Game 48: Charlotte Hornets Vs Indiana Pacers 99-115

I Pacers superano i 35 punti di Brandon Miller, record in carriera del rookie con Charlotte, battendo gli Hornets 115-99.

CHARLOTTE, Carolina del Nord — Pascal Siakam ha segnato 25 punti, smazzato 9 assist e preso 8 rimbalzi, in più Aaron Nesmith ha aggiunto 22 punti e Myles Turner ha segnato 16 punti catturando 10 rimbalzi per i Pacers (28-23), che hanno tenuto gli Hornets al 39,8% nei tiri dal campo e al 27,6% da oltre l’arco.

Tyrese Haliburton ha segnato 17 punti in 20 minuti pur rimanendo con minuti limitati a causa di un persistente infortunio al tendine del ginocchio.

Miller ha terminato con un 10/25 dal campo, 10/12 dalla lunetta e ha ottenuto cinque triple per gli Hornets mentre P.J. Washington ha aggiunto 22 punti per Charlotte (10-38), che non arresta, però, la striscia di sette sconfitte consecutive (oggi).

Siakam ha detto che sta diventando sempre più a suo agio nel suo ruolo con i Pacers da quando è stato acquisito in uno scambio con i Toronto Raptors il 17 gennaio.

“Sto solo cercando di trovare quell’equilibrio ed essere quello che sono come giocatore e anche adattarmi alla squadra”, ha detto Siakam.

“A volte posso impegnarmi così tanto per assicurarmi che tutto sia giusto e questo può togliermi quello che sono quindi tutti mi dicono semplicemente di essere me stesso”. Andrew Nembhard è partito titolare per i Pacers e, anche se non ha segnato, l’allenatore Rick Carlisle ha detto che la sua presenza era evidente.

“Questo è qualcosa che pensavamo avesse davvero senso per questo gioco e potenzialmente per i prossimi, vedremo”, ha detto Carlisle.

“Ci dà flessibilità e fa funzionare meglio l’ecosistema del nostro roster, quindi è stato positivo.”

I Pacers sono partiti forte affrontando degli Hornets privi di LaMelo Ball, Gordon Hayward, Mark Williams e Cody Martin, segnando i primi nove punti della partita e portandosi in vantaggio per 26-13 dopo il primo quarto con Charlotte che è andata 5/25 nei primi 12 minuti.

Indiana è stata in vantaggio di 24 punti nel terzo quarto ma gli Hornets hanno più che dimezzato il gap sino al -10 all’inizio dell’ultimo quarto seguendo la scia di Miller che ha realizzato 27 punti nel secondo tempo.

Gli Hornets – in partita ad avvio ripresa – tuttavia non sono più riusciti davvero a tornare ad avvicinarsi ulteriormente dopo che i Pacers hanno riportato il vantaggio a 17 grazie a Nesmith che ha messo dentro con un’enfatica schiacciata a due mani a 5:36 dalla fine per un +17 per assicurarsi la vittoria.

“Sarà davvero bravo”, ha detto Haliburton di Miller, la scelta numero 2 in assoluto. “Ascolta e puoi vedere il miglioramento. … Con molti dei loro ragazzi infortunati, per lui è stato una specie di battesimo del fuoco. Si ritiene che faccia di più che se tutti fossero sani”.

L’allenatore degli Hornets Steve Clifford ha detto che il costante miglioramento di Miller non lo ha sorpreso.

“Lavora duro, è molto diligente ed è così che funziona. Ha molto talento, lavora duro, quindi migliora. Sta migliorando per le giuste ragioni. Ora è raddoppiato e ha fatto un buon lavoro”.

Miller ha detto che i suoi compagni di squadra lo stanno spingendo ad essere più aggressivo.

“Sapete che abbiamo ragazzi fuori, quindi tutti devono farsi avanti quindi penso che semplicemente intensificare l’essere più aggressivi e uscire con l’energia di cui abbiamo bisogno per vincere una partita, sia importante per noi”.

Miles Bridges, invece, dall’intensificazione delle voci su un suo passaggio ai Suns ha vissuto una seconda serata difficile chiudendo 8/23 dal campo mancando sei layup.

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.