Game 35: Charlotte Hornets Vs Phoenix Suns 115-104

Il rientro di un LaMelo Ball sui suoi livelli ha facilitato ampiamente la vittoria di Charlotte.

CHARLOTTE, N.C.  — LaMelo Ball ha totalizzato 32 punti e 10 rimbalzi, Miles Bridges ne ha aggiunti 21 e gli Charlotte Hornets hanno interrotto una serie di 10 sconfitte consecutive con una vittoria per 115-104 sui Phoenix Suns.

Nick Richards ha aggiunto 15 punti e 12 rimbalzi dalla panchina per Charlotte, ora sull’8-27 in classifica.

Devin Booker ha totalizzato 39 punti e 10 assist e Kevin Durant ne ha aggiunti 26 per i Suns (16-19), che hanno perso cinque sulle ultime sei partite.

Gli Hornets hanno preso un vantaggio di 13 punti a metà partita dopo aver superato i Suns per 37-17 nel secondo quarto grazie a 10 punti di Ball che non aveva segnato nel primo quarto.

Ball ha segnato 29 punti nel secondo tempo con 8/15, inclusi quattro tiri da 3 punti. Charlotte ha dominato Phoenix a rimbalzo, superando i Suns 59-42.

Conclusioni Suns: Phoenix ha iniziato forte ma è sembrata stancarsi rapidamente giocando in back to back e non è riuscita a trovare altri scorer al di fuori di Durant e Booker.

Bradley Beal è stato limitato a 10 punti (5/13) mancando un layup tutto solo alla fine del primo quarto.

Conclusioni Hornets: Questa è stata solo la terza partita di questa stagione, e la prima volta per partite consecutive, in cui gli Hornets hanno avuto tutti e cinque i titolari in campo insieme.

I cinque titolari di Charlotte sono finalmente sembrati più amalgamati alla fine del secondo quarto quando c’è stato un buon movimento di palla che ha creato tiri aperti.

 

Punto di svolta: In svantaggio per 33-40 al minuto 6:38 del secondo quarto, gli Hornets hanno dovuto aspettare che Ball si liberasse da un inizio di tiro lento (0 su 5 FG e migliorando il proprio gioco corale hanno alzato le percentuali per un parziale da 26-6 che ha ribaltato il match e chiuso il primo tempo. 

Charlotte ha ribaltato la gara segnando i suoi tiri e continuando a giocare con un’intensità difensiva che li ha tenuti in gioco nonostante un inizio lento.

Gli Hornets hanno segnato 9 tiri su 15 (60,0%) dal campo, inclusi 3 tiri su 6 (50,0%) da lontano negli ultimi 6:37 del primo tempo, mentre hanno tenuto Phoenix al 14,3% (2/14).

In difesa, gli Hornets hanno dominato nello stesso periodo, superando i Suns 12-2 nel pitturato, 8-0 in contropiede e 5-0 nelle second chance oltre ad un 13-2 a rimbalzo.

Momento chiave: In vantaggio di 8 punti, Ball ha attirato due difensori e ha servito a un Brandon Miller scoperto che ha segnato una tripla completamente aperta dall’angolo per portare gli Hornets in vantaggio di 11 a 1:21 dalla fine della partita per escludere rientri improvvisi.

Coach Lee aveva ridotto a due cose da fare durante la sua conferenza stampa pre-partita: difesa in transizione e gioco con più ritmo.

Messaggio ascoltato dagli Hornets.

Charlotte ha superato i Suns, 26-4, in contropiede, dando tono in transizione per tutta la partita.

Hornets che finalmente chiudono (a 5) il ciclo di sconfitte contro Phoenix con questa vittoria, segnando la prima vittoria dal 19 gennaio 2019 sui Suns a Charlotte, 135-115.

La particolarità: Le cinque triple realizzate da Ball hanno anche portato il totale di Ball a 633 e hanno pareggiato quelle di Bridges per raggiungerlo al quinto posto nella storia di Charlotte.

Ball ha anche aggiunto 10 rimbalzi, sette assist e ha rubato quattro palloni, tutti nel primo tempo.

Bridges dopo la gara ha lanciato un messaggio per i fan locali della Buzz City: “I nostri tifosi si presentati per noi per tutto l’anno, nonostante le sconfitte. Un saluto alla Buzz City. Questi tifosi se lo meritano, che usciamo e giochiamo duro ogni giorno, ogni partita. Speriamo di potergli dare altre vittorie”.

Vuon contributo da Nick Richards e Nick Smith Jr. che hanno aiutato la bench dei Calabroni a superare quella di Phoenix 35-29.

Richards ha messo 15 punti (4/6) con un 7/8 dalla lunetta ottenendo la propria quinta doppia doppia della stagione con 12 rimbalzi (cinque offensivi) mentre Nick Smith Jr. ha svolto un ruolo importante come riserva per la seconda partita consecutiva con 8 punti, tra cui due triple, quattro rimbalzi e tre assist in 21 minuti.

Gli Hornets hanno stabilito il record stagionale con 26 tiri liberi realizzati e hanno raccolto 59 rimbalzi, il miglior risultato stagionale…

Charlotte continuerà il proprio viaggio andando sulla costa Ovest ad affrontare altre squadre “West”…

 

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Game 34: Charlotte Hornets @ Cleveland Cavaliers 105-115

Nick Smith Jr., unica nota positiva di serata, arrivando dagli entusiasti Swarm.

Tratto dal sito ufficiale Hornets (con qualche deliberata modifica):

LaMelo Ball e Brandon Miller sono tornati a giocare dopo aver saltato tre partite per i rispettivi infortuni, dando a Charlotte il suo quintetto titolare previsto per iniziare la stagione per la terza volta nel 2024-25 ma il risultato è stato il medesimo.

Il duo degli Hornets ha guidato la squadra con 24 punti a testa ma non è stato sufficiente a porre fine alla serie di 10 vittorie consecutive dei Cavs con una sconfitta per 115-105 al Rocket Mortgage FieldHouse, dove Cleveland è ora 18-1.

Charlotte, al contrario, non ferma la caduta riuscendo ad arrivare alla decima sconfitta consecutiva, sei arrivate in trasferta.

Sia Ball (caviglia sinistra, polso destro) che Miller (caviglia sinistra) hanno mostrato poca ruggine all’inizio della gara e hanno continuato a lottare per tutto il tempo.

Ball ha segnato sette punti nel primo quarto e ha concluso con 24 punti (7/20 dal campo) e ha aggiunto quattro assist e tre rimbalzi in 33 minuti.

Per non essere da meno, Miller ha pareggiato i 24 punti (8/14) dal campo, realizzando 6 tiri su 10 da lunga distanza.

Punto di svolta: Gli Hornets sono entrati nel secondo quarto in svantaggio, 29-23, ma quando ti trovi di fronte alla squadra più in forma della NBA nel suo campo di casa, c’è poco margine di errore e il tratto di 3:24 per iniziare il secondo si sarebbe rivelato cruciale.

Gli Hornets hanno mancato i loro primi quattro tiri dal frame e hanno perso palla tre volte (eguagliando il totale del primo quarto), portando a sei punti per Cleveland su un parziale di 13-2 che ha portato il vantaggio a 42-25.

Charlotte ha faticato a trovare un’opzione per Evan Mobley poiché il lungo dei Cavs ha segnato sette punti lavorando il suo gioco interno ed esterno.

Charlotte ha segnato solo 1/11 dal campo mentre i Cavs costruivano il loro più grande vantaggio della partita, 53-29, a 5:00 mancanti alla sirena del secondo quarto così Charlotte non è mai più rientrata in partita.

Nick Smith Jr. ha giocato la seconda partita consecutiva nel nuovo anno ottenendo il proprio massimo stagionale da 18 punti con 7/12 dal campo compreso un 4/6 tiri da oltre l’arco.

Per Cleveland decidici Darius Garland con 25 punti e Jarrett Allen con 19 pt. e 11 rimbalzi oltre ad un Donovan Mitchell che ha contribuito a mantenere le distanze segnando 17 dei suoi 19 punti nel secondo tempo.

Evan Mobley ne ha aggiunti 17 per Cleveland, che ha vinto per la 18a volta in 19 partite casalinghe ed è 31-4 in totale mentre Charlotte è alla diciassettesima sconfitta sulle ultime 18 e verrebbe da scusarsi con i Pacers per il bug della W a Indianapolis.

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Contatore Geiger

Matt Geiger è stato uno dei centri degli anni ’90 degli Charlotte Hornets.

Matt Geiger da rookie con gli Heat.

Potremmo prenderlo ad esempio, oggi, come modello di tenacia anche senza una forza fisica devastante ripercorrendo la sua parabola con Charlotte.

Arrivato in un pacchetto comprendente anche Glen Rice, da Miami, come un fulmine a ciel sereno, il presidente George Shinn si sbarazzava alla vigilia della stagione 1995/96 di Alonzo Mourning, uomo che avrebbe potuto far balzare ai piani altissimi Charlotte ma le cui richieste, espresse dal manager, erano divenute “insostenibili” per l’ex lavamacchine (Shinn) che aveva creato gli Hornets.

Geiger arrivò in punta di piedi e gli Hornets fallirono per un soffio la qualificazione playoff al primo anno riuscendo però a raggiungere l’obiettivo l’annata successiva dove gli Charlotte Hornets disputarono la loro miglior stagione ma vennero eliminati da New York al primo turno e poi nuovamente riuscirono nel 1997/98 a giocarli battendo gli Hawks al primo turno, perdendo al secondo con i Bulls di MJ al canto del cigno.

La sua brillante carriera universitaria portò Geiger a essere selezionato dai Miami Heat nel secondo round (42a scelta assoluta) del draft NBA del 1992.

Giocatore particolarmente duro, in un’amichevole prestagionale colpì Shaq con la classica manata per non far alzare la palla sotto il canestro al giocatore dei Magic e gli ruppe un dito…

Inizialmente Geiger non si rasava la testa ma quando seppe che suo fratello gemello era stato colpito dal Linfoma di Hodgkin, un cancro raro che colpisce specialmente in età giovanile, decise di radersi per supportare il fratello che aveva perso i capelli durante la terapia.

Matt Geiger agli Hornets.

Giocò nella NBA per 10 stagioni dal 1992 al 2002 con 3 squadre: Miami Heat, Charlotte Hornets e Philadelphia 76ers.

A Charlotte giocò tre stagioni e un paio di sue triple a Chicago contribuirono a rompere la lunghissima imbattibilità dei Bulls allo United Center che quella sera uscirono sconfitti 98-97.

Matt aveva un discreto tocco, un fisico troppo leggero da centro che gli permetteva però di switchare in ala grande o di essere un centro anomalo e veloce.

 

La società però cerca di meglio e decide di “sacrificare” Kobe Bryant già destinato ai Lakers ma scelto alla 13 dagli Hornets per scambiarlo con Vlade Divac che nell’autunno 1997 diviene il centro titolare di Charlotte relegando Matt ad un ruolo dal minutaggio inferiore ma non per questo meno decisivo.

Lasciata Charlotte per Philadelphia, nell’estate del 2000, il rifiuto di Matt Geiger di rinunciare a una clausola di scambio da 5 milioni di dollari nel suo contratto fermò un accordo a quattro squadre tra Philadelphia, gli Hornets, i Detroit Pistons e i L.A. Lakers che avrebbe mandato Allen Iverson ai Pistons.

Fu anche sospeso per 2 partite durante la stagione 2000-01 per una violazione della politica sugli steroidi della NBA/NBPA e giocò contro Charlotte un playoff che i 76ers di Iverson vinsero.

Geiger ebbe poi infortuni al ginocchio che lo costrinsero a ritirarsi presto nel 2002 con una media di 9,2 punti e 5,7 rimbalzi a partita.

Matt Geiger ha segnato il suo record di punti in una partita NBA il 02 marzo 1998. Quel giorno segnò 29 punti nella vittoria casalinga di Charlotte su Golden State per 112-83.

Matt Geiger ha segnato il suo record di rimbalzi in una partita NBA il 27 gennaio 1996. Quel giorno raccolse 21 rimbalzi nella vittoria di Charlotte in casa contro Philadelphia per 110-105.

Matt Geiger ha segnato il suo record di stoppate in una partita NBA il 31 marzo 1998 al The Hive. Quel giorno bloccò 5 tiri nella vittoria ottenuta da Charlotte sempre sui 76ers 101-93 andando in doppia doppia con 12 punti ed altrettanti rimbalzi.

Durante la sua permanenza con i Calabroni nella seconda parte della metà anni ’90 fu coinvolto lateralmente, suo malgrado, in quella che oggi chiameremmo una storia di femminicidio.

Geiger posò con la cameriera degli Hooters Tanya Hillerud al ristorante di Port Richey dandole poi il suo numero di cellulare.

In quella sera del maggio 1997 (se non erro), la Hillerud che aveva 26 anni, mostrò la Polaroid e il numero scarabocchiato su una ricevuta degli Hooters, al suo fidanzato convivente, Vincent Rizzi.

La Hillerud non aveva chiamato però il centro di Charlotte.

I testimoni hanno detto che Rizzi sembrava imbarazzato e turbato.

Più tardi, la coppia litigò.

Due giorni dopo, il 2 giugno, Rizzi sparò mortalmente alla testa di Tanya Hillerud con una pistola disse la polizia.

L’incontro casuale di Hillerud con Geiger e le discussioni che ne sono scaturite con Rizzi sono descritte nei documenti pubblicati mercoledì dall’ufficio del procuratore distrettuale.

“Rizzi era una persona possessiva” ha detto l’investigatore privato Mike Holden, che lavorava per la famiglia di Hillerud.

Tim Fiandola, che viveva con Rizzi e Hillerud nella casa in cui è avvenuta la sparatoria, affermò ai detective dello sceriffo di Pasco che Rizzi era “ovviamente geloso” e arrabbiato per l’incontro della sua ragazza con Geiger.

Era arrabbiato anche perché Hillerud aveva accettato il numero di Geiger disse Fiandola.

Le cameriere di Hooters rivelarono ai detective che Geiger era andato al ristorante con degli amici solo 15 minuti prima della chiusura posando per delle foto con alcune di loro.

La mattina presto del 2 giugno, ha detto Fiandola ai detective, ha visto Rizzi recuperare una pistola Glock dal bagagliaio dell’auto di Hillerud, dove era stata messa da un amico qualche giorno prima.

Rizzi ha preso la pistola dalla custodia, ha caricato il caricatore, poi ha rimesso la pistola nella custodia e se n’è andato con essa, dice Fiandola.

Fiandola, che lavorava di notte e dormiva di giorno, ha detto di essere stato svegliato verso le 15:30 dai rumori di Rizzi e Hillerud che litigavano mentre erano in piedi in un bagno lì vicino prima di sentire uno sparo e trovare lei a terra, ormai priva di vita.

La casa non aveva un telefono, quindi Fiandola si è precipitato a una stazione di servizio lì vicino per chiamare la polizia.

La polizia ha trovato Rizzi in casa ed è stato preso in custodia.

Ken Hillerud, il padre di Tanya, ha detto di aver chiamato Geiger dopo la sparatoria. Geiger, ha detto, ha offerto le condoglianze e gli ha assicurato che non stava cercando di “andare a prendere” sua figlia quella sera, invece, Hillerud ha detto che a Geiger piaceva usare le cameriere di Hooters nelle promozioni che conduceva, come le cliniche di basket o negli eventi di beneficenza.

Il padre di Tanya ha detto che sua figlia stava per lasciare Rizzi e che pensava che quella decisione avesse portato alla sparatoria ma ha detto che la gelosia per Geiger ha sicuramente contribuito.

“Qualsiasi cosa potrebbe far scattare quell’uomo”, ha detto.

“Solo Vincent Rizzi sa per certo perché ha fatto quello che ha fatto”.

Lasciata alle spalle questa triste e purtroppo troppo ripetuta storia, tornando a Geiger, qualche anno più tardi, finita la carriera NBA Matt Geiger ha acquistato una mega-villa in Florida piuttosto particolare.

Geiger non ha badato a spese per costruire la sua villa nel 2002 a Tarpon Springs.

La villa contiene una vasca per gli squali e una piscina enorme con una scogliera per i tuffi.

La tenuta comprende anche una dependance separata.

Solo poche case nella zona di Tampa Bay sono più grandi.

Quando Geiger costruì la sua versione del Taj Mahal su Old Keystone Road nel 2002, divenne la residenza più grande nella contea di Pinellas con tasse annue sulla proprietà di $ 177.000.

L’ex stella della Countryside High School costruì la sontuosa dimora dopo che la sua carriera NBA finì con i Philadelphia 76ers.

Alla fine del 2008, Geiger doveva alla contea di Pinellas $ 290.000 di tasse arretrate sulla casa e su un’altra iniziativa immobiliare di lusso di 64 acri nelle vicinanze che sperava di sviluppare.

L’ex giocatore NBA aveva installato un putting green e rifornito un lago artificiale con 2.500 spigole.

Un tempo aveva persino una mandria di bestiame personale con 12 bufali, 11 bovini Watusi, due asini, un cavallo in miniatura e una mucca.

La casa aveva 40 televisori, 18 dei quali cablati con Xbox in modo che Geiger e i suoi compagni di liceo potessero giocare ai videogiochi.

Organizzato da O’Neal, pare che Geiger abbia accettato volentieri di partecipare a questo evento di beneficienza e fatto pace con l’ex avversario di parquet mentre a sx posa l’ex centro di Charlotte Alonzo Mourning e vi è anche la madre di Shaq in foto…

La tenuta “vanta” diversi bar sontuosi, una postazione DJ e una pista da ballo, vasche idromassaggio, un forno per pizza, una cantina e persino una sala sigari.

Una volta trasformò la villa in una casa infestata di grandi dimensioni…

Geiger organizzò numerose feste per amici e associazioni di beneficenza.

Nel 2003 furono girate lì delle scene di The Punisher.

Nel film, la casa di Geiger divenne la tenuta di un gangster interpretato da John Travolta.

I funzionari della contea fecero però fallire i piani megalomani di Geiger nell’ottobre 2007 di installare una pista di atterraggio per elicotteri.

Geiger decise però di vendere la sua villa dopo aver avuto un figlio dalla sua ragazza nel 2007 per avere un’abitazione più adatta al figlio tentando di venderla per 20 milioni di dollari per poi abbassare successivamente il prezzo.

Insomma… per registrare la vita di Matt bisognerebbe installare un contatore Geiger, meglio quello che contare le attuali sconfitte di Charlotte che stasera sarà a Cleveland senza molte possibilità di uscirne vincitrice…

Game 33: Charlotte Hornets @ Detroit Pistons 94-98

KJ Simpson va a canestro.

Articolo tratto da ESPN, anche perché, cosa vogliamo dire dopo 17 sconfitte sulle ultime 18 partite a un’accozzaglia di giocatori che non sanno stare in campo (si salvano in pochi) messi dentro da un coach senza né capo né coda e con alle spalle un franchise imbarazzante, non certamente da NBA?

Gli unici due che si esaltano stagliandosi da questo incubo sono la coppia Collins/Curry, peccato siano i telecronisti che non so nemmeno come facciano a resistere a questo abominio di gioco…

DETROIT  — Tobias Harris ha totalizzato 24 punti e 10 rimbalzi mentre i Detroit Pistons hanno rimontato gli Charlotte Hornets vincendo alla fine per 98-94 ottenendo la loro quinta vittoria in sei partite.

Cade Cunningham ha aggiunto 18 punti mentre Jalen Duren ha totalizzato 10 punti e 14 rimbalzi.

Per gli Hornets Miles Bridges ha totalizzato 20 punti e Mark Williams ne ha segnati 18 per Charlotte che ha perso nove partite di fila…

I Pistons hanno superato Charlotte 14-12 nell’ultimo quarto, realizzando il 30% (6 su 20) dei loro tiri mentre Charlotte è andata 4 su 19 (21,1%).

Charlotte è stata inguardabile iniziando il periodo sbagliando 11 dei suoi primi 12 tiri e commettendo cinque turnover.

Ciò ha permesso a Detroit di costruire un vantaggio di 92-85 con 4:30 da giocare.

I Pistons hanno continuato a commettere falli, un problema che hanno avuto per tutta la partita ma Charlotte ha realizzato solo due dei primi sette tiri liberi nel quarto.

Conclusioni Hornets: Charlotte ha ottenuto solo nove rimbalzi offensivi contro i 14 di Detroit.

Conclusioni Pistons: Wendell Moore Jr. ha iniziato come guardia tiratrice ma non ha segnato per 15 minuti.

Come previsto, Malik Beasley ha avuto la maggior parte del tempo di gioco, segnando 12 punti in 31 minuti.

Momento chiave: I Pistons erano sotto 47-46 con 4:45 rimasti nel secondo quarto e Charlotte ha fatto un parziale di 11-2 prima che Bridges chiudesse il primo tempo con una tripla da 30 piedi per il 65-52 portando al massimo vantaggio (+13) la squadra di Lee ma i Pistons sono tornati nel terzo quarto alla grande superando gli Hornets 32-17…

Statistica chiave: Anche se Charlotte è stata costretta a commettere falli tre volte nell’ultimo minuto, ha comunque commesso solo 10 falli contro i 27 di Detroit.

Tuttavia, non è riuscita a trarne vantaggio, sbagliando 11 tiri liberi su 30 sebbene Detroit abbia restituito spesso il favore sbagliando molti liberi che hanno tenuto in partita Charlotte fino all’ultimo secondo.

 

Anno nuovo, tempo di bilanci (scadenti)…

Con l’anno nuovo, non avendo nulla da scrivere su una proprietà col braccino corto, un GM che fa affari alla fiera dell’Est tenendo giocatori sempre rotti o molto discutibili in squadra ed entourage/organizzazione imbarazzante per non parlare della maggior parte dei giocatori sul parquet e qualcuno anche fuori, non mi rimane altro che postare una tabella all-time su come sono andati gli Hornets/Bobcats dalla loro fondazione a oggi soffermandoci con colonne specifiche riguardanti gli ultimi anni.

Prima di iniziare scrivo subito che si tratta della tabella che la lega considera ufficiale, ovvero le partite giocate da Charlotte (record ricomprati dopo essere passati a New Orleans con la franchigia nel 2002) fino al termine della stagione 2002 e poi quelli degli ultimi 20 anni con la denominazione Bobcats / Hornets.

Personalmente non considero “miei” quelli delle annate a Charlotte targati Bobcats ma sono indispensabili per capire il trend, l’andamento della franchigia fisica nell’ultimo tragicomico ventennio.

Ad ogni riga è associata la squadra avversaria ovviamente e proseguendo troviamo il numero di totale di partite giocate contro il team avversario, comprensivo di partite playoff e play-in (non ci sono ovviamente le amichevoli prestagionali) dove vediamo che le rivali divisionali Atalanta e Miami sono state le squadre più sfidate a quota 141.

Nella seconda colonna troviamo il bilancio ad oggi contro ogni team, vinte e perse: la squadra contro la quale Charlotte ha vinto più volte è Atlanta con 68, quella contro la quale ha perso più partite è Chicago con 92  mentre Minnesota e Memphis sono le due squadre contro le quali abbiamo perso meno partite.

Contro new Orleans Charlotte ha vinto solamente 12 partite essendo NOLA ripartita nel 2002 come nuova franchigia, in più in questa serie esiste il paradosso che all’epoca fossero in Louisiana i Calabroni…

Comunque sia, passando alla column successiva troviamo quante (in genere) partite dovrebbe recuperare Charlotte per portare il bilancio in parità contro quel team: il caso di Chicago (-44) è il peggiore mentre il migliore è quello dove gli Hornets/Bobcats conservano un cuscinetto di 19 vittorie in più sui Timberwolves.

La colonna seguente riguarda il record, interrotto, dei primi Charlotte Hornets, quelli originali, all’epoca in ascesa dopo i primi 4 difficili anni da expansion team dal 1988/89 al 1991/92.

Come si nota il bilancio, seppur “minimal” rispetto ad oggi è decisamente migliore, erano solamente 77 le partite da recuperare prima che George Shinn, ex proprietario, trasferisse la squadra e nonostante la morte di Bobby Phills e le continue vendite/scambio la squadra manteneva un discreto assetto con dei buoni record.

All’epoca la striscia più lunga di vittorie era stata realizzata contro i Clippers (7) mentre oggi, gli stessi velieri sono la bestia nera di Charlotte che è a quota 12 sconfitte consecutive non riuscendo a batterli dal 18 novembre 2017 e ovviamente lo 0-10 nelle ultime 10 uscite (nella colonna successiva) è pieno così come quello contro i Sixers ai quali Charlotte ha regalato a piene mani anche questa stagione riuscendo a perdere a Phila senza Embiid e Maxey al supplementare…

Tornando alle percentuali, ecco quelle totali contro le tutti i team.

64,1 è la migliore contro la squadra di Minneapolis mentre il 28,1 against the Rockets (ormai non ritoccabile questa season chiusa sull’1-1) è la peggiore.

L’ultima riga è particolare, calcola la differenza da quando gli Hornets sono stati spostati a New Orleans.

facciamo un esempio con Boston: Charlotte aveva fissato sul +5 il proprio vantaggio ma negli ultimi anni ha una differenza negativa di 36 partite, il totale ci riposta a quel -31 segnato con lo sfondo aranciato della terza colonna.

Ovviamente anche i Bobcats hanno un bonus virtuale di scusanti ragionevoli come  expansion team essendo ripartiti da zero ma il bilancio complessivo d questi ultimi 20 anni per una città in netta crescita, non più quella pensata in maniera pseudo folkloristica campagnola di fine anni ’80, è impietoso soprattutto per la gestione.

L’iniziale parentesi difficile di Robert Louis Johnson “Bob-cats” e il passaggio a un Jordan evidente non molto convinto di investire più del minimo in una franchigia da small market che ne avrebbe bisogno hanno portato pochi giocatori (fuori dai Draft), Al Jefferson e Gordon Hayward sono arrivati con grandi problemi fisici e se la resa del primo è stata buona fino al canto del cigno ai playoff contro Miami (il punto più alto anche se misero raggiunto da Charlotte negli ultimi 20 anni) al primo turno, quella del secondo un pochino meno…

Andando a sentimento, un po’ saltellando qua e là nel tempo… a parte il folle caso Kai Jones (marginale), scelte errate col senno di poi come quella di Lance Stephenson, giocatori modesti scelti al Draft peggiorati da come ha interpretato il gioco Charlotte, vedi Frank Kaminsky sfruttato quasi solo esclusivamente da oltre l’arco, giocatori che hanno fatto il minimo sindacale dopo aver rifirmato (vero Batum?) e nel caso del francese tagliato in dead cap per poi vederlo redivivo ogni volta che gioca contro la Buzz City, buoni giocatori tagliati prima dell’ultimo anno di scadenza (Dwight Howard e Belinelli ad esempio), allenatori saltati all’ultimo come Kenny Atkinson che ha rifiutato un posto che sembrava già destinato a lui prima di riprendersi Clifford e vedere un coach esordiente come Lee in palese difficoltà hanno fatto rimpiangere a qualcuno Borrego che aveva un gioco minimale ma una squadra migliore di quella vista negli ultimi anni orfana di LaMelo Ball che ha saltato 116 partite sulle ultime 196 (nelle ultime tre stagioni) giocandone solo 80 e l’anno prossimo avrà un sostanziale aumento di contratto terminata la rookie scale, sono tutti elementi del disastro non entropico…

Infortuni che Charlotte non può permettersi (infortuni che ne generano altri come la pochezza del roster visto che 2/3 giocatori non possono reggere la baracca da soli), dove oltre la sfortuna bisognerebbe valutare la preparazione atletica, la profondità della panchina e tutte quelle situazioni di contorno che ti permettono di reggere senza i tuoi migliori giocatori per qualche tempo.

Soprattutto, dal mio punto di vista, è che oltre al business a questa franchigia manca, ha perso l’anima, sia quella di gente al vertice (proprietà nuova Plotkin -Schnall scusabile il primo anno, non questo) che voglia trascinarla fuori dal gorgo della tristezza dei risultati perdenti ma non solo (inutile rammentare la storia della Playstation data e tolta al bambino prima di Natale), manca anche l’alma ai giocatori che non difendono davvero e arrivano sempre nuove ed imbarazzanti sconfitte in maniere che non smettono mai di stupire.

La rifirma di Bridges ad un prezzo più basso dopo il caso extra-cestistico che lo ha coinvolto è stata la cartina tornasole di un team che non sa dove voltarsi…

Non bastano in questi anni alcune vittorie certamente emozionanti come quella a Toronto con il tiro da metà campo di Lamb, quella a sacramento con il two and one di Monk, la rimonta natalizia a Denver o quella casalinga alla prima contro Chicago vinta di un punto nei tanti, troppi rush finali persi, i fan vorrebbero rispetto e la capacità di creare buone squadre come praticamente tutti i team hanno avuto in questi anni, d’altra parte se l’avvocato della proprietà provasse a difendersi con delle attenuanti, basterebbe ricordargli che molto probabilmente (salvo inspiegabili miracolo che non stanno più di casa a Charlotte), questo sarà il nono anno che la città e i fan dei Calabroni vedranno i playoff degli altri con mia soddisfazione perché risparmierò sul League Pass dei Playoff…

Buon 2025 a tutti, in particolare ai fan degli Hornets, a chi ormai provato e stanco, in assenza di elementi reali di cambiamento, riuscirà a non buttare via tutto il materiale degli Hornets a casa, in attesa di un cambiamento che forse mai ci sarà perché anche di quello si sono smarrite le speranze.