra e potranno inviare i loro suggerimenti qui: Name The Team – Upshot Charlotte

Ogni squadra della UpShot League giocherà 40 partite di stagione regolare (20 in casa e altrettante in trasferta).

La squadra di Charlotte giocherà le sue partite casalinghe al Bojangles Coliseum.

E’ stata la Zawyer Sports a portare la nuova franchigia alla Queen City, aggiungendola da un elenco di proprietà che includeva già i Charlotte Checkers e i Gastonia Ghost Peppers tra le altre squadre.

Charlotte giocherà la sua prima partita a maggio 2026.

“Siamo più che entusiasti di poter lanciare questa lega e fornire un’altra piattaforma di qualità per le donne per continuare a far parte dello sport che amano, che si tratti di giocatrici in campo o di membri dello staff nell’ufficio principale”, ha affermato Andy Kaufmann, CEO di Zawyer Sports.

Gli sport professionistici femminili hanno visto un’impennata di popolarità negli ultimi anni e sono spuntate nuove squadre e leghe, anche a Charlotte.

La lega avrà sede a Jacksonville in Florida, dove ha sede Zawyer Sports & Entertainment.

Gli abbonamenti partiranno da 44 dollari a posto.

Le squadre indosseranno maglie vintage durante la stagione inaugurale come omaggio alla storia del basket femminile.   

Non sarà la lega maggiora ma almeno a Charlotte ci sarà la possibilità di andare a vedere anche una partita di basket femminile.

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C’è del marcio in NBA eparca?

Terry Rozier in azione nella partita sospettata.

L’ex giocatore dei Toronto Raptors Jontay Porter è stato squalificato a vita dalla NBA l’anno scorso dopo che un’indagine ha scoperto che aveva violato le regole della lega sul gioco d’azzardo.

La notizia che l’ex Terry Rozier sia sotto inchiesta per vedere se ha manipolato una sua prestazione “come parte di un sistema di scommesse sportive illegali” quando giocava con gli Charlotte Hornets è emersa nelle ultime ore.

I procuratori federali stanno indagando su Terry Rozier nell’ambito di un’indagine governativa più ampia sul panorama sportivo, hanno affermato persone a conoscenza della questione.

Difficile credere che proprio un giocatore tenace come Rozier sia implicato in queste vicende e attualmente non deve ancora affrontare alcun tipo di giudizio e non è stato ancora accusato di nulla.

Il tutto nasce da un flusso di scommesse anomale sulla prestazione di Rozier in una partita.

La NBA è stata quindi successivamente informata di un’insolita attività di scommesse in una partita tra gli Charlotte Hornets e i New Orleans Pelicans nel 2023.

La lega ha quindi avviato un’indagine ma non ha riscontrato alcuna violazione delle regole NBA.

“A marzo 2023, l’NBA è stata avvisata di un’insolita attività di scommesse relativa alla prestazione di Terry Rozier in una partita tra Charlotte e New Orleans”, ha affermato Bass, come riportato da Ira Winderman.

“La lega ha condotto un’indagine e non ha riscontrato alcuna violazione delle regole NBA. Ora siamo a conoscenza di un’indagine da parte dell’ufficio del procuratore degli Stati Uniti per il distretto orientale di New York relativa a questa questione e abbiamo collaborato a tale indagine”.

A quanto pare, U.S. Integrity ha informato l’NBA e i bookmaker che c’erano numerose scommesse insolite su Rozier (il quale stava giocando abbastanza bene dal punto di vista personale con gli Hornets), per non aver raggiunto determinati parametri di riferimento prestazionali.

La cosa coinvolge indirettamente Charlotte poiché la partita in questione ha avuto luogo il 23 marzo 2023, quando Rozier era un membro degli Charlotte Hornets.

La partita fu largamente persa 96-115 in quel della Big Easy.

“Quel giorno, le scommesse su Rozier erano abbastanza strane da far scattare l’allarme presso la U.S. Integrity, un’azienda che collabora con enti sportivi, operatori di gioco d’azzardo e agenzie governative per monitorare i mercati delle scommesse alla ricerca di attività sospette.

La U.S. Integrity ha notificato ai bookmaker e alla NBA che stavano arrivando scommesse insolite sul fatto che Rozier non avesse raggiunto determinati parametri statistici, come il numero totale di punti o rimbalzi che avrebbe registrato nella partita. Quel giorno, alcuni bookmaker hanno smesso di accettare scommesse sulle statistiche di Rozier, hanno affermato persone a conoscenza della questione.

Nelle due stagioni precedenti, la U.S. Integrity ha inviato solo tre avvisi sulle partite NBA, hanno affermato persone a conoscenza della questione.

Due di queste riguardavano partite che coinvolgevano Porter.

L’altra era la partita che coinvolgeva T-Ro.

Scary Terry è stato il titolare per gli Hornets in quella gara, ma ha fatto registrare circa 10 minuti di partita soltanto prima di essere sostituito durante un timeout.

Terry ha poi saltato il resto della partita per un infortunio al piede e non ha più giocato le ultime otto partite di Charlotte della stagione regolare 2022-23.

La stagione di Rozier con gli Heat è in declino rispetto ai tempi di Charlotte ma più che sul parquet forse ora a Rozier interessa di più uscire pulito da questa anomalia.

Game 44: Charlotte Hornets Vs Brooklyn Nets 83-104

KJ Simpson, uno dei giocatori più disastrosi in serata.

CHARLOTTE, N.C. — Keon Johnson ha guidato l’attacco equilibrato di Brooklyn con 18 punti e i Nets hanno interrotto una serie di sette sconfitte consecutive con una vittoria in trasferta per 104-83 sugli Charlotte Hornets.

Jalen Wilson ha aggiunto 15 punti e Tosan Evbuomwan ne ha segnati 14 per i Nets che non sono mai stati in svantaggio nel match.

Ben Simmons è tornato dopo aver saltato le ultime cinque partite per un infortunio alla schiena e ha segnato 10 punti e catturato 6 rimbalzi alzandosi dalla panchina.

Miles Bridges ha segnato 23 punti e 13 rimbalzi per gli Hornets che ormai ridotti al lumicino dei titolari (LaMelo Ball, Mark Williams, Brandon Miller e Josh Green) e non solo, hanno alzato ben presto bandiera bianca.

Vasa Micic che è stato colpito nel primo tempo al torace da Evbuomwan ed era dovuto uscire, è riuscito a rientrare per chiudere con 15 punti e 7 rimbalzi.

Gli Hornets avevano opzioni limitate in attacco e sono stati tenuti al 34% al tiro dal campo e al 29% da 3 punti.

Conclusioni Nets: Tra i Nets che non hanno giocato c’erano Cam Thomas (stiramento al tendine del ginocchio sinistro), Bojan Bogdanovic (recupero del piede sinistro), Noah Clowney (distorsione alla caviglia sinistra) e Cameron Johnson (distorsione alla caviglia destra) ma hanno vinto ugualmente nonostante gli Hornets li abbiano superati a rimbalzo 52-40.

Conclusioni Hornets: Lo staff di allenamento sta continuando a valutare l’ultima distorsione alla caviglia di Ball, ma l’allenatore Charles Lee non ha fornito aggiornamenti su quanto tempo prevede che l’All-Star del 2022 rimarrà fuori.

Mark Williams ha saltato la partita a causa della gestione dell’infortunio al piede sinistro.

Charlotte ha cominciato male incassando un 2-11 per poi tornare a -4 ma a fine primo tempo il divario era già consistente, un -16 (37-53) che la diceva lunga su quanto l’attacco degli Hornets non riuscisse a trovare varchi e a segnare anche perché il 2/24 complessivo messo insieme dai tiratori KJ Simpson, Nick Smith Jr. (1/10 a testa) e lo 0/4 di Taj Gibson alla fine peserà come un macigno.

La partita volgeva ai titoli di coda già a fine terzo quarto quando le Retine salivano sul +21 nonostante nell’ultimo quarto i Calabroni tornassero sul -15, troppo distanti per impensierire un game in ghiaccio senza nessun giocatore davvero in grado di fare un cambio di passo.

A parte i singoli, gli Hornets hanno accusato il colpo nel pitturato (34-54) dove i Nets hanno giocato più volte per mettere in difficoltà Gibson e soci che non sono riusciti a frenare il gioco da sotto degli ospiti ma anche nei fast-break dove l’1-21 (punticino ottenuto dalla lunetta per fallo) ha mostrato i limiti strutturali organizzativi di una squadra che in stagione ha prestato quasi sempre troppo il fianco al contropiede.

A poco è servito il 24-4 da second chance e così gli Hornets che se la vedranno coi Clippers di Leonard e i Nuggets di Jokic paiono ormai aver poco da dire in questa stagione anche se una W di prestigio sarebbe apprezzata ma con questa squadra senza i titolari non c’è molto talento offensivo sul quale appoggiarsi.

Pagelle

Vasilije Micic: 5,5

15 pt. (5/10), 6 assist, 7 rimbalzi in 27:43. Mentre fa scudo sulla penetrazione di Evbuomwan viene urtato con una gomitata tra sterno e torace (a mio avviso fallo per il movimento a contatto ma nemmeno rivisto) ed è costretto ad uscire ma rientra caparbiamente anche se una seconda volta per un minimo colpo sembra riaccusare il dolore alla zona colpita precedentemente. Meglio del solito anche se non riesce dare forma all’attacco di Charlotte ed è la solita macchina da TO con 4 nell’occasione e alcuni costano punti facili.

Nick Smith Jr.: 4

2 pt., 5 rimbalzi, 2 assist, 3 TO. Dovrebbe sostituire Miller, il quale ancora non è una garanzia di infallibilità ma qui si toccano quasi le vette della totale fallibilità. Una rondine non fa primavera e qualche buona partita con qualche canestro a livello NBA è già un ricordo, quando la difesa lo asfissia pare andare in sfiducia e per la squadra avere una SG titolare che concluda con un 1/10 è un bel problema. Aggiungiamoci i 3 TO e un -22 in +/-…

Josh Okogie: 5,5

9 pt. (4/9), 2 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata. Mezza magia di Okogie è già finita. L’inerzia che lo vedeva strappare o rubare almeno tre palloni consecutivi si spegne in una gara giocata da titolare dove lui fa il suo ma si perde nel grigiore della squadra nonostante alcune cose apprezzabili come la tripla nell’ultimo quarto che riavvicina Charlotte ma anche lui in difesa fatica più del previsto e se non ce la fa lui sono guai…

Miles Bridges: 5,5

23 pt. (8/21), 13 rimbalzi, 1 assist, 2 rubate, 2 stoppate. In difficoltà in difesa e al tiro da fuori (1/8), troppo attorniato dagli avversari che forse lo vedono come la vera e unica minaccia, si concentra troppo da fuori e nonostante la doppia doppia, l’apporto complessivo risulta tra lo scarso e l’appena sufficiente.

Taj Gibson: 5

0 pt., 10 rimbalzi, 2 assist, 3 stoppate, 2 TO. Basta lanciarlo in quintetto, Taj è qui a svernare e può giocare qualche minuto forse decentemente. I 17:38 sono decisamente troppi e il -19 in +/- di ritardo personale accumulato è anche il frutto, l’indice di uno 0/4 al tiro e la mancanza di atletismo nonostante le tre stoppate e i 10 rimbalzi siano apprezzati.

 

Moussa Diabaté: 6

13 punti (5/6), 8 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata in 27:13. Non sarà il centro dei sogni e nella casellina stoppate si registra uno zero ma almeno non si arrende e non spreca quasi nulla. Un +3 in plus/minus.

Seth Curry: 5,5

6 pt. (2/6), 1 rimbalzo, 1 assist in 15:51. Mette due bombe su tre tentativi da fuori e arriva a 9.000 canestri da fuori in carriera ma in una serata nella quale c’è poco da festeggiare, anche lui sbaglia altri tre tiri da due punti e non entra mai veramente in partita aspettando un po’ troppo sugli scarichi mentre in difesa è piuttosto blando. Se avesse un po’ più di tenuta dietro, per una squadra che ha bisogno disperato di punti, sarebbe ottimale al posto di chi sta giocando ora come titolare ma ci vuole più difesa e più energia.

KJ Simpson: 4,5

7 pt. (1/10), 3 rimbalzi, 2 assist, 2 stoppate. Bene in lunetta con 5/6, terribile al tiro da ogni punto del parquet. Mezzo voto in più per essere riuscito a recuperare qualche giro in lunetta e l’impegno in difesa con due stoppate ma anche lui incorre in due TO banali. La sua dimensione attuale sarebbe Greensboro ma in mancanza di giocatori nel ruolo, Lee lo fa giocare come combo-guard.

DaQuan Jeffries: 5

0 pt. (0/1), 1 rimbalzo, 1 assist, 1 rubata. Boh… 21:06 un po’ da soldatino accademico. preso in mezzo, non il solito più convincente (per impegno e tiro) Jeffries. Ci prova solamente una volta ma gli va male.

Isaiah Wong: 5,5

8 pt. (2/6), 2 rimbalzi, 1 rubata. Prova a dare un po’ di pepe alla coda della partita ma la coda non c’è e rimane il suo piccolo record di due triple mandate a bersaglio. L’inizio è sempre energetico poi si spegne, chissà perché.

Coach Charles Lee: 5

Passo indietro totale della squadra che aveva affrontato i Lakers contro la quale aveva messo in piedi una gran rimonta anche se non completata. Contro una squadra più affamata ma inferiore, si fa espugnare il parquet in maniera semplice franando ad ogni quarto tranne l’ultimo quando tutto è inutile. E’ vero che giocare con una squadra del genere non è semplice, vero è che deve dar entusiasmo ma dire che rivedranno la partita concentrandosi sulle cose buone fatte per me è un errore. Bisogna rivedere, senza colpevolizzare nessuno, soprattutto tutti i vari errori (che siano di posizionamento, tiro, difesa) per cercare gli automatismi che permettano di non mandare in difficoltà tutta la squadra, troppi TO costosi ancora una volta e come diceva Massimo Bonini, centrocampista della Juventus anni ’80, l’importante è sapersi muovere ben, non correre, girare a vuoto mette in difficoltà la squadra.

 

 

 

Game 43: Charlotte Hornets Vs Los Angeles Lakers 97-102

Mark Williams contro Anthony Davis, il secondo ha avuto decisamente la meglio.

Terza partita casalinga per gli Hornets che dovevano affrontare una squadra in forma e fisicamente più attrezzata.

I Lakers partivano super aggressivi guidati dalle torri James e Davis, gli Hornets soffrivano la pressione sia sulle linee di passaggio che al tiro e LAL dettava il ritmo trovando quasi sempre la via del canestro tanto che Davis si esaltava contro un Mark Williams tra il troppo morbido ed il nullo.

Lee lasciava troppo sul parquet il suo centro e il Monociglio collezionava una doppia doppia assurda da 21 punti e 11 rimbalzi guidando i Lakers sul +20 (19-39) a fine primo quarto, tre in meno del vantaggio massimo di 23 punti.

A 10:24 Ball segnava da tre con il passetto laterale dalla diagonale sinistra ottenendo il suo quarto punto del match ma dopo la seconda tripla a segno a 8:47, camminando all’indietro, subiva una distorsione alla caviglia ed era costretto a rientrare ma alzandosi toccava Reaves al quale veniva regalato un FT.

Gli Hornets, farciti di riserve, comunque rimontavano, Jeffries mandava a bersaglio una tripla e poi a canestro Bridges per la jam frontale lanciata: 35-49 a 6:49, divario che si riduceva ulteriormente per giungere ad una cifra a 2:43 con due FT di Bridges.

I Lakers rispondevano con Davis (rilanciato a 5:50 del quarto dopo aver giocato tutto il primo) e un and one di Reaves ma i fan Hornets esclamavano: “Oh, my Josh!” quando l’aussie Green infilava dall’angolo destro due triple consecutive, la seconda con l’assist dell’omonimo Okogie.

Non segnava più nessuno dal canestro ottenuto a 50 secondi dall’intervallo e gli Hornets, molto più tenaci ed in ritmo, tornavano negli spogliatoi sul 51-59 con un ritardo di 8 punti ma avendone mangiati 15 ai gialloviola.

Nel terzo quarto Davis tornava a far valere la sua presenza anche se in maniera meno importante ma gli Hornets oscillavano tra il -11 e il -8 non riuscendo a riagganciarsi ai Lakers nonostante una tripla di Micic in step-back che portava i Calabroni al -6 a 7:41, poi Davis mandava a segno un paio di tiri mancando anche un FT addizionale che mandava sul parquet Gibson per preservare Mark Williams giunto al quarto fallo e l’ex cento dei Bulls veniva colto in fallo su un challenge chiamato da J.J. Reddick e gli Hornets perdevano terreno ma resistevano grazie a una tripla di Okogie dall’angolo destro sebbene James nel finale segnasse un 2+1 approfittando dell’uno contro uno con il piccolo Nick Smith Jr. ma Diabaté correggeva un appoggio impreciso di Wong e gli Hornets si presentavano sul -9 a 12 dalla fine: 77-86.

La partita trovava un altro protagonista assoluto ma inaspettato, dal bandanato Monociglio si passava al bandanato bandito delle steal, Josh Okogie che spingeva Charlotte con una palla rubata (canestro poi di Wong in transizione), una palla sporcata che gli valeva il coro dell’Alveare: “Josh Okogie, Josh Okogie” e un canestro in transizione a 10:55 per il two and one: 84-86.

Purtroppo i Lakers tornavano ad allontanarsi (lentamente) arrivando a 6:47 sul +8 quando Micic, cercando Bridges, passava un pallone tendenzialmente in orizzontale che Vanderbilt intercettava andando a schiacciare in fuga solitaria l’88-96.

Christie a 4:46 tentava di dare il colpo di grazia alla partita con la tripla dall’angolo destro con and one per il fallo in chiusura di un Green in raddoppio fuori tempo massimo (91-104) ma Charlotte non demordeva e per un high five in close-out di Davis su Green da tre dalla sinistra (terzo tentativo sull’azione di Charlotte con furto di Green da dietro sul possesso non possesso appena ottenuto dal Monociglio stesso) costava ai Lakers il -3.

La partita per i Lakers la vinceva Anthony Davis con 42 punti e 23 rimbalzi, 22 punti per James, 17 per Reaves, 10 per Christie.

Nonostante il 38,9% da 3 contro il 21,4% dei Lakers, la squadra di J.J. Reddick la porta a casa per il gioco interno, 46-66 i punti nel pitturato, 11-22 da second chance, 42-57 a rimbalzo con il 44,8% al tiro contro il 51,2% ospite…

Buona partita per Charlotte dopo un primo quarto decisivo visto che gli Hornets non sono mai riusciti ad ottenere un vantaggio o una parità arrivando sino al -2 ma ci sarebbe da migliorare qualche pezzo della squadra con caratteristiche offensive dinamiche, due o tre giocatori più completi e un’occhiata al centro la darei anche se siamo sempre più fuori dai play-in.

Pagelle

LaMelo Ball: 5,5

7 pt., 1 assist, 1 rubata in 8:45. Partenza in sordina travolto dal ritmo avversario dove getta via anche un pallone perso banalmente poi mette due triple e si fa male da solo 5 secondi dopo la seconda non potendo più rientrare a causa di una distorsione alla caviglia… Troppe assenze anche questa stagione nonostante il talento.

Nick Smith Jr.: 4,5

4 punti, 1 rimbalzo, 6 assist, 1 stoppata in 24:46. A parte l’assistenza ai compagni, il 2/8 al tiro è deludente e purtroppo ha problemi di uno contro uno e i Lakers sfruttano la situazione, lui prova a rimediare ma alcuni falli non sono nemmeno una buona idea.

Josh Green: 6,5

15 punti (4/6), 1 rimbalzo, 1 assist, 3 rubate. Anche lui travolto all’inizio, trova la retina con 3 piazzati dall’angolo che servono per la rimonta e subisce un high five da Davis in close-out alla fine portando con i 3 liberi Charlotte al -3 ma il tempo gioca contro e non può tentare eventualmente il pari dopo i FT decisivi di Davis.

Miles Bridges: 7

26 pt. (10/23), 8 rimbalzi, 4 assist, 1 rubata, 1 stoppata. Un po’ di fatica in difesa a volte, comprensibile, senza Ball diventa la prima opzione e la saggezza comincia a trovarla dopo aver sparacchiato un po’ troppo ma è utile per la rimonta. Fa il suo e qualcosa di più ma non basta.

Mark Williams: 4,5

11 pt. (5/13), 8 rimbalzi, 5 assist, 1 rubata, 1 stoppata, 4 PF in 33:19. Davis fa quello che vuole nel primo quarto, fa troppo e lui ha un linguaggio del corpo troppo rassegnato. A me il ragazzo è simpatico, le cifre finali sono accettabili ma vedendo la partita si percepisce un’assenza difensiva forte e ha ancora problemi di falli nonostante ciò. Meglio nella seconda parte. Spesso da il meglio di sé su infilate o situazioni dinamiche, da sotto, fermo, fatica se non ha un vantaggio di posizione o tempo.

Josh Okogie: 8

19 pt. (6/11), 2 rimbalzi, 2 assist, 4 rubate. E’ lui che da la spinta a Charlotte per far sì che esista una partita dopo il larghissimo vantaggio dei californiani. Avevo scritto di non chiedergli anche di segnare ma lui f anche quello, di tripla o si vede anche in allungo con un bell’uso del piede perno in una situazione che pareva compromessa ma non cade nel panico. Aggressivo e super attivo sulle torri avversarie, intelligente nella posizione media, pronto al raddoppio o al close-out sul tiratore esterno, oscilla con energia e rapidità, quello che lo porta ad avere mani veloci e a rubare 4 palloni e sentirsi intonare un coro, roba da non tutti i giorni a Charlotte ma lo merita per l’impegno. Sbaglia qualcosa nell’ultimo quarto ma dopo averlo aperto alla grande ma la stanchezza…

Vasilije Micic: 5,5

11 punti, 2 rimbalzi, 4 assist. 5/11 al tiro in 33:11 dovendo sostituire Ball. Troppi 5 TO che di solito arrivano andando in entrata e scaricando su giocatori dalle mani poco prensili, terribile quello che lancia Vanderbilt nell’ultimo quarto. Qualche buona entrata e uno step-back 3 non bastano a compensare l’efficienza nel gioco.

Seth Curry: 5

0 pt. (0/1), 1 rimbalzo. Minutaggio un po’ limitato. Poco cercato dai compagni, sta nell’angolino di sovente sperando arrivi qualcosa da tirare ma nulla ma dovrebbe creare più movimento.

DaQuan Jeffries: 6,5

5 pt. (½), 5 rimbalzi, 2 assist in 12:30. Meglio nella prima tranche, nella seconda si perde anche lui ma sfrutta un fisico solido e una più che discreta mano per aiutare Charlotte a rimontare tra difesa e qualche punticino.

Moussa Diabaté: 6,5

4 punti, 4 rimbalzi in 10:44. Da una mano con il fisico e i cm a frenare i Lakers e in una partita così fisica avrebbe dovuto trovare più spazio anche se il difetto si vede in attacco, viene stoppato semplicemente due volte consecutive e ha mani come il burro su un passaggio, seppur ravvicinato, la sua infilata frontale vede la sfera sfilargli tra le mani, problema basico d’impostazione tecnica…

Taj Gibson: 6

0 pt., 2 rimbalzi, 1 fallo in attacco evitabile che costa un TO da challenge. Non sfigura ma minutaggio super limitato sostituendo Williams a 4 falli. Voto quasi sindacale.

Isaiah Wong: 6,5

5 pt. (2/3), 1 assist, 1 rubata. Buon contributo nei 6:04 in campo, segna una tripla, fornisce un assist facile Bridges e segna in schiacciata assistita. Porta un po’ di verve.

Coach Charles Lee: 6

Non riesce a risolvere il caso Davis perché c’è poca risposta ma poteva fare qualcosa in più per migliorare la situazione. Partita difficile, ancora d più sui pick and roll e cambi, tenere un Nick Smith Jr. sul parquet contro LeBron non ha pagato per nulla per usare un eufemismo. La squadra però rientra, combatte e arriva sino al -2, poi non ha i mezzi per arrivare alla W senza Ball.

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Game 42: Charlotte Hornets Vs New Orleans Pelicans 123-92

Josh Okogie e gli Hornets, buona la seconda uscita casainga.

Si tornava a giocare a Charlotte in back to back.

Per i Calabroni partita da dentro o fuori, perdere significherebbe uno 0-2 per partire in questa serie casalinga da 9 partite e se vogliono prolungare le proprie speranze di play-in devono continuare a vincere.

Certamente gli insperato recuperi di Bridges, Ball e Curry, uniti all’assenza di Murray nelle file avversarie, aiutavano.

La partita cominciava bene per gli Hornets che mantenevano inizialmente un leggero vantaggio fino a 7:17 quando McCollum sganciava da tre la bomba del sorpasso: 9-11, vantaggio che si estendeva a 4 a causa di due FT dell’omonimo Green.

Charlotte riusciva a far giare più velocemente e meglio la palla pescando Okogie che segnava da tre inaugurando una battaglia fatta molto di bordate dall’arco.

Seth Curry subentrato da poco non poteva mancare, Alvarado rimandava in testa i Pels a 3:24 (17-18) ma dopo un crossover micidiale con poderosa dunk di Bridges e nuovo contro-sorpasso da fuori di J. Green, gli Hornets spingevano coi punti da fuori: nuovamente Curry, Jeffries, Josh Green e Micic (il serbo in step-back) spedivano a fine quarto i Calabroni sul 31-23.

Charlotte faceva buona guardia nel pitturato e sui close-out dall’arco, McCollum si spegneva mentre Williamson riusciva di tanto in tanto a sostenere l’attacco ospite ma non bastava, Bridges spingeva e Curry infilava la terza tripla di serata con gran fiducia: 46-31 a 7:07.

Murphy III per NOLA riusciva a segnare 8 punti (due triple) ma il divario rimaneva consistente anche perché la bench riusciva a regalare punti a Lee: Okogie da tre, jam di Diabaté e a 2:47 era +17.

Nel finale, dopo altri due punti di Zion serviva un challenge per ribaltare la decisione della terna che propendeva per un goaltending sul tiro bloccato (rimontando in corsa) di Diabaté, probabilmente poteva starci un fallo per lo sbilanciamento del centro avversario ma la stoppata era buona e la chiamata favoriva Charlotte con la revisione della decisione.

Ball segnava la tripla del +18 (63-45) prima che a Murphy venisse data buona una stoppata (probabilmente fallosa) sulla sirena per bloccare Jeffries.

Si chiudeva così il primo tempo con un 11/22 da tre punti e con 36 punti provenienti dai tre giocatori out (Ball, Bridges e Curry) la sera precedente.

La partita galleggiava sul vantaggio Hornets che a 8:56 arrivava sul +21 dopo una tripla di Josh Green mentre gli uomini in divisa bianca toccavano il -13 a 4:02 in occasione di una tripla di Alvarado dal corner sinistro.

Okogie, dopo uno sfondamento, si faceva valere in difesa stoppando Alvarado e intercettando un pass di Murphy, Charlotte ripartiva con tre punti di Bridges e 5 di Curry e si giungeva alla terza luce rossa sul 93-68 grazie al canestro di Okogie sulla sirena che si buttava dentro su passaggio di Curry.

Si viveva sul vantaggio di Charlotte con gli Hornets che tentavano di rallentare un po’ mentre dall’altra parte Hawkins e Zion Williamson accorciavano il divario nonostante una bordata in pull-up di Micic da lontano, Hawkins, infatti, mandava dentro un pull-up dalla media-dx nonostante una gran difesa di Okogie a 6:00 dalla fine per il 103-86 (-17).

I Pels però si arrendevano quando, prima Diabaté mandava dentro un two and one e poi a 3:08 Ball in transizione alzava per Josh Green che chiudeva in alley-oop per il 114-90.

Segnava anche Wong ed era il nono uomo di Charlotte a mettere almeno un tre punti in serata così Charlotte pareggiava il proprio record a livello numerico di giocatori mandati a canestro da oltre l’arco in una serata.

Seth Curry in azione.

Finiva 123-92, il più largo vantaggio in stagione grazie ad un’ottima difesa, ad un gioco di squadra sublimato dall’apporto valido della panchina mentre i Pelicans probabilmente hanno pagato l’assenza di Murray e i pochi spazi trovati o saputi creare per finalizzare.

Rimbalzi (59-48), assist (28-21) e percentuali al tiro (50,0% contro il 38,1%) così come i punti da fastbreak (22-13) hanno favorito Charlotte.

Pr i singoli dei Pels, Williamson ha chiuso con 28 punti e 11 rimbalzi, 16 punti per Murphy III, 14 per Jordan Hawkins, 12 per Yves Missi mentre McCollum con un 3/13 si è fermato a 9 in 22:46.

Charlotte giocherà lunedì sera contro i Lakers cercando di difendere l’Alveare, i Pelicans di Willie Green e l’ex coach Hornets Borrego saranno nella stessa serata in Canada a Toronto a meno che l’imprevedibile Trump non pensi di impossessarsi anche del Canada dopo l’idea Groenlandia…

Pagelle

LaMelo Ball: 7

25 punti, 7 assist, 5 rimbalzi. 9/21 con 4/13 da fuori. Esagera un po’ nell’ultimo quarto con qualche tiro da fuori tanto per ma si fa anche un paio di giri in lunetta sebbene il 3/6 non sia fantastico però sostiene l’attacco di Charlotte nei momenti che contano e da una spinta decisiva verso la vittoria.

Nick Smith Jr.: 5,5

5 punti (2/6) in 23:01. Litiga col tiro da fuori (1/5) ma non deve forzare portando sulle sue spalle l’attacco come le sere precedenti poiché Ball e Bridges sono rientrati mentre Curry gli ruba un po’ di tempo vista la buona prestazione.

Josh Green: 6,5

13 pt. (4/8) in 23:46. Discreta partita con punti di rottura utili con ciliegina in alley-oop nel finale.

Miles Bridges: 7,5

22 pt. (8/13), 6 rimbalzi, 3 assist. Punti pesanti nei momenti che contano come nel terzo quarto quando entra e segna subitaneamente bloccando la rimonta ospite. Non esagera col tiro da fuori e in difesa si mostra solido spendendo solo un fallo in 28:17.

Taj Gibson: 7

6 punti (2/3), 3 rimbalzi, 2 assist in 12:16. Parte da titolare poi entra Mossa ma lui non sfigura anche se deve ricorrere a 4 falli per bloccare gli avversari ma spesso è attivo e solido. Miglior partita da quando è a Charlotte probabilmente impreziosita dalla stoppata su Williamson.

Moussa Diabaté: 7

9 punti, 13 rimbalzi (4 offensivi) in 28:53. Più spazio, più seconde possibilità. Tornato a regime a rimbalzo, difende e si difende bene anche in attacco dove dai rimbalzi crea per i compagni e termina con 3 assist. Richards non c’è più, Mark Williams out in serata, non ha la consistenza per segnare come i compagni ma in difesa sembra più consistente di Mark nonostante il fisico (in kg) non lo aiuti rispetto al compagno.

Josh Okogie: 7

7 punti, 4 rimbalzi, 2 assist, 2 rubate, 2 stoppate. Qualche buon punto senza sprecare e soprattutto gran presenza difensiva. Stoppa Alvarado, intercetta palloni e rende difficile la vita e le comunicazioni agli avversari. Il suo impegno sembra coinvolgere anche i compagni in uno sforzo difensivo maggiore che non si vedeva da tempo.

Seth Curry: 7

16 punti (6/9), 4 rimbalzi, 2 assist. Consistente al tiro, colpisce una volta anche da lontano senza assistenza. Punti preziosi per far navigare Charlotte in alto mare dove non è raggiungibile dai Pellicani rimasti sul molo.

DaQuan Jeffries: 7

6 punti (2/8), 7 rimbalzi, 3 assist, 2 rubate in 27:22. A dispetto del 2/8 (2/7 da tre) gioca una partita solida. Aveva cominciato bene al tiro, poi un po’ di imprecisione probabilmente per un po’ di stanchezza dovuta alla difesa. Si materializza nel corner sinistro col teletrasporto e va ad intercettare una palla dedicata ad un piazzato. Trova spazio e ci sta…

Vasilije Micic: 7

11 punti (3/), 4 assist, 2 rubate. Serata decisamente migliore per il serbo che sugli spin ha qualche problema mentre ne mostra meno al tiro in serata dove con lo step-back 3 mostra le prime avvisaglie di pericolosità poi nel secondo tempo delizia i presenti con la tripla frontale improvvisa scagliata e affondata da lontano. +34 in plus/minus, miglior dato di serata per Charlotte.

Isaiah Wong: 6,5

Un paio di tiri, una tripla infilata per pareggiare il record di franchigia per maggior numero di giocatori che in una serata hanno segnato una tripla. Ruba anche una palla pur giocando solo gli ultimi 3:08.

Coach Charles Lee: 7

Questa volta azzecca tutte le scelte tattiche e anche il challenge. Certo è più facile giocare con Ball, Bridges e Curry ma ha fuori comunque ben 4 giocatori importanti.

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Game 41: Charlotte Hornets Vs Portland Trail Blazers 97-102

Jeffries ringrazia Vasa per l’assist.

Non iniziava sotto i migliori auspici la partita che costituiva il giro di boa della stagione contro Portland poiché tre giocatori di Charlotte si fermavano.

E se l’esperienza di Seth Curry non ci sarebbe stata anche i punti di Miles Bridges e di LaMelo Ball sarebbero sicuramente mancati.

Vincere almeno 6 della lunga striscia casalinga che nessuna squadra NBA vedeva così ampia da decenni, vorrebbe dire restituire un senso, una speranza alla stagione, altrimenti da febbraio potrebbe accendersi la modalità tanking.

I Trail Blazers tentavano subito di intimidire gli Hornets attraverso l’aggressività difensiva cercando di non far respirare Charlotte che accusava il colpo sulle prime due azioni con il rookie Clingan bravo a collezionare due stoppate e a favorire le transizioni ospiti per lo 0-4.

A 8:02, per la squadra di Billups, Grant riusciva a infilare la tripla dell’8-12 ma Charlotte, nonostante l’uscita dal parquet di Cody Martin per infortunio, rispondeva attraverso aggressività difensiva, ritmo e passaggi in più arrivava anche la pioggia di triple in serie: Okogie, Green, N. Smith Jr. e K.J. Simpson, tutti partecipavano ad allontanare Charlotte che a 4:39 segnava due punti con Mark Williams mandando in time-out la squadra dell’Oregon doppiata: 24-12, parziale da 16-0.

Il quarto terminava 30-22 con due FT di Wong a 0:57 dalla prima sirena.

La seconda frazione vedeva raggiungere lo zenit di Charlotte a 9:36 quando un gioco di passaggi raggiungeva Micic in punta fuori dalla linea del tiro da tre, passaggio dietro la schiena in angolo per Jeffries e tripla piazzata brillantemente per il 37-24.

Portland nuovamente in pausa e Hornets che continuavano a mischiare le carte ma i bianchi, bandati di rosso e nero, rimontavano lentamente e i Calabroni raggiungevano il Nadir a 1:23 con J. Grant bravo a elevarsi e a pareggiare a quota 50 dalla destra con la tripla.

Charlotte riusciva a fermare l’attacco di Portland e a racimolare due tiri liberi di Okogie e un goaltending di Green chiudendo sul 54-50 il primo tempo.

I Trail Blazers prendevano il sopravvento nella fase iniziale del secondo tempo andando a segnare con Camara in entrata: challenge speso da Lee sullo spostamento di Micic, la terna assegnava il blocking foul ma il libero andava a vuoto tuttavia a 9:41 una tripla di Simons mandava il game sul 54-61…

Hornets in difficoltà che riuscivano a strappare due palloni con Okogie, dal primo arrivavano due FT splittati, rimbalzo e due punti di Micic, il secondo consisteva in un errore clamoroso tutto solo ma in appoggio.

Charlotte non si arrendeva e a 6:35 raggiungevano il pareggio grazie all’intuizione del play serbo che con un passaggio saltato innescava Williams da sotto che aveva la meglio nell’uno contro uno per la dunk del 61 pari.

La partita, punto a punto, prendeva la china di Charlotte perché in lunetta i Trail Blazers sbagliavano tiro su tiro realizzandone 4/9 e Charlotte chiudeva in vantaggio di 2 (75-73) dopo essere stata sopra di 5.

L’ultimo quarto si giocava ancora sul filo, poi Simons trovava da 27 piedi la tripla mentre quella di Micic chiusa dalla difesa dei Blazers rimbalzava fuori, lo stesso Simons mancava un tecnico per tre secondi nel pitturato di un Williams addormentato ma segnava poi il floater del +5 ospite che diveniva un +7 a 6:40 dalla fine con Avdija in finga and roll layup.

Charlotte non riusciva a rientrare sbagliando troppi tiri e concedendo anche troppi rimbalzi offensivi con un quintetto da small ball che non pagava giungendo al -9 dopo altri due punti (ottenuti in lunetta) dall’israeliano fino alla tripla del -6 di Nick Smith Jr. a 3:45 per l’86-92.

Portland manteneva un possesso disastroso con Camara a gestire male i secondi e il tiro forzato da lontano di Avdija per fortuna rimbalzava fuori evitando la beffa ma il quintetto di Charlotte in attacco produceva poco e Okogie in lunetta faceva ½, sul secondo tentativo riprendeva al volo ma veniva bloccato irregolarmente da dietro da Sharpe e ne metteva due tuttavia poco più tardi mancherà una tripla prima di andare a rimbalzo e cadendo all’indietro, segnare il 93-98.

Avdija però faceva un altro giro in lunetta col tempo agli sgoccioli ottenendo il record in carriera di tiri liberi tentati (14) portando il punteggio a 93-100.

Si giungeva al termine sul punteggio di 97-102.

Per Charlotte un brutto colpo per le speranze residue (poche) di rientrare per la corsa play-in in attesa della partita con i Pelicans ma con le terze linee sul parquet, nonostante l’impegno, si percepiva ci sarebbe stato poco da fare, troppi errori, qualcuno anche tattico dal mio punto di vista con il 54-62 a rimbalzo e l’8-21 nei fast break pagati a caro prezzo per non aver equilibrato il quintetto con un altro lungo nel finale.

Pagelle

Vasilije Micić: 5,5

Due passaggi dietro la schiena belli per il pubblico (sul primo Jeffries va a bersaglio da tre in angolo), qualche iniziativa personale e un buon assist per Williams ma non sempre i suoi tentativi di pass sono calibrati come l’alzata nel finale per Mark bloccata verticalmente sul nascere. 12 punti, 2 assist, 6 TO, non proprio bene considerando il 4/13 (1/6 da tre) dal campo. Un po’ troppo compassato per la small-ball. Senza numeri migliori per facilitare l’attacco, sarà dura.

Nick Smith Jr.: 5

14 punti il primo tempo, finisce a 17 con un 6/18. La fotografia di Charlotte che non riesce più a segnare. Molto cuore, poco risultato, prova in velocità ad andare a prender palla in hand off, esce dai blocchi per cercare di prendere spazio al tiro ma mette solo la tripla nell’ultimo quarto nel secondo tempo collezionando errori e Charlotte esce dalla partita. Fa quel che può ma sostituire Miller non sarà semplice.

Josh Green: 5,5

12 punti il primo tempo, finisce a 14 con un 5/9. Anche lui lo specchio del calo degli Hornets nel secondo tempo. Ora che è arrivato Okogie, forse ha solo il vantaggio di tirare meglio sugli shot di rottura.

Cody Martin: s.v.

0 pt. (0/3), 1 rimbalzo, 1 assist. Gioca 4:49 poi è costretto a uscire per problemi fisici. Troppo poco per un giudizio vero nonostante i tre tentativi a vuoto.

Mark Williams: 5

15 punti e 9 rimbalzi ma -12 in +/-. Lo trovo lento, poco agile e scattante, sia sui passaggi che non sono perfetti da raggiungere nel suo range in attacco che in difesa dove non è un fattore nonostante le 3 stoppate. Buono l’inizio con la squadra che gira attorno a lui ma poi si perde. Troppi errori.

Josh Okogie: 7

16 punti (3/8), 10 rimbalzi, 3 rubate. Grande impegno tra alti e bassi, palloni recuperati aggressivamente, errori al tiro (clamoroso l’appoggio mancato tutto solo) ma anche FT extra recuperati in lunetta o possesso sul rimbalzo dal FT da lui stesso mancato (9/12 in lunetta). Non si può chiedere a lui – giocatore difensivo – di segnare con continuità.

KJ Simpson: 5,5

7 punti (2/7), 5 rimbalzi, 2 rubate. Buon impegno, una bella tripla nel primo quarto ma poco ficcante e molto fumoso.

Isaiah Wong: 5

4 punti, 1 TO, 3 falli. Buona partenza tanto che sembra essersi incarnato il lui lo spirito di Bogues ma poi non riesce a trovare spazi e lo spirito emigra, tutto si disfa. ¼ al tiro.

Moussa Diabaté: 6,5

6 punti (3/6), 6 rimbalzi, 2 assist, 2 rubate, 2 TO. Merita più spazio per impegno, decisione e risultai. Supera i 20 minuti ma nei quintetti proposti da Lee è stato sul parquet con Williams, il coach decide per la small ball ma sarebbe servito nel finale per limitare qualche rimbalzo offensivo dei Trail Blazers e anche quanto . Grant gli strappa la palla contesa approfittando del fisico, lui torna a stopparlo alla grande così come mette una jam con la stessa grinta.

DaQuan Jeffries: 6

6 punti con 2/5 e 4 rimbalzi. Quando può mette il tiro da fuori (2/4 con uno che gli salta via) e cerca di rimanere ordinato in difesa tra box e attenzione alla posizione. Anche lui nel finale, con pochi tiratori, dal mio punto di vista è mancato non essendo stato più inserito.

Coach Charles Lee: 5

Per me errori tattici nella selezione dei giocatori in base al momento nonostante l’inizio brillante e la poca scelta qualitativa a disposizione.

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Brand-off

Brandon Miller con mano e polso fasciati saluta Irving nella serata della partita giocata con Dallas.

Brandon Miller, che si è classificato terzo nella votazione per il Rookie of the Year la scorsa stagione, sarà fuori per il resto di questa stagione a seguito di un intervento chirurgico per riparare un legamento scafo-lunato strappato nella sede del polso destro.

La notizia non è una sorpresa, si attendeva l’intervento ma non ci si aspettavano notizie differenti vista la gravità dell’infortunio.

Il legamento scafo-lunato collega lo scafoide e l’osso lunato nel polso ed è uno stabilizzatore primario dell’articolazione tra i due.

Miller a questo punto si ferma a medie di 21,0 punti, 4,9 rimbalzi 3,6 assist e il 35,5% nel tiro da oltre l’arco.

Il post Miller per la stagione (chi ha seguito qualche game di Charlotte recente post Miller l’avrà già notato) si chiama Nick Smith Jr..

Game 40: Charlotte Hornets @ Memphis Grizzlies 120-132

Coach Lee e LaMelo Ball provano a spiegarsi nel primo tempo per aggiustarsi a livello tattico ma Memphis continuerà a guadagnare comunque vantaggio.

MEMPHIS, Tenn.  — Desmond Bane ha segnato 24 punti, Luke Kennard ne ha aggiunti 23 con sette triple, il massimo della stagione e i Memphis Grizzlies hanno costruito un largo vantaggio iniziale che ha fatto da cuscinetto per frenare il rientro di Charlotte, vincendo 132-120.
Jaren Jackson Jr. ha aggiunto 22 punti e Ja Morant ne ha segnati 16 smistando pure 13 assist per aiutare Memphis a vincere la sua quarta partita consecutiva.
Bane ha segnato 10 tiri su 15, Kennard 8 su 12 e i Grizzlies hanno tirato con il 50% in totale dal campo.
Mark Williams ha guidato gli Hornets con un record di 38 punti, realizzando 14 tiri su 18. LaMelo Ball ha aggiunto 22 punti, 8 rimbalzi e 6 assist.
Miles Bridges ha segnato 17 punti.
Memphis era in vantaggio di 13 alla fine del primo quarto e ha superato gli Hornets per 40-23 nel secondo.
Il vantaggio ha raggiunto quota 34 nel terzo (35 massimo), abbastanza per superare facilmente indenni un parziale da 12-0 di Charlotte per chiudere il periodo.

Mark Williams e Cody Martin tentano di bloccare GG Jackson.

Conclusioni Hornets: Charlotte tira al 42,9% dal campo, ultima in campionato, ed era al 36,4% all’intervallo.
Gli Hornets hanno avuto 14 palle perse che hanno portato a 21 punti per Memphis.
I 38 punti di Williams; Ball e altri elementi fanno ben sperare per agguantare qualche W casalinga nei prossimi nove turni al The Hive dove diverse avversarie saranno più alla portata rispetto Memphis.
Non tutto è da buttare ma la difesa deve rendere meglio, specialmente sui tiri da fuori.
Come nel Monopoli, il salta un turno può andare bene a Charlotte ma bisogna rivederla presto sui livelli delle ultime partite, Memphis in questa ha preso il largo…

Josh Okogie tenta di arrivare a canestro con le sentinelle addosso.

Conclusioni Grizzlies: Memphis ha controllato sia l’interno che l’esterno nel costruire il suo vantaggio nel primo tempo, segnando 32 punti nell’area prima dell’intervallo, mentre ha realizzato 11 dei suoi 21 tiri da 3 punti… 
Momento chiave: Memphis era già in vantaggio per 32 nel primo tempo e aveva condotto 78-48 all’intervallo, con 78 punti che eguagliavano il massimo della squadra in un tempo.
Statistica chiave: Kennard aveva già segnato sei triple, il massimo della stagione, nel primo tempo, parte del tiro di Memphis del 53,7% complessivo.
Next Game: Charlotte aprirà una serie di nove partite in casa venerdì sera contro Portland.

Memphis continua la sua serie di quattro partite in casa la stessa sera contro New Orleans.

 

 

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Game 39: Charlotte Hornets Vs Dallas Mavericks 110-105

Josh Green va a schiacciare. Dietro di lui Nick Smith Jr. che sembra essere più in posa da cartone animato per un’allegra scampagnata.

Charlotte tornava a casa per cercare di raggiungere la terza vittoria di fila nonostante non avrà Miller a disposizione, sicuramente almeno per tutta al stagione in corso.

Per il Martin Luther King Day si prospettava una partita scorbutica con Dallas che senza Doncic (si aggiungevano Powell ed Exum) sta ottenendo ovviamente meno risultati ma i texani sembravano sin da subito non voler – giustamente – mollare la presa sulla partita e si portavano in vantaggio con un assist servito da Charlotte a Irving che apriva subito le danze dalla palla a due fulminando la retina e il futuro protagonista di serata: Gafford, che convertiva due FT per lo 0-5.

Il primo quarto scorreva con cambi di leadership finché gli ospiti non tentavano di prendere il comando: schiacciata di Gafford , transizione Mavs e poi dopo una bomba di Ball ad accorciare, Irving in taglio back-door e Gafford da sotto per il 22-27.

Diabaté, che nel frattempo aveva sostituito Williams per problemi di falli ed era stato stoppato da Gafford e su questa azione era caduto male (in più Kidd e la terna avevano sottratto i liberi al francese per un contatto sospetto anche se la stoppata era stata pulita), si rifaceva nel finale col pick and roll con Micic che lo mandava a canestro: 24-27.

La prima parte del secondo quarto è un Gafford show con il centro di Dallas ovunque, a rimbalzo, in ripiegamento a stoppare Micic e a segnare in svariate maniere ma Bridges provava a metterci una pezza con un floater oltre al centro e due FT intervallati da un tecnico contro Charlotte (mancato da Thompson) e dopo un challenge andato a vuoto per una spinta in attacco di Williams su Kleber con il centro di Charlotte nuovamente relegato in panca, Charlotte accusava molte difficoltà finendo sotto 43-51 dopo un altro colpo da sotto dell’ex centro Bulls.

Gli Hornets reagivano col lancio di Martin per l’alley-oop di Diabaté e quando sembrava che i Mavs potessero conservare il cuscinetto, Ball (sul quale Kidd aveva messo Zenigata e l’Interpol intera) tirava fuori dal suo braccio caricatore due triple a distanza di 20 secondi l’una dall’altra che arrestavano il tempo dell’intervallo sul 55 pari.

Terzo quarto con diversi cambi di squadra al comando, duello a distanza Bridges – Gafford nel quale si inseriva Irving che cominciava ad emergere prepotentemente.

Micic perdeva una palla in palleggio sulla metà campo da dilettante e l’ex P.J. ringraziava schiacciando violentemente il 75-82.

Finale tutto per Charlotte che segnava con Okogie da 3 e con Martin che fintava la tripla su P.J., saltato il difensore per aria, il varco era buono per schiacciare l’82-83 che Diabaté conservava in stoppata sulla luce rossa.

Stesso copione nell’ultimo quarto con le squadre costantemente a contatto fino a quando Irving non portava un parziale di 7-0 per i bianchi che li issava a 6:21 dalla fine sul +6 (94-100).

Gli Hornets rientravano intensificando la difesa, finalmente anche Mark Williams riusciva a dire la sua anche in attacco con un’artigliata a rimbalzo e da un’altra second chance arrivava la schiacciata in put-back di Bridges a 4:54 per il 102 pari.

Smith Jr. dava la spinta a Charlotte per il vantaggio decisivo con una tripla mentre dall’altra parte l’ecatombe di tiri dalla lunetta mandati a segno dei Mavs si chiudeva sul secondo di Irving mancato a 3:14 per il 105-103.

Williams/Gafford, due punti a testa poi si arrivava nel finale senza che le squadre riuscissero a segnare comprese un paio di palle perse (una per team) sanguinose con quella di Irving che provando a servire Naji marshall nell’angolo destro era millimetrico nel pescare il corner, peccato il suo compagno fosse piazzato un paio di passi più indietro e la palla, solamente toccata, viaggiava verso la panchina di Charlotte festante che intuiva la vittoria visto che la squadra di Kidd probabilmente avrebbe dovuto commettere fallo per fermare il cronometro.

Ne beneficiava effettivamente Charlotte che andava in lunetta a 13 secondi dalla fine con LaMelo.

Ball imitava Irving e mancava il secondo, sul contrattacco il tiro da tre di Thompson per il pareggio colpiva il ferro, si inerpicava sul tabellone ridiscendendo storto preda degli Hornets che a un secondo dalla fine chiudevano la partita con i due FT dell’australiano per il 110-105, terza vittoria di fila e anche prima W stagionale con la divisa viola.

Per Dalllas 31 punti di Gafford (record in carriera) e 15 rimbalzi.

Tre delle grandi differenze tra i team li troviamo negli assist con Charlotte avanti 28-19 e nei FT con Dallas all’88,5% contro il 72,2% dei Calabroni con i texani andati di più in lunetta: 23/26 contro il 16/18 di Charlotte.

La panchina di Charlotte poi ha doppiato quella dei Mavs per punti: 28-14.

Charlotte ha realizzato 23 punti da 13 palle pese da Dallas compensando un po’ i 33 punti realizzati da Irving mentre per l’ex P.J. Washington saranno 13 i punti alla fine.

 

 

Pagelle

LaMelo Ball: 7

23 punti (8/21), 9 assist, 7 rimbalzi, 2 rubate, 1 assist. Percentuale al tiro non altissima ma non per colpa del tiro da fuori oggi: il 5/10 molto buono. Si perde nei dintorni dell’area tra alzate imprecise o andando a sbattere sui difensori avversari. Mancano un paio di fischi della terna alla quale darei 5,5. Ingabbiato da Kidd era partito sparato con incursioni sul fondo per scaricare palla in angolo, poi si mette in proprio, spara due bombe per trovare il pareggio a fine primo tempo, un po’ in debito d’ossigeno nel secondo sembra tirare un paio di volte senza troppa convinzione per stanchezza più che altro. Avrebbe potuto chiudere la partita ai liberi ma ne manca uno e la lascia aperta, pazienza, è andata bene. Apporto comunque importante per la W.

Nick Smith Jr.: 7

19 pt. (7/13), 3 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata. Un giocatore che sembra aver acquisito più fiducia dall’esperienza con gli Swarm che senza di lui faticano. Prima sinceramente pareva lo spara-tutto matto, ultimamente fornisce prestazioni convincenti e il suo 5/8 da fuori arricchisce Charlotte che in mancanza di Miller potrebbe aver trovato una buona alternativa per sopperire alle difficoltà che si prevedono. La tripla dall’angolo nel finale su assist di Bridges è tirata senza esitazione ed è quella che spareggia la partita.

Josh Green: 5,5

4 pt. (1/6) 5 rimbalzi, 2 assist, 2 rubate. Sì, in difesa ci prova, per carità, nel finale fa anche degli switch veloci ed aggressivi sui cambi molto utili ma fa un fallo di quelli quasi ingenui su Irving regalandogli 3 FF e in attacco non pare essere una minaccia. I 4 tiri da fuori finiscono quasi tutti al macero tranne uno preso al volo da Miles e ribadito nella retina. Segna gli unici suoi due punti su azione abbondantemente nel secondo tempo quando intercetta un passaggio per Irving diretto in angolo e va sicuro in transizione ad affondare la jam a due mani.

Miles Bridges: 7,5

23 pt. (8/15), 5 rimbalzi, 2 assist. Passa a secondo violino con l’assenza di Miller. Già abituato, non delude tenendo in partita Charlotte con varie soluzioni inclusa quella da fuori dove chiude con un 4/7. Esperienza e nel finale si vede. Posizionamento sull’errore da tre di Green e pareggio, passaggio nell’angolo per Smith Jr. che porta avanti Charlotte.

Mark Williams: 5,5

13 punti (5/14), 13 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata, 3 stoppate. Mmm, mmm… o qualcosa del genere cantavano i Crush Test Dummies. Aldilà dei numeri non mi convince anche se tutti lo osannano, deve rimanere coi piedi per terra perché in difesa dopo Vucevic soffre anche Gafford che pare Olajuwon e Shaq messi assieme tra movimenti col piede perno, giri e uso del fisico. Limitato dai falli rientra nel finale soprattutto. Brutto pallone passato nel finale in angolo che perdiamo ma partecipa a diverse buone difese e trova un paio di canestri importanti, uno con un’artigliata assassina da ninja alle spalle di Kleber, canestro maxi… In attacco a volte si dimostra grezzo nel proteggere, maneggiare la sfera e concludere, troppo semplice per gli avversari capirlo. Se usa il fisico nella maniera giusta la musica cambia.

Cody Martin: 6,5

10 punti (4/8), 7 assist, 7 rimbalzi, 1 rubata, 1 stoppata. Qualche volta in difesa non ce la fa a contenere Irving ma fa comunque una buona partita dietro e fornendo in attacco ben 7 assist ai compagni po se lo servono ringrazia compagno, ex compagno (che abbocca alla finta sul possibile tiro dall’angolo e salta in mesosfera) e va a schiacciare “dritto per dritto” direbbe Mario.

Moussa Diabaté: 6,5

10 pt. (4/6), 2 rimbalzi, 1 rubata, 1 stoppata. Gli “tocca” giocare più tempo, chiamato in causa dai problemi di falli di Mark Williams e lui risponde giocando con una decisione mai vista prima. I rimbalzi sono solo 2, passo in arretramento per lui che era una macchina, fatica anch’esso su Gafford non avendo gli stessi kg ma si lancia a canestro tra alley-oop e schiacciate dirompenti anche se sulla prima si rompe lui. Gafford lo stoppa, poi a contatto col corpo lo sbilancia e lui frana a terra. I liberi assegnati gli vengono tolti dal challenge ma non demorde, continua a giocare e per oggi, in attacco non fa rimpiangere Richards ormai tra le sabbie calienti dell’Arizona.

Josh Okogie: 5

5 pt. (2/8). Una sciagura della natura la sua prima uscita. Speriamo faccia meglio nelle prossime. Ok mentalità difensiva mi sta bene (non mi impressiona comunque al suo ingresso), è nuovo, ambiente nuovo, si deve inserire nel contesto tattico, ecc. però a parte i 4 rimbalzi e i 2 assist, per i quali il voto sale di mezzo punto, segna l’unico canestro decente con una tripla servita in angolo e poi si va ad infilare in vicoli ciechi o trova soluzioni di tiro (storte) fantasiose c’è da ringraziare Gafford se il suo appoggio al tabellone viene stoppato dal centro poco dopo, non sarebbe mai entrato…

Seth Curry: 6

3 pt. (1/3), 1 assist, 1 rubata in 16:21. Prende meno tiri rispetto a Chicago e non si accende facendo la sua partita un po’ in disparte, mette comunque con precisione una delle due triple tentate.

Vasilije Micić: 5

0 pt. (0/4), 3 rimbalzi, 3 assist in 10:12. Mah… che dire? Il play serbo pare la controfigura di quello visto nello scorcio della scorsa stagione. Canestri zero ma soprattutto, a parte la lentezza con la quale viaggia, perde una palla da solo da ultimo uomo a metà camp in palleggio e P.J. Washington ringrazia. Con gli Hornets già sotto, un regalo fatto agli avversari coi tempi sbagliati.

Coach Charles Lee: 6,5

Passo indietro nell’intelligenza del gioco. Torniamo ad affidarci troppo alle bordate da fuori anche se oggettivamente il gioco interno ha sofferto più del previsto per l’esisto del duello Gafford vs Williams ma ci sarebbero state altre situazioni da poter sfruttare meglio comunque sia si sbraccia, la squadra lotta nel finale e vince. Peccato per il challenge sprecato. Buone le sostituzioni nel finale con lo small lineup e i time-out chiamati nei momenti propizi; quello su Irving tra il primo e il secondo FT, quello con Miles palla in mano raddoppiato sono chiamate intelligenti.

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Game 38: Charlotte Hornets @ Chicago Bulls 125-123

Per la quarta volta i fratelli Ball si sfidano…

Gli Hornets rientravano dallo Utah per una tappa intermedia in Illinois su un altro parquet sempre ostico per i teal & purple.

Se Chicago vive un leggero momento di crisi, gli Hornets, a ranghi decenti, nelle ultime partite sono sembrati più competitivi ma con i soliti limiti.

Miller in dubbio non ce la fa (è stato annunciato che Brandon ha un legamento rotto al polso destro) eppure, anche con Nick Smith Jr. in campo, Charlotte sembra trovare amalgama e partire bene: suo il passaggio che chiude Mark Williams in alley-oop a 8:55 per il 13-6, eppure, arriva subito il primo break Chicago in una partita che vivrà anche di discreti parziali.

A 6:51 è già 13-15 grazie ad una dunk di LaVine ma con Miller fuori, Lee si decide a giocare la carta Seth Curry che entra bene in partita e – insieme alla panchina- contribuisce spesso a finalizzare (finirà il primo quarto con 11 punti) un gioco di squadra che porta Charlotte a :32.1 dalla prima sirena sul +9 prima che Phillips per Chicago chiuda il quarto con l’appoggio del 36-29.

Seth Curry on fire nel 1° quarto.

Nel secondo quarto Charlotte mantiene un buon attacco ma la difesa non è all’altezza e i Bulls a :2:10 dall’intervallo pescano la solita tripla di Coby White per il 63-64.

Charlotte, scavalcata dopo aver mantenuto a lungo la leadership non si scompone, trova la parità con due FT di Ball nel finale prima che lo stesso play riesca ad intercettare un pallone diretto in angolo e a innescare Bridges per un alley-oop in transizione: 73-71, punteggio alto e tè caldo (si spera e si fa per dire) negli spogliatoi.

Le statistiche dei giocatori Hornets all’intervallo.

Statistiche di squadra a fine primo tempo.

L’inizio della ripresa ricalca quello di partita, cortesia delle triple emesse da Green e Nick Smith Jr. e gli Hornets volano sul +9 (83-74 a 9:33) ma un paio di canestri di LaVine fanno sì che a 4:00 dalla fine della terza frazione, il divario sia ridotto di un solo punto (96-95) prima che gli Hornets debbano affrontare uno dei due peggiori momenti della partita.

Un parziale di 2-6 li portava sotto di 5 che divenivano virtualmente 7 poiché un canestro (lungo 2) di Dosunmu, scappato a Curry sul lato sx, venisse annullato perché arrivato dopo i 24 secondi.

Rimaneva comunque il -5: 98-103.

Gli Hornets però partono sparati e grazie anche a 8 punti di Mark Williams che gioca davanti agli occhi della sorella Elizabeth (giocatrice delle Chicago Sky in WNBA) a 7:14 ribaltano la situazione salendo sul +7: 112-105.

Dopo una lotta cruda sotto canestro tra Vucevic e Williams, il plavo, non contento della decisione arbitrale, prendeva un fallo tecnico e a 5:45 la partita sembrava chiusa quando Green infilava il piazzato su assist di Ball: 119-105, un glaciale +14 (parziale di 21-2) che sembrava poter mandare in porto la partita in maniera quasi sicura.

Chicago ha poi reagito con una serie di 12-0… il vento gelato di Chicago “Vuc” lo scongelava trovando ben 13 punti che a 1:47 facevano ripiombare i Calabroni nell’incubo dell’ennesima beffarda sconfitta.

Finalmente Charlotte tornava a giocare con un po’ di testa e Ball guadagnava due FT: 124-121.

Vucevic, ai quali gli Hornets non trovavano rimedio, replicava con due liberi: 124-123 a 16:3 dalla fine.

Fallo di Lonzo Ball su Micic, mandato da Lee appositamente sul parquet ma il serbo appariva troppo teso: dentro il primo, fuori il secondo, un +2 che non appagava Charlotte a portata di beffa.

L’ultima palla la giocava Chicago, out Williams, dentro Diabaté, rimessa che liberava LaVine, palla a Vucevic che sparava sul cambio ma il close-out di Bridges bastava a far andare storti i piani dei Bulls che però recuperavano palla con LaVine che dalla destra sparava un due lungo dalla destra con Green incollato, cross che sorvolava il ferro mentre Dosunmu al volo a un secondo dalla fine, chiuso dal lungo francese, colpiva l’esterno del tabellone regalando la vittoria a Charlotte che rompeva in maniera meritata ma rocambolesca la serie negativa contro i Tori finalmente.

Qui sotto gli ultimi secondi commentati da Eric Collins e Dell Curry.

Per i Bulls ben 40 punti di Vucevic più 13 rimbalzi, 19 pt. di LaVine, 18 di Coby White, nessun altro giocatore ha raggiunto la doppia cifra sfiorata da Dosunmu con 9.

Cifre di squadra spesso vicine, i Bulls con un 26-34 finiscono avanti con gli assist ma per gli Hornets sono decisivi i punti da second chance con 26 contro 15 e quei pochi FT in più accumulati: 16/20 contro il 13/14 di Chicago.

Hornets che vincono la seconda partita di fila in questa stagione e potrebbero tentare contro Dallas in casa di portare a casa la terza per la prima volta in questa stagione.

Charlotte raggiunge quota 10 vittorie mentre i Bulls perdono la quarta partita consecutiva.

Lonzo Ball, giocando “contro” il fratello minore, ha totalizzato 6 punti, 3 rimbalzi e 3 assist.

Pagelle

LaMelo Ball: 7,5

26 punti (7/19) composto da un 6/10 da 2 punti e da un 1/9 da 3…, 11/13 FT, 9 assist, 2 Stl, 3 TO. Il solito roller coaster guardando le statistiche. Non lusinghiere quelle da fuori, paradossalmente mette un tiro dalla sinistra quasi da fuori dal campo ma si era messo in ritmo in palleggio, se prende e tira, mh… Per fortuna non si intestardisce oltremodo e nel finale – come nel primo tempo – decide di buttarsi dentro dove segna o recupera numerosi FT. Due liberi nel finale per battere i Bulls e poi andare ad abbracciare il fratello, un po’ deluso e più in ombra del fratello LiAngelo Ball vestito come un albero di Natale con dei prismi e dei pendagli di dubbio gusto a bordo parquet…

Nick Smith Jr.: 6,5

15 pt. (6/12), 5 rimbalzi, 4 TO. Gran partenza per Nick che mette qualche colpo anche più tardi. 3/7 da fuori ma l’inesperienza lo porta a perdere qualche pallone di troppo che costa o sarebbe potuto costare caro. Lanciato titolare però non speravo tanto. Porta a casa i suoi punti e gioca con verve e velocità, quello che gli chiedeva il coach.

Josh Green: 6,5

8 pt. (¾), 3 rimbalzi, 2 assist, 2 rubate. Non fa rumore, parte un pochino in sordina poi porta sul +14 Charlotte ma non può molto sulla rimonta dell’home team, può molto sulla conclusione finale di LaVine dove lo francobolla e fa vedere ciò che era considerato a Dallas, ovvero un ottimo difensore sul perimetro.

Miles Bridges: 7,5

21 pt. (8/15), 4 rimbalzi, 3 assist, 1 rubata. Siamo in difficoltà? Squadra giovane mediamente? Palla in cassaforte a Bridges che finalmente varia il suo gioco in maniera intelligente capendo che nella difesa di Chicago c’è parecchia confusione e si possono trovare varchi quindi si butta dentro, appoggia o rimbalza sull’avversario e va in jumper. Limita a 6 le conclusioni da fuori e ne mette la metà. Se Charlotte vince è perché, almeno sul parquet (speriamo anche nella vita), il suo IQ è cresciuto e ha giocato in maniera solida come dimostra un suo rientro su una transizione dei Bulls con palla toccata da dietro e spedita in rimessa dal fondo per i Tori, salvando due punti.

Mark Williams: 7

19 pt. (9/17), 19 rimbalzi, 3 assist, 1 rubata, 2 stoppate. Croce e delizia. Sicuramente in attacco riesce a far valere il fisico e sa andare anche a rimbalzo (ben 7 gli offensivi) ma nel finale non riesce minimamente ad opporsi a Vucevic che col piede perno gira intorno alla sua verticalità però nel finale decide di andare a stoppare un tiro di Lonzo Ball in angolo destro (seconda stoppata di serata dopo aver fermato Patrick Williams lanciato a canestro nel terzo quarto e, grazie a coach Lee, vince un challenge e una palla a due dopo aver toccato rischiosamente palla a LaVine in palleggio con la terna che gli aveva assegnato il fallo contro. Due giocate decisive ma per fare il salto di qualità c’è da provare a fare veramente qualche close-out in difesa, troppe volte rimane passivo sul tiro.

Tidjane Salaün: 5,5

3 pt. (1/3), 3 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata. Inizio davvero da regresso per il francese che sembra lento e con poco ritmo. Pescato in angolo manda a segno una tripla che da ossigeno a Charlotte per il finale e sforna un paio di assist ma ha il peggior differenziale in plus/minus del team: -11 e non è del tutto un caso.

Cody Martin: 5,5

7 punti (3/7), 1 rimbalzo, 1 assist. Buona partenza, nel finale riesce a prendere prima un rimbalzo offensivo importante poi tenta un tiro in girata alla Jordan da due,e una tripla ma ha il braccino corto, in più sbaglia il layup e Chicago sta rimontando. Serve qualcuno di più offensivo. Lee se ne accorge e lo toglie.

Seth Curry: 7

15 pt. (7/10) 2 rimbalzi, 1 assist. Non c’è Miller, entra Smith Jr. E poi? E poi finalmente c’è lui che entra in partita col piglio giusto, flexa anche dopo aver preso un rimbalzo offensivo e segnato. Partenza sparata con 11 punti, poi un altro paio di canestri per puntellare lo score in 17:43. Non super brillante come nel primo tempo nel secondo quando perde un pallone in mezzo al traffico ma prestazione decisiva ai fini della vittoria. Nel primo tempo soprattutto porta calma, esperienza, gioco più ragionato e punti. Basterebbe dargli un po’ più di fiducia…

Moussa Diabaté: 6

2 pt. (½) 3 rimbalzi, 1 rubata. Che fatichi un po’ col trattamento di palla si sa, con meno mordente di altre partite ma chiude bene la porta a Dosunmu senza commettere fallo sull’ultima azione, scelto apposta da Lee per cercare di limitare i tiratori Bulls, ne esce con eleganza ed esperienza. Prestazione da 5,5 ma giocata trasparente decisiva, una sufficienza stirata.

Vasilije Micic: 6

9 pt. (3/7), 3 rimbalzi, 4 assist in 19:25. Nell’ultimo confronto tra le due squadre, la scadente prestazione al tiro del serbo ha contribuito in maniera determinante alla sconfitta e l’ultimo libero mancato (eppure dovrebbe essere abituato a ben peggio dei fischi dei fan locali avendo giocato in Europa) stasera ha tenuto la porta aperta a favore dei Bulls per una beffa ma per ciò che concerne la serata si vede anche dialogare bene con Williams e compagni, sforna 4 assist e mette incomprensibilmente un canestro in entrata veloce contro gente più “fast” di lui. Tutto sommato la sufficienza la guadagna.

Coach Charles Lee: 7

Squadra che finalmente, forse un po’ per necessità anche, gioca più d’insieme, limitando l’indole delle forzature da tre, tiri che comunque non mancano ma ottengono un decente 38,2%. Ci sarebbe da battezzare qualche giocatore richiamandolo magari i certi frangenti a una difesa più attenta ma rispetto il solito, non ci si può lamentare. Chiamata nel finale ottima anche se da brividi. Il challenge è vinto e gli Hornets sono 16-6 in questa particolare statistica.

 

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Game 37: Charlotte Hornets @ Utah Jazz 117-112

Mark Williams, 31 punti e doppia doppia per lui.

Al Delta Center di Salt Lake City va in scena una di quelle partite aperte e accattivanti poiché la classifica delle due squadre non ha molto da dire.

Gli Hornets si presentano con lo starting five titolare ma appena prima del match giunge la notizia che il centro di riserva Nick Richards insieme a una seconda scelta è stato scambiato con Phoenix (sarà rimasto lì visto che a Salt Lake City non c’era?) per Josh Okogie e paccottiglia di seconde scelte, una nel 2026 e un paio per il 2031 quando avrò l’Alzheimer e non saprò come è potuta accadere questa altra “brillante” operazione del GM Peterson detto umoristicamente…

Infatti i problemi si presentano dopo l’avvio, lo starting five parte bene con Mark Williams che difende bene il ferro e a 7:07 Charlotte vola sul 18-7 dopo una tripla di ball ma le rotazioni di Lee cominciano a far girar male la squadra, Nick Smith Jr. spara a casaccio, Taj Gibson è da ospedale geriatrico e nell’insieme il disastro si concretizza con un 2-19 che lancia i Jazz sul 20-26 con un layup di Sensabaugh a 2:25…

Ad un paio di secondi dalla prima sirena tocca vedere anche l’alley-oop di Eubanks…

Il secondo quarto i Jazz lo passano interamente in testa nonostante i vari tentativi di avvicinamento Hornets che arrivano al -2 (53-55) con una cutting dunk di Bridges prima di andare a riposo sul -7.

La percezione è comunque che gli Hornets possano dire la loro in questa partita visto che l’avversario è giovane e qualitativamente non un granché, inoltre fa fatica a difendere nel pitturato ma con questi Hornets non ci stupiremmo di nulla, nemmeno di perderla collassando.

L’avvio di ripresa però è davvero shock: i Jazz inanellano una serie di 4 triple su 5 tentativi e a 7:41 vanno sul 63-76…

Dopo due FT a segno di M. Williams è cortesia di Miller far rimanere in corsa i Calabroni con due triple nella parte centrale del quarto che fanno tornare i visitor al -5 (71-76) ma ci si inizia a spazientire da fan di Charlotte, Micic è imbolsito e perde un pallone tentando un dribbling prolungato, Eubanks nel finale schiaccia ancora a :42.6 dalla terza sirena portando a +11 gli orsi dello Utah, per fortuna Bridges e Ball mettono dentro un paio di canestri che mitigano il gap, ridotto a 7 punti prima di iniziare l’ultimo quarto.

L’unico canestro di Micic della partita.

Charlotte parte bene nella corrida dell’ultimo quarto ma non riesce ad agguantare i Jazz che tengono nonostante un tecnico fischiato contro il loro allenatore per reiterate proteste su uno schermo dei suoi palesemente in movimento.

Ball fa 93-94 ma l’ex Spurs Mills che aveva già spedito dentro un paio di bordate nel terzo, ne affonda un’altra da lunga distanza e il sorpasso (98-97) arriva con Ball che si butta dentro e segna.

Sorpassi e contro-sorpassi con Williams che firma il 106-105 con una delle 9 schiacciate di serata.

Il momento del vantaggio decisivo Hornets arriva su una doppia giocata: Martin, con un occhio nero per un colpo ricevuto dall’ex compagno Plumlee a Charlotte (partita contro Phoenix ovviamente) riesce a mettere comunque a fuoco il bersaglio e incendia Miller che su una rimessa Jazz è lesto ad anticipare il passaggio e a metter dentro involandosi in transizione in una partita dove questo aspetto ha avuto la sua importanza.

Il 111-105 è mantenuto dagli Hornets, nonostante qualche scelta statica, da 4 FT di Williams per il 115-108 a :55.2 dalla fine.

Ancora Mark sbaglierà – fischiato dal pubblico – due liberi ma sul rimbalzo offensivo di Bridges e assist di Ball giungerà al suo record personale di 31 punti sigillando la vittoria a :18.1 dalla fine.

Charlotte ha utilizzato un attacco bilanciato con quattro giocatori che hanno concluso con almeno 20 punti tirando con il 52,9% dal campo.

Gli Hornets hanno segnato 37 punti solo nel quarto quarto dopo la miseria racimolata a Phoenix nel quarto decisivo.

Per Utah Keyonte George ha guidato Utah con 26 punti e 6 assist mentre Brice Sensabaugh ha aggiunto 19 punti, George è tornato dopo un’assenza di cinque partite per un’infiammazione al tallone sinistro e ha giocato la sua sesta partita da 20 punti in stagione.

Il playmaker Isaiah Collier ha avuto un record stagionale di 10 assist ma per la squadra locale non è bastato.

Pagelle

LaMelo Ball: 7,5

27 punti, 9 assist, ben 3 stoppate… Peccato per i 6 TO e qualche scelta di tiro da lontano statica, non in ritmo e non ottimale, una presa nel finale un po’ da brividi però chiude con una buona percentuale di 11/21 al tiro e non ha paura di buttarsi dentro dove usa bene il corpo per riuscire ad appoggiare a canestro.

Brandon Miller: 7

20 punti, 5 rimbalzi, 3 assist, 3 rubate ma anche 5 palle perse. 8/18 al tiro per un sophemore che deve a volte aggiustare la mira prendendo decisioni migliori ma in un contesto con altra gente intorno che può andare a concludere meglio della bench che ha avuto intorno nel lungo periodo degli infortunati, migliora. Il 3/10 da lunga distanza non è granché ma due triple decisive nel momento peggiore di Charlotte sotto di 11, sono essenziali.

Josh Green: 6

3 punti, 3 rimbalzi, 1 assist in 22:06. Il più in ombra del quintetto, gioca meno ma non sfigura per impegno difensivo. Con tutta la ciurma al proprio posto prende solo un paio di tiri, due triple di rottura, splittate.

Miles Bridges: 7,5

25 punti e 10 rimbalzi, doppia doppia con 4 assist e un largo +25 di plus/minus. 9/16 dal campo, 4/4 in lunetta. Riesce a mettere di tanto in tanto i colpi che servono per far rimanere Charlotte in partita e non è poco.

Mark Williams: 8,5

31 punti, 13 rimbalzi, 1 stoppata ma influenza diverse conclusioni avversarie perché quando andiamo davvero per tempo con i close-out gli avversari sbagliano… Massimo in carriera, dominio nel pitturato con 12/14 dal campo e 7/10 dalla lunetta. L’ancora decisiva per la vittoria nel finale. Adesso c’è da mostrare i muscoli e far vedere che è tornato, contro i Bulls sarà meno semplice ma se ha convinzione può sicuramente portare vantaggio a Charlotte su Vucevic.

Taj Gibson: 4

Più che inesistente, dannoso… 7:09, -16 di plus/minus. Ex giocatore ormai cariatide. Troppo rovinato fisicamente, lento e troppo leggero per i centri avversari. La verticalità non basta, sembra aver perso anche mestiere e Peterson ha ceduto Richards. Qualcuno con facoltà mentali richiami subito dagli Swarm Diabaté che sarà limitato ma almeno esiste.

Cody Martin: 7

22:23 minuti, se la gioca con Green. Lui segna 9 punti con ¾ dalla lunga distanza (3/6 in totale al tiro*) ma mette una bomba decisiva. Gioca con un occhio pesto ma è resiliente e combattivo. Per fortuna dalla panchina esce lui perché in serata si sono visti fantasmi.

Tidjane Salaün: 5

0 punti in 13:40, 1 rimbalzo, 1 assist, 1 TO. 0/2 al tiro, entrambi presi dalla lunga distanza, meno dannoso di Gibson ma anche lui viene coinvolto con demerito nel parziale di -16… Sembra essersi già perso ma speriamo ad maiora.

Nick Smith Jr.: 5,5

0 punti, 0/5 al tiro, si salva un po’ nel voto per i 4 assist smistati ma è l’ennesima serata dove in 16:29 spara tutto a casaccio e non gli entra nulla. -13 in plus/minus, difesa che non mi convince.

Vasilije Micic: 4,5

2 punti in 9:56 più 3 rimbalzi, 3 assist. Un buon canestro in entrata poi una palla persa (due in totale) da minors tentando di dribblare prolungatamente non so cosa in modalità bradipo. Avrà trovato delle kafana dove fanno gli škembići o sarà stanco dall’estate lavorativa? Appare imbolsito e sicuramente l’ombra del giocatore intravisto lo scorso anno.

Seth Curry: s.v.

Entra nel finale per un secondo di cronometro scarso. Entra perché se riuscisse a entrare in possesso della sfera su una rimessa a nostro vantaggio, avremmo un tiratore affidabile in lunetta ma il lungo linea va verso Miller, palla persa e ciao Seth, match, game…

Coach Charles Lee: 5,5

Rotazioni troppo lunghe nel senso che crea un disastro senza i 5 titolari insieme sul parquet. Sarebbe da fare una scelta estrema, sostituirli quasi tutti in blocco e per non molto tempo un paio di volte a partita perché senza Grant Williams che faceva da collante, Mann che portava punti e Richards che difendeva un po’, la squadra è stata molto in difficoltà, far giocare Seth Curry un secondo è stato il capolavoro. Sfrutta di più il gioco interno, infatti Charlotte vince nettamente nel pitturato ma non basta, il 30,8% da tre tira giù il 52,9% totale, bisogna sfruttare con più intelligenza i mismatch interni.

 

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Game 36: Charlotte Hornets @ Phoenix Suns 113-120

Buona prova di Mark Williams che è però “mancato” nel finale…

 

PHOENIX — Devin Booker ha segnato 30 punti, Kevin Durant ne ha aggiunti 27 e i Phoenix Suns si sono ripresi negli ultimi minuti per battere gli Charlotte Hornets 120-113.

I Suns hanno vinto tre partite di fila.

LaMelo Ball ha guidato gli Hornets con 25 punti.

Mark Williams ha aggiunto 24 punti e 16 rimbalzi, il massimo della stagione, inclusi 22 punti e 13 rimbalzi nel primo tempo.

Gli Hornets, che stavano cercando di battere i Suns per la seconda volta in una settimana, dopo aver controllato gran parte del primo tempo in vantaggio, hanno un po’ subito i Suns e Grayson Allen che ha segnato 13 punti nel primo tempo e poi non ha giocato nel secondo a causa del dolore al ginocchio sinistro.

Charlotte ha impattato a quota 62 e poi si è presentata nel secondo tempo decisa a riprendersi il vantaggio riuscendoci attraverso un buon gioco di squadra orchestrato dal quintetto base.

Dopo alcuni colpi a vuoto, i Suns hanno trovato nell’intramontabile Durant, l’arma per resistere allo scatto dei Calabroni, in suo aiuto, più avanti nel quarto è arrivato anche Booker benché gli Hornets con una tripla dall’angolo destro di Bridges avessero trovato il +9 nel terzo quarto.

Charlotte riusciva a riportarsi a nove lunghezze di vantaggio a 6:58 dal termine con una drive di Bridges ma poi i Suns rimontavano partendo da Durant e “chiudendo” con lo stesso ex Seattle per il vantaggio 111-110 con un tiro in sospensione con poco più di tre minuti rimasti.

Miller rispondeva con una gran tripla per il 113-111 Charlotte ma Durant ha trovava il novellino Oso Ighodaro per una schiacciata per portarsi in vantaggio di 115-113 quindi, complici scelte discutibili in attacco di Charlotte e un passi fischiato a Ball nel finale, la squadra di Lee rimaneva al palo, finiva per segnare Royce O’Neale con una tripla per un vantaggio di 118-113 con 41,5 secondi rimasti.

Charlotte non giocava da martedì sera, quando ha battuto i Suns 115-104 in casa.

Gli Hornets avrebbero dovuto giocare contro i Lakers giovedì e contro i Clippers sabato ma quelle partite sono state rinviate a causa degli incendi boschivi nell’area di Los Angeles.

Conclusioni Hornets: è una dura sconfitta per Charlotte, che ha controllato gran parte della partita.

Gli Hornets hanno giocato un attacco equilibrato ma sono venuti a a mancare di esperienza sul più bello cercando conclusioni da sotto sulla quale la difesa dei Suns è andata in blocco fermando Mark Williams oppure provando troppo a fare da soli dimenticandosi di muovere palla meglio come era stato fatto in precedenza.

Bene in difesa Green ma non in attacco, buona partita di Bridges che è riuscito a dar fastidio più volte al lunghissimo Durant.

Sulla giocata decisiva, la tripla di O’Neale, il raddoppio chiesto da Lee è stato fatale.

L’ultima marcatura da scalare, quella di Williams, è arrivata in ritardo per non lasciare l’uomo solo in post e si è pagato dazio.

La squadra però sembra più viva di quella zombesca vista negli ultimi tempi prima della partita vinta proprio co i Suns.

Conclusioni Suns: Phoenix ha lottato per gran parte della partita ma ha giocato bene negli ultimi minuti per ottenere una vittoria.

Momento chiave: La sicurezza di Durant nel dare la palla a Ighodaro per una schiacciata durante un possesso cruciale è un buon momento di crescita per la squadra.

Statistica chiave: Ighodaro ha segnato otto punti nel quarto quarto, dando ai Suns una presenza tanto necessaria nell’area.

La curiosità: Per un fallo commesso da Charlotte nel terzo quarto i Suns si erano presentati in lunetta con Beal che segnava il primo ma le proteste di Charlotte portavano ad annullare giustamente il canestro e a mandare in lunetta Ighodaro che era colui il quale aveva subito il fallo e nel frattempo si era andato a sedere in panca.

Per la cronaca chiudeva con uno 0/2 il giro…

Bridges prima della partita credeva che gli Hornets potessero raggiungere i play-in, personalmente dubito ma mai die mai, questa partita conferma la mancanza di cattiveria e di colpi nel chiudere i match ma le prossime due partite (Salt Lake City e Chicago) sono contro squadre alla nostra portata che spesso però per noi si sono rivelate molto ostiche, se si vogliono avere speranze di play-in non si può più rimandare, sono assolutamente da vincere e serve qualche giocatore dalla panchina un po’ in grazia visto che anche in serata Charlotte ha un pochino faticato con le riserve in generale…