Game 57: Charlotte Hornets @ Golden State Warriors 92-128

Wendell Moore Jr. (12 pt.) in azione a San Francisco.

SAN FRANCISCO — Stephen Curry e Draymond Green hanno segnato 15 punti a testa e i Golden State Warriors si sono uniti a un gruppo d’élite con la loro 3000a vittoria di franchigia martedì sera vincendo sui resti degli Charlotte Hornets.

Solo altre quattro squadre NBA, i Los Angeles Lakers, i Boston Celtics, i New York Knicks e i Philadelphia 76ers, hanno raggiunto questo traguardo.

Buddy Hield ha segnato 16 punti dalla panchina per guidare i Warriors che hanno vinto quattro partite di fila e sei sulle ultime sette partite, portandosi all’ottavo posto nella Western Conference.

Steph Curry non ha tirato bene, 6/14, incluso un 2/9 da dietro l’arco, anche se non ha avuto molta importanza contro gli Hornets, che hanno perso quattro partite di fila e 13 delle ultime 15 partite.

La differenza l’ha fatta una squadra contro un accozzaglia plasmatica in continua evoluzione/involuzione.

KJ Simpson ha totalizzato 16 punti e sei rimbalzi mentre Seth Curry, che ha passato affranto l’ultimo quarto in panchina, ne ha aggiunti 14 in 16:48 per Charlotte, sembrando l’unico degno di giocare per Charlotte in serata.

LaMelo Ball è rimasto fuori come Jusuf Nurkic.

I Warriors hanno tenuto una cerimonia in campo durante l’intervallo per festeggiare il decimo anniversario della loro squadra campione 2014/15.

Conclusioni Hornets: Charlotte ha commesso 24 turnover che hanno portato GSW a realizzare ben 37 punti.

È l’ottava volta in questa stagione che gli Hornets hanno perso almeno 20 palloni in una partita.

Conclusioni Warriors: l’arrivo di Jimmy Butler ha ringiovanito l’intera franchigia e la sua energia da sola ha fatto sembrare Golden State come una legittima contendente ai playoff.

Momento chiave: Ancor prima della partita Ball (caviglia dolorante) è stato escluso e ciò ha reso gli Hornets ancora più fragili…

Statistica chiave: I Warriors hanno segnato 41 punti nel terzo quarto, l’undicesimo quarto da 40 punti in questa stagione.

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Game 56: Charlotte Hornets @ Sacramento Kings 88-130

Nick Smith Jr. al tiro.

SACRAMENTO, California – Zach LaVine ha segnato 42 punti, il massimo della sua stagione, nella sua miglior partita con Sacramento da quando è stato acquisito in uno scambio multi-team vicino alla scadenza, portando i Kings a una vittoria per 130-88 su Charlotte.

LaVine ha chiuso la sua prestazione realizzando ben 8 triple incluse in un pazzesco 16/19 dal campo così i Kings sono tornati a vincere in casa contro gli Hornets dopo aver perso le ultime tre (i Re non battevano i Calabroni a casa propria dal 2021).

DeMar DeRozan ha segnato 18 punti e catturato 7 rimbalzi per i Kings, oggi sul 29-28. L’ex Malik Monk ha segnato 13 punti, Keegan Murray ne ha aggiunti 10 e Domantas Sabonis ha concluso con 7 punti, 10 rimbalzi e 7 assist.

Per Charlotte si salva veramente solo Miles Bridges che ha segnato 23 punti mentre LaMelo Ball e Nick Smith Jr. hanno segnato 13 punti ciascuno ma senza fornire una gran prestazione, nervoso il primo, confusionario il secondo mentre Jusuf Nurkic e Moussa Diabaté lì in mezzo ne hanno segnati 12 a testa.

Gli Hornets sono in caduta libera, 2 le vittorie nelle ultime 14 partite e nelle ultime due hanno registrato una differenza canestri di -95.

Conclusioni Hornets: dopo una sconfitta di 53 punti contro Portland due sere prima, gli Hornets hanno mostrato molto più equilibrio iniziale ma non sono riusciti a mantenere l’attacco a livello di quello dei californiani rimanendo attardati anche si 20 punti.

Conclusioni Kings: questa potrebbe essere stata la partita più coesa che Sacramento abbia giocato da quando ha acquisito LaVine. È un buon segno, dato che cercano di mantenere l’ultimo posto di play-in nella Western Conference.

Momento chiave: Gli Hornets hanno sbalordito i Kings con un 8-2 di scarto all’inizio ma è stato il massimo che Charlotte è riuscita a produrre.

Nei sei minuti successivi Sacramento ha risposto con un parziale di 23-10 e non si è più voltato indietro, la differenza a fine terzo quarto è andata aumentando esponenzialmente poiché Charlotte non è riuscita a trovare una contromisura all’attacco Kings (54,0% compreso un 52,6% da tre punti…).

 

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Game 55: Charlotte Hornets @ Portland Trail Blazers 88-141

L’ex Jusuf Nurkic ha chiuso la sua serata con 11 punti, inclusa la prima tripla a bersaglio con l’uniforme degli Charlotte Hornets.

Dopo una vittoria a sorpresa a Los Angeles e una sconfitta dignitosa a Denver senza Ball e Mark Williams, i suddetti due (tra i quattro elementi fondamentali per la squadra) rientravano nella disponibilità di coach Lee.

Ci si aspettava una partita decisamente più equilibrata, invece, i Trail Blazers infliggono la peggior sconfitta (in termine di margine punti) della loro storia (pareggiando il -53 dello scorso anno contro Philadelphia in casa) agli Hornets che cadono 88-141 sul parquet minato di Portland.

Le ragioni sono semplici; Portland comincia molto aggressivamente e usa la fisicità per rendere difficili le cose in attacco a Charlotte che sbaglia anche qualche tiro con un po’ di spazio mentre sull’altro fronte a Portland riesce quasi tutto (in difficoltà un pochino solo sulla cosa più semplice apparentemente, i liberi che comunque guadagna copiosamente rispetto a Charlotte che ne batte uno con Moore inizialmente e lo manca anche) compreso il bombardamento da tre che ben presto produce uno scarto, una ferita non più rimarginabile da Charlotte.

Charlotte gioca con troppa sufficienza e una difesa no pari per intensità a quella mostrata dagli avversari che volevano riscattare qualche sconfitta recente e provare a volare ai PO.

Ball (voto 4) è ingabbiato e finirà con una pessima serata da 5 punti (1/10 al tiro) non riuscendo a realizzare nemmeno una tripla (4 le tentate) mentre l’unico Calabrone che ha provato inizialmente a reggere il confronto è stato Miles Bridges che con 8 punti consecutivi riavvicinava Charlotte sul 12-16 a inizio primo quarto ma poi Portland prendeva il sopravvento chiudendo 21-38 il primo quarto e 40-73 all’intervallo.

Partita già chiusa all”intervallo e peggiorata di altri 20 punti di scarto per la squadra di Billups alla fine.

Venti di guerra contro Charlotte visto che i Tracciatori di Sentieri hanno chiuso con 20 triple a bersaglio e 4 giocatori sono andati a segno per almeno 20 punti; Anfernee Simons 25, Toumani Camara, Shaedon Sharpe e Jabari Walker a 20 con il secondo e l’ultimo citati in doppia doppia con 10 e 14 rimbalzi rispettivamente.

Per gli Hornets si salvano in pochi: Bridges (6,5) a parte, Diabaté (6,5) ha fatto una discreta partita con un minutaggio limitato, Nurkic (6) prende una sufficienza stirata mentre Mark Williams (5) sembra continuare a non essere più lui, scarso atletismo e palloni che potrebbe catturare in aria che gli sfuggono dalle mani o non fa suoi mentre la perdita di Miller si fa sentire visto che nel ruolo gioca il giovane NSJ (Nick Smith Jr.) (5) che a parte qualche buona giocata ogni tanto chiude spesso le partite con basse medie al tiro (33,3% nella notte con lo 0% da tre, 0/5)…

Incommentabile Charles Lee (4) che al posto di Baugh che avrebbe potuto provvedere meglio a dare una spinta all’attacco degli Hornets (tanto se i close-out non funzionano) rispetto ad un Elfrid Payton (4) che ha accumulato un -36 al secondo giro di contratto da 10 giorni con gli Hornets anche se è tornato a segnare un canestro.

Serata no per Seth Curry (5), Green (4,5) e Salaün (5) (per il francese lo spazio concesso è anche troppo) mentre Wendell Moore Jr. porta qualche punto in casa Hornets finendo con 8 (4/10) ma per me è da 5,5.

Per Charlotte che non ha più nulla da chiedere a questa stagione se non qualche soddisfazione come quella di vincere sul campo di Portland ad esempio dove non si vince quasi mai, urge ricompattare il gruppo per non sbragare anche a Sacramento nella prossima sfida.

Giornata personalmente nefasta e per Charlotte è stata simbiotica.

Per quanto riguarda i motivi numerici della sconfitta basta osservare la grafica:

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Game 54: Charlotte Hornets @ Denver Nuggets 115-129

Damion Baugh, alla seconda apparizione in divisa Hornets, ha segnato 14 punti.

Partita difficile in back to back nella Mile High City contro i forti Nuggets e i vecchi/nuovi infortuni da porta girevole; Mark Williams è tenuto a riposo per reintrodurlo nella maniera migliore, Ball accusa nuovamente il fastidio alla caviglia e insieme a loro si unisce Jeffries.

Charlotte non partiva nemmeno male ma ben presto, grazie al 7/12 da tre punti (4/5 Murray e 3/7 Jokic) le Pepite passavano in vantaggio anche se la tripla di Bridges a 2:20 completava il riavvicinamento degli Hornets giunti sul -1 (28-29).

Si andava avanti ad elastico con i Nuggets abili anche a raggiungere il vantaggio in doppia cifra e i Calabroni bravi a rientrare per rimanere in partita.

Il primo tempo si chiudeva sul 58-66 grazie a due perfetti FT di Diabaté a 27 secondi dalla luce rossa.

Grazie Green, Bridges e Baugh che provvedevano all’attacco, nel terzo quarto i Calabroni tornavano sul -1 per fallire il vantaggio dalla lunetta quando Salaün splittava due FT a 1:58 mandando il risultato sul 92-92.

Il quarto si chiudeva con il +3 Nuggets (96-99) con la tip dunk di Nnaji a 24 secondi dalla terza sirena.

La gara scivolava via a Charlotte ad inizio ultimo quarto quando Lee faceva riposare per troppo tempo Green e Bridges, gli Hornets si mostravano impacciati e cominciavano il quarto con un 1/16 che li allontanava rapidamente dalla squadra del Colorado.

Strawther infilava un paio di triple e la squadra del North Carolina non riusciva a risalire concedendo troppo in difesa sotto il proprio ferro.

Non riuscendo a ripulire la palla dal pitturato subiva qualche punto di troppo anche perché Diabaté continua a giocare in posizione anomala, più alta, per difendere anche sul perimetro.

A 4:03 Aaron Gordon chiudeva de facto un match già segnato segnando da sotto anche se commettendo evidentemente passi ma la terna non se ne accorgeva e convalidava il 103-114 davanti ad un Green un pochino sbigottito.

Jamal Murray alla fine segnerà 34 punti per Denver.

Nikola Jokic ha concluso ad un solo assist mancando di un soffio la sua 26a tripla doppia della stagione e i Denver Nuggets hanno esteso la loro serie di vittorie a nove partite.

Jokic ha concluso con 29 punti, 17 rimbalzi e 9 assist.

Gordon ha totalizzato 18 punti e Porter ha preso 11 rimbalzi.
La vittoria e la a sconfitta di Memphis, ha portato i Nuggets al secondo posto nella Western Conference.

Miles Bridges è stato il top scorer del match totalizzando il proprio massimo stagionale con 36 punti aggiungendo 13 rimbalzi mentre Green si è fatto più intraprendente finendo con 19 punti mentre Baugh continua a sorprendere con 14 punti (6/7) e 6 assist anche se il -22 in +/- dice due cose… è stato inserito a volte in un quintetto infausto e per questioni di cm fatica a tenere la difesa perimetrale ma in un quintetto più equilibrato lo preferisco al compassato Payton che continua a non fornire punti rimanendo basico per gli assist (buone le steal), così, senza Ball ci sono poche chance di vittoria.

Nurkic sarebbe stato il profilo più adatto come centro in questa partita e non ha giocato malvagiamente ma continua a provare troppi tiri da tre che risultano poco fluidi nel movimento e in alcuni casi servirebbe forse più attenzione mentre Diabaté ha faticato sotto le plance e in attacco ma ha migliorato nella battuta dei FT.

Infine, esordio per Wendell Moore Jr., il giocatore di cui non avevamo bisogno: 0 pt. in 3:29, 0/3 al tiro, il nulla nelle altre statistiche.

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Game 53: Charlotte Hornets @ Los Angeles Lakers 100-97

Miles Bridges alla caccia della vittoria a L.A..

Alla Crypto.com Arena – nonostante l’aria da vittime sacrificali – scendevano degli inferociti Calabroni pronti a giocarsi la partita.

Gli Hornets andavano sul 6-2 grazie ad una giocata da 4 punti di Miles Bridges che toccato sul braccio da Reaves durante l’alzata della palla spediva dentro.

I Lakers, sembrati piuttosto distratti, commettevano diversi turnover anche da non pressati e nemmeno la mano fredda di Doncic sembrava poterli aiutare come alcuni “errori” in loro favore da parte della terna come uno sfondamento chiamato a Bridges su un appoggio con Reaves che si stava ancor muovendo chiaramente di lato e mancherebbe anche l’and one oltre il canestro annullato ingiustamente.

Ad ogni modo gli Hornets non riuscivano a mettere insieme il pranzo con la cena stentando nei tiri da sotto ma anche da fuori; Nurkic sbagliava tre bombe, Nick Smith Jr. chiudeva con uno 0/6 il primo tempo con zero punti come Salaün.

Si chiudeva sul 37-48 pur facendo intravedere buoni close-out sui tiri dal perimetro degli uomini di JJ Redick, urgeva però un cambio di passo.

Charlotte in svantaggio prima di 13 a inizio secondo tempo (2FT di Doncic) e poi di 12 (53-65) a quattro minuti dalla fine del terzo quarto sparava un parziale da 22-1 compreso il canestro artistico di Jeffries in arcobaleno mobile a 2:16 ed un canestro di Miles da fuori per il 63-65.

Nel mezzo c’era tempo anche per l’espulsione di Reaves (da parte dell’arbitro Rodney Mott) che in entrata era toccato finendo poi per andare a farsi rubare palla da Nurkic.

Alla guardia saltavano i nervi e protestava vibrantemente fino a dire successivamente una parola di troppo alla terna che non si scomponeva cacciandolo negli spogliatoi.

Il vento sembrava girare a favore di Charlotte con i dardi scagliati nel finale di quarto da lontano da Bridges e Curry abili a mandare i Calabroni al riposo prima del quarto finale sul 69-66.

Due triple consecutive di Ball trascinavano la squadra di Lee sul +9 (75-66) ma i gialloviola rientravano e a 5:57, sempre a mezzo tripla, passavano sopra di 3 con Dorian Finney-Smith (83-86), ma Charlotte rifiutava di arrendersi nonostante Hayes con un alley-oop regalasse un momento esaltante ai fan di casa e trovava la parità ancora con Bridges da fuori.

A 1:03, in un saliscendi emozionale Doncic portava avanti di uno i Lakers ma gli Hornets tornavano in attacco e facendo girare palla sul perimetro trovavano Nick Smith Jr. appostato sulla sinistra pronto a colpire da 3: 96-94.

La sliding door arrivava qui perché per un fallo commesso su Hachimura, l’ala mezza nipponica dei Lakers mancava i due FT, il resto lo faceva Ball che con un crossover si presentava in area e alzava una palombella per l’appoggio del +4 a soli 14 secondi dalla luce rossa.

James infilava la tripla e la squadra californiana era costretta a commetter fallo su Ball che, seppur fischiato, rimaneva freddo non fallendo le due occasioni.

Il +3 a 6 secondi punto tre dalla fine dava l’occasione ai Lakers di provarci ancora per ben due volte: era LeBron a mancare due bombe nella stessa azione, Charlotte così espugnava la Crypto.com Arena vendicando il rifiuto a Mark Williams e qualche favore di troppo concesso alla squadra Home nel primo tempo per rompere le 7 W consecutive casalinghe dei Lacustri.

James ha segnato 16 dei suoi 26 punti nel quarto quarto mentre Doncic ha totalizzato 14 punti (5/18), 11 rimbalzi e 8 assist alla sua terza uscita in maglia Lakers sembrando però in difficoltà al tiro e con qualche guaio fisico.

Sconfitta quindi l’osannata coppia sfruttando anche gli errori al tiro da tre e ai liberi dei Lakers nonostante Charlotte non abbia pensato di sfruttare Diabaté per qualche minuto sul parquet come buon rimbalzista offensivo.

Pagelle

LaMelo Ball: 7,5

27 pt. (9/19), 5 rimbalzi, 6 assist, 1 rubata in 33:15. 3 TO ma +8 in plus/-. Sgna in svariate maniere e per una squadra a corto di scorer è fondamentale, sia che segni da lontano semplicemente caricando e tirando privando gli spettatori del gioco corale oppure in entrata con il canestro che quasi vince la partita oppure ancora ai liberi dove è glaciale sugli ultimi due. Mancando un 2/3 falli non chiamati su di lui mentre in difesa non è più avventato come qualche tempo fa chiudendo soltanto con un fallo all’attivo.

Nick Smith Jr.: 6,5

12 pt. (4/13), 2 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata. Tre TO e un primo tempo da 0/6 al tiro. Per fortuna nel secondo tempo comincia ad ingranare e riesce ad infilare 4 importanti triple soprattutto l’ultima – assistita – dalla sinistra che porta sul 96-94 gli Hornets. -4 in plus/minus mentre la media tra un primo tempo orrendo ed un secondo più utile.

Josh Green: 6

4 pt. (2/6), 3 rimbalzi, 1 assist, 2 rubate. Buona la difesa, meno l’attacco con 4 TO compreso un canestro dopo aver riafferrato una palla sfuggitagli per la pressione avversaria ma va un po’ in bump sul difensore spingendo col braccio. La sufficienza nonostante un tiro da fuori a zero (0/3) in serata.

Miles Bridges: 8

29 pt. (9/22), 5 rimbalzi, 5 rubate, 1 stoppata. Mezza la vince lui perché ispirato e preciso (5/11) al tiro da fuori. Sostiene l’attacco di Charlotte come secondo violino e finisce per essere il primo. L’impegno c’è e si vede dalle palle rubate, ben 5, molte e anche record personale, inoltre interpreta bene la partita con la grinta necessaria spendendo il fallo se c’è da spenderlo e quello utilizzato per bloccare Hachimura è la sesta steal virtuale del match che lo vince perché il giapponese manda a vuoto i due tentativi lasciando Charlotte sul +2.

Mark Williams: 6

10 pt. (3/7), 9 rimbalzi, 2 assist. Mi aspettavo decisamente più grinta dopo lo shock avuto per il rifiuto di LAL ma Mark gioca in mono-marcia quasi. Spesso compassato riesce a dar fastidio con i close-out mentre a rimbalzo avrebbe potuto fare un po’ meglio. Rifila una “tapada” (una manata in testa) a James lanciato a canestro e gli arbitri quasi lo incriminano per un possibile flagrant ma lo assolvono mentre sull’altro fronte manca un canestro da sotto per il fallo di James ma quello la terna se lo perde. A 6:38 del primo tempo buona la corsa parallela a Elfrid chiusa in schiacciata dopo aver ricevuto dal play.

Elfrid Payton: 5,5

0 pt. (0/2), 3 rimbalzi, 2 assist in 14:45. Meno del minimo sindacale con un paio di assist ma risulta abbastanza prevedibile, accademico, poco mobile. Charlotte gli ha appena rinnovato un altro contratto da 10 giorni. Mah… molto meglio Baugh.

Jusuf Nurkic: 6,5

0 pt. (0/3), 8 rimbalzi, 7 assist, 1 rubata, 2 stoppate in 18:01. Per fortuna finisce di tirare nel primo tempo. Tre tiri caricati a scatto e senza troppa forza nel primo tempo respinti dal ferro. Nel secondo si fa valere di più in difesa, buoni alcuni passaggi con lo spin e i rimbalzi difensivi ma zero su quelli in attacco.

Seth Curry: 7

10 pt. (3/8), 5 rimbalzi, 1 rubata in 16:23. Da il suo meglio nel terzo quarto quando ruba brillantemente un pallone e riesce a prendere tre rimbalzi nel giro di poco su ambo i fronti del parquet. Un’ottima tripla sul finale del terzo quarto per il + 3 nonostante ne avesse mancate un paio per incertezza. Il +11 in */- parla per lui, utilissimo nel frangente per la rimonta di Charlotte. D’altra parte è un uomo d’esperienza che avrebbe potuto fare la differenza in questa partita e vince nettamente il duello con Knetch.

DaQuan Jeffries: 6

5 pt. (2/6), 1 stoppata, 1 assist in 15:04. Segnato un TO per le statistiche, in realtà ne commette un paio in serie abbastanza evitabili però segna un bellissimo canestro per il -5 in entrata con l’arcobaleno e il difensore proteso alla stoppata.

Tidjane Salaün: 5,5

3 pt., 6 rimbalzi, 1 rubata in 17:30. 1/5 al tiro, riuscendo a mettere una tripla nel secondo tempo, qualche rimbalzo e il primo close-out sulla penultima tripla tentata da James non bastano a compensare totalmente la solita prestazione incerta e poco concreta.

Coach Charles Lee: 6,5

Squadra più viva delle ultime uscite, buono il piano di attaccare da subito i Lakers nel cuore dell’area anche se Charlotte sbaglia alcuni tiri poi in qualche maniera riesce a stretchare il campo e ad avvantaggiarsi del discreto tiro da fuori dei suoi.

 

 

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Baugh hired, Wong fired

Non ho fatto nemmeno – personalmente – in tempo a scriverlo, esposto a lavoro e impegno della partita notturna che ha già esordito più velocemente di un lampo ma ieri il  presidente delle operazioni di mercato Jeff Peterson ha annunciato che la franchigia ha firmato un contratto a due vie con la guardia Damion Baugh.

Damion Baugh a Orlando.

Baugh è apparso in 35 partite (20 da titolare) questa stagione con i Westchester Knicks, affiliata della NBA G League di New York, registrando 12,8 punti, 5,7 rimbalzi, 8,1 assist e 1,7 palle rubate a partita e vincendo il G League Winter Showcase 2024.

In 72 uscite (30 da titolare) in due stagioni della G League con i Westchester e i South Bay Lakers, affiliata di Los Angeles, Baugh ha registrato 12,3 punti, 5,1 rimbalzi, 5,4 assist e 1,6 palle rubate, nella notte, segnando 16 punti è già sopra la media personale in G-League.

Originario di Nashville, Tennesseee, Baugh ha giocato due stagioni all’Università di Memphis prima di trascorrere i suoi ultimi due anni alla Texas Christian University, dove è arrivato terzo nella Big 12 in assist a partita (5,8) e si è guadagnato un premio All-Big 12 Second Team come senior nel 2022-23.

A fargli posto (dispiace perché simpatico e giocatore sufficiente ma carente in fase difensiva per via del fisico minuto) è l’altro two-way Isaiah Wong.

Isaiah Wong nell’ultima partita con i Magic.

Gli Hornets hanno, infatti, rinunciato al giocatore bidirezionale Isaiah Wong secondo un comunicato stampa della franchigia.

Wong è apparso in 20 partite con gli Hornets questa stagione, con una media di 6,0 punti, 1,6 rimbalzi e 1,4 assist in 13,3 minuti a partita.

Wong, che è apparso anche in sei partite della G-League questa stagione, aveva firmato un contratto bidirezionale con gli Hornets il 2 dicembre.

In quel momento, ha accettato un accordo biennale che copriva la stagione 2025/26 e il resto del ’24/25.

Charlotte però ha modificato il suo roster negli ultimi giorni promuovendo Moussa Diabaté da un contratto two-way a un contratto standard nello scorso fine settimana.

Gli Hornets hanno quindi poi firmato Damion Baugh con un contratto bidirezionale mercoledì.

A causa dei numerosi infortuni ai giocatori chiave, Wong aveva trovato parecchio spazio apparendo in 10 partite dal 22 gennaio.

Ha giocato 16 minuti mercoledì contro Orlando e ha segnato sette punti.

Stava giocando per la squadra della G-League dello Utah, i Salt Lake City Stars, quando gli Hornets gli hanno offerto un contratto.

Rimane un posto in two-way ma con la pausa All-Star in arrivo, non c’è bisogno immediato per gli Hornets di riempire il posto a due vie, inoltre il mistero Mark Williams si infittisce poiché non è ancora stato visto con la squadra (sarà uno dei due famosi leocorni della canzone?) con gli Hornets che hanno presentato un ricorso alla NBA mentre Dalton Knetch, il giocatore dei Lakers che avrebbe dovuto passare a Charlotte è tornato a giocare con i gialloviola e nella intervista è apparso molto diplomatico dicendo comunque di essere felice di essere tornato nel gruppo della squadra californiana.

In casa Charlotte, invece, il nuovo centro Nurkic ha fatto intendere in una dichiarazione un po’ amara verso la sue ex squadra (Phoenix) che a Charlotte è stimato mentre in Arizona non lo era più.

In un’intervista a metà partita, Nurkic ha rilasciato un’osservazione: “Come giocatore, vuoi sentirti desiderato. Come essere umano, voglio sentirmi rispettato. Penso di trovarmi finora qui, finora bene. Amo questi ragazzi. Stanno gareggiando come matti”. 

Purtroppo gli Hornets sono scesi ad un 13-39 alla pausa All-Star Game e si trovano quartultimi nell’intera NBA con Uta a mezza partita dopo l’ultima vittoria ma se il piano è aumentare le palline per il Draft, i Jazz dovrebbero scavalcare gli Hornets in un piano non certo edificante o emozionante da mettere in atto.

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Game 52: Charlotte Hornets @ Orlando Magic 86-102

Taj Gibson, doppia doppia per lui.

Per fortuna mancano solamente 30 partite alla fine dell’ennesima (la terza di fila) disastratissima stagione.

La partita si divide essenzialmente in due tronconi quasi esattamente sovrapponibili.

Il primo tempo è equilibrato perché gli Hornets schierano Nurkic e perché Orlando si intestardisce con il tiro da fuori sbagliandone in quantità industriale, il secondo è quando Orlando comincia a rimettere più fisicità in difesa ma soprattutto a segnare anche da tre riuscendo a sganciarsi in maniera netta in poco tempo mentre gli Hornets si ricordano di non avere Ball e la barca di Lee affonda velocemente nel lago Eola nonostante l’esordio del nuovo Baugh bagnato da 16 punti.

“Meglio” di lui fa solo Bridges con 19 punti ma con un terribile 6/23 al tiro.

Miles è uno dei primi tiratori NBA degli ultimi tempi di tutta la lega per FGA e questo Orlando lo sapeva e quindi gli è stata resa la vita difficile mentre Charlotte oltre all’evidenza di non avere scorer ha unito il fatto di giocare con quintetti improbabili per chimica (conoscendosi poco) e adattati complessivamente nel ruolo, giocando a tratti con una small Ball che ha prodotto solamente fratture nelle marcature e concesso troppi open agli avversari come ad esempio Banchero che ha cominciato a segnare da fuori proprio quando gli è stato lasciato molto spazio… tra l’altro Paolo, insieme a Franz (Wagner) superano singolarmente Bridges per tiri tentati nell’ultimo periodo.

Lee, in piena emergenza senza Diabaté poi ci mette del suo lasciando in panchina un tiratore come Seth Curry per tutta la partita e gli Hornets chiudono con un 39,5% al tiro…

Per Orlando Paolo Banchero ha totalizzato 24 punti e catturato 8 rimbalzi, Franz Wagner ha aggiunto 16 punti e 7 rimbalzi mentre Anthony Black è uscito dalla panchina per segnare 18 punti.

Kentavious Caldwell-Pope dei Magic e Nick Smith Jr. degli Hornets sono stati espulsi negli ultimi secondi del primo tempo dopo uno scontro verbale in campo che li ha portati all’uscita per motivi differenti e in differita di qualche secondo.

Conclusioni Hornets: Con LaMelo Ball (caviglia destra dolorante) e il centro Moussa Diabaté (abrasione all’occhio destro) aggiunti alla loro lunga lista di infortuni, gli Hornets vanno alla pausa dell’All-Star Game avendo perso nove delle ultime 10 partite disputate, un ottimo corroborante non per il morale ma per il Draft, NBA permettendo…

Conclusioni Magic: Jalen Suggs, che ha saltato la sua nona partita consecutiva per una contusione al quadricipite sinistro e la sua 19a partita dal 3 gennaio, dovrebbe tornare dopo la pausa dell’All-Star.

La vittoria di mercoledì è stata solo la quinta di Orlando in 19 partite senza Suggs, facendo scendere i Magic dal quarto al nono posto nella conference.

La partita e il momento chiave: Nurkic segnava subito da due punti e il nuovo Baugh infilava a 3:11 una tripla con estrema sicurezza portando una gara combattuta sul 18-17 per Charlotte che con la panchina sul parquet si perdeva a cavallo dei primi due quarti andando sotto di 13 punti quando, a 10:37, Franz Wagner segnava il pullup del 20-33.

Charlotte però si riprendeva segnando qualche canestro e finalmente la terna, dopo un primo tempo indecoroso nel quale se l’era mangiato, si ricordava di avere il fischietto, punendo la difesa aggressiva oltre le il limite di Orlando così a 47 secondi dall’intervallo due FT di Baugh riportavano a -1 Charlotte (43-44) e Gibson segnando in jumper dalla linea di fondo a 5 secondi dalla fine mandava le squadre negli spogliatoi non prima che Bridges segnasse un tecnico per l’espulsione di Caldwell-Pope.

46-44, palla tirata da Nick Smith Jr. in direzione di un giocatore di Orlando e tecnico prima dell’inizio della ripresa con la squadra della Florida a -1.

Orlando prendeva un leggero vantaggio ma due FT di Bridges più una delle transizioni con le quali Charlotte si era sostentata nei primi 24 minuti facevano guadagnare il +5 ai Calabroni, Miles lanciato, palla laser nell’angolo ad un teletrasportato Green e tripla pulita per il 53-48 a 8:20 dal sound della terza sirena di serata.

Da lì in poi però i giocatori rimasti agli Hornets non reggevano: Cole Anthony e Paolo Banchero erano abili nel segnare due triple a testa così i Magic raggiungevano ed abbandonavano anche il ritrovato punteggio in parità (55-55) prendendo un vantaggio di 12 punti negli ultimi sei minuti del terzo quarto conducendo sempre in doppia cifra per il resto del quarto.

Partita in discesa per i Magic, Hornets fermi in difesa che lasciavano troppo spazio sul perimetro buona solo per far raggiungere a Gibson la doppia doppia e a far riposare i fan per qualche giorno visto che il break dell’All-Star Game (tra l’altro è in atto una polemica da parte di qualche fan perché LaMelo, infortunio o no, non è stato chiamato a giocarlo, nemmeno poi come riserva degli infortunati ma allo spettacolo ormai da intrattenimento di bassa lega personalmente preferisco si riposi e non sforzi la caviglia) interromperà la serie di sconfitte incassate.

Statistica chiave: La squadra con il peggior tiro da 3 punti della NBA, ovvero i Magic, ha realizzato solo un 5/21 (23%) nel primo tempo, poi sono tornati con un 9/22 (41%) nel secondo tempo.

Pagelle

Elfrid Payton: 5

4 pt., 4 rimbalzi, 7 assist. Nonostante il numero di assist non riesce a dare ritmo all’attacco degli Hornets e nelle soluzioni personali chiude con un 2/6 (tutto da due punti) non sembrando nemmeno lontano parente di Ball. Fa ciò che può ma non è abbastanza a far girare l’attacco. Partito benino si perde alla distanza. Segna alla seconda uscita il suo primo canestro con l’uniforme Hornets.

Nick Smith Jr.: 3

2 pt., 1 rimbalzo, 3 assist. Poco più di 16 minuti per lui e tutti nel primo tempo chiuso con uno scadente 1/5. Per una squadra già ampiamente rimaneggiata è imperdonabile che qualche secondo dopo aver visto l’espulsione di Caldwell-Pope venga espulso a gioco fermo – una frazione di secondo dopo la luce rossa dell’intervallo – per aver tirato (seppur blandamente) la palla addosso ad un giocatore di Orlando. Bitadze ringrazia e festeggia, lui va negli spogliatoi e fa infilare nel tunnel anche Charlotte che apre il secondo tempo a gioco fermo con un tecnico contra per causa sua.

Josh Green: 6

16 punti, 1 assist, 1 rubata. Una delle migliori partite dell’aussie a livello realizzativo. Chiude con 7/12 con un paio di highlight oltre la sua solita tripla piazzata dall’angolo; prima un alley-oop lanciatissimo sul quale si appende facendo il giro del ferro, poi una steal con la punta delle dita, il passaggio di ritorno di Baught e la jam al plastico in transizione per evitare eventuali ritorni. Nel marasma generale non basta ma si vede più personalità anche se mi aspetto di più in difesa da lui con qualche crepa e rimbalzi…

Miles Bridges: 5

19 punti, 8 rimbalzi, 4 assist, 1 rubata. Tanti tentativi (6/23) per cercare di tenere in piedi la squadra ma è iconico quello dove gira con lo spin dinamico intorno all’avversario compassando intorno alla linea laterale dell’area, alzata e stoppata di Bitadze in aiuto. Le canotte grige gli rendono la vita difficile e lui sbaglia troppo forzando nel secondo tempo, tiri da fuori compresi.

Jusuf Nurkic: 6,5

9 pt., 8 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata, 1 stoppata. Si rende conto di avere intorno tanti ragazzi giovani e cerca di mettere insieme qualcosa che faccia la differenza. Segna subito per Charlotte e intorno al ferro gira bene riuscendo anche in un paio di appoggi alla sua maniera, il problema è che il suo esordio dura soltanto 15:39 con Lee che preferisce farlo entrare gradualmente nelle rotazioni vista l’inattività o la bassa attività dell’ultimo mese con i Suns. Ancora deve palesarsi il fantasma di M. Williams, gli Hornets non hanno fretta di farlo tornare dal limbo, anche perché la bestia bosniaca se trova difese così porose può sostituire bene Mark ma al momento con minuti limitati. La sua mancata presenza nel secondo tempo fa volgere ai titoli di coda anticipatamente.

Taj Gibson: 5,5

10 punti, 12 rimbalzi, 1 stoppata. Va in doppia doppia ed era partito anche decisamente bene stupendomi (vedi la putback jam) poi si perde in tutto, da rimbalzi non catturati a un paio di tiri mancati ma soprattutto ad una difesa non all’altezza tra falli spesi e canestri concessi per poco atletismo ormai. Gioca 21:37 va sul -5 in plus/minus.

Damion Baugh: 6

16 punti, 4 rimbalzi, 3 assist. Un -17 in +/- dovuto anche al fatto che il simpatico neo-acquisto dal cognome dal sound onomatopeico di un cane con la raucedine di Charlotte si prenda in faccia diverse conclusioni, anche da fuori nel secondo tempo, dovendo a volte marcare giocatori più alti di lui non del suo ruolo. In attacco chiude con un 5/8 mostrando un tiro da tre confidente (2/4) e buona attitudine e personalità ai tagli decisi in entrata. Sicuramente compensa in attacco diverse lacune di Charlotte ma non basta. Esordio positivo comunque.

Isaiah Wong: 5

7 punti (3/7), 1 assist. Gioca 15:47 ma per giocarli al meglio dovrebbe avere una copertura. Troppo minuto ed esile, fatica in difesa finendo con un -10 anche se qualche punticino lo racimola.

DaQuan Jeffries: 4

0 pt., 2 rimbalzi, 1 rubata, 1 blocco. La magia di Jeffries è finita. Il -22 in +/- è eloquente e non bastano la stoppata o quel paio di rimbalzi in 26:27 giocati. Anche a causa sua la difesa di Charlotte risulta semplice da battere. Perde una palla in attacco calpestando la linea di fondo e sbaglia tutte e 4 le conclusioni tentate (3 da fuori) perdendo il tocco che sembrava avere in precedenza. Glie l’avranno rubato i Monster.

Tidjane Salaün: 4,5

3 punti, 3 rimbalzi, 1 assist in 20:19. Se vuoi perdere metti dentro Salaün. A parte la buona tripla lasciamo perdere… non voglio stroncarlo ma dovrebbe giocare in G-League oggi.

Coach Charles Lee: 5

Non può molto con una squadra fuori ma le sue scelte sui giocatori e sui quintetti sul parquet mi lasciano perplesso. Alienante e frustrante veder la squadra uscire di colpo dalla partita dopo aver disputato un buon primo tempo per ciò che poteva fare.

Versione corta.

Versione lunga.

 

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Trade Mark

La saga della trade momentaneamente fallita tra Lakers e Hornets aggiunge un nuovo capitolo.

Secondo Shams Charania di ESPN, gli Hornets sono in contatto con la NBA mentre tentano di esplorare le opzioni per contestare la decisione presa dai Lakers di bocciare Mark Williams alla visita medica.

“Gli Hornets stanno valutando i loro prossimi passi e soppesando le vie per contestare il processo di valutazione dei Lakers o cercare soluzioni alternative con l’ufficio della lega”, ha riferito Charania lunedì.

Le ragioni esatte del fallimento della visita medica di Williams non sono ancora esattamente note, tuttavia, secondo Dave McMenamin di ESPN, la decisione è stata presa in base a molteplici problemi e non all’infortunio alla schiena che lo ha tenuto fuori per gran parte della scorsa stagione.

Williams ha giocato solo 85 partite nelle sue prime tre stagioni NBA a Charlotte.

Oltre a quell’infortunio alla schiena, è stato limitato da problemi che coinvolgono i piedi e il pollice.

Sebbene corra rischi di infortuni a lungo termine, sembra essere abbastanza in salute per giocare in questo momento, infatti, Mark Williams ha giocato 23 partite sulle ultime 28 prima dello scambio avendo anche una buona media di 15,6 punti e 9,6 rimbalzi in 25 minuti a partita.

Ora Williams (che su un noto social aveva già messo due cuoricini, uno di colore giallo, l’altro viola) si trova in una posizione scomoda.

Se Charlotte andrà avanti nella causa e avrà successo (al momento non è chiaro se ci siano delle possibilità realistiche che ciò accada), Mark Williams finirà ai Lakers divenendo idoneo all’estensione contrattuale coi Lakers durante l’estate, sapendo già però che lo staff medico dei californiani non si fida della sua salute a lungo termine.

Se, al contrario per varie ragioni (al momento sembra l’ipotesi più probabile) gli Hornets non riuscissero a forzare con successo lo scambio, Williams rimarrebbe con una squadra che non solo lo ha scambiato ma ha anche cercato aggressivamente di forzare quello scambio dopo averlo riaccolto pubblicamente dopo l’annullamento iniziale dell’accordo.

In entrambi i casi, uno dei giovani giocatori più talentuosi della NBA si trova improvvisamente ad affrontare un futuro estremamente incerto.

Al momento due squadre sembrano litigare per decidere chi di loro sarà costretto a prenderlo.

Certo, dovessimo essere in buona fede, per Charlotte potrebbe essere più interessante avere Knetch e la scelta futura rispetto a riprendersi Mark Williams ora che è arrivato Nurkic mentre se gli Hornets avessero nascosto informazioni sulla salute di Williams farebbero una pessima figura in un contesto già di per se oggi non idilliaco e non è che la società negli ultimi anni stia collezionando “figuroni” tra risultati, problemi vari tra giocatori, gestione e in ultimo il famoso bambino della Playstation.

Forse in società non è andata giù che i Lakers abbiano dato dei truffatori a Charlotte (un conto è essere pessimi, un altro è essere volutamente disonesti) e magari gli Hornets oggi pretendono una qualche forma di risarcimento per lo scambio fallito nel quale, per effetto del pensiero dominante, la colpa ricadrebbe sugli Hornets.

Personalmente suggerirei alla NBA di istituire un concilio medico indipendente per queste rare occasioni che neutralmente possa valutare la salute di un giocatore e parametrarla a delle tabelle di idoneità o meno poiché le due squadre coinvolte non stanno facendo una grande figura, ed è probabile che se si dovesse arrivare ad un nuovo confronto risolutivo, a oggi, per come vanno le cose nella lega e per il fatto che Charlotte sia una franchigia nettamente più “piccola”, gli Hornets probabilmente sarebbero coloro che ne uscirebbero più danneggiati.

Se Williams rimanesse in roster da qu alla fine della stagione c’è la possibilità che se ne vada da Charlotte abbastanza arrabbiato perché passare da incedibile ad essere scambiato a sorpresa per non molto a oggi (poi magari domani Knetch diverrà fortissimo) non credo gli abbia fatto piacere e potrebbe aver minato la sua fiducia anche se nella NBA (vedi trade Doncic – Davis) tutto (o quasi) può accadere.

Rientrando troverà probabilmente il duo Moussa Diabate e Jusuf Nurkic.

Il primo è fresco di contratto a tempo indeterminato, ufficiale, da tre anni dopo essere stato two-way per 42 partite…

Il secondo è ancora nel limbo… si aspetta che la trade con Phoenix venga ratificata ma per ora nulla e potrebbero essere proprio gli Hornets a tergiversare perché se Williams dovesse tornare sarebbe tutto diverso.

Ovviamente, quando questa situazione si sarà sbloccata, indipendentemente se insieme al viola Williams vestirà di giallo o di teal, dovrà dimostrare di avere una buona salute e mantenersi su buoni livelli per avere un futuro in NBA ora che luci oscure sono state gettate dai Lakers nei suoi confronti.

Williams è un buon giocatore ma non un fenomeno, in attacco manca di protezione della palla sotto canestro e in difesa il suo sforzo è parso troppo fiacco contro i Lakers e contro Washington ad esempio.

Per lui e per Charlotte sarebbe bene rimanesse (se le cose rimanessero tali) e giocasse bene e con costanza in maniera da far aumentare il suo valore a vantaggio di entrambi.

Avrebbe tutte le carte in regola per affermarsi perché ha un buon fisico, sa andare a rimbalzo e non gioca male i pick and roll ad esempio, riuscendo anche recentemente a migliorarsi in fase di appoggio ai compagni, però il suo valore oggi è calato per i sospetti su di lui dopo la revoca dello scambio.

E per adesso stranamente il Trademark pare non lo voglia più nessuno…

 

Game 51: Charlotte Hornets @ Brooklyn Nets 89-97

DaQuan Jeffries in palleggio.

NEW YORK  — Nic Claxton ha segnato 16 punti e i Brooklyn Nets.

Cam Johnson e Day’Ron Sharpe hanno aggiunto 14 punti ciascuno per i Nets, che hanno vinto per la quinta volta in sei partite nel miglior periodo della loro prima stagione sotto Jordi Fernandez.

Le Retine si sono allontanate grazie a tre bombe consecutive e all’infortunio occorso a Ball che ha reso nuovamente dolorante la caviglia del playmaker costringendolo all’uscita definitiva nel primo quarto.

Nonostante il caos che regna sulle trade con Nurkic non ancora sul parquet e Peterson pronto alla contestazione del referto medico che i Lakers hanno utilizzato per respingere la trade di Mark Williams, Charlotte aveva recuperato un discreto numero di giocatori (vedi Nick Smith Jr. e Josh Green) ma senza Ball gli Hornets sono sprofondati in attacco mentre in difesa la verticalità di Moussa Diabaté non è bastata per cercare di bloccare le torri avversarie.

La consolazione personale per il francese è aver ottenuto il massimo della sua carriera con 21 punti andando poi in doppia doppia grazie a 10 rimbalzi.

Alla fine si è dovuto arrendere ed uscire causa un’abrasione all’occhio destro. 

I Nets hanno decisamente preso il comando nel secondo quarto estendendo il vantaggio così la vittoria non è risultata né complessa né mai in discussione anche se Charlotte nel finale ha accorciato fino all’89-97.

Tidjane Salaun ha segnato 16 punti (4/10) ma non mi ha convinto per nulla mentre Bridges è sembrato sottotono chiudendo con soli 7 punti come Curry che dopo la buona prestazione precedente si è fermato a 4 con un 1/4 al tiro…

Il momento dell’infortunio a Ball.

Ball ha giocato i primi 10 minuti e gli Hornets hanno annunciato all’intervallo che non avrebbe giocato per il resto della serata a causa di un dolore alla caviglia destra.

“Melo” era appena tornato da un’assenza a causa di una distorsione alla caviglia sinistra…

Conclusioni Hornets: Charlotte è 1-16 nelle partite che Ball ha saltato questa stagione.

Non sorprende che questa partita sia sfuggita agli Hornets una volta che il talento di Chino Hill è uscito quando i Calabroni erano in svantaggio solamente di tre punti.

Conclusioni Nets: Con una partita ancora da giocare, i Nets dovrebbero sentirsi soddisfatti del loro gioco in vista della pausa per l’All-Star.

Hanno vinto partite consecutive in casa per la prima volta in questa stagione.

Momento chiave: Charlotte era in svantaggio di due punti a circa 2 minuti e mezzo dall’inizio del secondo quarto prima che un parziale di 9-0 desse ai Nets un vantaggio di 47-36 e l’equilibrio della gara si perdesse…

Brooklyn ha mantenuto un vantaggio a due cifre per quasi tutto il secondo tempo.

Statistica chiave: Nonostante abbia saltato gli ultimi tre quarti, Ball era ancora in parità per la leadership della squadra nei tiri da tre punti fino a quando Salaun non ha segnato il suo secondo tiro della partita a 5:34 dalla fine.

Charlotte ha chiuso con 6/31 (19,4%) da fuori anche se il 23,8% di Brooklyn non è stato molto più brillante alla fine ma l’11-24 nelle second chance (11-19 nei rimbalzi offensivi) è stato fattore determinante per i newyorchesi.

 

 

Game 50: Charlotte Hornets @ Detroit Pistons 102-112

Brutta serata per Salaun al tiro.

Charlotte si presentava a Detroit in modalità tanking, nove uomini indisponibili per varie ragioni inclusi Nurkic con la trade pending e Mark Williams in rientro su qualche volo diretto chissà dove…

La partenza fisica ed aggressiva dei Pistons faceva sembrare la partita più qualcosa come un playoff old tome dei Bad Boy e gli Hornets scombinati e rimaneggiati provavano a combinare qualcosa ma con scarsi risultati.

Dentro la panchina profonda compreso il nuovo Elfrid Payton ma a parte un paio di canestri di Wong, quelli della Motor City correvano: 15-39, missione, evitare il massacro.

Sul 17-44 ci lasciava anche Diabaté colpito in faccia su una palla vagante sotto canestro: scoordinato Stewart piazzava un colpo in faccia al francese che stramazzava al suolo.

Si rialzava dopo un po’ ma salutava tutti.

Solo un fallo tecnico e Stewart salvo.

A 7:11 Detroit scappava sul +28, un two and one di Miles e le triple di Curry condite con i canestri di un Wong perfetto al tiro riducevano lo scarto all’intervallo a 20 punti: 46-66 con Salaün a 0/7 e Payton 0/3, 10 tiri, zero punti totali peri due…

La “rimonta” nel terzo quarto consisteva alla fine soltanto in tre punti mangiati agli avversari ma ad inizio ultima frazione, coi titolari di casa fuori a riposare, la small ball di Charlotte funzionava, Curry diventava incandescente portando la sua serata da starter a 24 punti prima che KJ Simpson riuscisse ad infilare il 90-92 incredibile a 7:48 dalla fine coi titolari avversari già tornati sul parquet anche perché i Pistoni troppo spesso si erano accontentati di tentativi da tre sbilenchi nel frangente.

Nel frattempo Stewart evitava anche il secondo tecnico per aver ribaltato KJ Simpson e più tardi Lee vinceva il suo secondo challenge ottenendo la seconda mezza vittoria per una spinta di Cunningham su Salaün che gli aveva toccato palla, palla a due anziché fallo a favore ma va beh…

Dettagli a parte, il più grosso comeback della storia degli Hornets non si completava perché Cunningham con i suoi tiri non risultava intercettabile e nel mezzo il neo-acquisto Schröder (chissà se sarà contento di essere a Detroit), realizzava il suo primo tiro in maglia Detroit, una tripla per il 90-97.

Detroit scappava e il natio del Michigan Miles Bridges aggiustava il suo tabellino segnando qualche punto compresa la tripla finale per il 102-112 Pistons che pareggiavano così la serie stagionale sul 2-2.

Charlotte ha into nelle percentuale da fuori con il 46,9% al tiro da tre contro il 29,7% avversario ma ha incassato la mancanza di cm e di validi oppositori nel pitturato soccombendo 46-51 a rimbalzo, 8-17 nelle second chance e soprattutto 28-58 nei punti concessi nel pitturato.

Per Cunningham tripla doppia: 19 punti, 12 assist e 10 rimbalzi, superato nei pont solo da Harris con 20.

17 punti per Beasley, 16 per Thompson ed altrettanti per Duren che aggiunge però anche 12 rimbalzi al proprio tabellino.

Pagelle

KJ Simpson: 6

10 punti, 4 rimbalzi, 6 assist. Commette 4 TO e 5 falli ma mi sorprende inizialmente in palleggio per quanto riesca a non perder palla sull’aggressività avversaria, qualche ingenuità sui passaggi. Lotta e tenta di farsi rispettare anche quando Stewart gli fa fare un giro dopo averlo preso per la canotta, lui si attacca al pantaloncino, doppio fallo, mah… Dopo l’avvio drammatico finisce con un +6 in plus/minus e il canestro coraggioso da 3 per il momentaneo -2 (90-92).

Seth Curry: 7,5

26 punti, 4 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata, 1 stoppata. 5/9 da tre che aiuta moltissimo Charlotte a rientrare, quasi incandescente, si muove molto, peccato che i compagni abbiano il paraocchi e lo ignorino troppo spesso quando va a mettersi sul perimetro con spazio. Utile in diversi frangenti oltre i numeri, tocca palloni, difende, ottima prestazione da starter.

DaQuan Jeffries: 5

0 pt., 3 rimbalzi, 2 assist, 1 stoppata. Come titolare svirgola un paio di conclusioni poi nei 30:08 sul parquet prova a riprendersi insieme alla squadra dopo esser stato coinvolto in un avvio difficile. Fa il compitino di posizione ma non basta, serve anche qualche punto.

Miles Bridges: 6,5

30 punti, 9 rimbalzi, 3 assist. 10/20 dal campo. Porta il peso dell’attacco con entrate efficaci e ritocca nel finale uno score già buono rimpinguandolo ma purtroppo da solo non basta.

Moussa Diabaté: 6

5 pt. (2/2), 1 rimbalzo in 7:06. Riesce a combinare poco in difesa perché i Pistons segnano quasi sempre in avvio poi prende un cartone in faccia dal “simpatico” Stewart e stramazza. Deve uscire un po’ stordito, naso o occhi ma il centro francese potrebbe aver fiutato una delle ultime apparizioni in divisa Hornets se non convertiranno il suo contratto da two-way a regolare e con Nurkic in arrivo, mah… d’altra parte sempre meglio di Gibson, lo meriterebbe.

Isaiah Wong: 7

17 punti (6/9), 2 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata. Porta tanti punti con buona personalità Wong che aveva messo i primi 4 tiri sella sua serata nonostante il -5 in 24:03. Il suo problema è quello di KJ Simpson, piccolo e con pochi kg addosso. La small ball funziona per un po’, poi si paga.

Elfrid Payton: 4

0 pt. (0/4), 1 rimbalzo, 4 assist, 2 rubate in 23:29. Non sembra per nulla in forma. Lento, impacciato ed accademico oltre allo stucchevole. Sbaglia tiri anche ravvicinati e chiude con un -11 per merito dei compagni altrimenti sarebbe stato un -50… Non è facile trovarsi di colpo in una squadra nuova senza conoscere nessuno e qualche meccanismo di gioco. Aspettiamolo ma alla prima uscita, far girare la squadra, prova fallita.

Tidjane Salaün: 4

8 punti (1/12), 7 rimbalzi e 4 assist. A rimbalzo mette i gomiti a protezione della palla ma avrebbe potuto fare spesso di meglio su palloni che gli sono sfuggiti di poco. Il peggio lo da al tiro sbagliando 6 triple e chiudendo con un 1/12 terrificante frutto di un canestro dalla sinistra quasi da tre punti. Chi l’ha autorizzato a prendersi tutti quei tiri, il Papa? Mamma li turchi…

Taj Gibson: 5,5

6 punti, 6 rimbalzi, 3 assist, 1 rubata in 19:51. Fa il suo ma male in attacco con un 2/5, ultimo canestro a rimorchio su un appoggio di Seth spinto. Ha un +7 merito di Detroit che nell’ultimo quarto decide di sparare da tre anziché attaccare il ferro, in quel frangente non va male.

Coach Charles Lee: 6

Senza una squadra intera fa quel che può arrabattandosi con ciò che ha e a momenti sfiora l’impresa con la squadra che non molla dopo tanti tiri mancati. Cunningham senza centri decenti non lo fermi e lui non aveva nemmeno più Diabaté perso in partita. Ottimi i challenge anche se siamo stati beffati.

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To the Los Angeles and back

Lo stato degli Hornets.

Clamoroso al Cibali avrebbero detto una volta ma non siamo a Catania, bensì a Los Angeles dove, secondo l’entourage medico dei Lakers, Mark Williams non avrebbe passato le visite mediche di rito.

Mark quindi torna a Charlotte che avrà ora quattro centri con l’aggiunta di Nurkic e un Diabaté vicino al massimo di 50 partite giocabili con il two-way, dovrebbero mancargliene 7.

Annullata quindi unilateralmente dai Lakers la trade, Knetch e Reddish tornano in giallovila e Mark in purple & teal…

In un mercato dove anche il pluri- acciaccato James Wiseman ha cambiato casacca trovando nuova casa, difficile dire se abbia ragione Charlotte o il ragazzo sia stato tenuto su con i cerotti, di fatto Mark chiuderà questa stagione, almeno, a Charlotte.

NBA, il colpo di scena: Williams non passa le visite mediche, i Lakers annullano la trade | Sky Sport

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