A che gioco giochiamo?

Se in politica interna ed estera e in economia è risaputo che semplici accordi (taciti, legali o illegali, morali o immorali), false piste, intrecci e intrighi siano all’ordine del giorno, forse nella NBA non ci si aspetterebbe che questo aspetto possa far parte di questo mondo sportivo ma come ha detto di recente il “nostro” GM Mitch Kupchak, nel suo lavoro si persegue ogni possibilità ed è in questa ottica che va preso il rumor su Westbrook, come una possibilità, non esattamente una certezza.

In realtà le trattative sotterranee o portate alla luce da qualche insider ci sono sempre state e in NBA a volte è divertente seguirle per vedere come cambieranno le squadre anche se rapporti di forza troppo esacerbati finiscono per rovinare il giochino…

Magari dopo anni si tende a dimenticare di tentativi, win to win esplosi alla base per la non volontà di un GM o proprietario, fallimenti clamorosi e “furbate pazzesche” bruciate all’ultimo (la trattativa di CP3 ai Lakers ai tempi di New Orleans o giocatori soffiati all’ultimo da altre squadre inseritesi nella trattativa) e ci si ricorda quasi soltanto di quelle che hanno portato esiti concreti per la costruzione delle squadre.

“Sic Transit Gloria Mundi”.

Ancora oggi le versioni sulla cessione di Charlotte di Kobe Bryant ai Lakers sono moleplici fino a far passare un GM dell’anno come l'”Ei fu” Bob Bass, duplice GM of The Year (1990-1997) di tutto rispetto come un novellino che non sapeva ciò che stesse facendo in quel momento e non come in una posizione “obbligata” per recuperare il massimo per Charlotte.

Tra l’altro, se siete tifosi di Charlotte da lunga data, di sicuro riconoscerete il signore qui sotto che al Draft 1991 ebbe la fortuna di ritrovarsi tra le mani la prima scelta.

Allan Bristow, iconico allenatore amante del gioco veloce che in alcuni momenti sgranando gli occhi ricordava Totò Schillaci nelle notti spiritate a Italia 90.

Da direttore delle operazioni di basket/GM passò ad allenatore fino al 1996.

Quello che forse molti di voi non sapranno, parto da qui per arrivare a oggi, è che gli Hornets, prima di andare su Larry Johnson mantenendo alla numero 1 la scelta, i Calabroni dapprima sondarono altre possibilità.

Gli Hornets si chiesero quale tipo di giocatore avrebbe fatto comodo e un’idea evidentemente sulla mancanza di un’ala più valida l’avevano perchè proprio per una forward andarono a chiedere ai Lakers.

Obiettivo: James Ager Worthy da Gastonia, l’uomo con gli occhialini dall’incrollabile fede gialloviola.

La trattativa fu timida, non se ne fece nulla e gli Hornets andarono su un’ala grande che si pensava non potesse giocar lì, rendendo 5 cm a Worthy ma che sprigionava un’enorme potenza.

Tuttavia la trattativa con i Lakers probabilmente non fu l’unica, altre piste calde, rumor dell’epoca, ricamavano su uno scambio con i Kings per la loro scelta numero 3 più Carr o Tisdale.

I Kings, invece, avrebbero avuto un disperato bisogno di una PG e Kenny Anderson (a breve pubblicherò nella cartella Destini un articolo di American Superbasket su di lui) avrebbe fatto al caso loro ma sapevano che sia il giocatore che le Retine ambivano a riportarlo a casa essendo di lì.

I Nets però, soddisfatti di Blaylock e George nel ruolo avrebbero ambito a un’ala come Owens o L.J., difficile quindi capire in anticipo per certo le mosse di un team perché un’offerta accetata da qualcuno potrebbe produrre un effetto farfalla e sconvolgere le preordinate scalette delle squadre.

Questi “sondaggi” avvengono ovviamente ancora oggi e in queste ore c’è da capire come si muoveranno i club sul Draft e sul mercato.

Per quel che riguarda il Draft i Magic hanno messo sul piatto Aaron Gordon per risalire la scaletta al Draft mentre pare che Bulls, Pistons e Knicks stiano parlando con i Warriors per uno scambio di posizione sulle scelte (i Warriors detengono la seconda) mentre sul mercato, al raffreddamento della pista Hornets per Westbrook sono spuntati all’orizzonte i Knicks ma il nuovo allenatore dei Rockets Stephen Silas non pare voler cambiare molto l’offensiva della squadra e frena mentre Covington e P.J. Tucker, vista la situazione in casa Razzi, sarebbero voluti dai Bucks.

Dennis Schroeder potrebbe passare ai Lakers per la pick n°28 e Danny Green (forse nel caso del giocatore), il quale se dovesse partire, potrebbe esser sostituito da Wesley Matthews.

In casa Pacers si è parlato di scambiare Myles Turner, in un primo momento pareva gli Hornets fossero interessati, poi è emersa Boston e le trattative sono arrivate a far comprendere tra i nomi di possibili partenti anche Victor Oladipo che non ha nessuna intenzione però di lasciare Indianapolis.

I Mavericks vorrebbero una guardia e tra i nomi fatti vi era anche quello di Oladipo ma le alternative per Dallas non mancano perché sono stati fatti anche i nomi di Spencer Dinwiddie e Zach LaVine.

I Mavs vorrebbero prender l’anno prossimo Giannis Antetokounmpo ma nel frattempo, altro interesse di Cuban è un altro nome alle nostre latitudini si sente spesso pronunciare, ovvero, Danilo Gallinari.

Bucks e 76ers sarebbero interessate a Patty Mills mentre i Celtics starebbero seguendo Jrue Holiday dei Pelicans (i Pels hanno assunto come player development coach Corey Brewer) i quali valutano opportunità per non lasciarlo partire in un prossimo futuro ottenendo magari in cambio un pugno di mosche così sulla guardia di New Orleans si è portata anche Atlanta.

Chris Paul era un vecchio pallino dei Knicks che lo vorrebbero ancora ma sulle sue tracce si sono aggiunti anche i Suns per mirare al vecchio CP3.

A ogni modo non bisognerà aspettare ancora molto per conoscere i primi movimenti di mercato ufficiali: la moratoria sugli scambi della NBA terminerà lunedì 16 novembre a mezzogiorno (ET), secondo Adrian Wojnarowski di ESPN.

Tutti gli accordi commerciali possono essere conclusi ufficialmente quindi a partire da domani, lunedì.
Le restrizioni commerciali del 15 dicembre e del 15 gennaio si applicano ancora ai free agent che firmano in questa offseason, secondo Bobby Marks.

Chissà se avremo ancora il buon Barkley a tagliar con la falce i vari giocatori, anche quando giocava non le mandava a dire (qui in una paginetta di Superbasket del 7/13 gennaio 1992 che parla di un suo libro), non giudizi lusinghieri su tre giocatori passati da Charlotte come David Wingate (confesso mi fosse simpatico ma in NBA si era piuttosto perso tra i rincalzi di Charlotte e non solo), Armon Gilliam e Hersey Hawkins, gran tiratore ma considerato troppo “attendista”.

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.